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Febbraio numero 2 - Iscr. Tribunale di Alessandria n. 25/2014 del on-line:

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Academic year: 2022

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Febbraio 2021 - numero 2 - Iscr. Tribunale di Alessandria n. 25/2014 del 21.01.2014 - on-line: www.comune.castelnuovoscrivia.al.it

Mensile di informazione del Comune di Castelnuovo Scrivia - Direttore responsabile: Gianni Tagliani - Stampa: Tipografia Fadia Soc. Coop.

il della Bassa Valle Scrivia

SI PARTE

PROGETTO

È stato inviato in Soprintendenza il progetto di restauro

dell’Arco di via Roma firmato dall’architetto Marco Torti

VACCINI

Al via la campagna per chi ha più di 80 anni. Tutte le date stabilite dalla Regione Piemonte e le istruzioni per accedere al servizio

IL SERVIZIO A PAG. 4

IL SERVIZIO A PAG. 3

IL SERVIZIO A PAG. 6

D

opo averla sfiorata, mancandola per un soffio nelle stagioni precedenti, l’Autosped Basket Club Castelnuovo Scri- via è riuscita quest’anno a conquistare, con pieno merito, la qualificazione alle finali di Coppa Italia di A2, manifestazio- ne riservata alle formazioni che si sono piazzate ai primi quattro posti, al termine del girone di andata, nei due gironi (Nord e Sud) di campionato. Sono d’obbligo, quindi, i complimenti a giocatrici e staff tecnico che hanno lavorato duramente in questi mesi. Un traguardo prestigioso che certifica, una volta di più, la crescita del sodalizio castelnovese che per il sesto anno consecutivo partecipa al secondo campio- nato nazionale. Dopo una prima stagione

di comprensibile assestamento le ‘giraffe’

hanno rapidamente scalato il ranking di- ventando, stagione dopo stagione, inquili- na dei piani alti della classifica. Non è un risultato di poco conto per una realtà in- dubbiamente piccola, sia a livello di strut- tura societaria che di bacino di utenza. Un

risultato che è stato possibile grazie, oltre che al lavoro della società, al fondamenta- le sostegno economico di chi in questi anni è stato vicino al Bcc. Sostegno che è servi- to, da un lato, per permettere di mantene- re una categoria che richiede un grandis- simo impegno, sotto ogni punto di vista, e dall’altro per promuovere e sviluppare il progetto, necessariamente a medio-lungo termine, che punta ad accentuare ulte- riormente la crescita del proprio settore giovanile. Resta ancora tanto da fare ma le soddisfazioni arrivate in questi anni e la fiducia riposta nel lavoro fin qui svolto sono il migliore carburante per continua- re a provare a fare e dare il massimo per il Bcc e per Castelnuovo Scrivia.

L’Autosped alle Final Eight di Coppa Italia Da lunedì 15 febbraio parte la nuova raccolta

differenziata dei rifiuti porta a porta. Occorre esporre i bidoni secondo il nuovo calendario.

All’interno tutte le date di febbraio per avviare il

servizio e smaltire quelli vecchi.

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2 IL COMUNE della BASSA VALLE SCRIVIA | 2 – Febbraio 2021

In breve

IL COMUNE della BASSA VALLE SCRIVIA | 2 – Febbraio 2021 3

Finanziata la ristrutturazione dell’arco di via Roma il progetto definitivo a Torino in Soprintendenza

Progetti Sarà rivista anche la viabilità intorno al monumento

Si aspetta l’ok per procedere alla redazione dell’esecutivo Nel frattempo cambia il direttore dell’ARPA Alessandria-Asti

Il call center per l’emergenza Coronavirus: 800 95 77 95

La Regione Piemonte potenzia il servizio di call center per l’emergenza Coronavirus, attivato a pochi giorni dall’inizio della pandemia: da lunedì 1° febbraio si potrà telefonare al nuovo numero verde 800.95.77.95.

Gli operatori forniranno informazioni 7 giorni su 7 dalle ore 8 alle ore 20 su tutti gli aspetti legati al Covid-19, dagli adempimenti sanitari per i rientri in Italia alle procedure per isolamento e quarante- na, indicazioni per gli operatori di comunità, sedi e modalità di accesso agli hotspot per l’esecuzione dei tamponi e ubicazione degli hotspot scolastici.

Sarà inoltre possibile ottenere certificati sugli esiti dei tamponi e informazioni sulle normative e le or- dinanze regionali per la gestione dell’emergenza.

In una seconda fase comunicheranno anche i rife- rimenti necessari per la campagna vaccinale della popolazione.

I Giornali dei castelnovesi

Abbiamo chiesto cortesemente alle due edicole del paese - come già avvenuto in passato – di fornirci alcuni dati statistici sui “giornali” preferiti dai castel- novesi. Tra i quotidiani ecco la classifica di quelli più venduti: al primo posto “La Stampa” (con una media di circa 50 copie giornaliere); al secondo “La Provin- cia Pavese” (circa 40 copie); seguono “Il Giornale” e il “Corriere della Sera” (circa 20 copie). Tra i settima- nali nazionali più seguiti: al primo posto “Di più” e “Tv sorrisi e canzoni” (circa 50 copie). Per i settimanali locali: al primo posto “Sette Giorni” (circa 300 copie), mentre “Il Popolo” segue con circa 10 copie. Il famo- so libretto rosso “Almanacco del Pescatore di Chia- ravalle”, poi, vende circa 400 copie all’anno. Il nostro giornale “Il Comune” – che però è in distribuzione gratuita – arriva invece comodamente a circa 700 copie mensili. Per alcuni giornali (sia nazionali che locali), poi, si dovrebbe tener conto anche degli ab- bonamenti i quali, tuttavia, non pensiamo riescano a modificare l’ordine di questa nostra approssima- tiva classifica (anche eventualmente aggiungendo i pochi castelnovesi che, per comodità ed esigenze di lavoro, acquistassero giornali fuori paese). Infi- ne, per gli effettivi dati di lettura (al di là delle copie presenti negli esercizi pubblici), va osservato che ad ogni copia possono corrispondere più lettori.

Sicuramente, rispetto ad una decina di anni fa, il dato generale di vendita dei giornali è fortemente diminuito, sia per il crescente ruolo dell’’informazione televisiva e digitale e sia, pensiamo, per le difficoltà economiche dei bilanci familiari. In ogni caso andrebbe incentiva- ta la lettura dei giornali e, in questo senso, anche le scuole dovrebbero educare i ragazzi alla lettura.

