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LA CONTRADA DI DORA GROSSA

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Academic year: 2022

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« P e r chi entra in via Dora Grossa dalla piazza Castello con t e m p o sereno, la vista è p i ù at- t r a t t a dalla cortina bianca delle Alpi che c h i u d e la via a p o n e n t e , che non dalla sequenza delle fac- ciate delle case che stagliano un lunghissimo rettangolo di cielo fra le due file di case u n i f o r m i , su cui 10 sguardo scivola dal cornicione al m a r c i a p i e d e , senza trovar nulla che l'arresti, allineate come lo erano i vecchi reggimenti piemon- tesi, con regolarità che a grado grado fa forza al gusto e soggioga la fantasia... a poco a poco a n c h e il forestiero p r e n d e a m o r e a que- st'uniformità che lascia la m e n t e libera, a questa specie di dignità edilizia.

Non c ' è infatti il palazzo vistoso del gran signore che schiaccia gli edifici circostanti e da l ' i m m a g i n e d ' u n a vita splendida e s u p e r b a .

L'A., sulla scorta di documenti dell'Archivio Comunale di Torino, traccia brevemente la storia di Via Garibaldi, già Contrada di Dora Grossa e con una interessante serie di disegni ne illustra la sobria linea architettonica.

L ' A r c h i t e t t u r a è democratica e uguagliatrice. Le case possono chiamarsi fra loro " Cittadina " e darsi del t u .

La divisione delle classi sociali e strati sottoposti dal p i a n o nobile ai tetti toglie a questa via come alle altre della maggior p a r t e cen- trale della città quelle opposizioni visibili di magnificenza e di mi- seria, che accendono n e l l ' i m m a g i - nazione il desiderio inquieto e tri- ste delle grandi ricchezze... ».

Così descriveva il De Amicis nel 1884 la via Dora Grossa.

E p p u r e chi si a t t a r d a ad esami- n a r e a t t e n t a m e n t e le facciate ed i particolari decorativi è a t t r a t t o dalle linee armoniose dell'insieme, dai ferri b a t t u t i bellissimi delle roste e dei balconi, e prova il de- siderio di gustare meglio e p i ù da vicino i particolari delle sagome e il ricamo dei ferri b a t t u t i , cer- cando di indovinare i segni delle facciate del p i a n o t e r r e n o , che sono scomparse sotto le insegne vistose dei negozi m o d e r n i . L ' i n t e r n o lo attrae m e n o , gli atrii i m p o r t a n t i

sono p o c h i , i p i ù sono modesti e t a l u n i a n c h e poco accoglienti.

L ' a r c h i t e t t u r a è segnata da po- che e forti sagome, sovente solo da fascie, ma di sentita sporgenza, ri- cavata di getto con l'intonaco sulla imbastitura di pochi rilievi della m u r a t u r a o r d i n a r i a , con lavoro di spatola e cazzuolino a l t e r n a t o e finito talvolta a colpi di pollice

« con arte e abilità (dice il Fer- rante) di cui si sono p e r d u t i e gli allievi e i maestri ».

Le t i n t e variano dal grigio al giallo, dal calcare c u p o all'oro p a l l i d o , sono miste a sfumature e a mezze t i n t e , i n n u m e r e v o l i , dal verdognolo al grigio, che si per- dono in u n a tinta generale gialla- stra u n p o ' sbiadita.

Tale la via realizzata duecento a n n i or sono, a m p l i a n d o , sotto i segni della regalità recente del P i e m o n t e , la via Major, il Decu- m a n o , la via p i ù lunga e impor- t a n t e della p r i m i t i v a Colonia J u l i a .

* * *

Da un secolo era stata am- pliata la piazza Castello e a p e r t a

Fig. 1. - Contrada di Dora Grossa (ora V. Garibaldi): rettilineamento della via sancito con regio Editto di Carlo Emanuele III del 27 giugno 1736. - I Storico Comunale di Torino. - I numeri civici

Fig. 2. - Visione aerea della zona di V. Garibaldi in Torino.

la via Nuova sul fondale del pa- lazzo ancora Ducale, e da dieci lu- stri era stata creata la via di Po avente p e r sfondo la facciata prin- cipale a levante del Castello, q u a n d o il J u v a r a con arte somma creava a p o n e n t e di esso la nuova facciata che lo completava e lo t r a - sformava in Palazzo che prese il n o m e di M a d a m a Reale (fig. 3).

La via Dora Grossa, stretta e tortuosa, non costituiva certo p r o - spettiva degna di tale sfondo p e r chi riguardasse dalla loggia del nuovo scalone.

Fig. 3. - Piazza Castello: il Palazzo Madama.

tracciato dell'antica Contrada di Dora Grossa con la denominazione delle isole esistenti, è conseguente ai rilievi eseguiti nel 1739, conservati nell'Archivio segnano gli edifici oggetto dei rilievi.

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Fig. 4. - Facciata della casa di V. Garibaldi n. 25 (ora Sede dell'Acquedotto Municipale).

Anche l ' a m p l i a m e n t o della città sul lato di p o n e n t e , disposto su p i a n i dello stesso J u v a r a ed i nuovi palazzi che e r a n o sorti all'estre- m i t à opposta della via, richiede- vano che la via p i ù commerciale di T o r i n o assumesse maggiore am-

piezza, affinchè gli accresciuti traf- fici potessero avere libero sfogo verso la strada di F r a n c i a che da essa si p r o t e n d e v a e verso la strada d ' I t a l i a che si innestava a m e t à della via Dora Grossa.

