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AMBIENTE. STORIA ea I PARCHI NAZIONALI E LA DIFESA DELL AMBIENTE E DEL PAESAGGIO , GIUS. LATERZA & FIGLI, BARI-ROMA

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conquista dei territori dell’Ovest: in pochi decenni furo- no capaci di espandersi su una superfi cie grande quanto l’Europa, dalle coste dell’Oceano Atlantico a quelle del Pacifi co. Da subito, sia i protagonisti di tale espansione, ovvero i pionieri in cerca di oro e ricchezze, sia il nuovo Stato federale, avevano messo in atto uno sfruttamento intensivo delle nuove terre conquistate, in nome del pro- cesso di civilizzazione e sviluppo: dagli ampi boschi ve- niva preso legname per costruire case e infrastrutture; si abbattevano vaste parti di foreste per lasciare spazio a col- tivazioni e pascoli che fornissero cibo a una popolazione in continua crescita.

Ben presto, gli eff etti di questa attività furono oggetto delle ri- fl essioni di alcuni intellettuali e politici. A proposito dell’im- patto che la conquista del West dell’uomo “bianco” aveva avuto sulla natura, il naturalista di origine scozzese John Muir (1838-1914), in una pagina del diario scritto nel 1869, durante il suo primo viaggio sui monti della California, osservava:

Come sono diversi quasi tutti i segni dell’uomo bianco, so- prattutto nella zona aurifera: strade aperte a furia di mine nella viva roccia, torrenti selvaggi interrotti da dighe, imbri- gliati, deviati dal loro corso, forzati lungo i versanti di forre LA PROTEZIONE DELLA NATURA:

UN’IDEA RECENTE

Nel corso dell’800, in vaste zone dell’Europa e degli Stati Uniti, divennero sempre più evidenti gli eff etti sull’am- biente naturale provocati dalla rivoluzione industriale. Il paesaggio stava cambiando velocemente: quasi ovunque era ormai visibile la presenza dell’uomo, non solo nelle città ma anche nelle campagne, coltivate intensamente grazie allo sviluppo delle tecniche agricole.

Furono gli intellettuali e gli scienziati, per primi, a denuncia- re la scomparsa di spazi naturali selvaggi e incontaminati e a prendere coscienza che la natura e le sue risorse – i mari e i fi umi, il suolo, le piante e gli animali – avessero un ruolo fon- damentale nella vita della Terra e di conseguenza andassero protette. Nel 1866 lo scienziato tedesco Ernst Haeckel (1834- 1919) introdusse una nuova parola destinata ad avere grande successo: “ecologia”, composta dai termini di origine greca oikos, “casa” o “ambiente”, e logos, “studio”, ovvero lo studio delle relazioni tra gli organismi che esistono in natura.

Ma fu solo nel ’900 che i governi europei rivolsero l’atten- zione al problema dell’ambiente, anticipati, sin dagli ultimi decenni dell’800, dagli Stati Uniti, che per primi compresero

I PARCHI NAZIONALI E LA DIFESA

DELL’AMBIENTE E DEL PAESAGGIO

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© 2019, GIUS. LATERZA & FIGLI, BARI-ROMA

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la necessità di regolare e programmare la gestione delle ri- sorse naturali per fi ni economici, sociali e culturali, così da non provocare il degrado dell’ambiente e del paesaggio.

Proprio da questo secondo approccio si fece strada l’idea di creare delle aree naturali protette, controllate dalle isti- tuzioni politiche. Pioniere di questa iniziativa fu l’archi- tetto Frederick Law Olmsted (1822-1903), il quale da una parte si impegnò nella realizzazione di giardini all’inter- no delle grandi città statunitensi (come sovrintendente di New York promosse il progetto del Central Park, nel cuore di Manhattan), dall’altra propose di istituire dei parchi na- turali amministrati direttamente dallo Stato. Secondo Olmsted, le aree più belle e importanti da un punto di vista naturalistico dovevano passare dalla proprietà di singoli in- dividui, che le gestivano per propri interessi, nelle mani del- le istituzioni pubbliche, che invece le avrebbero protette e messe a disposizione della collettività:

Come Muir, anche altri denunciarono le derive dell’attivi- tà umana. George Perkins Marsh (1801-1882), personali- tà politica e membro del Congresso, nel libro L’uomo e la natura (1865) analizzava il ruolo dell’umanità nelle trasfor- mazioni del paesaggio e sosteneva che spettasse proprio all’uomo rimediare ai danni:

L’uomo è in ogni luogo un agente perturbatore. Ovunque egli posi il piede, le armonie della natura si cangiano in di- scordia... e la sua azione distruttrice divien sempre più po- tente e spietata quanto più egli procede nella civiltà, fi nché l’impoverimento che tien dietro a questo esaurimento del terreno, alla fi ne lo avverte della necessità di conservare ciò che è rimasto, se non di restaurare ciò che è stato devastato per noncuranza.

