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BIBLIOTHECA PHILOSOPHICA STUDI DI STORIA DELLA FILOSOFIA

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BIBLIOTHECA PHILOSOPHICA

STUDI DI STORIA DELLA FILOSOFIA

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Direttore

Pier Davide A

Università degli Studi del Piemonte Orientale

Comitato scientifico Michela A

University of Rochester, 

Vincenzo C

Università degli Studi di Messina

William J. C

Seton Hall University, South Orange, 

Ugo P

Humboldt–Universität, Berlin

Iolanda P

Università degli Studi del Piemonte Orientale

Giorgio S

Università degli Studi di Palermo

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BIBLIOTHECA PHILOSOPHICA

STUDI DI STORIA DELLA FILOSOFIA

La collana si propone di pubblicare studi specialistici di storia della filosofia: dall’antichità fino al dibattito filosofico contempo- raneo. “Bibliotheca Philosophica”, attraverso rigorose indagini scientifiche, studi collettanei, monografie e traduzioni com- mentate con testo originale a fronte, ripercorrerà i momenti più significativi della storia della filosofia. Le pubblicazioni della collana sono sottoposte a un’attenta procedura di valutazione nella forma di blind peer–review.

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Etica, Politica, Storia universale

Atti del Congresso Internazionale (Urbino, – ottobre )

a cura di

Giacomo Rinaldi Giacomo Cerretani

Contributi di Giacomo Cerretani, James Connelly, Giuseppe Gembillo Philip T. Grier, Tengiz Iremadze, Tom Kleffmann Gilles Marmasse, Maria Teresa Murgia, Giacomo Rinaldi Gunter Scholtz, Annette Sell, Jon Stewart Colin Tyler, Norbert Waszek, Lali Zakaradze

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Aracne editrice

www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it

Copyright © MMXX

Gioacchino Onorati editore S.r.l. – unipersonale

www.gioacchinoonoratieditore.it info@gioacchinoonoratieditore.it

via Vittorio Veneto, 

Canterano (RM) () 

 ----

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: settembre 

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Indice

 Prefazione

Giacomo Cerretani

 Introduzione. Alcune riflessioni sul risultato teoretico del Congresso

Giacomo Rinaldi

Parte I Principi e sviluppi della filosofia di Hegel

 L’identità “storicistica” del soggetto in Hegel

Giuseppe Gembillo

 Die politische und körperliche Bedeutung des Eigen- tums. Zu einer Eigentümlichkeit in Hegels Grundli- nien der Philosophie des Rechts

Annette Sell

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Indice

 Hegel e la storia europea. Il problema della fine della storia

Gilles Marmasse

 The Movement from East to West. Hegel’s Interpre- tation of the Egyptian Goddess Neith

Jon Stewart

 The Shifting Contours of Philosophy. In the wake of Hegel

Norbert Waszek

Parte II L’idealismo di Hegel

e i suoi critici

 I.A. Il’in as an Interpreter of Hegel

Philip T. Grier

 Ivan Aleksandrovich Il’in e la critica neokantiana del- l’epistemologia di Hegel

Giacomo Rinaldi

 Il concetto hegeliano di “storia universale” e il suo diniego nello storicismo crociano

Maria Teresa Murgia

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Indice

 Una critica hegeliana dell’ontologia esistenziale

Giacomo Cerretani

Parte III Etica, politica, storia universale

 “A state by a sort of courtesy”. T.H. Green’s theory of the state as a critique of Czarism

Colin Tyler

 The possibility of progress. Civilisation and history in the philosophy of R.G. Collingwood

James Connelly

 The Dialectic of Globalization

Gunter Scholtz

 Staatsphilosophie und Rechtstheorie in der georgi- schen Aufklärung. Alexandre Amilakhwari und Jagor Tschilaschwili

Tengiz Iremadze

 Hegel’s Philosophy of Religion and the Ideal Founda- tions of the Russian State

Lali Zakaradze

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 Indice

 Die gegenwärtige Krise des Christentums in Europa.

Im Kontext von Hegels Religionsphilosophie

Tom Kleffmann

 Thomas Posch (–)

Jon Stewart

 Autori

 Indice dei nomi

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Etica, politica, storia universale ISBN 978-88-255-3652-2 DOI 10.4399/97888255365221 pag. 11–23 (settembre 2020)

Prefazione

G C˚

In veste di relatore al Congresso internazionale “Arte e Logica nella filosofia di Hegel”, che, patrocinato dal Dipartimento di Studi su Economia, Società e Politica e diretto dal Prof. Gia- como Rinaldi, si è svolto dal  al  novembre  presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, ho avuto modo di prendere attivamente parte alla fase di gestazione del succes- sivo Congresso, i cui Atti sono raccolti nel presente Volume.