Via Nuova, Via di Po e C o n t r a d a

Fig. 5. - Tipo degli edifici medioevali demoliti per l'allargamento della contrada di Dora Gros

Dora Grossa: tre t a p p e del Pie- m o n t e verso la sua ascesa, t r e t a p p e di T o r i n o p r i m a verso e poi oltre la regalità. T u t t e e t r e conver- genti in rettilineo al Centro di Co-

Fig. 6. - Torre del Comune riedificata sulle rovine della torre medioevale all'angolo delle contrade S. Francesco e Dora Grossa, comple- tata nel 1666 in occasione della nascita di Vittorio Amedeo II.

Secondo ricerche recenti risulta progettista della torre l'Architetto Francesco Lanfranchi (vedi disegno per il finimento firmato e datato 1656 - Archivio Comunale 11611 - Cart. 3 - n. 15/B).

La torre venne poi demolita per- decreto del Governo provvisorio datato l0 marzo 1801.

La nuova torre, iniziata nel 1786 all'angolo della contrada delle Patte su progetto del- l'Arch. Filippo Castelli, non venne ultimata.

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - ANNO 7 - N. 4 - APRILE 1953

m a n d o dello Stato e t u t t e e t r e te- stimonianti del desiderio di un r i n n o v a m e n t o edilizio ed estetico della Città Capitale e del suo ascen- dere di potenza, del desiderio di migliorare le comunicazioni ed i commerci verso la Savoia, la F r a n - cia e t u t t e le a l t r e c o n t r a d e d ' I t a - lia, che p i ù t a r d i avrebbero tro- vato nel piccolo P i e m o n t e la leva necessaria p e r vincere con la po- tenza dell'entusiasmo patriottico la resistenza di alcuni t r o n i tar- lati e di quello ben p i ù solido della Casa d ' A s b u r g o .

Il D e c u m a n o 20 secoli or sono era provvisto di selciato ad opera incerta e di canali sotterranei che esistevano anche nelle p r i n c i p a l i vie trasversali, c o n d u t t u r e che ser- vivano p e r « sgombrare le sozzure delle case n o n c h é le a c q u e piovane, in m o d o che i pozzi di a c q u a viva non ne risultassero i n q u i n a t i ». Ma tali c o n d u t t u r e , sin dal 1583, e r a n o in p a r t e franate, in p a r t e ostruite dal fango e dai rifiuti e n o n ser- vivano p i ù allo scopo; così che p e r ragioni di sanità p u b b l i c a fu ordi- nato in tale a n n o il loro totale an- n u l l a m e n t o e il r i e m p i m e n t o con terra dei t r a t t i a n c o r a efficienti e la pulizia della strada fu affidata a d u n corpo d ' a c q u a p e r m a n e n t e deviato dalla Dora R i p a r i a , che scorreva al centro della strada e che fu c h i a m a t a in dialetto « döira grösa ».

Il traffico dei c a r r i , dei cavalieri e dei p e d o n i c h e p e r c o r r e v a n o la via n o n era certo favorito dalla presenza di tale filo d ' a c q u a ; ba- sti p e n s a r e che la via aveva la lar- ghezza totale di 4 a 5 m e t r i (fig.

17) e che p e r il suo a n d a m e n t o al- q u a n t o irregolare, b e n c h è nel com- plesso rettilineo, b e n scarse resta- vano ai lati della « doira » le zone transitabili. E inconvenienti di varia n a t u r a dovevano essercene se il Magistrato S o p r a i n t e n d e n t e alle strade della Città (Luigi Pizzami- glio), nel 1605 emanava u n a « g r i d a

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - ANNO 7 - N. 4 - APRILE 1953 Fig. 7. - Facciata della casa di V. Garibaldi n. 28. costruita su progetto dell'Arch. Giacomo

Planteri (ricostruzione del piano terreno da documenti dell'Archivio Storico Comunale).

Fig. 8. - Facciata della casa di V. Garibaldi n. 42, costruita nel 1928 su progetto dell'Archi- tetto Balladore di Rossana.

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Fig. 9. - Facciata della Chiesa dei SS. Martiri (V. Garibaldi angolo V. Boterò) la cui costruzione venne iniziata nel 1577 su progetto dell'Ardi. Pellegrino Tibaldi (le sette statue dorate sono del Borelli).

Fig. 10. - Facciata della Chiesa della SS. Trinità (già Basilica di S. Agnese) in V. Garibaldi ang. V. XX Settembre, costruita nel 1830

su progetto dell'Architetto Angelo Marchiili.

da richiamarsi ogni a n n o », nella quale tra l'altro era d e t t o : « sic- come il gran n u m e r o di carri i quali e n t r a n o in questa Città sono causa in p a r t e che le strade p r i n - cipali, e p i ù di t u t t e la c o n t r a d a Dora Grossa, siano m a l nette e in- comode a transitarsi, così si ordina a c h i u n q u e transiti di a i u t a r e a nettarle e in specie alli bovari sia di questa Città che forestieri ».

Esistevano allora sulla fronte della via Dora Grossa case medioe- vali rifatte sugli stessi incerti alli- n e a m e n t i del D e c u m a n o r o m a n o , in p a r t e di b u o n a fattura, talvolta con portici (fig. 5), simili a quelle di cui esistono ancora esempi im- p o r t a n t i in varie cittadine P i e m o n -

tesi. Esisteva la t o r r e del C o m u n e (fig. 6) che era situata, come è n o t o , all'angolo della via San Francesco d'Assisi, completata sin dal 1350 con u n a c a m p a n a ed un Orologio Civico. Già abbellivano la via Dora Grossa le facciate delle Chiese di San Dalmazzo (fig. 19), della T r i n i t à (fig. 10), dei SS. Mar- tiri (fig. 9), disposte su piazzette a r r e t r a t e rispetto al filo della via Dora Grossa, così che q u a n d o fu deciso l ' a m p l i a m e n t o della via questo n o n fu di pregiudizio alla loro conservazione.

