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Rapporto Annuale

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Academic year: 2022

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(1)

ISTITUTO NAZIONALE PER L’ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO

Rapporto Annuale

Basilicata

Regionale 2007

(2)

Stampato dalla Tipografia INAIL - Milano Comitato di redazione

Referente: Romeo Alessandro

Satriani Giuseppe Carola Ciro

Colafemmina Giovanni Pozzuoli Valerio

Giansanti Nicola

(3)

Rapporto Annuale Regionale 2007 Indice

Prefazione 5

Prima parte – Il contesto socio economico

1. Il quadro di sviluppo economico 9

1.1. Premessa 9

1.2. Il mercato del lavoro 10

1.3. Il lavoro flessibile 10

1.4. L’andamento aziendale 11

Seconda parte – Gli infortuni sul lavoro

2. Lo scenario assicurativo 15

2.1 Gli infortuni sul lavoro 15

2.2 Industria e servizi 16

2.3 Agricoltura 20

2.4 Apprendisti 21

2.5 Infortuni in itinere 21

2.6 Infortuni stradali 23

2.7 Infortuni stranieri 23

2.8 Infortuni parasubordinati 23

2.9 Infortuni interinali 24

2.10 Infortuni studenti 24

2.11 Gli infortuni sul territorio 25

2.12 Malattie professionali

3. La prevenzione 25

4. La Banca Dati 26

Terza parte - Le monografie

SOTTONOTIFICA DELLE MALATTIE PROFESSIONALI E DELLE PATOLOGIE DA LAVORO IMPEGNO SINERGICO DELL’INAIL E DEI

MEDICI DELLA BASILICATA PER IL CONTENIMENTO DEL FENOMENO 33 LA RESPONSABILITÀ DA REATO DEGLI ENTI NELLA SICUREZZA 40 SUL LAVORO

COMPETENZE E PROFESSIONALITÀ IN MATERIA DI SICUREZZA E SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO: RUOLO DELL’INAIL E DELLA CONTARP 45 LA DIGITALIZZAZIONE DELL’INAIL COME STRUMENTO DI

SEMPLIFICAZIONE E DI EFFICIENZA 48

LA PREVENZIONE CARDINE STRATEGICO DELLE NUOVE FUNZIONI

DELL’INAIL 51

(4)
(5)

PREFAZIONE

L’impegno a rendere sempre più aderente alle esigenze del territorio la presenza dell’Inail in Basilicata è stato responsabilmente affrontato e soddisfatto.

La sede di Potenza, con le sue dipendenze di Melfi e Lagonegro, ha costantemente garantito un elevato standard di produttività raggiungendo gli obiettivi previsti e migliorando i tempi di erogazione delle prestazioni sia sanitarie che amministrative, di emissione delle certificazioni relative alle aziende, garantendo anche la realizzazione di tutta la vasta gamma di interventi sul territorio nonché di servizi e di relazioni col mondo sociale e produttivo, affermando la possibilità di ulteriori miglioramenti in sintonia con l’evolversi della richiesta di servizi.

La sede di Matera ha conseguito tutti gli obiettivi anche se si è reso necessario un consistente quanto continuo aiuto in termini produttivi ed organizzativi, reso possibile dal coinvolgimento di molte risorse della Direzione Regionale e della sede di Potenza che, con interventi finalizzati presso la sede di Matera e con l’ausilio delle opportunità fornite dal sistema informatico, sono riuscite a conseguire risultati soddisfacenti e a smaltire gran parte dell’arretrato.

Il telelavoro e il lavoro in remoto organizzato e gestito dalla Direzione regionale ha offerto l’opportunità di realizzare e concretizzare un piano di recupero delle sacche di arretrato momentaneo che si erano formate nell’ambito delle sedi portando a compimento l’opera di conseguimento degli obiettivi previsti dal piano 2007.

Tali esperimenti, consolidati ed ampiamente utilizzati, indicano nuovi orizzonti produttivi ed aggregativi, superando d’un balzo i confini della territorialità che finora hanno caratterizzato e vincolato le presenze nelle due province e consente di guardare al futuro con maggior tranquillità anche in presenza di criticità, purtroppo frequenti, dovute in massima parte a squilibri nella composizione e nell’articolazione delle indispensabili professionalità.

Vieppiù, consente di non essere irrimediabilmente vincolati alla tipologia locale, potendo ripartire i prodotti, con molta flessibilità, tra le risorse disponibili in regione, raggiungendo una proficua forma di sinergia a distanza, a tutto vantaggio del servizio da erogare.

Il ruolo della Direzione regionale è stato di regia permanente degli avvenimenti, con indirizzi organizzativi ed operativi, ma anche con impegni a tutto campo a sostegno dei risultati, in uno alla capillare azione formativa ed addestrativa a vantaggio delle risorse dell’intera regione.

La Pubblica Amministrazione in termini innovativi deve tener conto delle mutate condizioni e dovrà contare su un walfare attivo e rinnovato, ma anche flessibile, in relazione alle esigenze che salgono dalla società civile.

In questo quadro sale l’ambizione della Direzione Regionale di Basilicata che ricerca gli obiettivi nella sua mission, non solo assicurazione ma sostegno all’azione di rinascita delle aziende e intervento sui lavoratori in termini sia di prevenzione che di cura,indennizzo e rienserimento.

L’aspirazione è accompagnata dall’evoluzione legislativa degli ultimi anni in materia di prevenzione e le politiche per il reinserimento degli invalidi e dei disabili, compresi quelli per lavoro e conferma la costante attenzione del Parlamento e del Governo sulle tematiche del lavoro al fine di conseguire una tutela globale del lavoratore.

A sostegno dell’assunto il decreto legislativo n° 81/2008 pone l’intero sistema produttivo, le OO.SS., e gli Enti interessati di fronte a nuove e più onerose responsabilità.

Ma anche le politiche sociali della Regione dovranno mostrarsi ancora più stringenti verso la tutela del lavoro in relazione alla grossa incidenza che esse hanno sul tessuto regionale.

(6)

A tal proposito la legge regionale sulla prevenzione offre ulteriori spunti di intervento nel settore dell’edilizia e garantisce un ulteriore sostegno alle famiglie di caduti sul lavoro.

L’iniziativa della Direzione Regionale di Basilicata di una attenta politica infortunistica, non solo vuole rispondere alla crescente preoccupazione per i problemi inerenti la sicurezza sul lavoro, ma vuol partire da questi e dalla loro soluzione per consentire una gestione di un sistema di sicurezza più in sintonia con l’Europa e capace di affrontare la sfida del mercato globale con una cultura e una capacità funzionale qualificate nel rispetto dell’individuo e delle leggi.

La riorganizzazione territoriale dell’Istituto con l’istituzione a livello delle provincie della funzione prevenzione vuol essere un ulteriore contributo ad una maggiore presenza dell’ente sul territorio sia a livello di consulenza sia per aumentare la consapevolezza degli addetti e la cultura della sicurezza.

In questo quadro si inseriscono i Comitati Consultivi Provinciali con una attività tesa a sostenere l’azione dell’istituto nella difficile sfida contro gli infortuni sul lavoro.

La linea consolidata del compito istituzionale e del ruolo sociale dell’Istituto è, quindi, sempre più ispirato ad un concetto di “presa in carico del lavoratore” per i problemi dei rischi professionali, in un quadro di integrazione con le responsabilità di altri operatori sociali valorizzando i sistemi informativi cooperanti fra loro.

Ma anche il rapporto quasi sinallagmatico con il mondo imprenditoriale trova una diversa collocazione nel panorama del walfare in un quadro di sinergismo tutto teso a creare le condizioni per un migliore servizio.

In tale contesto il progetto della Direzione Regionale INAIL di Basilicata di

“PROMOTER DELLA PREVENZIONE” il cui scopo è quello di sostenere, attraverso una azione di partenariato con gli altri soggetti interessati alla prevenzione, un aumento della cultura della sicurezza e delle capacità di porre in essere con efficacia le misure di sicurezza, è in piena attività e conta su tutta una serie di iniziative in particolare, il “Matera expo prevenzione” e un camper per la sicurezza.

Il risultato atteso è una diminuzione degli infortuni sul lavoro con una sostanziale riduzione dei costi sociali.

La gravità e non la frequenza del fenomeno infortunistico, appare in tutta evidenza anche in Basilicata, il cui trend non sembra in discesa tenuto conto della crisi economica e delle attente politica della sicurezza.

Il lavoro nero è ancora alto e il numero di infortuni che non vengono dichiarati, in media il 15% del numero totale.

