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Sovranità alimentare:la forza dei piccoli produttori per nutrire il pianeta

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Academic year: 2022

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(1)Sommario Sovranità alimentare: la forza dei piccoli produttori per nutrire il pianeta. Introduzione. 3. Forma e Sostanza: il diritto al cibo secondo il CISA Sergio Marelli. 6. PRIMO PIANO. Assicurare il cibo per il futuro: un sommario delle scoperte IAASTD e della loro applicazione... O no! Patrick Mulvany. 11. Agricoltura al crocevia Sommario globale per i Decision Markers IAASTD. 24. Le aziende agricole a conduzione familiare: un vero potenziale per nutrire meglio il pianeta. L’esempio del Senegal Babacar Diop. 82. DOSSIER. CONTRIBUTI DAL SUD. Per un pugno di riso Donata Columbro. 89. Report of the Special rapporteur on the right to food. 92. DOCUMENTI. Committee on world Food Security Thirty sixth Session. Final report Volontari e Terzo Mondo. 1. 114 n. 4, 2010.

(2) Volontari e Terzo Mondo. 2. n. 4, 2010.

(3) Introduzione. Un futuro senza cibo a sufficienza? E quale cibo per il futuro? C’è abbastanza cibo per nutrire il pianeta? Questi sono alcuni degli interrogativi portati all’attenzione internazionale dalla FAO nel recente workshop promosso da FOCSIV e tenutosi a Roma lo scorso ottobre – Is there enough food to feed the world? The challenge of productivity and the role of small scale farmers – in collaborazione con MISEREOR1, e CIDSE2. La produzione alimentare globale, negli ultimi anni, risulta essere aumentata; come mai allora un sesto della popolazione mondiale versa ancora in stato di indigenza cronica, di fame? L’MDG1 (dimezzare la fame e la povertà estrema entro il 2015), già di per sé limitativo a detta di ampi settori della società civile transnazionale, sembra in questo ultimo scorcio del 2010 difficilmente realizzabile. Quello al cibo dovrebbe configurare, tuttavia, tra i diritti fondamentali e inalienabili per ogni persona umana, al di là di qualsiasi retorica. I miglioramenti nelle più recenti statistiche relative alla fame e alla malnutrizione che, alla vigilia del vertice sugli Obiettivi di sviluppo del millennio dello scorso settembre, conteggiano circa 100 milioni in meno di persone che soffrono di fame nel mondo, si devono in massima parte ai progressi compiuti da pochi grandi Paesi emergenti: principalmente Cina, India, Brasile e Indonesia; questi adombrano, però, una realtà sconfortante per gran parte del mondo in via di sviluppo, a cominciare dall’Africa Sub-Sahariana, dove fame e povertà coesistono ormai da troppo tempo, senza progressi duraturi. Le stime della FAO indicano come le cause non siano da imputare ad una scarsa disponibilità di derrate alimentari: attualmente ci sarebbe infatti. ––––––––––––––––––––––––––––––– 1. 2. Volontari e Terzo Mondo. Organizzazione dei vescovi cattolici tedeschi per la cooperazione allo sviluppo. La rete di Organizzazioni di Sviluppo della Chiesa di Europa e Nord America.. 3. n. 4, 2010.

(4) produzione alimentare sufficiente a sfamare 9 miliardi di persone. Il punto è, allora, capire come eliminare le sperequazioni, come agire per combattere un’ingiusta allocazione delle risorse che comporta la compresenza, a livello mondiale ma anche all’interno di molti Paesi, di denutrizione, malnutrizione e malattie correlate all’obesità. La risposta, che da più parti si leva, alle sfide attuali e future di un pianeta sempre più interdipendente e globale è basata sulla necessità di proteggere e rafforzare la piccola agricoltura, che spesso coinvolge buona parte della popolazione dei PVS e che rischia di soccombere definitivamente all’agricoltura intensiva industriale, oltre che ai ben noti fenomeni di dumping e land grabbing tuttora in corso. La piccola agricoltura è presa dunque come chiave di volta di un modello diverso, considerato che ben il 70% dei poveri nel mondo in via di sviluppo dipende proprio da tale settore produttivo, inteso in senso multidimensionale (comprendente cioè anche comparti quali l’allevamento, la pesca, la silvicoltura ecc.). Ciò che si richiede è dunque un modello basato sulle aziende agricole a dimensione familiare, attento all’ambiente, alla biodiversità e che permetta alle popolazioni di riappropriarsi della loro sovranità alimentare. È quanto viene proposto dai contributi scientifici di questo numero di Volontari e Terzo Mondo. Nella sezione Primo Piano, il Presidente del Comitato Italiano Sovranità Alimentare Sergio Marelli enuclea come sia fondamentale cambiare rotta, riguardo al modello agricolo attuale, per permettere una sopravvivenza equa e sostenibile all’agricoltura dei Sud del mondo. Patrick Mulvany, Senior Policy Adviser di Practical Action, illustra i principali assunti sottesi alla Valutazione internazionale delle scienze e tecnologie agricole al servizio dello sviluppo (IAASTD), il cui Sommario Globale per Decision Makers, dal titolo Agricoltura al crocevia, è pubblicato nella sezione Dossier. Questo report è frutto di un lungo ed accurato processo di consultazione che ha coinvolto oltre 400 attori delle istituzioni governative, organizzazioni internazionali e società civile. L’apporto scientifico di questa valutazione multi-stakeholder e approvata da 30 governi procede proprio nel senso suddetto: essa attesta come le scienze e tecnologie agricole debbano essere poste a servizio dei piccoli agricoltori, favorendo al tempo stesso la produttività e la sostenibilità socio-ambientale delle attività agricole in senso multidimensionale. Dai Sud del mondo provengono due casi studio relativi all’empowerment delle aziende agricole a conduzione familiare. Babacar Diop, Presidente della Federazione delle ONG Senegalesi, enuncia l’importanza dei piccoli produttori per il sostentamento del Senegal. Dalla CISV (Comunità Impegno Servizio Volontario, ONG socia FOCSIV) arriva invece un felice esempio di cooperazione decentrata tra la Regione Piemonte ed i piccoli agricoltori della fascia risicola del Sahel. Nella parte Documenti si trovano infine la versione integrale del Rapporto dello Special Rapporteur dell’ONU sul diritto al cibo presentato alla 65° sessione dell’Assemblea Generale di settembre 2010, così come il Rapporto finale della 36° sessione del Comitato Sicurezza Alimentare della FAO, tenutasi lo scorso ottobre a Roma. Investire nell’agricoltura a conduzione familiare, dunque, sembra essere la parola d’ordine di questo numero di Volontari e Terzo Mondo. La crisi alimentare del 2007-2008 è stata molto di più che un mero campanello d’allar––––––––––––––––––––––––––––––– me: bisogna urgentemente invertire la rotta. 1 Volontari e Terzo Mondo. 4. n. 4, 2010.

(5) INTRODUZIONE. Tutti gli attori coinvolti, dai governi alle organizzazioni internazionali, dai contadini ai grandi imprenditori agricoli, dal negoziante al consumatore, devono prendere coscienza di questo sistema di sviluppo sbagliato che, se protratto nel tempo, porterà a conseguenze senza via di ritorno per la sostenibilità del pianeta. FOCSIV - Volontari nel mondo. Volontari e Terzo Mondo. 5. n. 4, 2010.

(6) PRIMO PIANO. Sergio Marelli *. Forma e Sostanza: il diritto al cibo secondo il CISA. Oggi vi sono migliaia di ricerche, studi di esperti autorevoli, che cercano di dare alcune risposte alla tragica questione della fame nel mondo: dai governi alle organizzazioni internazionali, dai centri studi alle organizzazioni della società civile. Ma, prima di tutto, occorre partire da una domanda che apparentemente può sembrare semplice ma che certamente non è una mera questione quantitativa: c’è abbastanza cibo per nutrire la popolazione mondiale oggi? Il Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare (CISA)1, nella sua esperienza ultradecennale, afferma con convinzione che solo i piccoli produttori agricoli sparsi in tutto il mondo possono rispondere a questo quesito con la loro esperienza quotidiana e soprattutto con dati reali: almeno il 70% della popolazione mondiale è nutrita dalla produzione agricola familiare. Eppure sono proprio i piccoli contadini di tutto il mondo la categoria maggiormente colpita dalla fame.. Dalla crisi alla presa di coscienza dell’opinione pubblica. La crisi alimentare del 2008, con le cosiddette “rivolte della fame” in numerosi Paesi del mondo e il dato ufficiale del 2009 di oltre un miliardo di persone colpite dalla fame, ha riportato la questione della sicurezza alimentare tra le priorità dell’agenda politica internazionale. Ma con scarsi risultati. L’azione insistente delle ONG e delle realtà di società civile internazionale, presente già da molto prima del 2008, pur avendo conseguito l’obiettivo di riportare all’attenzione delle governance globali lo scandalo più eclatante di questo terzo millennio, tuttavia non ha parimenti ottenuto un significativo impegno per la sua definitiva rimozione. In tale contesto, sembra essere di conforto ed incoraggiamento il fatto che, contestualmente in questo lasso di tempo, anche nell’opinione pubblica è cresciuta l’esigenza di un’informazione adeguata circa i comportamenti per un consumo critico in materia di alimentazione. Nel secondo trimestre del 2008 i prezzi dei prodotti agricoli di tutto il mondo raggiunsero picchi storici, prima di subire un calo drastico. L’inizio. –––––––––––––––––––––––––––––––. * Presidente Comitato Italiano Sovranità Alimentare Volontari e Terzo Mondo. 1. Il Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare (CISA) è la rete italiana di oltre 270 movimenti sociali ed ambientalisti, associazioni di produttori, sindacati e ong riunitesi dal 2006 per la promozione del diritto alla sovranità alimentare di tutti i popoli.. 6. n. 4, 2010.

