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L'Italia commerciale all'estero

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(1)

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L' ITALIA

CO~iMERCIALE

ALL' ESTERO

DELL' AVVOC,\TO

GIUSE

PPE PALO}IBA

DEPCT"~TO AL P.\RLA:\fEXTO N.~ZIONALE

C.\(;I.L\HT TIrOGH.\FI.\ nEL ("()~DII';IWIO

188D

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erI/a

Non è la sola rIconoscenza che mi consiglia. questa dedica alla Rispettabile Camera di Commercio di Cagliari, ma ben anco il convincimento che, onorate dall' autorità degli egregi :Membri che la compongono, le mie fatiche potranno trovare mag-giore accoglienza.

Se è lecito alle grandi cose paragonare lo piccole, non sarà fuor di luogo far tesoro di quanto Descm-tes disse nella dedica delle sue Meditazioni metafisiche alla Sorbona:

" J e veux m'appuyer

de l'autorité, puisql10 la verité est si peu de chose, quand'elle est seulo. "

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T.

L tema che attualmente preoccupa le piLl elette intelligenze nel campo economico) l'ofCre il falso sistema del protezionismo, adottato da quasi tuttc le nazioni, confidando alcune di trovare il mezzo per Yincere crisi persistenti che da molto le tormentano, altre di riparare a dissesti anche momentanei, talune di conseguire la soddisfazione di una irosa rappresaglia, la maggior parte d'impedire che sfuggano dal proprio ah"eo le ricchezze derivanti dalla attività nazionale.

"\ liol dire che oggi si è dominati da vecchi sofismi, che ritene,'ansi rilegati per sempre fra i grandi pregiLldizi, dannosi al prog-resso politico-economico dei popoli.

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e distruggendo i mille e mille ostacoli, che un geloso miopismo economico aveva per lo passato creato a danno del libero scambio, debbano ritenersi andati del tutto in perdita?

Vorrà anche dire che corsero dietro un vago fantasma gli antesignani della libertà economica? che l' economia politica, sopra un punto massimo della distribuzione della ricchezza, proclamò una falsa teoria, un falso principio e che variazioni accidentali, derivanti da contingenti interessi meramente mercantili) costrin ge-ranno la scienza a velarsi per vergogna, come convinta d'errore, vedendo oggi lacerate le ampie vele della libertà economica che sembravano sfidare qualunque tempesta? Vorrà dire che i proclamati suoi responsi non erano basati sopra un principio, che è tale solamente quando comprende in sè potenze ferme e sicure di tutte le contingenze avvenire?

Vorrà dire che l'avversario del libero scambio, il protezionismo è in quella vece un principio, se valse a far subire le contingenze degli interessi mercantili?

Certo è che siamo di fronte ad una lotta, e giammai come al presente la libertà degli scambi sopportò tutti gli attacchi di tante forze cospiranti.

Dessa subisce nel momento la prova del fuoco. Ne sorgerà incolume?

Per gli ortodossi si presenta come una offesa anche la proposta del quesito) come un oltraggio anche l'accenno al dubbio.

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i pnncipl, ripudiano pur eglino le costruzioni teoriche che 110n hanno base; lo spirito loro dogmatico non rinnega l'esperienza, perchè non temono le prove, avendo la convinzione che, superate vittoriosamente anche queste, disfatto per sempre il sofisma, gli stessi fautori ne donanno riconoscere le luttuose conseguenze.

Certo è che dure sono le prove, nè preveder potrebbesi per quanto tempo faranno ancora aspramente soffrire l'attività umana.

Isterilite le nazioni dal militarismo, schiacciate dalle infinite imposte~ trascinanti la catena dei prestiti pubblici, con acrate fatalmente al predominio di scapigliate teorie, e per a,-er forse troppo, lasciato libero ed abbandonato il freno sul collo a genti incontentabili e sospettose, soggetti gli Stati all'instabilità dei p~bblici poteri; troppi sono gli interessi parziari mercantili, che da tutte parti fanno ressa per essere protetti) senza pensare qual contracolpo questo mal inteso egoismo possa arrecare, incapace tuttavia essendo di salvare quanti sotto le sue ali si ricoverano.

Ora di fronte a queste estese muraglie inalzate contro la libertà economica, certo è che lungo, penoso sarà il layoro per abbatterle; quindi maggiori gli sforzi di quanti mantengono fede al libero scambio.

Coraggio e avanti.

La storia economica ricorda come la libertà siasi fatto largo in tempi anche molto più difficili, specialmente in Inghilterra dove ebbe sacerdoti convinti come un Deucon Hume, un Thompson) predecessori della celebre petizione della Camera di Commercio di Manchester.

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famose parole: les an anti - COYll - law - leag1fe, pronunciate dal giovine fabbricante Riccardo Cobden, il quale così iniziò e diede nome alla Lega detta eli Manchester, della quale divenne il capo e ne fu il centro e l'anima.

Si proponeva q uella Lega niente meno che rovesciare l'iniquo edifizio della feudale aristocrazia protetta dalla corn a1'ld provisions La'w ed annidata nei castelli del Reno e dell'Elba.

Doveva quindi combattere contro il monopolio, che q uella legge spietatamente manteneva a danno di tutti in favore dei primogeniti, dei landlovds delle famiglie inglesi e contro l'esclusione dagli ufficiali dell'esercito e della marina, dal governo dei possedimenti transmarini e perfino dalle dignità ecclesiastiche della chiesa anglicana di tutti coloro che non fossero secondogeniti o cadetti di quelle fortunate famiglie.

, Quanti possenti nemici da combattere, quanti inve-terati fatali organamenti da annientare, quale ingiustizia radicata da secoli da schiantare! !

Ciò non di meno vinse la buona causa; il vecchio regime economico, prodotto finale delle evoluzioni sto-riche dell'Inghilterra fu distrutto, dando luogo ad un altro, che si mise in armonia col sistema delle civili libertà dominanti nelle sue politiche istituzioni.

Quel soffio benefico di libertà provvidamente penetrò anche nelle altre nazioni. Contro gli iniqui monopoli si combattè con tutte le forze coalizzate del genio, della scienza, del lavoro, della ragione.

Trionferanno di nuovo? E con quali mezzi? Hoc opus hic labor.

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Camere di Commercio italiane all'Estero, pubblicata nell'anno 1887, scriveva: « Alle guerre di tariffe a cui ricorrono oggi i governi, i popoli oppongano il fascio compatto dei loro interes i, l'armonico influsso delle loro reciproche e:òpansioni. Codesto programma, le nuove i tituzioni delle Camere di Commercio all'Estero col-l'aiuto delle nostre, sono destinate poco alla volta a tradurre in pratica attuazione. Così alle dighe inutili, agli o tacoli artificiali, agli ambie!1ti ristretti e soffocanti ed alle separazioni improvide, create anche fra popoli \'icini e che, poco alla volta conducono all'anemia, si sostituirà la forza di unione che liberamente si svolge anche ti'a popoli i più lontani. Evidente sarà la prova dei frutti che si ricaveranno da queste nuove amicizie contratte, da questi larghi orizzonti aperti, da queste nuove correnti sviluppate. »

Ora codesti istituti i sono veramente accinti a tradurre in atto questo loro programma? Anche coll'aiuto dei loro ~Iusei campionari, anche cogli elaborati e diffusi cataloghi, anche coi loro periodici bollettini, colle con-tinue corrispondenze, che attivamente mantengono coi nostri produttori ed importatori, colle informazioni che danno e che alla loro volta richiedono, colle dotte loro pubblicazioni, colle svariate proposte contenute nei resoconti delle loro tornate, cogli aiuti, i consigli, gli incoraggiamenti, che danno ai loro connazionali in quei paesi lontani appena arriyati, varranno da sole a raggiungere il loro obbiettivo, quello della pii.l facile espansione dei nostri prodotti?

Ton si può esitare nella risposta.

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L'Istituto consolare abbisogna di grandi ritorme, sl che possa appunto diventare un vero coefficiente di forze in favore delle Camere di Commercio italiane all'estero. È altresì aecessario, come altre volte accennai, la costituzione di Agenzie Commerciali nelle località nelle quali l'Italia ha già rapporti commerciali, ma non una colonia: sono indispensabili inoltre gli aiuti dei commessi viaggiatori all'estero, gli incoraggiamenti da darsi perchè, ad imitazione di quanto fece Milano, si moltiplichino le società di esplorazione all'estero, ed in ultimo sarà gioco forza incoraggiare tutto questo armonico, incessante lavorìo coll'aumentare i mezzi di comunicazione, aiutando la marina mercantile, onde ottenere sopra tutto il ribasso dei noli marittimi.