A tal proposito le Sedi INAIL della Basilicata, in sinergia con gli organi di vigilanza degli altri Enti, sono fortemente impegnate nel combattere tale piaga.

Significativi successi si stanno ottenendo in questo campo e già si stanno ponendo le basi per perseguire con maggiore fermezza, unitamente alla Guardia di Finanza, alle Direzione Regionale e Provinciale del Lavoro e all’INPS, quei datori di lavoro che non assolvono i loro obblighi nei confronti delle maestranze.

Salvatore Riccardi

Direttore Regionale INAIL Basilicata

(7)

Prima parte

Il contesto socio economico

(8)

Direzione Regionale Basilicata

(9)

1 Il Quadro di sviluppo economico 1.1 premessa

La congiuntura economica nazionale e le difficoltà derivanti da un approccio critico con l’economia mondiale hanno ulteriormente aumentato gli elementi di crisi dell’economia lucana.

Il trend negativo è, quindi, la conseguenza della contraddittorietà del quadro economico e continua a caratterizzarsi in forma discendente rispetto a tutti gli indicatori economici.

I segnali di leggera ripresa avvertiti nel 2006 non trovano riscontro nel 2007 anzi gli indicatori dimostrano come in Basilicata la situazione economica generale è la risultante di una diminuita produzione e di una minore richiesta del mercato, sia interno sia esterno fatta eccezione per il settore auto che ancora risulta trainante rispetto all’export.

Una economia tutta in salita in una regione che sconta un sistema industriale sufficientemente competitivo con produzioni direttamente in concorrenza con le nuove realtà del mercato rappresentate da Cina, India e Corea.

A questo va aggiunto una elevata inflazione che ha compresso la domanda interna e ridotto gli investimenti.

Inoltre, la spesa per consumi delle famiglie (che trova riscontro nell’andamento negativo delle vendite al dettaglio, in flessione ormai da più di qualche anno), presenta un consistente ridimensionamento.

I settori portanti dell’economia salotti e settore manifatturiero sono in evidente crisi e hanno prodotto una nuova ondata di cassa integrazione guadagni,in particolare nei settori della meccanica, chimica e tessile/abbigliamento e, anche, preavvisi di licenziamento.

Una Regione che vive di esportazione in tutti i settori delle attività produttive, la mancanza di una situazione favorevole determina forti contraccolpi interni acuiti da una inadeguatezza infrastrutturale e da una storica arretratezza dei servizi sia pubblici che privati.

I forti segnali di rallentamento dell’economia lucana ingenerano un certo pessimismo nell’ambito delle imprese che non vedono margini di ripresa in una regione resa particolarmente vulnerabile da un periodo di perdite economiche e finanziarie.

L’impoverimento della regione è anche determinato dal fenomeno della continua emorragia di aziende che localizzano investimenti in altre aree del mondo e la continua perdita di cervelli, giovani laureati e diplomati, in cerca di una realizzazione professionale che non può essere offerta da una regione che ha difficoltà a mantenere investimenti innovativi costanti.

Altro elemento fortemente deludente è la discesa del volume d’affari nel settore edile, vera struttura portante dell’economia lucana, che oggi in forte discesa anche per le difficoltà rivenienti dal sistema creditizio, alti, per esempio, i tassi per l’accesso alla prima abitazione

Tuttavia, in tale situazione si riscontrano anche note di positività nel fatto che si mantiene la produzione agricola e che alcuni settori, quello turistico alberghiero, è in fase di ripresa;

anche altri settori nell’ambito dei servizi e del manifatturiero presentano note che lasciano sperare in un rilancio di fiducia delle attività economiche in Basilicata.

(10)

1.2 Il mercato del lavoro

Secondo le stime ISTAT si sta consolidando la tendenza alla riduzione della disoccupazione “ufficiale”.

Infatti come si può evincere dalle tabelle di seguito riportate il raffronto tra le medie dei tassi di occupazione e disoccupazione tra il 2005 presenta una diminuzione del tasso di disoccupazione e l’aumento del tasso di occupazione del solo 0,3.

Principali indicatori del mercato del lavoro - Media 2007 (valori percentuali)

SESSO Tassi di

attività Tassi di

occupazione Tassi di disoccupazione

Maschi 69,3 64,9 6,3

Femmine 40,3 34,1 15,3

Totale 54,8 49,6 9,6

Se è vero che i dati concordano nel ritenere il 2007 un anno di forti contraddizioni ne discende che il dato occupazionale si è ulteriormente aggravato anche in considerazione del fatto che molti, soprattutto casalinghe, hanno rinunciato alla ricerca di una occupazione.

Le difficoltà trovano riscontro nel ridimensionamento delle attività delle imprese i cui programmi sono drasticamente ridotti in presenza di una congiuntura economica che determina incertezza e scarse possibilità di interscambio.

1.3 Il lavoro flessibile

Il ricorso da parte delle aziende all’utilizzo di lavoratori attraverso le società interinali è ormai una costante, grandi imprese e aziende di servizio in particolare utilizzano tale strumento.

Tuttavia, perdurando lo stato di crisi, anche tali società non hanno avuto la crescita che avevano previsto, complice anche la previsione normativa della legge Biagi sui contratti a termine.

Principali indicatori del mercato del lavoro - Media 2005 (valori percentuali)

SESSO Tassi di

attività Tassi di

occupazione Tassi di disoccupazione

Maschi 69,9 63,9 8,6

Femmine 42,5 34,6 18,5

Totale 56,2 49,3 12,3

(11)

1.4 L’andamento aziendale

L’analisi del portafoglio aziende e delle posizioni assicurative territoriali (PAT) sono sintomatiche della modesta crescita della società lucana.

Infatti, La natalità e la mortalità sia dei nuovi clienti sia delle posizioni assicurative territoriali presentano caratteristiche diverse. In primo luogo si osserva una differenza tra le aziende emesse e quelle cessate con un saldo pari, pressoché, a zero e una leggera percentuale di aumento per le PAT.

A risentire maggiormente della pesante situazione è l’area del Materano con un scostamento rispetto al 2006 del 17,31 % di aziende cessate.

I dati riportati di seguito offerti dal report direzionale della regione Basilicata sono sintomatiche della scarsa crescita lucana

Sede di Matera Dicembre Scostamento

2007 2006 assoluto %

Portafoglio Aziende 9.076 8.969 107 1,19 %

Portafoglio pat 11.438 11.177 261 2,34 %

Aziende emesse 693 582 111 19,07 %

Aziende cessate 610 520 90 17,31 %

Pat emesse 1.221 980 241 24,59 %

Pat cessate 950 827 123 14,87 %

Sede di Potenza Dicembre Scostamento

2007 2006 assoluto %

Portafoglio Aziende 26.335 26.158 177 0,68 %

Portafoglio pat 32.238 31.980 258 0,81 %

Aziende emesse 1.960 1.914 46 2,40 %

Aziende cessate 1.849 1.677 172 10,26 %

Pat emesse 2.970 2.756 214 7,76 %

Pat cessate 2.712 2.823 -111 -3,93 %

Particolarmente significativa e preoccupante è l’analisi delle aziende artigiane in relazione all’accensione di nuove posizioni assicurative e di nuove PAT la cui discesa ha raggiunto livelli estremamente bassi.

Da una analisi più approfondita risulta che a risentire maggiormente dello stato di crisi sono i settori portanti dell’economia lucana quale l’industria manifatturiera, la meccanica.

(12)
(13)

Seconda parte

Gli infortuni sul lavoro

(14)
(15)

2. Lo scenario assicurativo

2.1 Gli infortuni sul lavoro

Continuano a scendere gli infortuni. Tale fenomeno riguarda l’Italia nella sua interezza ma è particolarmente significativo il trend negativo verificatosi nelle aree del mezzogiorno e della Basilicata. Esso è strettamente correlato al sistema economico ristagnante ma in parte anche ad una nuova ed acquisita cultura della sicurezza.

La convinzione deriva sia dalla modesta crescita economica che investe l’economia lucana sia dalla ridotta occupazione.

È innegabile comunque che altri fattori, compreso la maggiore consapevolezza aziendale nell’applicare le norme di sicurezza e igiene sui posti di lavoro e una più estesa cultura della prevenzione, agiscono “favorevolmente” sul processo di riduzione degli infortuni.

In particolare nella media e nella grande industria il livello di sicurezza dei mezzi e degli ambienti è abbastanza elevato così come è elevato la distribuzione dei dispositivi di sicurezza individuali che favoriscono di fatti una riduzione degli infortuni.