Ricordo, infatti, che, al termine della sessione plenaria in cui, come di consueto, era stata collettivamente elaborata la sintesi dei vari interventi che si erano succeduti nel volgere dei tre intensi giorni di lavoro ormai conclusi, il Prof. Rinaldi aveva annunciato che per l’anno venturo lo stesso Dipartimento ave- va autorizzato l’organizzazione di un nuovo Congresso, dalla durata e dal respiro internazionale ancora più ampi.

Questo è stato l’avvio dell’iter organizzativo dell’evento; e già si presentava il primo problema, perché, sebbene tutti i presenti avessero prontamente aderito al progetto, suggerendo anche i nominativi di autorevoli colleghi che certo sarebbero stati lieti di prendervi parte, non era stato tuttavia ancora deci- so l’argomento di cui ci saremmo occupati. Non è, in genere, problematico riunire un manipolo di studiosi con l’intento di individuare una tematica su cui far convergere i loro differen- ti interessi filosofici; ma nel caso specifico, trattandosi per la maggior parte di pensatori di orientamento hegeliano, si sono verificati due prevedibili effetti: da un lato, ognuno ha suggerito

˚ Studioso e ricercatore di Filosofia teoretica e di Filosofia morale.



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 Prefazione

inizialmente una tematica specifica diversa dalle altre, giacché non esiste argomento che esuli dallo spirito enciclopedico del pensiero hegeliano; dall’altro, però, proprio in virtù della me- desima impostazione teoretica onni–inclusiva, nonostante le immediatedifferenze non è stato troppo difficile far collimare le varie proposte, perché, come Hegel ci ha insegnato, mediando razionalmentele discrepanze tra le diverse posizioni del pensiero è possibile risalire ad un substrato concettuale comune che, al livello più esaustivo e generale, comprenda al proprio interno ciascuna posizione individualmente espressa e che quindi sia in grado di metter tutti d’accordo. Ecco la ragione decisiva che, al termine del dibattito, ha permesso di individuare una tematica che fosse non solo decisamente attuale e di comune interesse, sia per i relatori che per il pubblico, ma pure perfet- tamente in linea con l’approccio scientifico interdisciplinare adottato dal Dipartimento che aveva promosso il Congresso.

“Etica, Politica e Storia universale”: su questo comune terreno concettuale si sarebbero dovute intersecare le relazioni che gli invitati avrebbero presentato. La convinzione di fondo, condi- visa da tutti i presenti — al di là dei particolari punti di vista soggettivi, che in alcuni casi sono apparsi non solo differenti, ma anche chiaramente antitetici —, consisteva infatti nel rite- ner assodata la crisi dell’Età della globalizzazione, sulla quale era perciò indispensabile tornare a riflettere a partire dalla sua relazione con la totalità sistematica della Storia universale, di cui essa costituisce evidentemente il presente; con la Politica, la cui autentica essenza dovrebbe essere per l’appunto quella di guidarla, ma che appare sempre più incapace di adempiere le proprie finalità; e l’Etica filosofica, che esplica il fondamen- to ultimo della loro connessione razionale, alla luce del quale, di conseguenza, potrebbero essere formulate delle soluzioni logicamente plausibili ai principali problemi morali, politici e intellettuali del nostro tempo. Il progetto era così avviato.

Facendo fede alle premesse, il Congresso, svoltosi ad Urbi- no dal  al  ottobre , si è rivelato un grande successo, perché, potendo annoverare un nutrito e poliedrico gruppo di

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Prefazione 

prestigiosi studiosi provenienti dalla Francia, dall’Inghilterra, dall’Italia, dalla Georgia, dalla Germania, dalla Slovacchia e da- gli Stati Uniti, esso non si è limitato a richiamare l’attenzione e la partecipazione di numerosi appassionati, ma ha pure pro- dotto — aspetto certo più significativo — risultati scientifici di notevole rilievo, come hanno ben dimostrato gli intensi dibatti- ti spontaneamente accesisi dopo la presentazione di ciascuna relazione. Proprio la consapevolezza del valore dei testi che sono stati elaborati per tale occasione mi ha indotto a collabo- rare con entusiasmo alla loro curatela quando, al termine dei lavori, il Prof. Rinaldi ci comunicò l’intenzione della Casa Edi- trice Aracne di pubblicare gli Atti del Congresso in un apposito Volume.