* * *

L ' a m p l i a m e n t o delle fortifica- zioni verso nord-ovest lasciò libero

t r a l'antica cerchia delle m u r a e le nuove un vasto spazio, c h e du- r a n t e l'assedio del 1706 servì da Piazza d ' A r m i e subito d o p o con- sentì l'espansione edilizia della Città in t a l e direzione. Il p i a n o at- t r i b u i t o a l J u v a r a c o m p r e n d e v a ben 18 nuovi isolati, delimitati da vie di larghezza variabile da m. 10 a 11 e da u n a piazza q u a d r a t a , quella di P o r t a Susina p o i deno- m i n a t a P a e s a n a , t u t t ' o r a esistente.

Tale p i a n o prevedeva p e r i nuovi isolati della via Dora Grossa la larghezza di 11 m e t r i e in tal m o d o si d e t e r m i n ò anche la m i s u r a del successivo a l l a r g a m e n t o di questa via p e r il p r i m o t r a t t o . I n t a n t o sul nuovo a l l i n e a m e n t o J u v a r i a n o il

Fig. 11. - Facciata della casa di V. Garibaldi n. 10, tra le Vie Porta Palatina e Conte Verde.

(Ricostruzione della facciata del piano terreno da documenti dell'Archivio Storico Comunale - mancando qualsiasi traccia originale fuorchè per la parte superiore del portone destro).

Fig. 12. - Casa d'angolo Piazza Castello e Via Garibaldi.

Conte Baldassarre di Saluzzo e Paesana dava inizio nel 1715 a q u e l grandioso palazzo progettato dal P l a n t e r i che doveva poi essere sede di feste così sfarzose da e m u l a r e il fasto della Corte Reale e suscitarne l'invidia (fig. 21). La fronte su t r e vie e sulla piazza, il portico a log- giato e l'atrio i m p o n e n t e sono an- cora oggi degni di a m m i r a z i o n e .

Sullo stesso lato della via Dora Grossa subito dopo il Palazzo P a e - sana veniva costruito t r a la via delle Scuole e quella del Deposito il Convento dei C a r m e l i t a n i e nel- l'angolo nord-est sorgeva nel 1732 la Chiesa del C a r m i n e su progetto del J u v a r a .

La costruzione di tali palazzi e la decisione di provvedere ad am- p l i a r e a 10 m e t r i la C o n t r a d a d ' I - talia (dalla via Dora Grossa alla piazza d ' I t a l i a , a m p l i a m e n t o ini- ziatosi nel 1729 ed a t t u a t o , in p a r t e , dallo stesso J u v a r a ) , creava il p r e s u p p o s t o e la necessità di un più comodo collegamento della via stessa con la piazza Castello a t t r a - verso la via Dora Grossa a l m e n o tra l ' a t t u a l e via Milano e la piazza del Castello, sullo sfondo del Pa- lazzo M a d a m a .

Il p i a n o relativo a l l ' a m p l i a m e n - t o , r e t t i l i n e a m e n t o e d abbelli- m e n t o della c o n t r a d a di Dora Grossa divenne così inevitabile e fu infatti a p p r o v a t o con il decreto del 27 giugno 1736, di Carlo E m a - nuele I I I .

Il Regio E d i t t o stabiliva, sin da allora si noti : « essere la suddetta contrada di Dora Grossa a m p l i a t a destinata p e r li negozianti e m e r - canti p i ù ragguardevoli, cioè di oro, d ' a r g e n t i , di seta, di p a n n o , di tela od altri di simili condizioni, siccome fu s e m p r e essa via rimi- rata come la p i ù p r o p r i a e vantag- giosa al loro traffico, il quale col lustro medesimo delle m e r c a t a n - zie ivi p u b b l i c a m e n t e esposte, ren- derà u n a tale contrada p i ù bella ».

« Le fabbriche di questa con- t r a d a dovranno essere disposte se-

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condo il t i p p o che sarà esposto p u b b l i c a m e n t e nell'Ufficio del Vi- cario della Città, d i c h i a r a n d o che eccettuatone l ' a l l i n e a m e n t o e la uguaglianza dell'altezza ivi p r e - scritti p o t r à ciascuno n e l rima- nente fabbricare a suo piacimen- to » ( l ' a m p i e z z a della via era pre- vista in m t . 11 e l'altezza in 5 piani compreso il t e r r e n o ) .

« La Corte non ritiene p e r ò che la Città sia in grado di a t t u a r e tale p i a n o a sue spese e similmente n o n ritiene di dover i m p o r r e tale obbligo ai p r o p r i e t a r i se questi non sono in grado di jjrovvedersi di u n a nuova casa a r r e t r a t a , p e r cui si dispone che chi n o n è in grado di f a b b r i c a r e , ha l'obbligo di vendere la p r o p r i a al giusto prezzo a chi si impegna di demo- lirla e ricostruirla (in g r a n d e , pos- sibilmente a fronte completa di un isolato) secondo i nuovi allinea- m e n t i , lasciando la facoltà a chi n o n vuole ricostruire di esporre alla grida del p u b b l i c o incauto la casa in vendita p e r o t t e n e r n e il massimo p r e z z o ; m e n t r e a chi ri- costruisce v e r r a n n o concessi spe- ciali privilegi (sotto forma di esen- zione t e m p o r a n e a dalle tasse) ».