Purtroppo nelle piccole imprese è ancora inadeguato tale livello di sicurezza e ancora elevato è il fenomeno del lavoro nero.

Un ulteriore elemento di riflessione è che alcuni piccoli e medi infortuni non vengono più denunciati, in particolare nelle piccole imprese, ovvero nel settore agricolo ove maggiore è la presenza di lavoro nero..

L’analisi delle tabelle infortunistiche è, anche, confermativo del trend discensionale dell’economia lucana e confermano il quadro delineato in premessa nell’analisi dell’accensione dei rapporti assicurativi aziendali.

Va rilevato,comunque, che la riduzione della frequenza non coincide con la riduzione della gravità essendo ancora elevato il numero dei morti che avvengono nell’anno e l’elevato numero degli infortuni gravi e gravissimi che danno luogo a lunghe prognosi e a numero elevato di rendite da danno biologico.

La tabella che segue riepiloga l’andamento infortunistico in Basilicata nel 2007.

(16)

Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2005-2007 in Basilicata denunciati all'INAIL e indennizzati a tutto il 30.04.2008 per anno, gestione e tipo di conseguenza

DENUNCE INDENNIZZI

Permanente Gestione Anni Totali di cui

mortali

Tempo -

ranea in capitale

in rendita

Total e

Morte Totale

2005 1.268 5 983 60 21 81 5 1.069

2006 1.206 4 921 55 17 72 4 997

Agricoltura

2007 1.105 - 772 47 11 58 - 830 2005 5.311 11 3.727 214 92 306 9 4.042 2006 5.357 7 3.719 227 82 309 7 4.035 Industria

e Servizi

2007 5.106 13 3.469 199 46 245 13 3.727 2005 302 - 164 14 4 18 - 182 2006 270 - 152 14 3 17 - 169 Dipendenti

Conto Stato

2007 286 - 153 13 3 16 - 169 2005 6.881 16 4.874 288 117 405 14 5.293 2006 6.833 11 4.792 296 102 398 11 5.201 TOTALE

2007 6.497 13 4.394 259 60 319 13 4.726

2.2 Industria e Servizi

Il fenomeno della gravità infortunistica, è specialmente accentuata, malgrado la riduzione pur considerevole degli infortuni sul lavoro, nell’industria e nei servizi.

Gli infortuni gravi e mortali sono ancora molto elevati, anzi la gravità aumenta in presenza di una minore frequenza infortunistica tenuto conto che molti piccoli infortuni non vengono più segnalati all’INAIL.

Il fenomeno in rilievo negli ultimi anni in presenza della forte crisi economica e della ridotta richiesta di mano d’opera.

La conseguenza è sicuramente l’aggravarsi degli infortuni mortali con una media di un morto al mese nel settore dell’industria e servizi, in aumento rispetto allo stesso periodo 2005/2006.

Le tabelle di seguito riportate analizzano il fenomeno infortunistico nel triennio 2005/2007 nell’industria e nei servizi sui casi definiti alla data del 30 aprile 2008 relativamente alla gestione, ai settori tariffari e alla categorizzazione ATECO.

(17)

Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2005-2007 in Basilicata denunciati all'INAIL e indennizzati a tutto il 30.04.2008 per anno, settore tariffario INAIL e tipo di conseguenza

INDUSTRIA E SERVIZI

DENUNCE INDENNIZZI

Permanente Settore

Tariffario

INAIL Anni Totali di cui

mortali Tempo- ranea in

capitale in

rendita Totale

Morte Totale

2005 2.210 7 1.800 72 41 113 5 1.918 2006 2.264 3 1.811 104 40 144 2 1.957 Industria

2007 2.019 5 1.615 89 21 110 5 1.730 2005 921 2 732 54 31 85 2 819 2006 869 3 669 58 28 86 3 758 Artigianato

2007 849 2 637 52 16 68 2 707 2005 953 1 759 46 10 56 1 816 2006 955 1 797 32 9 41 1 839 Terziario

2007 976 3 768 37 5 42 3 813 2005 708 1 432 42 10 52 1 485 2006 750 - 429 33 5 38 - 467 Altre

attività

2007 743 2 437 21 4 25 2 464

(1) non sono compresi i casi per i quali non è disponibile l'informazione sul settore tariffario

(18)

Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2005-2007 , denunciati all'INAIL e indennizzati a tutto il 30.04.2008 per settore di attività economica (1), anno e tipo di conseguenza

INDUSTRIA E SERVIZI

Casi di cui indennizzati

Permanente Morte Settore di attività

economica

Anni denunciati

Temporanea in capitale

in

rendita Totale

INDUSTRIA 2005 2.670 2.168 103 57 160 4

di cui 2006 2.741 2.182 135 57 192 4

2007 2.398 1.895 111 35 146 9

2005 22 17 2 1 3 -

2006 13 10 - 1 1 -

A+B Agrindustria e Pesca

2007 14 10 - - - 1

2005 15 10 - 2 2 -

2006 15 12 1 1 2 -

C Estrazione di

minerali 2007 9 6 2 - 2 -

2005 205 163 11 3 14 -

2006 170 148 3 2 5 -

DA

Industria alimentare

2007 176 145 7 4 11 -

2005 40 35 2 - 2 -

2006 53 40 3 1 4 -

DB Industria tessile e

abbigliamento 2007 39 33 - - - -

2005 2 2 - - - -

2006 2 2 - - - -

DC Industria del cuoio,

pelli e similari 2007 6 3 - - - -

2005 66 56 4 - 4 -

2006 71 56 7 - 7 -

DD

Industria del legno

2007 59 43 4 1 5 -

2005 22 19 - - - -

2006 26 23 - - - -

DE

Industria della carta

2007 39 21 3 1 4 1

2005 2 1 - - - -

2006 6 4 - - - -

DF Industria del petrolio

2007 10 6 - - - -

2005 21 16 2 - 2 -

2006 18 14 - - - -

DG

Industria chimica

2007 15 13 1 - 1 -

2005 93 83 1 1 2 -

2006 107 96 1 2 3 -

DH Industria della gomma e plastica

2007 82 67 3 - 3 -

2005 115 96 8 2 10 -

2006 130 110 6 4 10 -

DI Industria lav.

minerali non

metalliferi 2007 117 95 7 2 9 -

2005 273 229 7 11 18 2

2006 285 235 15 6 21 -

DJ Industria dei metalli

2007 269 222 11 5 16 1

(19)

Casi di cui indennizzati

Permanente Morte Settore di attività

economica Anni denunciati Temporanea

in capitale

in

rendita Totale

2005 108 92 5 - 5 -

2006 128 106 8 - 8 -

DK

Industria meccanica

2007 115 101 6 2 8 -

2005 39 34 3 - 3 -

2006 38 34 1 1 2 -

DL Industria macchine elettriche

2007 25 14 2 - 2 1

2005 528 420 4 5 9 -

2006 631 491 20 2 22 -

DM Industria fabbricazione mezzi

di trasporto 2007 493 392 10 2 12 -

2005 263 210 2 3 5 -

2006 202 159 2 1 3 -

DN

Altre industrie

2007 183 141 7 3 10 -

2005 1.777 1.456 49 25 74 2

2006 1.867 1.518 66 19 85 -

D Totale Industrie

manifatturiere 2007 1.628 1.296 61 20 81 3

2005 49 38 3 1 4 -

2006 44 35 1 2 3 -

E Elettricità, gas,

acqua 2007 42 32 1 - 1 2

2005 807 647 49 28 77 2

2006 802 607 67 34 101 4

F

Costruzioni

2007 705 551 47 15 62 3

2005 2.117 1.552 111 35 146 5

2006 2.094 1.521 92 25 117 2

SERVIZI

di cui 2007 2.041 1.443 85 11 96 2

2005 417 335 19 6 25 1

2006 369 306 14 5 19 -

G

Commercio

2007 363 279 19 2 21 1

2005 159 140 5 2 7 -

2006 154 132 7 1 8 -

H

Alberghi e ristoranti

2007 182 150 7 - 7 -

2005 385 307 22 9 31 3

2006 384 298 23 9 32 -

I Trasporti e comunicazioni

2007 371 284 17 4 21 -

2005 28 20 1 1 2 -

2006 24 21 - - - -

J Intermediazione finanziaria

2007 29 18 2 - 2 -

2005 327 246 26 6 32 1

2006 339 281 12 - 12 1

K Attività immobiliari e servizi alle imprese

(N.B.) 2007 250 189 11 1 12 1

2005 379 194 17 4 21 -

2006 458 204 14 3 17 -

L Pubblica Amministrazione

2007 433 211 7 - 7 -

2005 13 9 3 - 3 -

2006 15 11 2 - 2 -

M

Istruzione

2007 33 22 5 1 6 -

2005 223 151 13 3 16 -

2006 181 135 11 4 15 -

N Sanità e servizi

sociali 2007 230 172 8 1 9 -

(20)

