TERRA SANTA
I N T A S C A
Elena Bolognesi
© 2019 Fondazione Terra Santa – Milano Edizioni Terra Santa – Milano
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I S R A E L E e PA L E S T I N A
Elena Bolognesi
TERRA SANTA
I N T A S C A
Nessuna parte di questo libro
può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo senza autorizzazione scritta dell’editore.
Progetto grafico Elisabetta Ostini
Proprietà letteraria riservata Fondazione Terra Santa – Milano
Finito di stampare nel maggio 2019 da Cpz S.p.A., Costa di Mezzate (BG)
per conto di Fondazione Terra Santa ISBN 978-88-6240-637-6
Sommario
Introduzione 9 Cronologia 13 Neolitico (prima del 4500 a.C.) 13 Età del rame (calcolitico) (4500-3000 a.C.) 13 Età del bronzo (3000-1200 a.C.) 13
Età del ferro (1200-600 a.C.) 13
Epoca persiana (circa 600-300 a.C.) 14 Epoca ellenistica (ultimi 300 anni a.C.) 15 Epoca romana (fino al 300 d.C.) 15 Epoca bizantina (circa 300-600 d.C.) 16 (Primo) periodo arabo (600-1100) 17 Epoca delle crociate (1100-1250) 18
Epoca mamelucca (1250-1500) 19
Epoca turco-ottomana (1500-1918) 20 La nuova conformazione regionale (dal 1920) 22 NEGHEV
Le città nabatee 31 Shivta 31 Avdat 32 Nitzana 34 Mamshit 35 Elusa 36 Ruheibe 36 Il deserto di Sin 37
Sde Boqer 37
Il Nahal Sin (Zin) 38
Ein Avdat 40
Makhtesh Ramon 41
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TERRA SANTA IN TASCA
MAR MORTO
Masada 49
La visita 52
Ein Ghedi 59
Flora e fauna 61
Qumran 63 Comunità religiosa o laboratorio di ceramica? 66 Gerico 67 Un’oasi nelle profondità della terra 67
La fonte di Eliseo 69
La Gerico erodiana (Tulul Abu el-Alaiq) 69
Il Monte delle Tentazioni 71
Il palazzo di Hisham 72
Qasr al-Yahud 75 GERUSALEMME
Uno sguardo d’insieme 81
Le mura e le porte 88
La porta aurea 95
La Cittadella 96
Gerusalemme ebraica 103 Il Muro Occidentale (ha-Kotel ha-ma‘aravì) 103
Il Monte del Tempio 104
Il Davidson Center 108
Il quartiere ebraico 109
Gerusalemme cristiana 115
Il Sion cristiano 115
Il Cenacolo 116
La chiesa della dormizione di Maria 120
San Pietro in Gallicantu 120
Il monte degli Ulivi 122
La chiesa di Sant’Anna e la piscina probatica 136
La via crucis 142
La basilica del Santo Sepolcro 144 Gerusalemme musulmana 153 Gerusalemme e l’Islam nella storia 154
La Spianata delle moschee 158
Nei dintorni di Gerusalemme 159 Betania 159
Ain Karim 160
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SOMMARIO
BETLEMME
Betlemme e dintorni 167
La grotta del latte 178
Il campo dei pastori (Beit Sahur) 178 Herodion 183 I cristiani in Terra Santa 187 La Chiesa cattolica in Terra Santa 187 Le altre Chiese di Terra Santa 192 GALILEA
Nazaret e dintorni 201
Nazaret 201
Monte Tabor 211
Sefforis 215
Bet Shean 218
Banias 222 Lago di Tiberiade 225 Tabgha 226
Monte delle Beatitudini 228
Cafarnao 228 Kursi 234 ALTRI LUOGHI
Haifa 239 Akko 245 Cesarea Marittima 247 Tel Aviv 253
La città moderna 254
Samaria 257 Giovanni Battista e la storia recente di Sebaste 260 MEDITAZIONI
Incarnazione e ministero pubblico 265
Nazaret: l’annunciazione 265
Betlemme: la nascita di Gesù 266
Campo dei Pastori: l’annuncio ai pastori 267
Il deserto 269
