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<( Per Hobbisti, Radioamatori, CB, Hi-Fi

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Academic year: 2022

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(1)

Spedizione in Abb. Postale Gruppo111/70

I

tt

Un supercaptatore per ascoltare

la natura

■j

Radioricezione:

riscopriamo rainplifieazione

diretta

O

Una macchina per misurare i tuoi riflessi

«j

Un antifurto infallibile con memoria

li

Bobine:

misuratele con il tester

J.

<( Per Hobbisti, Radioamatori, CB, Hi-Fi

(2)

Mod. 5608 Super slim 3'/? digit 8 funzioni

28 portate selezionate con commutatore.

Dimensioni: 150 x 82 x 26

Mod. 7005 4'/s digit BUZZER 0,05% VDC

28 portate selezionate con 8 tasti.

Dimensioni: 180 x 85 x 40

Mod. 7105 3% digit

CAPACIMENTRO

CONDUTTANZE + BUZZER 34 portate selezionate con 8 tasti

Dimensioni: 180 x 85 x 38

Mod. 7608 3Vi digit 7 funzioni

26 portate selezionate con 8 tasti.

Dimensioni: 191 x 87 x 46

v-s-s *?. I

(«u-aasa»1

pB BB ra

\4

7005 MULTIMETER

SPECIFICHE ELETTRICHE

I PORTATE I RISOLUZIONE | PRECISIONE | CAPACITÀ I CONDUTTANZE' Mod. 5608 - Cod. TS/3000-00

Tens. c.c. da 200 mV a 1000 V da 100 pV a 1 V ± 0.8 % su tutte le portate

Tehs. c.a. da 200 mV a 1000 V - da 1,2% a 2%

Corr. c.c. da 200 pA a 10 A da 0.1 pA a 10 mA ± 0,8% su tutte le portate

Corr. c.a. da 200 pA a 10 A - da ± 0,8% a ± 1%

Resistenza da 200 Q a 20 MQ da 0.1 O a 10 KQ da ± 0,8% a 1,2%

2 pS ± 2%

200 nS ± 4%

Mod. 7608 - Cod. TS/3010-00

Tens. c.c. da 200 mVa 1000 V da 100 uValV ± 0.8% su tutte le portate

Tens. c.a. da 200 mVa 750 V - da 1.2% a 2.5%

Corr. c.c. da 2 mA a 10 A da 1 pA a 10 mA da ± 0,8% a ± 1%

Corr. c.a. da 2 mA a 10 A - da ± 0,8% a ± 1%

Resistenza da 200 O a 20 MO da 0,1 O a 10 KQ da ± 0.8% a ± 1.2%

Mod. 7005 - Cod. TS/3025-00

Tens. c.c. da 200 mVa 1000 V da 10 pVa 100 mV da ± 0,05% a ± 0,1%

Tens. c.a. da 200 mV a 750 V da 10 pV a 100 mV da ± 0.5% a ± 0.75%

Corr. c.c. da 200 pA a 10 A da 10 nA a 1 mA da ± 0.5% a ± 2%

Corr. c.a. da 200 pA a 10 A da 10 nA a 1 mA da ± 0,75% a ± 2%

Resistenza da 200 Q a 20 MQ da 10 mQ a 1 KO da + 0,2% a ± 2%

Mod. 7105 - Cod. TS/3015-00

Tens. c.c. da 200 mV a 1000 V da 100 pV a 1 V ± 0,5% su tutte le portate Tens. c.a. da 200 mV a 750 V da 100 pV a 1 V da ± 1% a ± 2%

Corr. c.c. da 2 mA a 10 A da 1 pA a 10 mA da ± 0,8% a ± 1.5%

Corr. c.a. da 2 mA a 10 A da 1 uA a 10 mA da ± 1% a + 1,5%

Resistenza da 200 Q a 20 MQ da 0,1 Q a 10 KQ da ± 0.8% a ± 1,5%

da 2 nF a 20 pF Risoluzione da 1 pF a 10 nF

Precisione

± 1%

200 nS Risoluzione

0.1 nS Precisione

±3%

• Altre prestazioni: prova diodi, prova transistor

• Alimentazione: 1 pila da 9 V

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italiana

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(5)

Direnare responsabile RUBEN CASTELFRANCHI

Direttore CESARE ROTONDO Redattore capo FABIO VERONESE

Coordinatore ALDO ARPA Art director SERGIO CIRIMBELLI Impaginatone ELENA HAUFF Segretaria di redazione ENZA GRILLO

Consulenza tecnica BEPPE CASTELNUOVO Hanno collaborato a questo numero FABIO BONADIO - ANDREA DEGL’INNOCENTI

CLAUDIO DONDI - IGOR FERRARI PIERO - LOMAZZI - PAOLO MAGNI ALBERTO MONTI - REMO PETRITOLI OSCAR PREEZ - ROBERT R. WEINHOLD

La JCE ha diritto esclusivo per l’Italia di tradurre e pubblicare articoli delle riviste ELO e

FVNKSCHAU

11

EDITORIALE

13

NOTIZIE

TUTTE LE ONDE CORTE CON LA 16

MINIRADIO A MOSFET

Anche un ricevitore in amplificazione diretta può bastare per il primo viaggio a cavallo delle onde radio.

21

CALCOLARE, AVVOLGERE, MISURARE TUTTE LE BOBINE

Una guida pratica, sicura e ragionata per conoscere e realizzare questi componenti. E c’è anche un'idea per misurarli con il tuo tester.

27

UN PROVARIFLESSI DIGITALE

Chi ha più scatto? Te lo dice, su quattro digits, questo sofisticato strumento di misura.

29

UN ANTIFURTO INFALLIBILE

Hai paura dei ladri? Da oggi puoi dormire tra quattro cuscini: un discreto guardiano elettronico veglierà continuamente sui tuoi beni più preziosi.

34

INTERRUTTORE DI POTENZA A SFIORAMENTO

Un tocco, e la luce si accende.

Magia? No, solo un pizzico di elettronica: quel poco che basta per realizzare questo progettino che conferirà alla tua casa il tocco di charme che forse mancava...

36

UN SUPERMICROFONO PER ASCOLTARE LA NATURA

Adori la natura e godi anche del pigolio di un uccellino di nido? Con questo maxiorecchio elettronico non ti potrà sfuggire neanche il più flebile stormire delle foglie.

39

RADIOASCOLTO - A CACCIA DI SEGNALI

Tutti i segreti per cominciare ad andare a caccia di stazioni lontane ad onde corte.

45

STAMPA ESTERA

Questo mese, un incredibile contagiri a LED per tutte le auto e un inedito convertitore-alimentatore a energia solare.