Ecco ciò che mi propongo di dimostrare colla scorta di fatti attinti alle molteplici pubblicazioni che si riferi-scono a questo arduo tema.

Che se qualcuno potrà obbietare, che senza visitare le diverse lontane regioni, dove si intende aprire queste nuove correnti commerciali e quelle già aperte vieppiLl allargare, mi riuscirà malagevole lo svolgimento del vasto tema: al quale già applicarono con acume d'in_ telletto; con vastità di dottrina e con pratiche cognizioni l'onoro Berio e l'illustre Cesare Orsini, che a tal uopo fecero appositi viaggi, ed anche io l'ammetto; posso però garantire, che ogni mia affermazione, ogni mio giudizio avranno per base i fatti, se non da me constatati de visu nelle diverse località delle quali avrò ad occuparmi, accertati però in modo non dubbio per rapporti e statistiche ufficiali cui devesi di necessità aggiustar piena fede.

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di a\'cre applicato tutte le forze del mio buon volere J far osa utile al mio paese, forze che si raddoppiano quando per l'allontanamento dalla vita pubblica, per ]'unissona cadenza di un vivere ritirato, non trovando l'uomo che se stesso, sopra se stesso si raccoglie, per cui la sua energia è obbligata a ridursi nel sommo della mente, la quale alla sua yolta ha bisogno di manifestare le sue idee.

II.

Buenos Aires

Reputando opportuno, dopo alcuni anni di esperienza di llimostrare quale possente azione le Camere di Com-mercio italiane all'e. tero hanno lodevolmente spiegato per l'attuazione del loro programma anche senza aver a ,'uto il concorso degli altri mezzi che stimansi ne-cessari di adottare per renderle più proficuamente attive, prendo le mosse dalle Camere di Commercio della repubblica Argentina, dove fiorisce la colonia italiana pii.lnumerosa e piLl attiya, giacchè sopra una popolazione di quattro milioni di abitanti che ha quella Repubblica, 600 mila sono Italiani.

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Sopra i vini italiani nell'Argentina) relatore A\'irovic. Sull' importazione generale dei vini nella repubblica Argentina, relatore CambIe. Sopra i prodotti della Sardegna, relatore Bianchi. Intorno ai nuovi campioni vini pervenuti al Museo Commerciale della Camera, relatore Cambie. Su di un nuovo imballaggio, relatore Ambrosetti. Sulla produzione viti-vinicola della repub-blica Argentina, relatore A virovic. Intorno ai depositi ufficiali dei vini italiani nell'Argentina, relatore lo stesso A virovic. Sulìa importazione dei funghi secchi e conserve, relatore Bianchi. Sulle modifiche alla nuova tariffa doga-nale, relatore A virovic.

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va sempr ti umcntan lo notevolmen te per includo a di,"entare un potente con umatore clei prodotti Italiani; persuadendo quei connazionali a volersi rivolgere prere-ribilmente agli esportatori nostri per l'acquisto cliretto di molti fra i prodotti italiani che giungono ora all'Ar-gentina provenienti da altre piazze sotto marche stra-niere, opprimendo così gli inutili intermediari e cercando di ottenere gli articoli di qualità migliore e a prezzi an be più com"enieoti.

« Bisogna insistere, così l'instacabile relatore A m-brosetti Presidente di quella Camera di Commercio, bisogna insistere sempre presso i produttori e negozianti della Penisola affinchè abbandonino le veccbie e rancide u anze commerciali, tralascino di negoziare a econdo dei loro primitivi si temi, che i adattino alle moderne esigenze, e sopra tutto fabbrichino l'articolo speciale per la esportazione, sforzandosi eli conciliare, per quanto sia possibile, la bella e buona faltura del prodotto, la squisita ed elegante apparenza delle confezioni, degli involucri e dei recipienti, colla mitezza del prezzo; in maniera di poter fare, o sostenere, la oncorrenza dei prodotti similari che vengono importati nell'Argentina da altri mercati di Europa, e Nord-America. »

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richiedenti, spediscono loro tutto ciò che domandano, uniformandosi agli usi ed alle consuetudini della piazza, sia per la consegna, che per i relativi pagamenti; ottenendo così di poter dare al loro commercio di esportazione, il più grande sviluppo e la maggiore importanza possibile. »

« Queste idee, continua l'Ambrosetti, hanno servito di tema, quasi obbligatorio, alla numel"Osissima corris-pondenza ricevuta nell'anno scorso. »

Da questo non indifferente scambio continuo di idee, d'informazioni, di consigli pratici e di suggeri-menti fa derivare il relatore il maggiore incremento verificato si tanto nella importazione dei prodotti italiani nell'Argentina come dei prodotti della Repubblica in Italia.

Con lodevole intendimento inoltre quella Rappre-sentanza commerciale italiana dichiarava, per gratitu-dine anche a quella terra ospitale, di non trascurare gli interessi della Repubblica, adoperandosi pure a favorire l'esportazione di prodotti della Penisola; nobile sentimento, non disgiunto da una bene intesa utilità, che favoreggiò il Governo italiano, concedendo alle Camere di Commercio italiane all'estero di rilasciare i certificati d'origine per tutti i prodotti da importarsi direttamente in Italia, i quali riconosciuti validi dalle dogane italiane, renderanno più 'agevoli le operazioni per l'accettazione e consegna delle merci di provenienza estera.

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ha vi itato i principali mercati delle provincie napolitane e siciliane, non che le stazioni enologiche governative di Bari e Catania; ha conferito coi più notevoli produttori ed esportatori di "ini e prese accordi con le commissioni di \Titi oltura cd enologia. Non visitò la Sardegna, non se ne curò affatto, quasi non fosse una delle piLl importanti regioni vinicole dell'Italia. Tanta ommissione, tanta dimenticanza, non si può altrimenti spiegare che o qualificandola interessata, quel che non può neppur sospettarsi, o considerandola effetto, troppo rimarca to) specie negli uomini che hanno fama di saputi, eli una grossolana ignoranza nel creelere la Sardegna un'isola non facente parte del Regno italiano.

Ritornando in carreggiata, il lavoro come "edesi della Camera di Buenos Aires è intenso, attivo, costante, allo scopo di eseguire il programma) quello cioè, di dare il maggiore impulso e )a maggiore possibile pubblicità al commercio italiano in quella Repubblica nei due emisferi, dal Groenland alla Tena del fuoco e dalle Scozie alle Indie.

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marina mel'cantilc in quella Repubblica, vi lavorano 9600 individui.

I lavori poi sopra il movimento del commercio d'importazione e d'esportazione fra la Repubblica e gli altri Stati, l'enumerazione degli articoli italiani che si possono importare con l'elenco degli importatori ed esportatori italiani in Buenos Aires e finalmente la statistica generale degli Italiani ivi residenti con l'indi-cazione delle professioni, industrie, commerci, arti e mestieri e rispettivo domicilio, sono di un valore e di un mèrito singolare.

Il Museo Commerciale poi, che con tanta cura si adopera la Camera di Buenos Aires di sempre più ingrandire e completare è stato sempre degno di am mira-zione e diventò anche oggetto di imitazione, consentendo

tutti nel riconoscerlo di pratica utilità allo scopo di agevolare sempre pitl l'importazione dei prodotti italiani. Valga per viemeglio mettere in evidenza l'impor-tanza dell'istituzione di quel Museo Commerciale col relativo catalogo, la circolare diramata dal sig. Pierre Legrand, Ministro d'Agricoltura, Industria e Commercio in Francia a tutti i presidenti delle Camere di Commercio stabilite in Francia ed Algeria.

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offre al maggior incremento ommercialc (l'a l'Italia e la Repubblica del l: lata. »

« Non si de"e dimenticare chc, oltre l'Italia, altri pae i hanno parimenti ricavato un notevole vantaggio dalla organizzazione dei musei commerciali, destinati a diffondere la conoscenza ed il valore dei propri prodotti nei paesi stranieri: e ciò spiega le preoccupazioni del commercio di esportazione europea, rispctto ai mezzi pitl effica i per fare la propaganda pratica. »

Richiamò quel lini tro a tal uopo l'allenzione su quanto trova i espresso nella circolare diramata clal vice console ingle e in Amburgo, e pubblicata il 18 Ottobre nel Jlonitellr Offi ci el du COllllllerce) nella quale 'inYÌtano i negozianti ingle i a conCOlTere nella organizzazione di un museo di prodotti inglesi da stabilirsi in Amburgo.

