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PARROCCHIA S LORENZO. CAMMINIAMO INSIEME CON GESU Internet www. campomolino.it cell

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Academic year: 2022

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PARROCCHIA S LORENZO CAMPOMOINO CAMPOMOLINO

CAMMINIAMO INSIEME CON GESU’

Internet www. campomolino.it cell.334 9257113

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21 marzo 2021 5° DOMENICA DI QUARESIMA

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DOMENICA 21 Crea in me, o Dio,. un cuore puro

Ore 09.30 per la parrocchia – fam. Santuz lettori: Celotto Tiziano – Meneghin Loretta

LUNEDI’ 22 in famiglia si legga il vangelo di Giovanni 8,1-11 Ore 17.00 s. Messa, def. Vivan Giovanni e Mario ord. fam.

MARTEDÌ' 23 in famiglia si legga il vangelo di Giovanni 8,21-30 Ore 17.00 s. Messa, def. Padovan Benito ed Enrica ord. fam.

MERCOLEDÌ' 24 in famiglia si legga il vangelo di Giovanni 8,31-42 Ore 17.00 s. Messa def. Brescacin Ines

GIOVEDÌ' 25 in famiglia si legga il vangelo di Luca 1,26-38 Annunciazione del Signore Ore 17.00 s. Messa, def. Fam. Santuz

VENERDÌ' 26 in famiglia si legga il vangelo di Giovanni 10,31-42 Ore 17.00 s. Messa, secondo le intenzioni dell’offerente

Ore 19.00 Celebrazione comunitaria del sacramento della Riconciliazione SABATO 27 in famiglia si legga il vangelo di Giovanni 11,45-56

lettori: Buosi Ilenia – Zamai Maria – Costoli Luigi – Scottà Stefania ore 17.30 s. Messa festiva, vivi e defunti della classe 1948

DOMENICA 28 Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? DOMENICA DELLE PALME lettori: Furlan Giuseppe – Rossi Marta – Scolaro Nilla – Zaia Luigia Ore 09.30 benedizione dell’olivo in chiesa e s. Messa, per la parrocchia – def. Franzin Gino ord. fam.

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Papa francesco all’Angelus di domenica 14 marzo Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

In questa quarta domenica di Quaresima la liturgia eucaristica inizia con questo invito: «Rallegrati, Gerusalemme...»

(cfr Is 66.10). Qual è il motivo di questa gioia? In piena Quaresima, qual è il motivo dì questa gioia? Ce lo dice il Vangelo di oggi : Dio «ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3 16Ì Questo gioioso messaggio è il cuore della fede cristiana: l'amore di Dio ha Trovato il vertice nel dono del Figlio all’umanità debole e peccatrice. Ci ha donato suo Figlio, a noi, a tutti noi.

È quanto appare dal dialogo notturno tra Gesù e Nicodemo, di cui la stessa pagina evangelica descrive una parte (cfr Gv 3,14-21). Nicodemo, come ogni membro del popolo d’Israele, attendeva il Messia, indentificandolo io un uomo forte che avrebbe giudicato il mondo con potenza. Gesù invece mette in crisi questa aspettativa presentandosi sotto tre aspetti:

quello del Figlio dell'uomo esaltalo sulla croce; quello del Figlio di Dio mandato nel mondo per la salvezza' e quello della luce che distingue chi segue la verità da chi segue la menzogna.

Vediamo questi tre aspetti: Figlio dell'uomo, Figlio di Dio e luce.

Gesù si presenta anzitutto il Figlio dell'uomo (w. 14-15). Il testo allude al racconto del serpente di bronzo (cfr Nm 21,4- 9), che, per volere di Dio fu innalzato da Mosè nel deserto quando il popolo era stato attaccato dai serpenti velenosi; chi veniva morso e guardava il serpente di bronzo guariva. Analogamente Gesù è stato innalzato sulla croce e chi crede in Lui viene salvato dal peccato e vive.

