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La Sacra Sindone rinasce in una serie limitatissima di copie certificate

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Academic year: 2022

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La Sacra Sindone ‘rinasce’ in una serie limitatissima di copie certificate

Il progetto, riconosciuto e supportato dal Centro Internazionale di Studi sulla Sindone, è stato realizzato grazie ad una rete di eccellenze italiane del tessile coordinate dai promotori dell’iniziativa: Comune di Peia, Comune di Gandino e il distretto ‘Le Cinque Terre della Val Gandino’. Linificio e Canapificio Nazionale si è occupato in particolar modo dell’individuazione di un seme simile all’originale di 2.000 anni fa e della filatura secondo metodi antichi; la tessitura con un telaio ‘provvidenzialmente sbagliato’ è stata curata da Torri Lana e la stampa ad altissima definizione da EFI Reggiani. La Commissione Diocesana per la Sindone ha seguito scupolosamente tutte le fasi del processo, fino a concedere, per la prima volta nella storia, la certificazione delle copie realizzate.

Dopo anni di tentativi, questo straordinario progetto è finalmente realtà.

Le prime destinazioni a cui saranno consegnate le prime copie certificate saranno il Duomo di Torino, all’attenzione dell’Arcivescovo e Custode Pontificio della Sacra Sindone e il Museo della Sindone di Torino, il luogo stabilmente destinato alla divulgazione e allo studio del Sacro Lino.

Altre due copie certificate ‘torneranno a casa’: saranno infatti consegnate presso il Duomo di Chambéry, dove la Sacra Sindone fu vittima dell’incendio che la danneggiò. Chambéry è il luogo dove i Savoia la prelevarono nel 1576 per portarla a Torino.

Una copia sarà inviata al Museo della Bibbia di Washington, dove a primavera 2022 verrà inaugurata un’apposita sezione dedicata alla Sindone.

Altre copie certificate saranno consegnate presso un ristretto numero di chiese e musei selezionati dal Centro Internazionale di Studi sulla Sindone, per offrire ai fedeli di tutto il mondo l’opportunità di ammirare e venerare la riproduzione del telo in lino che ha avvolto il corpo di Cristo dopo la Passione. Le copie certificate della Sindone diventeranno strumento di promozione anche attraverso l’apposizione di un QR Code digitale che rimanderà ad un sito specifico.

La differenza di peso tra la Sacra Sindone originale e la copia autenticata è solo tra l’1% e il 2%.

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La copia certificata della Sacra Sindone riporta un QR code che rimanda alla presentazione del progetto

IL PROGETTO:

Obiettivo: realizzazione per la prima volta di poche copie certificate della Sacra Sindone destinate a chiese e musei nel mondo su richiesta del Centro Internazionale di Studi sulla Sindone.

Difficoltà di realizzazione:

- individuazione di un seme di lino in grado di produrre un filato il più possibile simile a quello di 2.000 anni fa

- utilizzo di tecniche di filatura e tessitura simili a quelle antiche

Un progetto che unisce fede, devozione e tradizione, destinato a portare nel mondo un messaggio di speranza ma anche l’arte tessile senza tempo della Bergamasca.

La filiera produttiva è 100% Made in Bergamo, la semina del campo di lino e la tessitura in particolare sono state effettuate in Val Gandino, località della Val Seriana, in provincia di Bergamo, città natale di Papa Giovanni XXIII, che da sempre è luogo di grandissima devozione.

A partire dall’aprile 2020 è cresciuto in Val Gandino (Bergamo) il primo campo coltivato a lino, legato al progetto “Lino Val Gandino - il tessuto, la reliquia del mondo”. Si tratta di un’iniziativa locale che ha avuto riconoscimento e supporto dal Centro Internazionale di Studi sulla Sindone (CISS), unico centro al mondo ad essere ufficialmente riconosciuto dal Custode Pontificio della Sindone, a cui presta la propria attività di consulenza. L’iniziativa punta a ripristinare coltura e cultura del lino ed ha consentito di riprodurre copie certificate in scala 1:1 della Sacra Sindone.

L’iniziativa evidenzia una vocazione al tessile che risale al 1200 e alla coltura del lino del territorio tuttora rintracciabile in precisi “luoghi della storia”. La coltivazione del lino è presente da secoli in Val Gandino.

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La fioritura del campo di lino a Gandino alla fine del lockdown del 2020; le andane di lino in essicazione

LA SEMINA – coordinata da LINIFICIO E CANAPIFICIO NAZIONALE

Linificio e Canapificio Nazionale (Marzotto Group), azienda con una storia di 150 anni di vocazione alla ricerca e allo sviluppo di filati in lino di altissima qualità e sempre più performanti, in quanto depositario di conoscenze approfondite sulle fibre di lino e canapa e produttore di filati di lino, si è fatto carico di seguire il processo colturale e produttivo dalla semina al filato. In particolare l’Amministratore Delegato Pierluigi Fusco Girard ha seguito personalmente, in collaborazione con il produttore Terre de Lin in Normandia, il complesso processo di selezione di un seme di lino che potesse dare origine ad un filato che fosse il più simile in assoluto all’originale. Con la fibra di lino ottenuta da semi utilizzati attualmente infatti questo risultato non sarebbe stato possibile. Già alla fine del secolo scorso il Linificio aveva collaborato alla produzione di un tessuto per realizzare copie della Sindone, utilizzando tecniche il più possibile simili a quelle adottate 2.000 anni fa. La complessità, allora come oggi, non stava nel reperire la materia prima della zona (Egitto, Siria) o nel tessere su telaio manuale, bensì nel processo di trasformazione della fibra in filato.