« La Camera di Commercio italiana di Buenos Aires continua la circolare, non ha fatto in diverso modo: essa si è diretta alle Camere consorelle d'Italia e ha ottenuto il loro concorso morale, materiale e pecuniario, per creare e far funzionare il Iuseo attuale. »

« La Camera di Commercio francese di Buenos Aires do"rebbe fare in modo per assicurarsi se potrebbe troyare presso le Camere di Francia gli aiuti

indi-pensabili per cond urre 10c1e,"0Imente a termine uno stabilimento analogo. »

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della Camera e nella modesta sovvenzione che il mio dicastero può accordare: per conseguenza, non può da sè sola realizzare il progetto di cui si tratta. »

« Non per tanto fo con la presente un caldo appello a codesta Associazione, e sarei ben lieto poter conoscere, nel tempo il più breve possibile, il vostro parere riguardo al progetto elaborato dalla Camera di Commercio francese di Buenos Aires; e quale sarebbe il concorso che codesta Associazione potrebbe . accordarle, per realizzare il suo divisamento, »

Non si cerca d'imitare, specialmente nel campo economico, se non quanto è riconosciuto di un'evidente utilità, fatto qUp.sto del Governo francese degno d'osser-vazione e di venir seriamente ponderato, perchè chi questa volta si fece imitatore nell'aprire il solco già da altri segnato, fu sempre restì.o a seguire le altrui pedate, preferendo avere quasi sempre almeno l'apparenza dell'originalità.

È d'uopo quindi ammettere che il Governo francese vi sia stato assolutamente costretto dall'in contestabile vantaggio, se per quanto ha rapporto al Museo Com-merciale a Buenos Aires accenna non solo alla sua paternità, ma ne mette in evidenza i benefici.

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si denunciano, dai provvedimenti he per ciò si rtc la-mano, al negare l'utilitù di questi Musei, passa un gran divario.

lo ho ammirato ed ammiro sempre la febbrile operosità del Cesare Orsini, prodotta dal nobile, possente desiderio che ha d'imprimere alla nazione italial1a quel-l'impulso il quale valga a farle prendere il posto cui giustamemnte aspira nel movimento internazionale delle industrie e del commercio, Tutto quanto egli tentò per l'E posizione internazionale a Roma, le sue importanti ç ubblicazioni e specialmente l'ultima del Commercio italo americano lo fanno apprezzare e stimare, perciò che meriti stima chiunque si affatica a portare anche fosse un sassolino al grande edificio nazionale; ma mi consenta l'egreggio scrittore che io dissenta in alcuni punti dalle sue considerazioni; e gJacchè trovomi sull'im-portante obbietto dei Musei Commerciali, consen ta mi scosti dall'opmione recisamente da lui emessa dell'inutilità dei campionari, di fronte al vantaggio pratico, che secondo l'Orsini invece offrono i depositi degli articoli e prodotti industriali nei vari negozi tra i più noti della città, potendo essere in tal modo conosciLlti da tutte le classi della popolazione che costituiscono la clientela di quei negozi.

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sfolgo-ranti ricchi negozi e suscitar la febbrile gara nei grandi commercianti di superarsi a vicenda, non avrebbe adombrato per il possibile spostamento dell'attenzione dei consumatori dai negozi privati diventati esposizioni p-=rmanenti verso il Museo Commerciale di Buenos Aires.

Nei Musei commerciali, oltre al vantaggio di poter ammirare la bontà, la qualità delle merci, l'eleganza delle etichette, il buon gusto e tutte le arti e le astuzie di un' esteriore bella apparenza, pregi tutti che tanto giovano perchè invogliano all'acquisto, si ha pur mezzo, nel campo specialmente industriale e con l'aiuto delle complete e razionali collezioni, di stabilire utilissimi confronti, traendone grandi ammaestramenti per poter migliorare i prodotti industriali, adattandoli anche ai gusti, alle mode, alle tendenze, al capriccio del paese ove si studia di esitarli.

N ei Musei non solamente accedono i consumatori che ivi recansi allo scopo di poter avere utili informazioni e formarsi un criterio più esatto per regotarsi nella compra, tanto più esatto, perchè non vi esistono gli interessati a decantare i pregi degli oggetti esposti in vendita, ma vi accedono anche i produttori per ricavarne importanti nozioni, per slargare il campo delle proprie idee nel continuo svolgersi e nel rapido cambiamento che subiscono le industrie; potendo ivi avere anche l'aiuto dei libri, dei cataloghi, delle istruzioni verbali per mezzo del personale elelle Camere eli Commercio elove sono stabiliti quei Musei.

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disporre delle somme necessarie per stabilirli in località ce:ltrali, in vista e di facile accesso; lamenti ancora l'imperfezione di alcune collezioni dei campioni, il modo con cui si spediscono e spesso anche la taccagneria di chi li spedisce in proporzioni insignificanti; deve però ammettere egli - che ha visitato questi Musei e che ha esaminato i cataloghi e ne avrà quindi studiato l'importanza - che non tutti restringonsi, i campioni ivi esistenti, alla mostarda di Cremona, ai confetti di Sulmona, ai cerini di Moncalieri oppure alle pipe di Sant'Arcangelo, che secondo lui non rappresentano altro che tempo e denari gettati senza alcun frutto.

Se non che ver quella parte dove giusti si rico-noscono i difetti da lui lamentati, confermati anche dall' onore\'ole Berio e dietro analoghe proposte eli questo ultimo, il i\linistero d'Agricoltura rivolse la sua attenzione per pon'i riparo. A tal oggetto si è diretto con sua circolare alle Camere di Commercio del Regno, im'itandole a fornire con i fondi dei loro rispettivi bilanci i mezzi perchè possano le Camere di Commercio italiane di Buenos Aires, Montevideo e Rosario di Santa Fè, installare le mostre campionarie in locali sufficienti per ampiezza e per disposizione interna, situati in posizione centrale di quelle città e forniti di vetrine e di scalTali adatti a tenere esposti i campioni in modo conveniente. Raccomandava inoltre lo stesso Ministro, sempre ade, rendo alle proposte del Berio, alle Camere di Commercio del Regno, d'indurre i produttori nazionali ad inviare a quelle, non già come molti hanno fatto finora, campioni così insignificanti da riescire inutili, ma tali per quantità e varietà da permettere un serio esame di molti visitatori. Lodevole raccomandazione davvero; ma hassi

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però a dubitare possa riescire a considerevole pratico risultamento, nota come è la poco elasticità che offrono i bilanci camerali per poter fare assegnamento sopra importanti stanziamenti da corrispondere all'offerta dei mezzi necessari alla bisogna. Uopo è che il governo esso pur vi concorra e largamente, rendendosi persuaso che certe economie costituiscono spreco della ricchezza pubblica e che le somme come queste bene spese, sono danari fruttuosamente collocati, perchè corrispondono ad utili sementi gettate in terreni atti a farle attecchire e prosperare; gettate in terreni dove, non problematiche imprese, non difficili tentativi, non lontane speranze ci attraggono, bensì il fatto accertato di una popolazione italiana di 600,000 abitanti, vogliosa di favorire il nostro commercio e che perciò con diritto può invocare gli aiuti della madre Patria.

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Stata Board oJ Ti'ade attivò nelle varie contee della California una mostra di prodotti agricoli nei vagoni e coll'appoggio delle varie società fèrroviarie, quest' esposi-::;io/le così detta S/ll! e ruote, percorre in tutti i sensi gli stati dell'Unione facendo qua e là delle soste. Le ultime notizie di questa esposizione viaggiante, si ebbero dalla ~linnesota, do\'e centinaie di migliaia furono i visitatori mera"igliati della prodigiosa bontà e sviluppo dei prodotti agricoli esposti.

Tutto quindi che può giovare a richiamare l'altrui attenzione sulle nostre produzioni, tutto deve essere po to energicamente in opera, e se gli Italiani trovano difficoltà per l'effettuazione delle esposizioni fluttuanti, e se per essi sono impossibili attuare le così dette espo-siziO/li ~ 11l1a ruote dei vagoni ferroviari, deve essere però loro impegno conservare, migliorandoli sempre, quei mezzi che ,-algano a far conoscere, oppure meglio apprezzare i prodotti italiani.

III.