II secondo aspetto è quello di Figlio di Dio (vv. 16-18). Dio Padre ama gli uomini al punto da "dare" il suo Figlio: lo ha dato nell'Incarnazione e lo ha dato nel consegnarlo alla morte. Lo scopo del dono di Dio è la vita eterna degli uomini- Dio infatti manda il suo Figlio nel mondo non per condannarlo, ma perché il mondo possa salvarsi per mezzo di Gesù.

La missione di Gesù è missione di salvezza, di salvezza per tutti.

Il terzo nome che Gesù si attribuisce è "luce" (vv. 19-21). Dice il Vangelo: «La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce» (v. 19). La venuta di Gesù nel mondo provoca una scelta: chi sceglie le tenebre va incontro a un giudizio di condanna, chi sceglie la luce avrà un giudizio di salvezza. Il giudizio sempre è la conseguenza della scelta libera di ciascuno: chi pratica il male cerca le tenebre, il male sempre si nasconde, si copre.

Chi fa la verità, cioè pratica il bene, viene alla luce, illumina le strade della vita. Chi cammina nella luce, chi si avvicina alla luce, non può fare altro che buone opere. La luce ci porta a fare delle buone opere. È quanto siamo chiamati a fare con più impegno durante la Quaresima: accogliere la luce nella nostra coscienza, per aprire i nostri cuori all'amore infinito di Dio, alla sua misericordia piena di tenerezza e di bontà, al suo perdono. Non dimenticatevi che Dio perdona sempre, sempre, se noi con umiltà chiediamo il perdono. Basta soltanto chiedere il perdono, e Luì perdona. Così troveremo la vera gioia e potremo rallegrarci del perdono di Dio che rigenera e da vita.

Maria Santissima ci aiuti a non avere paura di lasciarci "mettere in crisi" da Gesù. È una crisi salutare, per la nostra guarigione; perché la nostra gioia sia piena.

Dopo l'Angelus

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dieci anni fa iniziava il sanguinoso conflitto in Siria, che ha causato una delle più gravi catastrofi umanitarie del nostro tempo: un numero imprecisato di morti e feriti, milioni di profughi, migliaia di scomparsi, distruzioni, violenze di ogni genere e immani sofferenze per tutta la popolazione, in particolare per i più vulnerabili, come i bambini, le donne e le persone anziane. Rinnovo il mio accorato appello alte parti in conflitto, affinchè manifestino segni di buona volontà, così che possa aprirsi uno squarcio di speranza per la popolazione stremata. Auspico altresì un deciso e rinnovato impegno, costruttivo e solidale, della Comunità Internazionale, in modo che, deposte le armi, si possa ricucire il tessuto sociale e avviare la ricostruzione e la ripresa economica. Preghiamo tutti il Signore, perché tanta sofferenza, nell'amata e martoriata Siria, non venga dimenticata e perché la nostra solidarietà ravvivi la speranza .Preghiamo insieme per l'amata e martoriata Siria. Ave, o Maria...

Venerdì prossimo, 19 marzo, solennità di San Giuseppe, si aprirà l'Anno della Famiglia Amoris Laetitia: un anno speciale per crescere nell'amore familiare. Invito a uno slancio pastorale rinnovato e creativo per mettere la famiglia al centro dell'attenzione della Chiesa e della società. Prego perché ogni famiglia possa sentire nella propria casa la presenza viva della Santa Famiglia di Nazaret, che ricolmi le nostre piccole comunità domestiche di amore sincero e generoso, fonte di gioia pur nelle prove e nelle difficoltà.

Saluto i ragazzi e le ragazze della squadra Basket-for-AII, accompagnati dalle loro famìglie e dai loro allenatori, presenti oggi in Piazza. Bravi, continuate così, avanti!

Saluto di cuore tutti voi, cari fedeli di Roma e cari pellegrini. E in particolare saluto i numerosi filippini che celebrano i 500 asnni dell’evangelizzazione delle Filippine. Auguri. E avanti con la gioia del vangelo. A tutti aiguro una buona domenica. Per favore non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci.

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La Parola in Famiglia – domenica delle Palme - 28.03.2021 - anno B

Mettiamoci attorno alla Parola di Dio come discepoli del Signore. Genitori e figli sono tutti ascoltatori di questa parola che èGesù. Ci si sente uniti e incamminati sulla stessa strada verso un'unica meta: la perfezione nell'amore. In un mondo di tantaconfusione, Gesù è la luce che illumina la strada.