(7) PRIMO PIANO. / For ma e Sostanza: il diritto al cibo secondo il CISA. del 2009 ha visto quasi una persona su sette nel mondo soffrire di fame cronica per arrivare a 1,02 miliardi di persone secondo i dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO). Il “polo alimentare” delle Nazioni Unite (FAO, IFAD e PAM) riferì che “i prezzi sono calati rispetto ai picchi del 2008, ma la crisi alimentare non è passata. Le tendenze più profonde dimostrano che la produzione agricola mondiale non può soddisfare la domanda crescente”.2 Nonostante le Agenzie del sistema onusiano abbiano richiesto un’azione decisa nel 2009, tale appello è rimasto inascoltato, benché si trattasse di cifre sconcertanti.. Progressi A ben poco sono serviti gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs) a macchia delle Nazioni Unite, che hanno al primo posto il dimezzamento della podi leopardo vertà estrema e della fame entro il 2015. Questi obiettivi rimangono traguar-. di lontani. Il messaggio del rapporto 2010 sugli MDGs, stilato dagli esperti delle Nazioni Unite in preparazione del Summit dei Capi di Stato e di Governo del 20 – 22 settembre 2010 a Palazzo di Vetro, è chiaro: i governi devono fare di più per mantenere gli impegni assunti nell’anno 2000, affinché in questi ultimi 5 anni dalla scadenza prevista recuperino i ritardi accumulati nel primo decennio del nuovo millennio e rendano possibile il loro raggiungimento nei tempi concordati. A New York, il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon ha chiesto agli Stati lo stanziamento di altri 45 miliardi di dollari, mentre il presidente francese Sarkozy ha creato scompiglio tra i banchieri per la proposta di tassare le transazioni finanziarie mondiali. Dal summit ancora solo un messaggio di incoraggiamento: liberare dalla miseria estrema un miliardo di esseri umani è ancora possibile. Purtroppo però diventa sempre più difficile crederci e a due terzi del percorso, cioè a dieci anni dell’assunzione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e a cinque anni dalla loro scadenza, la sintesi potrebbe essere così riassunta: alcuni progressi, pochi, ma soprattutto a macchia di leopardo. Ci sono dei Paesi e delle realtà dove effettivamente sono stati conseguiti dei progressi, per esempio pensiamo al campo dell’istruzione primaria che sicuramente ha segnato i maggiori risultati in questa decade ultima passata, ma con delle zone del mondo – a partire dall’Africa, il grande continente escluso da questi miglioramenti che sono stati ottenuti – che restano ancora completamente al di fuori da questi primi pochi insufficienti passi per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.. Intanto circa 1/6 della popolazione mondiale continua a soffrire la fame e Il modello agricolo a lottare quotidianamente in condizioni di estrema povertà, ben lontana dalpromesse dei leader della Terra e dalle analisi, troppo spesso astratte, delle del CISA le politiche nazionali di Aiuto Pubblico allo Sviluppo. Il CISA, quale rete della società civile italiana impegnata nella promozione del diritto al cibo per tutti e alla quale partecipano attivamente anche le associazioni di produttori, sostiene che lo sradicamento della fame è possibile e che non è una questione di quantità di produzione, ma di modello. Un modello agricolo di tipo familiare e che sia capace di rispettare l’ambiente e la biodiversità, di garantire un cibo sano e di nutrire ogni popolo a seconda della propria cultura e tradizione.3 Ma per permettere a questo modello agricolo di affermarsi occorre contrastare quelle politiche commerciali e agricole volte, al contrario, alla ––––––––––––––––––––––––––––––– 2. 3. Volontari e Terzo Mondo. L’ONU mette in guardia contro un’ulteriore carenza di cibo, se non si agirà con decisione: 27 gennaio, 2009: http://www.fao.org/news/story/en/item/9904/icode/ “Food sovereignty is the right of peoples to healthy and culturally appropriate food produced through ecologically sound and sustainable methods, and their right to define their own food and agriculture systems” dalla Dichiarazione di Nyéleni 2007.. 7. n. 4, 2010.

(8) Sergio Marelli. promozione del modello agro-industriale, all’incentivazione della coltivazione di Organismi Geneticamente Modificati (OGM) e di agro-carburanti e alla facilitazione di politiche di esportazione alimentare dai Paesi del Nord verso quelli poveri al fine di smaltire le eccedenze alimentari.. Il rapporto Agricultural Outlook 2010-2019. Il rapporto Agricultural Outlook 2010-2019, presentato dalla FAO e dall’OCSE nel giugno 20104 riporta dati che dimostrano come da oggi al 2019 la produzione agricola aumenterà e come il settore agricolo stia rispondendo meglio degli altri settori alla crisi economico-finanziaria globale. L’esperienza ci suggerisce però che un’analisi dell’offerta e della domanda di prodotti agricoli o dell’andamento del mercato agricolo non è sufficiente per garantire un bilancio positivo nella previsione della lotta contro la fame nei prossimi dieci anni. Infine, non possiamo sottacere la crescente preoccupazione rispetto a come nell’ultimo periodo la questione della fame nel mondo sia stata sovrastata mediaticamente dalla crisi economica globale presentata come fenomeno avulso dalle crisi ambientali e alimentari che, al contrario, ne sono parte costituente e inscindibile. Occorre mantenere alta l’attenzione su questo problema. Esistono numerose sedi in cui i governi e le istituzioni hanno potuto e possono agire: i Vertici dei G8 e dei G20, le Conferenze e i Summit delle Nazioni Unite sulla sicurezza alimentare mondiale – in modo particolare quelle organizzate dalle Agenzie del Polo alimentare romano (FAO, IFAD e PAM), le Conferenze internazionali sui cambiamenti climatici (dopo la COP 15 tenutasi a Copenaghen nel dicembre 2009, alla fine del 2010 si terrà la COP 16 a Cancun e già è prevista la COP 17 nel 2011 in Sud Africa).. Una governance globale sul cibo. Alla luce della riforma del Comitato Sicurezza Alimentare della FAO (approvata nell’ottobre 2009)5 e dei risultati della sua 36° sessione,6 tenutasi a Roma dall’11 al 16 ottobre 2010, vogliamo fare riferimento a questa importante sede decisionale, che il CISA riconosce quale luogo principale, rispetto alle altre sopracitate, per la governance globale sul cibo: lo spazio per coordinare le politiche di sicurezza alimentare attraverso il coordinamento di tutti gli attori interessati, dalle agenzie delle Nazioni Unite al settore privato alle istituzioni finanziarie internazionali e con la partecipazione attiva della società civile. Il CISA crede e sostiene questo processo che ha delle implicazioni fortissime sulle strategie di lotta all’insicurezza alimentare. In termini di processo, se pur la FAO vanti buone pratiche ampiamente riconosciute in termini di relazioni consolidate con la società civile fin dagli anni ’90, è la prima volta che viene creata una piattaforma di coordinamento globale sulle politiche alimentari dove le ONG, i movimenti sociali, le associazioni di società civile hanno un ruolo attivo e riconosciuto dagli Stati Membri della FAO. In termini di politiche, nell’ambito del nuovo CFS verranno approfondite, affrontate ed elaborate le strategie per i Paesi in stato di persistente insicurezza alimentare, le linee guida sugli investimenti legati all’utilizzo della terra per arginare il fenomeno di depredazione delle terre (land grabbing), le strategie per stabilizzare i mercati alimentari globali e l’estrema volatilità dei prezzi agricoli. In ultimo ma fondamentale, l’elaborazione del Global strategic framework, un documento che deve stabilire i principi guida ––––––––––––––––––––––––––––––– 4 5. 6. Volontari e Terzo Mondo. http://www.agri-outlook.org/dataoecd/13/13/45438527.pdf http://www.fao.org/fileadmin/templates/cfs/Docs0910/ReformDoc/CFS_2009_2_ Rev_2_E_K7197.pdf http://www.fao.org/fileadmin/templates/cfs/Docs0910/CFS36Docs/CFS_FINAL_ REPORT_REV_w_Annexes_Logos.pdf. 8. n. 4, 2010.

