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Dove si applica il codice della strada?

5 Marzo 2021Redazione

Areee, spazi, cortili, parcheggi e vie dove valgono le norme del Codice della strada e dove opera la copertura assicurativa.

Il Codice della strada esiste per regolare la circolazione dei pedoni, dei veicoli e

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degli animali sulle strade. Lo dice lo stesso articolo 1. Ma cosa si intende per

«strade»? Più in particolare, dove si applica il Codice della strada?

Siamo comunemente portati a pensare che il Codice della strada si applichi solo sulle strade pubbliche. Ma non è così. Come vedremo nel corso della seguente guida, le norme sulla circolazione valgono anche sulle aree private aperte al pubblico come, ad esempio, i piazzali dinanzi ai centri commerciali, i cortili dei condomini, gli spazi destinati alla sosta e quelli circostanti ai rifornimenti di carburante.

Perché mai è necessario sapere dove si applica il Codice della strada? In primo luogo, per stabilire dove la polizia può comminare le sanzioni in caso di violazioni delle regole sulla circolazione; ma anche per definire l’eventuale copertura assicurativa nel caso in cui si verifichino incidenti o tamponamenti. E, difatti, solo dove si applica il Codice della strada intervengono le norme sull’assicurazione obbligatoria. Ma procediamo con ordine.

Cos’è una strada?

L’articolo 2 del Codice della strada ci dice cos’è una strada: si tratta di un’area di uso pubblico in cui possono circolare pedoni, animali e veicoli.

Con il concetto di «circolazione» non si intende poi solo il movimento ma anche la sosta e ogni altra attività funzionale al veicolo. Questo significa, ad esempio, che il Codice della strada – e quindi la copertura assicurativa – vale anche nel caso di incidenti determinati da un’auto mal parcheggiata [1] o in sosta mentre effettua operazioni di carico e scarico di merce in prossimità di un negozio.

Vediamo ora cosa si intende con «veicoli». Sbaglia chi ritiene che si tratti solo delle automobili o degli autocarri. In tale categoria, rientra qualsiasi mezzo di tipo meccanico come, ad esempio, le biciclette, le motociclette, le slitte, ecc.

Sono esclusi dalla categoria dei veicoli, e quindi non soggetti al Codice della strada, i mezzi guidati dai bambini, come i tricicli, e quelli delle persone disabili, cioè le carrozzine a spinta manuale o elettrica.

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Quali sono le strade?

Il citato articolo 2 del Codice della strada elenca poi le strade, classificandole per categorie in base alle loro caratteristiche. Le strade possono essere: autostrade, strade extraurbane principali, strade extraurbane secondarie, strade urbane di scorrimento, strade urbane di quartiere, strade locali, itinerari ciclopedonali.

Le strade extraurbane si distinguono, a loro volta, in strade statali, regionali, provinciali e comunali.

Dove si applica il Codice della strada?

Alla luce di ciò, possiamo già dire che il Codice della strada si applica a tutte le strade appena elencate in quanto pubbliche. Ma non solo.

Esso vale anche nelle aree di proprietà privata aperte al pubblico. Ciò che conta, dunque, non è la proprietà della strada (se privata o pubblica) ma il fatto che essa sia aperta al transito indiscriminato di terzi.

Dunque, in un sentiero campagnolo, che conduce ad una proprietà privata, ove il transito è interdetto da una sbarra, non si applica il Codice della strada poiché nessuno, al di fuori dei soggetti autorizzati, vi può accedere. Viceversa, se si tratta di una strada privata ove vi è una servitù di passaggio in favore della collettività – e dove, pertanto, chiunque può transitare – si applica il Codice della strada.

Questo principio ha numerose applicazioni pratiche perché, come vedremo a breve, sono numerose le strade private aperte al pubblico transito ove quindi di applica il Codice della strada.

Area privata: si applica il Codice della strada?

Abbiamo appena detto che una strada di proprietà privata accessibile al transito pubblico è soggetta alle stesse norme di una strada pubblica: su di essa quindi si applica il Codice della strada e, conseguentemente, in caso di incidente, vale la copertura assicurativa (per cui, a risarcire i danni, sarà la compagnia).

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A questo punto, non rileva se l’area privata sia di proprietà di un singolo soggetto, di un condominio, di una società commerciale, di un’associazione o un ente. Ciò che conta è il fatto che non vi siano recinzioni o altri impedimenti per escludere l’accesso indiscriminato di terzi.

Come chiarito dalla Cassazione [2], la definizione di “strada”, che comporta l’applicabilità della disciplina del relativo Codice, non dipende dalla natura, pubblica o privata, della proprietà di una determinata area, bensì dalla sua destinazione ad uso pubblico, che ne giustifica la soggezione alle norme del Codice della strada per evidenti ragioni di ordine pubblico e sicurezza collettiva.

A tal fine, potrebbe essere determinante la presenza di un cartello con avvisi come «strada privata», oppure «vietato l’accesso agli estranei», o ancora

«parcheggio riservato ai condomini e ai clienti delle attività commerciali».

Difatti, quando la circolazione all’interno di tali aree è consentita a particolari categorie di persone, individuate ed autorizzate dal proprietario, non si può più parlare di area pubblica ma di area privata. Si pensi a un negozio che mette a disposizione il parcheggio solo ai clienti; tale volontà deve essere esplicita e facilmente percepibile da parte di chi intenda accedere all’area, che, in tale ipotesi, si deve intendere privata e non aperta al pubblico passaggio. In tutti i casi la pubblicità o meno dell’area deve essere palese e deducibile, o dalle caratteristiche del luogo, o da opportune strutture atte a limitarne l’accesso (cancelli, transenne, cartelli, ecc.).