Cana: il segno dell’amore 270
La chiamata sulle rive del lago 272 Cafarnao: la giornata-tipo del ministero pubblico di Gesù 273
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TERRA SANTA IN TASCA
Il monte delle Beatitudini: il progetto di vita del cristiano 274 Tabgha: la moltiplicazione dei pani 276 Tabgha. Dopo la risurrezione: pesca miracolosa
e primato di Pietro 277
Monte Tabor: la trasfigurazione 278 L’ultimo viaggio verso Gerusalemme 281
La decisione di Gesù 281
L’invio in missione 282
Gerico: l’incontro con Zaccheo 283 Dominus flevit: il pianto su Gerusalemme 284
Padre Nostro 285
La piscina di Siloe: la guarigione del cielo nato 286 Passione, morte e risurrezione 289
Monte degli Ulivi, Betfage e Betania:
l’ingresso di Gesù a Gerusalemme 289
Il Tempio 290
Il Cenacolo: l’istituzione dell’eucaristia e la lavanda dei piedi 291 L’agonia di Gesù nel podere chiamato Getsemani 292 San Pietro in Gallicantu. Il rinnegamento del discepolo 294 Gerusalemme: la via dolorosa e la crocifissione 295 Santo Sepolcro: morte e risurrezione di Gesù 296 Ascensione 299
BIBLIOGRAFIA 301
Opere generali 301
Neghev 302
Mar Morto 302
Gerusalemme 303
Betlemme 303
Galilea 303
Altri luoghi 304
CREDITI FOTOGRAFICI 305 ORARI 307
Orari autobus 307
Orari di apertura dei siti 312
Introduzione
B
asta un solo viaggio in Terra Santa per rendersi conto che in una tasca proprio non ci può e non ci vuole stare.Non si accontenta di essere uno di quegli oggetti che distrat- tamente ci ritroviamo nelle tasche e che, altrettanto distrat- tamente svuotiamo: da qualsiasi parte la guardiamo, la Ter- ra Santa è “ingombrante”. Forse non c’è luogo al mondo nel quale, così tanto e così a lungo, gli opposti si siano incontrati e scontrati. Qui il cielo ha toccato la terra, qui eserciti di ogni colore hanno bramato la conquista, per poi pagarne un alto prezzo. Terra di partenze e di ritorni, di cammini eternamente in salita, di preghiere e di violenze, di aperture al futuro e di ripiegamenti su umanità ferite. La Terra Santa è tutto questo e molto, molto di più.
E, dunque, come relegarla in una tasca? La tasca evoca certa- mente il formato di questa guida e il tentativo di renderla utile e pratica nell’essenzialità delle informazioni e nel frequente ri- corso alle piantine dei siti. Ma la tasca dice anche una pretesa di certo più ambiziosa. Qualcuno ha definito la Bibbia una “patria portatile”1, che trasforma ogni lettore in un pellegrino incam- minato verso Gerusalemme, là dove – secondo la profezia di
1 Cfr. Jean-Pierre Sonnet, Il canto del viaggio, Qiqajon, Magnano 2009, p. 12.
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TERRA SANTA IN TASCA
Isaia 2,2 – sono attese tutte le genti alla fine dei tempi, là dove tutti siamo nati, come si esprime il famoso salmo 87.
La Terra Santa entra così nelle tasche di ogni viaggiatore e pellegrino, con l’ambizione di essere in tanti e sorprendenti modi una patria a cui fare prima o poi ritorno, anche solo con il pensiero e con l’affetto. Una patria da amare nonostante tutte le sue imperfezioni. Una patria da scoprire continuamente, anche dopo viaggi e permanenze senza numero.