(9) PRIMO PIANO. Il CISA e la riforma del CFS. / For ma e Sostanza: il diritto al cibo secondo il CISA. per le strategie di lotta alla fame nel mondo verso cui devono convergere le iniziative di sicurezza alimentare già esistenti, e su cui, chiede la società civile internazionale impegnata nella lotta contro la fame, venga misurata l’accountability dei governi, partendo dalle linee guida volontarie sul diritto al cibo. La riforma del CFS ha tutte le potenzialità di offrire ai più colpiti dall’insicurezza alimentare, gli agricoltori, i produttori di cibo, i lavoratori senza terra di Asia, Africa e America latina, una possibilità di far sentire la loro voce nel dibattito globale sulle politiche alimentari. Solo quando saremo in grado di comprendere la fame e le sue cause a livello locale potremo dare input per sviluppare ed implementare le politiche per sradicarla. Il diritto al cibo è un diritto umano fondamentale, negato a milioni di persone. Esercitare tale diritto significa anche poter prendere parte ai processi decisionali che influenzano la capacità di accesso al cibo delle persone. L’approccio inclusivo e partecipatorio adottato dal nuovo CFS è un importante passo avanti verso un processo più legittimo e per questo, cercando di dare una risposta, non solo quantitativa, al quesito “C’è abbastanza cibo per nutrire il mondo?”, il CISA vuole attirare l’attenzione su questo processo perché venga sostenuto dalle istituzioni e dall’opinione pubblica e perché non diventi l’ennesima conferenza intergovernativa fatta di promesse e dichiarazioni, ma un comitato capace di dare linee guida e di prendere decisioni volte a garantire la sicurezza alimentare di tutti i popoli.. Un futuro Nel settembre 2010 la FAO ha annunciato che il numero di persone che non così roseo soffrono la fame nel mondo è sceso da 1,02 miliardi a 925 milioni.7 Restano. comunque cifre inaccettabili e che richiedono azioni immediate e la continua denuncia di quelle politiche commerciali ed economiche che hanno causato questa inarrestabile ascesa del numero di persone affamate nel mondo (si consideri cha dal 1995 al 2009 la cifra è aumentata di circa 200 milioni di unità), continuando a colpire principalmente le popolazioni dei Paesi più poveri di Africa, Asia e America Latina (sui 925 milioni stimati nel 2010, 578 milioni vivono in Asia e Pacifico e 239 milioni nell’Africa subsahariana).8 Cifre che sollecitano la continua promozione della sovranità alimentare per tutti i popoli, con tutto ciò che tale diritto comporta. La FAO ha annunciato che in questo ultimo anno il numero degli affamati nel mondo è sceso di 96,2 milioni di unità. Considerato che questo percentualmente significa un decremento di 10 punti percentuali, verrebbe da esaltarsi e preconizzare un futuro roseo. Purtroppo la notizia, così come riportata dai media, pecca di approssimazione e superficialità. Occorre soffermarsi sull’approfondimento del dato. Innanzitutto, la FAO precisa che la diminuzione del numero degli affamati è sostanzialmente localizzata in due Paesi: Cina ed India, mentre nel resto del mondo povero la situazione continua a deteriorarsi. La crescita economica delle due potenze emergenti asiatiche ha fatto sì che il potere di acquisto anche in derrate agricole dei suoi concittadini sia cresciuto, dimostrando una volta di più come oggi il problema non stia nella carenza di alimenti quanto nella loro distribuzione, ovvero nelle possibilità di accedere al cibo in quantità e qualità sufficiente per una moltitudine di persone concentrate nei Paesi dei Sud del mondo. Una prima considerazione ce la offre proprio il caso di Cina ed India. Non occorrono nuove sementi di Organismi Geneticamente Modificati (OGM), che tra l’altro ancora lasciano grandi dubbi sulla loro salubrità e che unanimemente la comunità scientifica riconosce come fonte di una nuova subdola dipendenza dalle multinazionali, ––––––––––––––––––––––––––––––– 7 8. Volontari e Terzo Mondo. http://www.fao.org/news/story/en/item/45210/icode/ http://www.fao.org/docrep/012/al390it/al390it00.pdf. 9. n. 4, 2010.

(10) Sergio Marelli. Scelte politiche, agrobusiness e piccoli produttori. e non serve incrementare la produzione. La FAO stima che già oggi vi sia cibo sufficiente per 9 miliardi di persone, tre in più degli abitanti attuali del pianeta. Da qui una seconda deduzione: i sostenitori della pianificazione familiare e coloro i quali ritengono l’incremento demografico causa principale della fame dovrebbero essere più cauti ed obiettivi. Ad ogni modo le questioni più interessanti, e peraltro meno note, stanno nelle osservazioni che la FAO ha prodotto relativamente alle cosiddette cause strutturali della fame. In primo luogo, la FAO osserva come la diminuzione delle 100 milioni di unità va di pari passo con la diminuzione degli ultimi due anni dei prezzi delle derrate alimentari sui mercati internazionali. La crisi alimentare indotta dalle speculazioni sfrenate sui prodotti agricoli dello scorso 2007 aveva spinto i prezzi al consumo a livelli mai raggiunti. Il successivo crollo delle borse e delle quotazioni, che vedono oggi la curva dei prezzi ridiscendere a livelli pre-speculazione, porta la FAO a considerare l’azione dissennata e non controllata degli speculatori tra le cause principali della fame e della malnutrizione. Se gli scorsi due anni sono stati “duri” anche per le nostre economie ricche, per i poveri sono stati un dramma quotidiano. In seconda battuta, l’Agenzia dell’ONU ritiene che il disinvestimento nell’agricoltura sia da annoverare anch’esso tra le cause del disastro. Nel 1980 gli investimenti per l’agricoltura ammontavano al 18% del totale degli aiuti ai Paesi poveri, mentre nel 2008 tale percentuale toccava i minimi del 3%. Considerando che le politiche di sviluppo agricolo oggi promosse avvantaggiano le grandi concentrazioni dell’agro-business a detrimento delle aziende su scala familiare - che nei Paesi in via di sviluppo sono la stragrande maggioranza - si può facilmente immaginare l’impatto che modelli produttivi improntati all’esportazione e allo sfruttamento dei terreni più fertili per le produzioni destinate alle tavole dei Paesi ricchi hanno sui piccoli produttori locali. Scelte politiche drammatiche per i poveri dei Sud del mondo che non mancano di conseguenze anche qui nei nostri Paesi europei. Ogni giorno, a seguito di queste scelte politiche, nella “progredita” Europa 100 piccole aziende familiari sono costrette a chiudere i battenti perché non più in grado di sostenere la concorrenza dei grandi produttori sostenuti dalle politiche in atto. Insomma, la fame è tutt’altro che una situazione di fatto e tutt’altro che una semplice questione di quantità, ma piuttosto è il risultato di scelte sbagliate, ma anche modificabili. E ad oggi una persona su sei nel mondo attende l’impegno quotidiano di governi, organizzazioni della società civile e del settore privato per promuovere ed implementare politiche in grado di invertire la rotta.. Volontari e Terzo Mondo. 10. n. 4, 2010.

(11) Patrick Mulvany *. Assicurare il cibo per il futuro: un sommario delle scoperte IAASTD e della loro applicazione... O no! La valutazione internazionale sull’agricoltura chiede con urgenza un cambiamento radicale per assicurare cibo, uguaglianza e salute nel mondo in futuro “Non possiamo lasciare le cose come stanno... Se continuiamo a concentrarci esclusivamente sulla produzione, mineremo il nostro capitale agricolo e resteremo con un pianeta sempre più degradato e diviso.” Prof. Bob Watson, direttore IAASTD ed ex scienziato capo, Banca Mondiale, marzo 2008. La prima Valutazione internazionale delle scienze e tecnologie agricole al servizio dello sviluppo (IAASTD) in assoluto è stata co-sponsorizzata da FAO, GEF, PSNU, UNEP, UNESCO, OMS e dalla Banca Mondiale. Nel 2008 è stata approvata da 58 governi.. La necessità di un cambio radicale. Secondo le conclusioni della IAASTD, se l’agricoltura – assieme al modo in cui la società si rapporta al cibo, all’agricoltura stessa, all’allevamento ed alla pesca – non cambia radicalmente, non sarà possibile sfamare i futuri 9 miliardi di esseri umani, assicurarne l’uguaglianza e sostenere il pianeta. I livelli attuali e quelli previsti del degrado e della disponibilità di terreni fertili, di acqua utilizzabile e di biodiversità agricola – per citare appena tre delle risorse produttive a rischio – sono allarmanti. I governi dovranno compiere riforme radicali nello sviluppo agricolo e nelle politiche correlate, se vorranno attuare i cambiamenti necessari identificati dalla Valutazione. Finora, però, non sembra che ne abbiano alcuna intenzione.. * Senior Policy Adviser, Practical Action Volontari e Terzo Mondo. Come sottolinea la IAASTD, in molte parti del mondo le risorse sono state sfruttate come se fossero infinite e completamente resistenti all’attività umana. Quest’uso insostenibile è stato esacerbato dalle esigenze conflittuali dell’agricoltura e delle attività economiche.. 11. n. 4, 2010.

