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Indice generale
Introduzione Generalità _____________________________________________________ 4
Studio di una installazione ________________________________________ 6
Le norme Introduzione __________________________________________________ 10
Le norme per gli impianti elettrici __________________________________ 12
Caratteristiche della rete Sistemi di distribuzione __________________________________________ 16 Protezione e sezionamento dei circuiti _____________________________ 19 La sicurezza nei sistemi TT ______________________________________ 20 La sicurezza nei sistemi TN ______________________________________ 21 La sicurezza nei sistemi IT _______________________________________ 22
Protezione dei circuiti Introduzione __________________________________________________ 28 Protezione contro i sovraccarichi __________________________________ 30 Installazione dei cavi ___________________________________________ 32 Portata dei cavi ________________________________________________ 35 Caduta di tensione _____________________________________________ 43 Protezione contro il cortocircuito __________________________________ 47 Protezione dei conduttori di protezione e di neutro ____________________ 54 Dimensionamento rapido dei cavi _________________________________ 55 Condotti sbarre prefabbricati _____________________________________ 57 Tabelle di coordinamento ________________________________________ 74
Caratteristiche degli apparecchi di protezione Definizioni ____________________________________________________ 82
e manovra Tipi di protezioni _______________________________________________ 85
Tipi di sganciatori ______________________________________________ 86
Caratteristiche elettriche interruttori automatici _______________________ 89
Curve di intervento ____________________________________________ 128
Declassamento in temperatura __________________________________ 144
Comando e sezionamento ______________________________________ 148
Potenze dissipate _____________________________________________ 164
Curve di limitazione ___________________________________________ 167
Filiazione ____________________________________________________ 181
Selettività ____________________________________________________ 189
Selettività rinforzata ___________________________________________ 211
Impiego in corrente continua ____________________________________ 216
Impiego a 400 Hz _____________________________________________ 218
Dispositivi differenziali _________________________________________ 222 Lunghezza massima protetta per la protezione delle persone __________ 246
Protezione degli apparecchi utilizzatori Protezione dei circuiti di illuminazione _____________________________ 256 Protezione motori _____________________________________________ 257 Protezione dei circuiti alimentati da un generatore ___________________ 262 Protezione dei trasformatori BT/BT ________________________________ 265 Compensazione dell'energia reattiva______________________________ 268
Quadri prefabbricati Introduzione _________________________________________________ 274 Il sistema funzionale Prisma _____________________________________ 276 Contenitori universali Sarel _____________________________________ 283
Il sistema di installazione modulare Centralini e quadri per apparecchiature modulari ____________________ 290 Verifiche e prove secondo norma CEI 23-51 ________________________ 292 Quadri di distribuzione a norme CEI EN 60439-4 ____________________ 295 Prese e spine di tipo industriale __________________________________ 297 Guida alla scelta ______________________________________________ 300 Grado di protezione degli involucri _______________________________ 301
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Studio di una installazione 6
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Scopo della Guida BT
La guida non vuol essere né un libro né un catalogo tecnico, ma uno strumento di lavoro destinato a soddisfare molteplici esigenze.
L'obiettivo è quello di aiutare il progettista e l'utilizzatore di reti elettriche a scegliere le apparecchiature che meglio si adattano all'impianto.
La complessità degli impianti di distribuzione di energia elettrica spesso rende difficile questa scelta per la diversità dei problemi da risolvere e la varietà di materiali elettrici che il progettista deve scegliere.
La guida è il complemento indispensabile ai cataloghi dei prodotti di bassa tensione.
Questo documento intende fornire
informazioni pratiche e presenta, sotto forma di tabelle sempre illustrate da uno o più esempi, i problemi che si pongono al momento della definizione delle apparecchiature da installare.
Talvolta i dati presenti nelle tabelle di questa guida sono necessariamente approssimati.
In ogni caso i risultati sono sempre in favore della sicurezza e rispettano quanto indicato dalla norma CEI 64-8 V Edizione.
Qualora si desideri un calcolo più preciso si consiglia l'impiego del Software i-project.
Contenuti della presente edizione
Il successo avuto dalle precedenti edizioni della Guida BT presso i nostri Clienti ci ha motivati a preparare ed a pubblicare questa nuova edizione.
In essa, abbiamo provveduto ad aggiornare i contenuti tecnici legati all'evoluzione della gamma di prodotti posti sul mercato dopo il 1997 (miglioramento di prestazioni, nuovi prodotti, ecc.).
Il tutto è stato organizzato in uno spirito di continuità rispetto alle precedenti edizioni, per fornire ai nostri Clienti informazioni teoriche e pratiche per l'uso coordinato dei prodotti del Sistema BT Schneider, oltre che regole generali di impiantistica di bassa tensione applicabili in un più ampio contesto.
In questa opera di aggiornamento, abbiamo spesso tenuto in evidenza i suggerimenti che ci sono stati rivolti dai nostri Clienti, a cui vanno dunque i nostri ringraziamenti.
La nostra speranza è che questa edizione venga accolta con favore, contribuendo così a rinsaldare i legami di collaborazione con tutti i nostri Clienti.
Il Software i-project
I concetti espressi nella Guida BT sono alla base della realizzazione del Software i-project.
La conoscenza della guida consentirà una migliore comprensione delle procedure di calcolo messe in atto dal software e quindi un migliore sfruttamento pratico dello stesso software per la progettazione rapida degli impianti in modo sicuro ed economico.
Il Software i-proiect è un programma
destinato a chi opera nel settore
dell'impiantistica elettrica.
Schneider Electric 5
automatico
L'interruttore svolge un ruolo determinante nell'impianto elettrico.
Le sue funzioni fondamentali sono quelle di sezionamento e protezione di una rete elettrica.
Una scelta appropriata dell'interruttore automatico garantisce una sicurezza globale dei beni, delle persone e dei cicli produttivi.
Scelta dell'interruttore automatico
La scelta di un interruttore automatico deve essere fatta in funzione:
c delle caratteristiche della rete sulla quale viene installato;
c della continuità di servizio desiderata;
c delle diverse regole di protezione da rispettare.
Caratteristiche della rete
Tensione
La tensione nominale dell'interruttore automatico deve essere maggiore o uguale alla tensione tra le fasi della rete.
Frequenza
La frequenza nominale dell'interruttore automatico deve corrispondere alla frequenza della rete.
Gli apparecchi funzionano indifferentemente alle frequenze di 50 o 60 Hz (per impiego su reti a 400 Hz vedere a pag. 218, per impiego su reti a corrente continua vedere a pag. 216).
Corrente di impiego/corrente nominale La regolazione della protezione termica dello sganciatore dell'interruttore automatico deve essere maggiore o uguale alla corrente d'impiego della linea sulla quale è installato e deve essere minore o uguale alla corrente ammissibile (portata) della conduttura.
Corrente di cortocircuito/potere di interruzione
Il potere di interruzione dell'interruttore automatico deve essere almeno uguale alla massima corrente di cortocircuito che può verificarsi nel punto in cui esso è installato.
A pag. 47 è proposto un metodo che permette di determinare la corrente di cortocircuito in un punto qualsiasi dell'impianto.
Eccezione: il potere di interruzione dell'interruttore automatico può essere inferiore alla corrente di cortocircuito, se a monte esiste un dispositivo:
c che abbia il potere di interruzione corrispondente alla corrente di cortocircuito nel punto della rete dove è installato;
c che limiti l'energia specifica passante (I
2t) e la corrente di cresta a valori inferiori a quelli ammissibili dall'interruttore automatico a valle e dai conduttori (vedere le curve di limitazione a pag. 167 e le tabelle di filiazione da pag. 181).
e la funzione richiesta (protezione, manovra, sezionamento) determinano il numero dei poli degli apparecchi (vedere a pag. 19).
Continuità di servizio
In funzione delle esigenze di continuità di servizio di una rete (regolamenti di sicurezza, vincoli di esercizio ecc.) il progettista può essere portato a scegliere degli interruttori automatici che assicurino:
c una selettività totale tra due apparecchi installati in serie;
c una selettività parziale
(vedere le tabelle di selettività a pag. 135).
Regole di protezione
Protezione delle persone contro i contatti indiretti
Le misure di protezione contro i contatti indiretti tramite interruzione automatica del circuito dipendono dal sistema di distribuzione impiegato (vedere a pag. 15).
