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1.1 – Evoluzione storica della città

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 1

CONTESTO URBANO

1.1 – Evoluzione storica della città

Capoluogo originario della Valdinievole, la città di Pescia sorge a cavallo del ume omonimo, allo sbocco di una stretta valle, la Valleriana, nel punto in cui questa si apre e con uisce nel piano.

Le origini della città di Pescia sono ancora incerte; alcuni ritrovamenti archeologici dimostrano la presenza umana sul territorio già dall’antichità, anche se non in corrispon- denza dell’attuale centro storico, dove il terreno era ancora ampiamente paludoso, ma sulle colline e montagne circostanti

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Testimonianze scritte fanno presumere che la città sia stata fondata dai Longobardi, che in corrispondenza dell’odierna Pescia posero un insediamento. È appunto dall’adattamen- to latino di una parola longobarda che derivarono il nome del ume prima, e dell’insedia- mento poi: pehhia, che signi ca ume, torrente

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Nel corso dei secoli la città si è particolarmente giovata della sua collocazione equidi- stante tra Lucca e Pistoia, città egemoni che si distinsero, soprattutto in epoca medioevale, come centri di una politica di controllo territoriale; grazie alla propria posizione, Pescia mantiene sempre un certo margine di manovra nella politica delle alleanze, sorgendo in corrispondenza di un nodo viario cruciale, posto all’intersezione tra la via Cassia Clodia (costretta ad incunearsi nel percorso pedecollinare, per evitare l’attraversamento della pa- ludosa valle) e la perpendicolare strada di fondovalle, che funge da collegamento appen- ninico attraverso il passo della Lima

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Tra l’VIII e il X secolo Pescia, così come tutta la Valdinievole, segue la varia sorte poli- tica di Lucca, da cui dipende anche ecclesiasticamente. Verso la ne del XII secolo, il Co- mune pesciatino appare costituito nella propria autonomia, con ordinamento consolare, pur restando nell’orbita di in uenza lucchese

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Lo sviluppo urbanistico della città si svolge n dall’inizio intorno ad un asse principale costituito dal ume. Sul lato ovest, già nell’ XI secolo si staglia il Castello di Bareglia, roc- caforte dei conti Cadolingi, costruito in posizione strategica per il dominio della vallata; i conti ne detennero il potere no al 1113, quando passò nelle mani del vescovo di Lucca

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. Sull’altra sponda del ume, già dal IX secolo è presente la prima versione dell’odierna cat- tedrale di S. Maria Assunta (o Duomo), destinata a subire numerose modi che nel corso

1 A. Spicciani, Pescia, città tra con ni in terra di Toscana, Firenze, Silvana Editoriale, 2006, pp. 23-25.

2 http://www.pesciantica.altervista.org/la-storia-di-pescia.html 3 P. Vitali, Pescia dentro e fuori piazza, Pisa, ETS, 2001 p. 8.

4 http://www.treccani.it/enciclopedia/pescia_%28Enciclopedia-Italiana%29/.

5 P. Vitali, Pescia dentro e fuori piazza, Pisa, ETS, 2001 pp. 50-51.

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dei secoli e a porsi quale punto di riferimento per gli insediamenti di tutta la zona orienta- le

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. Vengono dunque a con gurarsi progressivamente due diversi nuclei funzionali, situati sulle due sponde contrapposte: quello dedicato alla vita pubblica e al commercio, che si aff accia sulla riva destra del ume, e quello dedicato alle attività religiose e monastiche, che si sviluppa sulla riva sinistra, ciascuno dotato della propria cinta muraria.

Il primo nucleo è incentrato sulla piazza del Mercato, situata ai piedi del castello feu- dale dei Cadolingi di Bareglia, sulla quale si aff acciano anche il palazzo del Vicario ed il Palagio; il secondo nucleo ha invece come fulcro il Duomo.

Questi elementi generatori, attorno ai quali si sviluppano una tta rete di vicoli e rughe, caratterizzano la struttura della città, posta all’interno di due anelli murari quasi tangenti e collegati da un ponte forti cato che, con il passare del tempo, ha sostituito l’antico guado

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Alla metà del XII secolo la città rimane sotto l’in uenza di Lucca, la cui rappresentanza sul territorio di Pescia è garantita dalla presenza di un vicario imperiale e da un giudice lucchese. I Pesciatini mal sopportavano il giogo, e forse anche per questo esprimono dis- senso rispetto alle posizioni lucchesi ospitando esuli ghibellini. Questo scatena eff ettiva- mente la furia di Lucca che, dopo un assedio, il 22 agosto 1281 distrugge Pescia. La città risorge nei successivi cinque anni, non senza un fattivo contributo da parte della stessa Lucca, e riprende la sua posizione di predominio in Valdinievole, posizione che manterrà per oltre 4 secoli

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Durante il medioevo, Firenze e Lucca si contendono il predominio su Pescia, il cui

6 Ivi, pp. 17-25.

7 G. Salvagnini, Pescia, una comunità nel Seicento (1563-1738), Pistoia, Granducato, 1989, pp. 159-161.

8 http://www.treccani.it/enciclopedia/pescia_%28Enciclopedia-Italiana%29/

Figura 1 - Pierre Mortier, Veduta di Pescia. (A. Spicciani, Pescia, città tra con ni in terra di Toscana, Firenze, Silvana Editoriale, 2006).

