La corretta gestione del paziente con dolore cronico e in Cure Palliative
Casteldelpiano, 25 Settembre 2013 Andrea Salvetti MMG
Comm.Reg.le Lotta al Dolore
La gestione del paziente in Cure Palliative nel
setting della Medicina
Generale
Secondo la definizione
dell'Organizzazione Mondiale della Sanità le cure palliative si occupano in maniera attiva e totale dei pazienti colpiti da una malattia che non
risponde più a trattamenti specifici e la cui diretta conseguenza è la morte.
Il controllo del dolore, di altri sintomi e degli aspetti psicologici, sociali e
spirituali è di fondamentale
importanza. Lo scopo delle cure palliative è il raggiungimento della miglior qualità di vita possibile per i pazienti e le loro famiglie.
Il termine deriva da "palliare", ovvero coprire, nascondere con un pallio,
che nell'Antica Grecia e nell'Antica Roma era il telo di lana che si
poggiava su una spalla e si
drappeggiava intorno al corpo, sopra la tunica
Obiettivo principale delle cure palliative è dare senso e dignità alla vita del malato fino alla fine, alleviando prima di tutto il suo
dolore, e aiutandolo con i supporti
non di ambito strettamente medico
che sono altrettanto necessari.
La dottoressa Cecily Saunders, fondatrice del St. Christopher
Hospice, amava ripetere ai suoi
pazienti «Tu sei importante perché sei tu e sei importante fino alla
fine».
Questo tipo di medicina, dunque, non è solo una semplice cura medica, ma
può favorire un percorso di
riconciliazione e pacificazione rispetto alla vita del malato e delle persone che gli stanno attorno. Per questo, è
opinione unanime tra gli esperti
internazionali che le cure palliative
siano la migliore risposta all'eutanasia.
Gli obiettivi delle cure palliative
a. affermano il valore della vita,
considerando la morte come un evento naturale;
b. non prolungano né abbreviano l'esistenza del malato;
c. provvedono al sollievo dal dolore e dagli altri sintomi;
d. considerano anche gli aspetti psicologici e spirituali;
e. offrono un sistema di supporto per aiutare il paziente a vivere il più
attivamente possibile sino al decesso;
f. aiutano la famiglia dell'ammalato a convivere con la malattia e poi con il lutto.
[Cancer Pain Relief and Palliative Care", World Health Organization Technical Report Series, 804, 1990].
Alcuni interventi palliativi sono
applicabili anche più precocemente nel decorso della malattia, in aggiunta al trattamento oncologico.[National
Council for Hospice and Palliative Care Services WHO-OMS 1990 modificata dalla Commissione ministeriale per le cure palliative 1999].
“I malati si avvicinano alla fine della vita quando è probabile che essi muoiano entro i successivi 12 mesi. In questa definizione sono inclusi i malati la cui morte è imminente (attesa entro poche ore o giorni) e quelli con malattie
inguaribili, progressive, in fase
avanzata, con una condizione clinica di fragilità generale.
Questi malati sono a rischio di morte sia per una crisi acuta e improvvisa legata alla loro malattia cronica, sia per condizioni acute causate da
eventi improvvisi e catastrofici”
Il primo approccio per migliorare la qualità delle cure nella fase end stage delle patologie cronico-
degenerative è rappresentata dalla cosiddetta “surprise
question” (o domanda
sorprendente)
“Quando visiti un malato, domandati se saresti sorpreso se morisse entro pochi mesi. Se la risposta è “no” dai la
precedenza alle sue preoccupazioni, al controllo dei sintomi, all’aiuto alla
famiglia, alla continuità delle cure, al supporto spirituale.
Per eliminare paure e ansie, i malati cronici devono capire cosa sta
accadendo. Quando vedi un malato
sufficientemente malato per morire,
parlagli, aiutalo e discuti con lui di
questa possibilità”
Dal punto di vista operativo, il MMG potrebbe identificare nei suoi malati cronici quattro fasi, embricate tra
loro, ma con obiettivi diversi di
salute
1. Fase della stabilizzazione della “cronicità”: utilizzare i previsti percorsi Diagnostico- Terapeutici specifici per la
malattia di base
2. Fase di avvicinamento alla fine della vita: costruire un “Registro” sulla base della domanda sorprendente e utilizzare alcuni indicatori generali di
deterioramento delle condizioni e/o
incremento dei bisogni. In questa fase valutare, attraverso un colloquio mirato, la consapevolezza del malato sulla sua prognosi, le sue preferenze e desideri e la condivisione delle scelte
3. Fase delle Cure Palliative di Base:
interventi che garantiscono un approccio palliativo attraverso l’ottimale controllo dei sintomi e un’adeguata
comunicazione con il malato e la sua famiglia. In questa fase il MMG può essere coordinato, all’interno della propria AFT, da un collega MMG
“esperto in cure palliative”
4. Fase delle Cure Palliative
Specialistiche: rivolte ai malati con
bisogni complessi, instabilità clinica e sintomi di difficile controllo, sono
caratterizzate da elevate competenze, necessità di continuità assistenziale, interventi articolati sui sette giorni e
pronta disponibilità medica sulle 24 ore.
Sono erogate da equipe specialistiche dedicate, di cui il MMG è parte
integrante.