Prima di procedere a configurarne la struttura, era tuttavia necessario risolvere il problema linguistico, perché, in conse- guenza della sua dimensione internazionale, le lingue ufficiali del Congresso erano state l’inglese, l’italiano e il tedesco; quin- di bisognava anzitutto decidere in quale lingua pubblicare le relazioni. Anche a questo proposito si sono succedute diverse proposte, quali la pubblicazione di ciascuno scritto in tre lingue diverse, in modo da avere la massima diffusione possibile, ma con chiari scompensi dal punto di vista tecnico–pratico, poiché il Volume sarebbe risultato esageratamente corposo e di più difficile realizzazione; oppure la traduzione nella sola lingua in- glese di tutti gli interventi, ma anche in questo caso ci sarebbe stata una seria controindicazione, perché, venendo pubblicato in Italia, era chiaro che il volume avrebbe dovuto rivolgersi anzitutto al pubblico italiano, laddove la scelta di fornire sol- tanto la versione inglese dei testi ne avrebbe inevitabilmente limitato le possibilità di fruizione; oppure la pubblicazione di tutti i testi esclusivamente in italiano, ma così si sarebbe tradito in certo modo l’afflato internazionale del Congresso, sminuen- do ingiustamente tanto il livello qualitativo quanto l’eventuale diffusione del Volume. Anche in questo caso è stata decisiva l’at- tività di mediazione tra le diverse proposte, grazie alla quale si è concluso che la soluzione più soddisfacente era quella di pub-

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 Prefazione

blicare ogni intervento in una sola lingua, scelta personalmente dall’autore in base alle sue esigenze ed aspettative, perché così sarebbe stato possibile dare alle stampe un Volume esauriente e dettagliato, ma, nel contempo, anche snello ed accessibile.

Superato così il dilemma linguistico, la nostra attività di cu- ratori poteva finalmente iniziare. Ma i problemi da risolvere non erano affatto finiti, anzi, divenivano ora più spinosi, per- ché, sebbene quasi tutti i testi delle relazioni a noi pervenuti rientrassero appieno nella tematica del Congresso, ogni rela- tore aveva prevedibilmente dedicato la propria attenzione a determinati aspetti piuttosto che ad altri, e perciò le relazioni ri- sultavano alquanto eterogenee e difficilmente assemblabili con la debita coerenza. Per conferire al Volume una struttura il più possibile organica, è stato perciò necessario individuare delle analogie tra i diversi contributi, alla luce delle quali definire delle specifiche sezioni in cui, al di là delle ovvie discrepanze che sarebbero inevitabilmente rimaste, collocare i contributi più affini per contenuto o impostazione. Anche in questo caso, però, i criteri da far valere potevano essere molteplici: si poteva, infatti, suddividere i testi in base alla veste linguistica adottata dagli autori; oppure far riferimento al loro paese d’origine e alle rispettive tradizioni filosofiche; oppure mantenere l’ordine previsto dal programma ufficiale del Congresso. In tutte queste eventualità, tuttavia, si sarebbe rimasti soltanto alla superficie dei testi presi in esame, stabilendo così tra essi un ordine me- ramente convenzionale, sostanzialmente estraneo alla visione ideale unitaria che il Congresso era invece complessivamente riuscito a presentare. In base a queste considerazioni, abbiamo perciò ritenuto preferibile privilegiare la sostanza filosofica di ciascuna relazione, sancendone così un’effettiva corrisponden- za immanente con i contributi ad essa affini, sì da consentirci di strutturare il Volume nella maniera più organica possibile, preservandone l’interezza di fondo e permettendone, inoltre, una più agevole lettura.