Casi di cui indennizzati

Permanente Morte Settore di attività

economica Anni denunciati Temporanea

in capitale

in

rendita Totale

2005 181 146 5 4 9 -

2006 161 125 8 3 11 1

O

Altri servizi pubblici

2007 146 116 9 2 11 -

2005 5 4 - - - -

2006 9 8 1 - 1 -

Personale

domestico 2007 4 2 - - - -

P

2005 524 7 - - - -

2006 522 16 - - - 1

Non determinato

2007 667 131 3 - 3 2

2005 5.311 3.727 214 92 306 9

2006 5.357 3.719 227 82 309 7

INDUSTRIA E SERVIZI

2007 5.106 3.469 199 46 245 13

(1) non sono compresi i casi per i quali non è disponibile l'informazione sul settore di attività 2.3 Agricoltura

Il fenomeno infortunistico in agricoltura, pur in presenza di una riduzione, presenta punte di estrema gravità tenuto conto della presenza di un elevato standard tecnologico sia nelle stalle che negli strumenti e attrezzature agricole sia per la ridotta mano d’opera, attestatasi secondo l’ISTAT intorno all’8% della forza lavoro in Basilicata.

Nel 2007 gli infortuni in agricoltura sono ancora intorno ai novanta al giorno di cui almeno quattro con invalidità permanente, che rappresenta la percentuale più alta, unitamente all’edilizia.

Il bilancio è, sicuramente più pesante per due motivi:

1) la presenza di lavoro nero;

2) infortuni non rientranti nella sfera di tutela degli infortuni sul lavoro.

Il lavoro nero in agricoltura rappresenta una piaga che incide pesantemente sul sistema sociale della nazione e la Basilicata non è da meno nel contribuire, in forma anche pesante, a questo scandalo. Si sottolinea in proposito lo sforzo fatto unitariamente tra Direzione Regionale del Lavoro, INPS e INAIL nel settore, i cui risultati sono stati presentati anche in un convegno tenutosi a Potenza dal titolo di

“ESCI DAL NERO” dove sono stati presentati i successi ottenuti nella campagna per l’emersione del lavoro nero da parte della vigilanza dei tre Enti.

Il fenomeno infortunistico quindi è ancora maggiore in presenza di lavoratori extracomunitari irregolari che non denunciano gli infortuni per timore di conseguenze sulla permanenza in Italia.

L’altro aspetto è l’infortunistica in agricoltura legata alla occasionalità, ovvero al non rientranza nella sfera di tutela dell’INAIL per mancanza dei requisiti previsti dalla legge e che non rientrano nelle statistiche degli infortuni indennizzati(es. coltivatore ultrasessantacinquenne)

La gravità degli infortuni agricoli è rappresentato anche dal fatto che la popolazione occupata nella media 2007, secondo i dati ISTAT, è pari all’8 % dell’occupazione in Basilicata, mentre gli infortuni rappresentano circa il 20% sul totale nello stesso periodo di riferimento.

(21)

Infortuni sul lavoro avvenuti nell'anno 2007 e indennizzati a tutto il 30.04 2008 per provincia, regione e tipo di conseguenza -

AGRICOLTURA

INDENNIZZI

Permanente Totale

Gestione Tempo-

ranea in

capitale in

rendita Totale Morte

MATERA 351 23 4 27 1 379

POTENZA 570 32 13 45 3 618

BASILICATA 921 55 17 72 4 997

La prova sono il ridotto numero di infortuni denunciati in agricoltura da STRANIERI nell'anno 2007 e indennizzati a tutto il 30.04.2008

INDENNIZZI

Permanente Totale

Gestione Tempo-

ranea in capitale

in

rendita Totale Morte

MATERA 16 1 1 2 - 18

POTENZA 14 - - - - 14

BASILICATA 30 1 1 2 - 32

2.4 Apprendisti

Altre forme di approccio al lavoro stanno sostituendo in larga parte l’apprendistato, tuttavia anche in tale settore il fenomeno infortunistico è abbastanza vasto ed investe una popolazione di giovani e giovanissimi.

APPRENDISTI - Infortuni sul lavoro avvenuti nell'anno 2007 e denunciati all'INAIL

Territorio Industria Artigianato Terziario Altre

Attivita' Non

Determinato Totale

Matera 25 23 10 - 1 59

Potenza 27 26 7 - 2 62

Regione 52 49 17 - 3 121

ITALIA 7.050 11.451 7.102 108 439 26.150

2.5 Infortuni in itinere

Il fenomeno in forte ascesa con punte particolarmente alte essendo il pendolarismo da e per le zone industriali estremamente diffuso anche su percorsi particolarmente lunghi.

In particolare il più alto numero di infortuni si registrano sulle SS Potenza –Melfi che è l’arteria di raccordo con la zona industriale di Vitalba (Atella) e S. Nicola di Melfi e la 106, la statale ionica.

(22)

Infortuni sul lavoro in itinere avvenuti nell'anno 2007 e denunciati all'INAIL per provincia e settore tariffario - INDUSTRIA E SERVIZI

Territorio Industria Artigianato Terziario Altre

Attivita' Non

Determinato Totale

Matera 120 140 109 1 1 1

Potenza 341 332 394 1 - 1

Regione 461 472 503 2 1 2

ITALIA 83.605 86.522 88.236 261 263 269

Infortuni sul lavoro in itinere avvenuti nell'anno 2007 e denunciati all'INAIL per provincia e settore tariffario - AGRICOLTURA

Territorio Industria Artigianato Terziario Altre Attivita'

Non Determinato

Totale

Matera 120 140 109 1 1 1

Potenza 341 332 394 1 - 1

Regione 461 472 503 2 1 2

ITALIA 83.605 86.522 88.236 261 263 269

2.6 Infortuni stradali

Bisogna aggiungere che il fenomeno infortunistico sulla strada non si esaurisce con gli infortuni in itinere ma tiene conto anche degli infortuni causati da circolazione stradale in costanza di lavoro rappresentati dalle tabelle che seguono.

INFORTUNI STRADALI avvenuti nel periodo 2005 - 2007 e denunciati all'INAIL per provincia, regione e anno – INDUSTRIA E SERVIZI

TOTALE INFORTUNI MORTALI PROVINCE E

REGIONI 2005 2006 2007 2005 2006 2007

MATERA 188 198 197 2 3 3

POTENZA 360 337 387 3 1 3

BASILICATA 548 535 584 5 4 6

ITALIA 119.971 120.853 124.016 625 656 566

(23)

INFORTUNI STRADALI avvenuti nel periodo 2005 - 2007 e denunciati all'INAIL per provincia, regione e anno – AGRICOLTURA

TOTALE INFORTUNI MORTALI PROVINCE E

REGIONI 2005 2006 2007 2005 2006 2007

MATERA 21 24 23 2 1 -

POTENZA 13 6 34 1 - -

BASILICATA 34 30 57 3 1 -

ITALIA 2.294 2.125 2.045 41 25 31

Il conclusione gli infortuni legati alla circolazione stradale rappresentano in Basilicata oltre il 35%.

2.7 Infortuni stranieri

Sono in aumento gli infortuni agli stranieri che lavorano in Basilicata le tavole che seguono rilevano l’andamento infortunistico sia in agricoltura che nell’industria e servizi.