Rosario di Santa Fè

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Com-merciale italiano, instituito in quella Camera vada sempl-e pitl progredendo; come nell'anno 1888 siansi ricevuti moltissimi nuovi campioni e come molti altri fossero in viaggio, giovando a ciò moltissimo, l' ofierta fatta a quella Rappresentanza commerciale dalla compagnia Fratelli Lavarello, la quale giustamente chiama bene-merita, di trasportare coi suoi piroscafi gratuitamente i campionari italiani diretti a quella Camera, che non tralasciò un sol giorno d'insistere nella sua propa-ganda - esortando i produttori e negozianti italiani ad approfittare dei vantaggi che offre quel vasto e fertile paese - ad aver slancio maggiore ed a non limitarsi a spedire soltanto dei minimi campionari per esporre nel Museo della Camera. Additta anche agli italiani, come esempio da imitare, i produttori inglesi, alemanni, francesi, mandando, come essi fanno, buoni commessi viaggiatori.

E questi consigli non furono vani. Fintanto che non si hanno che parole, è ammesso si possa dubitare dell'efficacia degli ammonimenti dati; ma quando vengono appresso i fatti a dimostrarne tutta la loro opportunità, sarebbe vera testardagine disattenderli.

È innegabile infatti che la importazione degli articoli italiani in quella piazza, va raggiungendo sempre più considerevoli proporzioni che mai non ebbe, e special-mente quella dei vini, che fu sempre molto limitata, ascendendo nell'anno 1888 a 7,805,275 litri, mentre nel 1887 fu soltanto di litri 1,465,960, con una marcata dif-ferenza in pitl di 6,389,315 litri.

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si estende agli olii, che nel 1888 fu di ](.ml 1,284,31 e per il ,'nlore di pezzi 410,977, alle manifatture diverse, articoli di moda per 44-7,164 pezzi, alle lastre di marmo per ~21, 160) :lI cordame per 109,914, al riso per 95,888, alla carta da criyere e da i:wolgere per 88,376, ni formaggi per 27,869, éI.l pollnmi per 19,200 pezzi;

"iene appreso o l'importazione d'altri articoli a quelli inferiori, ma che rappresenta un totale di pezzi 2.474,007 mentre nel 1 '87 fu per soli pezzi 1)16,850. L'esportazione poi da Rosario per l'Italia fu per il valore di 146,199 pezzi secondo che apparisce dal rapporto statistico pubblicato dal ;\linistero d'Agricoltura, Industria e Com-mercio nel bollettino di notizie commerciali delli 7 Aprile 1 ~9 0;.0 l-l-.

Secondo un quadro stalistico poi riportato dal bollettino mensile della Camera di Commercio di Rosario, delli -l- ~Iaggio l, 9 ~.o 25, riguardante l'importazione generale dall'estero nella repubblica Argentina, quella dei prodotti italiaci rappresenta un valore di 7,732,410 scudi. Ossen-asi giustamente in quel bollettino che potrebbe essere anche maggiore quel movimento, venendo l'Italia settima, cioè dopo l'Inghilterra per 64,721 ,02-1-scudi l'Alemagna per 29,115)010, la Francia per 27,781,42-, gli Stati Uniti per 9,934,54-+) l'Uruguay per 8,873,895 scudi. L'attività poi di qt;ella benemerita Camera di Co m-mercio si estrinsecò anche con il yiaggio che nello scorso maggio fecero i membri della medesima) i signori Stefano e Riccarclo Rivarolo in Italia, col vapore La Duchessa di Gellova della compagnia Lavarello, allo scopo di poter anche meglio stringere i rapporti c om-merciali fra quella piazza e la madre Patria.

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22

Santa Fè tocca la nota dolorosa, tocca la nota comune a tutte le piazze italiane, l'enormezza dei noli marittimi italiani. È inutile illudersi, saremo sempre soverchiati dall'attività straniera, dai mezzi potenti della marina mercantile degli altri stati, e giammai i nostri prodotti per quanto preferibili a quelli delle altre nazioni per la loro qualità, per la loro abbondanza, potranno avere facile esportazione, fintanto che non si dia alla nostra marina mercantile quell'impulso, non la si incoraggisca convenientemente e non le si faccia riprendere quel posto e quell'importanza che aveva prima quando domi-nava i mari la navigazione a vela.

Qualche cosa si è fatto in seguito all'ammirando lavoro dell'inchiesta sulla marina mercantile) dovuto alla ben nota competenza E'd instancabile operosità dell'onorevole Boselli, ora Ministro dell'Istruzione Pub-blica. Ma in confronto di sempre continui bisogni, che crea giorno per giorno l'incessante progressivo sviluppo delle industrie e del movimento commerciale, possono dirsi insignificanti i provvedimenti legislativi sanzionati allo scopo di favorire la marina mercantile e con essa ottenere piLl facili, pill periodici, pill numerosi e meno costosi i mezzi di trasporto. Alla vigilia delle riforme da introdursi nelle convenzioni per i servizi marittimi italiani, è d'uopo che le nuove misure che si adotteranno abbraccino un orizzonte più largo, e siano messe in armonia con le nuove esigenze del commercio, rappre-sen,tRte da una lagnanza universale contro l'attuale eccessivo costo dei noli marittimi italiani.

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obbietto, l ggesi nell'accennato bollettino mensile della Camera di Commer io di Santa Fè del1i 6 scorso Giugno al N.o 29.

I confronti che si stabiliscono sono troppo eloquenti, perchè vi si possano fare dei commenti s~nza detrarre all'll1contestabile efficacia di quelle cifrc, alle di cui ri,-elazioni - o"c si pensi finalmente aggiustar fedc pron'edendosi subito ed efficacemente - dovremo in grandissima parte l'effettuazione del programma, anche contro le barriere inalzate da un malaugurato prot e-zionismo, so tenuto da una non giammai veduta asperità di tariffe.

« La Camera riconoscendola di assoluta necessità, con igliò sempre, la istituzione di nuove compagnie di na"igazione a Yapore, fra i principali porti d·Italia e quello di Rosario, onde farla finita una buona volta coi grayi incol1\-enienti causati al commercio, dai trasbordi a Buenos Aires di moltissime mercanzie prove.nienti dall'Italia dirette a questo porto; trasbordi che causano generalmente perdite di tempo, aumenti di spese e non poche avarie. »

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paga dai porti di Francia, Inghilterra, Alemagna, ecc., tanto, che i commercianti preferiscono far caricare nei porti stranieri e non in quelli italiani, e per darne una prova, facciamo il confronto fra i tipi attuali dei noli dei vapori che caricano in Amburgo, in Anversa, nei porti francesi, inglesi e quelli italiani che caricano a Genova.

Dai porti stranieri coi vapori.

Mercanzie generali, per ogni tonnellata di misura L. it. 50.

Mercanzie generali, per ogni tonnellata di peso L. it. 65.

Ogni bordolesa di vino L. it. 15. Marmi e pietre, tonnellate L. it. 55. Dai porti stranieri coi velieri,

Mercanzie generali, per ogni tonnellata di misura L. it. 35.

Mercanzie generali, per ogni tonnellata di peso L. it. 45.

Ogni bordolesa di vino L. it. 10. Marmi e pietre, tonnellate L. it. 50. Dal porto di Genova, coi vapori.

Mercanzie generali, per ogni tonnellata di misura L. it. 58.

Mercanzie generali, per ogni tonnellata di peso L. it. 75.

Vino per ogni bordolesa L. it. 18, Marmi e pietre, tonnellate L. it. 75. Dal porto di Genova coi velieri.

Mercanzie generali, per ogni tonnellata di misura L. it. 40.

(31)

Vino per ogni bOl'dolesa L. it. 12, :Marmi e pietre, tonnellate L. it. 75.

