• Non ci sono risultati.

C’ Istituti Tecnici Superiori Fabbriche di occupazione

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "C’ Istituti Tecnici Superiori Fabbriche di occupazione"

Copied!
1
0
0

Testo completo

(1)

Sistema formativo. Its punta di diamante: in Italia sono 109, in tutto il territorio, con oltre 18 mila iscritti

Istituti Tecnici Superiori

Fabbriche di occupazione

C’

è una

punta di diaman-te nel si-stema formativo italiano rappresentata dagli Isti-tuti Tecnici Superiori (Its). Istituiti come “Fondazio -ne di partecipazio-ne” che prevede una partner-ship tra imprese, universi-tà, centri di ricerca, enti lo-cali, sistema scolastico e formativo, gli Its in Italia sono 109, distribuiti sull’intero territorio na-zionale, con oltre 18mila iscritti: giovani con titoli di studio di scuola seconda-ria superiore o con certifi-cazione Ifts (istruzione e formazione tecnica supe-riore), impegnati in per-corsi della durata di 1800/2000 ore divise in quattro semestri (sei, per determinate figure pro-fessionali). Attraverso un itinerario didattico svolto in parte in aula, con molti docenti provenienti dal mondo produttivo, e in parte in azienda, attraver-so stage e tirocini, gli Its mostrano di poter rispon-dere alla domanda di alte figure professionali, po-sto che a un anno dal con-seguimento del Diploma Tecnico Superiore oltre l’80% degli studenti tro-va un lavoro correlato agli studi frequentati. Gli Its dunque possono rappre-sentare un incrocio decisi-vo - nella prospettiva di Industria 4.0–per l’innova -zione contestuale del si-stema formativo, del lavo-ro, dell’impresa e delle re-lazioni industriali.

Proprio in quest’ottica, la

Fim Cisl nazionale ha orga-nizzato nei giorni scorsi un webinar dall’eloquen -te titolo “Conosciamo gli Its, fabbriche di occupazio-ne”, introdotto dal segre-tario nazionale Massimi-liano Nobis, che ha sottoli-neato la necessità di met-tere in gioco la rappresen-tanza sindacale su due questioni importanti: quella dell’inserimento al lavoro dei giovani e quella delle alte professio-nalità. ”Una rappresen-tanza – ha chiosato No-bis – capace, da un lato, di analisi dei bisogni specifici del territorio, dell’a -zienda e dall’altro, di valo-rizzare, anche conoscen-do la programmazione de-gli Its, le professionalità ac-quisite, nell’applicazione del nuovo inquadramen-to disegnainquadramen-to dal recente rinnovo del contratto dei metalmeccanici”. Un prisma di punti di vista e di considerazioni che ha dato vita, nel webinar, ad un confronto molto ricco, aperto da Matteo Colom-bo, ricercatore di Adapt, che ha illustrato normati-ve, architettura, compe-tenze, contenuti didattici e aspetti organizzativi che hanno dato forma all’Its. Un esperienza nata nel 1999 con la Legge sull’i -struzione e formazione tecnica superiore, che og-gi a distanza di oltre 20 an-ni richiederebbe – secon-do il ricercatore di Adapt - il superamento della fram-mentazione normativa e l’approdo ad una legge organica. Colombo non ha mancato tuttavia di

ri-cordare che già nel ’96 con il “Patto per il Lavo-ro” firmato da Governo e Parti sociali, era stata po-sta una sorta di “prima pietra” per dare vita nel nostro Paese a un sistema di formazione cosiddetta “terziaria” che ha gene-rato gli Its, che ha ricorda-to “fanno del lavoro, non un accessorio, ma linfa vi-tale della didattica”. Nell’approfondimento del tema di particolare ri-lievo è stato l’ascolto del-le voci di chi quotidiana-mente vive l’esperienza dell’Its, come organizza-tore e come destinatario. Il direttore dell’Its Lom-bardia Meccatronica, Raf-faele Crippa, ha ricordato le straordinarie opportu-nità di lavoro create in questi anni in dagli Istituti Tecnici Superiori, malgra-do siano ancora poco co-nosciuti. Così come un giu-dizio positivo è stato espresso da Dario Pavan Michielon, studente del secondo anno dell’Its Academy Meccatronica Veneto. Da entrambi i rac-conti, strettamente corre-lati ai processi reali e al rapporto non sempre li-neare e coerente tra per-corsi formativi e inseri-mento professionale, è emerso un giudizio positi-vo e perciò incoraggiante dell’esperienza degli Its, con l’auspicio che venga-no indirizzate maggiori ri-sorse in un sistema che tende a colmare una lacu-na nel campo della forma-zione delle competenze tecniche superiori di cui le imprese spesso

lamenta-no la carenza. Considera-zioni condivise da Stefano Mastrovincenzo, Ammini-stratore unico dello Ial na-zionale - ente coinvolto in ben 13 Fondazioni Its - che tuttavia, inquadran-do la questione in un oriz-zonte più complessivo ha evocato la necessità di do-tare di una maggiore visio-ne strategica il sistema for-mativo italiano, perché si giunga a superare “la de-bolezza storica della filie-ra professionalizzante” che, a suo avviso, va rico-struita proprio in materia di Its creando una connessione con il sistema dell’i -struzione e della formazio-ne, se si vuole rispondere alle richieste di occupabili-tà, innovazione e competi-tività del sistema produtti-vo.