Nel sistema TT (schema caratteristico a pag. 20) la protezione è assicurata dai dispositivi differenziali a corrente residua DDR (vedere a pag. 221).
Nel sistema IT o TN (schemi caratteristici a pag. 22 e 21) la protezione è in generale assicurata dai dispositivi di protezione contro i cortocircuiti.
La corrente di regolazione magnetica di questi apparecchi permette di determinare, nel rispetto della protezione delle persone, la lunghezza massima dei cavi in funzione della loro sezione (vedere a pag. 251).
Inoltre nel sistema IT l'impianto deve essere costantemente sorvegliato da un controllore permanente d'isolamento CPI
(vedere a pag. 23).
Protezione dei cavi
c L'interruttore automatico, in caso di sovraccarico, deve intervenire in tempi compatibili con la caratteristica
di sovraccaricabilità del cavo.
Questa verifica si effettua confrontando la corrente nominale dello sganciatore con la portata del cavo (vedere a pag. 53).
c L'interruttore automatico, in caso di cortocircuito, non deve lasciar passare un'energia specifica superiore a quella che può essere sopportata dal cavo.
Questa verifica si effettua confrontando la caratteristica I
2t del dispositivo di protezione con l'energia specifica ammissibile del cavo K
2S
2(vedere a pag. 52).
c In casi particolari in cui la protezione termica dell'interruttore automatico è sovradimensionata, oppure l'interruttore non è munito di sganciatori termici, è necessario assicurarsi che la corrente di cortocircuito all'estremità più lontana della linea provochi l'apertura
dell'interruttore automatico per mezzo degli sganciatori magnetici.
Ne risulta una lunghezza massima protetta in funzione della sezione del cavo (vedere a pag. 172 e 173).
c L’interruttore automatico posto a monte del condotto sbarre deve proteggere lo stesso dagli effetti della corrente di corto circuito che si possono identificare nell’effetto dinamico, con il valore della corrente di cresta, e dall’effetto termico che a sua volta può essere identificato con la corrente di breve durata.
Questi due valori, riportati nelle caratteristiche tecniche dei condotti identificano, per questi, il limite massimo di sopportabilità che non dovrà essere mai superato. Il coordinamento della protezione con il condotto sta in questo, cioè
l’interruttore dovrà evitare di lasciare passare una corrente di cresta o di breve durata superiore a quella del condotto.
c Per la protezione alle persone la soglia magnetica dell’interruttore dovrà avere una taratura tale che sia inferiore alla corrente di corto circuito di fondo linea (pag. 256) Protezione dei diversi componenti elettrici
Alcune apparecchiature necessitano di protezioni con caratteristiche speciali.
È il caso dei motori (vedere a pag. 261) dei trasformatori BT/BT (vedere a pag. 268), delle batterie di condensatori (vedere a pag. 271) e dei circuiti alimentati dai generatori (vedere a pag. 266).
Realizzazione dei quadri elettrici
La recente evoluzione del concetto di sicurezza dei quadri elettrici ha posto all'attenzione generale l'esigenza di realizzare quadri di bassa tensione in conformità alle relative norme CEI.
A questo argomento è dedicato un capitolo (vedere a pag. 277) che fornisce i criteri fondamentali per la corretta determinazione delle caratteristiche tecniche dei quadri, sia nel campo delle applicazioni domestiche e similari che in quello industriale.
Avvertenze
La Guida BT e il Software i-project costituiscono un mezzo di ausilio per una progettazione preliminare e veloce degli impianti elettrici di bassa tensione.
Tutti i rischi per ciò che concerne la progettazione sono assunti dall'utente.
L'utente dovrà inoltre controllare
la rispondenza della guida e dei programmi alle proprie esigenze, interpretando criticamente i risultati per verificare la congruenza con le scelte progettuali utilizzate.
Schneider Electric si riserva di modificare il contenuto di questi documenti in relazione all'evoluzione normativa e di prodotto.
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Schneider Electric 6
Introduzione
Introduzione
Ci proponiamo di studiare il seguente impianto in un sistema di neutro TN.
Tra ogni trasformatore e l'interruttore di arrivo corrispondente ci sono 5 m di cavo unipolare e tra un interruttore di arrivo e un interruttore di partenza c'è 1 m di sbarre in rame.
Tutti i cavi sono in rame e la temperatura ambiente è di 40°C.
Caratteristica dei cavi
lunghezza [m] riferimento cavi Ib [A] modalità di posa
40 S1 350 cavo unipolare PVC su passerella
perforata con 4 circuiti vicini
35 S2 110 cavo multipolare XLPE
su passerella con 4 circuiti vicini
80 S3 29 cavo multipolare PVC
in canaletta con 2 circuiti vicini
30 S4 230 cavo multipolare XLPE
su passerella con 2 circuiti vicini
50 S5 65 cavo multipolare XLPE a parete
65 S6 22 cavo multipolare XLPE in tubo
10 S7 17 cavo multipolare PVC in tubo
Determinazione
della corrente nominale degli interruttori
La tabella di pag. 260 permette di determinare la corrente nominale dell'interruttore terminale D3 di protezione al circuito d'illuminazione in funzione della potenza, del tipo e del numero di lampade.
Per le altre partenze si considera la corrente nominale dell'interruttore di taglia
immediatamente superiore alla corrente d'impiego calcolata.
riferimento potenza corrente corrente
interruttori d'impiego [A] nominale [A]
D0 e D'0
800 kVA 1155 1250
D1
350 400
D2
110 125
D3
30 lampade/fase 2 x 58 W 29 32
D4
230 250
D5
65 80
D6
22 25
D7
17 20
Determinazione
della sezione del cavo
Dalle tabelle a pag. 35 e seguenti si ricavano i coefficienti di correzione in funzione delle modalità di posa e le rispettive sezioni minime dei cavi.
riferimento I
ninterruttori coefficiente I
zsezione
cavi [A] K
tottottottottot[A] minima [mm
2]
S1
400 0,64 373 300
S2
125 0,68 131 50
S3
32 0,61 38 16
S4
250 0,75 258 120
S5
80 0,91 98 16
S6
25 0,91 27 4
S7
20 0,87 21 2,5
D'0 PEN D0
PEN
2 x 800 kVA 20 kV/400 V
D1
D2 A
B
C
PEN
PEN S1
S2
D3
S3 NPE
D4
PE S5 D
D7 NPE
S7
D5
PE S6
D6
P = 12 kW
Illuminazione:
30 lampade fluorescenti per fase (2 x 58W)
Ausiliari PE
P = 37 kW
S4
U UtilizzatoriF.M. U
Schneider Electric 7
della caduta di tensione
Le tabelle da pag. 44 a 69 permettono di determinare la caduta di tensione per i diversi cavi.
Il cos ϕ medio dell'installazione è 0,9.
Occorre verificare in seguito, che la somma delle cadute di tensione lungo la linea sia
inferiore al 4%. riferimento I d'impiego sezione lunghezza
∆u%cavi [A] [mm
2] [m]
S1
350 300 40 0,65
S2
110 50 35 0,78
S3
29 16 80 1,33
S4
230 120 30 0,63
S5
65 16 50 1,86
S6
22 4 65 3,15
S7
17 2,5 10 0,60
c Circuito di illuminazione
∆u = 0,65 + 0,78 + 1,33 = 2,76%
c Circuito di forza motrice (65 A)
∆
u = 0,63 + 1,86 = 2,49%
∆u = 0,63 + 3,15 = 3,78%
c Circuito ausiliario
∆u = 0,60% = 0,6%
La selettività delle protezioni
Le tabelle di selettività da pag. 190 permettono di determinare i limiti di selettività tra i diversi livelli di distribuzione.
Per acquistare significato, i limiti di selettività devono essere confrontati con i valori della corrente di cortocircuito calcolati precedentemente.
I limiti di selettività tra gli interruttori D0-D1, D0-D4 e D0-D7 sono moltiplicati per il numero di trasformatori in parallelo.
Esempio
La selettività tra un NS1250N e un NS400N è totale.
Determinazione della corrente di cortocircuito
La tabella a pag. 49 permette di ottenere il valore della corrente di cortocircuito sulle sbarre di parallelo in funzione della potenza e del numero di trasformatori.