La struttura della guida è molto semplice. Il percorso proposto parte idealmente da sud, dal deserto del Neghev, esperienza di primordiale spazio e solitudine, di cammino attraverso le aspe- rità della vita, nelle cui desolazioni si nasconde sempre un pozzo d’acqua sorgiva. Si risale poi costeggiando il Mar Morto fino a Gerusalemme e Betlemme (qui si apre una lunga finestra sulla presenza cristiana in queste terre). Infine, la Galilea e una sele- zione di altri siti di particolare interesse. In appendice al volume, una sezione dedicata a brevi meditazioni evangeliche che accom- pagnano la vita di Gesù seguendone a grandi linee la cronologia.
In ogni sezione si aprono finestre che rimandano ad approfon- dimenti di ordine biblico, storico, artistico, letterario o legati a temi di attualità. Vuole essere un modo per dare ragione di una inesauribile complessità.
L’unico apparato introduttivo è una cronologia, versione ri- dotta di quella pubblicata da Geiger-Fürst; altri approfondimen- ti sono inseriti direttamente nelle sezioni.
Alla guida è allegata una cartina che aiuta il lettore a col- locare i vari luoghi, con l’aggiunta di qualche informazione di carattere biblico o storico.
Questa guida nasce nell’ambito della Custodia di Terra San- ta: ai frati che da secoli amano e indagano queste terre si deve, infatti, una parte irrinunciabile del patrimonio di informazioni
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INTRODUZIONE
cui possiamo attingere per meglio conoscerne la storia, l’arche- ologia e la spiritualità. Vorrei ricordare tre di loro che, più o meno consapevolmente, hanno contribuito a questa guida: fra Pietro Kaswalder, che tanto si è occupato della geografia del- la Terra Santa e ora, ne sono certa, ci sta preparando accurati resoconti della geografia del Cielo in attesa del definitivo incon- tro; fra Gregor Geiger, autore della Guida ufficiale della Custo- dia (Terra Santa. Guida francescana per pellegrini e viaggiatori, Edizioni Terra Santa, Milano 20182), alla cui completezza e precisione ho continuamente attinto; fra Eugenio Alliata, al cui instancabile lavoro ogni ricerca o approfondimento prima o poi approda.
Un ringraziamento alle grafiche, che hanno dato forma e co- lore alle parole: Elisabetta Ostini, ideatrice del progetto, e Paola Lanza, per la cura dei particolari.
Un ricordo doveroso e riconoscente a chi mi ha fatto incontra- re e amare i tanti volti di questa terra: primo fra tutti il cardinale Carlo Maria Martini, ma anche padre Francesco Rossi de Ga- speris, Charlie Abu Saada e le comunità cristiane di Betlemme, le fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù, suor Lucia Corradin del Caritas Baby Hospital.
E un grazie speciale a tutti coloro che hanno percorso con me la Terra Santa in questi anni: le loro inesauribili domande han- no aperto tante nuove strade.
Questa guida è dedicata ai miei genitori, nella Gerusalemme del Cielo, alla mia comunità e a tutti coloro che non si stancano mai di camminare.
Elena Bolognesi aprile 2019
GERUSALEMME
GERUSALEMME
La Terra Santa vista dalla cima del Nebo
Uno sguardo d’insieme
G
erusalemme sta sulla cima dello spartiacque tra le boscose colline della Giudea e la fertile pianura della Shefela verso ovest e l’arida regione del deserto di Giuda verso est. Posta a 800 metri sul livello del mare, quasi a metà strada tra Tel Aviv, sulla costa mediterranea, e il Mar Morto, il viaggiatore comprende su- bito perché il pellegrinaggio verso la Città santa è stato interpre- tato fin dall’antichità come una “salita”. I salmi che nella Bibbia accompagnavano il pellegrinaggio (dal salmo 120 al salmo 134) presero il nome di “canti delle salite” (o dei gradini, con rife- rimento forse agli ultimi 15 gradini che introducevano all’area del Tempio di Gerusalemme) e con “alyiah”, salita, è chiamato il ritorno degli ebrei alla terra dei Padri in epoca moderna. Ma se la strada da ovest, dal Mar Mediterraneo, sale progressiva- mente verso Gerusalemme, attraversando un paesaggio dolce e riposante, da est, dal Mar Morto, sale rapidamente superando un dislivello di 1200 metri di arido deserto nel breve spazio di circa 40 km. E forse il fascino di questa città, santa e contesa fin dalla sua fondazione, sta anche in una forza evocativa che non proviene dalla sua bellezza naturale ma dalla misteriosa sintesi degli opposti, anche paesaggistici.Di certo i primi insediamenti umani a Gerusalemme non ave- vano un carattere metafisico ma erano legati all’unica vera e irri- nunciabile ricchezza che queste colline potevano offrire: l’acqua.