[Politiche e culture del paesaggio. Esperienze internazionali a confronto, a c. di L. Scazzosi, Gangemi, Roma 1999, p. 157]

Col passare degli anni, si svilupparono due diff erenti corren- ti di pensiero: la prima, defi nita “conservazionista”, spin- geva per una protezione radicale della natura dalla mano

dell’uomo; la seconda, detta “preservazionista”, sosteneva Una veduta aerea di Central Park, nel cuore di Manhattan, New York

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a condizione che queste diventassero luoghi pubblici e ricreativi per l’individuo. Così affermava Olmsted, che aveva collaborato alla stesura della legge:

Yosemite deve essere salvaguardato, custodito e ammi- nistrato in modo che tutti, sempre, ne possano usufruire liberamente, e... la sua cura, e l’ospitalità off erta agli stra- nieri che vengono da ogni parte del mondo per visitarlo e goderne in tutta libertà, è un dovere che attiene alla dignità di uno stato sovrano.

[G. Pettena, Olmsted. L’origine del parco urbano, cit., p. 152]

Di lì a poco, nel 1872, venne istituito lo Yellowstone National Park, tra gli Stati del Wyoming e del Montana:

per la prima volta, un’area naturale veniva controllata e protetta interamente dalle istituzioni federali del governo statunitense e non da un singolo Stato, come nel caso di Non è suffi ciente sottrarre alcuni scenari naturali al mono-

polio dei singoli... ma è necessario che siano aperti all’u- so di massa. La creazione da parte dei governi di grandi parchi pubblici dove tutti, pur nel rispetto di alcune regole, possano liberamente ricrearsi, è dunque un dovere politi- co non solo opportuno ma anche necessario.

[G. Pettena, Olmsted. L’origine del parco urbano e del parco naturale contemporaneo, Edifi mi, Firenze 1996, p. 155]

Nel 1864 fu approvata una legge, firmata dal presidente Abramo Lincoln, che rese la Yosemite Valley e la vicina foresta di sequoie proprietà dello Stato della California,

Yellowstone National Park

Il Parco Nazionale di Yellowstone si estende per quasi 9 mila chilometri quadrati nella zona delle Montagne Rocciose, al confi ne tra Wyoming, Montana e Idaho.

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Yosemite. Tra la fi ne dell’800 e l’inizio del ’900, molte al- tre aree furono trasformate in parchi nazionali: nel 1890 nacque in California il Sequoia National Park; nel 1899 il Mount Rainier National Park nello Stato di Washington;

nel 1902, in Oregon, il Crater Lake National Park e otto an- ni dopo, nel Montana, il Glacier National Park. In alcuni casi, la nascita di questi luoghi venne fortemente sostenu- ta da importanti personalità politiche, come il presidente Th eodore Roosevelt (in carica dal 1901 al 1908), noto per la sua grande passione per la natura.

Ai motivi di ordine “ecologico” si affi ancavano in realtà scopi politici ed economici. Dopo le divisioni e le lace- razioni della guerra civile, il cittadino americano doveva riconoscersi nell’unicità delle bellezze naturali custodi- te dalla nazione, nella “natura selvaggia” americana – la wilderness –, che rendeva gli Stati Uniti diversi e specia- li rispetto al resto del mondo. La volontà del governo era anche quella di promuovere economicamente i territori,

richiamando turisti da ogni parte del mondo. Proprio per questo, all’interno dei parchi nazionali cominciarono ad essere costruiti ferrovie e strade, strutture ricettive e alber- ghi.