(12) Patrick Mulvany. Riparare ai danni ambientali “Quando le scienze e tecnologie agricole sono sviluppate ed usate in modo creativo, con la partecipazione attiva di numerose parti ed a tutti i livelli, l’uso sbagliato del capitale naturale può essere fermato... Un potente strumento per raggiungere gli obiettivi di sviluppo e sostenibilità risiede nel fornire ai coltivatori il potere di gestire in maniera innovativa i terreni, l’acqua, le risorse biologiche, le infestazioni, i vettori di infezione, la diversità genetica e di conservare le risorse naturali in accordo con la cultura.” IAASTD, 2008a. “Le conseguenze comprendono: il degrado dei terreni (circa 2 miliardi di ettari in tutto il mondo) che colpisce il 38% delle aree coltivabili globali; ridotta disponibilità di acqua e nutrienti (qualità ed accesso). L’agricoltura consuma già il 70% dell’acqua dolce del mondo e ha impoverito di sostanze nutrienti i terreni, provocando carenze di N, P e K che hanno colpito rispettivamente il 59%, 85% e 90% dei raccolti nel 2000, oltre ad una perdita di 1.136 milioni di Mg all’anno. In aggiunta, la salinizzazione caratterizza circa il 10% delle terre irrigate nel mondo, mentre la perdita di biodiversità e delle sue funzioni agroecologiche (i cui profitti annuali sono stimati intorno ai 1.542 miliardi di dollari) influenza negativamente la produttività, soprattutto nelle zone a rischio ambientale nell’Africa Sub-Sahariana ed in America Latina. Anche il crescente inquinamento contribuisce ai problemi di qualità dell’acqua, colpendo fiumi e corsi d’acqua: circa il 70% negli USA. L’uso di pesticidi e fertilizzanti ha effetti negativi anche sui terreni, sull’aria e l’acqua di tutto il pianeta.” IAASTD, 2008b. Opzioni per una produttività sostenibile “...sono migliorare l’efficienza nell’uso di fertilizzanti, energia, acqua e terreni; comprendere più a fondo le dinamiche suolo-pianta-acqua; diversificare le coltivazioni; sostenere i sistemi agroecologici, rafforzare la conservazione della biodiversità ed il suo uso a livello locale e generale; promuovere la gestione sostenibile di allevamenti, foreste e pesca; migliorare la comprensione del funzionamento agroecologico del mosaico delle aree coltivate e degli habitat naturali; contrastare gli effetti dell’agricoltura sui cambiamenti climatici e mitigare le conseguenze dei mutamenti climatici sull’agricoltura.” IAASTD, 2008b. Il metodo IAASTD per sradicare la fame e la povertà nelle zone rurali. Volontari e Terzo Mondo. Riconoscendo queste minacce ed analizzando le possibilità future per sostenere la produzione, la IAASTD conferma che metodi agroecologici e biologicamente diversi di allevamento e coltura, in particolare se praticati in maniera sostenibile da produttori su piccola scala, soprattutto se donne, rende l’agricoltura più resistente, adattativa e capace, a lungo termine, di sradicare la fame e la povertà nelle zone rurali.. 12. n. 4, 2010.

(13) PRIMO PIANO. / Assicurare il cibo per il futuro .... Multifunzionalità “Il termine multifunzionalità è usato [nella IAASTD] unicamente per esprimere l’innegabile interconnessione tra i vari ruoli e le funzioni dell’agricoltura. Il concetto di multifunzionalità riconosce l’agricoltura come un’attività multi-output che produce non solo beni materiali (cibo, mangime, fibre, biocarburanti, medicinali ed ornamenti), ma anche beni non materiali, come i servizi ambientali, valore paesaggistico e patrimoni culturali.” IAASTD, 2008a La IAASTD sottolinea l’importanza delle scienze e tecnologie agricole L’agricoltura e i fattori locali e per la multifunzionalità dell’agricoltura ed il suo intersecarsi con altre quelocali e globali, come la perdita della biodiversità agraria e delle funglobali stioni zioni agroecosistemiche, l’aumento della resistenza ai cambiamenti climatici e la concentrazione della proprietà di terre, acqua e della catena alimentare. “Una crescita ed un rafforzamento delle scienze e tecnologie agricole [AKST] verso le scienze agroecologiche contribuirà ad affrontare i temi ambientali, pur conservando ed accrescendo la produttività. Le AKST formali, tradizionali e basate sulle comunità devono reagire alle pressioni sempre più forti sulle risorse naturali, come la minore disponibilità e qualità dell’acqua, i terreni ed i paesaggi degradati, la perdita di biodiversità e delle funzioni agroecosistemiche, il degrado e la perdita delle foreste e delle aree di pesca marine e costiere.” Scoperta chiave #7, IAASTD, 2008a. Le colture La IAASTD ha rilevato che un ampliamento ed un rafforzamento delle geneticamente scienze e tecnologie agricole contribuirà ad affrontare le questioni ambientamodificate li, pur mantenendo ed aumentando la produttività. Sulle colture OGM la. IAASTD rileva che gli effetti sui raccolti sono alquanto variabili, comportando spesso un incremento nell’uso di sostanze agrochimiche e raccolti ridotti per unità di terra. Non esclude futuri studi sulle biotecnologie, ma riconosce che le modifiche genetiche, in particolare l’uso di geni e tecnologie proprietari, non hanno fatto nulla per ridurre la fame e la povertà, e che asserire che ci riusciranno in futuro è solo una congettura. Un libro che si basa sulle scoperte della IAASTD e pubblicato nel 2009, “Hope not Hype”, guarda con attenzione all’ingegneria genetica ed alle tecnologie agroecologiche e le descrive nei termini delle loro possibilità di sfamare senza minare la possibilità di produrre più cibo (Heinemann, 2009).. Il fallimento La IAASTD conferma, inoltre, il fallimento di politica ed istituzioni, economico poiché hanno limitato l’uso di pratiche sostenibili e consentito la concentrae politico zione del potere nel sistema alimentare e la speculazione sui generi alimentari. Si potrebbe affermare che sia proprio questa la ragione fondamentale per cui le persone sono malnutrite, i coltivatori restano poveri ed i prezzi degli alimenti continuano a salire. In particolare, gli accordi commerciali squilibrati sono indicati come la causa degli attuali problemi economici, soprattutto per i piccoli agricoltori.. Volontari e Terzo Mondo. 13. n. 4, 2010.

(14) Patrick Mulvany. L’importanza di ristabilire le connessioni. Non scollegate! Uno degli aspetti sottolineati dalle scoperte della IAASTD è lo stato attuale dell’agricoltura. Ciò è stato indicato da Hans Herren, co-presidente IAASTD, come una serie di sconnessioni nel mondo avanzato così come in quello in via di sviluppo. La questione va affrontata con urgenza: i collegamenti vanno ristabiliti. Sconnessione tra l’agricoltura e l’ambiente (ha conseguenze su: disponibilità idrica, uso energetico, perdita di biodiversità, erosione del suolo, efficienza e sostenibilità della produzione, servizi ecosistemici e multifunzionalità). Sconnessione tra i consumatori ed i fornitori di cibo (ha conseguenze su: disponibilità di mercati forniti di alimenti locali, prezzi degli alimentari fluttuanti e remunerazione instabile per i produttori, costi esterni gravosi, come salute pubblica ed inquinamento, perdita di fiducia nella qualità del cibo, sicurezza alimentare ed ambientale). Sconnessione tra terra, risorse idriche e città (ha conseguenze su: necessità di regolamenti per una pianificazione più rigorosa, al fine di impedire l’espansione incontrollata delle città su terreni produttivi). Sconnessione tra politiche ed aspettative (ha conseguenze su: investimenti in ricerca ed educazione per un sistema alimentare che sostenga le persone insieme al pianeta, investimenti a favore dei poveri che includano infrastrutture, accordi commerciali ed incentivi che siano equi e positivi). Voci diverse Raggiungere gli obiettivi di sviluppo e sostenibilità comporterà dare spazio a voci e prospettive diverse, ad una molteplicità di opzioni scientificamente valide tramite, ad esempio, l’inclusione degli scienziati sociali nella politica e nella pratica delle scienze e tecnologie agricole. Scoperta chiave #22, IAASTD, 2008a. L’appoggio ai piccoli produttori. Queste conclusioni non sono nuove, certo. Ogni piccola organizzazione o movimento agricolo – come, ad esempio, il movimento contadino internazionale La Vía Campesina – dirà che questo è il loro messaggio da decenni, ma le loro voci sono state marginalizzate. La novità consiste nel fatto che, dopo quattro anni di raccolta ed analisi rigorose di dati da parte degli scienziati, la IAASTD è giunta ad appoggiare le opinioni dei piccoli produttori alimentari e delle loro organizzazioni. Questioni chiave riassunte nel Rapporto di sintesi IAASTD • • • • • • • •. Volontari e Terzo Mondo. Bioenergia Biotecnologia Cambiamenti climatici Salute umana Gestione delle risorse naturali Commercio e mercati Conoscenze tradizionali e locali, innovazioni che partano dalle comunità Donne in agricoltura IAASTD, 2008b. 14. n. 4, 2010.