Contabilità: M. GRAZIA SEBASTIANI, CLAUDIA MONTU - Abbonamenti: ROSELLA CIRIMBELLI - Spedizioni: PINUCCIA BONINI, DANIELA RADICCHI - Sede, Direzione, Redazione, Amministrazione: Via Ferri, 6 - 20092 Cinisello Balsamo (MI) - Tel. (02) 61.72.671 - 61.72.641 - Autorizzazione alla pubblicozione Trib. di Monza n. 521 del 29/8/85 Elenco registro dei Periodici - Pubblicità: Concessionario in esclusiva per l'Italia e l'Estero: SAVIX S.r.l., Milano - Tel. (02) 61.23.397, Bologna - Tel. (051 ) 58.11.51 - Fotocomposizione: SCRIB CENTER GRAPHOTEK, Via Astesoni, 16 - Milano - Stampa: GEMM GRAFICA S.r.l., Paderno Dugnano (MI) - Diffusione: Concessionario esclusivo per l'Italia: SODIP, Vio Zuretti, 25 - 20125 Milano - Spediz. in abbon. post, gruppo 111/70 - Prezzo della rivista L. 3.500, Numero arretrato L. 5.500 - Abbonamento annuo l. 35.000, per l'estero L. 52.500 -1 versamenti vanno indirizzati a: JCE, Via Ferri, 6 - 20092 Cinisello Balsamo (MI) mediante l'emissione di assegno circolare, cartolina vaglio o utilizzando il c/c postole numero 315275 - Per i cambi d'indirizzo allegare alla comunicazione l'importo di L. 1.000 anche in francobolli e indicare insieme al nuovo anche il vecchio indirizzo - © Tutti i diritti di riproduzione e yrrtN.

traduzione degli orticoli pubblicati sono riservati. /| IU Mensile associato all'USPI - Unione Stampa Periodica Italiana.

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Si riceve un regalo. Si ottengono sconti su libri e software JCE. Si ricevono le riviste a casa in anticipo.

Il reintegro dei numeri è gratuito.

sono valide

Si è sicuri di avere tutti i numeri

dell’annata. Si accede più rapidamente

alla consulenza. Si dà forza all’unione

rivista/lettore nel cordiale colloquio,

teso all’accrescimento della conoscenza

tecnica. E si è sempre amici!!!

(8)

Gli abbonati ’86 hanno diritto a sconti,

Abbonarsi a Progetto

Al risparmio immediato si aggiungono altri due vantaggi evidenti:

un omaggio esclusivo e lo sconto sull'acquisto di libri e di software JCE.

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Gli abbonati usufruiscono di uno speciale sconto del 25% per acquisto, attraverso posta, dei libri del catalogo JCE.

L’offerta scade il 31 dicembre '85: dopo di allora lo sconto offerto sarà del 15%.

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Tutti coloro che si abbonano a due o più riviste usufruiscono di un ulteriore considerevole sconto.

Ecco nella tabella sottostante le tariffe per gli abbonamenti cumulativi.

2 riviste L. 5.000 in meno sulla somma dei due abbonamenti 3 riviste L. 10.000 in meno sulla somma dei tre abbonamenti 4 riviste L. 15.000 in meno sulla somma dei quattro abbonamenti 5 riviste L. 25.000 in meno sulla somma dei cinque abbonamenti

Abbonarsi è facile

Per abbonarsi è sufficiente effettuare il versamento attraverso il bollettino postale inserito in ogni rivista JCE.

Il bollettino è predisposto per abbonamenti ad una o più riviste.

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in Italia tra i tecnici e gli operatori del settore.

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(13)

EDITORIALE

DI PROGETTO IN PROGETTO

Nel secolo scorso, e ai primi del nostro, due libri furono letti e meditati dalla gente che non cerca i valori astratti, ma

considera pensiero e azione come unità inscindibile. I due libri, oggi largamente dimenticati, furono “Volere potere” e “Storia di quattro lavoranti inventori”. Quelle letture, senza clamore, infiammarono gli animi di molti volonterosi, e li diressero lungo la via del miglioramento di sé, verso traguardi che, in alcuni casi, furono storici. Non è un mistero che molte delle grandi imprese portano tuttora i nomi dei loro fondatori che ebbero come solo patrimonio la volontà e la costanza. Marelli e Rizzoli sono due esempi. Ma la volontà e la costanza bastano? Ci vuole sempre rincontro con qualche virtù che venga da altra zona perché scaturisca il miracolo. Abbiamo visto che la lettura può essere stimolo e indirizzo. Essa genera un rapporto

strettissimo, un legame fra l’intelletto e i contenuti. Quando poi la lettura serve da guida “per fare” qualche cosa, la

soddisfazione totale e intima del lettore è raggiunta. Questi concetti non sono soltanto nostri, cari lettori, sono anche vostri.

Li troviamo, in essenza, nelle lettere che ci scrivete sollecitando la pubblicazione di progetti elettronici. È segno che l’antico valore non è spento. Ecco fatto. Sensibili a quel richiamo, e tesi a soddisfare il vasto pubblico dei nostri lettori, abbiamo creato questa nuova rivista, assegnandole il titolo emblematico di PROGETTO. Chi aspettava la ripresa della pubblicazione di circuiti e di montaggi, troverà ogni mese di che allietarsi, esaltando le proprie capacità tecniche. Ogni mese una raccolta di progetti, tecnologicamente sempre attuali e attraenti. Quanto alle realizzazioni, ci preoccuperemo di dare indicazioni idonee al reperimento dei componenti. A parte che, per lunga

consuetudine, le nostre riviste sono tribune aperte ai lettori, i quali possono scriverci liberamente per consiglio. Questa è la nostra presentazione. D’ora in poi, e di Progetto in Progetto, ci ritroveremo ogni mese.

Ruben Castelfranchi

(14)

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IL TASTO GIUSTO

3° Salone dell’ufficio e dell’informatica

22-25 NOVEMBRE 1985-FIRENZE - FORTEZZA DA BASSO

ORGANIZZAZIONE VIA DEL ROSSELLINO, 9/B - 50047 PRATO (FI) - TEL (0574) 596861/2

(15)

NOTIZIE

Pantellericra

scuola in computer

P

ochissima acqua pota¬

bile, energia elettrica col contagocce, collega- menti col continente rari e malcerti, il centro del picco¬

lo abitato esattamente nelle stesse condizioni in cui lo ha lasciato la guerra, quaran- t'anni fa: un cumulo di ma¬

cerie. Difficile se non assur¬

do pensare a Pantelleria co¬

me a un’isola felice, soprat¬

tutto per i panteschi - così si chiamano gli 8.000 abitanti di questo lembo di terra emersa a metà strada tra la Sicilia e le coste africane - che vivono questa difficile realtà per dodici mesi all’an¬

no e non per pochi giorni di vacanze avventurose come i numerosi turisti che, sfidan¬

do la totale assenza di infra¬

strutture, trascorrono qui le loro ferie.

Soprattutto è gravissima, per i giovani, la mancanza di scuole secondarie, rappre¬

sentate sull’isola da un unico istituto magistrale: chi vuole proseguire gli studi deve prendere armi e bagagli e tra¬

sferirsi in Sicilia, che dista cinque ore di isola traversa¬

ta. Allo scopo di mantenere

Ecco CD-10, il Compact Disc player portatile della Philips.

viva nell'opinione pubblica continentale l’immagine di Pantelleria e dei suoi proble¬

mi. si è costituita un’Asso¬

ciazione che promuove e anima, ogni estate, un festi¬

val che richiama sull’isola grossi nomi dello spettacolo

Sotto il segno del Compact Disc

S

embrava non fosse de¬

stinato a sfondare. E in¬

vece, oggi, chi il Com¬

pact non ce l’ha è irrimedia¬

bilmente “out”. Le cifre, del resto, parlano da sole: nel 1984 si sono venduti, nel mondo, 900.000 apparecchi lettori di Compact Disc.