Figura 2 - Schema generatore della città di Pescia (G. Salvagnini, Pescia, una comunità nel Seicento (1563-1738), Pistoia, Grandu- cato, 1989, p. 160).

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Comune sorge al con ne tra le due repubbliche. Dopo un tentativo d’invasione fallito da parte di Pisa, Pescia passa -in qualità di alleata- sotto il dominio della Repubblica di Firen- ze, che ha interesse ad una politica di espansione in Valdinievole

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Dal punto di vista ecclesiastico, tuttavia, Pescia permane sotto Lucca, non senza di- sappunto da parte dei orentini. Trascorsi due secoli, il 15 aprile 1519, con la bolla Sacri Apostolatus di papa Leone X, orentino di casa Medici, Pescia è elevata al rango di prepo- situra nullius dioecesis, ossia una prelatura resa esistente dal proprio vescovo, direttamente soggetto a Roma e sottratta alla giurisdizione ecclesiastica di Lucca

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; questo piano rientra in una strategia politica che tende a far coincidere le circoscrizioni religiose con i con ni politici. Ciò comporta anche il riconoscimento di un ruolo preminente a Pescia: non solo la chiesa principale viene resa indipendente da qualsiasi vescovo e sottoposta direttamente a Roma, ma da questa prepositura dipende l’intera Valdinievole

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Il Seicento è tristemente contraddistinto dalla carestia (1629) e dalla grande peste che nel 1631 dal Nord Italia raggiunge la Toscana. La mancanza di igiene e l’ignoranza ne favo- riscono la diff usione e le misure preventive adottate non risultano suffi cienti: il 24 maggio 1631 è segnalata la prima vittima a Pescia, una donna di nome Ortensia

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. Con il passare del tempo i morti aumentano sino a quasi cento decessi al giorno e si organizza un lazza- retto. Quando a novembre l’epidemia cessa, si contano circa tremila vittime (Figura 3)

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9 A. Spicciani, Pescia, città tra con ni in terra di Toscana, Firenze, Silvana Editoriale, 2006, p. 83.

10 Ivi, pp. 109-110.

11 A. M. P. Quaglia, Pescia e la Valdinievole : la costruzione di una identità territoriale, Firenze, Polistampa, 2006, p. 10.

12 A. Spicciani, Pescia, città tra con ni in terra di Toscana, Firenze, Silvana Editoriale, 2006, p. 120.

13 Ivi, p. 146. Spicciani fa riferimento a E. Repetti, Dizionario Geogra co, Fisico Storico della Toscana, Firenze, (cifre ad esclusione della popolazione ecclesiastica), Tipogra a Mazzoni, 1841, J. Brown, Pescia nel Rinascimento all’imbra di Firenze, Pescia, Benedetti, 1987 e alle pubblicazione dell’ISTAT. Il gra co non è in scala temporale, ma ha la funzione di dare un’idea generale del trend. Nella tabella sono riportate le cifre (in corsivo le stime).

Anno 1346 1368 1411 1427 1490 1555 1591

Unità 1578 2911 4002 6206

Anno 1622 1633 1745 1840 1721 1951 2001

Unità 7850 5400 6968 11420 21962 20798 17428

Figura 3 - Evoluzione demogra ca di Pescia dal 1346 al 2001 (A. Spicciani, Pescia, città tra con ni in terra di Toscana, Firenze, Silvana Editoriale, 2006, p. 146).

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Il 19 febbraio 1699, un motuproprio del granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici attribuisce a Pescia la dignità di città, atto fortemente voluto dalla classe dirigente locale al ne di conferire una rinnovata e maggiore visibilità alla città stessa e alle aree limitrofe della Valdinievole

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Il 17 marzo 1727, da parte sua, il ponte ce Benedetto XIII eleva la prepositura al rango di sede vescovile, sempre immediatamente soggetta alla Santa Sede

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Sotto l’impulso di entrambi questi riconoscimenti, il Settecento vede Pescia andare in- contro ad una trasformazione notevole del tessuto urbano, con l’edi cazione di numerose chiese e palazzi, mentre la città viene ad assumere pienamente il compito di fulcro della valle che sostiene tutt’oggi. Uno sviluppo settecentesco fuori dalle mura ha interessato ad esempio la zona del rione S. Francesco, con la costruzione di alcuni edi ci pubblici ancora oggi importanti per la vita cittadina, quali l’ospedale, il seminario, il teatro.

Nell’Ottocento la cerchia muraria viene abbattuta per buona parte, con quasi tutte le porte; il settore orientale della città viene sventrato, con la realizzazione di una larga e dritta via tra il Duomo e il ponte. Fuori Porta Lucchese si programma lo sviluppo futuro col tracciato del viale Garibaldi, parallelo al ume, e l’impianto di piazza XX settembre, subito fuori le mura.