Stato civile di gennaio

Nati: Saulo Ginevra di Amedeo e Salvadeo Sara;

Di Caccamo Giuseppe di Gabriele e Moricca Concetta; El Kardoudi Mariam di Hamid e Et- tounsi Nawal.

Morti: Ricci Cesare Giuseppe di anni 83; Botta- mino Desiderio Antonio 81; Chetta Cosimo 92;

Arona Giuseppina Maria Domenica 83; Gonella Laura 87.

C

he nome! Uno scio- gli lingua per un ar- busto dai fiori romantici e delicati, molto decorativo poiché è deciduo (perde le foglie nella stagione meno favorevole – autun- no/inverno) ma fiorisce in tardo inverno sui rami

completamente spogli mettendo in risalto il profumatissimo fiore. Quest’ultimo è un

“ciuffetto” di fiori gialli sulla punta finale di ciascun ramo.

È un arbusto decorativo che raggiunge l’altezza di circa 1,5 metri; si può coltivar- lo sia in piena terra che in un contenitore capiente da posizionare sempre all’aperto, anche in inverno. Per la coltivazione in vaso si consiglia di preparare un fondo drenante di argilla espansa o pietruzze per evitare i ristagni di acqua e riempire il vaso con co- mune terriccio da giardinaggio, arricchito da concime granulare. Sia in vaso che in terra necessita di annaffiature frequenti e

abbondanti, soprattutto alla ripresa vegetativa (primavera) quando la pianta ha maggiori esi- genze idriche.

È una pianta molto ro- busta che non richiede quasi cure, infatti non su- bisce l’attacco di paras- siti e si trova bene anche sotto il sole estivo;

patisce un po’ le zone troppo ventose. Può essere vantaggioso spostare le piante in vaso verso un muro in inverno in modo che sia un po’ più protetta dal gelo.

Non richiede potature se non per contener- ne le dimensioni ma si consiglia di farlo a termine fioritura invernale per non perderne appunto la bellezza delle infiorescenze.

I profumatissimi fiori sono usati anche recisi, in piccoli mazzetti, per profumare la casa.

Curiosità: in alcuni paesi viene chiamata an- che pianta della carta dato che viene usata per produrre carta moneta.

Rita Corino

Edgeworthia chrysantha

In giardino con Rita

Un nuovo sito regionale per tutte le informazioni sulla qualità dell’aria

L

a Giunta comunale ha approvato il progetto definitivo redatto dall’architetto Marco Torti di restauro conser- vativo dell’Arco di via Roma. Successivamente è stato inviato alla Soprintendenza ai Beni Monumentali Storici e Artistici per il parere di competenza. Non appena gli elabo- rati saranno vistati verranno accolte eventuali osservazioni e il progettista provvederà a realizzare l’esecutivo.

L’Arco si presenta in cattive condizioni di manutenzione.

Complice il traffico pesante sul quale è stata trovata tempo- raneamente la soluzione dell’obbligo di svolta a destra per chi arriva da Molino e il divieto di transito in via Gramsci in direzione contraria, sono ancora frequenti le violazioni dei divieti e quindi i contatti dei mezzi pesanti con gli an- goli dello zoccolo e delle cornici sporgenti sovrastanti. Così anche i paracarri in pietra sono stati in parte divelti. Ad aggravare la struttura le infiltrazioni meteoriche dal tetto, dai pluviali e dalle scossaline in piombo che coprono le cornici aggettanti: ciò ha portato al deterioramento della pittura e dell’intonaco. “L’ultimo restauro compiuto – dice l’architetto Torti - ha visto l’impiego di materiali che non saranno più utilizzati: la pittura, di tipo acrilico, che con il dilavamento dell’acqua e in presenza di vento tende a gonfiarsi e a distaccarsi e a maggior ragione in presenza di vistose infiltrazioni; l’intonaco a base di malta cementizia che è sconsigliato proprio nelle murature a mattoni pieni in quanto trattiene l’umidità e non permette al muro di re-

spirare con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Utilizzeremo quin- di intonaci a base di calce idrata e colori a base di silicati: ciò permetterà una miglior traspirazione del muro. Interverremo anche sulle scossaline in piombo che non sono risvoltate verso l’alto della muratura e non sono ben congiunte. D’intesa con la Soprintendenza suggeriamo all’amministrazio- ne comunale una revisione del traffico veicolare. Si tratta di uno snodo im- portante e non essendo possibile eliminare il traffico occorre agire affinché gli autoarticolati non utilizzino l’Arco come una rotatoria rasentando o più spesso urtando gli spigoli, non solo dell’Arco, ma anche delle case”.

La viabilità, una volta terminato il restauro, sarà modificata definitiva- mente. I mezzi pesanti (camion, mietitrebbie, autoarticolati) provenienti da Molino dei Torti potranno svoltare esclusivamente verso destra ossia in via Gramsci. Chi proviene da via Caduti potrà girare a destra verso Molino o andare verso via Gramsci. Sarà impedito invece il transito dalla roton- da in direzione via Gramsci. Come è già regolato ora con la cartellonistica verticale.

I lavori consisteranno nella rimozione di tutte le parti pericolanti, dell’in- tonaco staccato e ad un’altezza da terra di almeno 2,5 metri. Si ripuliranno i pignoni alti, le cornici in sporgenza, la tinteggiatura sulle facciate soprat- tutto nella parte più alta verso Molino e nella testata nord. Occorrerà rifare con la sagomatura originale tutta la zoccolatura rovinata, il riposiziona- mento dei blocchi in pietra, la risagomatura delle cornici orizzontali dan- neggiate e delle lesene verticali con inserimento di nuovi paraspigoli e rete porta intonaco. Verrà rimossa interamente la scossalina in piombo sulle cornici risvoltate sulle murature verticali. Il rifacimento dell’intonaco, la tinteggiatura completa. Sul tetto verrà ripassata l’intera copertura, posata un’ondulina sottocoppo e riposizionato il doppio manto di coppi con i gan- ci che àncorano, oggi mancanti.

aria.ambiente.piemonte.it è il nuovo sito web dal quale, tramite computer o smartphone, si può accedere in tempo reale a tutte le infor- mazioni su dati, progetti, strategie, pubblica- zioni di settore e piani di risanamento dell’a- ria in Piemonte. Frutto di una collaborazione tra Regione Piemonte, Arpa

Piemonte e CSI Piemon- te, l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Mar- nati auspica che “il sito sia anche uno stimolo affinché ognuno di noi, nella vita di tutti giorni, possa effettua- re scelte consapevoli e am- bientalmente sostenibili”.