330.000 in Europa, 280.000 negli Stati Uniti, 230.000 in Giappone, 60.000 negli altri paesi. Le previsioni per il 1985 sono ancora più ottimi¬

stiche: l’Europa dovrebbe in¬

fatti assorbire 650.000 pla- yers, 800.000 gli Stati Uni¬

ti, 800.000 il Giappone, 150.000 gli altri paesi. Più di due milioni di lettori, con un incremento di oltre il 160%

in un anno, portano in tutto il mondo la tecnologia di un ritrovato europeo: è stata in¬

II suggestivo scenario allesti¬

to dalla Flou per una delle manifestazioni del Festival di Pantelleria.

e dell’arte e sponsor di cali¬

bro non minore: l'edizione 1985 ha annivertato tra i propri sostenitori la Flou, lo stilista Ottavio Missoni, il Banco di Sicilia e la Sip. Ed è stata proprio la Sip che, col suo bagaglio di tecnologie elettroniche d’avanguardia, ha preso l’avvio dalle mani¬

festazioni festivaliere per fornire all'isola una serie di servizi modernissimi e di vi¬

tale utilità: un cardiotelefo¬

no che assicurerà una conti¬

nua assistenza dalla terrafer¬

ma ai malati di cuore, un so¬

fisticato sistema di telefax per la trasmissione di imma¬

gini e documenti in tempo reale di alta risoluzione, e so¬

prattutto un programma sperimentale di teledidatti¬

ca, che consentirà ai giovani pantesi di ricevere... a domi¬

cilio lezioni regolari di tutte le materie scolastiche. Da parte nostra, non possiamo che augurarci di aver assisti¬

to al primo atto della rinasci¬

ta di Pantelleria, bella, sel¬

vaggia e troppo spesso in¬

compresa.

fatti la Philips che ha inven¬

tato e brevettato il sistema.

Al SIM 1985 il Compact Disc e stato riproposto non solo con la gamma tradizio¬

nale ma anche con nuove, af¬

fascinanti applicazioni.

Da segnalare, da parte della Philips, il Compact Disc 10, il portatile piccolissimo, raf¬

finato e verstile, o la prima Sound Machine dotata di Compact Disc, una vera e propria “macchina per fare musica”.

Sempre in tema di Compact Philips va segnalato che la gamma dei players si amplia con due lettori economici, il Compact Disc 150 e 350, mentre nella fascia dei di¬

spositivi più sofisticati viene proposto il Compact Die 850, che memorizza solo i brani preferiti e ricorda, an¬

che in tempi successivi, le se¬

lezioni musicali già effettua¬

te.

(16)

Due standard, e un videotape solo

T

utte le gioie della video¬

registrazione senza "do¬

lori" occulti: ecco la fi¬

losofia del nuovo videotape Sony SL-T25ME.

La possibilità di effettuare la registrazione e la riproduzio¬

ne di programmi nei sistemi colore PAL e SECAM è cer¬

tamente la sua caratteristica principale: ma estremamen¬

te sono interessanti anche il design molto raffinato e di gusto europeo, nonché le li¬

mitate dimensioni di ingom¬

bro, 8 cm di altezza e 43 di larghezza, lo rendono inoltre particolarmente indicato per un inserimento in sistemi audio/video integrati.

L’SL-T25ME ha la possibili¬

tà di memorizzare 12 pro¬

grammi televisivi, ha una sintonia automatica con possibilità di ricerca fine ed è dotato di un timer che con¬

sente di programmarlo nel¬

l’arco di tre settimane.

Ricerca veloce avanti e in¬

dietro. funzione di "Quick Timer” per la programma¬

zione della durata della regi¬

strazione e di autoplay (dopo il riavvolgimento automati¬

co del nastro, l’apparecchio inizia automaticamente la riproduzione) completano le

caratteristiche funzionali di videoregistratore. Per ulte¬

riori informazioni:

Sony Italia Spa Via F.lli Gracchi, 30 20092 Cinisello Balsamo Tel. 02/612.12.51

Il videoregistratore SONY SL-T2SME può registrare e riprodurre sia in PAL sia in SECAM.

Metri un CHIP nell’autoradio

L

’autoradio, oltre a essere il primo anello della ca¬

tena di riproduzione, co¬

stituisce spesso il solo punto di contatto tra l’automobili¬

sta e l’intero impianto hi-fi.

Questi requisiti rendono particolarmente oneroso il compito di chi, come la Jen- sen, è proiettato a creare pro¬

dotti che, oltre ad essere qua¬

litativamente superiori, pos¬

sano rappresentare un vero punto di riferimento sul pia¬

no costruttivo, ergonomico, funzionale.

Jensen, un marchio che da 50 anni si dedica al proble¬

ma della riproduzione in auto, oggi propone e appa¬

recchi destinati ad un pub- Ecco l’ultima nata in casa Jensen: si chiama CRP100 ed è una superautoradio con tanto di “cervello" a micro- processore. Un piccolo gi¬

oiello di cui non ci si può privare se veramente si ama la buona musica e... la pro¬

pria macchina.

blico esigente, che non solo chiede per la propria vettura un prodotto affidabile e di qualità elevatissima, ma de¬

sidera anche regalarsi il pia¬

cere di possedere un piccolo gioiello, equilibrato nelle forme, ben studiato e dal¬

l’estetica perfettamente con¬

forme al proprio stile.

L’alta tecnologia rende oggi possibili comodità di impie¬

go, servomeccanismi, auto¬

matismi e performances fino a ieri irrealizzabili se non a costi improponibili.

L’impiego su vasta scala di circuiti integrati concepiti per l’ottimizzazione di ogni parametro, ha permesso alla Jensen di realizzare tre nuo¬

vi apparecchi dalle caratteri¬

stiche a dir poco soprenden- ti.

Le autoradio CRP 100, CRP 200 e CRP 300 possiedono in comune una meccanica autoreverse precisa e robu¬

sta, la sintonia digitale a sin¬

tesi di frequenza PLL al quarzo, la preselezione di 15 stazioni scelte fra tre gamme d’onda, comandi separati per i toni alti e bassi.

Esclusiva inoltre la BEST Function, che permette, agendo semplicemente su di un pulsante, la ricerca e la memorizzazione automatica delle 15 stazioni locali mi¬

gliori, con la possibilità di eseguire più selezionai in ca¬

so di lunghi viaggi. La como¬

dità del sistema è sottolinea¬

ta dal fatto che la memoriz¬

zazione nella BEST Fun¬

ction non interferisce mini¬

mamente con le stazioni pre¬

selezionate, richiamabili in qualsiasi momento. Il siste¬

ma SDK, presto in funzione anche in Italia, che consente la sintonia automatica sui programmi relativi alle in¬

formazioni sul traffico, già largamente impiegati in Ger¬

mania, Austria e Svizzera. E ancora, il comando di lou- dness; il Dolby B c C; un di¬

splay LCD ad alta luminosi¬

tà con l’indicazione di tutte le funzioni in atto; un’uscita preamplificata per il collega¬

mento ad un finale esterno.

I modelli CRP 200 e CRP 300 sono predisposti inoltre con un’uscita per quattro al¬

toparlanti, controllati da fa- der, posta sul frontale.

Particolare attenzione è stata dedicata a che ogni funzione risultasse di accesso facile e intuitivo, per consentire al¬

l’utente di non distogliere mai la propria attenzione dalla guida.