Gli enti di formazione pro-fessionale, all’interno di questo sistema, possono dare un supporto impor-tante, non solo svolgendo i compiti canonici, ma aiu-tando tutti gli attori a fare sistema. In particolare Mastrovincenzo assegna agli Enti di formazione professionale anche la promozione del dialogo e della corresponsabilità tra impresa e sindacato, sia nelle aziende che sul territorio, perché l’inno -vazione è un processo che si sviluppa solo se con-diviso. Un tema che il di-rettore di Federmeccani-ca, Stefano Franchi, ha fat-to suo, sotfat-tolineando ancora una volta l’importan -za dell’impianto parteci-pativo delle relazioni indu-striali, nel quale solco si

iscrive il rinnovo del con-tratto nazionale dei metal-meccanici: “per noi il sin-dacato – ha affermato Franchi - non è una con-troparte ma un interlocu-tore con cui lavorare insie-me, e come parti sociali dobbiamo lavorare non solo sul piano contrattua-le ma anche sul piano cul-turale per far conoscere gli Its”.Franchi ha poi fat-to cenno all’Avviso comu-ne dedicato alla formazio-ne-lavoro, firmato da Fe-dermeccanica e Fim, Fiom e Uilm allegato al contratto dei metalmec-canici rinnovato nel feb-braio scorso, che – pro-prio in relazione alla rete della formazione terzia-ria, che nell’ambito della Meccanica vede impegna-te 13 Fondazioni Its - pre-vede un monitoraggio dell’attività e dei risultati degli Its da parte della Commissione nazionale Formazione e Apprendi-stato.

A Franchi ha fatto eco Ro-berto Benaglia, segreta-rio generale Fim Cisl, rafforzando l’idea che l’in -novazione esige cultura e strategia, e che non saran-no sufficienti, da sole, le ri-sorse economiche in arri-vo dal Pnrr per ampliare e dare maggiore efficacia ai percorsi formativi destina-ti ad “allenare la crescita professionale di chi entra al lavoro ma anche di chi già lavora”. Ci vuole capacità progettuale e un’a -zione congiunta delle par-ti sociali – ha sottolineato Benaglia nell’orienta -re e sostene-re i processi

formativi e in particolare quelli della formazione terziaria, dando valore al-le competenze create”. La contrattazione colletti-va – per il segretario ge-nerale della Fim - deve te-ner contro di quanto gli Its producono. A partire dal riconoscimento di que-sta qualifica terziaria nei sistemi di nuovo inquadra-mento professionale. Benaglia, concludendo il l’in -contro, ha lanciato una suggestione che tende ad allargare il campo dell’a -zione di rappresentanza e contrattuale della Fim, proponendo il potenzia-mento degli Its non soltan-to a beneficio della forma-zione dei giovani – ricor-dando, ad esempio, quale emergenza sociale sia og-gi in Italia rappresentata dai Neet (giovani che non studiano e non lavorano) – ma anche a favore di chi già lavora, per l’acqui -sizione in particolare del-le competenze digitali in forte rapporto con la pro-duzione. Per Benaglia la strada sarebbe già tracciata, da un lato, “miglioran -do ed elevan-do il modello storico delle 150 ore”, dall’altro, curando l’in -nalzamento di tali compe-tenze, coinvolgendo le ri-sorse e il ruolo dei fondi in-terprofessionali gestiti dalle parti sociali. Un’ini -ziativa, quella della Fim Ci-sl nazionale sugli Its che verrà riproposta nei pros-simi mesi a livello regiona-le, con l’obiettivo di far conoscere sempre più questa importante realtà formativa.

Rosario Iaccarino

7

sabato 22 maggio 2021

7

Riferimenti

Documenti correlati

Il documento costituisce una base di partenza per l’impostazione di metodologie didattiche e processi organizzativi che vanno nella direzione di una scuola che cambia a misura delle

3/9/2019 Gli istituti tecnici superiori che preparano al mondo del lavoro :: Reader View..

Tabella 7 – Domande di iscrizione alle prove di selezione area e ambiti Nuove tecnologie del made in Italy e regione, percorsi terminati nel 2018 – dati per area tecnologica (valori

Pavia Citta della formazione - Istituto Tecnico Superiore per Nuove tecnologie per il Made in Italy - Sistema. casa

Gli studenti iscritti ai 429 percorsi attivi sono 10.447 distribuiti nelle diverse aree tecnologiche: Effi cienza energetica 1.018; Mobilità sostenibile 2.069; Nuove Tecnologie

L’area Nuove tecnologie per il Made in Italy detiene il maggior numero di percorsi monitorati (106), seguita da: Mobilità sostenibile (49), Efficienza energetica (26),

I diplomi sono rilasciati dal Ministero dell’Istruzione a seguito della verifica finale delle competenze acquisite. VUOI LAVORARE

- pianificare la produzione e la certificazione degli apparati progettati, documentando il lavoro svolto, valutando i risultati conseguiti, redigendo istruzioni tecniche e