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Cos è il cumulo della pensione

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Cos’è il cumulo della pensione

Autore: Noemi Secci | 04/12/2020

Possibilità di sommare gratuitamente i contributi accreditati in casse gestioni previdenziali diverse, ai fini del diritto al pensionamento: come funziona.

Gli iscritti presso l’Inps e presso le casse professionali possono avvalersi, in determinati casi, del cumulo per la pensione [1]. Cos’è il cumulo della pensione?

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Il cumulo è uno strumento che offre la possibilità di sommare gratuitamente la contribuzione presente in diverse casse di previdenza, per poter ottenere le pensioni di vecchiaia ordinaria, anticipata, d’inabilità e ai superstiti.

Possono essere sommati i contributi presenti nell’Assicurazione generale obbligatoria (Ago) dell’Inps, nelle gestioni sostitutive ed esclusive, nella Gestione separata Inps e nelle casse dei liberi professionisti.

Nella generalità dei casi, il cumulo non determina penalizzazioni sulla pensione, o il ricalcolo con il sistema contributivo (salvo specifiche disposizioni previste dalle singole gestioni di categorie dei liberi professionisti).

Può avvalersi del cumulo, poi, chi possiede un autonomo diritto alla pensione (senza aver conseguito il trattamento) in una o più gestioni interessate dal cumulo.

Il decreto in materia di reddito di cittadinanza e pensioni [2] ha esteso il beneficio alla possibilità di conseguire la pensione anticipata con l’opzione “Quota 100”, senza però coinvolgere le casse dei liberi professionisti. Ma procediamo con ordine e facciamo il punto completo sul cumulo ai fini del diritto alla pensione.

Cumulo per la pensione anticipata

La pensione anticipata ordinaria Fornero [3] si può conseguire, in regime di cumulo, con 41 anni e 10 mesi di contribuzione per le donne, 42 anni e 10 mesi per gli uomini, con l’attesa di un periodo di finestra (dalla maturazione dei requisiti alla liquidazione del trattamento) pari a 3 mesi.

Può essere conseguita attraverso il cumulo anche la pensione anticipata col requisito agevolato pari a 41 anni di contributi, riservata ai lavoratori precoci appartenenti a specifiche categorie tutelate: caregiver, addetti ai lavori usuranti e gravosi, disoccupati di lungo corso e invalidi dal 74%.

Per essere qualificati come lavoratori precoci, bisogna possedere almeno 12 mesi di contributi da effettivo lavoro accreditati prima del 19° anno di età.

Si può ottenere la pensione anticipata contributiva, con 64 anni di età e 20 anni di versamenti (più un importo minimo del trattamento almeno pari a 2,8 volte l’assegno sociale), attraverso il cumulo? Si può ottenere, ma non attraverso il cumulo ordinario: deve essere invece utilizzato uno speciale cumulo previsto nel

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1997 [4], applicabile soltanto a coloro la cui pensione si calcola attraverso il sistema di calcolo esclusivamente contributivo.

Cumulo per la pensione di vecchiaia

La pensione di vecchiaia ordinaria [5] si può conseguire, in regime di cumulo, presso le gestioni amministrate dall’Inps, con un minimo di 67 anni di età e 20 anni di contributi. Devono risultare inoltre perfezionati gli eventuali ulteriori requisiti previsti dall’ordinamento di appartenenza: ad esempio, per i lavoratori iscritti presso le gestioni amministrate dall’Inps privi di versamenti al 31 dicembre 1995, un trattamento pensionistico pari ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale.

Gli iscritti presso le casse professionali, oltre ai 20 anni di contributi, devono perfezionare l’eventuale maggior requisito di età richiesto dal regolamento dell’ente:

Nel caso in cui l’età pensionabile prevista dalla cassa di categoria sia maggiore rispetto all’età prevista presso le gestioni amministrate dall’Inps, deve essere dapprima liquidata la quota di pensione a carico dell’istituto; successivamente, al perfezionamento del requisito di età previsto dalla cassa di categoria, è liquidata l’ulteriore quota di trattamento.