L’illuminazione nottura, in¬

fine, facilita ulteriormente le cose, oltre a rivelare, sia pur con discrezione, la sofistica¬

ta tecnologia celata nelle rea¬

lizzazioni.

JENSEN CRP 300

CD CD CD 140 •* »»

CD CD CD

i 4 Progetto n. 0 1985

(17)

B

Per conoscere la radio

L

a realizzazione dei pro¬

getti elettronici è. a suo modo, un’arte, c come tale richiede, per essere ap¬

presa, un certo periodo di apprendistato. Per poterlo superare nel migliore dei modi occorre una buona gui¬

da. che può anche essere un libro realizzato appunto per rispondere alle diecimila do¬

mande che si affacciano ala mente di chi si accinge a por mano ai suoi primi montag¬

gi. Proprio in questi giorni, la casa editrice milanese Hoepli ha presentato le ulti¬

me edizioni di due dei suoi più famosi manuali, "Primo avviamento alla conoscenza della radio" e "Radio ele¬

menti”, entrambi di D.E.

Ravalico e curati da G. Te- renzi, da sempre e a ragione ritenuti testi sacri per chi vo¬

glia iniziarsi alle cose della radio e dell’elettronica.

“Primo avviamento” (340 pagine, 12 mila lire) è l’equi¬

valente editorial-radiotecni- co di una solerte maestrina elementare: spiega tutto per filo e per segno senza lasciar traccia di dubbi, e se il letto¬

re è sufficientemente attento

e interessato può anche com¬

piere il miracolo di trasfor¬

mare un profano in un dilet¬

tante già quasi sbozzolato.

Oltre alle ampie chiacchiera¬

te a sfondo teorico, il volu¬

me reca 53 semplici radio- progetti. uno più simpatico dell’altro.

Di stampo un po' più profes¬

sionistico, “Radio elementi”

(420 pagine, 14.000 lire) si prefigge lo scopo di formare, a livello di base, il tecnico radioriparatore, e perciò, ac¬

canto a un’altra messe di progettini, trovano spazio argomenti di carattere più commerciale. Entrambi i vo¬

lumi sono già in vendita presso le librerie scientifi¬

che.

Rigidi, robusti e sottovuoto

A

vete dei problemi per allacciare i vostri rice- trans a un’unica an¬

tenna? Allora vi occorrono dei relè sottovuoto. La Sie¬

mens. proprio in questi gior¬

ni, ha aumentato la rigidità dielettrica dei propri relè sot¬

tovuoto, serie 300 e 400, por¬

tandola rispettivamente da

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4.5 a 8,0 KV e da 12 a 15kV, grazie all’impiego di un rive¬

stimento di silicone. La serie 300 è disponibile con una bobima da 12 V (standard 26.5 V). studiata per aziona¬

re contatti anche con questo livello di tensione. La serie 100, fornita con azionamen¬

to bistabile, consuma ener¬

gia solo durante l’operazione di commutazione.

I contatti di un relè sotto¬

vuoto lavorando in ambien¬

te privo d’aria e quindi non emettono sdentine e non si corrodono. La distanza tra i contatti è notevolmente ri¬

dotta. rispetto ai relè in aria;

infatti la rigidità dielettrica in aria è di circa 2 kV per millimetro, mentre sotto¬

vuoto si raggiungono valori dieci volte superiori.

I relè sottovuoto trovano normalmente impiego nei

cosiddetti adattatori d’an¬

tenna. La potenza di un tra¬

smettitore nella gamma da 0 a 40 MHz può essere adatta¬

ta in modo ottimale all’an¬

tenna durante il cambio di canale. La potenza AF passa direttamente attraverso il re¬

lè sottovuoto.

I relè sottovuoto, impiegati su larga scala anche negli ap¬

parecchi di misura, non ri¬

sentono, lavorando appunto sottovuoto, dell’influsso di pressioni esterne (sovrapres¬

sione o sottopressione), e rappresentano una ghiotta novità per tutti gli appassio¬

nati della radio frequenza.

I nuovi relè sottovuoto per RF ad alta rigidità dielettrica della Siemens.

(18)

RADIO

Tutte Le Onde Corte

Con La Miniradio

In Amplificazione Diretta

Stazioni radio esotiche e lontanissime, segnali in codice Morse, telescriventi, CB, radioamatori, transatlantici in navigazione... se non hai mai fatto un giro di sintonia sulle onde corte, perdi tutto un mondo di scoperte e di

emozioni continue. Per esplorarlo, non occorrono apparecchiature costose e difficili da usare: questo ricevitorino puoi costruirtelo in una serata, e poi partire subito per la tua prima escursione a cavallo delle onde radio...

di Fabio Veronese

I

l primo ricevitore, quello con cui si intraprendono anche le più lunghe carriere di sperimentatore elettronico, è di solito adatto alla ricezione delle onde medie. E le ragioni sono molteplici: in¬

nanzitutto, su questa gamma operano, praticamente in ogni città, i potenti ripe¬

titori dei programmi RAI che sono facili da ricevere appunto per l’intensità dei loro segnali, e anche da riconoscere, per¬

ché familiari a tutti. Inoltre, l’arco di fre¬

quenza che comprende la gamma delle OM, pur rientrando a pieno diritto nello spettro delle onde radio, si trova ancora nella regione delle frequenze più basse, e perciò assai più facili da amplificare e rivelare di quelle che occupano le zone superiori. In onde medie, la lunghezza dei collegamenti, la mutua disposizione dei componenti e, in generale, lo stile con cui si effettua il montaggio risultano rela¬

tivamente poco critici, specie se si consi¬

dera la notevole ampiezza dei segnali che interessa ricevere, che fa passare inosser¬

vate o quasi perdite di radiofrequenza anche rilevanti. La fisionomia classica di un ricevitorino in OM è di solito imper¬

niata su un semplice rivelatore a diodo cui si possono aggiungere uno stadio am¬

plificatore audio, per potenziarne la resa sonora, e talvolta anche un preamplifica- tore RF allo scopo di renderlo un po’ più sensibile nei confronti dei segnali deboli.

Il circuito accordato di sintonia è invariabilmente uno solo, di norma co¬

stituito da una bobina su ferrite in paral¬

lelo a un condensatore variabile. In fatto di selettività (capacità di separare tra lo¬

ro i segnali più forti e/o più vicini in frequenza) non è pertanto lecito aspettar¬

si gran che, anzi. Un apparecchietto di questo tipo, se collegato a una buona an¬

tenna filare esterna e a una presa di terra, riesce comunque a far ascoltare qualcosa:

i suddetti ripetitori RAI, più, in qualche caso fortunato, qualche altra emittente nelle ore serali e notturne. Chi, spinto da questi risultati, abbia tentato di passare alle Onde Corte, magari riducendo il nu¬

mero delle spire della bobina o sostituen¬

do il variabile con uno di minor capacità, sarà certamente rimasto deluso nel con¬

statare che tutto ciò che si riusciva ad ascoltare era o il silenzio assoluto o un indescrivibile bailamme di segnali irrico¬

noscibili, su cui nulla poteva la manovra del comando di sintonia. Nel primo caso, la sensibilità dell’apparecchio, verosimil¬

mente sprovvisto di un preamplificatore RF, non è sufficiente per i deboli campi elettromagnetici provenienti dalle sta¬

zioni in OC, nel secondo non è adeguata la selettività offerta dal circuito sintoni¬

co, che non è in grado di separare tra loro le varie emittenti. E poiché il secondo