" Bene inteso he in questa comparazione, bisogna aggiungere altn" due lire al nolo delle bordolesi di vino che da Napoli si trasportano a Genova per essere imbarcate. »

« I dati che pubblichiamo non sono dubbiosi, perchè sono tutti rica\'ati da documenti degni di fede, come lo sono le polizze di carico e i contratti stipulati dai commercianti e importatori di questa piazza. »

« La gran differenza dei noli, offre una bella facilità, e un buon guadagno agli esportatori inglesi, francesi, alemanni e belgi} e un grave pregiudizio a quelli italiani; e, come un esempio, citiamo il fatto di certi articoli, che sempre s'importavano dall'Italia al Rio della Piata - come i marmi, pietre per marciapiedi ed altri consimili - oggi s'importano dal Belgio e dall'Alemagna, perchè costano meno, _ i \'endono facilmente, e ciò è dovuto alla differenza dei noli. "

« TI vino italiano la cui importazione aumenta tutti i giorni, è oggi uno dei principali articoli smerciati con facilità, e ciò è dovuto appunto alla causa accennata, costa in media il 10

0/0

di più di quello importato dalla Francia. »

(32)

il

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26

« È davvero consolante il continuo aumento degli arrivi, e dello smercio dei prodotti italiani, specialmente dei vini. Oltre agli arrivi dei vapori e velieri, nel mese di maggio scorso, ci è grato annunziare che il tre di questo mese entrò pure in porto il vapore austriaco Rossecliffe, procedente da Bari, Napoli e Genova,

con 3899 botti di vino, delle quali 2125 per Pinasco e Castagnino, 105 a Roccillon Marini &

c.

a, 169 ad Ottone hnos, 50 ad Emanuele :Mazzino, 505 all'ordine, 562 casse olio per Pinasco e Castagnino e 20 per Fisher Henckel &

c.

a, 400 colli carta e 120 colli per frugoni) Parpaglioni &

c.

a, e 150 sacchi per E. Mazzino. »

« Sappiamo che la maggior parte delle 3899 bordolesi di vino che conduce questo vapore, è già stata venduta all'arrivo, dovuto al buon credito che godono le marche di vino italiano fra i consumatori. »

« Esportatori italiani avanti di questo passo, slancio e iniziativa; la vittoria è omai sicura, è il problema d'ieri risolto. »

Nè varranno -- lo si spera - a scemare codesto sempre avanzarsi di scambi fra l'Europa e la repubblica Argentina, le notizie sconfortanti che in questo momento arrivano - anche più gravi e più pronunciate - sulla crisi che incombe sopra quelli stati.

Essa sarebbe, secondo che io ne penso, piti finànziaria che commerciale; e per quanto intimi e stretti rapporti possano avere finanze e commerci, sembrami che i danni che si lamentano debbansi attribuire special-mente a contingenze personali di chi governa, e che, collo sparire degli individui preposti a guidare la nave, possano) se non cessare del tutto, mitigare di molto.

(33)

Europa della Camera di Commercio italiana di Rosario di Santa F ,che sebbene il Parlamento argentino avesse approvato i progetti finanziari del ministro Varela, neppure questo bastò per far migliorare la situazione. E per fermo l'ao"gio sull'oro ascese fino al 187 0/0' ma date le dimissioni dal Ministro Varela, in dieci giorni l'aggio diminul in modo considerevole, tanto tanto che le ultime yendite di oro si fecero al 174 20 % e si

ritiene sicuro che in poco tempo diminuirà ancora. L'ultimo bollettino mensile della Camera di Com-mercio italiana a Buenos Aires sebbene non si pronunci

ul vero moti,-o che obbligò il Varela, ministro delle finanze, a ritirarsi dall'alto posto che occupava, Ca notare però che il giorno anteriore la Banca Nazionale, sospendeva la vendita dell' oro e la quotizzazione metallica ascese a 1 2 %, e, non appena si seppe la notizia della rinuncia, l'oro discese a 179.

(34)

Argentini depositi <-1-37 per la somma di Ps. m/n

194,147. Spagnuoli depositi 925 per Ps. m/n 208,654.

Italiani depositi 5043 per la somma di Ps. m/n 1,273,834.

È degno poi anche di considerazione che durante

il primo semestr€ dell'anno in corso l'Italia figura

nell'importazione all' Argentina per la somma di 4,466,883

Ps. m/n e nell'esportazione per 1,462,218.

v.

Montevideo

Dall'enunciato movimento commerciale - che

vera-mente deve aprir gli animi degli italiani a liete speranze

sull'avvenire dei nostri scambi e fortificarli nella con-vinzione che la fortuna è compagna ai piìl coraggiosi

ed intraprendenti, movimento commerciale che si svolge

alla destra della foce del Plata --è naturale il passaggio a Montevideo, città che posta alla sinistra dello sbocco di

quel gran fiume, capitale della repubblica dell'Uruguay,

pose sul capo dell'eroe leggendario, del Leone di Caprera,

i primi allori della vittoria riportata nelle guerre della

indipendenza di quella repubblica.

La Camera di Commercio italiana di Montevideo-la prima rappresentanza commerciale che siasi costituita all'estero - malgrado lamenti l'esiguità dei suoi mezzi finanziari che l'impedirono fin ora di meglio stabilire il suo Museo commerciale in località più centrale e di corredarlo di tutti gli accessori indispensabili per la

piena efficacia di quell'istituzione, riferendosi al sempre

crescit ell11do del movimento commerciale di quella

(35)

yini italiani stiano in quella repubblica guadagnando molto terreno, potcl1l1osi ritenet"e, come apparisce dalla tutistica doganale, che il vino italiano invade e tenta

predominare assolutamentc quel mercato, ciò di cui

quella Camera grandemente si compiace. Ai prodLlttori poi ed importatori italiani dà il guarda-voi nei scguenti

termini.

Attenti in patria - Ilwiare qui roba sana, perfetta, come sempre si è raccomandato, non essendo di esclusiva importanza la costanza del tipo, essendo tutti accettabili, se costituiti da merce sana, limpida ed a buon mercato. La concessione poi fatta alle dogane di terza classe nel regno italiano di poter alcolizzare i vini pet" l'esportazione, che facilita le operazioni di imbarco, è stata riconosciuta molto giove\'ole anche da quelle Camere di Commercio le quali viddero con grande soddisfazione nello scorso giugno arrivare al Plata yapori e bastimenti a vela con carico completo di vini proyenienti direttamente dall'Italia.

È questo un fatto importante, nuovo affatto in quei paraggi, che oltre all'avyenire dell'esportazione del vino racchiude in parte quello della marina mercantile italiana, ove a questa si facciano cOlwergere le cure del Governo e del Parlamento come ho di sopra accennato.

(36)

30

A Montevideo, invece dell'oro, gode di un aggio il viglietto di banca.

Anche la Camera di Commercio di °Monte'i'ideo si ferma sulla crisi monetaria terribile che traversa la repubblica Argentina e nota che ad onta dei suoi progressi materiali, benchè l'emigrazione affluisca più che mai numerosa alle sue spiaggie e si abbia un raccolto abbondante, come giammai, di cereali ed il prezzo delle terre seguiti in aumento progressivo, ciò non di meno la sua carta moneta scese a considerevole deprezzamento.

Secondo la Camera di Commercio di Montevideo il rimedio per la repubblica Argentina non sta più nei decreti governativi. Il prezzo della carta moneta non può essere determinato da decreti; la pena di morte non bastò nell'epoca del terrore a dar valore agli assegnati francesi e l'economia politica non ha trovato ancora la formula per convertire in oro il biglietto di banca, quando questo cessa di essere pagabiie alla vista ed al portatore! Conviene alla repubblica Argentina ciò che a molte delle repubbliche Sud-Americane, la sentenza di Bacone: instauratio facie1'lda ab imis

(u7zda1'l1entis!

lVlbralità nell'amministrazione pubblica. Tutto il segreto è lì.

(37)

per riportare tulte codeste domande, che contengono la

ri\'elazione dello spirito patriottico che anima quelle istituzioni, la pwva indubbia del desiderio vivissimo che hanno di oadil1\'are all'espansione dei nostri proc1otti, e dello zelo che esse spiegano per far accogliere c1ai

no~tri industriali e commercianti quei pratici suggeri -menti \'alevoli a raggiungere questo scopo. Uno dci consigli che spesso ripetono, è quello rivolLo ai nostri produttori, di adoperar i pel' ottenere prodotti corri s-pondenti al gu to) allc tendenze, agli usi, alle tradizioni di quei popoli, in modo che il meno possibile diversifichino dai prodotti similari di quelle regioni.

E a questo proposito mi è grato di poter constatare, che pari all'insistenza atti\'a di quelle Camere eli Com-mercio si manifestò in molte ditte industriali d'Ttalia la yolontà di secondare le loro benevoli quanto vantaggiose esortazioni.

Lungo sarebbe riferire in quante maniere si estrin -seca l'accennato scambio d'intormazioni e di proficui scambievoli rapporti: basterà accennare ad uno dei pill recenti e di somma importanza.

La Camera di Commercio di Pisa nella sua adunanza delli 23 ilIarzo dell'anno in corso, allo scopo di facilitare l'esportazione dei prodotti dell'industria tessile, principalissima di quel distretto camerale, sopl'a proposta del suo segretario, ad unanimità c1eliberava l'istituzione di un campionario di tessuti di cotone piiI facilmente smercia bili nei paesi esteri.

