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View of Agostino De Rosa (a cura di). Roma anamorfica. Prospettiva e illusionismo in epoca barocca

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ISSN 2533-2899 https://doi.org/10.26375/disegno.5.2019.22

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Recensioni

La casa editrice Aracne ha recentemen- te pubblicato il volume Roma anamor- fica. Prospettiva e illusionismo in epoca barocca curato da Agostino De Rosa. Il volume raccoglie diciotto saggi di stu- diosi di diversa provenienza che ruota- no intorno al tema della proiezione ana- morfica, sofisticato gioco intellettuale che porta la prospettiva alle sue ultime conseguenze applicando il metodo alla lettera in condizioni proiettive che po- tremmo definire “estreme”. Chiudono il volume un’ampia bibliografia sull’argo- mento e i cenni biografici sugli autori.

La proiezione anamorfica rappresen- ta un tema rilevante nella produzione scientifica di De Rosa, che lo aveva già affrontato in un volume del 2002 dal ti- tolo La vertigine dello sguardo. Tre saggi sulla rappresentazione anamorfica (auto- ri Agostino De Rosa e Giuseppe D’A- cunto, Cafoscarina, Venezia 2002) e che qui ne riprende le fila proponendo un approfondimento di diversi soggetti di area romana.

Il volume si pone come uno degli esi- ti del PRIN 2010-2011 coordinato dal professor Riccardo Migliari dal titolo Prospettive Architettoniche: conservazione digitale, divulgazione e studio [1] che si proponeva di documentare, studiare e divulgare con tecnologie e strumen- tazioni attuali un elevato numero di esempi di prospettiva parietale applica- ta a grande scala e di prospettiva solida distribuiti sull’intero territorio italiano.

Se, come ci ricorda Agostino De Rosa nell’Introduzione al volume, la prospetti-

va e in ispecie quella a scala architetto- nica, ha un importante ruolo illusorio (il termine “illudere” deriva da in + ludere, coinvolgere all’interno del gioco), l’ana- morfosi sembra portare questo peculia- re scambio tra artefice e osservatore a un livello più elevato, dove lo spettatore si fa a sua volta creatore poiché a lui è dato stabilire, con la sua stessa presenza nell’ambiente decorato, l’accadere dell’il- lusione, la riuscita dell’inganno. Inganno che, in un gioco di rimandi, trova origine proprio nell’esasperazione delle stesse regole prospettiche, che danno luogo a una teoria prospettica portata al limite, dove l’osservatore stesso si trova dislo- cato a meno che non assuma la posi- zione impostagli da una veduta vincolata che ha esaurito i suoi margini di flessi- bilità: «Monito scritto con il linguaggio leggero dell’arte, che ricorda invece una dolorosa situazione esistenziale, l’ana- morfosi si delinea come una teoria pro- spettica corrosiva del prestabilito, salvo rivelarsi creata estremizzando proprio quelle regole tanto aborrite e ridicoliz- zate» [p. IX]. In questo senso, in quanto ribaltamento ottenuto mediante un uso pedissequo dello strumento prospetti- co, quindi non negando la prospettiva e il suo impalcato teorico, ma trovando all’interno della teoria i suoi stessi ele- menti limite, la proiezione anamorfica, diretta o catottrica, si colloca tra Rina- scimento e Barocco: essa si radica nel XV secolo ma è nel XVI e XVII secolo che si perfeziona e si diffonde maggior- mente, con esempi eccelsi sul piano pit- Agostino De Rosa (a cura di)

Roma anamorfica.

Prospettiva e illusionismo in epoca barocca

Aracne editrice,

Canterano (Roma) 2019 pp. 252

ISBN 978-88-255-2455-0

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torico ma anche architettonico, con la realizzazione di prospettive solide che meritano accurati e moderni rilievi e un importante approfondimento scientifico.

Non è dunque un caso che il volume si incentri su un nutrito catalogo di opere romane, potendosi Roma considerare un motore di diffusione del Barocco di notevole interesse sia sul piano architet- tonico che su quello pittorico-decorati- vo. Il libro, dunque, si pone quasi come una guida a una Roma sofisticata e pre- ziosa, nascosta ai più, riportando nel det- taglio ubicazione delle opere e loro ac- cessibilità, con tanto di indirizzo, numero di telefono, email e sito web, indicazioni utili a chi intendesse organizzare una visita, nella profonda convinzione che questo tema possa e debba incontrare gli interessi di un pubblico più vasto di quello degli addetti ai lavori.