16 Progetto n. 0 1985

(19)

RADIO

Come Ascoltare, Cosa Ascoltare

Secondo le specifiche date, il ricevitore coprirà un arco di frequenza compreso tra 6 e 15 MHz circa. Su questa ampia gamma, che comprende una buona metà delle Onde Corte, si possono captare segnali di ogni tipo: attorno ai 6, 7, 9, 11 e 15 MHz si trovano altrettante gamme di radiodiffusione internazionale, sulle quali è possibile ascoltare anche emittenti molto lontane. Verso gli 8 MHz trasmettono le grandi navi transoceaniche, in codice Morse (CW), naturalmente. Sui 10 e su 15 MHz esatti operano varie stazioni scientifiche di tempo e frequenza campione, che trasmettono un beep-beep ininterrotto più un segnale di identificazione allo scadere di ogni ora. Sui 7 e sui 14 MHz, infine, trasmettono molti radioamatori.

Gli spazi vuoti sono colmati dalle telescriventi delle agenzie di stampa, che si ascoltano come una trasmissione in Morse molto veloce. Per poter ascoltare tutti questi segnali, e non solo i più forti, diventa però indispensabile ricorrere a un'an¬

tenna esterna, che potrà essere un tratto di filo isolato teso per la maggior lunghezza possibile, del quale un capo verrà collegato al ricevitore. È anche opportuno adotta¬

re una presa di terra, vale a dire collegare il negativo dell’apparecchio a un tubo dell’acqua o del gas convenientemente liberato dalla ruggine e dallo sporco nel punto di contatto. Si dovrà infine tener presente che non sempre la gamma è satura di trasmissioni, e che in altri momenti le condizioni elettriche dell’atmosfera non permettono la propagazione a lunga distanza delle onde radio: non ci si dovrà dunque scoraggiare se in certi momenti il ricevitore se ne resta quasi muto. Tra i momenti più favorevoli per l’ascolto, le primissime ore del mattino e quelle serali e notturne, a partire da 1 o 2 ore dopo il tramonto del sole.

inconveniente è il più difficile da risolve¬

re con mezzi elementari, di solito non si adottano configurazioni in amplificazio¬

ne diretta per ricevere le OC, e si preferi¬

scono a priori i rivelatori in reazione, pe¬

raltro instabili e. di solito, piuttosto diffi¬

cili da regolare rapidamente per la mi¬

glior ricezione. Un apparecchio in ampli¬

ficazione diretta, invece, è fedele, stabile e facilissimo da impiegare. Ma come ri¬

solvere il problema della selettività? La risposta la dà, appunto, il ricevitore OC che andiamo a proporvi.

Il Progetto In Teoria

Lo schema del ricevitore c visibile in fi¬

gura 1. Per semplicità di analisi, suddivi¬

deremo le diverse sezioni circuitali come segue:

- circuito sintonico - preamplificatore RF - cellula rivelatrice - amplificatore BF

Il circuito di sintonia. Come si è visto, costituisce uno dei punti più critici di tutto l’apparecchio. Per ottenere un di¬

spositivo altamente efficiente, si è scarta¬

ta subito l'idea di avvolgere le bobine (LI e L2) sulla solita bacchetta di ferrite, op¬

tando invece per un supporto toroidale.

I toroidi ferritici presentano un elevato coefficiente di permeabilità magnetica, e perciò consentono di ottenere elevati va¬

lori induttivi con avvolgimenti di po¬

chissime spire: oltre a essere facili da rea¬

lizzare, queste bobine presentano fattori di merito nettamente superiori a quelle tradizionali e predispongono il circuito accordato di cui fanno parte a un’ottima selettività. Si è eliminato anche il con¬

densatore variabile, le cui grandi dimen¬

sioni costringono spesso a effettuare col- legamenti troppo lunghi o poco ortodos¬

si, a favore di un parallelo di 5 comuni diodi varicap (D1-D5). Chi lo desideras¬

se, può rimpiazzarli con un unico ele¬

mento ad alta capacità collegandolo al

posto di uno qualsiasi dei varicap e igno¬

rando gli altri. La sintonia viene effettua¬

ta variando la tensione di polarizzazione ai diodi mediante il potenziometro RI;

la R3 limita questa tensione entro limiti di sicurezza, mentre C2 elimina eventua¬

li componenti spurie che dovessero an¬

dare a sommarvisi. 11 condensatore Cl, infine, isola la bobina dalla tensione sud¬

detta.

Il preamplificatore RF. Il segnale prove¬

niente dal circuito di sintonia viene ap¬

plicato direttamente al gate 1 del mosfet Ql, primo elemento attivo del preampli¬

ficatore d’alta frequenza. Grazie alla sua elevatissima impedenza d’ingresso, il mosfet mantiene inalterate le caratteri¬

stiche del circuito d’ingresso poiché non lo sottopone ad alcun carico. In più, for¬

nisce una sostanziale amplificazione al

debolissimo segnale RF che gli viene ap¬

plicato: il guadagno risulta determinato dalla rete di polarizzazione applicata al gate 2 (R2, R4, C4) nonché gruppo di polarizzazione del source R9, C9. La radiofrequenza viene poi recuperata al drain e applicata alla base del bipolare Q2, che la amplifica ulteriormente ope¬

rando anche un adattamento alla bassa impedenza d’ingresso del rivelatore a diodi.

Rivelatore. Consiste di due diodi collega¬

ti come raddrizzatore a raddoppiamento di tensione ciò per fornire un segnale più ampio al successivo stadio amplificatore audio. Il C5 filtra le componenti RF resi¬

due, mentre il C6, oltre a far parte del duplicatore, provvede all’accoppiamen¬

to della BF, già disponibile a questo livel¬

lo, allo stadio successivo.

(20)

RADIO

Figura 2. Traccia del circuito stampato, vista al naturale del lato rame.

Amplificatore di bassa frequenza. Il se¬

gnale audio disponibile tra il C6 e la mas¬

sa potrebbe già pilotare una sensibile cuf¬

fia. Per un ascolto più agevole, si è però previsto un ulteriore stadio amplificato¬

re di potenza in grado di erogare circa 1W e pertanto capace di pilotare senza problemi un altoparlante oppure, ridu¬

cendo convenientemente il volume, di permettere una perfetta ricezione con una normale cuffia stereofonica da 8 ohm con i padiglioni collegati in paralle¬

lo (si dovranno in pratica collegare tra loro i due contatti del jack che non fanno capo a massa). Quest’ultimo stadio è ser¬

vito da un unico integrato, il 380 di pro¬

duzione National (LM380N). Il chip non richiede praticamente alcun componente addizionale, se si fa eccezione per il gros¬

so elettrolitico C8 che lo accoppia all’al¬

toparlante e per la cellula di disaccoppia¬

mento R7/C7 sulla linea positiva dell’ali¬

mentazione generale. 11 trimmer R8 re¬

gola il volume d’ascolto.