TERRA SANTA IN TASCA
82 Questo spiega il mo- tivo per cui i primi abitanti di Gerusa- lemme scelsero una collina di piccole di- mensioni e relativa- mente bassa per stan- ziarsi: in quella che verrà poi identificata come “città di Davi- de” o città bassa, e che costituisce la pro- paggine meridionale della città, c’era la sorgente di Ghihon, l’unica risorsa idrica perenne della zona.
In più questa collina offriva ottime possi- bilità di difesa natu- rale, essendo circon- data da valli: quella del Cedron (o di Gio- safat) a est, quella del Tyropeion (antica pa- rola greca che signi- fica “produttori di formaggio”) a ovest, e quella della Geen- na a sud.
Gerusalemme risulta essere stata abitata dal III millennio a.C., mentre dal Medio Bronzo (circa 1800 a.C.) fu dotata di
L’acqua della sorgente del Ghihon risale in superficie nella valle del Cedron ma ha la sua origine a nord della Città Vecchia.
Il suo carattere “intermittente” è dato dal percorso che compie sottoterra, attraver- so un sistema di grotte carsiche. Sono due i sistemi idrici identificabili e che avevano lo scopo di collegare la città, arroccata sulla collina, alla sorgente che invece sgorgava a valle, fuori delle mura. Il primo, opera dei cananei nel XVIII secolo a.C., era composto da un ripido tunnel, un tunnel orizzontale, un canale verticale alto 14 metri e un tunnel di sbocco. Prende il nome dal suo scopri- tore, l’inglese Charles Warren. Più tardi, nell’VIII secolo a.C., Ezechia, re di Giuda, vedendo prossimo un attacco da parte de- gli assiri, che avevano già sconfitto il regno di Israele, fece coprire e fortificare la sor- gente e scavare un tunnel lungo 533 metri per non far mancare alla città il necessario apporto idrico anche in caso di assedio. Il tunnel è oggi percorribile (ma sconsigliato a chi soffre di claustrofobia), munendosi di torcia e di scarpe adatte a camminare nell’acqua. Percorrendolo in fila indiana (la larghezza non permette nulla di più) si può apprezzare lo straordinario ingegno uma- no. I più fortunati potranno sperimentare l’effetto “sifone”: il livello dell’acqua si alza d’improvviso a motivo dell’intermittenza della sorgente. C’è chi sostiene che il nome della sorgente derivi dall’ebraico ghiach, zampillante.
A ACQUE ZAMPILLANTI A ACQUE ZAMPILLANTI
GERUSALEMME| Uno sguardo d’insieme fortificazioni e di un sofisticato sistema idrico. Nell’epoca del 83 Bronzo i cananei abitavano la regione, pur non avendo mai assunto una conformazione statale, mentre – a detta della Bibbia – quando gli israeliti vi giunsero dopo l’esodo e i 40 anni nel deserto (1200 a.C.) trovarono che ad abitare la collina meridionale erano i gebusei. E questi difesero strenuamente la loro roccaforte, al punto che solo il re Davide (1000 a.C.) riuscì a espugnarla e a stabilirvi la capitale del suo regno (2Samuele 5,6-13).
Una capitale non solo politica ma anche re- ligiosa, dal momento che Davide trasportò qui l’Arca della Testimonianza ed eresse un altare, facendone così anche il baricentro del vero culto al Dio unico.