Al termine di un serrato esame dei  testi pervenuti,  dei quali sono stati accolti nel presente Volume, è stato possibile

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Prefazione 

evincere tre basilari ambiti tematici confacenti alla loro richiesta omogeneizzazione, e suddividerlo così in tre Parti. Nella Parte

, “Principi e sviluppi della filosofia di Hegel”, abbiamo colloca- to i contributi in cui, sulla scorta di un’adeguata ricezione del suo pensiero, se ne delineano alcune calzanti interpretazioni e sviluppi contemporanei, confermandone così l’immarcescibile attualità. Nella Parte , “L’idealismo di Hegel e i suoi criti- ci”, il medesimo punto di vista viene invece diametralmente rovesciato, perché nei contributi qui riuniti vengono prese in esame ed opportunamente confutate alcune tra le purtroppo numerose distorsioni, contraffazioni e critiche infondate che la storiografia filosofica contemporanea non ha mancato di elaborare in relazione al pensiero hegeliano. Nella Parte ,

“Etica, Politica, Storia universale”, infine, hanno trovato spa- zio quegli interventi che, pur prendendo ovviamente le mosse dallo stesso idealismo hegeliano, hanno piuttosto concentrato la loro attenzione su specifiche questioni dell’Età contempo- ranea. La suddivisione così effettuata si è rivelata idonea non solo ad evidenziare la sostanziale affinità teoretica di tutti gli scritti inclusi nel Volume, rendendoli così più intelligibili an- che ai lettori meno edotti circa l’autentica filosofia hegeliana, ma anche a rimarcare come l’ampia gamma di tematiche e di prospettive ermeneutiche e storiografiche da essi sviscerate sia tuttavia unificata, più o meno strettamente, dalla loro aderenza al principale obiettivo scientifico coralmente perseguito dal Congresso.

Dopo aver brevemente descritto tanto la genesi del Congres- so quanto quella del presente Volume, possiamo ora procedere a delineare una sintetica presentazione di ciascun contribu- to, nell’ordine ad essi assegnato all’interno delle tre sezioni poc’anzi accennate.

La Parte  del Volume si apre con l’illuminante relazione L’identità “storicistica” del Soggetto in Hegel, sapientemente archi- tettata da G G (Università degli Studi di Messina).

Avvalendosi di un’ammirevole attitudine interdisciplinare, che gli consente di addurre numerosi, puntuali esempi tratti dalle

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 Prefazione

teorie elaborate da insigni scienziati contemporanei quali W.

Heisenberg, I. Prigogine ed E. Morin, qui Gembillo confer- ma con lucidissime argomentazioni l’imprescindibile centralità gnoseologica della concezione organica ed evolutiva della realtà elaborata da Hegel in virtù della sua teorizzazione del metodo dialettico. Egli giustamente richiama l’attenzione sul fatto appa- rentemente paradossale che, mentre la filosofia contemporanea non ha troppo spesso fatto altro che prender fraudolentemente le distanze dal fondamentale insegnamento hegeliano, è stata invece la più consapevole ricerca scientifica del  secolo a trar- ne il massimo beneficio, rendendosi infatti conto che esso è, in definitiva, più adatto a giustificare razionalmente i risultati sperimentalmente conseguiti di quanto fosse il caso dell’ormai anacronistica interpretazione dicotomica e meccanicistica della natura tradizionalmente propugnata dalla fisica newtoniana e teoreticamente avallata dall’Analitica dei principi di Kant.

Nella relazione Die politische und körperliche Bedeutung des Eigentums. Zu einer Eigentümlichkeit in Hegels “Grundlinien der Philosophie des Rechts”, A S (Ruhr–Universität Bo- chum) commenta i §§ – e  della Filosofia del diritto di Hegel, evidenziando la cruciale rilevanza in essa assunta dalla legittimazione razionale della proprietà privata nel più ampio contesto teoretico della Filosofia dello spirito oggettivo. Muo- vendo dall’esauriente analisi dei citati paragrafi hegeliani, ella sottolinea il fatto che per Hegel l’appropriazione delle cose naturali non viene immediatamente realizzata dalla persona intesa come spirito, bensì — ad un livello più astratto e quindi anche temporalmente antecedente a quello concretamente spirituale — in virtù della propria corporeità, che, mediandone la relazione con gli oggetti, consente alla persona di iniziare davvero a comprendersi razionalmente come spirito. Da ta- le considerazione la studiosa tedesca coglie l’occasione per tracciare una originale connessione tra la concezione specula- tiva hegeliana della relazione tra anima e corpo nell’identità della persona e quella elaborata dall’antropologia filosofica di Helmut Plessner.