Nella home page è presen- te la cartina del Piemonte, che consente di effettuare ricerche sulla qualità dell’a- ria, con la possibilità di scegliere l’area di interesse fino a raggiungere un det-

taglio comunale e ottenere il dato puntuale riferito alla stazione di rilevamento. Nella sezione “qualità dell’aria” è possibile capi- re quali sono gli inquinanti che originano le problematiche ambientali, gli effetti che que- sti hanno su salute e ambiente, quali sono le fonti da cui si origina l’inquinamento, dando

la possibilità di accedere ed estrapolare i dati misurati. La sezione “valutare l’aria” presenta il sistema regionale di rilevamento e l’Inven- tario Regionale delle Emissioni in Atmosfera, raccoglie i dati sui principali inquinanti emes- si in un anno in una determinata area geogra- fica e descrive i modelli di qualità dell’aria e la rete di monitoraggio della Regione Piemonte.

In “politiche per l’aria”

è possibile consultare il nuovo Piano regionale e le misure previste per la sua attuazione, tutti i progetti della Regione Piemonte che hanno per obiettivo il mi- glioramento della qualità dell’aria, comprendere la rete di collaborazione che la Regione Piemonte ha sviluppato sia a livello ita- liano che a livello europeo.

In ultimo “inquinamento e stili di vita”, parte dedicata a rendere consapevoli i cittadini sui comportamenti adottati quotidianamente, perché migliorare l’aria delle città non signi- fica solo ridurre l’inquinamento atmosferico, ma anche ripensare i modi di spostarci, con- sumare e mangiare.

Alberto Maffiotti, direttore del dipartimento di Alessandria e Asti, è stato trasferito a quello di Torino. A sostituirlo Marta Scrivanti già vice direttore del dipartimento territoriale del Pie- monte nord-est.

L’Amministrazione comunale formula ad Alberto Maffiotti i migliori auspici ringraziandolo per la professionalità e la com- petenza che ha saputo dimo- strare in questi anni al servizio della comunità.

LA STORIA

C

astelnuovo era circondato da mura inframmezzate da cinque porte. Le alluvioni della Scrivia e del Grue le avevano demolite nella parte orientale. Nel 1828 si decise di abbatterle e venderne i mattoni e i sedimi oc- cupati dall’adiacente fossato. Il denaro ricavato doveva essere utilizzato per costruire più forti ripari dalle piene.

I lavori vennero bloccati in fase conclusiva poiché emerse uno scandalo che coinvolgeva i Centurione e tecnici del Comune con relative tangenti sull’appalto.

Ciò consentì di riflettere sulla scelta fatta e fra il poco rimasto si decise di salvare l’arco di via Roma. De- nominato anche Porta del Po o Porta di Strad’Alzano.

L’attuale struttura è seicentesca. All’interno la via si al- larga notevolmente poiché ospitava una notevole ab- bondanza di carri in attesa di poter uscire dalle mura o di scaricare merci. La struttura richiede continuamente interventi di consolidamento e di restauro a causa dei danni provocati dal traffico pesante e dall’umidità pro- veniente dalla roggia adiacente.

Gli ultimi due interventi hanno riguardato il consolidamento delle fondamenta tramite micropali e poi la sistemazione esterna e interna. Sono stati collocati anche quattro paracarri di granito negli angoli ma alcuni sono stati demoliti dal passaggio di giganteschi camion.

Appena al di là della roggia sorge la chiesetta di “San Carlo” (celebrazione al 4 novembre) costruita a metà Seicento, ossia coeva alla ristrutturazione dell’arco.

Le opere d’arte, per evitare i furti, sono state trasferite nella Parrocchiale e nel deposito museale.

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Rivoluzione porta a porta, si parte

con la nuova raccolta rifiuti in paese

Regione Piemonte

U

na legge approvata dal Consiglio regionale mo- difica le modalità di gestione dei rifiuti puntando sull’ambiente e sull’economia circolare. Tre gli obiettivi che si vogliono raggiungere: rafforzare la governance, spingere sulla raccolta differenziata, creare impiantisti- ca che permetta al Piemonte di diventare autonomo nello smaltimento. Prevista anche la creazione di un unico Ambito territoriale omogeneo e di sub-ambiti di area vasta, ovvero gli attuali consorzi. All’Ato spetteran- no l’approvazione del piano per l’avvio del trattamento dei rifiuti e la realizzazione degli impianti sulla base delle esigenze di riutilizzo, recupero e smaltimento. E si vuole anche puntare sul raggiungimento di traguardi come il 65% fissato dall’Unione Europea (l’abbassamento en- tro il 2025 del quantitativo di indifferenziati prodotti pro capite, fissato in 126 kg per abitante (159 per Torino), il riutilizzo di quei rifiuti che non si possono differenziare con termovalorizzatori sicuri e di ultimissima genera- zione. La Regione fa proprio il concetto di economia circolare incentivando lo scambio o la cessazione gra- tuita di beni per il loro riutilizzo. Abbiamo presentato numerosi progetti a valere sul Recovery Fund per il miglioramento dell’impiantistica, per riciclare la plastica e ideare nuove soluzioni per produrre materiali ricicla- bili. Il testo comprende anche la modifica al sistema di applicazione delle sanzioni per il mancato raggiungi- mento dell’obiettivo di riduzione dei rifiuti indifferenziati e una franchigia per i consorzi con elevata presenza di Comuni turistici, nei quali la popolazione effettivamen- te presente risulta essere superiore a quella residente (aumento della produzione di rifiuti compatibile con l’in- cremento di almeno il 5% della popolazione residen- te). Viene inoltre introdotto un periodo di osservazione transitoria per la valutazione dell’efficienza dell’organiz- zazione dei sub ambiti di area vasta, con la possibilità per la Giunta regionale, alla fine di questo periodo, di individuare i consorzi di area vasta che non raggiun- gono gli obiettivi stabiliti e di mettere in campo azioni di riorganizzazione fino ad arrivare, in caso di inerzia, a un intervento in via sostitutiva, previa diffida, anche con la nomina di un commissario ad acta. È infine pre- cisato che, in merito a criteri e modalità di utilizzo delle risorse a disposizione per finanziare la legge, la Giunta incentiva, fra gli interventi, i consorzi di area vasta che si sono accorpati consensualmente e sostiene quelli per cui ha disposto l’accorpamento a seguito del mancato raggiungimento degli obiettivi previsti.

