AMBIENTI CONFINATI
UD 11
Patrizia Ferdenzi SPSAL Reggio Emilia
Corso di formazione R.S.P.P.
D.Lgs. 81/2008 e Accordo Stato Regioni del 07.07.2016 Modulo B COMUNE
Corso Base per R.S.P.P. e A.S.P.P
2020
D.Lgs. 81/08
Art. 63, Allegato IV punto 3 (vasche, canalizzazioni, tubazioni,
serbatoi, recipienti, silos) Art. 66 (lavori in ambienti sospetti di inquinamento) Art. 121 (Presenza di gas negli scavi)
DPR n. 177/2011
Riferimenti legislativi
Spazio confinato: è uno spazio in cui svolgere una attività di lavoro o di vita, in cui le caratteristiche di vivibilità sono fortemente influenzate dalle caratteristiche del luogo stesso,
e possono cambiare repentinamente
(microclima,gas,rumore,liquidi, etc).
Cosa è un ambiente confinato o sospetto di inquinamento
Si intende uno spazio circoscritto, caratterizzato da limitate aperture di accesso e da una ventilazione naturale sfavorevole, in cui può verificarsi un evento incidentale importante, che può portare ad un infortunio grave o mortale, in presenza di agenti chimici pericolosi (ad. es.
gas, vapori, polveri) o in carenza di ossigeno.
[Linee guida ex ISPESL ora INAIL]
Cosa è un ambiente confinato o sospetto di
inquinamento
Luogo totalmente o parzialmente chiuso, che non è stato progettato e costruito per essere occupato in permanenza da persone, né destinato ad esserlo, ma che all’occasione, può essere occupato temporaneamente per l’esecuzione di interventi lavorativi come l’ispezione, la riparazione, manutenzione, pulizia … [INRS]
Cosa è un ambiente confinato o sospetto di inquinamento
Spazio abbastanza grande e configurato affinché un lavoratore possa accedervi interamente per eseguire il lavoro assegnato, ha limitati o ristretti accessi per l’entrata/uscita, non è progettato per un’attività continua [OSHA 1910.146]
Vasca di aerazione
Cosa è un ambiente confinato o sospetto di
inquinamento
• Lo spazio circoscritto
• Gli accessi difficoltosi o limitati
• La ventilazione naturale sfavorevole
• La possibile presenza di agenti chimici pericolosi
• Non sono stati progettati per una attività continua
Cosa hanno in comune queste definizioni?
Art. 121 DLgs 81/08 Presenza di gas negli scavi
Quando si eseguono lavori entro pozzi, fogne, cunicoli, camini e fosse in genere, devono essere adottate idonee misure contro i pericoli derivanti dalla presenza di gas o vapori tossici, asfissianti, infiammabili o esplosivi.
Art. 66 DLgs 81/08 Lavori in ambienti sospetti di inquinamento
È vietato consentire l’accesso dei lavoratori in pozzi neri, fogne, camini, fosse, gallerie e in generale in ambienti e recipienti, condutture, caldaie e simili, ove sia possibile il rilascio di gas deleteri, ………
Definizione di ambiente confinato o sospetto di
inquinamento nella normativa italiana
ALLEGATO IV punto 3 DLgs 81/08
VASCHE, CANALIZZAZIONI, TUBAZIONI, SERBATOI, RECIPIENTI, SILOS
- devono avere aperture di dimensioni tali da consentire l’agevole recupero di un lavoratore privo di sensi
- assicurarsi che nell'interno non esistano gas o vapori nocivi o una temperatura dannosa e, qualora vi sia pericolo, disporre efficienti lavaggi, ventilazione o altre misure idonee tra cui intercettare tubazioni
- i lavoratori che vi prestano la loro opera devono essere assistiti da altro lavoratore, situato all'esterno presso l'apertura di accesso
- se non è possibile escludere la presenza di agenti chimici pericolosi, i lavoratori devono essere muniti di cintura di sicurezza con corda di adeguata lunghezza e di idonei apparecchi per respirare, oltre a disporre di cautele atte ad evitare il pericolo di incendio o di esplosione……
Definizione di ambiente confinato o sospetto di inquinamento nella normativa italiana
Lavori eseguiti in sotterraneo (DPR 320/56):
quelli relativi alla costruzione, manutenzione, riparazione di gallerie, caverne, pozzi e opere simili. Sono esclusi, perché disciplinati da specifiche norme:Miniere, cave e torbiere
I comuni pozzi idrici e altri pozzi, cunicoli e vani sotterranei facenti parti di opere accessorie degli edifici
Le fondazioni di opere di qualsiasi specie.