Tra le guerre mondiali la città continua a crescere in direzione sud-ovest, attratta anche dalla ferrovia e dalla stazione che dista circa un chilometro dal centro storico. In questa direzione sorgono anche edi ci pubblici, come la nuova Pretura, i grandi magazzini, i maggiori edi ci scolastici e i due Mercati dei Fiori

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1.2 – Organizzazione geogra ca degli edi ci religiosi

L’elemento religioso si con gura come fondamentale per l’urbanistica di Pescia. Ben undici conventi erano presenti alla ne del Seicento, quattro maschili e sette femminili, tutti ben integrati nella struttura urbana (da sommarsi a questi il convento di Colleviti, più distante dal centro cittadino); risulta evidente l’in uenza di questa massiccia presenza di edi ci monastici su un aggregato urbano ristretto e tto come quello di Pescia, soprattutto se si considera che i monasteri godono di una super cie pro capite assai maggiore di quan- ta ne godano gli edi ci laici. Sei di questi conventi sono addossati alle mura, sfruttandole come recinto della clausura, e in linea generale questo potrebbe risultare positivo poiché evita un “intasamento” del centro; comunque, se ciò è sicuramente vero per i casi dei tre conventi aderenti alle mura di ponente, aree remote, accidentate e non intensamente sfruttate dall’incremento edilizio, potrebbe non valere per tutti gli altri casi, essendo la struttura della città tale da far sì che centro e periferia coincidano. Si pensi ad esempio

14 A. M. P. Quaglia, Pescia e la Valdinievole : la costruzione di una identità territoriale, Firenze, Polistampa, 2006, p. 11.

15 E. Repetti, Dizionario Geogra co, Fisico Storico della Toscana, Firenze, Tipogra a Mazzoni, 1841, volume 4, p. 82 sotto la voce “città di Pescia”.

16 G. Salvagnini, Guida di Pescia e dintorni, Firenze, Granducato, 1984, p. 5.

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alla rilevanza nel pieno contesto cittadino di complessi come quelli di Santa Maria Nuova e Santa Chiara, entrambi impianti di tale vastità da rappresentare veri e propri blocchi urbani. Di tutti i collegi presenti, quello della SS. Annunziata è l’unico situato nel pieno centro e non addossato alle mura (Figura 4). Questa sua peculiare posizione è risultata comoda per la popolazione e ha reso il collegio molto frequentato nel tempo, nonostante le dimensioni sensibilmente più piccole rispetto agli altri conventi.

S. Francesco in Bareglia San Domenico

SS. Annunziata San Giuseppe San Michele San Francesco

Santa Maria del Carmine Santa Maria Nuova Santa Chiara San Giuliano 1

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Figura 4 - Aree conventuali pesciati- ne all’inizio del Settecento. Il gra co non considera il convento di Colleviti perché troppo distante dal centro, né la Magione dei canonici regolari di sant’Antonio di Vienne. In azzuro è rappresentato il ume e in verde la doppia cerchia muraria. Per confron- to con l’immagine originale si veda G.

Salvagnini, Pescia, una comunità nel Seicento (1563-1738), Pistoia, Gran- ducato, 1989, p. 170.

1.3 – Praepositura nullius

Nel 1519 Pescia con l’intero territorio valdinievolino, no ad allora facente parte della

diocesi di Lucca, venne sottratta al controllo di quest’ultima e costituita come praeposi-

tura nullius, ossia una prelatura resa esente dal proprio vescovo e direttamente soggetta

a Roma. Il controllo politico sulla Valdinievole era già passato a Firenze, e fu proprio un

papa della casata medicea a dare corpo all’iniziativa della praepositura nullius, per abolire

de nitivamente il controllo lucchese su questa parte di con ne (sebbene si possa ritenere

I Conventi

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che questa mossa fosse sostenuta anche dagli interessi di potenti locali)

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Pescia era dunque nullius dioecesis e il suo Preposito - che aveva giurisdizione ordinaria sulla Valdinievole e sulla Valleriana - godeva di privilegi semi-episcopali; aveva infatti l’u- so dei Ponti cali, poteva concedere indulgenze e quarantene, conferire la Tonsura, velare e benedire Monache, riconciliare chiese, ed altre facoltà minori

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La dipendenza diretta da Roma, in special modo per la SS. Annunziata nel periodo successivo all’unione con i Barnabiti (vd. capitolo 3), ha fatto sì che le informazioni fossero trasferite da Pescia a Roma e viceversa tramite corrispondenza scritta, molta della quale è rimasta negli appositi archivi a testimonianza di censi, lavori ed eventi vari che si sono succeduti nel tempo.

17 A. Spicciani, Pescia, città tra con ni in terra di Toscana, Firenze, Silvana Editoriale, 2006, pp.109-111.

18 G. M. Cagni, Il P. Antonio Pagni, la Congregazione Secolare dell’Annunziata di Pescia e i Barnabiti, in Barnabiti Studi, Rivista di ricerche storiche dei Chierici Regolari di S. Paolo (Barnabiti), n. 23, 2006, p. 8.

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