Non sfugge infatti a De Rosa l’aspetto attuale della tecnica proiettiva anamor- fica, rilanciata oggi in ambito mediatico e digitale [p. IX] e destinata a una co- municazione che riesca a raggiungere lo spettatore in qualunque circostanza, a fini ludici, informativi o, anche, persuaso- ri, laddove il destinatario del messaggio non sceglie di sottostare all’illusione ma è l’illusione stessa a raggiungerlo in con- testi in cui egli si pone come facile “pre- da” (cosa che accade, ad esempio, con le pubblicità “tridimensionali” che com- paiono lungo i bordi dei campi di calcio o con molte scenografie televisive).

Loyola, la decorazione con la Gloria di Sant’Ignazio (Matteo Flavio Mancini) e la finta cupola su tela (Leonardo Baglioni, Marta Salvatore), sempre opera di An- drea Pozzo.

Di ciascuno degli esempi affrontati ven- gono studiati, a seguito di un rilievo ese- guito con le più attuali strumentazioni e che riguarda sia l’apparato decorativo che il contesto architettonico in cui esso si colloca, l’impianto geometrico-illusio- nistico e l’impalcato proiettivo per sve- larne il progetto illusorio e, con esso, il funzionamento emozionale, ricorrendo, ove necessario, a modelli tridimensionali dello spazio reale in cui l’opera si colloca o dello spazio illusorio suggerito e op- portunamente ricostruito, collegati gra- zie alla presenza dell’osservatore. Un’a- namorfosi, infatti, “funziona” se le regole proiettive sono note sia all’artefice che al fruitore dello spazio coinvolto, spazio che, se liberamente percorso, può al contempo essere ampliato o trasfor- mato dall’intervento prospettico o sve- lare i meccanismi del gioco illusionistico portando al disinganno immediato. La prospettiva tocca qui il suo apice mutan- dosi in un gioco pericoloso ma estrema- mente efficace, oltre il quale il metodo non appare più in fase di ampliamento e trasformazione dei suoi algoritmi pro- iettivi ma sedimenta nell’arte teatrale e scenografica le sue applicazioni.

Laura Carlevaris Ampio spazio è dedicato al complesso

conventuario di Trinità dei Monti: il vo- lume raccoglie gli interventi di Alessio Bortot (che studia la meridiana presen- te nel Convento), Francesco Bergamo e Antonio Calandriello (quadrature del refettorio), Massimiliano Ciammaichella (Prospettive Architettoniche all’interno della farmacia del convento), Giuseppe D’Acunto e Gabriella Liva (biblioteca), Agostino De Rosa (anamorfosi di San Giovanni Evangelista di Jean François Niceron), Gabriella Liva (anamorfosi con il ritratto di San Francesco di Paola di padre Emmanuel Maignan).

Di palazzo Barberini sono indagate le anamorfosi catottriche di Niceron (Isa- bella Friso) e le prospettive accelerate delle finestre borrominiane ( Giulia Pic- cinin).

In palazzo Capodiferro Spada Cristina Cándito approfondisce colonnato e oro- logio, Cosimo Monteleone le meridiane catottriche di Emmanuel Maignan e Le- onardo Paris la più che nota prospettiva solida della galleria borrominiana.

Per quanto riguarda il complesso gesu- itico a Roma sono studiati lo sfondato prospettico e le quadrature sulla volta della chiesa del Santissimo nome di Gesù di Giovan Battista Gaulli (Giuseppe D’A- cunto e Stefano Zoerle) e il corridoio dipinto da padre Andrea Pozzo nell’a- diacente Casa Professa dell’ordine dei Gesuiti (Jessica Romor). Vengono infine affrontate, nella chiesa di Sant’Ignazio di

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Autore

Laura Carlevaris, Dipartimento di Storia, disegno e restauro dell’architettura, "Sapienza" Università di Roma, laura.carlevaris@uniroma1.it Note

[1] Il PRIN ha visto la partecipazione di diverse Uni- tà di Ricerca: Sapienza Università di Roma (coor- dinatore prof. Riccardo Migliari, coordinatore scien- tifico a livello nazionale del PRIN), Politecnico di Torino (coordinatore professoressa Anna Marotta),

Politecnico di Milano (coordinatore professoressa Michela Rossi), Università degli Studi di Genova (co-ordinatore professoressa Maura Boffito), Università IUAV di Venezia (coordinatore professor Agostino De Rosa), Università degli Studi di Udine (coordi-

natore professor Roberto Ranon), Università degli Studi di Firenze (coordinatore professoressa Maria Teresa Bartoli), Università degli Studi di Salerno (co- ordinatore professor Vito Cardone), Università della Calabria (coordinatore professor Aldo De Sanctis).

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