Le tabelle a pag. 50 permettono di determinare la corrente di cortocircuito nei differenti punti in cui sono installate le protezioni.
riferimento interruttore sganciatore
D0 e D'0
NS1250N Micrologic 2.0
D1
NS400N STR23SE
D2
NS160N TM125D
D3
C60L C32
D4
NS250sx TM250D
D5
NS160N TM80D
D6
C60L C25
D7
NG125L C20
Scelta del dispositivo di protezione
Per scegliere il dispositivo di protezione è sufficiente verificare che:
Pdi ≥ Icc.
Per la scelta dell'interruttore automatico si utilizzino le tabelle a pag. 89 e seguenti.
riferimento sezione [mm
2] lunghezza [m] Icc [kA]
A
45
B
300 40 27
C
50 35 13
D
120 30 23
PEN PEN
2 x 800 kVA 20 kV / 400 V
A
B
C
PEN
PEN S1
S2
S3 NPE
PE S5 D
NPE S7
PE S6 PE
S4 totale
45 kA
D4 NS250SX
TM250D D7
NG125L C20
D5 NS160N TM80D
D6 C60L C25
D3 C60H C32
27 kA
23 kA
13 kA D1
NS400N STR23SE
D2 NS160N TM125D
Ausiliari Totale
10 kA
Totale Totale
Totale Totale
U Utilizzatori U D0
NS1250N Micrologic 2.0
D0 NS1250N Micrologic 2.0
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Schneider Electric 8
riferimento interruttori sezione lunghezza lunghezza
cavi [mm
2] [m] massima [m]
S1
NS400N STR23SE 300 40 153
S2
NS160N TM125D 50 35 141
S3
C60H C32 16 80 170
S4
NS250SX TM250D 120 30 122
S5
NS160N TM80D 16 50 69
S6 (1)
C60L C25 4 65 55
S7
NG125L C20 2,5 10 41
Verifica della protezione delle persone
Nel sistema di distribuzione TN si deve verificare la massima lunghezza del cavo protetto dal rispettivo interruttore automatico.
Le tabelle a pag. 251 indicano, in funzione della regolazione della protezione magnetica, la lunghezza del cavo per la quale è assicurata la protezione delle persone con S
F= S
PE.
L'esempio della tabella qui a fianco è basato sullo schema ottenuto con il miglioramento della selettività.
(1) La protezione delle persone non è assicurata per il cavo S6 di sezione 4 mm2.Le soluzioni possibili sono:
c aumentare la sezione del cavo a 6 mm2; così facendo la lunghezza massima protetta è di 82 m;
c utilizzare un interruttore C60L con sganciatore B25 che assicura una lunghezza massima protetta di 109 m con il cavo da 4 mm2;
c installare un dispositivo differenziale.
Applicazione della tecnica di filiazione
L'applicazione della tecnica di filiazione permette di installare interruttori con potere di interruzione inferiore alla corrente di cortocircuito nel punto di installazione.
Le tabelle a pag. 181 permettono di effettuare il coordinamento tra due apparecchi.
Nel caso di trasformatori in parallelo si possono utilizzare le tabelle da pag. 51 per la scelta degli interruttori a valle delle sbarre di parallelo.
I limiti di selettività tra gli interruttori così scelti è in genere inferiore a quello ottenuto con la soluzione standard.
PEN PEN
2 x 800 kVA 20 kV / 400 V
A
B
C
PEN
PEN S1
S2
S3 NPE
PE S5 D
NPE S7
PE S6 PE
S4 24 kA
45 kA
D4 NS250SX
TM250D D7
NG125L C20
D5 NS160NE TM80D
D6 C60N C25
D3 C60N C32
27 kA
23 kA
13 kA D1
NS400N STR23SE
D2 NS160E TM125D
Ausiliari Totale
10 kA
Totale Totale
Totale Totale
U Utilizzatori U D0
NS1250N Micrologic
D’0 NS1250N Micrologic
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Le norme per gli impianti elettrici 12
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Schneider Electric 10
Di fatto quindi, le Norme CEI sono considerate una delle possibili forme di regola dell'arte, sia per gli impianti che per i singoli componenti.
La legge n. 186, entro certi limiti, implica il superamento del DPR 547 in materia elettrica in favore della Norma CEI, più affidabile, aggiornata e completa dal punto di vista tecnico di quanto non possa essere la legge dello Stato di per sé generica e, su certi punti, necessariamente obsoleta.
Inoltre, la sua applicazione non si limita agli ambienti di lavoro, ma si estende a tutti gli impianti elettrici.
Le direttive comunitarie
Sono strumenti legislativi comunitari emanati dal Consiglio della Comunità su proposta della Commissione Europea; l'iter di approvazione coinvolge il Parlamento Europeo al fine di armonizzare
la legislazione dei paesi membri, che sono tenuti ad adottarle entro i termini stabiliti dalle Direttive stesse.
Lo scopo principale delle direttive è quello di eliminare gli ostacoli tecnici agli scambi commerciali nell'ambiente del Mercato Unico Europeo, fissando per i diversi tipi di prodotto i requisiti essenziali della sicurezza. Le Direttive prevedono l'applicazione della marcatura CE da parte del costruttore, il quale attesta la
rispondenza del prodotto ai requisiti essenziali della sicurezza, riportati in tutte le DIRETTIVE COMUNITARIE applicabili al prodotto in questione.
La marcatura CE è obbligatoria e rappresenta la condizione necessaria per l'immissione dei prodotti sul mercato e la loro libera circolazione all'interno della Comunità Europea.
La marcatura CE è un obbligo
amministrativo ed è destinata al controllo delle autorità (ad es. doganali);
non è quindi un 'marchio' destinato all'utente (ad es. il cittadino).
I prodotti elettrici di Bassa Tensione utilizzati nella distribuzione devono riportare la marcatura CE dal 1° Gennaio 1997.
Nota:
la marcatura CE deve essere apposta dal fabbricante o dal suo mandatario nella Comunità sul materiale elettrico o, in alternativa, sull'imballaggio, sulle avvertenze d'uso o sul certificato di garanzia, in modo visibile, facilmente leggibile e indelebile.
Le Direttive Comunitarie applicabili (salvo alcune eccezioni) sono due, di seguito descritte.
Direttiva per il materiale elettrico di Bassa Tensione (73/23/CEE - 93/68/CEE) È stata recepita in Italia con la legge 791 del 18/10/1977.
Si applica a tutti i prodotti elettrici di Bassa Tensione (tra 50 a 1000 Vca e tra 75 e 1500 Vcc), assicurandone un livello di sicurezza adeguato, stabilito mediante i requisiti essenziali (minimi).
Assicura peraltro la libera circolazione dei prodotti elettrici in tutti gli Stati membri.
Nello stesso tempo demanda alle Norme tecniche il compito di prescrivere le questioni specifiche conseguenti ai dettami della Direttiva stessa:
in particolare, condizione sufficiente perché un prodotto sia ritenuto sicuro secondo la legge n.791, è la rispondenza alla Norma armonizzata del CENELEC recepita dalla Comunità e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità o, in assenza di questa, alle Norme CEE o IEC o, infine, alle Norme del paese di produzione purché di sicurezza equivalente a quella richiesta in Italia.
Direttiva sulla Compatibilità
Elettromagnetica (EMC) (89/336/CEE) È stata recepita in Italia con il Decreto Legislativo n.472 del 4/12/1992.
Si applica a tutte le apparecchiature elettrotecniche ed elettroniche, nonché agli impianti ed installazioni che contengono componenti elettrici ed elettronici,
che possono creare perturbazioni elettromagnetiche o il cui funzionamento possa venire influenzato da tali perturbazioni.
Tali apparecchiature devono essere costruite in modo che:
c le perturbazioni elettromagnetiche generate siano limitate ad un livello che consenta agli apparecchi radio, di telecomunicazione ed altri apparecchi di funzionare in modo conforme alla loro destinazione;
c abbiano un adeguato livello di immunità alle perturbazioni elettromagnetiche che permetta loro di funzionare in modo conforme alla loro destinazione.