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Prefazione 

Il contributo offerto da G M (Università di Poi- tiers), Hegel e la Storia europea: il problema della fine della Storia, che viene qui pubblicato nella traduzione italiana di S. Tortorel- la, ricostruisce con estrema perizia esegetica la concezione he- geliana dell’essenza della Modernità, per poi rilevarne l’autenti- co significato e valore storico. Il fondamento della Modernità viene rintracciato da Marmasse nel superamento del principio teologico cattolico di un’autorità esterna alla coscienza, indican- done coerentemente lo sviluppo razionale nella rivendicazione dell’assoluta libertà dello spirito umano, nonché nel correlativo impegno di attuarla concretamente, che ha consentito di risol- vere le contraddizioni in cui aveva inevitabilmente finito per arenarsi la coscienza politica e religiosa dell’Età medioevale. I passaggi salienti di questa evoluzione storica in direzione di una sempre più concreta coscienza della libertà individuale vengo- no opportunamente individuati nell’affermarsi della Riforma protestante e nell’insorgere, ad essa inscindibilmente connes- so, degli ideali razionalistici dell’Illuminismo, dai quali sono scaturiti tanto l’empirismo inglese quanto l’ateismo francese, con l’inderogabile bagaglio di nuove contraddizioni (moder- ne, per l’appunto), le quali trovano secondo Hegel soluzione nell’eticità dello Stato protestante–germanico, in cui proprio per questo motivo la Storia universale giungerebbe alla sua conclusione, rendendo in tal modo possibile la transizione della processualità finita dello spirito oggettivo nella superiore sfera infinita dello Spirito assoluto.

J S (Slovak Academy of Sciences) ha presentato la relazione Hegel’s Parallel Story of the Development of World Hi- story and the Development of the Religions of the World, che nel presente Volume è stata sostituita, su sua richiesta, dal più com- plesso e specifico saggio The Movement from East to West: Hegel’s Interpretation of the Egyptian Goddess Neith. In entrambi i testi egli provvede a coprire una deplorevole lacuna nella lettera- tura hegeliana, arricchendo la miscellanea delle sue citazioni degli scritti hegeliani con una preziosa ed innovativa riflessio- ne sul simultaneo sviluppo processuale dello spirito religioso

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 Prefazione

dell’Umanità e di quello della Storia universale. Particolarmen- te significativa è la sua analisi dell’interpretazione hegeliana della religione egiziana, in cui la dea Neith svolge un ruolo di primaria rilevanza, perché, secondo una antica tradizione che risale a Erodoto, ella è l’equivalente egiziano della dea greca della sapienza, Atena. Dal confronto tra le due rappresenta- zioni religiose emerge con evidenza che il decisivo progresso spirituale compiuto dalla religione greca rispetto a quella egi- ziana consiste nel fatto che, mentre nella prima l’essenza del Divino rimane completamente avvolta nella sfera dell’enigma, nella seconda essa comincia invece a manifestarsi (per quanto in maniera solo parziale) nell’autocoscienza razionale dello spirito umano.

Nella relazione The Shifting Contours of Philosophy: In the wa- ke of Hegel, N W (Università di Parigi ) riserva la propria attenzione alla descrizione dello sviluppo storico della Scuola hegeliana, mostrando come essa abbia gradualmente smarrito quella visione unitaria che Hegel aveva invece saputo imprimere alla riflessione filosofica. Mediante il confronto tra l’originaria, organica integrità dell’Enciclopedia hegeliana ed il pensiero di E. Gans, H.G. Hotho, K. Rosenkranz e K.–L. Mi- chelet, infatti, Waszek rileva come la monolitica impostazione teoretica hegeliana abbia finito per essere sostituita, nell’attività scientifica degli allievi, da una ben differente frammentazione disciplinare, che però, egli si premura giustamente di specifica- re, non va certo interpretata come una loro presa di distanze dall’autentica lezione del Maestro, bensì, all’opposto, come un esplicito riconoscimento dell’inarrivabile profondità speculativa raggiunta dal suo genio.

La Parte  del Volume si apre con la relazione di P

T. G (Dickinson College, PA) I.A. Il’in as an Interpreter of Hegel. In essa questo importante studioso statunitense dedica la propria attenzione alla sistematica critica dell’idealismo he- geliano svolta dal filosofo russo Ivan Aleksandrovich Il’in nei due volumi del suo ampio commentario, tradotto in inglese dallo stesso Grier, The Philosophy of Hegel as a Doctrine of the Con-

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Prefazione 

creteness of God and Humanity. Vol. : The Doctrine of God. Vol.