I l t i p o ( p l a n i m e t r i a ) conservato t u t t ' o r a n e l l ' a r c h i v i o Comunale p o r t a la dicitura seguente:

« la lineazione della contrada detta di Dora Grossa è stata for- m a t a d ' o r d i n e di S. M. dal Signor Conte Cavalieri di Groscavallo ( A r c h i t e t t o pubblico) sovra il p r e - sente t i p p o e misura fatta dal Si- gnor Regio Agrimensore Ingegnere L a m p o e p e r l ' i d e n t i t à del sud- detto t i p p o ci siamo sottoscritti ad ogni foglio del medesimo assieme al detto Signor Conte di Grosca- vallo e al Segretario del nostro Ufficio ».

T o r i n o , 6-8-1736.

F i r m a t i :

Marchese d ' A n g e n n e s Vicario Cavalieri A r c h . P u b b l i c o L a m p o Antonio Maria

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - ANNO 7 - N. 4 - APRILE 1953 Fig. 13. - Facciata della casa di V. Garibaldi n. 46, tra Corso Valdocco e Piazza Statuto

(Arch. A. Marchiili, 1852). - La facciata dirimpetto è stata eseguita identica nel 1863 (prog.

Ing. G. Brocchi).

Fig. 14. - Palazzo Civico: facciata di V. Garibaldi n. 14 (la facciata del piano terra è ricostruita da documenti dell'Archivio Storico Comunale).

Fig. 15. - Facciata della casa di V. Garibaldi n. 13, fra le Vie S. Tommaso e Dei Mercanti (ricostruzione ideale della facciata del piano terra - mancando qualsiasi traccia originale).

Fig. 16. - Facciata della casa di V. Garibaldi n. 1 9 - 2 1 - 2 3 (le aperture a piano terreno sono desunte da particolari esistenti nell'Archivio Storico Comunale).

In tale t i p o originale allegato al decreto la via veniva a m p l i a t a al- l'incirca s i m m e t r i c a m e n t e rispetto all'asse p r e c e d e n t e , congiungen- dosi all'altezza della via Consolata con gli a l l i n e a m e n t i stabiliti dal p i a n o di a m p l i a m e n t o della Città, a t t r i b u i t o al J u v a r a e già a d o t t a t i , come si è d e t t o , p e r il palazzo P a e - sana e p e r il Convento dei Carme- litani.

L'asse della via, così a m p l i a t a , verso la piazza Castello non veniva però a c o r r i s p o n d e r e all'asse della facciata del Palazzo M a d a m a eretta dal J u v a r a nel 1718, ma era spo- stato di circa 3 m e t r i , e ciò n o n parve conveniente al C o m u n e che incaricò l ' A r c h i t e t t o P l a n t e r i di r i p r e n d e r e in esame il p i a n o onde ottenere (come si ottenne) c h e l'asse della via a m p l i a t a coinci- desse con l'asse del portico d'in- gresso del Palazzo M a d a m a , inva- riato restando il limite opposto se- gnato dal Palazzo del Conte di Sa- luzzo. Il decreto p r e c e d e n t e re- stava i m m u t a t o p e r q u a n t o h a tratto alle n o r m e , ma veniva a p - provata 1*11 maggio 1739 u n a va- r i a n t e a l p i a n o p l a n i m e t r i c o prece- dente sanzionando lo spostamento d'asse richiesto dalla Città.

Il « t i p o » definitivo esistente nell'archivio M u n i c i p a l e afferma :

« Il presente t i p p o contiene l'al- lineamento della contrada detta di Dora Grossa secondo la ricogni- zione in ultimo luogo fatta di or- dine di S. M. avanti l'III.mo C o m m . Marchese Faussone di Montaldo Vicario, dal Regio Con- delegato d e l l ' I l I . m o C o m m e n d a - t o r e , P r i m o Ingegnere di S. M.

Ignazio Bertola.

Con intervento degli infrascritti Signori quali t u t t i u n i t a m e n t e al Segretario del Vicario e della Re- gia Delegazione si sono a c a d u n o dei fogli del presente tippo sotto- scritti ».

Faussone di Montaldo Vicario - Ignazio Bertola - Gian Giacomo P l a n t e r i - A n t o n i o Maria L a m p o -

ATTI E RASSEGNA TECNICA DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO - NUOVA SERIE - ANNO 7 - N. 4 - APRILE 1953

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Carlo E m a n u e l e Roche - Massa Se- gretario.

Dato a T o r i n o , l'11 maggio 1739.

Ed il progetto a t t u a t o fu que- s t ' u l t i m o ; la via era prevista an- cora della larghezza di m t . 11 e l'altezza delle case di 5 p i a n i come quelle fronteggianti la piazza Ca-

stello. Nessun a l l a r g a m e n t o fu previsto p e r le vie trasversali.

Il Decreto n o n faceva obbligo di attenersi nella costruzione delle facciate ad un modello architetto- nico t i p o come invece era sempre avvenuto p r e c e d e n t e m e n t e p e r la rettifica della piazza Castello, della via Nuova ( R o m a ) , p e r la forma-

Fig. 17. - Sezioni tipo successive della Via Garibaldi.

zione della piazza San Carlo, della via di P o , p e r la via d ' I t a l i a e come fu ancora p i ù t a r d i imposto p e r la piazza e la via Palazzo di Città (1758), e successivamente nell'800 p e r la piazza Carlo Felice e il corso Vittorio e Vinzaglio, p e r i corsi S. M a r t i n o e Beccaria (1857) e p e r la stessa piazza Statuto (1864).

P e r la ricostruzione della via Dora Grossa l ' a r c h i t e t t u r a era li- b e r a , m a l'impostazione u r b a n i - stica restò u n i t a r i a e l'insieme ge- nerale delle facciate, p u r diverse, risentì dell'influenza J u v a r i a n a . Gli edifici furono quasi t u t t i com- p l e t a m e n t e ricostruiti. Non si ve- rificò perciò che in m i n i m a p a r t e quelle appiccicature di nuove fac- ciate sulla p a r t e residua delle vec- chie costruzioni c h e si era dovuto l a m e n t a r e un secolo p r i m a p e r la via Nuova.