Definizione di ambiente confinato o sospetto di
inquinamento nella normativa italiana
DPR 177 del 8/11/2011
….Il presente regolamento si applica ai lavori in ambienti sospetti di inquinamento di cui agli articoli 66 e 121 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e negli ambienti confinati di cui all'allegato IV, punto 3, del medesimo decreto legislativo …..
Definizione di ambiente confinato o sospetto di inquinamento nella normativa italiana
Pluralità di definizioni di ambiente confinato
Assenza di una definizione generale di ambiente confinato nella normativa italiana
Alcuni ambienti ad un primo esame potrebbero non apparire come confinati.
In particolari circostanze, legate alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa o ad influenze provenienti dall’ambiente circostante, essi possono invece configurarsi come tali e quindi devono essere
individuati e valutati come tali nel Documento di Valutazione dei Rischi
Definire le circostanze particolari
Ambiente confinato o sospetto di inquinamento
1. lavorazioni che progressivamente diminuiscono lo spazio a disposizione (autoincarceramento stive settore navale)
2. lavorazioni che producono gas/fumi/vapori in ambienti con conformazione particolare e/o con scarsa ventilazione
3. presenza di esalazioni dal suolo, dalle pareti, dagli ambienti circostanti o contigui
4. cavità, fosse, trincee, camere con l’apertura dall’alto, scavi profondi con ristagno di liquidi (e/o vapori) di varia natura compresa acqua piovana
5. manutenzioni in camere di combustione nelle fornaci e simili 6. stratificazione dei gas (in alto o in basso)
7. fughe di gas improvvise
8. aggiunta di gas inerti per bonifica, antincendio o conservazione alimenti
9. lavorazioni in strutture particolari
Quali sono le circostanze particolari?
• vasche, interrate e fuori terra, per il contenimento di barbottine (argille sciolte in acqua);
• cavità, fosse, trincee, camere con l’apertura dall’alto;
• scavi profondi con ristagno di liquidi (e/o vapori) di varia natura compresa acqua piovana;
• vasche di trattamento di impianti di depurazione;
• camere di combustione nelle fornaci e simili;
• camere non ventilate o poco ventilate;
• stive di imbarcazioni;
• serbatoi pensili per acqua potabile;
• strutture pensili per la produzione eolica di energia;
• ecc.
In quali ambienti particolari?
• Cisterne interrate, seminterrate o fuori terra ma con accesso dall’alto contenenti prodotti o sottoprodotti di tipo organico, alimentare, zootecnico che possono dare luogo a fermentazioni;
• Cunicoli di fogne e di smaltimento di liquami sia di origine civile che zootecnico (fosse settiche, biologiche ed altro);
• Silos, cisterne o altri contenitori per sostanze o prodotti chimici organici ed inorganici;
• Recipienti di reazione e serbatoi di stoccaggio;
• Cisterne su autocarri.
Elenco non esaustivo
Cisterne trasporto sostanze
Solforazione vini Silos per cereali
Vasche depurazione Cunicoli per
scavi
Esempi di ambienti confinati
Solforazione
vini Camerette stradali
Tramogge
Fonte: http://www.studiodipinto.com/
Fonte: Telecom
Esempi di ambienti confinati
Esempi di ambienti confinati
Esempi di ambienti confinati
Rampe per merci
Ambienti atmosfera modificata Vasche di
compenso Fosse per autoriparazioni
• Lavori in galleria
• Ambienti con atmosfera modificata (riduzione tenore di ossigeno)
• Acquedotti e lavorazioni a servizio della distribuzione di acqua potabile
• Vasche di aerazione di un impianto trattamento acque reflue
Ambienti esterni “sospetti di inquinamento”
Fuoriuscite/fughe di gas He, H2, CH4
CO2,,H2S, SO2
Ambienti esterni «sospetti di inquinamento»
- pulizia, rimozione di rifiuti o di fanghi (serbatoi, depuratori, fognature, vasche, ecc…);
- ispezione di impianti ed attrezzature (reattori, miscelatori…);
- installazione di pompe, motori o di altre apparecchiature (impianti chimici, vasche, reattori, miscelatori, ecc…);
- lavori di manutenzione, sabbiatura o di applicazione di rivestimenti;
- lettura di strumenti o quadranti;
- lavori di riparazione (saldatura o taglio);
- installazione, riparazione o ispezione dei cavi (telefono, elettrico,ecc.);
- intercettazione, rivestimento o collaudo di sistemi di condotte (vapore, acqua o reflui);
- costruzione spazi confinati (caldaie industriali, forni, vasche interrate);
- disinfezioni e disinfestazioni.