Allora dedicate 10-15 minuti spesso, se non ogni giorno, ad ascoltare insieme la Parola di Dio, utilizzando questo piccolostrumento che ci propone la lettura e la riflessione su Gesù e sulla nostra vita secondo il vangelo di Marco 14,1-15,47

Dal profeta Isaia 50,4-7 - Salmo: 21 - dalla lettera ai Filippesi 2,6-11

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DOMENICA DELLE PALME Benedizione dell0livo.

Fratelli carissimi,

questa assemblea liturgica è preludio alla Pasqua del Signore, alla quale ci stiamo preparando con la penitenza e con le opere di carità fin dall'inìzio della Quaresima. Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e risurrezione.

Accompagniamo con fede e devozione il nostro Salvatore nel suo ingresso nella città santa, e chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce, per essere partecipi della sua risurrezione.

Preghiamo.

Accresci, o Dio, la fede di chi spera in te, e concedi a noi tuoi fedeli, che rechiamo questi rami in onore di Cristo trionfante, di rimanere uniti a lui, per portare frutti di opere buone. Per Cristo nostro Signore.

E senza a dire, asperge i rami con l'acqua benedetta.

Dal vangelo secondo Marco11,1-10

Il brano di Marco ha tutte le caratteristiche di un reportage abbellito da un dialogo con i padroni dell'asinelio e non privo, nel grido delle folle, di un colorito politico. Non si parla del « figlio di Davide », ma del « regno del padre Davide » (v. 10). Gesù ha l'aspetto di un turista che osserva tutto ciò che vede e se ne va (v. 11). Il fatto dev'essere spiegalo nel contesto: Gesù ha agito con autorità (cf 11,28); la questione davidica, e quindi il regno di Davide (12,35- 37) non esaurisce la realtà « Gesù » (cf 1,1.14): II colorito politico indica la causa umana dell'eliminazione di Cristo;

Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Betfage e Befania, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli ze disse loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinelio legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. !E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: II Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito».

'Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. 'E alcuni dei presenti però dissero loro: « Che cosa fate, sciogliendo questo asinello? ». 'Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare. Essi condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. *E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. 'Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano: Osanna!

Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!

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II - CELEBRAZIONE DELL'EUCARISTIA

Quando non c'è la processione, la Messa inizia come al solito.

ANTIFONA Sei giorni prima della solenne celebrazione della Pasqua, quando il Signore entrò in Gerusalemme, gli andarono incontro i fanciulli: portavano in mano rami di palma, e acclamavano a gran voce: « Osanna nell'alto dei cieli: Gloria a te che vieni, pieno di bontà e di misericordia ».

Preghiamo

O Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa' che abbiamo sempre presente l'insegnamento della sua passione, per partecipare alla gloria della risurrezione. Egli è Dio e vive e regna con te...

Le tre letture di questa Messa sono altamente significative per la loro intrinseca unità, mediante la quale esprimono l'intero messaggio del Cristo sofferente.

Dal profeta Isaia 50,4.7

La profezia del servo sofferente sembra descrivere in anticipo la vita e la passione di Gesù. Il suo atteggiamento di fidducia in Dio e di amore per i fratelli esorelle lo lascia in una suprema libertà di fronte ad ogni prova. Egli ha la certezza che la sua missione non è vana.

II Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati, perché io sappia indirizzare allo sfiduciato una parola.

Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come gli iniziati. Il Signore Dìo mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. II Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso.

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 21 Rii. Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?

O Signore, vieni presto in mio aiuto. Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo:

« è affidato al Signore, lui lo scampi; lo liberi, se è suo amico ».

Un branco di cani mi circonda, mi assedia una banda di malvagi; hanno forato le mie mani e i miei piedi, posso contare tutte le mie ossa.

Si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte. Ma tu. Signore, non stare lontano, mia forza, accorri in mio aiuto.

Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all'assemblea. Lodate il Signore, voi che lo temete, gli dia gloria la stirpe di Giacobbe, lo tema tutta la stirpe di Israele.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi 2,6-11

Il brano si inserisce in un contesto ben preciso: perché regni l'umiltà, l'amore e la concardia tra i fratelli è necessario avere « gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù » (2,1-5). In questa luce il brano descrive l'annientamento del Figlio di Dio. Egli non ha avuto paura e, come vero Servo sofferente, ha vissuto fino alla morte la nostra esperienza umana. Dio ha premiato la sua fedeltà, lo ha glorificato e lo ha reso Signore.

Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi

nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo e il Signore, a gloria di Dio Padre.

ACCLAMAZIONE AL VANGELO

Per noi Cristo si è latto obbediente fino alla morte, e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome

VANGELO secondo Marco 14,1-15,47 La passione del Signore.

La narrazione di Marco è quella che più si appella ai testimoni oculari: per 5 volte viene data una lista di tre testimoni (14,33; 15,2].40.43-44; 16,]). È forse la più aderente ai fatti. Solo Marco presenta la croce come vero scandalo per i discepoli (14,27) e, parlando della loro totale incomprensione di fronte al destino del Maestro (14,40; cf 8,31-33;

9,31-32; 10,32), vuol far rivivere ad ogni cristiano lo stesso loro travaglio; egli, inoltre, intende portare tutti a riconoscere che proprio nella sua morte Gesù si rivela Figlio di Dio: * // centurione, vedendolo spirare in quel modo (solo in Marco), disse: " Veramente quest'uomo era Figlio di Dio" » ( 15,39; cf 12,6 e 1,1 dove si enuncia il tema del vangelo).

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Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco Cercavano il modo di impadronirsi di Gesù per uccìderlo

Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Azzimi e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di impadronirsi di Gesù con inganno, per ucciderlo. 'Dicevano infatti: « Non durante la festa, perché non succeda un tumulto di popolo».

Ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura

Gesù si trovava a Befania nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l'unguento sul suo capo. 'Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: «Perché tutto questo spreco di olio profumato? Si poteva benissimo vendere quest'olio a più di trecento denari e darli ai poveri! ». Ed erano infuriati contro di lei. Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un'opera buona; i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me invece non mi avete sempre. Essa ha fatto ciò ch'era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarà annunziato il vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella ha fatto ».

Promisero a Giuda Iscarióta di dargli del denaro

Allora Giuda Iscarióta, uno dei Dodici, si recò dai sommi sacer-dati, per consegnare loro Gesù. "Quelli all'udirlo si rallegrarono e promisero di dargli denaro. Ed egli cercava l'occasione opportuna per consegnarlo.

Dove posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli?

Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua? ». "Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo "e là dove entrerà dite al padrone di casa: II Maestro dice:

Dov'è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli? "Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, già pronta; là preparate per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.

Uno di voi, che mangia con me, mi tradirà

"Venuta la sera, egli giunse con i Dodici. "Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: « In verità vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». "Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l'altro: «Sono forse io?». "Ed egli disse loro: « Uno dei Dodici, colui che intinge con me nel piatto. "Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!

Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza.

"Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo ». "Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. "E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza, versato per molti. "In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno at cui lo berrò nuovo nel regno di Dio».

Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte

E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. "Gesù disse loro: « tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto: " Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse ". Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea».

"Allora Pietro gli disse: « Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò ». "Gesù gli disse: « In verità ti dico:

proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte ». "Ma egli, con grande insistenza, diceva: « Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano anche tutti gli altri.

Gesù cominciò a sentire paura e angoscia

"Giunsero intanto a un podere chiamato Getsemani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego».

"Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. "Gesù disse loro: « La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». "Poi, andato un po' innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora. ME diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu ». "Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro: « Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola? "Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spunto è pronto, ma la carne è debole ». "Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole. "Ritornato li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli. "Venne la terza volta e disse loro: «Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. "Alzatevi, andiamo!

Ecco, colui che mi tradisce è vicino ».

Arrestatelo e conducetelo via solto buona scorta

E subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. "Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: « Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». "Allora gli si accostò dicendo: «Rabbi» e lo baciò. "Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono. "Uno dei presenti, estratta la spada, colpì il servo del sommo sacerdote e gU recise l'orecchio.