Nessun c o n t r i b u t o fu dato nè dallo Stato nè dal C o m u n e p e r le demolizioni e la cessione della maggior larghezza della rete stra- dale, e questo spiega il fatto che soltanto q u a t t o r d i c i anni dopo la approvazione del p i a n o definitivo si iniziarono i lavori p e r la costru- zione dei nuovi palazzi.

La ricostruzione della via d u r ò complessivamente 22 a n n i , n e l 1753 v e n n e r o ricostruiti i palazzi all'angolo della piazza Castello (fig. 12), e poi seguirono quelli al n. 10 della via (fig. 11) al n. 13 (fig. 15) ed in seguito gli altri t r a cui è da r i c o r d a r e il complesso delle case dichiarate M o n u m e n t i Nazionali e t u t t o r a esistenti nella via al n. 14 ( M u n i c i p i o - fig. 14) al n. 23 (già D u r a n d o di Villa del- l ' a r c h . Francesco Gallo - fig. 16), al n. 25 (già Casa professa dei Ge- suiti - fig. 4), al n. 28 (archi- tetto P l a n t e r i , già dei Marchesi F o n t a n a di Cravenzana - fig. 7), al n. 31-33 ( a r c h . Martinez già M a r t i n o della Motta B e r t o n e di S a m b u y - fig. 18).

Venti a n n i d o p o il decreto del 1736 e r a n o ancora in carica i « de-

Fig. 18. - Facciata della casa di V. Garibaldi n. 31-33 (la facciata del piano terra, nel corpo avanti centrale, è desunta da documenti del-

l'Archivio Storico Comunale).

legati della Città p e r l'allinea- m e n t o della via Dora Grossa » i quali in un manifesto del 2 no- v e m b r e 1756 (conservato negli ar- chivi) o r d i n a v a n o a i p r o p r i e t a r i che ancora non avevano ricostrui- t o , di v e n d e r e le loro case o di im- pegnarsi a demolirle ed a rico- struirle e n t r o due a n n i , secondo i nuovi allineamenti a loro cura e spese.

P a r a l l e l a m e n t e alla ricostruzione della via Dora Grossa venne p u r e ricostruita e a m p l i a t a con progetto architettonico u n i t a r i o la piazza Palazzo di Città ed il t r a t t o della via o m o n i m a t r a tale piazza e la piazzetta del Corpus D o m i n i , m e n - tre restarono in p i e d i , t r a la via P o r t a P a l a t i n a e la piazza Castello, le vecchie case t u t t ' o r a in p a r t e esistenti e da r i s a n a r e .

L ' a m p l i a m e n t o della via Dora Grossa p o t è dirsi c o m p i u t o solo

Fig. 19. - Facciata della Chiesa di S. Dal- mazzo (V. Garibaldi ang. V. delle Orfane) edificata su altra preesistente nel 1530, deco- rata verso il 1565, riparata e rifatta nel 1702.

Il Campanile venne sopraelevato nel 1710, la Cupola venne costruita nel 1896.

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Fig. 20. - Elementi tipo della facciata di Piazza dello Statuto allo sbocco di V. Garibaldi, costruita nel 1864 su progetto dell'Architetto Giuseppe Bollati.

n e l 1775. A tale data l'unica stret- toia residua restava quella corri- spondente alla T o r r e Civica.

In tale a n n o 1775 la via fu inau- gurata e sfarzosamente illuminata in occasione del m a t r i m o n i o del P r i n c i p e E r e d i t a r i o con la Princi- pessa Clotilde di F r a n c i a . I dise- gni indicanti la posizione e il nu- m e r o delle candele a torcia collo-

cate in quella occasione ( e d esi- stenti n e l l ' a r c h i v i o Municipale) fanno fede della grandiosità del- l'avvenimento.

Solo sette a n n i d o p o e cioè a p a r t i r e dal 1782 la via fu poi re- golarmente (se p u r e p i ù modesta- mente) illuminata t u t t e le n o t t i ; lastroni di pietra lungo le case alti q u a t t r o once sul p i a n o stradale fu- rono p u r e collocati in questa occa- sione, e detta illuminazione e i

m a r c i a p i e d i furono così graditi ai p e d o n i torinesi e forestieri che (grazie ad essi) la via Dora Grossa si trovò citata tra le vie p i ù im- p o r t a n t i delle Città E u r o p e e .

La T o r r e del C o m u n e che costi- tuiva l ' u l t i m o ostacolo all'allarga- m e n t o della via fu a b b a t t u t a n e l 1801 p e r decreto del Governo Provvisorio Francese. Sin dal 1786 si era dato m a n o a p o r r e le fon- d a m e n t a della nuova t o r r e Comu- nale che doveva sorgere all'angolo della contrada d ' I t a l i a (via Mi- lano) con la via delle P a t t e (via Corte d ' A p p e l l o ) , ma solo la p a r t e corrispondente all'altezza del pa- lazzo Municipale fu eseguita in rustico, così come si vede t u t t o r a . Nel 1801 a l l ' a t t o d e l l ' a b b a t t i m e n t o veniva a p p r o v a t o bensì un nuovo progetto d e l l ' a r c h . F e r d i n a n d o Bonsignore, ma esso n o n venne eseguito.

Nel 1830 la via fu dotata nuova- m e n t e di un canale sotterraneo di- viso in due p a r t i : p e r gli scarichi b i a n c h i la p a r t e superiore e p e r quelli n e r i la p a r t e inferiore. Nel 1843 i m a r c i a p i e d i furono abbas- sati a livello del p i a n o stradale p e r consentire ai veicoli la sosta late- rale senza arrecare pregiudizio a quelli t r a n s i t a n t i .