Il Progetto In Pratica

Pur rientrando senz’altro nella categoria dei "facilissimi”, il progetto del ricevito¬

re OC può presentare qualche Iato di cri¬

ticità, all’atto del montaggio, per la pre¬

senza di stadi RF a elevato guadagno. Se ne dovrà tener conto se si opta per il

Elenco Dei Componenti

Semiconduttori

Q1: 40673, 3N204, 3N211 o equivalenti Q2: 2N708, 2N2222, 2N2369 o equivalenti DI - D5: BAI02, BB122 o equivalenti D6, D7: AA119, OA91, OA95 o equivalenti Ul: LM380N

Resistori

RI: 100 kohm, potenziometro lineare (preferibilmente multigiri) R2: 3300 ohm

R3: 220 ohm R4: 8200 ohm R5: 1000 ohm R6: 4700 ohm R7: 82 ohm

R8: 100 kohm, trimmer logaritmico a montaggio orizzontale R9: 150 ohm

Condensatori

Cl: 4700 pF, ceramico a disco C2, C3, C7: 100 nF, ceramico a disco C4: 22 nF, ceramico a disco

C5: 3300 pF

C6: 10 uF, 16 VI elettrolitico verticale C8: 470 uF, 16 VI elettrolitico verticale C9: 47 nf, ceramico a disco

LI: 4 spire filo isolato per collegamenti, intercalate aH’avvolgimento di L2 sul lato rivolto al gate di Q1

L2: 10 spire (per gamma 6-15 MHz) filo isolato per collegamenti avvolte equispaziate su un supporto ferritico toroidale Amidon T-68/2 o affini AP: altoparlante da 4-8 ohm, 2-3 W.

Ecco come si presenta il modulo del ricevitore una volta assemblato. In basso a destra le bobine, e subito sopra la batteria di varicap. Il potenziometro visibile in alto governa la sintonia, il trimmer nero al centro il volume. Un poco a destra, si intravvedono chiaramente i due transistor preamplificatori e la relativa circuiteria. Vicini ai transi¬

stor, i due diodi rivelatori neri.

18 Progetto n. 0 1985

(21)

RADIO

Per Cambiar Frequenza

Data la semplicità fondamentale del circuito d’ingresso, non è difficile, con minime modifiche, esplorare anche frequenze diverse da quelle previste in origine (6-15 MHz). L'intervento consiste, sostanzialmente, nel riavvolgere L2 con un numero maggiore o minore di spire: nel primo caso si scenderà in frequenza verso le Onde Medie, nel secondo ci si innalzerà verso le Onde Cortissime e le VHF. Si dovrà, ovviamente, disporre di una certa pazienza onde centrare il numero di spire adatto alla gamma che si preferisce. Secondo i nostri test, aumentando L2 a 25 spire si esplorerà tra i 3 e i 6 MHz circa: non conviene scendere ulteriormente, poiché i fortissimi segnali che popolano la gamma delle Onde Medie saturerebbero il preamplificatore, completamente indifeso in questo senso in quanto sprovvisto del controllo automatico di guadagno (CAG), rendendo impossibile ogni ricezione.

Se si opta per questa modifica sarà utile aumentare anche LI a 8 o 10 spire e collegare in parallelo ai varicap un condensatore ceramico da 56 pF. Se invece si riduce L2 a 5 sole spire, si ascolterà la CB (27 MHz) in centro gamma, e ci si potrà spingere fin verso i 36-38 MHz. In questo caso, per LI basteranno 2 spire, e sarà bene collegare solo uno o due varicap.

Figura 3. La disposizione dei componenti sul modulo stampato.

montaggio su millefori. Nessun proble¬

ma, invece, se si ricorre al circuito stam¬

pato proposto, al naturale, in figura 2. Lo si potrà riprodurre, su bakelite o - me¬

glio - vetronite ramata, ricorrendo agli appositi caratteri trasferibili oppure per

via fotochimica: è comunque essenziale una fedele riproduzione del tracciato, che agevolerà moltissimo il lavoro di montaggio. Dopo aver inciso la basetta, si allontaneranno le pellicole protettive e si tirerà scrupolosamente a lucido il ra¬

me residuo. Si procederà poi alla foratu¬

ra delle piazzole, adottando una punta del diametro di 0,8 mm circa. Si salde¬

ranno poi, nell’ordine, i resistori, lo zoc¬

colo (indispensabile) per l’integrato, i condensatori, la bobina che si sarà avvol¬

ta secondo le specifiche date nell’elenco dei componenti, il trimmer R8, i varicap, il bipolare Q2 e, da ultimo, il mosfet Ql.

Il tutto, s’intende, tenendo sempre sot- t’occhio la disposizione dei componenti schematizzata in figura 3. Si effettueran¬

no poi le connessioni filari all’altoparlan¬

te e al potenziometro R1, che potrà an¬

che essere saldato direttamente alle rela¬

tive piazzole dello stampato, come mo¬

stra la foto del prototipo. Si provvederà infine a collegare anche uno spezzone di filo per collegamenti lungo un paio di metri quale antenna e i cavi per l’alimen¬

tazione. Inserito l’integrato prestando at¬

tenzione al suo corretto orientamento, si darà tensione. Regolando R8 per il mas¬

simo volume e agendo su R1, si potrà già andare a caccia delle prime stazioni lon¬

tane.

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LABORATORIO

Calcolare, Awolgere, Misurare Tutte

Le Bobine

Tra te e la felicità di un progetto funzionante si frappone un induttore? Poco male: nelle pagine che seguono ti spieghiamo per filo e per segno come funzionano le bobine, come se ne calcola il valore, come si deve fare per avvolgerle, poi, dulcis in fundo, ti proponiamo un semplicissimo circuitino per misurarle con precisione anche con un semplice tester.

di Piero Lomazzi

S

e dovessimo redigere una classifica dei componenti elettronici secondo la loro importanza e la loro vastità di applicazione, collocheremmo senza dubbio al terzo posto assoluto l'indutto¬

re.

Dopo il resistore e il condensatore, natu¬

ralmente! Concettualmente l’induttore è un componente molto semplice, e può presentarsi in due configurazioni: come una bobina di filo conduttore priva di nucleo (avvolgimento in aria) oppure co¬

me una bobina avvolta su un nucleo fer¬

romagnetico. Quest’ultimo a sua volta può essere costituito da un "pacchetto”

di lamierini oppure da un cilindretto di ferrite.

La grandezza caratteristica di un indutto¬

re è l’induttanza; così come la grandezza caratteristica di un resistore è la resisten¬

za e quella del condensatore è la capacità.

Anche nel caso in questione si constata¬

no però dizioni improprie e si parla talo¬

ra di induttanza riferendosi all’indutto¬

re.

L’induttanza viene indicata col simbolo L e misurata in henry (H) e relativi sotto- multipli (mH, //H e ph).

L’induttanza definisce l’opposizione che l’induttore presenta al passaggio della

corrente alternata. Ma non si tratta di un’opposizione indiscriminata, bensì di un filtraggio selettivo in funzione della frequenza. L’induttore è infatti un filtro passa-basso: attenua tutte le frequenze sopra una certa frequenza, determinata dal valore delfinduttanza. In un dato cir¬

cuito, se il valore dell’induttanza è basso, sarà alta la frequenza di taglio; ovvero l’induttore taglia meno frequenze alte e lascia passare più frequenze basse. Se il valore delfinduttanza è alto, sarà bassa la frequenza di taglio; ovvero l’induttore taglia più frequenze alte e lascia passare meno frequenze basse. Le induttanze

(24)

LABORATORIO

L

mH

A mm

B mm

C mm

Spire

n.

