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Il secondo Wittgenstein – Brani tratti da “Ricerche filosofiche”

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Academic year: 2021

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Il secondo Wittgenstein – Brani tratti da “Ricerche filosofiche”

non solo Parole e cose

“Quando [gli adulti] nominavano qualche oggetto, e, proferendo quella voce, facevano un gesto verso qualcosa, li osservavo, e ritenevo che la cosa si chiamasse con il nome che proferivano quando volevano indicarla” (da Agostino) (§ 1).

ma anche Parole e azioni

A esegue una costruzione in muratura; ci sono mattoni, pilastri, lastre e travi. B deve porgere ad A le pietre da costruzione, e precisamente nell'ordine in cui A ne ha bisogno.

A questo scopo i due si servono di un linguaggio consistente delle parole: «mattone»,

«pilastro», «lastra», «trave». A grida queste parole; – B gli porge il pezzo che ha imparato a portargli quando sente questo grido. –– Considera questo come un linguaggio primitivo completo (§ 2).

Di un termine conta non solo il significato referenziale, ma il tipico modo in cui viene usato La nebbia si dissipa quando studiamo i fenomeni del linguaggio nei modi primitivi del suo impiego, nei quali si può avere una visione chiara e completa dello scopo e del funzionamento delle parole (§ 5).

I modi tipici d'uso del linguaggio determinano vari giochi linguistici

Possiamo anche immaginare che l'intiero processo dell'uso delle parole, descritto nel § 2, sia uno di quei giuochi mediante i quali i bambini apprendono la loro lingua materna. Li chiamerò «giuochi linguistici» e talvolta parlerò di un linguaggio primitivo come di un giuoco linguistico. E si potrebbe chiamare giuoco linguistico anche il processo del nominare i pezzi, e quello consistente nella ripetizione, da parte dello scolaro, delle parole suggerite dall'insegnante. Pensa a taluni usi delle parole nel giuoco del giro-giro- tondo. Inoltre chiamerò «giuoco linguistico» anche tutto l'insieme costituito dal linguaggio e dalle attività di cui è intessuto (§ 7).

Il linguaggio si presta a svariati usi, che rispondono a diverse funzioni

Pensa agli strumenti che si trovano in una cassetta di utensili: c'è un martello, una tenaglia, una sega, un cacciavite, un metro, un pentolino per la colla, la colla, chiodi e viti.

– Quanto differenti sono le funzioni di questi oggetti, tanto differenti sono le funzioni delle parole (§ 11).

Linguaggio come sovrapposizione di giochi linguistici diversi

Il nostro linguaggio può essere considerato come una vecchia città: un dedalo di stradine e di piazze, di case vecchie e nuove, e di case con parti aggiunte in tempi diversi; e il tutto circondato da una rete di nuovi sobborghi con strade diritte e regolari, e case uniformi (§ 18).

I singoli giochi linguistici vanno e vengano

Ma quanti tipi di proposizioni vi sono? Per esempio: asserzione, domanda ed ordine? – Di tali tipi ne esistono innumerevoli: innumerevoli tipi differenti di impiego di tutto ciò che chiamiamo «segni», «parole», «proposizioni». E questa molteplicità non è data una volta per tutte; ma nuovi tipi di linguaggio, nuovi giuochi linguistici, come potremmo dire, sorgono e altri invecchiano e vengono dimenticati. […] È interessante confrontare la molteplicità […] dei tipi di parole e di proposizioni, con quello che sulla struttura del linguaggio hanno detto i logici. (E anche l'autore del Tractatus logico-philosophicus.) (§

23)

Significato come uso

Per una grande classe di casi – anche se non per tutti i casi – in cui ce ne serviamo, la parola «significato» si può definire così: Il significato di una parola è il suo uso nel linguaggio (§ 43).

I linguaggi sono molteplici, diversi, imparentati

Invece di mostrare quello che è comune a tutto ciò che chiamiamo linguaggio, io dico che questi fenomeni non hanno affatto in comune qualcosa, in base al quale impieghiamo per tutti la stessa parola, – ma che sono imparentati l'uno con l'altro in molti modi differenti. E grazie a queste parentela, o a queste parentele, li chiamiamo tutti «linguaggi» (§ 65) I giochi in generale

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Considera, ad esempio, i processi che chiamiamo «giuochi». Intendo giuochi da scacchiera, giuochi di carte, giuochi di palla, e via discorrendo. Che cosa è comune a tutti questi giuochi? - Non dire: «Deve esserci qualcosa di comune a tutti, altrimenti non si chiamerebbero 'giuochi'» - ma guarda se ci sia qualcosa di comune a tutti. - Infatti, se li osservi, non vedrai certamente qualche cosa che sia comune a tutti, ma vedrai somiglianze, parentele, e anzi ne vedrai tutta una serie (§ 66).

Somiglianze di famiglia

Non posso caratterizzare queste somiglianze meglio che con l'espressione «somiglianze di famiglia»; infatti le varie somiglianze che sussistono tra i membri di una famiglia si sovrappongono e s'incrociano nello stesso modo: corporatura, tratti del volto, colore degli occhi, modo di camminare, temperamento, ecc. ecc. - E dirò: i 'giuochi' formano una famiglia (§ 67).

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