Nel 1864 la via Dora Grossa aveva il suo c o m p l e t a m e n t o con la costruzione dei due u l t i m i isolati, con p o r t i c i , t r a i corsi P a l e s t r o e Valdocco e la piazza Statuto (fig.

13) costituendo con la piazza stessa (fig. 20) un nuovo complesso u n i - tario secondo la migliore tradizione Torinese. La Caserma D a b o r m i d a sulla via G a r i b a l d i veniva sosti- tuita nel 1928 con il palazzo della Gazzetta del P o p o l o ( a r c h . Balla- d o r e di Rossana) (fig. 8).

D u r a n t e l ' u l t i m a guerra 1940-45 t r e isolati venivano distrutti, ma nella ricostruzione le altezze sta- bilite dal Regio E d i t t o 27 giugno 1736, avente valore in p e r p e t u o vennero rispettate. R i p r o d u c i a m o q u i il nuovo edificio ricostruito t r a

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le vie F a b r o e Assarotti d a l l ' A r - chitetto Mosso (fig. 22). È da au- gurarsi che anche il terzo isolato, quello dell'ex Convitto Nazionale U m b e r t o I tra le vie Bligny e Piave risorga al p i ù presto e con u n a nuova destinazione.

P e r r i d a r e anche a tale t r a t t o della via t u t t a la sua vitalità, sa- rebbe o p p o r t u n o p r e v e d e r e a n c h e su tale lato della via la formazione di negozi e possibilmente di por- tici, p e r migliorare le attuali con- dizioni della viabilità, specie nei r i g u a r d i della sosta che avviene ora con pregiudizio gravissimo del passaggio p e d o n a l e . Dalla piazza Castello alla piazza Statuto si com- p l e t e r e b b e così organicamente q u e l l ' a n e l l o di portici grandiosi che i nostri n o n n i h a n n o previsto e in gran p a r t e a t t u a t o dalla piazza Castello al P o , dal corso Vittorio al corso Vinzaglio, dalla piazza Castello alle vie P i e t r o Micca e Cernaia, ai corsi S. M a r t i n o e Bec- caria, alla piazza S t a t u t o , costi- t u e n d o quella caratteristica incon- fondibile che è vanto della nostra città, i m i t a t a , m a m a i eguagliata nell'eleganza delle soluzioni.

T o r i n o è nata in via G a r i b a l d i . L ' e m b r i o n e di T o r i n o è stato co- stituito dalle p r i m e casupole in- nalzate dai T a u r i n i nella via che univa il P i e m o n t e alla Gallia, ben otto secoli p r i m a di R o m a , quasi 3500 a n n i or sono.

La via Major n a c q u e come spina dorsale del centro di sosta e di commercio, ritrovo dei Galli e dei T a u r i n e n s i , dei P e d e m o n t e s i e dei Liguri, ove si scambiavano le m e r c i della F r a n c i a e della Liguria in un senso, dell'alto P i e m o n t e e delle p i a n u r e Vercellesi e Lom- b a r d e n e l l ' a l t r o . D e c u m a n u s m a - ximus della via J u l i a al t e m p o di Augusto, quale n o m e portava la via al t e m p o dei C o m u n i q u a n d o Asti e Chieri prevalevano su To- rino?

Fig. 21. - Palazzo dei Marchesi di Saluzzo-Paesana (V. Consolata 1 bis) costruito tra gli anni 1715 e 1718 su progetto dell'Architetto G. Planteri (preesistente all'editto del 27-6-1736). La parte sinistra della figura corrisponde alla facciata di V. Garibaldi tra le Vie Consolata e Bligny.

Fig. 22. - Facciata della casa di V. Garibaldi 45, ricostruita dall'Architetto N. Mosso sull'alli- neamento preesistente, nel 1950, in seguito a distruzione bellica (1943).

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E m a n u e l e F i l i b e r t o la dotò nel 1573 di un canaletto d ' a c q u a per- m a n e n t e , deviato dalla Dora Ri- p a r i a p e r « ragione di p u b b l i c a politezza » che si scaricava n e l fos- sato del Castello oltre i bastioni verso P o , e la via da allora si c h i a m ò contrada Dora Grossa. E il n o m e m a n t e n n e p e r oltre t r e se- coli, fino a q u a n d o cioè n o n ebbe

il privilegio di assumere quello at- tuale a r i c o r d o , p i ù che di un n o m e , di un m i t o e di u n ' e p o p e a . E n o n a caso venne scelto questo n o m e . Chi entra in via G a r i b a l d i dalla piazza Castello, verso sera, con t e m p o sereno, a p p e n a si at- t e n u a il sole accecante vede, « sul- la bianca cortina delle Alpi che chiude la via a p o n e n t e , fra i va-

p o r i del crepuscolo, disegnarsi u n a grande o m b r a che p a r e a b b i a rossa la veste e b i o n d a la capelliera ».

È quella, disse il Carducci : « l'om- b r a d e l l ' E r o e d ' I t a l i a che veglia sulle Alpi della Sua P a t r i a ».

Piero Viotto

Nota. - Mi è gradito porgere un vivo elogio al Prof. Oreste Scaglione, che ha eseguito i disegni qui riprodotti con animo d'artista e pazienza da certosino.

Il problema della durata delle funi metalliche

Un esempio di ricerca applicata condotta in collaborazione tra Università, Enti di controllo ed Industria

Premesse alcune notizie sull'impostazione di una ricerca applicata sulla fatica delle funi in collaborazione tra Politecnico, Enti Statali e Industria, vengono illustrati i concetti delle prove, le premesse per uno studio sistematico, il programma dell'indagine sperimentale, sottolineando l'interesse scientifico e tecnico

del problema.