Filo

mm

0.18 26 10 43 71 0.8

0.22 26 10 43 78 0.8

0.3 26 10 41 90 0.8

0.35 26 10 41 100 0.8

0.36 26 10 41 100 0.8

0.45 26 10 43 120 0.8

0.6 25.5 14 42 150 0.8

0.72 25.5 14 43 164 0.8

0.9 25.5 14 44 174 0.8

1.2 25.5 14 46 200 0.8

1.8 29.5 19 62 224 1.0

2 50 22 100 175 1.6

2,25 50 22 102 186 1.6

2.41 50 22 103 193 1.6

2.5 50 22 103 194 1.6

2.73 50 22 105 205 1.6

3 50 22 107 215 1.6

3.6 50 22 107 235 1.6

4.5 50 22 107 265 1.6

Figura 1 - Dati costruttivi di induttanze per filtri crossover

usate nei circuiti elettronici vanno da qualche pH, valori tipici degli apparecchi ad alta frequenza per telecomunicazione, sino a parecchi mH nei filtri audio in bassa frequenza. I valori bassi si ottengo¬

no con poche spire in aria e aumentando le spire aumenta anche l’induttanza.

Quando si vuole aumentare l’induttanza di un induttore senza aumentare il nu¬

mero delle spire, oppure quando è neces¬

sario concentrare molta induttanza in poco spazio, è necessario usare nuclei di materiale ferromagnetico (lamierini e ferrite).

Oltre al numero di spire vi sono numero¬

si altri fattori che deteminano il valore dell’induttanza di un induttore e precisa-

mente:

- L’induttanza aumenta coll’aumentare della permeabilità del nucleo;

L’induttanza aumenta coll'aumentare del diametro deH’avvolgimento:

- L’induttanza aumenta col diminuire della sezione del filo;

- L'induttanza dipende anche dal rap¬

porto tra diametro e lunghezza dell’av- volgimento, dal tipo di avvolgimento, dal tipo di filo, dalla spaziatura.

A tutte queste variabili della struttura deH’induttore. l’industria dei componen¬

ti tiene il passo con grande fatica. Se è vero che oggi esistono in commercio resi- stori e condensatori dei tipi più differen¬

ti, in una scalatura di valori articolatissi¬

ma, altrettanto non può dirsi per gli in¬

duttori. Il fenomeno ha una particolare rilevanza nel settore della bassa frequen¬

za. dove ad esempio chiunque si accinga ad autocostruirsi un crossover per alto- parlanti dovrà essere in grado di autoco¬

struirsi anche gli induttori occorrenti, senza fare molto affidamento sulla repe¬

ribilità del componente bello e fatto. Per¬

ciò dopo avere esposto i fondamenti teo¬

rici dell’induttore esaminiamo ora le pra¬

tiche modalità per la sua costruzione e il metodo di misura.

Figura 2 - Relazioni tra induttanza (induttore), impedenza (altoparlante) e frequenza di taglio.

L’induttore è un filtro passa-basso e quindi taglia le frequenze alte.

Per definizione la frequenza di taglio è il punto in cui la curva pratica ha un’attenuazione di 3 dB rispetto al valore di riferimento (0 dB).

22 Progetto n. 0 1985

(25)

LABORATORIO

Come Autocostruire Gli Induttori Per BF

Abbiamo visto sopra quali sono le varia¬

bili dell’induttore. Quindi per realizzar¬

ne uno, con induttanza di un determina¬

to numero di millihenry, occorre defini¬

re:

- diametro interno dell’avvolgimento (A)

- lunghezza dell’avvolgimento (B) - diametro esterno dell'avvolgimento (C)

- numero delle spire - sezione del filo.

Tutto ciò è desumibile dalla Fig. 1 e dalla relativa tabella. Qui non esiste problema di nucleo e della relativa permeabilità in quanto siamo in presenza di avvolgi¬

menti in aria. La vite in ottone e l’anima non hanno infatti alcuna rilevanza elet¬

tromagnetica. Come se non esistessero!

Si deve quindi assolutamente escludere l'impiego di viti (e dadi) in ferro poiché la presenza di un materiale magnetico varierebbe sensibilmente il valore del¬

l’induttanza calcolato in base alle dimen¬

sioni, alle spire e al filo indicati. Inoltre il ferro, saturandosi durante i picchi di potenza, provocherebbe distorsione nel¬

la riproduzione. La dimensione delle due rosette di chiusura (C) del supporto per l'avvolgimento non è critica e corrispon¬

de circa al diametro esterno dell'avvolgi¬

mento; varia in funzione del numero del¬

le spire perché evidentemente quando queste aumentano, si ingrossa anche l’avvolgimento. Il filo deve essere di ra¬

me smaltato e può essere avvolto a ma¬

no. su strati successivi, bene in piano e con spire serrate. I due capi del condutto¬

re dovranno sporgere una decina di cen¬

timetri dal rocchetto.

Il discorso sin qui fatto presume eviden¬

temente la conoscenza dell'impedenza dell’induttore desiderato e la sua realiz¬

zazione nel rispetto scrupoloso delle di¬

mensioni, delle spire e del filo esposti in tabella. I valori sono quelli di corrente applicazione nei filtri crossover per alto- parlanti. Calcolare la totalità dei parame¬

tri di un induttore, partendo dal valore della sua induttanza è decisamente un’operazione più complessa, per le mol¬

te variabili in gioco.

Diamo piuttosto le semplici formule che legano tra loro la frequenza di taglio (ft), l’impedenza dell’altoparlante (Z) e l’in¬

duttanza dell’induttore (L).

In Fig. 2 vediamo un esempio di applica¬

zione di queste formule.

Conoscendo l’impendenza del nostro al¬

toparlante e l’induttanza della nostra bo¬

bina è facile scoprire la frequenza di ta¬

glio:

Se ora vogliamo conoscere il valore del¬

l’induttanza, avendo sempre a disposi¬

zione un altoparlante da 8 ohm ed aven¬

do deciso di tagliarlo a 1280 Hz, non dobbiamo fare altro che applicare la se¬

conda formula:

Figura 3 - Schema del dispositivo per la misura dell’induttanza.

LATO RAME

Figura 4 - Il circuito stampato, lato rame e lato componenti.

(26)

LABORATORIO

Elenco Componenti

Semiconduttori

DG1 - DG2 diodi al germanio AA 119, 0A95 ecc.

Condensatori CI: ceramico 10 pF

C2: ceramico 50 pF di precisione C3: ceramico 100 pF di precisio¬

ne

C4: ceramico 10 nF oppure 100 nF Varie

1 interruttore unipolare a cursore per C.S.

1 basetta stampata 6 morsetti serrafilo

OSCILLATORE

Figura 5 - L’impianto per la misura dell’induttanza. Serve per misurare Millihenry e Microhenry di qualsiasi bobina, non solo di induttori per filtri crossover.