(15) PRIMO PIANO. / Assicurare il cibo per il futuro .... Qual è stato il processo IAASTD?. Soggetti coinvolti 4000 tra scienziati naturali e sociali, biologi ed economisti, esperti in bionella IAASTD tecnologie ed antropologi, provenienti da tutte le parti del mondo, hanno lavorato sulla IAASTD. Il loro resoconto è stato sottoposto a due revisioni paritarie; inoltre, la valutazione è stata supervisionata da un’Agenzia composta da 60 membri in rappresentanza di 30 governi e di altrettanti organi di ricerca pubblica, del settore privato e delle ONG (tra cui Practical Action). L’Agenzia ha stabilito le regole per il metodo, l’analisi e la gestione di eventuali conflitti d’interpretazione dei dati – il che si è dimostrato un’importante salvaguardia nella fase di adozione del rapporto – assicurando che prevalessero le opinioni degli autori. Il risultato finale è stato un resoconto di oltre 2.000 pagine sfociate in sommari – negoziati riga per riga – di 22 Scoperte chiave riguardanti tutti gli aspetti delle politiche alimentari ed agricole, dello sviluppo rurale e della ricerca scientifica, oltre che in un Rapporto di sintesi che si concentra su otto argomenti cruciali – da bioenergia, commercio e mercati, fino alle conoscenze tradizionali e locali e le innovazioni che partono dalle comunità e, in particolare, dalle donne (n.d.r. di seguito un estratto del documento). Benché 58 governi abbiano approvato il Rapporto, alcuni hanno dissentito a proposito di alcune espressioni in determinati paragrafi e hanno registrato per iscritto tali riserve. Australia, Canada ed USA non hanno adottato tutte le conclusioni né i Sommari, citando varie preoccupazioni in merito alle scoperte della IAASTD su commercio, ingegneria genetica e biotecnologie, oltre ai cambiamenti fondamentali che andrebbero fatti imperativamente. Il processo è stato descritto nella sua interezza da Shelley Feldman e Stephen Biggs, che hanno sottolineato “le dispute e le scissioni che caratterizzano il progetto e gli svariati tentativi di marginalizzarne le scoperte”. (Feldman e Biggs, 2010). Ulteriori delucidazioni sono offerte da altri documenti pubblicati nel 2009 (Feldman, Biggs e Raina, 2009; Scoones, 2009) Cosa accadrà? La IAASTD ha fornito le prove che i Paesi donatori, le organizzazioni ONU, i processi intergovernativi, gli istituti di ricerca, le ONG ed altri possono usare per sostenere la necessità di trasformare l’agricoltura, la politica e le istituzioni al fine di realizzare gli obiettivi fondamentali per la società e la sostenibilità che riguardano la fame, la povertà, l’uguaglianza e l’ambiente. Fornirà loro, inoltre, argomenti su come riuscirci, tramite un crescente appoggio ai piccoli coltivatori affinché producano cibo a prezzi accessibili, nel rispetto della sostenibilità ambientale e non vengano fagocitati dal sistema alimentare industriale e controllato dalle grandi imprese. Le organizzazioni, le istituzioni ed i governi avrebbero potuto far sì che le scoperte della IAASTD fossero convertite in impegni vincolanti a favore dei cambiamenti, citando i rapporti e la ricerca alla base della valutazione. Avrebbero potuto esigere la totale trasformazione dell’agricoltura in metodi ecologici per produrre cibo. Non l’hanno fatto. Le organizzazioni della società civile, compreso il movimento internazioIl forum parallelo “People’s Food nale dei contadini La Vía Campesina, si sono incontrate a Roma in occasiodel summit sull’alimentazione indetto dalla FAO nel novembre 2009. Sovereignty Now!” ne Hanno supportato le scoperte della IASSTD, che invece sono state del tutto assenti nel convegno ufficiale, durante il quale i leader mondiali hanno Volontari e Terzo Mondo. 15. n. 4, 2010.

(16) Patrick Mulvany. rinnovato il sostegno alle stesse politiche e soluzioni tecniche di sempre (più fertilizzanti, pesticidi e sementi geneticamente uniformi) alla base delle crisi sociale ed ecologica che, a loro volta, hanno contribuito alla crisi alimentare. Al forum parallelo People’s Food Sovereignty Now!, svoltosi nel novembre 2009, le organizzazioni della società civile hanno ribadito il proprio impegno a fornire cibo al mondo e stabilito di:. L’impegno della società civile. • rafforzare e promuovere il proprio modello di produzione di cibo nella cornice della sovranità alimentare; • esigere una riforma della ricerca, tramite metodi partecipativi, che sostenga il loro modello di produzione alimentare; • potenziare le proprie reti alimentari rurali ed urbane, costruendo alleanze all’interno di un Complex Alimentarius che collegherà piccoli coltivatori, produttori, scienziati, istituzioni e consumatori. Da tempo si sente il bisogno di un simile approccio, più illuminato e sfaccettato, all’agricoltura ed alla fornitura di cibo, per poter affrontare il crescente numero di persone affamate e le molte sfide presentate dai cambiamenti climatici, l’esaurimento dei combustibili fossili, la carenza d’acqua, l’obesità in aumento, la popolazione in crescita ed altre ancora, che colpiscono tutti noi e hanno effetti devastanti sull’Africa Sub-Sahariana. La comunità internazionale riconosce queste sfide e si è impegnata ad affrontarle. Nonostante l’evidente fallimento degli approcci industrializzati in contrasto con i risultati positivi delle pratiche dei piccoli fornitori di cibo, supportate dai dati della IAASTD – che tracciano una via diversa, sostenibile ed equa – le istituzioni ed i governi continuano ad investire in e ad applicare i metodi industriali, a tutti i livelli, promuovendo le tecnologie proprietarie dalle quali dipendono.. Le sfide attuali e future. La sfida scientifica consiste, ora, nell’allontanarsi da questo approccio riduttivo e nell’avvicinarsi ad una produzione alimentare ecologica, che abbracci la complessità e la diversità e la sostenibilità, tramite tecnologie libere e a disposizione della maggior parte dei fornitori di cibo. La sfida politica per i governi sta nel regolamentare e ridurre gli effetti negativi dei sistemi alimentari industriali e nel difendere, sostenere e promuovere sistemi ecologici, grazie all’uso di ricchezze naturali che non possono essere mercificate – nonostante i continui tentativi di farlo – e adottando politiche all’interno della cornice della sovranità alimentare, al fine di salvaguardare le riserve globali di cibo (UKFG, 2010). Le organizzazioni della società civile riconoscono nella IAASTD un progresso verso il superamento di quella che è di fatto un’emergenza a lungo termine che necessita di soluzioni a lungo termine, delle quali scienza, conoscenze e tecnologia sono solo una parte. Promuovono alternative che sfameranno le persone adesso ed in futuro e senza comprometterne il diritto all’alimentazione. Tali approcci rafforzeranno i mercati locali ed una produzione alimentare biodiversa, ecologica, locale e più resistente ai traumi climatici ed alle fluttuazioni di prezzo. Al di là della scienza, delle conoscenze e della tecnologia per se, le organizzazioni della società civile invitano i governi a compiere i cambiamenti istituzionali necessari e, tra le altre cose, a ristabilire riserve di grano strategiche e controllate pubblicamente, così come politiche per la loro gestione che elimino la speculazione; a fermare la produzione di biocombustibili, che sfrutta le terre che dovrebbero fornire cibo alle persone; ad attuare riforme. Volontari e Terzo Mondo. 16. n. 4, 2010.