STRANIERI - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2005 - 2007 e denunciati all'INAIL per provincia, regione e anno - AGRICOLTURA

TOTALE INFORTUNI MORTALI PROVINCE E

REGIONI 2005 2006 2007 2005 2006 2007

MATERA 19 22 26 1 - -

POTENZA 24 17 22 - - -

BASILICATA 43 39 48 1 - -

ITALIA 5.271 5.218 5.465 10 14 11

STRANIERI - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2005- 2007 e denunciati all'INAIL per provincia, regione e anno - INDUSTRIA E SERVIZI

TOTALE INFORTUNI MORTALI PROVINCE E

REGIONI 2005 2006 2007 2005 2006 2007

MATERA 73 64 76 - - -

POTENZA 139 150 153 - - -

BASILICATA 212 214 229 - - -

ITALIA 118.905 123.401 134.389 158 153 163

2.8 Infortuni parasubordinati

I dati relativi ai lavoratori parasubordinati vengono rilevati ad ogni aggiornamento degli archivi D.N.A. (Denuncia Nominativa degli Assicurati). Gli infortuni sono in diminuzione

(24)

PARASUBORDINATI - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2005- 2007 e denunciati all'INAIL per provincia, regione e anno - INDUSTRIA E SERVIZI

TOTALE INFORTUNI MORTALI PROVINCE E

REGIONI 2005 2006 2007 2005 2006 2007

MATERA 12 13 13 - - -

POTENZA 10 21 10 - - -

BASILICATA 22 34 23 - - -

ITALIA 7.075 8.207 8.673 14 22 19

2.9 Infortuni interinali

Anche gli infortuni interinali sono in diminuzione. Questa forma contrattuale ora sostituita dalla "somministrazione di lavoro" (L. 30/2003).

TOTALE INFORTUNI MORTALI PROVINCE E

REGIONI 2005 2006 2007 2005 2006 2007

MATERA 6 13 2 1 - -

POTENZA 98 170 81 - - -

BASILICATA 104 183 83 1 - -

ITALIA 13.538 16.178 18.383 8 10 13

2.10 Infortuni studenti

Il fenomeno infortunistico nella scuola presenta situazioni di estrema preoccupazione per il gran numero di eventi che si verificano ogni anno.

INFORTUNI SUL LAVORO AVVENUTI NEL PERIODO 2002 - 2006 E DENUNCIATI PER REGIONE ED ANNO EVENTO.

2.11 Gli infortuni sul territorio

La distribuzione degli infortuni sul territorio si caratterizza per una diminuzione generalizzata su tutto il territorio fatta eccezione del potentino e della val d’agri dove sono sostanzialmente rimasti immutati.

Un particolare interessante sta nel fatto che nella zona del metapontino il numero degli infortuni in agricoltura è di poco inferiore agli infortuni dell’industria.

Territorio 2003 2004 2005 2006 2007

Basilicata 911 1.019 955 998 926

SUD 21.246 22.032 20.964 19.747 18.540 Italia 88.590 90.651 87.953 89.061 87.829

(25)

2.12 Malattie professionali

Le Malattie Professionali rappresentano uno dei fenomeni più importanti dell’età industriale e sono stati negli anni addietro in continuo aumento.

Tale fenomeno ha interessato negli ultimi anni i Responsabili dei Servizi di Prevenzione e Protezione in relazione all’alta incidenza dei rischi derivanti dalle manipolazioni di sostanze ovvero elementi nocivi alla salute.

La tavola che segue fornisce un panorama completo delle malattie professionali in industria e servizi in Italia e in Basilicata.

MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel periodo 2003 - 2007 e denunciate all'INAIL per provincia, regione e anno - INDUSTRIA E SERVIZI

PROVINCE E REGIONI 2003 2004 2005 2006 2007

MATERA 99 55 49 86 131

POTENZA 95 110 131 166 183

BASILICATA 194 165 180 252 314

ITALIA 23.911 25.123 24.995 24.881 26.473

MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel periodo 2003 - 2007 e denunciate all'INAIL per provincia, regione e anno - AGRICOLTURA

PROVINCE E REGIONI 2003 2004 2005 2006 2007

MATERA 2 5 3 5 4

POTENZA 4 6 10 14 14

BASILICATA 6 11 13 19 18

ITALIA 1.080 1.078 1.315 1.433 1.633

3 La Prevenzione

Il quadro delineato in premessa ci induce a riflettere sugli altissimi costi che ancora oggi la società sostiene per gli eventi lesivi che si verificano sul lavoro.

Circa 45 miliardi di euro ogni anno di cui poco meno della metà sostenuti direttamente dall’INAIL, ma soprattutto 1200 morti e 14.000 invalidità permanenti, pesano terribilmente sulla coscienza sociale.

Questo significa che ancora poco è stato fatto per costruire un sistema di sicurezza degno di un paese civile.

La prevenzione va fatta perché è un dovere civile, perché l’infortunio non è una fatalità, perché incide sui costi della società ma anche delle aziende.

Allora è necessario che le aziende investano con fiducia in sicurezza, perché l’investimento è garanzia di ritorno sia in termini economici sia in qualità della vita, delinea sotto il profilo organizzativo una migliore qualità del processo produttivo.

Bisogna fare di più.

(26)

Creare la rete della sicurezza tra gli enti pubblici è l’obiettivo minimo da raggiungere per far si che gli interventi di prevenzione e di repressione siano ben coordinati.

L’occasione è offerta dall’entrata in vigore dal D.lgvo 81/2008 che rafforza le previsioni di coordinamento delle attività fra Enti pubblici e parti sociali per razionalizzare gli interventi sul territorio sia elevare la cultura della sicurezza sia per intervenire con una più efficace sorveglianza.

L’INAIL di Basilicata per il conseguimento dell’obiettivo sicurezza scende in campo con una squadra di tecnici, della Consulenza Tecnica Rischi Professionali, della Consulenza Tecnica per l’Edilizia, oltre a formatori, normativi e medici altamente professionalizzati.

È con questa squadra che si intende dare attuazione a interventi finalizzati alla informazione, assistenza e consulenza alle P.M.I., nel settore pubblico e interventi nelle scuole tesi a migliorare gli standard di sicurezza, seguendo le indicazioni di cui al D.Lvo 81/2008

A sostegno di questo obiettivo è stata costruita dall’INAIL una grande banca dati che costituisce uno dei mezzi di conoscenza dei rischi in azienda necessarie per costruire mappe di rischio finalizzate ad interventi utili per la tutela dei lavoratori in termini di prevenzione.

4 La Banca Dati

La risoluzione dei problemi legati alla prevenzione dei rischi e dei danni legati al mondo del lavoro sono basate sulla conoscenza dei fenomeni collegati alle componenti organizzative aziendali: mezzi, ambienti e personale.

Partendo da questo si può attivare una attenta pianificazione che consente di risolvere quei problemi che migliorano le condizioni di sicurezza e salute sui posti di lavoro.

In tale quadro il dato risulta necessario predisporre una analisi completa della ricorrenza del fenomeno infortunistico in relazione a:

9 dove sono situati e quali sono i posti di lavoro

9 quali sono i cicli lavorativi, le modalità di lavoro e i rischi a queste correlati 9 quali sono i danni alla salute conosciuti.

Affrontare la problematica infortunistica con la cultura del dato significa avere quella visione d’assieme che consente di intervenire in modo globale sulle attività di pianificazione dei rischi.

Il patrimonio informativo INAIL in tale materia consente agli operatori della Sicurezza, ai Datori di Lavoro, alle aziende di essere sostenuti nella valutazione del rischio e nel fornire al personale un quadro dei possibili maggiori rischi presenti in azienda anche con l’ausilio del dato.

Di conseguenza è possibile acquisire dati utili a tali valutazioni navigando sul sito www.inail.it nella sezione statistica.

La pagina relativa ai dati statistici porta quattro aree tematiche: aziende, infortuni denunciati, infortuni indennizzati, rischio oltre ad una sezione relativa ai dati mensili I dati sono costruiti sulla scorta degli elementi riportati nelle denunce di esercizio, nelle denunce di infortuni e primi certificati medici, nonché denunce di variazioni, ecc.

Si possono trovare notizie in relazione agli infortuni e conseguenze, agente materiale, forma di accadimento, lesione.

Le tabelle riportate di seguito sono quelle relative agli infortuni avvenuti nel 2006 e indennizzati a tutto il 30/04/2008.

In particolare vi sono anche le tabelle codificate secondo la variabile ESAW3 così come previsto dalla statistica europea.

