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volume 21, numero 3, 2006

Microbiologia Medica 203

048

POLMONITE ACQUISITA IN COMUNITÀ IN ETÀ PEDIATRICA:

QUALE IL MIGLIOR APPROCCIO DIAGNOSTICO?

Zambolin M.1, Cavallaro A.2, Scarin M.2, Andreola B.1,

Da Dalt L.1

1Dipartimento di Pediatria Università di Padova 2Istituto di Microbiologia-Virologia

Ospedale-Università di Padova

Introduzione. La polmonite acquisita in comunità in età

pediatrica è, tra tutte le comuni patologie infettive a carico delle vie respiratorie, quella in cui la diagnosi eziologica è più complessa da determinare, a causa dell’inadeguatezza dei metodi diagnostici disponibili, sia clinici,che radiologici o microbiologici1,2,. Il nostro studio è stato diretto a valutare

l’efficacia delle indagini microbiologiche ai fini dell’indivi-duazione dell’ agente eziologico.

Materiali e metodi. Studio di tipo prospettico

osservaziona-le su 74 bambini (età tra 1 mese e 15 anni) afferiti presso il Pronto Soccorso pediatrico di Padova ai quali era stata dia-gnosticata, sulla base dei dati clinico-anamnestici, una pol-monite confermata radiologicamente.I pazienti sono stati sot-toposti alle seguenti indagini microbiologiche: emocoltura (sistema BACTEC 9240); aspirato nasofaringeo per la ricer-ca colturale di batteri, di Mycoplasma pneumoniae e

Chlamydia pneumoniae con tecnica PCR in real- time, di

influenzavirus A e B, parainfluenzavirus 1-2-3, adenovirus e VRS con immunofluorescenza diretta; indagini sierologiche per M.pneumoniae, C. pneumoniae, influenzavirus A e B, parainfluenzavirus 1-2-3, adenovirus e VRS; ricerca di IgM anti M. pneumoniae .

Risultati. L’emocoltura, eseguita in 60 pazienti (81%) è

risultata negativa in tutti. L’aspirato nasofaringeo, eseguito in 70 soggetti (94,6%), ha dato i seguenti risultati: positivo per batteri in 35 casi (50%) di cui 15,7% S.pneumoniae, 20%

H.influenzae, 1,4% M.catarrhalis, 1,4% S.? emolitico di gruppo A, 1,4% M. pneumoniae, 8,6% S.pneumoniae+ H.influenzae, 1,4% S.pneumoniae+ M. pneumoniae; la

ricer-ca di M. pneumoniae con PCR in real- time è risultata posi-tiva in 2 casi (2,9%); l’indagine per C. pneumoniae è risulta-ta negativa in tutti i campioni così pure la ricerca di virus. Le indagini sierologiche sono state eseguite in 71 pazienti (96%): 8 casi (11,2%) sono risultati positivi per M.

pneumo-niae di cui 7 con IgM positive,1 caso (1,4%) positivo per

influenzavirus A e 1 (1,4%) positivo per influenzavirus B. La sierologia per C. pneumoniae, parainfluenzavirus 1,2,3, ade-novirus e VRS è sempre risultata negativa.

Conclusioni. Esami tradizionali quali l’emocoltura e la

sie-rologia sono risultati assolutamente non informativi mentre si è dimostrato utile il test per le IgM anti M. pneumoniae, sia per l’alta sensibilità e specificità, che per la risposta in tempi rapidi. Relativamente alle ricerche nell’aspirato nasofarin-geo, la PCR in real- time risulta di primaria importanza per la migliore sensibilità e accuratezza nei confronti dell’immu-nofluorescenza, anche nel caso di prelievi con quantità molto scarsa di materiale.

049

COMPARAZIONE DI UN NUOVO TEST CON ANTICORPI MONOCLONALI

PER RICERCA DI H. PYLORI NELLE FECI VS ALTRI TEST ANALOGHI

Zanetti M.V.1, Mucignat G.2

1Laboratorio di Microbiologia

Ospedale Generale “F. Tappeiner” 33012 Merano

2Servizio di Microbiologia e Virologia

- Az. Ospedaliera 33170 Pordenone

Introduzione. Dopo l‘introduzione delle tecniche

immuno-enzimatiche con anticorpi policlonali contro l‘antigene di

Helicobacter pylori (HP) in feci umane, sono state proposte

metodiche di seconda generazione basate su miscele di anti-corpi anti-HP monoclinali.

Obiettivo di questo lavoro è di valutare l‘accuratezza dei test immunoenzimatici di seconda generazione monoclonali (HpSA PLUS Meridian e Dako) Vs policlonale (HpSA Meridian) su feci, per la valutazione dell’infezione da HP e in particolare per valutare l’effettivo ridimensionamento o eliminazione della “zona grigia”, fonte spesso di “reazioni dubbie” nei test di prima generazione.

Metodi. Sono stati esaminati un totale di 248 pazienti (131

F, 117 M, etá 21 - 74 anni) con test dell’ureasi positivo su biopsie prelevate in corso di gastroscopia . I campioni di feci sono stati raccolti lo stesso giorno dell’esecuzione dell’esa-me endoscopico, congelati (-20°C) e saggiati nella stessa giornata con i tre differenti test sopra descritti. Si sono com-parati i risultati delle tre metodiche con i gli usuali test di riferimento (coltura, test rapido dell’ureasi, UBT ed istolo-gia) . Abbiamo ritenuto campioni HP positivi quelli che ave-vano anche il solo esame colturale positivo o almeno due degli altri tests di riferimento positivi (“independent gold standard”).

Risultati. I test Meridian HpSA policlonale e monoclonale

ed il test Dako hanno dimostrato rispettivamente valori di Sensibilità, Specificità, PPV, NPV, Concordanza di 92.4%, 94.08%, 86.9%, 96.68%, 93.85%, di 97.33%, 95.89%, 90.1%, 98.87%, 96.1%, di 96.05%, 94.59% 87.9%, 98.31%, 95.01%.

Conclusioni.

1) Tutti e tre i test valutati sono risultati semplici e veloci da eseguire ed i risultati sufficientemente chiari da interpretare;

2) i test immunoenzimatici che utilizzavano anticorpi mono-clonali anti-HP hanno dimostrato notevole concordanza con i test di riferimento e tra di loro (>95%), inoltre hanno evidenziato una notevole limitazione della “zona grigia” con riduzione dei dubbi interpretativi per valori di D.O. intorno al rispettivo “cut off”.

3) i test basati sull’impiego di anticorpi monoclonali si sono rivelati decisamente piú “performanti” (specificità, sensibilità, PPV, NPV e concordanza con il “gold stan-dard” maggiori) rispetto al test che impiegava anticorpi policlonali.

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