(17) PRIMO PIANO. / Assicurare il cibo per il futuro .... agrarie estese, affinché i piccoli coltivatori possano controllare la terra e le altre risorse necessarie alla produzione alimentare per le comunità locali. In breve, la società civile fa appello ad una sovranità alimentare, controllata a livello locale, che eviti future crisi alimentari ed assicuri un pianeta sano e produttivo (IPC, 2008). La IAASTD sostiene questi approcci. Le sue scoperte sensate derivano da un esame scientifico ed esaustivo delle prove concernenti lo stato a lungo termine di cibo ed agricoltura, e le scienze e tecnologie necessarie. Gli autori ed i co-presidenti IAASTD stanno promuovendo, assieme alle organizzazioni della società civile, varie iniziative per portare avanti il lavoro, sempre basandosi sulle scoperte e la metodologia della IAASTD. Queste vanno dai processi locali, per ripetere le valutazioni all’interno dei contesti nazionali, alle proposte di includere la medesima metodologia per sostenere il Pannello di esperti di alto livello (HLPE) nel Comitato sulla sicurezza alimentare (CFS) e come strumento per determinare le priorità della “economia verde”, di cui si discuterà nel summit Rio+20 che culminerà nel 2012. Le organizzazioni della società civile, tra cui anche la rete More and Better, sosterranno questi processi.. “L’assordante La IAASTD è stata approvata in piena crisi alimentare e solo un responsilenzio di chi sabile decisionale, un assistente allo sviluppo o uno scienziato sciocco (o didetiene il potere” stratto) potrebbe dare, ora, la priorità alla produzione ad ogni costo, ignoran-. do le scoperte della IAASTD e mancando di compiere le azioni a lungo termine, radicali e a livello tecnico ed istituzionale, necessarie per assicurare le future riserve di cibo e proteggere la biosfera. È proprio questo che è accaduto, invece – l’assordante silenzio da parte di chi detiene il potere. Per quale motivo? Perché la IAASTD non mette in primo piano le tecnologie proprietarie che danno profitti alle imprese agrochimiche che le possiedono e che le mettono in commercio; esige cambiamenti radicali nelle priorità di ricerca, sviluppo e produzione a favore di sistemi alimentari più ecologici, resistenti e locali che siano amministrati in maniera collettiva e che difendano i terreni, il suolo, l’acqua ed i beni comuni. Una minaccia attuale per le riserve alimentari future è rappresentata proprio dalla possibile mercificazione di quei beni comuni, tramite riforme agrarie basate sui mercati; la commercializzazione del carbonio nel suolo, in modo che le imprese possano beneficiare dei crediti del carbonio; la privatizzazione delle risorse idriche e della biodiversità; infine, i brevetti e la protezione di varietà genetiche di sementi ed animali. In contrasto, una produzione alimentare ecologica nella cornice della sovranità alimentare attuerebbe davvero le scoperte della IAASTD, assicurando così il cibo per il futuro.. Per ulteriori dettagli sulla valutazione, i suoi resoconti e le scoperte, consultare: www.agassessment.org, www.agassessment-watch.org, www.panna.org/jt/ag Assessment, “Agriculture at a Crossroads” - i Rapporti della IAASTD sono consultabili presso www.agassessment.org . “Agricultural Knowledge, Science and Technology for Development”, il Volontari e Terzo Mondo. 17. n. 4, 2010.

(18) Patrick Mulvany. sommario del Rapporto di sintesi della IAASTD, di Alan Spedding, Arthur Rank Centre, Briefing 622, consultabile presso www.arthurrankcen tre.org.uk/projects/rusource_briefings/rus08/622.pdf Riferimenti: Feldman, S. e Biggs, S. (2010) “Contestations in approach and understanding: The place of epistemology in IAASTD engagements and outcomes.” Di prossima pubblicazione. Feldman, S., Biggs, S. e Raina, R. (2010) “A Messy Confrontation of a Crisis in Agricultural Science”, Economic & Political Weekly, Vol XLV, 3. pp. 6671. (16 – 22 gennatio 2010). IAASTD (2008a) “Global Summary for Decision Makers”, consultabile presso www.agassessment.org IAASTD (2008b) “Synthesis Report”, consultabile presso www.agasses sment.org IPC (2008) Dichiarazione del forum Terra Preta, Roma, giugno 2008, consultabile presso www.foodsovereignty.org/public/terrapreta/final.doc Scoones, I (2009) “The politics of global assessments: the case of the International Assessment of Agricultural Knowledge, Science and Technology for Development (IAASTD)”, The Journal of Peasant Studies, Vol. 36, No. 3, lulgio 2009, 547–571, consultabile presso http://bit.ly/dBwNnJ UKFG (2010) “Securing Future Food: towards ecological food provision”, consultabile presso www.ukfg.org.uk/Securing_future_food.pdf. Volontari e Terzo Mondo. 18. n. 4, 2010.

(19) PRIMO PIANO. / Assicurare il cibo per il futuro .... L'innegabile correlazione tra i vari ruoli e le funzioni dell'agricoltura.. “Di cosa ti lamenti? È un terreno di gioco equo”. “L’apertura dei mercati agricoli alla competizione internazionale può condurre ad effetti a lungo termine negativi per l’alleviamento della povertà, la sicurezza alimentare e l’ambiente se mancano le istituzioni e le infrastrutture nazionali basilari”. Scoperta chiave #17, IAASTD, 2008a. Volontari e Terzo Mondo. 19. n. 4, 2010.

(20) Patrick Mulvany. LE 22 SCOPERTE CHIAVE DELLA IAASTD - riassunte 1. AUMENTO NELLA PRODUZIONE: le scienze e tecnologie agricole (AKST) hanno contribuito, nel tempo, ad un sostanziale aumento nella produzione agricola e, di conseguenza, alla sicurezza alimentare. 2. BENEFICI DISUGUALI: le persone hanno beneficiato in maniera disomogenea di tali aumenti nei raccolti. 3. CONSEGUENZE NEGATIVE: l’enfasi sulla produttività e l’incremento dei raccolti ha avuto conseguenze talvolta negative sulla sostenibilità ambientale. 4. DEGRADO AMBIENTALE: le carenze nelle pratiche agricole [si traducono nella] deforestazione in aumento e nel degrado generale. 5. AUMENTO DELLA DOMANDA: è previsto un incremento della domanda globale di cereali del 75% tra il 2000 e il 2050 ed un raddoppio nella richiesta di carne. 6. MULTIFUNZIONALITÀ DELL’AGRICOLTURA: l’agricoltura opera all’interno di sistemi complessi ed è multifunzionale per sua natura. 7. POTENZIAMENTO DELLE SCIENZE AGROECOLOGICHE: la crescita ed il potenziamento delle AKST verso le scienze agroecologiche contribuirà ad affrontare i temi ambientali pur mantenendo ed incrementando la produttività. 8. REINDIRIZZO DELLE AKST: potenziare e reindirizzare la generazione e la fornitura di AKST aiuterà a risolvere una serie di persistenti ineguaglianze socioeconomiche. 9. COINVOLGIMENTO DELLE DONNE: un coinvolgimento delle donne più ampio ed efficace, unito all’uso delle loro conoscenze, capacità ed esperienze, porterà a notevoli progressi nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e sviluppo; vi può contribuire anche il rafforzamento ed il reindirizzo delle AKST verso le questioni di genere. 10. USO DELLE CONOSCENZE ESISTENTI: [usare] applicazioni più innovative ed integrate delle conoscenze, della scienza e delle tecnologie esistenti (formali, tradizionali e basate sulle comunità). 11. USO APPROPRIATO DELLE NUOVE AKST: alcune sfide saranno vinte soprattutto grazie allo sviluppo ed all’applicazione adeguata delle AKST nuove ed emergenti. 12. RICERCA SU PICCOLA SCALA: concentrarsi sui piccoli sistemi agricoli aiuta a realizzare le opportunità esistenti. 13. OPPORTUNITÀ PER I PICCOLI COLTIVATORI: un progresso deciso a favore dei poveri esige la creazione di opportunità di innovazione ed impresa che riguardino specificamente i coltivatori dotati di poche risorse ed i lavoratori agricoli poveri. 14. SCELTE POLITICHE DIFFICILI: le decisioni riguardanti la sostenibilità delle piccole aziende agricole pongono di fronte a scelte politiche difficili. 15. CENTRALITÀ DI POLITICHE E REGOLAMENTI PUBBLICI: le politiche pubbliche, le strutture normative e gli accordi internazionali sono cruciali per l’attuazione di pratiche agricole più sostenibili. Volontari e Terzo Mondo. 20. n. 4, 2010.