Parcheggio condominiale: si applica il Codice della strada?

Le regole appena elencate valgono innanzitutto in ambito condominiale. Se l’accesso al cortile del condominio è consentito solo alle auto a ciò autorizzate, cioè a quelle dei condomini che vi risiedono ed è chiuso al pubblico – si pensi al caso in cui vi sia un cancello, una sbarra o altre recinzioni – allora non si applica il Codice della strada. E questo perché l’area non può essere equiparata a una strada a uso pubblico, cioè aperta ad un numero indeterminato di persone aventi la possibilità lecita di accedervi. In tali casi, non è neanche possibile, in caso di incidente stradale, l’azione diretta verso la propria compagnia di assicurazioni [3].

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A tal fine, potrebbe rilevare la presenza di negozi o altre attività commerciali all’interno del condominio con conseguente possibilità, per i relativi clienti, di parcheggiare l’auto nello spiazzo condominiale. Questa indiscriminata libertà rende l’area di uso pubblico e, quindi, soggetta alle norme del Codice della strada.

Parcheggio supermercato o centro commerciale: si applica il Codice della strada?

Anche i parcheggi dei supermercati sono considerati aree private a uso pubblico. Secondo la Cassazione [4], è pubblica anche l’area antistante un centro commerciale o un supermercato, quella cioè destinata al parcheggio dei clienti. E ciò a prescindere dal fatto che sia al coperto o al chiuso. Quindi, in caso di incidente in un parcheggio, opera la copertura assicurativa.

Come ha scritto la Suprema Corte, «l’area di parcheggio destinata agli utenti di un ipermercato – ancorché sia di proprietà privata, sia inclusa per intero in uno stabile di proprietà privata (nella specie, al piano interrato dell’edificio ove aveva sede l’ipermercato) e sia delimitata da strutture destinate a regolare l’accesso dei veicoli (sbarra di ingresso) – è da ritenere aperta all’uso da parte del pubblico e ordinariamente adibita al traffico veicolare, considerato che chiunque ha la possibilità di accedervi». Pertanto, la circolazione automobilistica all’interno della suddetta area è soggetta alle norme del Codice della strada.

Parcheggio cinema: si applica il Codice della strada?

Anche i parcheggi dei cinema – benché al coperto – sono soggetti al Codice della strada. E ciò per via della possibilità di accesso aperta al pubblico transito. Il principio non vale invece per l’area soggetta a restrizioni, come il pagamento del ticket.

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Parcheggio pompa di benzina: si applica il Codice della strada?

Infine, non resta che valutare l’eventuale applicabilità del Codice della strada alle aree di sosta per il rifornimento. Anche queste, poiché accessibili indiscriminatamente a tutti gli utenti, sono soggette al Codice della strada e, quindi, alle regole sulla copertura assicurativa.

Parcheggio a pagamento: vale il Codice della strada?

Nel caso di parcheggio delimitato da una transenna, con apertura solo dietro pagamento del biglietto, non si può più parlare di area pubblica e quindi non si applica il Codice della strada. Difatti, non può ritenersi di uso pubblico quell’area privata, anche se in diretta comunicazione con aree pubbliche, cui possa accedersi solo in funzione dell’attività o dei servizi che in essa vengono svolti. Si deve quindi far riferimento alla limitazione soggettiva che esclude la circolazione indiscriminata della generalità dei veicoli.

Come si stabilisce la responsabilità in caso di incidenti in aree private

Nelle aree private, non possono applicarsi le sanzioni previste per le infrazioni al Codice della strada. Tuttavia, le regole del Codice stesso servono per individuare la responsabilità in caso di incidenti. Per cui, fermo restando che in questi casi la responsabilità sarà del conducente del veicolo e del relativo proprietario, non invece dell’assicurazione, per stabilire la colpa dello scontro si applicheranno le comuni regole stradali.

Dunque, per quanto attiene alle norme di comportamento che regolano la circolazione all’interno delle aree private, sono pienamente applicabili quelle previste nel Codice della strada, anche nel caso si tratti di un’area privata non aperta al pubblico, ma ciò solo ai fini di un’eventuale determinazione in ordine alla responsabilità civile e/o penale, non potendosi applicare le sanzioni previste dal Codice.

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[1] Cassazione civile sez. III, 18/01/2019, n.1280 secondo cui «Nell’ampio concetto di circolazione stradale indicato nell’art. 2054 c.c. è compresa anche la posizione di arresto del veicolo, sia in relazione all’ingombro da esso determinato sugli spazi addetti alla circolazione, sia in relazione alle operazioni eseguite in funzione della partenza o connesse alla fermata, sia ancora con riguardo a tutte le operazioni che il veicolo è destinato a compiere e per le quali esso può circolare. Ne consegue che per l’operatività della garanzia per la r.c. auto è necessario il mantenimento da parte del veicolo delle caratteristiche che lo rendono tale sotto il profilo concettuale e, quindi, in relazione alle sue funzionalità, sia sotto il profilo logico che sotto quello di eventuali previsioni normative, risultando, invece, indifferente l’uso che in concreto si faccia dell’automezzo, sempre che rientri in quello proprio rispetto alle sue caratteristiche».

[2] Cass. sent. n. 14367/2018.

[3] C. App. Milano, sent. n. 3470/2017.

[4] Cass. sent. n. 17279/2009.

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