(38)

32

gli scambi fra la maelre Patria eel il paese ove risiedono, interessandole a voler inviare di tempo in tempo campioni di tessuti di cotone che si usano di preferenza in quei paesi, corredandoli dei relativi prezzi correnti, indicando gli usi special-i colà vigenti, non che tutte le altre indicazioni che stimerebbonsi del caso. Le Camere di Commercio all'Estero corrisposero gentilmente all'invito della consorella di Pisa, pubblicando codesta sua deli-berazione e facendo appello, per corrispondervi degna-mente, ai loro industriali.

Degna però di speciale attenzione è l'attività spiegata dalla Camera di Commercio italiana di Mon-tevideo; ed il modo con cui vi rispose è improntato talmente a quei nobili patriottici sentimenti, che, sebbene lontani, congiunge i cuori di quei con nazionali coi nostri, che stimo prezzo dell'opera riprodurre testualmente la sua deliberazione:

« La Camera aderendo ben volentieri alla richiesta della spettabile consorella di Pisa, invita i suoi connazio-nali, commercianti, industriali e produttori a prestare illoro concorso, per favorire ad essa il mezzo di procurare i . campioni di tessuti che interessano quell' egregia Camera, offrendo la possibilità a quei industriali manifat-turieri di introdurre nelle loro fabbriche di tessuti eli cotone, le modificazioni che sono indispensabili per renderli accettabili anco su questa piazza. »

(39)

nostri connazionali, sia da quelli dei nostri egregi rappresentanti residenti nei diversi dipartimenti della Repubblica, ai quali raccomandasi più che mai di prestare la loro influente cooperazione per favorire quanto si chiede dalla prefata consorella. »

Ci si avvia quindi poco alla volta all'attuazione di uno dei più potenti mezzi, atti a procurare un pill facile e pill considerevole smercio dei nostri prodotti all'estero. In ciò sta riposto in gran parte il segreto delle grandi esportazioni, che le statistiche commerciali indicano sempre in continuo aumento dalle altre nazioni ai paesi esteri.

TI proprio gusto, su tutto quanto costituisce oggetto di scambi, non è facile imporlo: chi vuoI esitare i propri prodotti è mestieri che secondi le esigenze, e se vuolsi anche, i capricci degli altri.

Sia nelle bibite e specialmente nei vini, sia negli altri prodotti agrari ed in tutte le sostanze alimentari) sia negli infiniti, svariati prodotti delle altre industrie, codesto deve essere lo studio degli italiani: produrre quel che può richiedersi dagli esteri. perchè confacente ai loro bisogni: produrlo quanto più si può di buona qualità, in abbondanza e non essere, specie in sulle prime prove, troppo avidi di forti guadagni.

Noi) in casa nostra possiamo addattarci a consumare anche gli articoli di qualità meno buona; noi possiamo rinunciare alle complete esigenze del nostro gusto, potremo anche fare sagrifizio, nell'acquisto dei nostri prodotti, di molte altre qualità che potrebbero appagare pienamente i nostri desideri. Non dobbiamo aspettarci che eguale condiscendenza si ottenga da chi, per le

(40)

prime volte, gli si presenta una merce di estera produ-zione e di marca nuova sconosciuta_

Mi piace por fine alla rassegna fatta dei principali lavori della Camera eli Montevieleo rilevando Pimportanza di uno stato compilato dal signor Filippo Fontana, egregio rappresentante di quella Camera, alla Nuova Palmira. Questo lavoro dimostra come l'azione benefica di queste istituzioni si diffonde e penetra da pertutto e come dovunque se ne apprezzino l'importanza ed i vantaggi.

In questo stato dal Fontana diligentemente com-pilato sono enumerati tutti gli Italiani ivi residenti, la loro operosità, la ricchezza e le ubertosità di quella zona ove venga aiutata specialmente dall'agricoltura (Jle è la yadice Più robusta, che andrà ad ali1nentare l'albero del progyesso ùt quel paese.

v.

San Francisco di California

Movendo dalla Plata, la Camera eli Commercio italiana, che tanto attivamente funziona nell'America

'centrale, attrae di necessità l'attenzione di chi si voglia formare un pieno concetto della uniformità d'intenti con cui lavorano quelle istituzioni_

N el San F1'ancz'sco journal 01 C071l71'le1 ce si legge, che la prosperità della Camera di Commercio italiana di San Francisco cresce continuamente d'anno in anno e che una nuova era si presenta per essa,

(41)

sede era in Battery street, in faccia alPuffìcio postale. Fortunatamente i soci eletti a far parte di quella Camera erano entusiasti delPidea ed i loro sforzi ottennero frutti insperati. Benchè l'istituzione possa ancora essere con-siderata ome nella sua infanzia, tuttavia la sua influenza si fa sentire a tra verso il continente e lungo il vasto interminabile oceano, ed i promotori non desisteranno dalle loro cure finchè l'istituzione non giunga ad essere uno dei massimi fautori del commercio colla madre Patria.

Per l'incremento che arrecherà l'apertura del canale di Panama ai rapporti commerciali ora esistenti fra l'Italia e la costa del Pacifico si fanno sull'avvenire le pill rosee previsioni.

È vero che nel quadro d'importazione in San Francisco l'Italia figura l'ultima fra tutte le altre nazioni, ma oltrechè i,-i non vi figurano le importazioni indirette, quelle cioè di merci italiane provenienti bensl dall'Italia ma consegnate a case importatrici negli altri porti nell'Unione e poi rispedite nella costa, è certo però che mercè gli sforzi di quella Rappresentanza commerciale aumenterà l'importazione dei prodotti dell'industria it a-liana specialmente dei nastri, tappezzerie, guanti, terre cotte, seterie, non che dei delicati prodotti alimenlari) come olio d'oliya e commestibili in scattole. The JOltr11al

(42)

italiani, credendo che non siavi la capacità sufficiente

a discernere il buono dallo scadente, e così mandano

vini mal preparati, non chiarificati, non rinforzati al

grado alcoolico voluto per la sua conservazione,

dimo-dochè non appena arrivati, cominciano a fermentare,

intorbidirsi e far sedimenti, per cui lo smercio ne riesce

impossibile.

Ben diversa accoglienza, ben diverso credito ha

ottenuto in California l'olio d'oliva d'Italia, che riportò

pieno trionfo sopra gli olii locali al congresso orti colo

di Chico: dietro essere stato sfidato il dottore e pratico

conferenziere, signor Carlo Dondero, membro della

Camera di Commercio a San Francisco - che sosteneva

la superiore bontà dei nostri olii - dall'onorevole Eliwoacl

Cooper Presidente dello Stato Boal'd oJ orticoltul'e,

il Dondero in quel Congresso così metteva fine al suo

discorso.

« Voi mi avete sfidato, signor presidente) come avete asserito all' apertura di questo congresso} a

presentar campioni d'olio d'oli ve d'Italia per essere

comparati col corrispondente prodotto di California.

Voi foste sì cortese da indicarmi nell'invito, per mia

norma, che i campioni delle vostre olive sarebbero stati

presi dagli alberi il 15 Ottobre. Quantunque ciò fosse

un non lieve svantaggio per il prodotto d'Italia, poichè,

come già dissi, in quel paese le olive, come altre frutta}

non maturano così presto come in California e per

conseguenza non poterono essere sviluppate come le

vostre olive di pari data, io accettai, e non lasciai pietra

immossa, ve lo assicuro, per recare dinanzi a questa

(43)

genere d'olive da me citate da quasi ogni distretto oleifero d'Italia. »

« S,-enturatamente la mia ri.::hiesta, per cause ancora

ignote a me, non fu compita come avevo diretto, ed i

campioni tardarono per via. Per giunta furono

trascura-tamente inoltrati senza l'occorrente polizza di spedizione

e il necessario certificato consolare rispetto al loro "alore e ,'i fu un altro ritardo a New-York, ove giunsero il 5 corrente. L'av"iso mi giunse il 14, e non era allora più possibile a,-erli in tempo per presentarli a questo congresso; per cui dovetti venire, onde non mancare alla mia promessa, senza i campioni. Come prova del mio zelo e della mia sincerità non posso altro che chieder"i il permesso di presentare per la vostra ispezione le lettere dei direttori dell'European·American Express in Havre e New-York riferentisi al soggetto. »

« Ho però portati qui due campioni d'olio, prima e seconda qualità, un campione rispettivamente di olive in conserva e passi te, presi dal campionario della Camera

di Commercio Italiana di San Francisco. Come curiosità

portai pure un campione di seme dell' olivo gremignolo noto in Italia per la sua resjstenza all'inft.uenza delle nebbie. ,.