"Allora Gesù disse loro: «Come contro un brigante, con spade e bastoni siete venuti a prendermi. "Ogni giorno ero in mezzo a voi a insegnare nel tempio, e non mi avete arrestato. Si adempiano dunque le Scritture! ». "Tutti allora, ab- bandonandolo, fuggirono. s'Un giovanotto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono. "Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo.

Sci tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?

"Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. "Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del sommo sacerdote; e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al

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fuoco. "Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinèdrio cenavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. ''Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro testimonianze non erano concordi. "Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui, dicendo: "«Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d'uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d'uomo ». "Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era concorde. "'Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te? ». "Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto? ».

"Gesù rispose: « Io lo sono! E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con te nubi del ciclo

"Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? "Avete udito la bestemmia; che ve ne pare? ». Tutti sentenziarono che era reo di morte. "Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli: « Indovina ». I servi intanto lo percuotevano.

Non conosco quell'uomo che voi dite

"Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote "e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: « Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù ». "Ma egli negò: « Non so e non capisco quello che vuoi dire ».

Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò. "E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: « Costui è di quelli ».

"Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: « Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo».

"Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: « Non conosco quell'uomo che voi dite ». "Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che il gallo canti due volte, mi rin- negherai per tre volte». E scoppiò in pianto.

Volete che vi rilasci il re dei Giudei?

[15-'Al mattino i sommi sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinèdrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo condussero e lo consegnarono a Filato. 'Allora Filato prese a interrogarlo: « Sei tu il re dei Giudei? ».

Ed egli rispose: « Tu lo dici ». 3I sommi sacerdoti frattanto gli muovevano molte accuse. 'Filato lo interrogò di nuovo:

«Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano! ». 'Ma Gesù non rispose più nulla, sicché Filato ne restò meravigliato.

'Per la festa egli era solito rilasciare un carcerato a loro richiesta. 'Un tale chiamato Barabba si trovava in carcere insieme ai ribelli che nel tumulto avevano commesso un omicidio. 'La folla, accorsa, cominciò a chiedere ciò che sempre egli le concedeva. 'Allora Filato rispose loro: «Volete che vi rilasci il re dei Giudei?». "Sapeva infatti che i sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. "Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba. "Filato replicò: « Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». "Ed essi di nuovo gridarono:

« Crocifiggilo! ». "Ma Filato diceva loro: « Che male ha fatto? ». Allora essi gridarono più forte: « Crocifiggilo! ». "E Filato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

Intrecciata una corona di spine, gliela misero sul capo "Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte. "Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo. "Cominciarono poi a salutarlo: « Salve, re dei Giudei! ». "E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui. "Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

Condussero Gesù al luogo del Golgota

"Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce. "Condussero dunque Gesù al luogo del Golgota, che significa luogo del cranio, "e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Crocifissero con lui due ladroni

"Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. "Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. "E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: II re dei Giudei. "Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra. ["].

Ha salvato altri, non può salvare se stesso!

"I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: « Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni,

"salva te stesso scendendo dalla croce! ». "Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: «Ha salvato altri, non può salvare se stesso! "li Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.

Gesù, dando un forte grido, spirò

"Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. "Alle tre Gesù gridò con voce forte:

Eloì, Eloì, lama sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? "Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Ecco, chiama Elia! ». "Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce». "Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

[Qui si genuflette e si fa una breve pausa]

"II velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso. 3'Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: « Veramente questo uomo era Figlio di Dio! ».] "C'erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Joses, e Salòme, "che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

Giuseppe fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro "Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, "Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinèdrio, che aspettava anche lui il regno di Dio,

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andò coraggiosamente da Filato per chiedere il corpo di Gesù. "Filato si meravigliò che fosse gii morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo. "Informalo dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. "Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia.

Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro. "Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Joses stavano ad osservare dove veniva deposto.