Nel 1916 esistevano ben 14 parchi nazionali sul territorio statunitense: il presidente Woodrow Wilson decise allora di istituire un unico organismo federale responsabile della lo- ro gestione, il National Park Service. Col passare degli anni, molti parchi vennero fondati anche nella parte orientale del paese, e non soltanto nel più selvaggio West. Come aff er- mò Franklin Delano Roosevelt, presidente degli Stati Uniti dal 1933 al 1945: «Non c’è niente di così americano quanto i nostri parchi nazionali!», a testimonianza di quanto questi luoghi fossero ormai entrati a far parte della coscienza na- zionale del popolo americano. Ancora oggi, il National Park Service e gli organi federali sono responsabili della tutela e della manutenzione dei grandi parchi nazionali statuniten- si. Osserva lo storico Piero Bevilacqua:

Crater Lake, lago vulcanico nel cuore dell’omonimo Parco Nazionale in Oregon

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In questo grande paese venne dunque messa a punto una architettura istituzionale e legislativa di grande novità e importanza, destinata a infl uenzare la politica di prote- zione della natura, sia pure per aree delimitate, in tutte le regioni del mondo. Per uno straordinario paradosso [...] il paese che oggi consuma in proporzione ai suoi abitanti la maggior quantità di risorse dell’intero pianeta, e al tem- po stesso è il maggiore responsabile dell’inquinamento globale, è stato anche il primo a inaugurare una severa politica di protezione degli ultimi paradisi selvaggi pre- senti nel suo territorio.

[P. Bevilacqua, La Terra è fi nita. Breve storia dell’ambiente, Laterza, Roma-Bari 2006, p. 139]

L’EUROPA, LA DIFESA DELL’AMBIENTE E LA NASCITA DEI PARCHI NAZIONALI IN ITALIA In Europa, una vera e propria politica diretta alla protezione della natura si realizzò soltanto all’inizio del ’900. Rispetto al Nord America, il territorio europeo, ad esclusione di alcu- ne zone della Scandinavia, non possedeva ampie aree sel- vagge e incontaminate, ma era fortemente “antropizzato”,

cioè caratterizzato dalla presenza dell’uomo, fi n dall’Anti- chità. Le politiche di tutela e protezione dell’ambiente natu- rale, al contrario di ciò che avvenne negli Usa, si inserirono quindi all’interno di un dibattito iniziato da qualche anno riguardante la difesa del patrimonio artistico e culturale posseduto da ogni nazione, del quale la natura cominciò pian piano a far parte.

In alcuni paesi, uno spirito ambientalista era già maturato tra circoli di intellettuali e artisti. In Francia, ad esempio, l’associa- zione Ligue pour la conservation des sites pittoresques (Lega per la conservazione dei luoghi pittoreschi) fu fondata nel 1865 da alcuni pittori e artisti per denunciare i danni provo- cati dall’attività dell’uomo nella foresta di Fontainebleau, poco lontana da Parigi. I primi parchi nazionali europei nacquero, sulla scia di quanto era avvenuto negli Stati Uniti, prima dello scoppio della Grande Guerra, in Svezia, in Germania e in Svizzera.

Il Parco Nazionale Sarek, istituito nel 1909, nella Lapponia svedese

Con i suoi immensi ghiacciai e le profonde valli e gli impervi torrenti, il parco artico di Sarek è un esempio di natura incontaminata, diffi cilmente accessibile all’uomo.

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[il paesaggio] altro non è che la rappresentazione materia- le e visibile della patria, coi suoi caratteri fi sici particolari [...], con gli aspetti molteplici e vari del suo suolo, quali si sono formati e son pervenuti a noi attraverso la lenta suc- cessione dei secoli. [...] E se dalla civiltà moderna si sentì il bisogno di difendere, per il bene di tutti, il quadro, la mu- sica, il libro, non si comprende, perché siasi tardato tanto a impedire che siano distrutte o, manomesse le bellezze della natura, che danno all’uomo entusiasmi spirituali così puri e sono in realtà ispiratrici di opere eccelse.

[Benedetto Croce, relazione introduttiva Per la tutela delle bellezze naturali e degli immobili di particolare interesse storico, seduta del Senato del 25 settembre 1920]

Fu durante il fascismo, però, che vennero istituiti i primi par- chi nazionali italiani. Nel dicembre del 1922 nacquero uffi - cialmente il Parco Nazionale del Gran Paradiso (tra Valle d’Aosta e Piemonte) e, un mese dopo, nel gennaio 1923, il Parco Nazionale d’Abruzzo. All’inizio degli anni ’30, agli obiettivi di ordine naturalistico si affi ancarono motivi propa- gandistici ed economici, legati al rilancio del turismo. Tra il 1934 e il 1935 furono creati il Parco dello Stelvio, tra i mon- ti della Lombardia, del Trentino e dell’Alto Adige, a suggello della conquista italiana durante la prima guerra mondiale delle terre al confi ne settentrionale con l’Austria; il Parco In Italia, invece, il dibattito politico sulla protezione delle

aree naturali si sviluppò più lentamente. Nel 1905 venne approvata una legge speciale che rese “inalienabile” (non vendibile o cedibile), ovvero pose nelle mani dello Stato, ai fi ni di un rimboschimento, la pineta di Ravenna, impor- tante area verde nota anche per il suo valore storico-arti- stico nazionale: era stata celebrata da Dante nella Divina Commedia e da Boccaccio in una delle sue novelle del Decamerone; nell’estate del 1849 era stata attraversata da Giuseppe Garibaldi e dalla moglie Anita, in fuga da Roma.