« Le olive passite son'é il frutto del prezioso frantoiano, il pitl piccolo della famiglia degli olivi. »

< Le olive conservate sono il"[rutto del non men prezioso caprai no. Come il resto delle buone varietà italiane, è un'oliva molto dolce. In grossezza non ha che il terzo rango, la cucca essendo più grossa e la giuliana almeno tre volte tanto. »

" L'olio è il prodotto del genere taggiasco. Non è::

(44)

« Se questi due campioni d'olio, sebbene non sceItissimi, come quelli che intendevo presentare, saranno trovati, come confido) superiori in aroma) in finezza, più dolci di gusto e pitl leggieri di peso del corrispondente prodotto di California) e se sarà così deciso) signor presidente) signore e signori di questo congresso) nessun beneficio al mondo ne verrà a me, ma sarà un credito di pitl alla vostra intelligenza ed al vostro gusto) ed io, in compenso di tutto il mio lavoro e delle mie spese) considererò di aver reso un atto di giustizia al prodotto della bella terra dei miei padri e un utile servizio a questa bella terra dei miei figli. »

Il risultato di questa sfida fu tutto favorevole agli oIii ita.liani dichiarati superiori agli olii della California e specialmente a quelli dell'onorevole Cooper, che a forza di gran cassa si era creata una reputazione in tutta quella vasta repubblica) vendendo il suo olio quattro volte tanto quanto si vende colà l'incomparabile olio italiano.

Ed ecco il tes,to del rapporto ufficiale della com-missione composta dai signori Lelang perito delegato della convenzione orticola di Chico) Rossi delegato della Camera di Commercio Italiana di San Francisco) Lecca vice-console italiano ed i sign<:>ri P. Klein e P. Ladaverie francesi.

(45)

« Scconclando gli accorc1i presi nello stesso, la

Commissione sottomise i detti campioni a due signori

francesi ed uno italiano, per l'esame c il loro giudizio. Il campione d'olio italiano venne considerato il migliore per fragranza, ed il migliore sotto ogni rapporto. In giustizia ai signori che agirono come periti, noi desi-deriamo dire che i campioni assaggiati da loro non porta \'ano etichette e noi consideriamo il verdetto im-parziale. Noi pure prendemmo parte all'assaggio. »

I campioni appartenevano ai signori Callisto Fran-cesconi di Lucca, Raffaele Giamulli di Siena, ed alla Camera di Commercio di Porto l'vlaurizio.

Altri olli di diverse ditte "ennero dichiarati eccellenti sotto ogni rapporto, meravigliando addirittura i periti per l'eccezionale bontà, finezza e fragranza dell'olio.

Di tre campioni di California, l'olio dell'onorevole

Cooper \'enne dai periti giudicato il peggiore, cioè

acrid oJ a disagreable taxte bad, (parole testuali) ossia pungente, di gusto sgradevole, cattivo.

Qual trionfo, quale lezione per gli italiani; e per la Sardegna, ricca pure di questa produzione, quale utile esempio!

Ed ha maggiore significanza questo trionfo in quanto che l'onorevole Eliwoad Cooper aveva dichiarato che sfidava tutto il mondo a produrre un olio d'oliva buono come il suo.

(46)

tutt'altro che veritieri, di taluni consoli degli Stati Uniti in Italia. Eppure le ragioni adottate dal Dondero, sebbene aiutate da esiguo numero di campioni, trionfarono davanti ad un congresso di quattro o cinquecento intelligentissimi

orticultori, fra i quali, neppur un solo italiano, tutti

pregiudicati in favore del prodotto di California, e col Presidente materialmente interessato per schiacciare il suo competitore italiano, il quale giustamente lagnavasi di non aver potuto presentare altri campioni sebbene le Camere di Commercio del Regno avessero largamente

risposto all'invito loro fatto.

Vi furono maneggi segreti, potenti influenze, ordini

diramati per creare inC'agli, proc~lrar disguidi e così

ottener ritardi? vi furono insolite richieste di documenti

doganali o di pagamenti antecipati, C'ontro la pratica

costante per cui bastava effettuarli alla consegna dei campioni? Forse sì. Quel che rimase accertato fu che

i campioni d'olive in salamoia e d'olii che si attendevano,

sebbene in ritardo, pervennero a Sa.n Francisco, spediti dalle séguenti ditte:

Olio di Callisto Francesconi di Lucca.

Olive in salamoja di Besson & Diana di Bari. Olio della stessa casa.

Olio di Giannelli Raffaele di Siena.

Olio di Giov. Antonio Bigio e figlio, di S. Remo.

Olive in salamoja di Giannini e Matteucci di Lucca.

Olio della stessa casa.

Olio di Doneaud Fréres di Porto Maurizio. Olio Exoffier & figlio di S. Remo.

Olio di F. Ferrari di Porto Maurizio.

(47)

Olio di Innocenzo Domenici di Lucca.

Olio di Augusto del Frate Fet-rini di Volterra. Olio dei Fratelli Inghirami Fattoria d'Ulignano. Olive di F. Ferrari di Porto lVlaurizio.

Olive di A. Exoffier e figlio di S. Remo. Olive di Giannini e Matteucci di Lucca.

Con questi campioni ed altri che si attendevano

quanto maggior coraggio non avrebbe attinto al

con-gresso il nostro benemerito connazionale. strenuo e

patriottico paladino di quell'importante prodotto della

agricoltura italiana? Qual mezzo potente non avrebbe

egli potuto far valere) qual'arma più [l)lte e con quanto

ma!5gior legittimo orgoglio non l'avrebbe impugnata? Se non vi intervennero premeditati disegni) perchè ciò

dovesse accadere, bisogna però dire con dolore che

fu una vera fatalità il ritardo verificatosi, ad onta di un tempo sufficientemente largo) anche per un viaggio lungo.

Fu tanto impùrtante il risultato di questa incruenta

lotta combattuta da qupl prode nostro connazionale

nell'altro emisfero) favorevole alla produzione degli olii

d'oliva italiani, che io mi penso abbia pur influito

sull'animo dell'egregio Miceli, attuale Ministro

d'Agricol-tura e Commercio, per affrettare l'esecuzione del progetto, fin dall'anno scorso deliberato) di riunire in Roma i

principali produttori e commercianti d'olio delle diverse provincie del Regno nelle quali l'industria oleosa presenta

maggiore importanza e ciò allo scopo di migliorare la

produzione degli olii d'oliya ed a favorirne una più

larga esportazione.

Questo convegno avrà luogo in Roma nel prossimo

(48)

È da augurarsi che messi in bando i lunghi, studiati discorsi, coi quali usurpasi il privilegio di interloquire i soli abituati a far teoriche conferenze, agirantesi spesso nei campi aerei, tutti coloro che avranno pratiche osservazioni da fare e proposte da formulare, possano esprimere alla buona le loro idee, scendendo così, nel vero interesse del grave argomento che si vuoI discutere, dal linguaggio accademico al conversare pratico, abban-donando i seducenti cieli delle dottrine e venire alla realtà dei bisogni, che è necessario soddisfare, per l 'ottenimento dello scopo che si vuoI conseguire.

È pure d'augurarsi che, per il secondo obbietto del convegno - quello di favorire una più larga esporta-zione di questo importante prodotto - si tenga appunto conto dell'otlima fama, che mercè questa prova si hanno conquistato gli olii italiani nel nuovo mondo; ed essendosi sperimentato già l'aiuto efficace, che possono dare le Camere di Commercio italiane all'estero per accreditare i nostri prodotti, sarebbe opportuno che il con,gresso, deliberando di fare sempre assegnamento sulla conti-nuazione della loro opera, invitasse il governo a coadiuvar esso con più efficaci mezzi, il maggiore sviluppo di queste istituzioni, specie per poter completare i loro Musei commerciali.

Non tralasceranno. inoltre i delegati - d'uopo è sperarlo - di proporre i mezzi per l'invio ai diversi Musei di quelle Camere, e i campioni ben condizionati delle diverse qualità d'olii di ciascuna regione e specialmente l'invio al Museo Commerciale di S. Francisco, che tanto si occupò degli interessi di questa produzione italiana.