PER L’ATTUALIZZAZIONE

Gesù viene osannato e acclamato: il Messia entra in Gerusalemme in groppa ad un asinelo mite ed umile, come profetizzato in Zaccaria. Tutti sventolano rami d'ulivo per acclamare il liberatore, il salvatore; ma non lo sarà secondo le attese umane, infatti quasi tutti lo abbandoneranno nell'ora della croce. Gesù non è venuto né a lare un colpo di stato e né a riformare l'economia: Dio si è fatto uomo per liberarci dal dominio

del peccato (che sta alla base di tutti gli altri problemi) e della morte, donandoci lo Spirito di Dio e con esso la possibilità di vivere, uniti a Lui, una vita piena, eterna e beata. Rifiutato e disprezzato, il Figlio di Dio non si tirerà indietro, amandoci sino in tondo, sino alle estreme conseguenze della croce, insegnandoci cosi l'arte di vivere e di amare.

Il Vangelo ci propone la passione eli Gesù, un vero collirio per l'anima che apre i nostri occhi sull'amore infinito del Signore verso ognuno di noi. Un'intellettuale si professava atea. Un giorno le cadde addosso una notizia tremenda: .mia figlia di sedici anni ha un tumore alle ossa. La operano. La ragazza torna dalla sala operatoria martoriata, con tubi, fondini, flebo da tutte le parti. Soffre terribilmente, geme e non vuole sentire nessuna parola dì contorto. La mamma, sapendola pia e religiosa, pensando di farle piacere, le dice: "Vuoi che li legga qualcosa del Vangelo?". "Sì, mamma!".

"Che cosa?". "Leggimi la passione". Lei, che non aveva mai letto il Vangelo, corre a comprarne uno dai cappellani. Si siede accanto al letto e comincia a leggere. Dopo un pò ' In figlia si addormenta, ma lei continua, nella penembra, a leggere in silenzio fino alla fine, "la figlia si addormentava - diceva lei stessa più tardi - e la mamma si destava!". Si destava dal suo ateismo. La lettura della passione di Cristo le aveva cambialo per sempre la vita. (R.

Cantalamcssa).

E quanti santi hanno trovato e ci consigliano di trovare nell'assidua meditazione della passione nutrimento e sostegno indispensabile per l'anima!

Nella passione secondo Marco, ci troviamo davanti a diverse situazioni e personaggi che da una parte fanno emergere lo squallore del peccato degli uomini e la sofferenza che arreca; dall'altra, la grandezza dell'amore e della fedeltà verso gli uomini del Dio-uomo Gesù, che siamo chiamati a far vivere in noi, imitandolo nella vita quotidiana. Abbiamo i dirigenti del tempo, alcuni sacerdoti e maestri della legge che avevano deciso di uccidere Gesù, chiusi nei loro interessi e nella loro presunzione di essere nel giusto: io sono forse come loro? Sono aperto alla verità, o quando una cosa non mi conviene, o quando qualcuno mi scomoda o mi rimprovera con il suo buon esempio, cerco di non sentire, o peggio, di mettere a tacere quella persona? Ci sono le folle che a Gerusalemme osannavano Gesù, ma che - tranne poche donne e un discepolo - lo abbandoneranno nell'ora della passione: e noi, siamo di quelli che acclamano il Signore fin quando va tutto bene, ma che poi lo abbandonano nei momenti di prova, di difficoltà, quando si è chiamati a decidersi per lui, sopportando per amore suo sofferenze e incomprensioni? C'è Filato, il governatore, che tra il favore della maggioranza e la difesa del debole innocente, sceglie la maggioranza; io sono forse come lui? So schierarmi dalla parte della giustizia, assumendomi le mie responsabilità, o per codardia preferisco lavarmi le mani? So difendere chi è più debole, o mi schiero dalla parte dei bulli, dei forti, degli arroganti, del tornaconto personale, arrivando a schernire e condannare l'innocente? Abbiamo Giuda, che tradisce il Maestro per 30 monete; io quando sono con gli altri, vendo per vergogna il Signore? Sia Giuda che Pietro hanno rinnegato Gesù, ma mentre Pietro si è lasciato raggiungere e toccare dallo sguardo misericordioso di Dio, piangendo per i suoi peccati e lasciandosi perdonare dal Signore, Giuda si è disperato, morendo suicida. Io so piangere per i miei peccati, chiedendo perdono a Dio? o proseguo, illuso di non aver bisogno del perdono di Dio, negando o disperandomi orgogliosamente per i miei peccati? Abbiamo poi i discepoli che dormono, mentre Gesù prega e avrebbe bisogno del loro sostegno; e la mia fede com'é? Abbioccata? E la mia attenzione verso chi mi sta vicino?