Nell’ipotesi in cui l’età pensionabile prevista dalla cassa professionale di categoria sia inferiore rispetto all’età prevista presso le gestioni amministrate dall’Inps, è invece necessario attendere il perfezionamento dell’età pensionabile presso queste ultime gestioni pubbliche.

Cumulo per la pensione quota 100

La pensione quota 100 si può conseguire attraverso il cumulo, se l’interessato:

compie 62 anni di età entro il 31 dicembre 2021;

matura entro la stessa data 38 anni di contributi, considerando le sole gestioni previdenziali Inps (sono richiesti, per gli iscritti presso l’Assicurazione generale obbligatoria ed alcune gestioni sostitutive, 35 anni al netto dei periodi di disoccupazione e malattia o infortunio non integrati).

Ricordiamo che per l’accesso alla quota 100 la finestra è pari a 3 mesi per la

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generalità dei lavoratori, 6 mesi per i dipendenti pubblici.

Cumulo per la pensione di inabilità

La pensione d’inabilità [6] spetta all’assicurato Inps o al titolare dell’assegno di invalidità che, a causa di infermità o difetto fisico o mentale, si trovi nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa.

Per ottenere la pensione presso l’Assicurazione generale obbligatoria, le gestioni esclusive e sostitutive della stessa e la gestione Separata, oltre al requisito sanitario (che deve essere accertato dall’apposita commissione medica integrata:

non è sufficiente il riconoscimento del 100% di invalidità civile) sono necessari almeno 5 anni di contribuzione, di cui 3 accreditati nell’ultimo quinquennio.

La pensione d’inabilità può essere conseguita anche in regime di cumulo, se sussistono i requisiti di assicurazione e di contribuzione richiesti, nonché gli ulteriori requisiti richiesti nella gestione nella quale l’interessato è iscritto al momento del verificarsi dello stato inabilitante.

Cumulo per la pensione ai superstiti

È possibile conseguire il diritto alla pensione indiretta ai superstiti anche in regime di cumulo: è necessario soddisfare i requisiti di assicurazione e di contribuzione, assieme alle ulteriori condizioni richieste nella gestione di previdenza nella quale il lavoratore era iscritto al momento della morte.

Ai fini del perfezionamento dei requisiti si tiene conto della somma dei versamenti e periodi di assicurazione non coincidenti presso le singole gestioni d’iscrizione del lavoratore dante causa. La possibilità di sommare i contributi è indipendente dalla circostanza che le gestioni previdenziali coinvolte nel cumulo, diverse da quella competente ad accertare il diritto alla pensione, riconoscano la qualifica di familiare superstite.

Come si calcola la pensione in regime di

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cumulo

Qualora la pensione sia raggiunta attraverso il cumulo, ogni gestione calcola la quota di propria competenza, in base all’anzianità contributiva dell’interessato o all’adesione ad eventuali opzioni.

Nello specifico, per quanto riguarda le gestioni Inps si applica:

il calcolo retributivo della pensione sino al 31 dicembre 2011, se il lavoratore possiede almeno 18 anni di contributi accreditati complessivamente, ma senza considerare i versamenti presso le casse professionali, alla data del 31 dicembre 1995;

per chi possiede meno di 18 anni al 31 dicembre 1995, il calcolo retributivo si applica invece sino a tale data, e non sino al 31 dicembre 2011: in questi casi si parla di calcolo misto della pensione;

il calcolo contributivo, relativamente ai periodi residui, o integralmente in caso di lavoratori iscritti all’Inps privi di contributi al 31 dicembre 1995, o aderenti ad un’opzione per il ricalcolo contributivo.

Per quanto riguarda le casse professionali, si applica il sistema di calcolo previsto dal regolamento di previdenza del singolo ente; la cassa può applicare, in specifiche ipotesi, la rideterminazione dell’assegno in base al sistema di calcolo integralmente contributivo.

Note

[1] Art. 1, co. 239 e ss., L. 228/2012. [2] Art. 14 DL 4/2019. [3] Art.24, Co. 10, DL 201/2011. [4] D.lgs. 184/1997. [5] Art.24, Co. 6, DL 201/2011. [6] Art. 2 L.

222/1984; Art. 2 Co. 12 L. 335/1995.

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