Identificazione dei lavori in ambienti confinati
Valutazione dei rischi specifici:
da asfissia
da eccesso di ossigeno
da intossicazione per inalazione o contatto da incendio ed esplosione
di varia natura
Conoscenza dei fattori di rischio negli ambienti
confinati
• ASFISSIA
– Per carenza/spostamento di O
2• Anossia anossica
– Per inalazione/assorbimento di agenti chimici tossici aerodispersi che limitano il trasporto/assorbimento di O
2• Anossia anemica
• Anossia istotossica
• ALTRI EFFETTI TOSSICI ACUTI (danni gravi all’organismo umano o addirittura morte per intossicazione)
• Possibili effetti pericolosi per eccesso di ossigeno
Rischio chimico per la salute/sicurezza
Rischio asfissia
Effetti della concentrazione di ossigeno
EFFETTI SOTTO-OSSIGENZAZIONE 21% (20.0%): normale
21-18%: possibili difficoltà respiratorie
< 18%: atmosfera non respirabile. Problemi respiratori gravi, riduzione delle prestazioni fisiche e intellettuali, senza che la persona se ne renda conto
< 11%: svenimento - morte
< 8%: lo svenimento si verifica in breve tempo e la rianimazione è possibile se effettuata immediatamente
< 6%: svenimento immediato e danni celebrali
Processi più importanti che possono provocare un consumo di ossigeno (fino al di sotto dei limiti di sicurezza):
• le reazioni chimiche di ossidazione
• i processi di combustione (incendi in modo particolare): da combustione incompleta (in carenza di ossigeno) si forma il monossido di carbonio
• i processi di fermentazione aerobica (con formazione di anidride carbonica)
• i fenomeni di adsorbimento dell’ossigeno da parte di vari materiali Rischio asfissia
consumo dell’ossigeno in spazi confinati non dotati di adeguata ventilazione
sostituzione dell’ ossigeno con altri gas
Atmosfere sotto-ossigenate
Diversi meccanismi di azione: limitazione dell’assunzione di O
2• AZOTO
• ELIO
• ARGON
• ANIDRIDE CARBONICA
• IDROGENO
• METANO, ETANO, PROPANO, BUTANO
• FREON/HALON
ANOSSIA ANOSSICA
Carenza di ossigeno
Rischio asfissia
LA LORO PRESENZA DA LUOGO AD ATMOSFERE SOTTO OSSIGENATE
• MONOSSIDO DI CARBONIO: anossia anemica mancato trasporto O2nel sangue (interferisce formazione ossiemoglobina Hb-O2)
• ACIDO CIANIDRICO: anossia istotossica mancato utilizzo O2a livello dei tessuti (inibisce la respirazione mitocondriale C6H12O6+ 6O2→6CO2+ 6H2O + energia metabolica)
• ACIDO SOLFIDRICO: agisce come l’acido cianidrico [anossia istotossica]
• ANIDRIDE SOLFOROSA: irritante, provoca broncospasmo, con effetti simili a quello della carenza di ossigeno (come cloro Cl2e aldeidi)
Diversi meccanismi di azione: limitazione trasporto/assorbimento
Rischio asfissia
Atmosfere irritanti o corrosive dovute alla presenza di
irritanti primari (effetti irritanti talmente gravi da oscurare gli effetti tossici sistemici): acido cloridrico HCl, acido fluoridrico HF, acido solforico H2SO4, cloro Cl2, biossido di azoto NO2, anidride solforosa SO2, ozono O3’ ammoniaca NH3
irritanti secondari (producono effetti tossici sistemici in aggiunta all’irritazione delle mucose): benzene, cloroformio CCl4,
etilcloruro, tricloroetano, tricloroetilene
Vapori di solventi (tricloroetilene, acrilonitrile, diclorometano,ecc) Fumi di saldatura (NOx, O3, CO, ossidi di metalli).