Legge n. 46 del 5-3-1990
L'obbligo alla sicurezza coinvolge, in un qualsiasi processo produttivo, tutti gli operatori, ciascuno in misura dipendente dalle capacità decisionali o di intervento che gli competono. È quindi compito di ognuno, per la propria parte, osservare leggi, regolamenti e norme, applicandoli con diligenza, al fine di rendere l'impalcatura normativa non fine a se stessa.
È a questo scopo che, anche se con grave ritardo, è uscita nel marzo del 1990 la legge 46/90, che finalmente costituisce un testo legislativo che comprende e disciplina tutti gli impianti elettrici.
Questa legge, nel quadro complessivo della regolamentazione degli impianti elettrici ai fini della sicurezza, risulta particolarmente importante, in quanto:
c ribadisce la legge n. 186 del 1968, per cui il rispetto delle Norme CEI/UNI è condizione sufficiente per la conformità alla regola dell'arte;
c impone l'utilizzo dell'interruttore differenziale ad alta sensibilità (I∆n ≤ 1 A, ved. Regolamento d'attuazione)
e l'adeguamento degli impianti esistenti.
Inoltre sancisce:
v la lotta all'abusivismo, ostacolando il lavoro di soggetti impreparati che potrebbero realizzare impianti pericolosi, sia dal punto di vista dell'installazione, sia per la qualità stessa dei materiali impiegati;
v l'individuazione precisa e giuridica delle figure chiave, con relativi compiti e responsabilità:
Committente
Progettista
Installatore
Collaudatore Gli impianti elettrici di bassa tensione sono
regolamentati da un insieme di testi che hanno l'obiettivo di definire le misure per la protezione dei beni e delle persone.
Tale obiettivo, necessario per il corretto funzionamento degli impianti, prevede l'utilizzo di apparecchi che rispondono alle norme di costruzione e implica l'osservanza di regole che definiscono le modalità di installazione di questi apparecchi.
Norme tecniche e norme di legge
Il progetto di un impianto elettrico deve essere elaborato per soddisfare le esigenze di funzionamento e di servizio, nel rispetto dei fondamentali requisiti della sicurezza.
Il progetto è un documento di natura tecnica, regolamentato da testi normativi (tecnici) e legislativi.
Questi guidano alla scelta appropriata di apparecchiature che rispondono
ai requisiti di buona tecnica e ne definiscono le modalità di installazione e di utilizzo per il corretto esercizio dell'impianto.
In Italia, il primo testo legislativo è costituito dal Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) n. 547 del 27/4/1955, che riguarda la prevenzione infortuni sul lavoro.
Esso è applicabile unicamente ai luoghi di lavoro, ove cioè esista la figura del datore di lavoro e del lavoratore dipendente, non è quindi applicabile (salvo ulteriore specifica):
c nel settore Civile;
c nel settore Scuola;
c nel settore locali di Pubblico Spettacolo.
La legge n. 186 e la regola dell'arte
Un importante passo avanti è stato fatto, nel 1968, con l'emanazione della legge n.186: "Disposizioni concernenti
la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici."
La legge 186 è composta di due soli articoli qui riportati:
Art. 1. Tutti i materiali, le apparecchiature,
i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere realizzati e costruiti a regola d'arte.
Art. 2. I materiali, le apparecchiature,
i macchinari, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici realizzati secondo le norme del Comitato Elettrotecnico Italiano si considerano costruiti a regola d'arte.
L'art. 1 ribadisce l'obiettivo che vengano realizzate opere "a regola d'arte"; l'art. 2 evidenzia l'intenzione del legislatore di fornire un riferimento preciso,
individuandolo nelle norme CEI. Ciò lascia
al progettista la libertà (e la conseguente
responsabilità) di soluzioni alternative,
che soddisfino comunque i fondamentali
requisiti di sicurezza; si possono cioè
realizzare apparecchiature e impianti
a regola d'arte anche al di fuori della
Normativa CEI, ma in tal caso si è tenuti
a dimostrare la rispondenza alla regola
dell'arte medesima.
Schneider Electric 11
richiesto), che costituisce il primo passo
nella direzione della sicurezza dell'impianto.
L'insieme di queste regole potrà contribuire ad ottenere una maggiore sicurezza degli impianti.
Quindi, come detto prima, dovranno essere tutti i protagonisti del processo produttivo ad essere qualificati e responsabilizzati nel proprio lavoro, a partire dall'imprenditore (Committente) per la sua parte di
responsabilità per arrivare all'installatore, che deve comunque essere professionalmente preparato, conoscere la Normativa e i materiali e non essere solo un buon esecutore o, al più, un buon organizzatore dei lavori.
L'art. 9 della legge n. 46 impone
all'installatore il rilascio della "dichiarazione di conformità" dell'impianto realizzato, in cui si assicura il rispetto della regola dell'arte.
Nella maggioranza dei casi, come si è detto, conviene all'installatore riferirsi alle norme CEI, in quanto già di per sé regola dell'arte.
In pratica quindi, l'installatore dichiara la conformità dell'impianto alle norme CEI.
Le Norme CEI
Per quanto finora detto l'osservanza delle norme CEI diviene in pratica un obbligo per il progettista e l'installatore medio che, in questa maniera, non hanno difficoltà a dimostrare la regola dell'arte rispetto ad impianti realizzati secondo normative differenti.
Norme riguardanti gli impianti elettrici di bassa tensione
Costituiscono le regole di concezione e progettazione degli impianti.
Tra queste, la più importante è sicuramente la norma CEI 64.8 che riguarda le regole generali degli impianti di Bassa Tensione.
Norme riguardanti le apparecchiature di bassa tensione
Queste norme definiscono le caratteristiche delle apparecchiature elettriche (dimensioni, prestazioni meccaniche ed elettriche ecc.).
Le norme di prodotto di maggiore interesse per il catalogo Schneider Electric sono, per quanto riguarda gli interruttori automatici, le seguenti:
c interruttori per applicazioni "domestiche e similari" che devono essere conformi alla norma CEI 23.3 (EN 60898);
c interruttori per applicazioni "industriali"
che devono essere conformi alla norma CEI EN 60947-2;
c interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari conformi alla Norma CEI EN 61008-1;
c interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari conformi alla Norma CEI EN 61009-1;
c apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri BT) v Parte 1: apparecchiature di serie (AS) e non di serie (ANS) CEI EN 60439-1
condotti sbarre CEI EN 60439-2;
c prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di
distribuzione per installazioni fisse per uso domestico e similari: CEI EN 23.51.
Tutti i dispositivi di protezione di nostra produzione sono conformi a queste norme.
Relazioni internazionali
Il CEI è membro, tra gli altri, dei seguenti organismi internazionali:
c IEC (International Electrotechnical Commission): è l'organismo che prepara norme tecniche su scala mondiale; costituito nel 1907, attualmente raggruppa i 41 paesi maggiormente industrializzati del mondo ed ha in catalogo più di 2200 norme. L'Italia partecipa a tutti i Comitati Tecnici della IEC e utilizza le norme internazionali come base per le norme italiane;
c CENELEC (Comitè Européen de Normalisation Electrotechnique): è l'ente normativo europeo avente lo scopo di armonizzare le norme nell'ambito europeo.
È costituito da 17 Comitati Tecnici nazionali.
Il CENELEC agisce anche per incarico della Comunità Europea con lo scopo
di eliminare gli ostacoli agli scambi, dovuti alle normative tecniche, e predisporre i documenti di armonizzazione destinati a diventare, nei singoli Paesi, norme armonizzate ai sensi della Direttiva
Comunitaria per i materiali di bassa tensione n. 73/23/CEE.
Norme CEI di particolare rilevanza per impianti e apparecchi di bassa tensione
Corrispondenza con le norme europee (CENELEC) ed internazionali (IEC) c La corrispondenza può essere totale o parziale: maggiori dettagli sono riportati nel testo;
c Sotto l'intestazione CENELEC sono riportate anche le corrispondenti norme CEE.
(Vedere pagine 12, 13, 14).
Indirizzi utili
Le norme CEI sono reperibili presso:
MILANO
CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano Sede di Milano
Via Saccardo, 9 - 20134 Milano Tel. 02 21006.226 - fax 02 21006.222 BERGAMO
TELMOTOR S.p.A.
Via Zanica, 91 - 24126 Bergamo tel. 035 325122 - fax 035 317393 BRESCIA
AQM
Via Lithos, 53 - 25086 Rezzato (BS) tel. 030 2590656 - fax 030 2590659 BIT S.p.A.