Dal 22 febbraio esponete solo i contenitori nuovi provvisti di dispositivo elettronico/TAG. Se non avete ancora ricevuto il kit dei nuovi contenitori e del materiale informativo per la raccolta Porta a Porta potrete ritirarlo sabato 13 e sabato 20 febbraio dalle ore 8.30 alle ore 14.00

in Viale Scrivia presso ex mercato coperto. (In caso non poteste caricare i contenitori nella vostra autovettura, troverete una squadra di nostri operatori che vi seguirà direttamente a casa per consegnarveli). Per qualsiasi informazione, domanda, dubbio potete contattare il Numero Verde gratuito 800.085.312, mandare una mail a: info@

gestioneambiente.net, scriverci direttamente sulla nostra pagina Facebook.

Sui siti Internet di Gestione Ambiente e del Comune sono pubblicate tutte le informazioni e le indicazioni necessarie per poter seguire al meglio le modalità del nuovo servizio di raccolta.

LA COMPOSTIERA

L’alternativa al ritiro del contenitore dell’umido e/o del vegetale è la compostiera; si potrà farne richiesta in fase di consegna. Il mancato ritiro del contenitore dell’umido permetterà di ricevere una riduzione quando si passerà a Tariffa puntuale (solo per le utenze domestiche). È possi- bile richiedere la compostiera (verrà fornita gratuitamen- te) telefonando al Numero Verde gratuito 800.085.312 o inviando una mail a info@gestioneambiente.net rivolgen- dosi agli sportelli di Gestione Ambiente.

RACCOLTA PANNOLINI/PANNOLONI

Per le utenze che hanno in casa bambini da 0 a 3 anni, persone anziane oppure disabili è attivo un servizio de- dicato al conferimento di pannolini/pannoloni. È neces- sario chiedere l’autorizzazione presso il Comune, ufficio URP, al fine di poter verificare che la richiesta sia atten- dibile. Quindi si dovrà compilare e firmare l’apposito modulo reso disponibile dal Comune, che lo trasmetterà poi a Gestione Ambiente. Lo smaltimento e il servizio dedicato alla raccolta del rifiuto secco sanitario (panno- lini/pannoloni) non saranno addebitati in tariffa al sin- golo utente, ma saranno un servizio sociale a carico della collettività.

RITIRO INGOMBRANTI/RAEE SU PRENOTAZIONE Bruciare rifiuti di qualsiasi tipo è una forma di smal- timento non autorizzata, che inquina e compromette gravemente la salute. Un rifiuto abbandonato rilascia sostanze nocive nel terreno e nell’aria. Abbandonare i rifiuti è un segno di inciviltà e comporta costi di pu- lizia del territorio a carico di tutti i cittadini. Gestione Ambiente svolge il servizio di ritiro ingombranti/RAEE sotto casa su appuntamento. Le prenotazioni potranno essere effettuate telefonando al Numero Verde gratuito 800.085.312, oppure compilando il modulo sul nostro sito nella sezione “Le nostre attività” - Ritiro ingombran- ti. Saranno ritirati i rifiuti ingombranti di origine dome- stica per un massimo di tre pezzi alla volta. Il materiale dovrà essere esposto nel giorno e nell’orario stabiliti con Gestione Ambiente su suolo pubblico, nelle immediate vicinanze del numero civico, senza recare intralcio alla circolazione veicolare e pedonale.

CONTENITORI PER L’OLIO VEGETALE ESAUSTO Con lo scopo di incrementare la raccolta differenziata dei materiali recuperabili e di offrirvi un ulteriore servizio, abbiamo installato appositi punti di raccolta, all’interno dei quali potrete conferire gratuitamente, racchiuso in bottiglie di plastica, l’olio vegetale esausto. Ecco dove li trovate: in Piazza Libertà e in Piazza delle Scuderie.

CENTRI DI RACCOLTA

I Centri di raccolta (Isole Ecologiche) sono aree attrezzate e presidiate da personale qualificato dove i cittadini pos- sono conferire gratuitamente i rifiuti urbani differenzia- bili e non conferibili nei contenitori stradali o domiciliari (per quantità o tipologia).

Come ad esempio (elenco non esaustivo): abiti usati, bat- terie e accumulatori per auto, elettrodomestici/RAEE (lavatrici, frigoriferi, tv, frullatori, etc.). Imballaggi in cartone, imballaggi in vetro, ingombranti (mobili, serra- menti, grossi giocattoli, etc.), legno, metalli, neon, oli e grassi minerali (da motore) e vegetali (da cucina), piccoli quantitativi di scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, pile e farmaci scaduti, pneumatici, toner per stampa esauriti.

L

unedì si parte. Ogni utenza domestica è dotata di contenitori per conferi- re le seguenti frazioni: secco non riciclabile (indifferenziato) - contenitore con coperchio grigio; carta e cartone - contenitore con coperchio giallo;

imballaggi in plastica e lattine - contenitore con coperchio bianco; umido - contenitore marrone da 10 lt da tenere come sotto lavello (insieme ai sacchetti biodegradabili) e contenitore di maggiore volumetria, da 23 lt, per l’esposizio- ne su suolo pubblico; vegetale - contenitore carrellato da 240 lt con coperchio beige, consegnato solo se l’utente vuole attivare il servizio di raccolta del ve- getale, che è oggetto di una quota fissa annuale di 20 euro a contenitore e di 1 euro a svuotamento. Resta stradale solo la campana per la raccolta del vetro.

Tutti i contenitori sono dotati di una targhetta identificativa (TAG) che consen- te di identificare il proprietario, di monitorare il flusso dei rifiuti e determinare così la quantità di rifiuto indifferenziato prodotto in vista dell’applicazione del- la Tariffa puntuale, ma anche la qualità del rifiuto differenziato.

LE REGOLE DA SEGUIRE

Esporre i contenitori SOLO SE PIENI (a eccezione di quello dell’umido), possibilmente comprimendo (ma non troppo!) i materiali conferiti all’interno. Se i contenitori non sono del tutto pieni, è consigliabile esporli al succes- sivo passaggio di raccolta. (Il mancato rispetto di questa semplice regola determina un aggravio di costi per il ser- vizio, che si rifletterà inevitabilmente su tutti gli utenti). Il contenitore dell’umido da 23 litri va esposto con il manico rivolto verso l’alto, in modo da attivare il sistema anti ran- dagismo. (NON VA MAI ESPOSTO il contenitore areato dell’umido sotto lavello da 10 lt e nemmeno inserito all’in- terno del contenitore più grande da 23 lt). Esporre i conte- nitori solo nei giorni e orari di raccolta indicati nel calenda- rio, che abbiamo consegnato e scaricabile dal nostro sito.