C'è poi un discepolo, che pensa di risolvere tutto a colpi di spada: sono forse anche io cosi, incapace di ragionare e di dialogare, schiavo dell'ira, sempre e solo pronto ad averla vinta io? Ci sono poi i capi che istigano la folla al male, piegandola ai propri interessi, e i giudici nel tribunale che cercano solo il proprio tornaconto; c'è la folla che con una coscienza totalmente ottusa, sceglie Barabba al posto del tìglio di Dio. F. io somiglio forse a loro, che tra ciò che è bene e ciò che è male, scelgo solo ciò che mi conviene? Ci sono i soldati, che si divertono ad infierire e schernire una povera vittima, giusto per sete di rivalsa, scaricando su di lui le loro frustrazioni: sono forse come loro? Coniglio coi forti. Icone coi deboli? Uso chi mi sta vicino, moglie, marito o figli come "sacco da boxe antistress"? E ci sono i passanti, che scherniscono e frustrano Gesù in croce, chiedendogli dimostrazioni di forza; e io sono come loro? Tento Dio, pretendendo che faccia cosa gli dico io? Ma ci sono anche quelli che sostengono il Signore: c'è Simone di Cirene, costretto a portare la croce, che si lascia coinvolgere nella vicenda di quel povero condannato, diventando poi credente in Gesù con tutta la sua famiglia. C'è poi il centurione, clic davanti al modo di soffrire e di amare del Signore, si apre alla fede, confessando la divinità di Gesù: e io so riconoscere l'amore di Dio in Gesù? Lo confesso davanti agli altri con la mia testimonianza di vita? Infine abbiamo le donne che seguono fedelmente il Signore, pregando con attenzione, e Giuseppe, che ne richiederà a Filato la salma. E io amo il Signore? Lo aiuto nella persona dei bisognosi facendomi carico delle loro sofferenze? L'ho capito che ora Dio non ha che le mie braccia e le mie mani per accarezzare, confortare, istruire? Dinnanzi a tutto ciò chiediamoci: Dov'è il mio cuore? A anale di queste persone io assomiglio? Che questa domanda ci accompagni durante tutta la settimana (Papa Francesco).

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Scambio di doni - segni domenicali dal Bangladesh

// ministero della consolazione. - In molte chiese del Bangladesh la stagione della malattia dei membri della comunità cristiana non rimane un affare segreto e deprimente, ma diventa un tempo di fede condiviso con i fratelli di fede. Per tale ragione, in alcune Diocesi è stato riproposto il ministero della consolazione. Alcuni cristiani hanno assunto il compito di tenere informata la comunità cristiana dello stato di salute degli ammalati più gravi, di portare loro conforto e di provvedere a qualche loro precisa necessità. Per coinvolgere l'intera comunità cristiana, alla fine della messa domenicale, il leader della comunità, che non è mai il sacerdote, sale all'altare e informa sullo stato di salute degli ammalati. Invita alla preghiera, a portare il conforto di una visita, e a sostenere anche con qualche ora di assistenza quelle persone che sono particolarmente bisognose dì aiuto. E per molti la domenica pomeriggio diventa il momento propizio per andare a far visita ai malati più gravi, agli infermi, agli handicappati, alle persone anziane.

IL VANGELO SECONDO ADEL

sono medico, neurologo per la precisione. Mio padre è stato colpito alla testa e io per quaranta minuti sono stato accanto a lui cercando in ogni modo di prestargli soccorso senza riuscire a fare niente per aiutarlo. L'ho visto morire tra le mie braccia».