Rischio chimico Effetti tossici acuti
A concentrazioni elevate, un’esposizione anche di breve durata provoca un’intossicazione acuta.
A seconda della quantità inspirata si passa dalla narcosi fino all’arresto della respirazione per paralisi del centro respiratorio.
Tipico lo stadio pre-narcotico, caratterizzato da vertigine, apatia, stato di eccitazione ed ebbrezza, che può essere seguito da perdita dei sensi e dalla morte.
Vapori di solvente
• dove c’è una reazione tra rifiuti e ossigeno dell’atmosfera;
• per reazione tra l’acqua del terreno ed il calcare, con produzione di anidride carbonica, che va a sostituire l’aria;
• all’interno di serbatoi di acciaio e recipienti quando si ossidano (formazione di ruggine);
• dispersione di agenti estinguenti o refrigeranti come l’anidride carbonica o agenti alogenati (halon, freon) in ambienti non aerati;
• in presenza di solidi sfusi o in granuli che, accorpandosi a formare blocchi, possono improvvisamente collassare, soffocando le persone travolte;
• ambienti o recipienti in aziende vitivinicole;
• accumulo di gas inerti (argon, anidride carbonica, azoto) in serbatoi, recipienti nell’industria farmaceutica, chimica, alimentare e nella saldatura in ambienti confinati.
Alcune condizioni in cui si può avere il rischio
asfissia
GAS, FUMI VAPORI TOSSICI :
• nelle combustioni in difetto d’ossigeno (stufe catalitiche, bracieri);
• negli ambienti confinati dove si effettuano processi di saldatura;
• negli scavi e nei fossi contenenti terreno contaminato, come scarichi di rifiuti;
• nei vecchi gasometri per presenza residuale di gas;
• nei serbatoi dove sono presenti residui di sostanze tossiche;
• negli ambienti confinati quando nelle immediate vicinanze si producono fumi tossici che possono entrare negli stessi;
Condizioni di rischio associate a sostanze tossiche
LIQUIDI O SOLIDI CHE RILASCIANO GAS TOSSICI:
• quando liquidi e solidi vengono agitati o spostati (ad esempio, acido cloridrico, oleum);
• quando si impiegano liquidi e solidi che emettono gas tossici in presenza di aria o vapori d’acqua (ad esempio, zolfo, fosfuri che emettono fosfina a contatto di acidi ed acqua o vapore);
• quando reagiscono sostanze incompatibili con accumulo di gas tossici (es. sostanze acide con ipocloriti, solfuri, cianuri, ecc…)
Condizioni di rischio associate a sostanze
tossiche
Un manutentore entra all’interno di un serbatoio di acciaio, tenuto vuoto e chiuso per anni, per effettuare il controllo della superficie interna. Poiché l’ossidazione dell’acciaio aveva consumato
l’ossigeno, creando una atmosfera sottossigenata, il lavoratore muore per anossia
O2 < 19 %
2Fe + 3O2 2 Fe2O3
Dr. Lucio Ross Az. USSL 9 Treviso
Carenza ossigeno
Due lavoratori si sono introdotti
abusivamente in un box per la
conservazione delle mele in atmosfera modificata con azoto.
Muoiono entrambi per asfissia
Dr. Lucio Ross Az. USSL 9 Treviso
Carenza ossigeno
Dopo aver eseguito una saldatura TIG all’interno di un camion cisterna, il lavoratore si è allontanato per la pausa pranzo, lasciando l’attrezzatura all’interno. Al rientro nella cisterna l’atmosfera era satura di argon a seguito di una valvola non ben chiusa. Viene soccorso in tempo dai colleghi
Dr. Lucio Ross Az. USSL 9 Treviso
Carenza ossigeno causata da gas inerti
Un operaio in una cantina, salito con una scala a pioli sulla sommità di una cisterna contenente mosto in fermentazione sveniva a seguito delle esalazioni di CO2.