Davide fortificò la città ma fu poi soprat- tutto suo figlio, il re Salomone, ad allargare i confini della città e, soprattutto, a costrui- re il Primo Tempio, di cui troviamo un’am- pia e suggestiva descrizione nella Bibbia, ai capitoli 6-8 del Primo libro dei Re. Sa- lomone scelse la collina immediatamente a nord della Città di Davide, che la tradizione identifica con il monte Moria, il monte sul quale Dio chiese ad Abramo di offrirgli in olocausto il figlio Isacco (Ismaele secondo la tradizione islamica). Il re costruì sulla stessa collina anche il suo palazzo.
La roccia del sacrificio – un affioramento naturale del banco roccioso – che potrebbe essere stata a fondamento del Primo Tempio oggi è inglobata nel santuario islamico della Cupola della Roccia, che domina lo skyiline della città.
Re Davide, scultura di Andrea Pisano, Museo dell’Opera del Duomo, Firenze
TERRA SANTA IN TASCA
84 Dalla seconda metà dell’VIII secolo a.C. la Città di Davide cominciò a essere troppo piccola per accogliere la crescente po- polazione e cominciò a svilupparsi verso ovest, oltre la valle del Tyropeion; la valle del Cedron, infatti, che separa la città dal monte degli Ulivi verso est, rappresentava un ostacolo troppo difficile da superare, al punto che il monte degli Ulivi non fu mai inglobato nelle mura della città, neppure in periodi succes- sivi; servì invece ben presto (e fino ad oggi) come necropoli.
La collina occidentale, identificata anche come “città alta”, risul- tava essere la soluzione più semplice ed efficace, data la maggiore ampiezza e altezza rispetto alla Città di Davide ed era circondata da valli su tre dei suoi quattro lati: la valle del Tyropeion a est, la valle della Geenna (o valle di Ben-Hinnom) a sud e a ovest. Le tre val- li – Cedron, Tyropeion e Geenna – si riunisco- no a sud della Città di Davide in un’unica val- le che mantiene il nome del Cedron e che scen- de attraverso il Deserto di Giuda fino al Mar Morto.
Solo la parte setten- trionale della città non era protetta da valli naturali e finì per rap- presentare, nel corso dei secoli, il punto più vulnerabile in caso di attacco, ampiamente sfruttato dagli eserciti
I POLI ESTREMI Sono in noi, invalicabili nella veglia,
nel sonno oltrepassiamo, sino alla porta della misericordia,
io perdo te a te, questo è il mio conforto di neve, di’ che Gerusalemme è, dillo, come se fossi io questo tuo bianco,
come fossi tu il mio,
come potessimo essere noi senza di noi, io ti sfoglio per sempre,
tu con preghiere, tu con giacere ci liberi.
Paul Celan UN POETA A GERUSALEMME UN POETA A GERUSALEMME
GERUSALEMME| Uno sguardo d’insieme 85
Pianta di Gerusalemme. Possibile tracciato delle mura
che conquistarono la città. I romani, che assediarono Gerusa- lemme nel 70 d.C. e ne distrussero il Tempio, attaccarono da nord nonostante questo lato fosse protetto da una triplice cinta muraria, come racconta lo storico Giuseppe Flavio.
Quartiere
armeno
Quartiere ebraico
Quartiere musulmano
Quartiere
cristiano
via Dolorosa
Muro Occidentale (Kotel)
Cenacolo Tomba di Davide
Porta del Letame Città di Davide
Piscina di Siloe Porta
di Damasco
Basilica del Santo Sepolcro
Arco Ecce Homo Santuario della Condanna
Santuario della Flagellazione
Cappella del Calvario
fortezza Antonia
Cittadella (Palazzo di Erode)
Cattedrale di San Giacomo
Moschea di Omar
Chiesa di Sant’Anna
Moschea al-Aqsa Cupola della Roccia
Porta d’Or o Porta di S. Stef
ano o dei Leoni
Porta di Sion
Porta di Giaffa
Porta Nuo va
Porta di Erode
San Pietro in Gallicantu
Monte Sion 86
La pianta attuale della Città Vecchia, con i quattro quartieri:
cristiano, musulmano, ebraico, armeno
GERUSALEMME| Uno sguardo d’insieme 87
Come detto, il monte degli Ulivi, a est del Cedron, non offri- va le condizioni ottimali per l’espansione della città, ma questo non diminuì la sua importanza. Insieme alle altre due cime – monte Scopus a nord, oggi sede della Università ebraica, e monte dello Scandalo a sud, così chiamato in ricordo delle al- ture pagane che il re Salomone aveva fatto costruire sul lato orientale della valle – il monte degli Ulivi chiude lo sguardo verso Oriente.