Adel, cinquant’anni, palestinese, è membro di Parenti Circle, associazione che unisce cinquecento famiglie israeliane e palestinesi che hanno perduto nel conflitto uno dei loro cari. Accanto a lui c’è Robi, israelita, a testimoniare l'unione tra i due popoli. «La nostra associa zione» dice, «è nata nel 1994 grazie all'impegno di un israeliano che aveva perso il figlio nel conflitto. Oggi siamo in tanti a credere che solo il dialogo, la riconciliazione, il perdono possano porre fine a queste violenze inutili e restituirci la pace».

«È stato un grande evento», racconta ancora Adel, «quando l’8 ottobre 2002 nove palestinesi che avevano perduto i l oro cari in guerra, accompagnati da israeliani che condividevano lo stesso dolore, si sono recati alla Banca del Sangue di Gerusalemme come donatori a favore dei feriti israeliani. E poco più tardi, nella stessa giornata, nove israeliani hanno fatto lo stesso presso l’ospedale governativo di Ramallah, scelto dai palestinesi. Gli israeliani non capiscono le sofferenze dei palestinesi, i quali non riconoscono le paure degli israeliani. Il distacco e la mancanza di comunicazione tra le due società non fanno che aumentare la paura e incentivare l'odio, e così permettono ai governanti di continuare il loro gioco facendo leva proprio sul dolore e la paura che divide , due popoli».

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PICCOLE STORIE PER L’ANIMA - Il cespuglio spinoso

Era cresciuto sui fianchi del monte e si era inebriato di aria e di sole. Ma dopo i primi tempi in cui era un germoglio verde tenero, i suoi rametti contorti e sgraziati si erano coperti di spine sgradevoli e appuntite. Era detestato dagli uccelli e dalle pecore, alle quali senza volerlo strappava bioccoli di lana quando lo sfioravano. Perfino le capre, che non sono schizzinose e brucherebbero anche le pietre, lo evitavano.

Gli altri cespugli e gli arbusti sfoggiavano fiori e foglie e taluni perfino dei frutti. Il povero cespuglio spinoso produceva solo spine. Il vento della sera gli portava il disprezzo e la derisione delle altre piante. Ma quando Dio volle parlare con Mosè, scelse l'umile cespuglio spinoso sui fianchi della montagna.

E il cespuglio divenne il trono di Dio, splendente più del sole, ardente di bagliore e di fuoco come se ognuna delle sue spine si fosse trasformata in una pietra preziosa dai mille riflessi di luce purissima.

La scolaresca era in fila davanti alla mostra delle più grandi invenzioni del secolo. La maestra cercava di preparare i bambini a quello che avrebbero visto.

«Chi sa dirmi una grande invenzione di oggi, che non c'era vent'anni fa?» chiese.

«Io, signorina!» affermò convinto un bambino, puntandosi l’indice al petto.

O Signore, insegnami che io ho bisogno di Te, tanto quanto Tu hai bisogno di me. Se io non avessi Te chi potrei pregare?

Se Tu non avessi me chi ti pregherebbe?

UN MOMENTO DI BUON UMORE

C’è parrocchia e parrocchia: Siamo in quaresima. H parroco dall'altare predica: II Signore per nostro amore si è sottoposto ad indicibili tormenti per espiare i nostri peccati e riconciliarci con il Padre... Battetevi il petto, amati parrocchiani!

E tutti, nella chiesa, si battevano il petto. Continua col dire: - II Signore, per nostro amore, ha subito la dolorosa crocifissione: piangete, amati parrocchiani! E tutti a piangere. Solo uno, in fondo alla chiesa, non si uniformava ai vari gesti dei fedeli. Il parroco lo nota e: - Tu, perché non ti batti il petto e non piangi? - Io? .. .Io non sono di questa parrocchia!

La provvidenza: Il parroco vuole convincere i parrocchiani della bontà della provvidenza di Dio. Ad un tratto scoppia un temporale e comincia a diluviare. Allora alza la voce e dice: - Vedete come è provvidente il Signore! Noi ce ne stiamo qui tranquilli al coperto e Lui è là fuori che lava le nostre automobili!

La rarità delle risate nella storia della Chiesa dipende proprio da questo: La speranza ha fatto cilecca nel cuore dei credenti. C’è stato più timore che umorismo, perciò più paura che gioia, più lacrime che sorrisi, più moralismo che amore, più devozione che fede.

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