Rimanendo con il capo reclinato all’interno del recipiente moriva per asfissia prima di essere soccorso
Carenza ossigeno causata da anidride
carbonica
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Un operaio scende in una fossa di servizio asservita agli impianti di trasporto automatico di cereali.
Muore per asfissia provocata da CO2, che si è accumulata per gravità nella fossa, liberata dalla fermentazione del mais stoccato
nel capannone attiguo
Dr. Lucio Ross Az. USSL 9 Treviso
Carenza ossigeno causata da anidride carbonica
Acido cianidrico
Un addetto alla pulizia periodica di una vasca di elettrodeposizione in una ditta galvanica versa HCl all’1%
sul fondo, senza accorgersi della presenza di fanghi contenenti ZnCN. Si sviluppa acido cianidrico che uccide il lavoratore e 4 colleghi che hanno tentato di soccorrerlo
Limitazione d’ossigeno dovuta a gas tossici
Anidride solforosa
A Rovigo nel 2014 quattro operai sono morti mentre lavoravano alla pulizia di un’autocisterna in una ditta di smaltimento rifiuti. Uno di loro avrebbe versato acido solforico in una vasca che conteneva ammoniaca, sviluppando anidride solforosa. Nessuno indossava maschere di protezione.
Limitazione d’ossigeno dovuta a gas tossici
Xilene, toluene, nafta
solvente 50 cm
> 400 ppm xilene
> 80 ppm toluene
Effetti acuti dovuti a vapori tossici
Combustioni ed esplosioni all’interno di ambienti confinati possono generarsi a causa della presenza di:
gas che miscelati con l’aria possono formare atmosfere esplosive;
liquidi infiammabili (idrocarburi, solventi organici, esteri, chetoni, alcoli, ecc.);
polveri aerodisperse ad alta concentrazione (vegetali, minerali, metalliche, sintetiche, ecc.).
Rischio incendio e esplosione
Esiste solamente un intervallo limitato di concentrazione gas/aria in grado di produrre una miscela combustibile.
Questo intervallo varia in base al tipo di gas e di vapore ed è delimitato da un livello superiore detto UEL (Upper Explosive Limit) e da un livello inferiore detto LEL (Lower Explosive Limit).
Rischio esplosione e incendio
Fonte Honeywell Per vapori e liquidi, limite di
esplodibilità e limite di
infiammabilità esprimono lo stesso concetto.
Limiti di esplodibiilità
Da presenza di gas
vasche e fosse biologiche, collettori fognari;
depuratori, serbatoi per stoccaggio dei liquami;
ambienti depressi in cui vengono utilizzati gas pesanti e quindi ristagnanti
silos e serbatoi di varia tipologia con presenza in quantità non facilmente stimabili di gas derivanti da residui di materiale dopo lo svuotamento, o da residui di lavaggio e pulitura.
Da presenza di polveri: silos, serbatoi, grandi contenitori di stoccaggio per polveri di varia natura:
alimentare (farine, zuccheri, malto, amido, ecc.)
chimica (plastica, resine, detergenti, farmaceutica, ecc.) metallurgica (alluminio, magnesio)
prodotti vernicianti lavorazione del legno.
Ambienti con rischio di incendio o esplosione
REGOLAMENTO RECANTE NORME PER LA QUALIFICAZIONE DELLE IMPRESE E DEI LAVORATORI AUTONOMI OPERANTI IN AMBIENTI SOSPETTI DI INQUINAMENTO O CONFINANTI, A NORMA DELL'ARTICOLO 6, COMMA 8, LETTERA g), DEL DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008, N. 81.
Art. 1 – Finalità e ambito di applicazione
… Si applica ai lavori in ambienti sospetti di inquinamento di cui agli articoli 66 e 121 del D.Lgs.81/08, e negli ambienti confinati di cui all'allegato IV, punto 3,
DPR 14 settembre 2011 n. 177
Art. 2 - Qualificazione nel settore degli ambienti sospetti di inquinamento o confinati
Qualsiasi attività in ambienti sospetti di inquinamento o confinati può essere svolta unicamente da imprese o lavoratori autonomi qualificati … b) integrale e vincolante applicazione anche del comma 2 dell'articolo 21 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nel caso di imprese familiari e lavoratori autonomi; (sorveglianza sanitaria e formazione)
c) presenza di personale, in percentuale non inferiore al
30%
della forza lavoro, con esperienza almenoTRIENNALE
relativa a lavori in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, assunta con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato… Tale esperienza deve essere necessariamente in possesso dei lavoratori che svolgono le funzioni di prepostoDPR 14 settembre 2011 n. 177
Art. 2
d) avvenuta effettuazione di attività di informazione e formazione di tutto il personale…
e) possesso di dispositivi di protezione individuale, strumentazione e attrezzature di lavoro idonei …;
f) effettuazione di addestramento di tutto il personale impiegato per le attività, relativamente alla applicazione di procedure di sicurezza g) rispetto delle vigenti previsioni in materia di Documento unico di regolarità contributiva;.