(27)

CONTATTO/AGENTE MATERIALE (Variabile ESAW/3) - Infortuni sul lavoro avvenuti nell'anno 2006 e indennizzati a tutto il 30.04.2008 per contatto/agente materiale e gestione – AGRICOLTURA

Contatto Agente materiale del

contatto

Con elettr.,tempe-

ratura, sostanze

Con asfissia

Cadute,urti, collisioni

Con agente

contundente Incastramenti Sforzi psicofisici

Con esseri viventi

Non codificato,

non determinato

TOTALE

Strutture edili e

superfici - - 413 24 4 6 - - 447 Dispositivi di

distribuzione - - - 3 - - - - 3 Motori 1 - 1 - 10 - - - 12 Utensili 2 - 2 65 4 - - - 73 Macchine e

attrezzature - - 17 17 3 - - - 37 Dispositivi di

convogliamento - - 8 4 5 - - - 17 Veicoli terrestri - - 13 - - 1 - - 14 Altri veicoli - - 3 - - - - - 3 Materiali 10 - 47 17 15 16 - - 105 Sostanze - - 3 - - - - - 3 Attrezzature

particolari - - 11 6 3 8 1 - 29 Organismi viventi - - 37 27 5 3 55 - 127

Rifiuti - - - - - - - - - Fenomeni fisici 6 - 1 - - - - - 7 Non codificato, non

determinato 1 - 17 6 8 58 1 29 120

TOTALE 20 - 573 169 57 92 57 29 997

CONTATTO/AGENTE MATERIALE (Variabile ESAW/3) - Infortuni sul lavoro avvenuti nell'anno 2006 e indennizzati a tutto il 30.04.2008 per contatto/agente materiale e gestione – INDUSTRIA E SERVIZI

Contatto Agente materiale del

contatto

Con elettr.,tempe-

ratura, sostanze

Con asfissia

Cadute,urti, collisioni

Con agente

contundente Incastramenti Sforzi psicofisici

Con esseri viventi

Non codificato,

non determinato

TOTALE

Strutture edili e

superfici 2 4 1.012 96 40 48 - 1 1.203 Dispositivi di

distribuzione 4 - 18 7 4 4 - - 37 Motori 2 - 15 5 12 1 - - 35 Utensili 9 - 33 179 33 16 - 3 273 Macchine e

attrezzature 4 - 12 23 4 4 - - 47 Dispositivi di

convogliamento - - 81 36 18 27 1 1 164 Veicoli terrestri - - 238 25 8 3 - 1 275 Altri veicoli - - 40 1 - - - - 41 Materiali 37 2 317 243 143 125 - - 867 Sostanze 50 3 7 - - - - - 60 Attrezzature

particolari - - 32 14 17 6 - - 69 Organismi viventi 1 - 53 38 3 35 19 - 149

Rifiuti 2 - 1 - - 2 - - 5 Fenomeni fisici 2 - 1 - - - - - 3 Non codificato, non

determinato 11 1 60 102 50 310 - 273 807

TOTALE 124 10 1.920 769 332 581 20 279 4.035

(28)

SEDE DELLA LESIONE

Infortuni sul lavoro avvenuti nell'anno 2006 e indennizzati a tutto il 30.04.2008 per sede della lesione, tipo di conseguenza e gestione

AGRICOLTURA

Permanente SEDE DELLA LESIONE Temporanea in

capitale in

rendita Totale Morte TOTALE

CRANIO 44 1 1 2 - 46

OCCHI 48 - 1 1 - 49

FACCIA 27 2 - 2 - 29

COLLO 3 - - - - 3

CINGOLO TORACICO 45 6 1 7 - 52

PARETE TORACICA 55 - - - 2 57

ORGANI INTERNI 2 1 - 1 - 3

COLONNA VERTEBRALE 99 6 5 11 - 110

BRACCIO, AVAMBRACCIO 32 7 2 9 - 41

GOMITO 27 2 - 2 - 29

POLSO 43 3 - 3 - 46

MANO 171 8 2 10 - 181

CINGOLO PELVICO 15 1 - 1 - 16

COSCIA 11 - 1 1 1 13

GINOCCHIO 108 4 1 5 - 113

GAMBA 35 5 2 7 - 42

CAVIGLIA 78 5 - 5 - 83

PIEDE 55 3 - 3 - 58

ALLUCE 16 - - - - 16

ALTRE DITA 2 - - - - 2

ALTRE E INDETERMINATE 5 1 1 2 1 8

TOTALE 921 55 17 72 4 997

(29)

INDUSTRIA E SERVIZI

Infortuni sul lavoro avvenuti nell'anno 2006 e indennizzati a tutto il 30.04.2008 per sede della lesione, tipo di conseguenza e gestione

Permanente SEDE DELLA LESIONE Temporanea in

capitale in

rendita Totale Morte TOTALE

CRANIO 183 9 10 19 2 204

OCCHI 171 1 3 4 - 175

FACCIA 97 6 2 8 - 105

COLLO 11 - - - - 11

CINGOLO TORACICO 190 25 7 32 - 222

PARETE TORACICA 143 6 1 7 1 151

ORGANI INTERNI 3 - 2 2 - 5

COLONNA VERTEBRALE 596 33 9 42 - 638

BRACCIO, AVAMBRACCIO 120 8 7 15 - 135

GOMITO 72 8 1 9 - 81

POLSO 187 16 2 18 - 205

MANO 953 41 6 47 - 1.000

CINGOLO PELVICO 24 2 2 4 - 28

COSCIA 40 1 12 13 - 53

GINOCCHIO 311 26 2 28 - 339

GAMBA 87 5 8 13 - 100

CAVIGLIA 254 18 - 18 - 272

PIEDE 197 19 4 23 - 220

ALLUCE 24 - - - - 24

ALTRE DITA 21 - - - - 21

ALTRE E INDETERMINATE 35 3 4 7 4 46

TOTALE 3.719 227 82 309 7 4.035

(30)

NATURA DELLA LESIONE

Infortuni sul lavoro avvenuti nell'anno 2006 e indennizzati a tutto il 30.04.2008 per sede della lesione, tipo di conseguenza e gestione

AGRICOLTURA

INDUSTRIA E SERVIZI

Permanente NATURA DELLA LESIONE Temporanea in

capitale

in

rendita Totale Morte TOTALE

FERITA 187 8 1 9 - 196

CONTUSIONE 413 8 5 13 1 427

LUSSAZIONE 181 8 1 9 - 190

FRATTURA 81 29 9 38 1 120

PERDITA ANATOMICA 2 - - - - 2

LESIONE DA AGENTI

INFETT. 1 - - - 1 2

LESIONE DA ALTRI AGENTI

(CALORE,…) 15 1 - 1 - 16

CORPI ESTRANEI 31 - - - - 31

LESIONI DA SFORZO

(ERNIE,…) 5 - - - - 5

ALTRE E INDETERMINATE 5 1 1 2 1 8

TOTALE 921 55 17 72 4 997

Permanente NATURA DELLA LESIONE Temporanea in

capitale in

rendita Totale Morte TOTALE

FERITA 766 26 9 35 - 801

CONTUSIONE 1.193 47 11 58 2 1.253

LUSSAZIONE 1.123 49 9 58 - 1.181

FRATTURA 338 87 44 131 - 469

PERDITA ANATOMICA 16 10 2 12 - 28

LESIONE DA AGENTI

INFETT. 1 - - - - 1

LESIONE DA ALTRI AGENTI

(CALORE,…) 90 4 1 5 1 96

CORPI ESTRANEI 123 - 2 2 - 125

LESIONI DA SFORZO

(ERNIE,…) 34 1 - 1 - 35

ALTRE E INDETERMINATE 35 3 4 7 4 46

TOTALE 3.719 227 82 309 7 4.035

(31)

Terza parte

Le Monografie

(32)
(33)

SOTTONOTIFICA DELLE MALATTIE PROFESSIONALI E DELLE PATOLOGIE DA LAVORO IMPEGNO SINERGICO DELL’INAIL E DEI MEDICI DELLA BASILICATA PER

IL CONTENIMENTO DEL FENOMENO

Giuseppe SATRIANI

Sovrintendente Medico Regionale, Direzione Regionale INAIL Basilicata

Abstract: si rappresenta il fenomeno della sottonotifica delle malattie professionali e lavoro-correlate, ampiamente presente anche in Basilicata. Si descrive il fenomeno e se ne elencano le più comuni cause. Se ne ricercano le spiegazioni. Si avanzano proposte per eliminare o mitigare il fenomeno. Si propugnano e si presentano le iniziative dell’INAIL in campo formativo ed informativo.

Premessa

I temi del limitato riconoscimento dell’etiologia occupazionale o lavoro-correlata di varie patologie, delle successive sottonotifiche derivanti da omissioni di denuncia, referto e

(34)

certificazione INAIL ai sensi delle normative vigenti, sono molto noti ed oggetto, da tempo, di dibattito non solo di ordine tecnico-scientifico, ma anche culturale e sociale (1, 2, 3, 4).

Tali condizioni riconoscono una molteplicità di varie ed articolate motivazioni, di carattere sia tecnico-scientifico, sia economico-sociale.