(49)

ed i commercianti che applicano all'esportazione dei

prodotti oleosi, senza obbedire - ciò che non è neppur

presumibile - ad interessate mire, ad egoistici intenti. ma

cospiranti tutti a raggiungere il bene comune, mentre

faranno rilevare l'estensione, l'importanza che quella

produzione ha in ciascuna provincia, i mezzi per

miglio-rarla, le speciali favorevoli disposizioni che bisogna

incoraggiare ed allo stesso tempo denuncieranno i difetti

che si lamentano, gli ostacoli che si trovano, gli abusi,

i pregiudizi inveterati che è d'uopo estirpare,

presente-ranno pure alla assemblea i nomi dei principali produttori,

e dei più notevoli commercianti, che lavorano in questo

ramo, per formarne poi un elenco completo da trasmettersi

alle nostre Camere di Commercio italiane all'estero,

affinchè ne tengano conto, dando al medesimo la

mas-sima pubblicità.

Cosl gli importatori di questo prodotto nelle nazioni

estere auanno come una patente della serietà, dell'onestà

delle persone cui potrebbero ricorrere, ed un attestato il più rassicurante della bontà del prodotto che inten-dono acquistare.

Dal canto suo la Camera di Commercio di Cagliari

ha eseguito immediatamente l'incarico datole dal

1ini-stero, quello cioè di convocare nella sua residenza i

produttori ed i commercianti d'olio pill importanti, pill competenti e quindi più adatti a discutere i vari problemi attinenti alla materia, per indi procedere. dopo lo scambio fra di loro d'idee e di propositi) alla nomina del Delegato

il quale rappresenterà al Congresso in Roma gli interessi

di questa industria della provincia di Cagliari, dove gli

olii specialmente di Cuglieri, di Bosa, d'Oristano. di

(50)

44

apprezzati per la loro bontà, che potrebbe essere anche migliorata e diventare tale, per la sua abbondanza e per i suoi prezzi, da stare a fronte colla produzione oleosa delle altre regioni e da poter quindi essere un articolo d'esportazione all'estero insieme agli altri oIii italiani.

Non sarà pertanto inutile in questo mio lavoro

- che come il primo, è probabile possa avere la fortuna di richiamare l'attenzione delle Camere di Commercio italiane funzionanti fuori stato - di indicare i nomi dei produttori e dei commercianti d'olii che invitò la Camera di Commercio alla sua residenza per quel preparatorio convegno. Essi sono i signori:

Fois nobile Battista, residente a Cagliari, produt-tore in Cuglieri.

Nieddu comm. Gavino, residente a Cagliari,

pro-duttore in Pula.

Aimerich marchese di Laconi, residente a Cagliari, produttore a Laconi.

Manca di Nissa marchese Stefano, residente a

Cagliari, produttore ad Orri.

Manca di Nissa nobile Enrico, residente a Cagliari, produttore ad Orri.

Sanjust di Teulada nobile Giuseppe, residente e produttore a Cagliari.

Carta cav. Efisio, residente e produttore ad Oristano. Corrias comm. Giuseppe, residente e produttore ad Oristano.

Sanna Podda avv. Antonio, residente e produttore ad Oristano.

(51)

Pischedda avo Giovanni Antonio, residente e pro-duttore a Bosa.

Gaì'iano cav. Agostino, residente e produttore a Lanusei.

Locci Congiu nobile ntonio, residente e produttore a Lanusei.

Aurbaker Alfonso commerciante Cagliari. Alessio Alberto commerciante Cagliari. Ditta Buggiu icolò commerciante Bosa.

Dissi che facilmente nel convegno che si terrà a

Ron~a si agiterà la questione eminentemente pratica

dcl-l'im'io dei campioni d'ohi delle diverse regioni italiane ai

~Iu ei Commerciali delle camere di Commercio italiane

all' estero; ma non sarà qui un fuor eli proposito ricordare, che seè lecito bE'ne augurarsi dell'opera dei congressi, si tuteleranno però sempre meglio i propri interessi, quando oltre all'opera collettiva che si esplicherà dopo quelle deliberazioni, spieghino gli individui interessati anche la propria energia, curandosi di rimettere per proprio conto a quei Uusei i campioni dei loro prodotti che bramano siano messi in vista per èssere conosciuti, apprezzati e quinci per poter essere richiesti.

lo non dubito che la nostra Camera di Commercio offrirebbe ben volentieri tutta la sua cooperazione, facendosi intermediaria per l'invio dei campioni sardi; fidente nell'attiyità e nel patriottismo della ditta Canepa e soci di Genova, che ha fatto molte spedizioni di cam-pioni a quei ~Iusei, è sicura che non si rifiuterebbe di

far pervenire a quelle Camere di Commercio anche i

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VI. Messico

Non sarebbe certamente un'ommissione scusabile, prima di mettere in rilievo i lavori della Camera di Commercio italiana di Ne"w-York, non tener conto del movimento commerciale, d'importazione e d'esportazione fra l'Italia e le repubbliche del Messico e del Centro che governano la vera parte centrale dell'America.

Senza dubbio tra i vari Stati Americani il Messico

è quello che ha maggiore identici riscontri con la nazione italiana per la sua evoluzione politica, che la condusse alla sua piena indipendenza dai potenti, gelosi vicini e dalle oppressioni straniere, dopo lunghi, forti sagrifici di sangue, dopo diuturne oppressioni e crude sofferenze di martiri imolati sull'ara della patria. Una viva corrente di simpatia è innegabile esista fra i due popoli. È del pari vero che il Messico manifesta codesta benevola sua tendenza verso l'Italia, venerandone i suoi grandi uomini, e tenendo in gran pregio i suoi artisti.

I Messicani è vero sentono con noi una certa affinità di destini, tutto ciò io ammetto col chiarissimo Orsini, che nel suo bel libro del commercio italo-americano consacra splendide pagine traboccanti d'amor di patria per dimo-strare che i legami di solidarietà che si debbono stn'ngere fra i due popoli sono stati da gran tempo

prepa1/ati quasi pe1/ legge fatale.

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quelle libere contrade, certamente che suscita nell'animo nobili sentimenti, facendo palpitare all'unissono i cuori di due popoli, che per secoli languirono sotto il giogo straniero, e che ora redenti salutano la nuova era della loro indipendenza e della 101'0 libertà,

Tutto ciò è certamente degno di considerazione e potrebbe servir di base, sarebbe anzi un potentissimo mezzo per aiutare e f,worire fra i due popoli un ampio mo, imento commerciale; ma non bastano i nobili sen-timenti, i facili momentanei entusiasmi, le patriottiche aspirazioni. Il commercio per stabilirsi e prendere forma, assetto duraturo, con saldi e veri rapporti, ha bisogno di altri elementi di fatto stabili, veri, non creati dall'im-maginazione, non vagheggiati dal lirismo di una anima ardente, nobile e generosa; ha bisogno degli elementi come quelli che si riscontrano nelle repubbliche Argen-tine e dell'Uruguay ed in altre località; il commercio a base solo di patriottismo non si ammette, e lo afferma lo stesso 01101'. Orsini a pagina 162 della sua monografia.

Esistono attualmente codesti elementi nel1Iessico, tali da poter indurre il nostro Governo a forti dispendi per stabilire una liriea periodica diretta di piroscafi fra l'Italia ed il ~Iessico come propone il chiarissimo Orsini?

Non sarebbe ciò per ayventura mettere il carro avanti i buoi?

Al quisito risponderanno fatti numerici che non si possono oppugnare.

L'importazione di merci italiane nell\Iessico è fatta quasi tutta dalla sola ditta F. Formento e C. Successore. Tale importazione as.cese nell'anno 1886 a Pm. 125,938,

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nell'accennato totale di Pm. 125,938 vi è compresa la somma dei dazi doganali per Pm. 65,938 superiore al valore delle merci che è di sole Pm. 60,000.

11 movimento poi d'immigrazione a Veracruz è pressochè nullo. L'immigrante con alquanto capitale potrebbe trovare al Messico lavoro, ma l'immigrazione forzosa ed indigente vi resta e vi resterà malamente, a disagio. Le colonie agricole attualmente esistenti nella repubblica si compongono di 5,192 persone delle quali 3,111 ~vlessicani e 2,081 individui d'ogni età e sesso di varie nazionalità.

I dazi doganali sono poi 'oltremodo gravosi; per formarsene un'idea all'ingrosso basti accennare che la sola dogana di Veracruz incassa al giorno 260,000 franchi. Per quanto quindi amore il distinto gentiluomo Se-natore Teodoro Dahesa, capo di quella dogana, manifesti per l'Italia, non varrà di certo a mitigare l'asprezza di quei forti dazi doganali.

Il clima poi del Messico, se non è uno dei più insalubri del mondo non è certamente buono; la febbre gialla vi domina, i calori vi sono eccessivi, vi ha difetto d'acqua, la rada è poco sicura.

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