Conferire i materiali negli appositi contenitori ed esporre questi ultimi in strada su suolo pubblico, davanti al proprio civico, in una posizione che non intralci il passaggio pedo- nale e sia facilmente accessibile per gli operatori ecologici (non è prevista la raccolta in aree/strade private). Ritirare dal suolo pubblico il contenitore dopo lo svuotamento o comunque entro la giornata di raccolta. Non esporre e ab- bandonare sacchi o altro materiale sopra e a lato dei conte- nitori. È opportuno avere cura della pulizia dei contenitori.

GIALLO, VERDE, ROSSO

I nostri operatori ecologici applicano sul contenitore un adesivo (l’utente dovrà poi staccarlo e conferirlo nel secco non riciclabi- le) se il contenitore non è pieno - Adesivo Giallo - (a esclusione del contenitore dedi- cato alla raccolta dell’umido che può essere esposto anche se non pieno) e procederanno allo svuotamento.

Il contenitore contiene materiale non confor- me al giusto tipo di raccolta, oppure è esposto nel giorno/orario sbagliati - Adesivo Ros- so - e non procederanno allo svuotamento.

Il contenitore non svuotato andrà ritirato ed esposto nuovamente con le modalità corrette per il successivo passaggio di raccolta.

Se la raccolta differenziata è perfetta - Ade- sivo Verde.

C’è, quindi, un controllo dei conferimenti a cui poi seguiranno misure sanzionatorie per i comportamenti errati.

L’obiettivo è ridurre le esposizioni, produrre meno indifferenziata e differenziare corret- tamente, al fine di contenere i costi.

La nuova legge in materia spinge sulla differenziata

Istruzioni e promemoria per contribuire a un buon inizio e migliorare la percentuale di differenziata

FEBBRAIO

LUNEDÌ 15

Avvio del nuovo sistema di raccolta

utilizzando i nuovi bidoni

SABATO 13 e 20

Consegna bidoni in Piazza delle Erbe (ex mercato) per chi ne fosse sprovvisto

(ore 8,30-14)

DA DOMENICA 21

Esposizione vecchi bidoni vuoti

per il ritiro (se possibile impilarli)

DA LUNEDÌ 15 A SABATO 20

Svuotamento vecchi bidoni, se qualcuno li

avesse ancora pieni

Da lunedì 15 febbraio parte il nuovo sistema di raccolta differenziata Porta a Porta. Dovrete, quindi, esporre i nuovi contenitori secondo le frequenze di raccolta indicate nel calendario che vi abbiamo consegnato e che potete visionare e/o scaricare dal nostro sito, insieme al manuale informativo sul nuovo

sistema di raccolta differenziata e al depliant

“Dove lo butto?”.

Nella settimana dal 15 al 20 febbraio rimuoveremo i contenitori stradali, mentre dal 22 al 26 febbraio ritireremo i vecchi contenitori nelle vie già servite dal Porta a Porta (esponeteli davanti a casa, vuoti e possibilmente impilati, la sera di domenica 21 febbraio).

Fino al 20 febbraio avrete, però, ancora la possibilità di esporre i vecchi contenitori così da svuotarli completamente

(ma seguendo sempre il nuovo calendario dei passaggi di raccolta).

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Altri tempi / di Antonello Brunetti

6 IL COMUNE della BASSA VALLE SCRIVIA | 2 – Febbraio 2021 IL COMUNE della BASSA VALLE SCRIVIA | 2 – Febbraio 2021 7

Dai farsô alla festa medievale

passando per la politica e le bocce Bruno Bassi non si era più ripreso dopo il Covid che lo colpì nella prima ondata Johannes Maria Ferrari 1574-1631

Se n’è andato dopo un lungo ricovero. Il segno lasciato nel tessuto sociale castelnovese In ricordo

M

i è capitato tempo fa di dover indagare, presso il prezioso Archivio storico di Castelnuovo Scrivia a Palazzo Centurio- ne, sull’ origine del noto negozio di gastronomia dell’amico Bruno Bassi, giunto alla terza gene- razione ed ora chiuso dal 3 agosto 2009 (quasi in una temporanea sospensione estiva della sua attività; anche se, come si dice, molte cose prov- visorie diventano poi definitive…).

Prima ci fu, alla guida del negozio castelnovese, il nonno materno Antonio Lazzaro, poi la mam-

ma Teresa, e infine Bruno con l’insostituibile moglie Rita, ed alcune brave commesse che si sono succedute negli anni. Il negozio risale al 1907 – come risulta da un registro comunale delle attività commerciali e artigianali – con la dicitura Lazzaro Antonio “oste” (mentre la più moderna dicitura di “salumiere” compare dal 1927, con la previsione della tassa annua di lire 30). In questa curiosa ricerca storica mi hanno abilmente assistito due brave studiose, Elisa ed Anna (dimostrandomi ancora una volta come i giovani, se ben motivati e valorizzati, possano

davvero rappresentare una validissima risorsa per la nostra distratta società che, invece, spreca dei così preziosi talenti).

La gastronomia di Bruno fu senz’altro un punto di riferimento non soltanto per le mense familiari di tutti i giorni ma, proprio per le straordinarie ca- pacità culinarie ed organizzative del titolare (con notevoli esperienze giovanili in alcune note “bot- teghe” lombarde), anche per le varie occasioni di festa e di solenni cerimonie. A questo riguardo – per l’inaugurazione nel 2008 della nuova sede del nostro Centro studi dedicato a Matteo Bandello, di cui ero responsabile – ci fu uno straordinario rinfresco (molto apprezzato anche dal prestigio- so parterre accademico presente alla cerimonia) preparato e servito dal mitico Bruno, che, con la sua disinvolta eleganza e consumata esperienza era veramente all’altezza di ogni occasione e di ogni possibile imprevisto. E, se i gusti e le scelte del committente lo consentivano, egli sapeva ve- ramente esprimersi ad ottimi livelli, anche nella presentazione dei piatti e dei tavoli.