Scopo principale del presente contributo è di proporre percorsi e relativi strumenti di carattere tecnico-scientifico, con particolare riferimento alla metodologia che conduce sia alla diagnosi etiologica delle patologie di interesse della Medicina del Lavoro, sia all'incremento delle notifiche, e che porti il medico a formulare una diagnosi di malattia occupazionale o lavoro correlata, in scienza e coscienza, e a procedere con le conseguenti segnalazioni di legge.

La sottostima dell’incidenza delle malattie professionali

Il fenomeno delle malattie professionali è meno presente all'attenzione dell'opinione pubblica di quello relativo agli infortuni sul lavoro. Al contrario è pesante il prezzo che i lavoratori continuano a pagare per le malattie professionali: nell'ultimo quinquennio oltre 130.000 casi sono stati denunciati all'INAIL, oltre 800 lavoratori sono deceduti, oltre 14.000 sono quelli che hanno riportato un'invalidità permanente. È convinzione diffusa che il numero delle malattie professionali denunciate sottostimi significativamente quello reale a causa di un fenomeno di sottonotifica.

Tale ipotesi è sostenuta dall'osservazione della distanza tra il numero dei casi attesi sulla base delle stime epidemiologiche e il numero dei casi riconosciuti, nonché sul confronto con statistiche europee.

Nel caso dei tumori professionali, ne sono stati denunciati in Italia nel quinquennio 2001- 2005 solo 6.292 contro i circa 50.000 attesi secondo le stime prudenziali di Doll e Peto.

In 13 dei 15 paesi europei considerati esistono come da noi elenchi e tabelle di malattie professionali predefinite, ma si opera in un sistema di tipo misto, che ammette quindi al riconoscimento e all'indennizzo anche malattie non tabellate. La Raccomandazione della Commissione europea n. 670 del 19.9.2003 sull'elenco europeo delle malattie professionali è stata emanata con l'evidente scopo di promuovere in tutti i paesi dell'Unione Europea un miglioramento nei sistemi di raccolta e diffusione delle conoscenze e dei dati per renderli più comparabili e una maggiore sensibilizzazione dei medici per migliorare la conoscenza e la diagnosi delle malattie professionali. Anche a livello europeo il problema della denuncia e del riconoscimento delle malattie professionali è tutt'altro che risolto ed il nostro paese non fa in questo eccezione.

L’Italia con 159 malattie denunciate per 100.000 lavoratori assicurati si colloca in una posizione mediana, paragonabile a quella dei paesi a noi più vicini come realtà industriale e sociale quali Francia e Germania.

L’analisi sulle cause del fenomeno della sottostima dell'incidenza delle malattie professionali deve prendere in considerazione sia aspetti di natura generale, che il comportamento dei diversi attori.

Aspetti di natura generale

Se si escludono le malattie allergiche e la sordità da rumore, le malattie professionali più frequenti ai giorni nostri sono rappresentate da patologie ad eziologia non specifica e multifattoriale. Ciò rende più problematica la valutazione del nesso di causa. È il caso in particolare delle malattie muscolo-scheletriche da sovraccarico biomeccanico. Per le malattie neoplastiche poi, a complicare ulteriormente la valutazione del nesso di causa, vi è la lunga latenza, che fa sì che si manifestino quando il lavoratore non lavora più e/o ha

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L’emanazione del DM 27.04.04 ha senz'altro reso il quadro legislativo più favorevole al riconoscimento delle malattie professionali. Il DM ha infatti ampliato il numero delle condizioni patologiche soggette all'obbligo di denuncia ogniqualvolta il medico ne riconosca l’esistenza, precisando il contesto espositivo in cui si realizza l'alta probabilità, la probabilità e la possibilità del nesso causale di natura tecnopatica.

Accanto all'obbligo di denuncia di cui al DM 27.04.04 va richiamato l'obbligo di referto di cui all'art. 365 CP da parte degli esercenti una professione sanitaria nel casi che possono presentare i caratteri di un delitto per il quale si debba procedere d'ufficio.

La lettura combinata delle disposizioni dell'art. 139 del DPR 1124/65, del DM 27.04.04 e dell'art 365 CP porta alla conclusione che l'obbligo di referto sussiste per ogni malattia che sia eziologicamente correlabile con noxae lavorative e a maggior ragione per tutte le malattie repertate dal DM 27.04.04 (aggiornato con il DM 14/1/2008), nei casi in cui la malattia comporta un indebolimento permanente o la perdita di un senso o di un organo o un’incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni per un tempo superiore ai quaranta giorni e il medico non ha elementi certi per escludere il nesso di causa professionale.

Un ragionamento particolare meritano quelle condizioni morbose causate dal lavoro, quale ad esempio lombosciatalgie da esclusiva sofferenza muscolo-nervosa, che comportano inabilità temporanee al lavoro inferiori al 40 giorni e non sono soggette all'obbligo di referto.

Si richiama al proposito l'obbligo per il medico e a maggior ragione per il medico del lavoro, di informare il lavoratore e certificare ogni patologia, se pure temporanea, di eziologia professionale. Il lavoratore potrà far valere tale certificazione per richiedere all'INAIL il riconoscimento dell'invalidità temporanea (artt. 52, 53 DPR 1124/65). Il riconoscimento dell'invalidità può risultare utile al lavoratore in quanto oltre a non incidere sul comporto dei giorni di assenza per malattia, dà allo stesso maggiori garanzie di mantenimento del posto di lavoro in caso di giudizi di idoneità limitata.

Aspetti attinenti ai singoli attori Medici competenti

Dal punto di vista dell'osservatorio rappresentato dalle sedi INAIL della Basilicata constatiamo che le richieste dei lavoratori di prestazioni per MP, quelle accompagnate dal primo certificato del medico competente rappresentano una rarità. Ciò è particolarmente evidente nel caso delle malattie non tabellate.

La mancata certificazione e/o denuncia di una tecnopatia da parte del medico competente può essere legata a diverse cause: invio in sede specialistica ospedaliera per l'approfondimento diagnostico; disconoscimento della patologia; errore nella valutazione del nesso di causa.

Il disconoscimento della patologia può a volte conseguire ad incompleto approfondimento dell'anamnesi lavorativa, più sovente di quella remota.

È possibile poi che possa esservi una misconoscenza della correlazione rischio/patologia e che non vi sia la disponibilità degli elementi sufficienti per compiere una valutazione tecnico-scientifica - almeno per alcune patologie di più complessa valutazione. Altri motivi possono essere eventuali timori rispetto al datore di lavoro, che, seppure non sia possibile una dimostrazione nel singoli casi, appaiono una causa frequente di sottonotifica, in generale.

Medici curanti, medici di medicina generale, medici specialisti (non di Medicina del lavoro)

Qui, dove le patologie vengono diagnosticate, in ambulatorio o al letto del paziente, il bacino d'utenza è ancora più ampio, non solo come numero di lavoratori o ex lavoratori

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esposti a fattori di rischio, ma anche come numero e spettro di patologie, includendo ad esempio quelle neoplastiche, infettive, osteoarticolari, allergiche, che per la loro latenza o fisiopatologia, si possono manifestare in sede e tempi diversi rispetto a quanto osservabile dal MC nel corso della corrente sorveglianza sanitaria.

Qui, le motivazioni appaiono più riferibili alla mancata conoscenza delle tematiche di Medicina del lavoro in generale ed il tema appare più di carattere culturale. Tali medici non sono generalmente consapevoli delle problematiche di valutazione del rischio, della fisiopatologia delle malattie da lavoro, non hanno sviluppato particolare aggiornamento sui temi della Medicina del lavoro e spesso non richiedono consulenza specialistica per approfondimenti del caso, non rivolgendosi o non indirizzando il paziente al MC o ad altre strutture specialistiche dell'ASL, o degli ospedali di riferimento. In questo senso, essi devono essere aiutati e supportati dagli specialisti della Medicina del lavoro, per superare ad esempio le difficoltà di una anamnesi lavorativa difficile (si veda la valutazione del rischio cancerogeno o biomeccanico).

Con particolare riferimento proprio alle principali patologie lavoro correlate, quando anche sono conosciute e magari diagnosticate, risulta una generale disattenzione rispetto agli adempimenti medico-legali in capo a ciascun medico. In altre e più limitate occasioni, anche tali professionisti preferiscono non dedicare sufficiente tempo ed attenzione alla diagnosi etiologica in generale e a quella lavorativa in particolare, considerando alcune di queste attività come burocrazia o fastidio.