Via G. Di Vittorio, 3d/3e - 25125 Brescia tel. 030 2687511 - fax 030 2687611 FIRENZE
CONFINDUSTRIA TOSCANA SERVIZI Via Valfonda, 9 - 50123 Firenze tel. 055 2661521 - fax 055 218055 LECCO
G. SACCHI S.p.A.
Via G. Sacchi, 2 - 23691 Barzanò (LC) tel. 039 92181 - fax 039 958984 NAPOLI
CONSORZIO PROMOS RICERCHE Corso Meridionale, 58 - 80143 Napoli tel. 081 5537106 - fax 081 5537112
Via della Giardina, 6 - 20052 Monza (MI) tel. 039 27031 - fax 039 796311 MODENA
Libreria ATHENA
Via Campi, 284/A - 41100 Modena tel. 059 370842 - fax 059 372964 PADOVA
Libreria PROGETTO Via Marzolo, 28 - 35131 Padova tel. 049 665585 - fax 049 8076036 ROMA
Libreria UNIVERSITARIA INGEGNERIA 2000 Via della Polveriera, 15 - 00184 Roma tel. 06 4744169 - fax 06 4885834 DEI s.r.l.
Via Nomentana, 20 - 00161 Roma tel. 06 4402046 - fax 06 4403307 TORINO
Libreria LEVROTTO & BELLA Via Pigafetta, 2 E - 10129 Torino tel. 011 5097367 - fax 011 504025 TRENTO
Libreria UNIVERSITARIA Via Travai, 28 - 38100 Trento tel. 0461 230440 - fax 0461 266938 TREVISO
TREVISO TECNOLOGIA
Via Roma, 4/D - 31020 Lancenigo di Villorba (TV) tel. 0422 608858 - fax 0422 608866 MARCHIOL S.p.A.
Via della Repubblica, 41 - 31050 Villorba (TV) tel. 0422 4271 - fax 0422 421729 VARESE
FOGLIANI S.p.A.
Via per Cassano, 157 - 21052 Busto Arsizio (VA) tel. 0331 696911 - fax 0331 686561 VENEZIA
MEB
Via Pialoi, 96 - 30020 Marcon (VE) tel. 041 5951206 - fax 041 5951253 VICENZA
TECNOIMPRESA
Istituto Promozionale per l’Industria P.zza Castello, 30 - 36100 Vicenza tel. 0444 232794 - fax 0444 545573
Sedi CNA - ANIM
BOLOGNA
V.le Aldo Moro, 22 - 40127 Bologna Tel. 051 299212- fax 051 359902 FERRARA
Via Caldirolo, 84 - 44100 Ferrara tel. 0532 749210 - fax 0532 749236 FORLI’
Via Pelacano, 29 - 47100 Forlì tel. 0543 770317 - fax 0543 770301 MODENA
Via Malavolti, 27 - 41100 Modena Tel. 059 418565 - fax 059 418598 PARMA
Via La Spezia, 52/a - 43100 Parma tel. 0521 227211 - fax 0521 227205 PIACENZA
Via Coppalati-Z. Dogana Loc. Le Mose- 29100 Piacenza tel. 0523 572211 - fax 0523 645300
RAVENNA
Viale Randi, 90 - 48100 Ravenna tel. 0544 298699 - fax 0544 400272 REGGIO EMILIA
Via Maiella, 4 - 42100 Reggio Emilia tel. 0522 356367 - fax 0522 356351 RIMINI
Piazzale Tosi, 4 - 47900 Rimini tel. 0541 760214 - fax 0541 791734
Punti di Sola Consultazione
ANCONA SO.GE.SI.
Via Filonzi - 60131 Ancona tel. 071 2900240 BARI
TECNOPOLIS CSATA NOVUS ORTUS S.P. per Casamassima, km. 3 - 70010 Valenzano (BA) tel. 080 4670301 - fax 080 4670553
CAGLIARI
CENTRO SERVIZI PROMOZIONALI PER LE IMPRESE V.le A. Diaz, 221 - 09126 Cagliari
tel. 070 34996305/08 - fax 070 34996306 LA SPEZIA
C.C.I.A.A.
Piazza Europa, 16 - 19124 La Spezia tel. 0187 728264/251 - fax 0187 777961 UDINE
CATAS Srl
Via Antica, 14 - 33048 S. Giovanni al Natisone (UD) tel. 0432 747211 - fax 0432 747250
BOLOGNA CERMET
Via Cadriano, 23 - 40057 Cadriano di Granarolo (BO) tel. 051 764811 - fax 051 763382
RIMINI
ISTITUTO GIORDANO Via Rossini, 2 - 47814 Bellaria (RN) tel. 0541 343030 - fax 0541 345540
pag9_14 NORME.p65 11 25/11/2003, 11.49
Schneider Electric 12
CT 0 : Applicazione delle norme e testi di carattere generale
CEI 0-1 1997 Adozione di nuove norme come base per la certificazione dei prodotti nei paesi membri del CENELEC (prima ediz.) CEI 0-2 2002 Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici
CEI 0-3 1996 Legge 46/90 : Guida per la compilazione della dichiarazione di conformità e relativi allegati (prima ediz.); variante 1 (1999) CEI 0-4/1 1998 Documenti CEI normativi e non normativi. Parte 1: Tipi, definizioni e procedure (prima ediz.)
CEI 0-5 1997 Dichiarazione CE di conformità. Guida all’applicazione delle Direttive Nuovo Approccio e della Direttiva Bassa Tensione (prima ediz.) CEI ES 59004 1998 Qualificazione delle imprese di installazione di impianti elettrici (prima ediz.)
CT 1/24/25 Terminologia, grandezze ed unità CEI 1 1997 Glossario. 1° elenco di termini (prima ediz.)
CEI 24-1 1997 Simboli letterali da usare in elettrotecnica (settima ediz.) CT 2 Macchine rotanti
CEI EN 60034-1 2000 Macchine elettriche rotanti. Parte 1: Caratteristiche nominali e di funzionamento (quinta ediz.) CT 3 Documentazione e segni grafici
CEI EN 60617 1997/98 Segni grafici per schemi (seconda ediz.). Parti da 2 a 13
CEI EN 61082 1997/98 Preparazione di documenti utilizzati in elettrotecnica (prima ediz.). Parti 1, 2, 3 e 4 CT 8/28 Tensioni, correnti e frequenze normali / coordinamento degli isolamenti CEI 8-6 1998 Tensioni nominali dei sistemi elettrici di distribuzione pubblica a bassa tensione (prima ediz.)
CEI 28-6 1997 Coordinamento dell’isolamento per gli apparecchi nei sistemi a bassa tensione. Parte 1: principi, prescrizioni e prove (prima ediz.) CT 11 Impianti elettrici ad alta tensione e di distribuzione pubblica di bassa tensione
CEI 11-1 1999 Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata (nona ediz.). Variante V1 (2000) CEI 11-8 1998 Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica. Impianti di terra (terza ediz.) CEI 11-17 1997 Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica. Linee in cavo (seconda ediz.)
CEI 11-18 1997 Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica. Dimensionamento degli impianti in relazione alle tensioni (prima ediz.) CEI 11-20 2000 Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di continuità collegati a reti di I e II categoria (quarta ediz.)
CEI 11-25 1997 Calcolo delle correnti di cortocircuito nelle reti trifasi a corrente alternata (prima ediz.)
CEI EN 60865-1 1998 Correnti di cortocircuito - Calcolo degli effetti. Parte 1: definizioni e metodi di calcolo (seconda ediz.) CEI 11-28 1998 Guida d’applicazione per il calcolo delle correnti di cortocircuito nelle reti radiali di bassa tensione (prima ediz.) CEI 11-35 1996 Guida all’esecuzione delle cabine elettriche d’utente (prima ediz.)