Quando si entrava in negozio si veniva accolti da invitanti vassoi in vetrina con i piatti del giorno (che seguivano, per alcuni cibi, una cadenza setti- manale a giorni fissi). Ogni acquisto poteva esse- re preceduto e accompagnato dai consigli e dalle spiegazioni di Bruno, sempre cordiale, gentile e attento alle esigenze del cliente. Ricordo la sua sa- pienza gastronomica nell’indicarmi, ad esempio, i segreti per l’ottimale frittura delle tipiche frittelle (i “farsò”), oppure per poter stabilire la perfetta cottura del roast beef (di cui io ero affezionato estimatore). Inoltre – pur nella fretta dell’orario (dal momento che, in molti casi, ci si recava da Bruno in prossimità dell’ora di pranzo) – si pote- vano intrattenere piacevoli conversazioni con altri clienti. Ricordo, ad esempio, le simpatiche e acute

“provocazioni” dell’amico Cesare Mogni, sempre attento a segnalare spigolature di stretta attualità politica e sociale.

A proposito, poi, di fretta e di orari mi piace sot- tolineare un fatterello

che rivela pienamente lo stile dell’uomo e del salumiere. Talvol- ta fui l’ultimo cliente della giornata, seppur servito con la dovuta precisione e consueta affabilità (senza alcu- na impazienza). Dopo il saluto, ed ormai chiusa fuori orario la porta del negozio, mi capitò di rallentare il passo per strada e di voltarmi a controllare le luci delle vetrine, che non venivano mai spente prima di un certo lasso di tempo dalla chiusura del negozio. Questo non soltanto perché Bru- no – svolgendo con grande passione il proprio lavoro – ave-

va sempre qualcosa da controllare o da sistema- re; ma proprio per non dare mai l’impressione di chiudere la serranda sulle orecchie del cliente (della serie: era ora che sto rompiscatole uscis- se!). Quelle luci accese – impresse nella mia me- moria – sono il simbolo più evidente della sua umanità e professionalità.

Roberto Carlo Delconte

Abbiamo nella storia castelnovese un per- sonaggio di cui sappiamo poco ma che cer- tamente fu uomo di grande spessore cultu- rale e assai legato al suo paese.

Ho raccolto tutto quanto sono riuscito ad apprendere su di lui, soprattutto tramite l’archivio parrocchiale, e vi porgo queste poche notizie affinché non scompaia del tutto nella memoria di Castelnuovo.

Risulta su vari documenti notarili che Gio- vanni Ferrari donò consistenti rendi- te per la creazione della chiesa e il collegio dei Gesuiti: 2.200 lire sulla ferma del sale, 1.800 lire sul dazio milanese, 1.500 lire dal- la comunità di Voghera e 1.500 sull’estimo della mercanzia della Lomellina, con l’ag- giunta di altri finanziamenti più personali.

Da parte sua, qualche mese dopo, il 28 giugno 1618, il marchese Gerolamo Marini e la moglie Cecilia Grimaldi, feudatari di Castelnuovo, aggiungeranno 1.800 lire per integrare le oltre 7.000 lire di Ferrari.

Da quel momento si avviò una lunga pra- tica che portò nel giro di qualche anno alla costruzione della chiesa di Sant’Ignazio e dell’annesso collegio affidato a dodici padri della Compagnia di Gesù, decisamente la più preparata unitamente ai Domenicani.

L’obiettivo è chiaro: fornire una educa- zione religiosa ai giovani e soprattut- to favorirne gli studi di grammatica, retorica, filosofia e giurisprudenza.

La scuola avrà una lunga durata, sia pure con periodi di chiusura dovuti a epidemie e guerre, cessando nel 1773, con punte - nel Seicento - di trecento alunni provenienti da Castelnuovo e da tutto il circondario.

La famiglia di Giovanni Ferrari risiedeva in contrada Zibide (vi erano altre tre famiglie Ferrari) ed era composta nel 1592 dal padre Antonio, dalla madre Allegrina, entrambi cinquantaduenni, oltre che dai due fratelli

minori, Domenico e Antonio.

Di ampia cultura, giureconsulto, diventa l’uomo di fiducia dei Marini, ma nel 1631 sulla sua casa si abbatteranno terribili scia- gure dovute alla peste che a Castelnuovo fece circa 180 vittime.

Giovanni ospita in casa la cognata Marghe- rita Ferraria, divenuta vedova. Questa è fra le prime ad essere colpita dalla peste e muo- re l’11 febbraio.

Il 4 marzo muore un nipote, Giovanni Antonio. Il 13 marzo tocca a un suo figlio infante, Antonio Maria, sepolto nel cimite-

ro dei frati Serviti (in fondo all’attuale via Zerba). Il 4 settembre muore la moglie (di anni 35) di Giovanni, Blasia Berri figlia di Enrico e parente del famoso pittore Ales- sandro Berri.

Tre settimane dopo, all’età di 57 anni, il 27 settembre, muore di peste anche Giovanni Ferrari. L’atto di morte, firmato dal prevo- sto Filippo Grassi, accenna alla presenza di un frate cappuccino. Non vi sono frati ge- suiti, forse anche per il fatto che tre di loro erano già morti assistendo i moribondi. Il suo corpo finisce nella fossa comune.

La favolosa biblioteca Ferrari Per un edificio sorto “ad uso delle scuole”

la presenza di un patrimonio bibliografico a cui accedere è indice di ulteriore valore.

Il generale dei Gesuiti, Oliva, il 20 genna- io 1666 definisce la biblioteca castelnovese

“ottima e generosa libreria”. Si tratta di ol- tre un migliaio di volumi - di cui 623 cin- quecentine - in gran parte frutto di donazio- ne da parte del personaggio fondamentale per la edificazione del collegio, ossia il giu- reconsulto del marchese Marini, il magnifi- cus Dominus Jo. De Ferrarijs.

I Gesuiti arricchirono così, tramite il coltis- simo Giovanni Ferrari, la loro biblioteca ed etichettarono tutti i libri con la scritta Col- legj Castri Novi Societ. Jesu.

Fra queste opere molti erano i libri proibi- ti e all’Indice, anche di autori eretici, ma i Gesuiti potevano possederli e consultarli, come conferma una autorizzazione papa- le, compresi anche libri di testo scientifico, astrologico e giudiziario.

Tali libri potevano essere conservati, pur- ché custoditi sub clavi ne ad aliorum manus deveniant, ne culli ad legendum permittant, nisi prius debitam in scriptis licentiam exhibeat.

La sua preziosa e ricca biblioteca, segnalata come ex-dono domini Joannis Fera- rij, passerà poi, dopo la sua morte, avvenu- ta durante la peste del 1631, al collegio.

Ora, soprattutto per iniziativa di Ugo Roz- zo, si trova, perfettamente inventariata, in armadi dell’archivio del Seminario.

Atti di morte del 1631 di Giovanni Ferrari e Blasia Berri.