Pochi anni dopo, nel 1909, la legge sulla difesa del patri- monio “culturale” dell’Italia, detta legge Rava-Rosadi dal nome dei due uomini politici liberali che la presentarono, proponeva per la prima volta un legame tra le bellezze arti- stiche e monumentali del paese e quelle naturali e paesag- gistiche, da inserire anch’esse in una politica di tutela go- vernativa. Conclusa la Grande Guerra, il discorso fu ripreso dal fi losofo e uomo politico Benedetto Croce (1866-1952).

Protezione della natura, del patrimonio artistico, stori- co e culturale italiano, attenzione al paesaggio e patriotti- smo convergono nella sua proposta di legge presentata in Parlamento nel 1920:

Orso marsicano, Parco Nazionale d’Abruzzo L’orso bruno marsicano, simbolo del Parco Nazionale d’Abruzzo, è una sottospecie caratteristica dell’Italia centrale, in particolare dell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo dove, dalle stime, sembra siano presenti una cinquantina di esemplari.

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che si propone di lottare, in maniera non violenta, in dife- sa della natura e contro alcune pratiche umane pericolose e inquinanti (come i test nucleari) o dannose per la fl ora e la fauna del pianeta (in particolare nella pesca e nello sfruttamento dei mari). Sempre negli stessi anni sorgono inoltre i primi partiti politici ecologisti, che si defi nisco- no “verdi” e pongono al centro della loro battaglia la sal- vaguardia dell’ambiente.

Anche in Italia, con l’obiettivo di proteggere e soprattutto valorizzare il patrimonio artistico e naturale del paese, na- sce a metà degli anni ’70 il Fondo Ambiente Italiano (Fai) e, nel 1980, dall’esperienza dei movimenti ecologisti inter- nazionali e contrari al nucleare viene creata l’associazione del Circeo, sulla costa meridionale del Lazio, per celebrare

la politica fascista di bonifi ca delle paludi pontine e la nasci- ta di nuove città come Littoria (l’attuale Latina) e Sabaudia.

Quest’ultimo parco, inoltre, rappresentava un vicino luogo di villeggiatura e di svago per gli abitanti di Roma e con le stesse intenzioni si propose di trasformare in area protetta anche il Terminillo (una montagna nel Lazio, vicino alla città di Rieti) e il Gran Sasso (in Abruzzo), dove la borghesia della capitale si sarebbe potuta facilmente recare a sciare d’inver- no o a trascorrere i mesi estivi.

Nel 1939, sempre un ministro del governo fascista, Giuseppe Bottai, fu l’artefi ce della prima vera e propria legge sulla tu- tela dell’ambiente e del paesaggio: ad essere difese e pro- tette non erano solo le “bellezze naturali” ritenute tali da un punto di vista estetico, ma anche i luoghi riconosciuti per la loro importanza scientifi ca, biologica e geologica.

Al termine della seconda guerra mondiale, infi ne, l’atten- zione all’ambiente trovò spazio nella Costituzione della nuova Repubblica italiana. All’articolo 9, tra i princìpi fon- damentali, si aff erma:

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ri- cerca scientifi ca e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimo- nio storico e artistico della Nazione.

PROBLEMI AMBIENTALI DI IERI E DI OGGI Durante il XX secolo, la tendenza a istituire parchi nazionali si è diff usa in tutto il mondo. In America Latina, l’Argentina, il Brasile e il Perù hanno posto sotto la tutela governativa importanti complessi montuosi, ghiacciai, corsi d’acqua e vaste porzioni di foresta incontaminata. L’Australia si è im- pegnata nella salvaguardia della Grande Barriera Corallina;

anche in Africa sono nati col tempo numerosi parchi per di- fendere una natura unica al mondo.

Di fronte ai sempre più evidenti danni provocati dall’atti-

Le gole del Raganello nel Parco Nazionale del Pollino Il Parco Nazionale del Pollino, istituito nel 1988, è il più grande parco naturale d’Italia, situato a cavallo tra Basilicata e Calabria.