(21) PRIMO PIANO. / Assicurare il cibo per il futuro .... 16. NECESSITÀ DI NUOVI ACCORDI INTERNAZIONALI: accordi istituzionali innovativi sono essenziali per il successo della progettazione e dell’adozione di sistemi agrari sostenibili per la società e l’ecologia. 17. IMPATTO NEGATIVO DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE: l’apertura dei mercati agricoli alla competizione internazionale può condurre ad effetti a lungo termine negativi per l’alleviamento della povertà, la sicurezza alimentare e l’ambiente. 18. INSOSTENIBILITÀ DELL’AGRICOLTURA D’ESPORTAZIONE: l’agricoltura intensiva ed orientata all’esportazione ha [spesso] conseguenze negative, quali l’impoverimento dei nutrienti del terreno e dell’acqua, una gestione insostenibile di suolo ed acqua o condizioni di sfruttamento del lavoro. 19. SCELTE CRUCIALI: la scelta di approcci rilevanti all’adozione ed all’attuazione delle innovazioni in agricoltura è cruciale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo e sostenibilità. 20. MAGGIORE INVESTIMENTO NELLA MULTIFUNZIONALITÀ: sono necessari investimenti maggiori e più mirati nelle AKST, che prendano in esplicita considerazione la multifunzionalità dell’agricoltura. 21. CODICI DI CONDOTTA: i codici di condotta di università ed istituti di ricerca possono contribuire ad evitare conflitti di interessi ed a prestare attenzione nel caso in cui i fondi privati integrino i fondi pubblici. 22. APPROCCI MULTIDISCIPLINARI: sfruttare le diverse voci e prospettive, oltre alle molteplici opzioni scientificamente valide, tramite, ad esempio, l’inclusione degli scienziati sociali nelle politiche e nelle prassi delle AKST.. Volontari e Terzo Mondo. 21. n. 4, 2010.

(22) Patrick Mulvany. “La crescita ed il potenziamento delle AKST verso le scienze agroecologiche contribuirà ad affrontare i temi ambientali pur mantenendo ed incrementando la produttività. Le AKST [scienze e tecnologie agricole] formali, tradizionali e basate sulle comunità devono saper rispondere alle crescenti pressioni sulle risorse naturali, come la minore disponibilità e qualità dell’acqua, il degrado dei terreni e dei paesaggi, la perdita di biodiversità e della funzione agroecosistemica, il degrado e la perdita di foreste e delle aree di pesca marine e costiere. Le strategie agricole dovranno anche includere la limitazione delle emissioni di gas serra e l’adattamento ai cambiamenti climatici indotti dall’uomo ed alla crescente variabilità meteorologica.” (Scoperta chiave IAASTD #7; v. www.iaastd.net) Il Punto B raffigura gli attuali livelli di produttività alimentare per unità di terra e/o acqua. Il Punto A raffigura gli aumenti nella produzione che sfruttano più carbonio e risorse, risultando nella semplificazione dei sistemi produttivi, nella riduzione della diversità e della resistenza. Tali sistemi dipendono dalle tecnologie industriali commerciali e proprietarie (compresi semi e bestiame geneticamente modificati, pesticidi e fertilizzanti) che sono brevettabili e controllati dalle imprese dell’industria agroalimentare. Il Punto C raffigura gli aumenti di produzione e produttività per unità di terra e/o acqua che, soprattutto su piccola scala, possono essere maggiori di quelli ottenuti con più risorse e con le pratiche che fanno un uso intensivo di carbonio, come indicato dal punto A. Le tecnologie usate per raggiungere il Punto C comportano maggiore diversità all’interno di sistemi agroecologici più complessi e resistenti che possono avere costi in carbonio più bassi, pari a zero o negativi, e usano tecnologie di cui non ci si può appropriare - non possono essere privatizzate e forniscono i massimi benefici ai fornitori di cibo locali che, a loro volta, sviluppano ed usano quelle tecnologie e sostengono la realizzazione della sovranità alimentare. Tali tecnologie richiedono più persone per la loro attuazione Volontari e Terzo Mondo. 22. n. 4, 2010.

(23) PRIMO PIANO. / Assicurare il cibo per il futuro .... - e questo non dovrebbe essere un problema insormontabile, nel medio termine, in un mondo in cui la popolazione è destinata ad aumentare. È necessario investire di più nell’attuazione di AKST conosciute e negli accordi istituzionali che contribuiranno al passaggio dal Punto B al Punto C in base alle scoperte della IAASTD. Un’ulteriore sfida è costituita dal rischio della mercificazione e del controllo, da parte delle imprese, dei diritti collettivi delle popolazioni sui beni comuni, che sono necessari per raggiungere il tipo di produttività indicata al Punto C. La sfida scientifica significativa non consiste nella semplificazione dei sistemi, ma nel come passare dal Punto A al Punto C, convertire i sistemi di produzione degradati e semplificati in sistemi differenziati, agroecologici, resistenti e a basso consumo di carbonio e, infine, riuscire a compiere tutto ciò senza perdere produttività, come indicato dalla linea tratteggiata segnata da una X. Ciò mostra come la produttività potrebbe addirittura scendere a livelli inferiori a quelli del sistema immutato rappresentato dal Punto B, se gli incentivi esterni vengono eliminati all’improvviso, e che sarà necessario del tempo per tornare ai livelli precedenti. Ciononostante la maggior parte dei contributi a ricerca e sviluppo non sono destinati ad una ricerca agroecologica di libero accesso (ad es., dal Punto B al Punto C), bensì sempre più a sistemi di produzione e ricerca legati a fertilizzanti proprietari, pesticidi ed alla selezione (per lo più protetta) di piante ed animali (ad es., dal Punto B al Punto A). La sfida politica consiste, pertanto, nel consentire che le cose restino come ora – spostare o mantenere la produttività al Punto A – oppure regolamentare fortemente tali sviluppi e sistemi di produzione, con il fine di sostenere cambiamenti radicali nella ricerca e nelle priorità di sviluppo e produzione verso sistemi alimentari più ecologici, resistenti e locali (Punto C), la cui necessità è sottolineata dalla IAASTD. Uno dei rischi è la commercializzazione dei beni comuni.. Volontari e Terzo Mondo. 23. n. 4, 2010.

(24) DOSSIER. Agricoltura al crocevia Sommario globale per i Decision Markers. Premessa L’obiettivo della Valutazione internazionale delle scienze e tecnologie agricole al servizio dello sviluppo (IAASTD) è stato quello di valutare gli effetti delle scienze e tecnologie agricole passate presenti e future su: • riduzione di fame e povertà, • miglioramento delle condizioni di vita rurali e della salute umana, • sviluppo equo e sostenibile a livello sociale, ambientale ed economico. La IAASTD è stata avviata nel 2002 dalla Banca Mondiale e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) come processo consultivo globale per determinare se fosse necessaria o meno una valutazione internazionale sulle scienze e tecnologie agricole. Klaus Töepfer, Direttore Esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), ha aperto la prima Conferenza plenaria intergovernativa (30 agosto – 3 settembre 2004) a Nairobi, Kenya, durante la quale i partecipanti hanno avviato un processo dettagliato di valutazione, preparazione, formulazione e revisione paritaria. Risultato di tale valutazione sono un Rapporto globale e cinque Rapporti sub-globali, un Rapporto globale e cinque Rapporti sub-globali per i responsabili decisionali e, infine, un Rapporto trasversale di sintesi con un Sommario esecutivo. In particolare, i Sommari per i responsabili decisionali ed il Rapporto di sintesi presentano possibilità d’azione a governi, agenzie internazionali, accademici, organizzazioni di ricerca ed altre parti interessate in tutto il mondo.. * IAASTD - Valutazione internazionale delle scienze e tecnologie agricole al ser vizio dello sviluppo. Volontari e Terzo Mondo. I resoconti si basano sul lavoro di centinaia di esperti di tutte le regioni del mondo, che hanno preso parte al processo di preparazione e di revisione paritaria. Come è tipico di molte valutazioni analoghe, il successo è dipeso prima di tutto dall’impegno, dall’entusiasmo e dalla cooperazione di tutti quegli esperti in numerose discipline diverse ma tra loro correlate. È la sinergia esistente tra tali ambiti ad aver permesso alla IAASTD di creare un processo unico, interdisciplinare, regionale e globale.. 24. n. 4, 2010.