L'esito di u n a p r i m a serie di esperienze sulla d u r a t a delle funi metalliche e le prospettive di estensione della ricerca, ci p a i o n o meritevoli di se- gnalazione sotto un duplice profilo. Da un lato p e r l'interesse scientifico e tecnico dello studio di un p r o b l e m a complesso ed a n c o r a poco n o t o ; d a l l ' a l - t r o perchè l'indagine in p a r o l a offre un valido esem- pio dell'utilità di u n a feconda collaborazione tra Università, I n d u s t r i a ed Amministrazioni Statali che si sta a t t u a l m e n t e concretando n e l l ' a m b i t o torinese e che si confida di estendere u l t e r i o r m e n t e .

R i p r e n d e n d o un'iniziativa a suo t e m p o realiz- zata dal compianto Prof. Guidi e ricollegandosi a vaste esperienze condotte in m a t e r i a all'estero, il L a b o r a t o r i o Sperimentale d e l l ' I s t i t u t o di Scienza delle Costruzioni del Politecnico di T o r i n o in u n i o n e con l'annesso Centro Studi del Consiglio Nazionale delle Ricerche ha recentemente messo in servizio u n a macchina p e r la prova di fatica a flessione- trazione delle funi m e t a l l i c h e . Lo scopo dell'attrez- zatura è di fornire un m e t o d o di prova del flessi- bile in condizioni simili a quelle di esercizio, inte- grando le consuete prove regolamentari di trazione statica e sui fili.

È infatti n o t o che funi aventi caratteristiche ap- p a r e n t e m e n t e analoghe (identico d i a m e t r o , medesi- ma resistenza a trazione dei fili, carico di r o t t u r a statico poco diverso), rivelano in servizio differenze di d u r a t a notevoli e talvolta rilevanti, in d i p e n d e n z a soprattutto delle caratteristiche dell'acciaio, delle m o d a l i t à di lavorazione, del t i p o di formazione.

Una p r i m a serie di p r o v e , condotta p e r conto di u n a Amministrazione Statale, ha avuto p e r og- getto il confronto t r a funi di p r o d u z i o n e n a z i o n a l e e di p r o d u z i o n e tedesca, consentendo interessanti constatazioni su cospicue differenze di d u r a t a . Sono

state allora eseguite a l t r e esperienze su a l t r i t i p i di fune, p e r c o m p l e t a r e lo studio p r e l i m i n a r e della m a c c h i n a e dei m e t o d i di p r o v a . I risultati di questa p r i m a fase della r i c e r c a h a n n o costituito l ' a r g o m e n t o di u n a comunicazione al 2° Convegno Nazionale dei T r a s p o r t i F u n i v i a r i i , tenutosi nel settembre 1952 a Bolzano (1).

P o i c h è l'interesse per il p r o b l e m a è a p p a r s o tale da giustificare un'estensione della ricerca, il Labo- ratorio Sperimentale dei Materiali da Costruzione del Politecnico ha r i t e n u t o o p p o r t u n o invitare alla collaborazione gli esperti in m a t e r i a : Professori Universitari, progettisti, funzionari del Ministero dei T r a s p o r t i e di altri E n t i interessati, industriali, utilizzatori.

In due recenti riunioni il p r o b l e m a è stato at- t e n t a m e n t e esaminato nei suoi vari aspetti di ricerca scientifica, di analogia col p r o b l e m a della fatica nei metalli, di pratica applicazione p e r il controllo ed il collaudo.

Si è concluso concretando un p r o g r a m m a di ri- cerche sistematiche che illustreremo b r e v e m e n t e ed a cui collaborano, n e l l ' a m b i t o della rispettiva com- petenza, E n t i e tecnici interessati alla questione, m e n t r e le I n d u s t r i e fabbricanti m e t t o n o a disposi- zione p e r le prove funi sperimentali a p p o s i t a m e n t e cordate.

Q u e s t ' u n i o n e a t t o r n o a d u n Istituto Universitario di esperti, di Enti statali, di industriali, al fine di istituire u n a ricerca s p e r i m e n t a l e di interesse co- m u n e ci p a r e v e r a m e n t e degna di essere sottolineata.

(1) U. ROSSETTI, Prove di fatica a flessione - trazione su funi metalliche — Atti del 2° Convegno Nazionale Tra- sporti funiviari — A cura dell'Ispettorato Generale M.C.T.C.

del Ministero dei trasporti.

Impostazione del problema. — Lo studio del c o m p o r t a m e n t o in esercizio dei flessibili metallici è stato affrontato sia all'estero che in Italia dal p u n t o di vista teorico e da quello s p e r i m e n t a l e . P e r limitarci a citare due fonti italiane assai note, ricor- d i a m o la chiara impostazione del p r o b l e m a conte- nuta nel testo di Meccanica Applicata del P a - netti (2) ed i r i p e t u t i r i c h i a m i in m e r i t o nel testo dello Zignoli (3), che r i p o r t a altresì risultati speri- m e n t a l i di ricercatori stranieri.

All'estero, e segnatamente nei Paesi anglosas- soni ed in G e r m a n i a (4), sono stati effettuati studi approfonditi e vaste serie di prove, con risultati assai significativi. Ci si p o t r e b b e a questo p u n t o d o m a n d a r e se, di fronte ad un già esteso m a t e r i a l e sperimentale straniero, fosse necessario i n t r a p r e n - dere u n a indagine italiana, forzatamente limitata, del p r o b l e m a .