CEI 11-37 1996 Guida per l’esecuzione degli impianti di terra di stabilimenti industriali per sistemi di I, II e III categoria (prima ediz.) CT 13 Apparecchi per la misura dell’energia elettrica e per il controllo del carico
CEI EN 61036/A1 2001 Contatori elettrici statici di energia attiva per corrente alternata (Classi 1 e 2) CT 14 Trasformatori
CEI EN 60076-1 1998 Trasformatori di potenza. Parte 1: Generalità CEI EN 60076-2 1998 Trasformatori di potenza. Parte 2: Riscaldamento
CEI EN 60076-3 2002 Trasformatori di potenza. Parte 3: Livelli e prove di isolamento CEI EN 60076-5 2002 Trasformatori di potenza. Parte 5: Capacità di tenuta al cortocircuito CEI 14-7 1997 Marcatura dei terminali dei trasformatori di potenza (prima ediz.) CEI 14-8 1999 Trasformatori di potenza a secco (seconda ediz.)
CT 16 Contrassegni dei terminali ed altre indicazioni CEI 16-1 1997 Individuazione dei conduttori isolati (prima ediz.)
CEI EN 60445 2000 Individuazione dei morsetti degli apparecchi e delle estremità di conduttori designati e regole generali per un sistema alfanumerico (terza ediz.)
CEI EN 60073 1997 Principi fondamentali e di sicurezza per le interfacce uomo-macchina, la marcatura e l’identificazione.
Principi di codifica per i dispositivi indicatori e per gli attuatori (quarta ediz.) CEI 16-4 1998 Individuazione dei conduttori isolati e dei conduttori nudi tramite colori (prima ediz.) CEI EN 60447 1997 Interfaccia uomo-macchina. Principi di manovra (seconda ediz.)
CT 17 Grossa apparecchiatura
CEI EN 60947-1 2000 Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 1°: regole generali. Variante 1 (2002). Variante 2 (2002) (17-44)
CEI EN 60947-2 2004 Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 2°: interruttori automatici (17-5)
CEI EN 60947-3 2000 Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 3°: interruttori di manovra, sezionatori, interruttori di manovra-
(17-11)
Sezionatori e unita' combinate con fusibili. Variante 1 (2002)CEI EN 60947-4-1 2002 Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 4°: contattori ed avviatori. Sezione uno -
(17-50)
Contattori ed avviatori elettromeccaniciCEI EN 60947-5-1 1998 Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 5°: dispositivi per circuiti di comando ed elementi
(17-45) di manovra. Sezione uno - Dispositivi elettromeccanici per circuiti di comando (seconda ediz.). Variante V1 (2000). Errata c.(2001) CEI EN 60947-6-1 1998 Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 6°: apparecchiature a funzioni multiple. Sezione uno -
(17-47) Apparecchiature di commutazione automatica (prima ediz.). Variante 2 (1998)
CEI EN 60947-6-2 1998 Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 6°: apparecchiature a funzioni multiple. Sezione due - (17-51) Apparecchi integrati di manovre e protezione (ACP) (prima ediz.). Variante V2 (2000) CEI EN 60947-7-1 1998 Apparecchiatura a bassa tensione. Parte 7°: apparecchiature ausiliarie. Sezione uno - (17-48) Morsettiere per conduttori di rame (prima ediz.). Variante V2 (2000)
CEI EN 60439-1 2000 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) (17-13/1) Parte 1°: Apparecchiature di serie soggette a prove di tipo (AS) e apparecchiature non di serie
parzialmente soggette a prove di tipo (ANS) (quarta ediz.)
CEI EN 60439-2 2000 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) (17-13/2) Parte 2°: prescrizioni particolari per i condotti sbarre (seconda ediz.). Errata c. (2001) CEI EN 60439-3 1997 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT)
Parte 3°: prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate di protezione e manovra destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso. Variante 1 (2001)
CEI EN 60439-4 1998 Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT)
(17-13/4) Parte 4°: prescrizioni particolari per apparecchiature assiemate per cantiere (ASC) (prima ediz.). Variante 1 (2000)
Norma Anno Titolo
Schneider Electric 13 CEI EN 60439-5 1999 Apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione (quadri bt). Parte 5: prescrizioni particolari per apparecchiature
assiemate destinate ad essere installate all’esterno in luoghi pubblici - Cassette per distribuzione in cavo (prima ediz.) CEI EN 61095 2001 Contattori elettromeccanici per usi domestici o similari
CEI 17-43 2000 Metodo per la determinazione delle sovratemperature, mediante estrapolazione, per le apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) non di serie (ANS) (seconda ediz.)
CEI 17-52 1997 Metodo per la determinazione della tenuta al cortocircuito delle apparecchiature assiemate non di serie (ANS) (prima ediz.) CEI EN 50298 1999 Involucri vuoti per apparecchiature assiemate di protezione e manovra per bassa tensione. Prescrizioni generali
(prima ediz.)
CEI 17.70 1999 Guida all’applicazione delle norme dei quadri di bassa tensione (prima ediz.) CT 18 Impianti elettrici di bordo
CEI 18-4 1983 Impianti elettrici a bordo di navi. Parte 202: progetto dell'impianto - protezioni (prima ediz.). Varianti: 1 CEI 18-8 1984 Impianti elettrici a bordo di navi. Parte 101: definizioni e prescrizioni generali. Varianti: 1
CEI 18-13 1986 Impianti elettrici a bordo di navi. Parte 201: progetto dell'impianto - Generalità (prima ediz.). Varianti: 1 CEI 18-14 2000 Impianti elettrici a bordo di navi. Parte 401: installazione e prove a impianto completato (seconda ediz.)
CT 20 Cavi per energia
CEI 20-19 2003 Cavi isolati con gomma con tensione nominale non superiore a 450/750 V. Parti : da 1 a 4, da 6 a 11, 13 e 14 CEI 20-20 2002 Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750 V. Parti : da 1 a 5, da 7 a 13 CEI 20-22 2002 Prove d’incendio su cavi elettrici. Parti: da 1 a 5 (quarta ediz.)
CEI 20-27 2000 Cavi per energia e per segnalamento. Sistema di designazione (seconda ediz.) CEI 20-29 1997 Conduttori per cavi isolati (seconda ediz.)
CEI 20-33 1998 Giunzioni e terminazioni per cavi d'energia a tensione Uo/U non superiore a 600/1000 V in corrente alternata a 750 V in corrente continua (prima ediz.)
CEI 20-37 2002 Prove sui gas emessi durante la combustione di cavi elettrici e dei materiali dei cavi. Parti da 1 a 7 CEI 20-38/1 2001 Cavi isolati con gomma non propaganti l'incendio e a basso sviluppo di fumi e gas tossici e corrosivi
Parte 1° - tensione nominale Uo/U non superiore a 0,6/1 kV
CEI 20-38/2 1997 Cavi isolati con gomma non propaganti l’incendio e a basso sviluppo di fumi e gas tossici e corrosivi. Parte 2 - Tensione nominale U0/U superiore a 0.6/1 kV prima ediz.)
CEI 20-39/1 2002 Cavi ad isolamento minerale con tensione nominale non superiore a 750 V. Parte 1: cavi CEI 20-40 1998 Guida per l’uso di cavi a bassa tensione (seconda ediz.)
CEI 20-45 2003 Cavi resistenti al fuoco isolati con mescola elastomerica con tensione nominale Uo/U non superiore a 0.6/1 kV (prima ediz.) CEI 20-48 1996 Cavi da distribuzione per tensioni nominali 0.6/1 kV. Parte 1: prescrizioni generali; Parte 7: cavi isolati in gomma EPR ad alto
modulo (prima ediz.). Errata corrige, V1 (1999) CT 23 Apparecchiatura a bassa tensione
CEI EN 60898 1999 Interruttori automatici per la protezione dalle sovracorrenti per impianti domestici e similari
CEI EN 60669-1 2000 Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e similare. Parte 1: prescrizioni generali (quarta ediz.)
CEI EN 60309-1/2 2000 Spine e prese per uso industriale. Parte 1: prescrizioni generali. Parte 2 : prescrizioni per intercambiabilità dimensionale per spine e prese con spinotti ad alveoli cilindrici (quarta ediz.)
CEI EN 60934 2002 Interruttori automatici per apparecchiature
CEI EN 61008-1 1999 Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari Parte 1: prescrizioni generali (seconda ediz.)
CEI EN 61008-2-1 1997 Interruttori differenziali senza sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari. Parte 2-1: applicabilità delle prescrizioni generali agli interruttori differenziali con funzionamento indipendente dalla tensione di rete (prima ediz.). Variante 1 (1999) CEI EN 61009-1 1999 Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari
Parte 1: prescrizioni generali (seconda ediz.)