Quindi la sottonotifica è in larga misura attribuibile anche a un insufficiente coinvolgimento ed attività di questi medici, che a vario titolo formulano comunque diagnosi di patologia e seguono correntemente i pazienti, lavoratori o ex lavoratori.

Al di là, comunque, dei compiti medico-legali che devono caratterizzare l'attività del medico di medicina generale per ciò che attiene le «nuove» malattie professionali, non v'è dubbio che, proprio in termini di prevenzione, trattamento precoce e possibilità di intervenire efficacemente sui luoghi di lavoro e sui sistemi ergonomici, la funzione del medico di medicina generale è elemento portante ed imprescindibile, come soggetto realmente depositario dell'anamnesi, dell'obiettività e della soggettività dei sintomi e quindi l'elemento di sintesi per una diagnosi tempestiva e sicura e l'unico in grado di contemperare i presupposti di tutela della salute «clinica», ma anche «assicurativa» del suo assistito.

Non solo, ma per consentire al datore di lavoro di presentare la denuncia per una malattia professionale che non sia tra quelle in elenco, è necessario che il medico curante fornisca idonea certificazione o comunque che il medico stesso disponga accertamenti specialistici che consentano di pervenire alla diagnosi, di poi informandone il lavoratore che provvederà, di seguito, allegando l'idonea certificazione, a promuovere la denuncia del datore di lavoro all’Istituto Assicuratore.

Banca Dati INAIL

La sottonotifica delle MP non ci permette di seguire l'evoluzione delle nuove malattie, di capire che cosa succede in questo mondo del lavoro che cambia ed in cui cambiano i rapporti di lavoro anche temporali.

Infatti tra qualche anno non è dato prevedere quali dati si potranno fornire agli epidemiologi, a fronte di lavoratori interinali che avranno una storia lavorativa costituita da un susseguirsi di esposizioni anche assai diverse fra loro e tutte caratterizzate dalla brevità. Di fronte a tutti questi tipi di realtà si potrà ben difficilmente essere in grado di cogliere l'inizio della patologia e quindi il problema lavorativo prima che si manifesti.

Proprio in questa direzione si muove l’art. 10 del Decreto legislativo n. 38/2000. Con tale disposizione il Legislatore, nel confermare l’attuale sistema misto di tutela delle malattie

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testo unico, con lo scopo di conservare loro quelle caratteristiche di attualità e di tempestivo e costante allineamento all’evoluzione delle conoscenze scientifiche e delle tecnologie lavorative che, pur essendo sicuramente alla base del sistema di tutela, fino ad oggi non sono state sufficientemente garantite.

Si ricorda che l’ultimo aggiornamento risale a pochi mesi fa (DM 9/4/2008) ed è intervenuto su tabelle che erano in vigore dal 1994.

Indubbiamente, l’aggiornamento delle tabelle delle malattie professionali, e conseguentemente la tutela assicurativa che su di esse si fonda, ha incontrato in passato molte difficoltà e non è stato al passo con i tempi.

Peraltro il legislatore, nell’affrontare il problema, ha ritenuto di non doverlo considerare in modo isolato e a se stante, bensì di inquadrarlo nel più vasto problema delle criticità che tuttora caratterizzano, per questo specifico versante, il sistema di sicurezza complessivamente considerato, che ancora oggi sconta la mancanza di un organico e facilmente accessibile quadro di riferimento scientifico-epidemiologico a livello nazionale, la scarsa e disomogenea diffusione e circolazione delle conoscenze tra gli operatori sanitari, l’assenza di punti centrali di raccolta di informazioni sulle caratteristiche e dimensioni del fenomeno; criticità tutte che non possono non ricadere negativamente sul sistema assicurativo, e prima ancora su quello prevenzionale.

Per questi motivi, la scelta legislativa è stata quella di riconsiderare la “questione tecnopatica” in modo globale e radicale, individuando una soluzione capace di collegare i diversi segmenti dell’intero processo conoscitivo, prevenzionale ed assicurativo, e nel contempo in grado di operare con lo stesso livello di validità su tutto il territorio nazionale.

A questa logica si ispira l’art. 10, il quale delinea un nuovo meccanismo di revisione delle tabelle delle malattie professionali allegate al Testo Unico, ma contemporaneamente disegna un sistema di rilevazione delle malattie correlate al lavoro, e non solo causate dal lavoro, al quale possano accedere tutti gli Organismi competenti per estrarre le informazioni utili sia allo svolgimento delle funzioni di sicurezza della salute sui luoghi di lavoro, sia alla ricerca ed all’approfondimento scientifico ed epidemiologico.

Chiave di volta di questa disposizione è la parziale rielaborazione e l’ampliamento di portata dell’art. 139 TU., in base al quale è obbligatoria, per ogni medico che ne riconosca l’esistenza, la denuncia delle malattie professionali indicate in un apposito elenco alla Direzione Provinciale del Lavoro, alla A.S.L. ed alla Sede INAIL competente per territorio di residenza dell’assicurato.

Le denunce/segnalazioni di cui sopra alimenteranno il “Registro nazionale delle malattie causate dal lavoro, ovvero ad esso correlate”, contenuto nella Banca Dati Inail.

Conclusivamente, la soluzione voluta dal legislatore si ispira ad una logica di sinergie tra Organismi competenti e di integrazione tra funzioni e finalità proprie di soggetti pubblici, diversi ma tutti operanti per la tutela della salute nei luoghi di lavoro, in un quadro coordinato all’interno del quale l’INAIL si impegna con il ruolo di gestore deilsistema assicurativo e contemporaneamente di erogatore di servizi specialistici per le azioni delle altre Istituzioni (Regioni, ASL, ISPESL, etc.).

Conclusioni

Alla luce di quanto sopra esposto, abbiamo quindi la necessità di costruire dei percorsi che servano a determinare qual’ è la quota attribuibile al lavoro ai fini della tutela, per essere in grado di affermare che siamo in presenza di una malattia professionale.

Abbiamo anche la necessità di un sistema che ci dica che in quell'ambiente di lavoro stanno sorgendo dei problemi e quindi il nostro intervento deve essere tempestivo per modificare le problematiche determinate da quell'ambiente di lavoro, riducendone i rischi e garantendo al lavoratore la possibilità di continuare a prestare la propria opera in un ambiente salubre.

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Per ottenere questi risultati, ovvero per implementare la Banca Dati INAIL, è indispensabile l’importante contributo dei medici di medicina generale. In quest’ottica si è mossa la SMR, in stretta sinergia con gli altri Uffici della D.R. Basilicata, nell’elaborare un opuscolo (novembre 2007) avente per oggetto: “Malattie Professionali, obblighi certificativi del medico – Linee guida”.

Per ciascuno degli adempimenti previsti vengono indicati i riferimenti normativi, le procedure da seguire ed i destinatari delle comunicazioni.

In particolare, per quanto attiene all’obbligo di denuncia delle Malattie Professionali (ai sensi dell’art.139 del T.U. n. 1124/65) è espressamente indicata la nuova classificazione delle Malattie Professionali correlate al lavoro, introdotta dal D.M. 27/4/2004. La guida è consultabile sul sito internet all’indirizzo http://siti.inail.it/basilicata/link.htm.

Il lavoro è stato fornito su supporto informatico (CD) all’Ordine dei Medici di Potenza ed alla FIMMG regionale, associazione sindacale di maggiore rappresentatività tra i medici di famiglia, che hanno provveduto a inserirlo nei rispettivi siti internet (l’Ordine di Matera è ancora sprovvisto di un proprio portale).

Le ultime modifiche normative (Nuove tabelle delle Malattie Professionali ex DM 9/4/2008 e DM 14/1/2008) impongono una revisione ed un aggiornamento della precitata guida.

Per quanto riguarda la formazione, la D.R. Basilicata ai sensi dell’Accordo per la disciplina dei rapporti normativi ed economici per la redazione delle certificazioni rese a favore degli infortunati sul lavoro e tecnopatici, sta programmando incontri formativi da svolgere nei primi mesi del 2009 con i Medici di Medicina Generale e con i Medici fiduciari degli Enti di Patronato.

Il tutto in una prospettiva di sicurezza sociale, che è nostro auspicio sia prossima a realizzarsi ed alla quale è nostro doveroso impegno contribuire. Molti dei presupposti informativi dell’attuale sistema assicurativo sociale, con particolare riguardo alla componente di tutela dei rischi e dei nocumenti da lavoro, vanno improrogabilmente riconsiderati al fine di una tutela integrale, ubiquitaria ed indifferenziata della salute del cittadino.

Riferimenti

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