Si è concordemente r i t e n u t o di dover r i s p o n d e r e affermativamente, anzitutto p e r le difficoltà di uti- lizzare i risultati dei lavori stranieri, i q u a l i , svolti in epoche diverse, e con scopi spesso particolari, sono assai difficili da utilizzare organicamente. In secondo luogo perchè il p r o b l e m a della d u r a t a di un flessibile è s o p r a t t u t t o funzione dell'acciaio, del- la lavorazione, della formazione: t u t t i fattori che variano in misura p i ù o m e n o grande da un Paese a l l ' a l t r o e persino da u n a F a b b r i c a a l l ' a l t r a . Infine perchè l'istituzione di un m e t o d o di prova facil- m e n t e effettuabile poteva consentire l'esecuzione di confronti con situazioni locali, un d i r e t t o controllo dei risultati di L a b o r a t o r i o , un r a p i d o collaudo della p r o d u z i o n e .

P e r chiarire gli scopi d e l l ' i n d a g i n e ed illustrare l'interesse della ricerca a cui ci accingiamo, ripor- tiamo alcuni d i a g r a m m i ottenuti nelle p r i m e serie di prove ( u n a t r e n t i n a ) . Precisiamo (1) che l'espe- rienza si svolge su di u n ' a p p o s i t a m a c c h i n a che pone in movimento alternativo di va e vieni, con frequenza di u n ' a l t e r n a n z a al secondo il flessibile avvolto sulla puleggia di prova e teso con un carico prefissato, fino alla r o t t u r a p e r fatica.

Nel d i a g r a m m a 1 sono r i u n i t i i risultati otte- n u t i su t r e funi nazionali di corrente p r o d u z i o n e : in o r d i n a t e è r i p o r t a t o il valore del r a p p o r t o dia- m e t r o p u l e g g i a / d i a m e t r o fune, in ascisse la d u r a t a corrispondente della f u n e : la curva è ottenuta rac- c o r d a n d o i valori di t r e prove a r a p p o r t i crescenti.

T u t t e le funi sono a sei trefoli e p r e c i s a m e n t e : la 1a èa 144 fili e 7 a n i m e , la 2a a 222 fili e 1 a n i m a , la 3a a 114 fili ed 1 a n i m a tessile.

Dalle t r e curve si p u ò n o t a r e un c o m p o r t a m e n t o analogo p e r queste funi, ben definito qualitativa- m e n t e : si rileva infatti un notevole a u m e n t o di du- rata al passare dal r a p p o r t o 20 al r a p p o r t o 2 5 , un lieve a u m e n t o al passare dal r a p p o r t o 25 al 30.

Se ne p o t r e b b e t r a r r e la conclusione (in attesa di ulteriori conferme), che p e r ciascuna formazione, sotto un d e t e r m i n a t o carico, esiste un valore o t t i m o (2) M. PANETTI, Meccanica Applicata alle macchine - III Volume.

(3) V. ZIGNOLI, Trasporti Meccanici - Hoepli 1952.

(*) Si vedano tra l'altro i resoconti della Commissione Reale Inglese, del Politecnico di Stoccarda, ecc.

Fig. 1. - Diagramma di durata in funzione del rapporto tra i diametri della puleggia e della fune, per tre tipi di fune a sei trefoli.

del r a p p o r t o d i a m e t r o p u l e g g i a / d i a m e t r o f u n e : al disotto di tale valore (25 volte nel caso della figura), la d u r a t a decresce n o t e v o l m e n t e , al disopra invece gli a u m e n t i del r a p p o r t o n o n d e t e r m i n a n o apprez- zabili a u m e n t i di d u r a t a . Ne risulterebbe q u i n d i un criterio sia p e r stabilire le dimensioni m i n i m e degli organi d e l l ' i m p i a n t o , sia p e r scegliere in funzione di esse il t i p o di fune p i ù conveniente.

Il d i a g r a m m a 2 illustra il c o m p o r t a m e n t o di d u e tipi di fune tedesca Diepa : le curve p r e s e n t a n o , in luogo di u n a convessità verso le ascisse, u n a conca- v i t à : la d u r a t a della fune, assai alta a n c h e nei bassi r a p p o r t i , continua a crescere r e g o l a r m e n t e . Mentre nelle funi della figura 1 a p p a r i v a precisato un va- lore massimo di d u r a t a , p r a t i c a m e n t e insensibile ad ulteriori a u m e n t i del r a p p o r t o tra i d i a m e t r i , p e r quelle della figura 2 la prova n o n indica un limite di d u r a t a ben definito, fornendo al contrario u n a curva regolare che p o t r e b b e essere p a r a g o n a t a (a p a r t e un altro o r i e n t a m e n t o degli assi) al p r i m o t r a t t o della curva di W h ö l e r (il confronto tuttavia con tale curva deve arrestarsi al p r i m o t r a t t o per- ché nel caso attuale n o n si p u ò n a t u r a l m e n t e par- lare di d u r a t a infinita).

Premesse ad uno studio sistematico. — Dai risul- t a t i finora in nostro possesso, su pulegge di vario d i a m e t r o e su sistema di t r e pulegge con contropie- gatura del flessibile, si possono formulare alcune premesse p e r lo studio sistematico che è stato p r o - g r a m m a t o .

Si d o v r e b b e i n n a n z i t u t t o stabilire che l'interesse d e l l ' i n d a g i n e p e r le funi metalliche non risiede nella ricerca di un limite di fatica come è inteso nel- l'accezione comune del t e r m i n e (5) (6) : in genere, (s) L. CAZAUD, La fatique des M'étaux - Dunod, Parigi 1948.

(6) L. LOCATI, La fatica dei materiali metallici - Hoepli, Milano 1950.

P R O B L E M I

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