P

er la Fase 1 sono utilizzati i vaccini Pfizer e Moderna. La Fase 1/A riguarda il personale sanitario regionale, ospiti ed operatori delle Rsa, finirà il 21 febbraio. La Fase 1/B coinvolge i rap- presentanti delle professioni sanitarie e di quelle operanti in ambito sanitario (odontoiatri, farma- cisti, veterinari, biologi, chimici, fisici, psicologi, ostetriche, tecnici di radiologia medica, di riabi- litazione e prevenzione, informatori scientifici). È stata avviata da tempo e finirà il 15 marzo.

La Fase 1/C riguarderà invece gli anziani over 80

al di fuori dalle RSA e inizierà il 21 febbraio con un V-Day su tutto il territorio piemontese. I medici di famiglia definiranno gli elenchi dei pa- zienti over 80 secondo una priorità e caricheranno i dati sulla piattaforma regionale. Le Asl fisseranno gli appuntamenti e li comunicheranno ai pazienti e ai medici di famiglia (tramite sms, mail o lettera).

In occasione della prima somministrazione verrà comunicata data e luogo del richiamo. I medici di medicina generale saranno presenti nei centri vaccinali e inoculeranno le dosi. Le persone inabili

alla mobilità riceveranno, invece, il vaccino presso il proprio domicilio.

La Fase 2 comprenderà le persone over 60, sog- getti fragili, personale scolastico ad alta priorità e soggetti a rischio. Anche in questo caso saranno utilizzati i vaccini Pfizer e Moderna e partirà non appena ultimata la Fase1.

La Fase 3 impiegherà il vaccino AstraZeneca in- dicato per gli under 55 e riguarderà il personale scolastico, servizi essenziali come forze dell’or- dine e forze armate, uffici giudiziari, le carceri, i

luoghi di comunità e le persone con pluripatologie moderate. Si è iniziato l’8 febbraio, in parti- colare con le Forze dell’ordine e le forze armate, e poi dal 15 febbraio partirà la raccolta di ade- sioni da parte del personale scolastico con una piattaforma dedicata.

Per la Fase 4, che riguarderà tutto il resto della popolazione, sarà utilizzato il vaccino AstraZe- neca insieme ad altri vaccini e per la partenza si attendono le indicazioni della struttura commis- sariale.

Le azioni intraprese sono per abbassare la letalità e limitare la diffusione del virus con le sue varianti.

Per gli over 80 ogni medico di base determina le priorità sulla base dell’età e dello stato di salute dei vari pazienti e registrerà i dati su una piatta- forma apposita. Le Asl invieranno un sms o una lettera per indicare il luogo della vaccinazione, che non si effettuerà nello studio del medico ma nei centri vaccinali individuati. La logistica della vacci- nazione è a cura dell’Asl, che potrà contare anche sui volontari della Protezione civile e delle Croci.

La somministrazione delle dosi di vaccino sarà fatta dai medici di base che potranno eseguirla sia sui propri pazienti che sui pazienti di altri colle- ghi. Se la persona non può spostarsi viene presa in carico da Asl che manda a domicilio medico e infermieri, se ha problemi di deambulazione si attiva la Protezione civile.” In media sono 125 gli over 80 seguiti da ogni medico di famiglia in Pie- monte. In tutto sono circa 374 mila: oltre 15 mila sono stati già vaccinati all’interno delle RSA e 358 mila attendono la vaccinazione.

DAL 21 FEBBRAIO I VACCINI PER CHI HA PIU’ DI 80 ANNI

Bruno era un convinto aderente al

Socialismo, ma mai accettò incarichi se non per dare una mano agli amministratori comunali.

Con impegno, guidando le delegazioni a Palazzo Centurione, quando ancora il sindaco non veniva eletto direttamente ma scelto dai partiti dopo i risultati elettorali passando notti intere per decidere le sorti del paese.

Animatore della Bocciofila castelnovese che contribuì a creare e a far dotare dei campi sotto i platani di Palazzo Centurione con la sede presso il circolo Dopolavoro.

Bruno Bassi con Osvaldo Mussio e Pierangelo Luise all’inaugurazione dei campi per il gioco delle bocce.

(5)

Coniugi si diventa, baristi si nasce

lamiacastelnuovo segreta

L’incendio La storia Dai racconti di zio Camillo rivisti e aggiornati

TENET

F

u senz’altro – quell’ampio bar sempre aper- to sulla bellissima piazza – un pilastro della nostra vita cittadina per alcuni decenni. Il bar di Mario (1934-1999) e Rosetta (1936 – 2020) – comunemente chiamato “da Barnass” – fu un punto di ritrovo (e di passaggio) insostituibile, ottimamente gestito da questa inossidabile cop- pia, nella vita e nel lavoro. Anzi, è molto bello questo aspetto legato proprio alle gestioni fami- liari delle nostre imprese commerciali, dove ma- rito e moglie – magari molto diversi ma perfet- tamente complementari – riuscivano a mettere insieme un perfetto e ben oliato meccanismo che garantiva, prima

di tutto, un otti- mo rapporto con la gente e dunque il pieno successo della loro attività.

La struggente at- mosfera di quegli anni riuscirò sol- tanto a farla assa-

porare a chi ha avuto la fortuna di viverla, per la semplice ragione che le mie inefficaci parole potranno essere compensate dal tesoro dei loro personali ricordi! (mentre agli altri lettori, a cui fosse mancata la frequentazione di quegli anni, dovrà bastare il mio fugace racconto). La sornio- na passionalità di Mario ed il sorriso e l’amabile eloquio di Rosetta, che celavano il suo forte tem- peramento, costituirono il segreto dell’ospitalità del locale. Nel bar, molto grande e con più sale e salette, si svolgevano varie attività ludiche (dal gioco delle carte al biliardo, con le sfide memo- rabili di Facelli, Luigi Curone ed altri), sociali (riunioni sportive e associative), relazioni di lavoro (con occasioni di incontro tra mediatori e agricoltori), o di puro svago. Tutti venivano trattati educatamente, ed ognuno riceveva un saluto personalizzato in base alle proprie carat- teristiche ed interessi, ma anche nel rispetto dei propri umori ed esigenze comunicative. Come si sa l’equilibrio magico, per chi gestisce un luogo di incontro con molte persone, è quello tra mas- sima discrezione e riservatezza da una lato, ma anche di dimestichezza con la facile battuta ed il compiacente sorriso dall’altro. Ognuno poteva sentirsi così a proprio agio, in un clima di grande familiarità e cortesia; compreso chi, magari per ragioni di lavoro, passava da Castelnuovo sol- tanto un paio di volte all’anno, sempre ricono- sciuto e accolto dalla vivace intuizione di Roset- ta, con il suo consueto buon umore e l’efficiente professionalità del suo servizio.