2. …NON È AMMESSO IL RICORSO A SUBAPPALTI, se non
autorizzati espressamente dal datore di lavoro committente e certificati ai sensi del Titolo VIII, Capo I, del Decreto Legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni e integrazioni.
Art. 3 PROCEDURE DI SICUREZZA
DPR 14 settembre 2011 n. 177
Primo aspetto critico: piena consapevolezza del problema
Identificazione degli ambienti confinati e necessità di accedervi
Eliminazione del rischio
Identificazione dei pericoli (“residui”)
Misure di prevenzione – Permesso di lavoro
Valutazione del rischio e ambienti confinati
1. Spazio progettato e costruito per essere occupato in modo continuativo
2. Accessi/uscite dotati di larghezza e conformazione adeguate 3. Presenza di un normale ricambio naturale d'aria
4. Certezza che la presenza e/o la formazione di gas pericolosi si può escludere
Se no, anche ad un solo punto
SI POSSONO VERIFICARE CONDIZIONI ESTREMAMENTE PERICOLOSE PER I LAVORATORI
Attuare prioritariamente le alternative all’ingresso praticabili
Se l’entrata in un ambiente confinato NON è evitabile, approfondita valutazione dei
Approccio fondamentale per le attività in ambienti
confinati: eliminazione dei rischi alla fonte
Nel DVR dovrà essere riportato che sono state analizzate modalità di lavoro alternative all’ingresso in ambienti o spazi confinati.
Se tali modalità non sono applicabili, dovranno anche essere indicate le motivazioni per le quali risulta necessario l’ingresso. In sede di vigilanza verrà sottoposta ad un’attenta valutazione la plausibilità delle modalità di lavoro scelte, rispetto alle tecnologie disponibili.
Nel DVR dovranno inoltre essere riportate le procedure di emergenza adottate ed il permesso di lavoro, o comunque le modalità di controllo per l’ingresso delle persone negli ambienti confinati, con l’individuazione del preposto o persona responsabile, oltre a tutte le misure di prevenzione e protezione.
Di conseguenza
Prima di autorizzare l’ingresso in un ambiente confinato il
DDL/dirigente/preposto emetterà un permesso di lavoro, debitamente sottoscritto dagli operatori coinvolti nell’intervento.
Obbligatorio nel caso di lavoro affidato a ditta esterna (art.26 del D.Lgs.81/08).
E’ uno strumento volto ad assicurare che tutti gli elementi del sistema sicurezza siano stati messi in atto
prima che ai lavoratori venga permesso di entrare e/o lavorare in spazi confinati.
E’ anche uno strumento di comunicazione tra il DDL,
il preposto e i lavoratori.
Permesso di lavoro
1. l’ambiente (dimensioni spaziali, aperture, boccaporti, collocazione degli accessi,..)
2. l’attività da svolgere (ispezione visiva, collaudo, pulizia, saldatura, verniciatura, sgrassatura, movimentazione materiali, bonifica..);
3. le attrezzature utilizzate per l’attività 4. la ventilazione e il grado di ricambio d’aria;
5. i materiali presenti precedentemente o introdotti (sostanze putrescibili o fermentabili, solventi, gas, prodotti chimici, ecc);
6. la natura morfologica e chimica del terreno;
7. le comunicazioni (comunicazione diretta impossibile, rumore di fondo elevato);
8. le conoscienze,la competenza e l’addestramento del personale;
9. il lavoro fuori orario;
10. i DPI e le modalità di salvataggio (APVR, imbracature, mezzi di sollevamento)
Decalogo di una corretta valutazione
H2S???
Cl2???
O2< 20?