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Si sente dir spesso che è necessario lasciare alle futu- re generazioni dei patrimoni di natura incontaminata affinché possano ancora goderne. Non crediamo che questo sia il senso del problema. Ciò che dobbiamo lasciare è un insegnamento alla corretta conviven- za, all’uso consapevole, alla sapienza di una ecologia giunta nel profondo e lì trasformata in morale colletti- va. Dovremo lasciare alla nostra progenie una civiltà, non solo un capitale. Allora il discorso abbandonerà i territori, le leggi, le pianificazioni, la fauna e la flora.

E tornerà ad essere un dialogo degli uomini sugli uo- mini, un discorso fra uomini e parchi.

[V. Giacomini, V. Romani, Uomini e parchi. La straordinaria attualità di un libro che ha aperto una nuova stagione nella cultura delle aree protette e nella politica del territorio, Franco Angeli, Milano 2002, p. 194]

derate di straordinaria importanza per motivi culturali o naturalistici: ad oggi sono stati individuati oltre 1000 siti, presenti in più di 160 nazioni, tra i quali numerosi parchi nazionali.

Si sta facendo sempre più strada, poi, l’idea di uno svilup- po economico defi nito “sostenibile”, che non preveda cioè uno sfruttamento intensivo delle risorse naturali ma un loro uso consapevole ed equilibrato, compatibile con il rispetto dell’ambiente: il problema, infatti, non è soltan- to quello di capire come poter conservare ciò che ancora non è stato distrutto, ma occorre ragionare su un nuovo rapporto tra l’uomo e la natura, tra l’attività umana e l’am- biente in cui abita. Come osserva lo scienziato e botanico italiano Valerio Giacomini:

Le Dolomiti

Un insieme di gruppi montuosi delle Alpi Orientali compresi nelle province di Belluno, Bolzano,

Pordenone, Trento e Udine, le Dolomiti sono state inserite come bene naturale nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2009.

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1 Redigi sul quaderno un breve excursus storico (max 20 righe di documento Word) sulla nascita e diffusione di una coscienza ecologica, adoperando la scaletta che ti proponiamo. Correda il testo di un titolo e di immagini, selezionandole dal tuo manuale o lanciando una ricerca in Rete.

Nascita del concetto di ecologia

Quei pionieri degli Usa: la protezione della natura come affare di Stato

La wilderness e l’identità americana

L’Europa, il continente dove la protezione dell’ambiente fa il paio con la tutela del patrimonio artistico e culturale

Gli anni ’60-70 del ’900: nascita dei movimenti ambientalisti

La difesa della natura si politicizza: nascita dei partiti ecologisti

Giorni nostri: è possibile uno sviluppo economico sostenibile?

LABORATORIO DI SCRITTURA STORICA

2 Completa la tabella relativa alla legislazione sulla tutela del paesaggio in Italia dal 1905 al 1948. L’esercizio è già avviato.

Data Fonte (ove specifi cata) Oggetto

1905 Legge speciale a favore del rimboschimento della pineta di Ravenna

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LAVORA SUL TESTO

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4 In occasione dell’anno scolastico 2015, il Mattm ha lanciato, in collaborazione con il Miur, la pubblicazione delle Nuove linee guida per l’educazione ambientale.

Lancia una ricerca su Internet digitando nella maschera di ricerca di Google “Linee guida educazione ambientale 2015” e scarica, dal sito del Mattm, il fi le pdf, che contiene tantissime schede progettate per le scolaresche, utili per saperne di più sulle problematiche ambientali.

In particolare, ti segnaliamo, nella Parte Terza, le “Schede tecniche di approfondimento” (pp. 135-87), organizzate in Nozioni/

Problematiche e fattori di pressione/Soluzioni. Ti invitiamo a leggerne qualcuna, magari quella che ti incuriosisce maggiormente, che è all’attenzione dei concittadini nel tuo comune di residenza. Discutine poi in classe con i tuoi compagni e con l’insegnante.

Conoscere e tutelare la biodiversità dalle specie agli ecosistemi

Servizi ecosistemici e uso sostenibile della biodiversità

Suolo

Gestione e tutela delle acque

Tutela del mare

Cambiamenti climatici

Energia

Gestione del ciclo dei rifi uti

Sviluppo urbano e inquinamento: la città sostenibile

Lotta alle ecomafi e

Lo spreco alimentare

LE NUOVE LINEE GUIDA PER L’EDUCAZIONE AMBIENTALE

Riferimenti

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