R.C. Delconte

A

gli inizi del novecento l’incendio di un fabbricato costituiva un grave problema, specie se si sca- tenava in piena notte.

Vediamo quindi come si articolava l’iter laborioso dei soccorsi.

Il primo approccio da parte della vittima avveniva, per forza di cose, col “messo custode” e buon per lei se la piazza (dove allora sorgeva il municipio) non era troppo lontana; infatti il municipio comunicava con il “castello”, munito della civica torre con in cima il campanone.

In tempi normali il campanone scandiva le ore, ma suonato a martello diventava la pubblica voce che dava ai paesani una varia gamma d’annunci. Le di- sgrazie, in ogni caso, facevano la parte del leone.

Il nostro utente per contattare il messo custode non possedeva, il più delle volte, che le proprie gambe.

Del resto, preparare il cavallo quando esisteva e attaccarlo al barroccio, non era un’incombenza di poco conto. Ai tempi cui ci riferiamo non vi erano le biciclette; le poche esistenti erano appannaggio dei

“signori”. Chissà poi se la bestia, sottratta in manie- ra un po’ brusca alle dolcezze del sonno, avrebbe risposto equamente alle aspettative del padrone. Ci voleva ben altro che la frusta per incitarla!

La vittima sapeva benissimo che il legno, che ai tem- pi abbondava in ogni casa, essendo il combustibile più familiare, forniva un’esca formidabile e quindi il tempo di intervento era prezioso.

Giunto presso la sede municipale, il messo custode, il più delle volte, dormiva un sonno pesante.

Ai colpi di batacchio, vibrati quasi con rabbia alla porta, l’uomo si affacciava, di solito, alla guardiola, per identificare, non senza contraccolpi di fastidio, il visitatore notturno.

Ladri? No, i ladri non venivano mai a importunare i messi custodi nelle cui cantine i salumi costituivano una rarità come le galline del resto, sui trespoli bi- storti del pollaio.

Il visitatore notturno aveva una sola esigenza e cioè che il campanone, percosso dal martello, servisse da sveglia a tutti i pompieri e, in primo luogo, a Milio ad Barzeg.

Costui di mestiere faceva il vetturale e, poiché guida- va da sempre il “carro-pompa”, diventava l’uomo di punta di tutta la spedizione.

I rintocchi possenti, malgrado lo scarso impegno del

suonatore, giungevano, sia pure attutiti, agli orecchi dei volontari - si trattava in massima parte di mura- tori - per i quali la levataccia meritava, lì sui due piedi, una dose di improperi.

Il dovere, in ogni caso, era il dovere e ognuno, dopo una rapida abluzione al viso, indossava immediata- mente la divisa di rito, per avviarsi verso la piazza, sede dell’adunata.

Qualche superstite della “bella époque” avanza, al riguardo, un sospetto maligno e cioè che i pompieri, in onta alle mansioni liberamente accettate, non di- menticassero il loro vero mestiere e neppure che il restauro d’una casa sarebbe stato la fonte d’un po- tenziale guadagno. Ma lasciamo all’illazione il tempo che trova e torniamo ai nostri eroi.

Dopo circa un’ora dalla chiamata, essi giungevano sul luogo della disgrazia e, mentre due volontari provvedevano ad azionare la pompa a mano, un ar- dito saliva sull’apice della scala a libro per rovesciare sulla fiamma il getto d’acqua.

Intanto, muniti di secchi, gli altri pompieri facevano la spola dal pozzo che poteva essere situato anche in un altro cortile, sino al luogo dell’incendio.

Appena il rogo si spegneva, una prassi consolida- ta prevedeva l’adunata generale nella cantina “del committente” dove occorreva almeno una brenta di vino per sedare l’arsura che il fumo, mischiato alle vampate del riverbero, aveva prodotto. Così avven- ne negli anni antecedenti la guerra di Libia del 1911, in Tavernelle dove alcuni facinorosi avevano appic- cato il fuoco alla dimora di Pedàr Martir.

Soffocato l’incendio sotto una coltre fumosa di sfrigolii, il corpo dei volontari stava scendendo la scaletta della cantina quando intravide una sorta di baluginio; il più bel tino del falegname era stato aggredito da un focherello superstite, ma non per questo meno traditore.

La presenza di spirito di Italo Corradini “sgurot”, Pipé ad Timo ed Ernesto Stramesi “u savatinò” riuscì, per un pelo, ad evitare il misfatto.

Il falegname giurò eterna riconoscenza ai valorosi pompieri e ad ogni “cavata” di vino dal tino miracola- to, invitava il terzetto per l’assaggio che doveva es- sere particolarmente robusto se una volta lui, Pedàr Martir, per un’analoga operazione a casa di “Tognu u stampè” (Quattrocchio Antonio) aveva vuotato la bellezza di quaranta bicchieri di barbera. E.S.

P

erché guardare Tenet? È un film scritto e diretto da Christopher Nolan (Inception, Il Cavaliere Oscuro, Dunkirk) e già questo è una garanzia. Guardarlo perché “non va capito ma sentito” e nel suo mondo tutto è palindromo (Tenet al contrario è sempre Tenet) a cominciare dal tempo il quale condiziona tutto il film. È un cerchio che non ha un’inizio, non finisce, non comincia e non ricomincia è tutto nella sua intera pienezza. Il regista moltiplica gli sfalsamenti temporali tramite raddoppiamenti confusionali che portano alla spiegazione concettuale di ciò che rappresenta Tenet. Praticamente è tutto un inverso. La scena iniziale dell’assalto al tea- tro di Kiev introduce il protagonista che deve sventare il collasso dello spazio/tempo minacciato dal trafficante russo Sator, interpretato da un grande Kenneth Branagh. Il protagonista, che nel film non è mai nominato, viene aiutato da un’altro agente e dal favoreggiamento della moglie di Sator. Sparatorie, inseguimenti, esplo- sioni in stile Bond filmate come sempre alla perfezione da Nolan costruiscono un film che va visto, non capito perché non c’è soluzione e quel che succede succede. Un film cerebrale e sperimentale come solo Nolan sa fare (vedi Inception e Interstellar). Guardatelo e fatevi trasportare nel mondo “inverso” di Tenet.

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