(25) DOSSIER. / Agricoltura al crocevia. Cogliamo la presente opportunità per esprimere la nostra profonda gratitudine agli autori ed editori di tutti i rapporti – la loro dedizione ed i loro sforzi indefessi hanno determinato il successo del processo. Ringraziamo il Comitato direttivo per aver sintetizzato i risultati del processo consultivo in forma di raccomandazioni per la Conferenza plenaria, l’Agenzia IAASTD per il ruolo consultivo svolto durante la valutazione ed il lavoro della Segreteria estesa. Desideriamo ringraziare in particolar modo le organizzazioni cofinanziatrici del Fondo Mondiale per l’Ambiente (GEF) e la Banca Mondiale per i loro contributi finanziari, così come la FAO, l’UNEP e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) per il loro continuo sostegno a questo processo tramite l’assegnazione di personale. Riconosciamo con gratitudine i governi e le organizzazioni che hanno contribuito al Fondo fiduciario multi-donatore (Australia, Canada, Commissione Europea, Francia, Irlanda, Svezia, Svizzera e Regno Unito) ed al Fondo fiduciario statunitense. Ringraziamo anche i governi che hanno fornito sostegno in altri modi ai membri ed agli autori ed editori dell’Agenzia. Inoltre la Finlandia ha sostenuto direttamente la Segreteria. La IAASTD ha avuto particolare successo nel coinvolgere un vasto numero di esperti provenienti da Paesi in via di sviluppo e Paesi con economie in transizione; i fondi fiduciari hanno reso possibile l’assistenza finanziaria per i loro viaggi per partecipare agli incontri IAASTD. Un ringraziamento speciale va, inoltre, alle organizzazioni internazionali che hanno ospitato il personale ed i coordinatori regionali e hanno fornito l’assistenza per la gestione ed il tempo necessari affinché quest’impresa avesse successo: l’African Center for Technology Studies (ACTS) in Kenya, l’Istituto Interamericano per la Cooperazione Agricola (IICA) in Costa Rica, l’International Center for Agricultural Research in the Dry Areas (ICARDA) in Siria ed il WorldFish Center in Malesia. La Conferenza plenaria intergovernativa finale di Johannesburg, Sud Africa, è stata inaugurata il 7 aprile 2008 da Achim Steiner, Direttore Esecutivo dell’UNEP. Tale Conferenza ha visto l’accettazione dei Rapporti e l’approvazione dei Sommari per i responsabili decisionali, oltre che del Sommario esecutivo e del Rapporto di sintesi, da parte di una maggioranza schiacciante di governi. Firmato: Co-presidenti: Hans H. Herren Judi Wakhungu Direttore: Robert T. Watson. Valutazione internazionale delle scienze e tecnologie agricole al servizio dello sviluppo (IAASTD) Sommario globale per i responsabili decisionali Gruppo redazionale: Nienke Beintema (Paesi Bassi), Deborah Bossio (USA), Fabrice Dreyfus (Francia), Maria Fernandez (Perù), Ameenah Gurib-Fakim (Mauritius), Hans Hurni (Svizzera), Anne-Marie Izac (Francia), Janice Jiggins (UK), Gordana KranjacBerisavljevic (Ghana), Roger Leakey Volontari e Terzo Mondo. 25. n. 4, 2010.

(26) IAASTD. (UK), Washington Ochola (Kenya), Balgis Osman-Elasha (Sudan), Cristina Plencovich (Argentina), Niels Ršling (Paesi Bassu), Mark Rosegrant (USA), Erika Rosenthal (USA), Linda Smith (UK) Dichiarazione da parte dei governi Tutti i Paesi presenti alla sessione finale della Conferenza plenaria intergovernativa tenutasi a Johannesburg, Sud Africa, nell’aprile 2008, accolgono con favore il lavoro della IAASTD e l’unicità di questo processo indipendente, multidisciplinare e condiviso da molti attori, così come l’ampiezza della sfida di coprire un’ampia gamma di questioni complesse. I governi presenti riconoscono che i Rapporti globali e sub-globali sono la conclusione di studi condotti da un vasto numero di autori ed esperti di scienza, di specialisti dello sviluppo e, benché presentino un consenso generale sull’importanza delle conoscenze agricole, scientifiche e tecnologiche per lo sviluppo, forniscono allo stesso tempo una varietà di opinioni su alcuni argomenti.. Un potenziale per gli Obiettivi di sviluppo del millennio. Tutti i Paesi considerano tali resoconti come un contributo importante alla nostra comprensione delle conoscenze agricole, scientifiche e tecnologiche per lo sviluppo, riconoscendo la necessità di approfondire le sfide che ci attendono. La presente valutazione è un’iniziativa costruttiva ed un contributo importante che tutti i governi devono portare avanti, affinché le conoscenze agricole, scientifiche e tecnologiche raggiungano il loro potenziale necessario a completare gli obiettivi di sviluppo e sostenibilità della riduzione di fame e povertà, il miglioramento delle condizioni di vita rurali e della salute umana, oltre a facilitare uno sviluppo equo e sostenibile a livello sociale, ambientale ed economico. In conformità con la presente dichiarazione, i governi sotto elencati approvano il Sommario globale per i responsabili decisionali: Armenia, Azerbaigian, Bahrain, Bangladesh, Belize, Benin, Bhutan, Botswana, Brasile, Camerun, Cina (Repubblica Popolare), Costa Rica, Cuba, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Dominicana, El Salvador, Etiopia, Finlandia, Francia, Gambia, Ghana, Honduras, India, Iran, Irlanda, Kenya, Kirghizistan, Repubblica Democratica Popolare del Laos, Libano, Grande Jam h riyya Araba di Libia Popolare e Socialista, Maldive, Repubblica di Moldavia, Mozambico, Namibia, Nigeria, Pakistan, Panama, Paraguay, Filippine, Polonia, Repubblica di Palau, Romania, Arabia Saudita, Senegal, Isole Solomon, Swaziland, Svezia, Svizzera, Repubblica Unita di Tanzania, Timor Est, Togo, Tunisia, Turchia, Uganda, Regno Unito di Gran Bretagna, Uruguay, Vietnam, Zambia (58 Paesi). Pur approvando la dichiarazione di cui sopra, i Paesi sotto elencati non approvano pienamente il Sommario globale per i responsabili decisionali e le loro osservazioni sono riportate nell’Allegato A: Australia, Canada, Stati Uniti d’America (3 Paesi). Quadro generale Nell’agosto 2002 la Banca Mondiale e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) hanno avviato un processo consultivo globale per stabilire se fosse necessaria una valutazione internazionale delle scienze e tecnologie agricole (AKST). Un ulteriore stimolo è giunto a seguito delle discussioni presso la Banca Mondiale con il settore. Volontari e Terzo Mondo. 26. n. 4, 2010.

(27) DOSSIER. / Agricoltura al crocevia. privato e le Organizzazioni non governative (ONG) sullo stato della comprensione scientifica relativa alle biotecnologie e, in particolare, ai prodotti transgenici. Nel corso del 2003 si sono tenute undici consultazioni, presiedute da un comitato direttivo internazionale composto da molti attori, alle quali hanno partecipato oltre 800 rappresentanti di tutti i principali gruppi coinvolti, tra cui governi, settore privato e società civile. In base alle consultazioni, il comitato guida ha notificato, nel corso di un Meeting plenario intergovernativo che si sarebbe tenuto a Nairobi nel settembre 2004, che era ormai necessaria una valutazione internazionale del ruolo delle AKST nella riduzione di fame e povertà, nel miglioramento delle condizioni di vita rurali e nel facilitare uno sviluppo sostenibile a livello ambientale, sociale ed economico. Il concetto di una Valutazione internazionale delle scienze e tecnologie agricole al servizio dello sviluppo (IAASTD) è stato appoggiato in quanto processo intergovernativo multi-tematico, multi-spaziale e multi-temporale, con un’agenzia multi-stakeholder co-sponsorizzata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), il Fondo Mondiale per l’Ambiente (GEF), il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), la Banca Mondiale e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO). La struttura amministrativa della IAASTD è un ibrido unico, formato dal Pannello Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) e dalla Valutazione degli Ecosistemi del Millennio (MA), non governativa. La composizione dell’Agenzia è stata stabilita nel corso della Conferenza plenaria di Nairobi; essa è geograficamente equilibrata e composta da vari attori, con 30 governi e 30 rappresentanti della società civile (ONG, gruppi di produttori e consumatori, organi del settore privato ed organizzazioni internazionali), per garantire la proprietà del processo e dei suoi risultati da parte delle parti coinvolte. Circa 400 degli esperti mondiali sono stati scelti dall’Agenzia, a seguito di nomine fatte dai vari gruppi, al fine di redigere il Rapporto IAASTD, che comprende una valutazione globale e cinque analisi sub-globali. Tali esperti hanno lavorato in maniera autonoma, senza rappresentare nessun gruppo particolare. Ulteriori singoli individui, organizzazioni e governi sono stati coinvolti nella fase di revisione paritaria. Gli obiettivi di sviluppo e sostenibilità della IAASTD sono stati approvati nella prima Conferenza plenaria intergovernativa e sono coerenti con gli Obiettivi di sviluppo del millennio delle Nazioni Unite (MDG): la riduzione di fame e povertà, il miglioramento delle condizioni di vita rurali e della salute umana, oltre ad uno sviluppo equo e sostenibile a livello sociale, ambientale ed economico. Il raggiungimento di questi obiettivi richiede il riconoscimento delle molteplici funzionalità dell’agricoltura: la sfida consiste nel realizzare gli obiettivi di sviluppo e sostenibilità, aumentando nello stesso tempo la produzione agricola.. Le AKST e le sfide alla sicurezza alimentare mondiale Volontari e Terzo Mondo. La realizzazione di tali obiettivi deve collocarsi nel contesto di un mondo in rapido mutamento, fatto di urbanizzazione, diseguaglianze crescenti, migrazione umana, globalizzazione, abitudini alimentari che cambiano, mutamenti climatici, degrado ambientale, la tendenza ad usare i biocombustibili e l’aumento della popolazione. Queste condizioni influenzano la sicurezza alimentare mondiale e mettono sotto pressione la capacità produttiva e gli ecosistemi. Pertanto ci attendono sfide senza precedenti nella produzione di. 27. n. 4, 2010.

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