Il primo mistero legato alla città di Gerusalemme è inscritto nel suo stesso nome, a partire dall’antica etimologia, assai discussa.
Il nome Yeru-Salem viene perlopiù interpretato dagli storici come “fon- dazione del [dio] Salem”, divinità pre-israelitica. Non è da escludere che il sacerdozio di «Melchisedek re di Salem» (Genesi 14,18) avesse a che fare con Yeru-Salem. In epoca egiziana, nella fase documentata dagli archivi di Tell el-Amarna (XIV secolo a.C.), Gerusalemme risulta tra i più fedeli sudditi dei faraoni.
Il Midrash al libro della Genesi (Bereshit Rabbah 56,10) spiega che Dio – avendo saputo che Abramo chiamò il luogo in cui doveva sacrificare Isacco «Il Signore vede (yir’eh)» (Genesi 22,14), e che Sem (Melchisedek) gli diede prima il nome Shalem (Genesi 14,18) – non volendo far torto a nessuno, unì insieme i due nomi: Yir’eh-shalem = visione di pace. Questa interpretazione fu accolta da Origene e Girolamo, e tramite loro diven- ne in seguito molto popolare nell’ambito cristiano (visio pacis).
La tradizione rabbinica riporta diversi “cataloghi” di nomi che si rife- riscono a Gerusalemme, alle sue qualità positive ma anche alle sue in- fedeltà. In alcuni elenchi i nomi risultano «settanta», cifra simbolo di pienezza e perfezione.
In ebraico, alla fine, ha prevalso la forma Yerushalayim, con la desinen- za del “duale”, che apre un ulteriore orizzonte interpretativo a questa straordinaria città. A noi piace pensare, tra le tante possibili letture, che questa dualità evochi il punto di contatto tra il cielo e la terra, tra la Gerusalemme terrena, lacerata dagli uomini e quella del cielo, pronta ad accogliere tutte le nazioni senza distinzione, come annuncia il pro- feta Isaia (2,1-5).
Gli arabi la chiamano al-Quds, la santa, superata in sacralità soltanto da Mecca e Medina.
A IL MISTERO DEL NOME A IL MISTERO DEL NOME
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Le mura e le porte
La Città Vecchia copre un’area di circa 1 km2 e il perimetro delle mura risale al periodo turco ottomano di Solimano il Ma- gnifico (XVI secolo d.C.). Nel tempo, i confini di Gerusalemme hanno subito molte trasformazioni, per motivi demografici o strategici, e anche le mura sono state di volta in volta adattate, includendo o escludendo anche aree importanti, come la Città di Davide e il monte Sion. Non si tratta semplicemente di mura rinnovate in sostituzione delle precedenti, ma di interventi diver- sificati, legati alle contingenze del momento. Per questo, molti ar- cheologi si sono avventurati nello studio dello sviluppo delle mura
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cittadine, con esiti non sempre coincidenti. In più, l’altissima densità di edifici rende pres- soché impossibile effettuare sistematici scavi archeologici.
Al primo periodo dei re ri- salgono le mura che include- vano il Monte del Tempio e la collina a nord-ovest della Cit- tà di Davide. Si parla poi di un secondo muro (o muro largo,
Una vecchia sentenza del Talmud Babilonese recita: «Quando Dio creò il mondo di dieci misure di bellezza, nove le diede a Gerusa- lemme e una al resto del mondo;
di dieci misure di saggezza, nove le diede a Gerusalemme e una al resto del mondo; di dieci misure di dolore, nove le diede a Gerusa- lemme e una al resto del mondo»
(Kiddushin 49,2).
A BELLEZZA E DOLORE A BELLEZZA E DOLORE