Come Si Misura l’Induttanza

Ammettiamo ora di avere tra le mani un induttore e di ignorare la sua induttanza oppure di non esserne del tutto certi. Si pone il problema della misura. La strada più scontata è quella di munirsi di un

buon induttametro (ve ne sono dei bellis¬

simi, digitali) strumento costoso e non molto diffuso. Come alternativa vi pro¬

poniamo di autocostruirvi il piccolo e semplice dispositivo illustrato in Fig. 3 e che in unione ad un oscillatore modula¬

to (ovvero generatore di segnali AF) e ad un tester, permette di misurare rapida¬

mente l’induttanza di un induttore, con precisione del 2%. In Fig. 4 diamo lo schema e l’elenco dei componenti di que¬

sto pseudo-induttametro ed in Fig. 5 il tracciato della basetta stampata. È un cir¬

cuito semplicissimo che merita poche delucidazioni: in parallelo all’induttore è collegato un condensatore da 50 pF (C

Figura 6 - Panoramica delle principali tipologie di induttori e di nuclei ferritici esistenti sul mercato:

1. Bacchette in ferrite a sezione rotonda di varie lunghezze

2. Nuclei a rocchetto per induttori BF (crossover, ecc.)

3. Bacchette in ferrite a sezione rettango¬

lare

4. Bacchette in ferrite a sezione rotonda per ricevitori tascabili

5. Toroidi in ferrite 6. Impedenze RF miniatura

7. Nuclei ferritici per trasformatori di bi¬

lanciamento a radiofrequenza 8. Impedenze su ferrite

9. Trasformatori di bilanciamento VHF preavvolti

10. Bobine d’antenna preavvolte per:

a) , g) onde medie e lunghe

b) onde medie, corte, cortissime e FM c) , d), e),/), i), l) onde medie con prese in¬

termedie

h) onde medie senza prese intermedie.

24 Progetto n. 0 1985

(27)

LABORATORIO

t

2) a cui può abbinarsi - tramite l’inter¬

ruttore SW I - un secondo condensatore da 100 pF (C 3). Il segnale AF dell’oscil¬

latore è applicato ai morsetti di ingresso, rivelato dai due diodi al germanio (DG 1 e DG 2) ed infine livellato dal conden¬

satore di 10 nF oppure 100 nF (C 4). La procedura di misura consiste in sostanza nell’individuare le 2 frequenze di riso¬

nanza dell’induttore: con 50 pF in paral¬

lelo e con 150 pF (50 + 100) in parallelo e poi fare un po’ di facili conti.

Ma vediamo il tutto un po’ più nel detta¬

glio (fig. 6).

A - Con l’interruttore in posizione A si mette in funzione l’oscillatore modulato a partire dalla frequenza più alta (nor¬

malmente dai 30 ai 50 MHz). Quindi si scende lentamente di frequenza sino a trovare il punto di risonanza, che viene indicato da un’impennata del tester (pre¬

disposto per la misura di corrente su 50 o su 100 microampére). È importante partire con la frequenza più alta del- l’oscillatore al fine di evitare di ottenere la risonanza su un’armonica anziché sul¬

la frequenza fondamentale; inconvenien¬

te che comporterebbe un totale errore di misura. Individuata la frequenza di riso¬

nanza in MHz (fA) la si annota a parte.

B - Si porta l’interruttore in posizione B

e si cerca per questa nuova condizione (con identica procedura) la frequenza di risonanza fB, che sarà diversa dalla pre¬

cedente e più bassa.

C - Ora abbiamo a disposizione i due dati fondamentali per il nostro scopo:

Il multimetro e il generatore RF possono risolvere il problema di valutare

in modo attendibile tutte le induttanze.

fA = frequenza di risonanza a 50 pF fB = frequenza di risonanza a 150 pF e non ci resta che applicare la formula:

Volendo conoscere il valore in /rH (anzi¬

ché mH) basterà assumere come numero fisso 250 (anziché 0,25).

Il tutto si chiarisce con un esempio; sup¬

poniamo di avere tra le mani un indutto¬

re di valore sconosciuto e di avere rica¬

vato. seguendo la procedura soprade¬

scritta. i seguenti valori:

fA - 2.4 MHz fB = 1.2 MHz

Applicando la formula otteniamo:

= 0,52 x 0.25 = 0.133 mH Come dire. 130 /rH.

L’unica raccomandazione che possiamo rivolgere ai nostri lettori che si accinge¬

ranno alla costruzione del dispositivo de¬

scritto in questo articolo è di fare atten¬

zione alla polarità dei due diodi al ger¬

manio. Nei tipi in commercio il catodo è indicato con un anello oppure un punto rosso oppure il segno + e talvolta coinci¬

de con la parte arrotondata del compo¬

nente.

Nel simbolo dei circuiti il catodo del dio¬

do corrisponde al trattino verso cui si rivolge la freccetta (anodo).

Per maggiore chiarezza si usa contrasse¬

gnare il catodo col segno + anche sugli schemi dei circuiti.

i Sintonizzatori CTS

consentono la ricezione dei segnali video e/o Televi¬

deo con una definizione eccezionale sfruttando al me¬

glio la qualità di qualsiasi monitore a colori.

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Un Provariflessi Digitale

Sei candidato a diventare un pilota di Formula Uno, un tiratore scelto o per te sono più adatte pantofole e telecomando TV?

Questo simpatico circuitino, che è in grado di misurare al millesimo la velocità dei tuoi riflessi, può dirtelo con

implacabile sincerità...

a cura di Igor Ferrari

L

a velocità con cui si reagisce a uno stimolo improvviso: un parametro fondamentale quando si è al volante di un automezzo e in generale importan¬

te nella vita quotidiana, non solo per evi¬

tare i pericoli inopinati, in agguato assai più spesso di quanto non si penserebbe, ma anche per non fare la figura del peren¬

ne bell’addormentato nel bosco sul lavo¬

ro e con gli amici.

Lo scatto varia a seconda del momento della giornata e delle conseguenti condi¬

zioni psicofisiche, ottundendosi quando

si è stanchi, irritati o anche troppo tesi.

Ma anche certe situazioni fisiologiche e patologiche tendono a dilatare perma¬

nentemente i tempi di reazione: una di queste è l’ubriachezza.

La prova dei tempi di reazione non è dunque soltanto un gioco, ma può servi¬

re anche agli automobilisti per sapere se, dopo una serata allegra e una buona be¬

vuta, sono ancora in grado di guidare.

Un dispositivo per la misura del tempo di reazione è in grado di suscitare un grande interesse tra gli amici ed i cono¬

scenti profani in fatto di elettronica:

quando l’apparecchietto entra in loro possesso, in genere ci vuole più di mez¬

z'ora per riuscire a strapparglielo, perché tutti vogliono misurare il proprio tempo di reazione, confrontarlo con quello degli altri, e in definitiva mostrare a tutti quanto sono bravi.

In un momento successivo, questo appa¬

recchio potrebbe anche avere un effetto educativo: i tempi di reazione chiara¬

mente superiori ai normali 0,2 secondi renderanno pericolosa la guida dell’auto.

Purtroppo è errata la conclusione oppo¬

sta, cioè che un buon tempo di reazione significhi automaticamente che si è sobri ed idonei alla guida. Infatti, durante il test si è a conoscenza dell’evento al quale si deve reagire e del tipo di reazione ri¬

chiesto. Sulla strada, anche se si è svegli, riposati ed in buona salute, i tempi di reazione si aggirano in genere sul secon¬

do.

In Teoria

L’apparecchio risulta particolarmente semplice.

Infatti viene utilizzato un contatore inte-

26 Progetto n. 0 1985

Riferimenti

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