: The Doctrine of Humanity (Northwestern University Press, Evanston, IL ), mettendone puntualmente in evidenza la so- stanziale inconsistenza speculativa — la medesima che affligge l’intera scuola neokantiana, compresa ovviamente la filosofia fenomenologica di Husserl, che ne costituisce certo il risultato teoretico più significativo.

In perfetta sintonia con l’intervento di Grier, G R-

(Università degli Studi di Urbino Carlo Bo) prende in esame nella sua relazione Ivan Aleksandrovich Il’in e la critica neo- kantiana dell’epistemologia di Hegel, che è la versione italiana di una parte del più ampio saggio Neo–Kantianism versus Hegeliani- sm. Ivan Aleksandrovich Il’in’s Interpretation and Critique of Hegel’s Philosophy, già apparso nello « Jahrbuch für Hegelforschung » (Bd. , , pp. –), le obiezioni mosse dal medesimo pensatore russo nei confronti dell’impostazione gnoseologica e metafisica della filosofia hegeliana, respingendole ineccepi- bilmente dopo averne rilevato, con la consueta, inflessibile accuratezza esegetica, l’irredimibile inconsistenza logica.

Il contributo di M T M, Il concetto hegeliano di “storia universale” e il suo diniego nello storicismo crociano, pren- de in esame la diversa, parimenti influente ma indubbiamente più acuta critica dell’idealismo speculativo di Hegel svolta da Benedetto Croce sulla scorta della sua concezione storicistica e distinzionistica del sapere filosofico. Questa giovane studiosa espone accuratamente l’argomento fondamentale rivolto dal filosofo italiano contro la concezione hegeliana della Storia universale, e cioè che essa è un’inaccettabile conseguenza dei residui metafisici e teologici di una filosofia per altri versi ge- nuinamente immanentistica e dialettica; ma ella non trascura neppure di mettere in rilievo l’errore fondamentale dello stesso storicismo crociano, che, asserendo l’esistenza di una molte- plicità di attività spirituali originariamente “distinte” l’una dal- l’altra, non si accorge di compromettere la stessa possibilità di principio del sapere filosofico, perché l’atto del pensiero che lo produce può conoscere il proprio oggetto solo identificandolo

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 Prefazione

con sé stesso, e perciò inevitabilmente negando l’“autonomia”

da Croce invece attribuita alle altre tre fondamentali attività spirituali analizzate dalla sua filosofia — l’arte, l’economia e la moralità.

Nella relazione Una critica hegeliana dell’ontologia esistenzia- le G C si è proposto di mettere in evidenza l’inconsistenza teoretica dell’approccio filosofico esistenzialista, che, illudendosi di poter rinvenire il significato del soggetto a prescindere dalla sua unità essenziale con l’oggetto, lo condanna all’irrilevanza gnoseologica e quindi all’irrazionale dissolvenza ontologica di un’irreale parvenza spettrale. L’accurato esame delle antinomie in cui ineluttabilmente si avvolge la più influen- te versione dell’ontologia esistenziale, quella elaborata da M.

Heidegger, offre all’Autore l’opportunità di mettere in evidenza come l’opposto punto di vista teoretico sviluppato dall’ideali- smo hegeliano fornisca l’imprescindibile antidoto alla deriva nichilistica che affligge la contemporaneità, perché esso oppor- tunamente enfatizza l’inderogabile centralità, tanto teoretica quanto pratica, dell’idea della Ragione, dimostrandone l’attiva, creativa immanenza nel processo di formazione della realtà attuale, e quindi anche nel divenire della Storia universale.

La Parte  del presente Volume si apre con le relazioni di due docenti dell’Università di Hull, C T e J C-

, che, palesando tra loro una forte affinità contenutistica oltre che ermeneutica, si rivelano armoniosamente comple- mentari, giacché entrambi si prefiggono di ricostruire l’effet- tivo contributo offerto dalla tradizione idealistica inglese all’e- voluzione storica della filosofia contemporanea. Nell’ampio saggio, qui pubblicato per volontà del suo Autore, “A State by a Sort of Courtesy”: T.H. Green’s Theory of the State as a Critique of Czarism, che coincide con la relazione da lui annunciata nel programma del Congresso, ma non con quella da lui ivi letta,

“‘All History is the History of Thought’: Competing British Idealist Historiographies”, Tyler svolge un’articolata disamina del pensiero politico di Thomas H. Green. Mediante un minu- zioso esame filologico di tutti i suoi scritti, editi e inediti, egli da

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