Il Dhamma * è tale solo, se lo si mette in pratica
di S.N. Goenka.
Trascrizione e adattamento della prima della serie di 44 conferenze di Goenka, trasmesse su Zee TV, India
Signore e Signori che amate il Dhamma, cerchia- mo di comprendere che cosa esso sia. La sua defini- zione è sviluppo di una mente pura. Nella mente pura ci sono felicità, pace e appagamento. Lo svilup- po di una mente impura, dove ci solamente soltanto dolore, frustrazione, irrequietezza, è anti Dhamma.
Qual è l’ essenza di Dhamma? La sua essenza è la pratica meditativa. Senza di essa, il Dhamma non dà benefici, ma resta tema di speculazione intellettuale ed eventualmente di scontro.
Le leggi di natura nella vita quotidiana
Qualche esempio. È inverno, un uomo trema dal freddo. Il suo cappotto, un bel cappotto, è sull’attac-
* (n.d.r.) Dhamma: deriva dalla radice indoeuropea dhr che significa sostenere, stabilizzare. Dhamma è difficilmente traducibile ed ha molti significati: l’ordine che stabilizza e governa l’universo, la legge morale con i doveri religiosi e sociali, la dottrina o legge, predicata dal Buddha. Nell’insegnamento del Buddha, Dhamma significa: fenomeno,elemento, stato mentale, oggetto mentale, caratteristica, qualità.
capanni. Lui ne parla, lodandone la qualità: - È mio, è caldissimo, di lana fine. Continua a parlarne e a tremare, invece d’indossarlo. Una situazione davve- ro infelice! Un altro ha la gola arsa dalla sete e quindi molto avvilito. Ha dell’acqua, vicino; e ne tesse le lodi: - Oh ruscello, quanta preziosa acqua doni! Ma non ne beve una goccia. Che situazione penosa! An- cora: uno è attanagliato dalla fame; gli viene messo davanti un piatto di cibo e lui: - Che cibo prelibato, che cibo gustoso! Loda il cibo e chi l’ha cucinato, ma non ne mangia un boccone, e rimane con la sua fame. Che situazione disgraziata. Un malato è ir- requieto e afflitto per il suo male. Tesse le lodi della medicina che tiene sul comodino e del medico che l’ha prescritta; però non la prende.
Analogamente si comporta, chi fa del Dhamma, delle leggi di natura, argomento di conversazione, di- battito, lite: - La mia religione (o filosofia o maestro, n.d.r.) è grande, la tua non vale niente. È da qui che nascono guerra e assassinio.* È così che si cominciano ad appiccare incendi, a causare disordini. È così che si comporta, chi non osserva la realtà interiore con la meditazione. Qualunque cosa si consideri come la propria religione, per essa si sviluppa attaccamento. Il vero Dhamma, la legge morale, invece, non è circo- scritta a una gruppo o a una setta, ma è la quintes- senza di tutte le religioni: la coltivazione della purezza mentale. Se ce ne dimentichiamo, in suo nome può avvenire qualunque cosa!
* La conferenza è rivolta a un pubblico indiano. I termini
Chi purifica la mente, verifica che il Dhamma si riflette nel comportamento: questo è vero Dhamma.
(n.d.r: la qualità, la caratteristica di causa ed effetto che regola le leggi dell’universo.) Se la mente non è pura, ha solo irrequietezza, avversione, rabbia, odio.
Se la mente è purificata, si colma di pace e appaga- mento; e non può recare danno a nessuno, nemme- no a se stessi, ma crea pace e appagamento per se e per gli altri.
Dhamma è universale, come i suoi benefici
Appartiene a tutti, senza confini, e beneficia chiun- que lo pratichi correttamente, senza distinzioni di re- ligione, nazionalità, lingua o etnia. Ci si può definire indù, buddhista, giainista, cristiano, musulmano, sikh, parsi, israelita o ateo: i suoi benefici concre- ti sono gli stessi. Usanze, filosofie, rituali, festività, l’abiti, sono diversi nelle diverse società, comunità e abiti religioni; ma queste differenze non coinvolgono il Dhamma, che è universale. La natura della mente pura è universale in tutti i luoghi del mondo. Che differenza c’è tra la purezza della mente di un indù, dalla purezza della mente di un buddhista, di un giai- nista, di un musulmano o di un cristiano? La purezza è purezza! Anche pace e felicità non sono indù, mu- sulmane, buddhiste o giainiste.
Il Dhamma è eterno. Chi purifica la mente porta felicità a se e agli altri, chiunque sia, in qualunque luogo viva e in qualunque tempo.
Anche il male è universale. Se la mente si conta- mina, se si riempie d’impurità come odio, falsità, gelosia, invidia, arroganza, si è destinati a soffrire, sia che ci si definisca indù, musulmani, buddisti, cristiani, sikh, ebrei, parsi, agnostici o atei. India- ni, pachistani, birmani, cingalesi, americani, russi, giapponesi e cinesi, tutti soffriamo, se generiamo impurità.
Non è possibile generare rabbia e allo stesso tem- po provare pace e armonia. Non è possibile generare amore, compassione, pace e, allo stesso tempo, prova- re infelicità. Appena la mente diventa pura, si riempie delle sue buone qualità.
L’aspetto esteriore non fa differenza: un uomo con i capelli raccolti sulla sommità della testa che genera rabbia, soffre, come l’uomo con la barba lunga e quello col cranio rasato. Sia che si indossino abiti gialli o rossi, neri o bianchi, o che ci si tolgano tutti gli abiti, se si generano impurità mentali, si soffre. Se si generano impurità , si agisce contro il Dhamma, la legge di natura, e la punizione è istantanea: la mente si riempie di sofferenza (agitazione, frustrazione, ecc.).
Il Dhamma è semplice: appena contaminiamo la mente, ce ne allontaniamo e riceviamo la punizione im- mediata: ci sentiamo afflitti dall’infelicità; appena pu- rifichiamo la mente, otteniamo la ricompensa e ci sen- tiamo in pace e sereni. Mettiamolo in pratica, dunque!
Le esteriorità non fanno la differenza. Doman- diamoci solo: - Sto praticando?
La sola differenza è se medito oppure no.
Per qualsiasi apprendimento occorre una formazione
Molti concordano sulla necessità di purificare la mente, ma come purificarla? Esiste una tecnica per farlo: va appresa.
È la tecnica di Vipassana, riscoperta e insegnata dal Buddha. Chi diventa Buddha - liberato completamente da bramosia, avversione e ignoranza - è colmo di compassione e di conseguenza svela la pratica del puro Dhamma.
Se si desidera mantenere il corpo forte e sano, oc- corre l’esercizio fisico. Per imparare bene ginnastica, occorre frequentare una palestra. Per imparare l’al- fabeto, occorre frequentare la scuola. Per imparare l’arte medica, occorre frequentare la facoltà di medi- cina. Analogamente, per imparare questa tecnica di purificazione mentale, occorre recarsi da insegnanti appositamente formati, in un centro di Vipassana.
Questo è lo sforzo da compiere. Pragmatica e uni- versale, va praticata correttamente e con impegno.
Da Vipashyana Patrika, Notiziario Vipassana in hindi, V.R.I. ed., India, aprile 1998.
Pubblicato sul Notiziario Vipassana Italia con il titolo originale Il Dhamma c’è per essere praticato.
Revisionato da Biblioteca Vipassana, 2013