CEI EN 61009-2-1 1997 Interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per installazioni domestiche e similari. Parte 2-1: applicabilità delle prescrizioni generali agli interruttori differenziali con funzionamento indipendente dalla tensione di rete (prima ediz.). Variante 1 (1998) CEI 23-48 1998 Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 1°: prescrizioni generali.
CEI 23-49 1996 Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Parte 1°: prescrizioni generali.
Parte 2°: prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nell'uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile (prima ediz.). Variante1 (2001). Variante 2 (2003)
CEI 23-51 1996 Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione perinstallazioni fisse per uso domestico e similare (prima ediz.) Variante 1 (1998). Variante 3 (2001). Variante 4 (2003)
CEI EN 61543 1996 Interruttori differenziali (RCD) per usi domestici e similari. Compatibilità elettromagnetica (prima ediz.)
CEI EN 60669-2-1 2002 Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e similare. Parte 2: prescrizioni particolari.
Sezione 1: Interruttori elettronici (prima ediz.). Variante 1 (1998)
CEI EN 60669-2-2 1998 Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e similare. Parte 2: prescrizioni particolari.
Sezione 2: Interruttori con comando a distanza (RCS) (prima ediz.)
CEI EN 60669-2-3 1998 Apparecchi di comando non automatici per installazione elettrica fissa per uso domestico e similare. Parte 2: prescrizioni particolari.
Sezione 3: Interruttori a tempo ritardato (seconda ediz.) CT 32 Fusibili
CEI EN 60269-1 2000 Fusibili a tensione non superiore a 1000 V per corrente alternata ed a 1500 V per corrente continua.
Parte 1°: prescrizioni generali (quinta ediz.)
CEI EN 60269-2 1997 Fusibili a tensione non superiore a 1000 V per corrente alternata ed a 1500 V per corrente continua.
Parte 2°: prescrizioni supplementari per i fusibili per uso da parte di persone addestrate (fusibili principalmente per applicazioni industriali) (seconda ediz.). Variante V1 (1999)
CEI EN 60269-3 1997 Fusibili a tensione non superiore a 1000 V per corrente alternata ed a 1500 V per corrente continua.
Parte 3°: prescrizioni supplementari per i fusibili per uso da parte di persone non addestrate (fusibili principalmente per applicazioni domestiche e similari) (seconda ediz.)
CEI EN 60127-1/6 1997/98 Fusibili miniatura. Parte 1° - 2° - 3° - 5° - 6°: definizioni per fusibili miniatura e prescrizioni generali per cartucce di fusibili miniatura (terza ediz.)
CT 33 Condensatori
CEI EN 60143-1 1998 Condensatori per inserzione in serie sulle reti in corrente alternata (seconda ediz.). Parte 1° - Generalità
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Schneider Electric 14
CT 38 Trasformatori di misura
CEI EN 60044-1 2000 Trasformatori di misura. Parte 1: trasformatori di corrente (quarta ediz.) CEI 38-2 1998 Trasformatori di tensione (terza ediz.)
CT 44 Equipaggiamento elettrico delle macchine industriali
CEI EN 60204-1 1998 Sicurezza del macchinario. Equipaggiamento elettrico delle macchine. Parte 1: regole generali (terza ediz.) CEI 44-14 2000 Guida all'applicazione della Norma CEI EN 60204-1. Regole generali per l'equipaggiamento elettrico delle macchine
CT 64 Impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione (fino a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c.) CEI 64-7 1998 Impianti elettrici di illuminazione pubblica (terza ediz.)
CEI 64-8/1 2003 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata ed a 1500 V in corrente continua.
Parte 1°: oggetto scopo e principi fondamentali (quinta ediz.)
CEI 64-8/2 2003 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata ed a 1500 V in corrente continua.
Parte 2°: definizioni (quinta ediz.)
CEI 64-8/3 2003 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata ed a 1500 V in corrente continua.
Parte 3°: caratteristiche generali (quinta ediz.)
CEI 64-8/4 2003 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata ed a 1500 V in corrente continua.
Parte 4°: prescrizioni per la sicurezza (quinta ediz.)
CEI 64-8/5 2003 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata ed a 1500 V in corrente continua.
Parte 5°: scelta ed installazione dei componenti elettrici (quinta ediz.)
CEI 64-8/6 2003 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata ed a 1500 V in corrente continua.
Parte 6°: verifiche (quinta ediz.)
CEI 64-8/7 2003 Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata ed a 1500 V in corrente continua.
Parte 7°: ambienti ed applicazioni particolari (quinta ediz.)
CEI 64-12 1998 Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario (prima ediz.) Varianti 1 (2003) CEI 64-14 1996 Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori (prima ediz.). Variante V1 (2000)
CEI 64-15 1998 Impianti elettrici negli edifici pregevoli per rilevanza storica e/o artistica (prima ediz.) CEI 64-17 2000 Guida all'esecuzione degli impianti elettrici nei cantieri. Errata corrige (2000)
CEI 64-50 2001 Guida per l'esecuzione nell'edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati. Criteri generali. Variante 1 (2002)
CEI 64-51 1999 Guida all'esecuzione degli impianti elettrici nei centri commerciali.
CEI 64-52 2000 Guida all'esecuzione degli impianti elettrici negli edifici scolastici CT 70 Involucri di protezione
CEI EN 60529 1997 Grado di protezione degli involucri (codice IP) (seconda ediz.). Variante V1 (2000)
CEI EN 61032 1998 Protezione delle persone e delle apparecchiature mediante involucri. Calibri di prova (seconda ediz.)
CEI EN 50102 1996 Gradi di protezione degli involucri per apparecchiature elettriche contro impatti meccanici esterni (codice IK) (prima ediz.) Variante V1 (1999)
CT 81 Protezione contro i fulmini
CEI 81-1 1998 Protezione di strutture contro i fulmini (terza ediz.). Variante: 1.
CEI 81-3 1999 Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato dei comuni d’Italia in ordine alfabetico (terza ediz.)
CEI 81-4 1996 Protezione delle strutture contro i fulmini. Valutazione del rischio dovuto al fulmine (prima ediz.). Variante 1 (1998) CEI 81-8 2002 Guida d'applicazione all'utilizzo di limitatori di sovratensioni sugli impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione
CT 89 Prove relative ai rischi da fuoco
CEI EN 60695-2-2 1998 Prove relative ai rischi di incendio. Parte 2: metodi di prova (prima ediz.) CEI EN 60695-2-1/0-31997/99 Prove relative ai rischi da fuoco. Parte 2: Metodi di prova. Sezione 1/fogli da 0 a 3
CT 96
CEI EN 60742 1995 Trasformatori di isolamento e trasformatori di sicurezza - Prescrizioni. Sicurezza dei trasformatori, delle unità di alimentazione e similari
CE EN 61558-1 1998 Parte1: Prescrizioni generali e prove CEI UNEL
CEI UNEL 35024/1 1997 Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua - Portate di corrente in regime permanente per posa in aria
CEI UNEL 35024/2 1997 Cavi elettrici ad isolamento minerale per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua - Portate di corrente in regime permanente per posa in aria
CEI UNEL 35026 2000 Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua - Portate di corrente in regime permanente per posa interrata
Norma Anno Titolo
Schneider Electric 15
della rete
Sistemi di distribuzione 16
Protezione e sezionamento dei circuiti 19
La sicurezza nei sistemi TT 20
La sicurezza nei sistemi TN 21
La sicurezza nei sistemi IT 22
PAG15_26 RETE.p65 15 25/11/2003, 12.31
Schneider Electric 16
della rete
Sistema TT:
neutro collegato a terra
c Neutro collegato direttamente a terra;
c masse collegate a terra (solitamente interconnesse);
c sgancio obbligatorio al primo guasto d'isolamento, eliminato tramite un dispositivo differenziale a corrente residua posto a monte dell'installazione ed eventualmente su ogni partenza per migliorare la selettività.
Considerazioni
c Soluzione più semplice per l'installazione;
c non necessita di manutenzioni frequenti (è necessario verificare periodicamente il funzionamento del dispositivo differenziale mediante il tasto di test).
Impiego
Sistema elettrico in cui l'utenza è alimentata direttamente dalla rete pubblica di
distribuzione in bassa tensione (edifici residenziali e similari).
Nota 1: se le masse non sono collegate ad
una terra comune, deve essere utilizzato un dispositivo differenziale su ogni partenza.
1 2 3 N
utilizzatori
Sistema TN:
masse collegate al neutro
c Neutro collegato direttamente a terra;
c conduttore di neutro e conduttore di protezione comuni (PEN): sistema TN-C;
c conduttore di neutro e conduttore di protezione separati (PE + N): TN-S;
c masse collegate al conduttore di protezione, a sua volta collegato al punto di messa a terra dell'alimentazione.
Si raccomanda di collegare il conduttore di protezione a terra in più punti;
c sgancio obbligatorio al primo guasto d'isolamento, eliminato tramite i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti o tramite dispositivo differenziale.
Considerazioni
c Il sistema TN-C consente risparmio sull'installazione (impiego di interruttori tripolari e soppressione di un conduttore);
c aumenta i rischi di incendio in caso di forti correnti di guasto;
c la verifica dell'intervento della protezione deve essere effettuata, se possibile, durante lo studio tramite calcoli, ed eventualmente al momento della messa in funzione tramite strumenti di misura. Questa verifica è la sola garanzia di funzionamento, sia al momento del collaudo, sia al momento
dell'utilizzazione, sia dopo qualsiasi modifica o ampliamento sulla rete.
Impiego
Sistema elettrico con propria cabina di trasformazione (stabilimenti industriali).
Nota 1: nel sistema TN-C il conduttore PEN
e nel sistema TN-S il conduttore PE non devono mai essere interrotti.
Sistema TNC
1 2 3 PEN
utilizzatori
Sistema TNS
1 2 3 N
utilizzatori
PE
Sistemi TT e TN
Essi differiscono per la messa a terra del neutro e per il tipo di collegamento a terra delle masse.
Gli schemi e le principali caratteristiche di questi tre sistemi sono indicati qui di seguito. Gli apparecchi installati sulle reti devono assicurare la protezione dei beni e delle persone e soddisfare le esigenze di continuità di servizio dell'impianto.
Nota 2: nel sistema TN-C le funzioni di
protezione e di neutro sono assolte dallo stesso conduttore.
In particolare il conduttore PEN deve essere direttamente collegato al morsetto
di terra dell'utilizzatore e quindi, tramite un ponte, al morsetto di neutro.
Nota 3: i sistemi TN-C e TN-S possono
essere utilizzati in una medesima installazione (sistema TN-C-S).
Il sistema TN-C deve obbligatoriamente trovarsi a monte del sistema TN-S.
Nota 4: per sezioni di fase <10 mm2
in Cu o < 16 mm
2in Al e in presenza di cavi flessibili è sconsigliabile l'utilizzo di un sistema TN-C.
Nota 5: nel sistema TN-C il dispositivo
di protezione differenziale non può essere utilizzato sulle partenze con neutro distribuito.
Nota 6: in presenza di ambienti a maggior
rischio in caso di incendio è vietato l'uso del sistema TN-C .
Modi di collegamento a terra
Nelle reti BT si considerano tre modi di collegamento a terra (detti anche sistemi di neutro):
c sistema TT;
c sistema TN in 3 varianti: TN-C, TN-S e TN-C-S;
c sistema IT.
PE
Schneider Electric 17
della rete
Nota 2: con le masse collegate a terra
per gruppi o individualmente, verificare l'intervento dei dispositivi automatici secondo la condizione richiesta per i sistemi TT (praticamente è sempre necessaria l'installazione di un dispositivo differenziale).
Nota 3: con le masse collegate a terra
collettivamente, verificare l'intervento del dispositivo automatico secondo una condizione analoga a quella richiesta per i sistemi TN.
Nota 4: la norma raccomanda vivamente
di non distribuire il neutro nei sistemi IT.
c la verifica dello sgancio al secondo guasto deve essere effettuata durante lo studio tramite calcoli ed eventualmente alla messa in funzione tramite strumenti di misura.
Impiego
Sistema elettrico con propria cabina di trasformazione (con necessità prioritaria di continuità di servizio).
Nota 1: se il dispersore delle masse della
cabina è separato da quello degli utilizzatori (soluzione sconsigliata dalle orme), occorre installare un dispositivo differenziale a corrente residua a monte dell'installazione.
CPI
1 2 3 N
utilizzatori
Sistema IT: neutro isolato
c Neutro isolato da terra o collegato a terra attraverso un'impedenza di valore
sufficientemente elevato (qualche centinaio di Ohm);
c masse collegate a terra individualmente, per gruppi o collettivamente (si raccomanda la messa a terra collettiva);
c segnalazione obbligatoria al primo guasto d'isolamento tramite un controllore
permanente d'isolamento (CPI) installato tra neutro e terra;
c sgancio non obbligatorio al primo guasto;
c ricerca ed eliminazione del primo guasto;
c sgancio obbligatorio al secondo guasto d'isolamento tramite i dispositivi di protezione contro le sovracorrenti o tramite dispositivo differenziale.
Considerazioni
c Necessita di personale qualificato per la manutenzione;
c soluzione che assicura una migliore continuità di servizio;
c richiede un buon livello d'isolamento della rete (implica la frammentazione della rete se questa è molto estesa, e l'alimentazione degli apparecchi utilizzatori con dispersioni elevate tramite trasformatori
di separazione);
Sistema IT, separazione elettrica
Sistema di protezione per separazione elettrica
Un metodo di protezione contro i contatti indiretti previsto dalla norma CEI 64-8 e alternativo all’interruzione automatica dell’alimentazione è la separazione elettrica.
Con questo metodo l’alimentazione del circuito deve essere realizzata con un trasformatore di isolamento o con una sorgente avente caratteristiche di sicurezza equivalenti (es. gruppo motore-generatore con avvolgimenti separati in modo equivalente a quelli del trasformatore).
La tensione nominale del circuito separato non deve superare 500 V. Le parti attive del circuito separato non devono essere connesse in alcun punto a terra e devono essere separate rispetto a quelle di altri circuiti con un isolamento equivalente a quello esistente tra avvolgimento primario e secondario del trasformatore di isolamento.
Le masse del circuito separato devono essere collegate tra loro mediante collegamenti equipotenziali non connessi a terra ne a conduttori di protezione o a masse di altri circuiti.
Le prese a spina devono avere un contatto di protezione per il collegamento al conduttore equipotenziale così come i cavi che alimentano i componenti elettrici devono possedere un conduttore di protezione.
Con questo metodo al verificarsi di un primo guasto nel circuito separato la corrente di guasto non può praticamente circolare. Al secondo guasto su una polarità diversa da quella interessata dal primo guasto deve intervenire una protezione automatica secondo il criterio stabilito dalla norma per il sistema TN.
Inoltre se per ragioni funzionali si utilizzano bassissime tensioni, la norma prevede un sistema denominato a bassissima tensione funzionale (FELV).
I circuiti SELV e PELV devono essere alimentati:
c con tensioni non superiori a 50 V CA e 120 V CC non ondulata. In alcuni ambienti a maggior rischio la tensione di alimentazione deve essere ridotta a 25 V CA e 60 V CC;
c da una delle seguenti sorgenti:
v trasformatore di sicurezza (CEI 14.6),
v da sorgente con grado di sicurezza equivalente,
v da sorgenti elettrochimiche (batterie di accumulatori),
v da dispositivi elettronici (gruppi statici).
Inoltre le parti attive devono essere protette contro i contatti diretti mediante involucro con grado di protezione non inferiore a IPXXB o isolamento in grado di sopportare una tensione di prova di 500 Veff. per 1 minuto
( in ogni caso per PELV, solo se Un > 25 VCA o 60 VCC per SELV).
Data la complessità della materia si consiglia di consultare la norma.
Sistemi a bassissima tensione
La norma CEI 64.8 individua due sistemi di distribuzione e le rispettive prescrizioni costruttive per garantire la protezione contro i contatti diretti e indiretti.
I due sistemi sono denominati:
c a bassissima tensione di sicurezza (SELV);
c a bassissima tensione di protezione (PELV).
PAG15_26 RETE.p65 17 25/11/2003, 12.31