Dopo oltre 60 anni di tentativi, Linificio e Canapificio Nazionale ha compiuto l’impresa di riprodurre un filato di lino fedele a quello di 2.000 anni fa.

L’area in cui sono stati messi a dimora i primi semi, di proprietà della famiglia Torri (la stessa di Torri Lana 1885, l’azienda che si è occupata della tessitura) è situata a Gandino (Bergamo), da sempre zona vocata alla tessitura e specifica per la produzione del lino. La semina del campo di Gandino è avvenuta nell’aprile 2020, nel pieno della pandemia da Covid 19 che ha tragicamente colpito la Bergamasca e in particolare la Val Seriana e la Val Gandino. Dopo la fioritura, visibile di fatto per un solo giorno, il 5 agosto 2020 è avvenuto il raccolto.

Curiosità: le analisi effettuate per stabilire il momento perfetto per la semina, ottenute grazie ad un algoritmo che ha preso in considerazione le condizioni climatiche della zona per i sei anni precedenti, davano come periodo ideale proprio la Settimana Santa del 2020. Nonostante secondo le tempistiche comuni la fioritura fosse attesa per la fine di giugno, il lino è fiorito in anticipo, proprio il 3 giugno, alla fine del lockdown.

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Il lino raccolto e il processo di filatura presso Linificio e Canapificio Nazionale

FILATURA – LINIFICIO E CANAPIFICIO NAZIONALE

Linificio e Canapificio Nazionale ha messo in atto specificamente per questo progetto un procedimento unico, effettuando alcune operazioni manualmente e operando sulla fibra con un macchinario esclusivamente meccanico presso lo stabilimento di Villa D’Almé (BG), per ottenere un filato mai realizzato prima.

Il processo di filatura è stato adattato in alcune fasi secondo tecniche antiche, quella della bollitura della fibra in particolare, proprio come si faceva ai tempi di produzione del tessuto della Sindone originale.

L’eterogeneità della fibra ha comportato un notevole lavoro di omogeneizzazione in fase di preparazione, con accoppiamenti ed affinamento dei nastri.

Si è quindi realizzato il filato 100% lino nelle due titolazioni che compongono il tessuto originale:

Nm 39 in ordito e Nm 20 in trama (il titolo corrisponde a quanti km di filo sono necessari per realizzare 1 kg di filato della finezza corrispondente).

Dopo cinque mesi di lavoro, il tessuto finito (pochi metri) è stato consegnato agli esperti della Commissione scientifica del Centro Internazionale di Studi sulla Sindone per sottoporlo ad alcune segmentazioni con laser e certificazione.

TESSITURA – Torri Lana 1885

A novembre 2020 il filato è stato preso in carico da Torri Lana 1885.

La tessitura delle copie autenticate della Sacra Sindone è stata effettuata con un telaio ‘sbagliato’ che era presente in azienda da anni e non utilizzato perché a 36 fili di ordito invece dei 41 tipici dei telai moderni. Il caso ha voluto che per la tessitura della Sindone fosse proprio necessario un telaio a 36 fili di ordito, come erano fatti i telai antichi.

Tra le difficoltà incontrate nel processo di tessitura c’è stata quella di adattare la velocità del telaio a quella dei telai antichi, rallentando il ritmo di tessitura per non stressare troppo il filato, cercando di riprodurre le ‘irregolarità’ del tessuto originale, garantendone comunque la resistenza, trovando un giusto compromesso affinché fosse la base perfetta per la stampa.

L’ordito è stato realizzato con filato lino 1/8 bianco Nm 39 con riduzione di 36 fili al centimetro. Per la trama si è utilizzata una titolazione Nm20, mentre l’armatura è una lisca di pesce di 32/33 gradi sull’asse longitudinale. Il peso del tessuto è di circa 230 grammi al metro quadro, un risultato ottimale (anche per lucentezza) rispetto a quello della Sacra Sindone originale. La differenza di peso tra la Sacra Sindone originale e la copia autenticata è solo tra l’1% e il 2%

Il colore del tessuto ottenuto è straordinariamente simile a quello originale. Tra 2.000 anni sarà esattamente come la Sacra Sindone oggi. Vedendolo scendere dal telaio Belotti ha pensato ‘Si capisce che questo tessuto ha qualcosa in più’.

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Giorgio Rondi di Linificio e Canapificio Nazionale e Massimo Belotti di Torri Lana assistono al processo di tessitura; la stampa presso EFI Reggiani di Grassobbio

LA STAMPA – EFI Reggiani di Grassobbio (BG)

Il Museo della Sindone di Torino, in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi sulla Sindone, ha sovrinteso alle fasi di stampa realizzate presso la sede EFI Reggiani di Grassobbio (BG), fra le massime aziende al mondo per la stampa tessile analogica e digitale. La stampa dei teli in scala 1:1 (mt. 4,41 x 1,13 le misure della Sindone originale) prevede l’utilizzo di una macchina da stampa digitale ad altissima risoluzione per restituire tutti i dettagli del tessuto originale, al punto che il “file” necessita della memoria di un intero PC per essere gestito.

Le repliche, certificate dal Museo della Sindone in collaborazione con il Centro Internazionale di Studi sulla Sindone, verranno consegnate ad alcune chiese e punti di interesse nel mondo. Per le riproduzioni della Sindone è stato scelto il processo della stampa a pigmento, che garantisce risultati di stampa di estrema accuratezza nei dettagli e nelle sfumature, unita ad incredibili prestazioni di durata nel tempo dei colori.

Per ottenere un risultato ottimale si è partiti dalla campionatura del volto in sei diverse varianti, al fine di identificare il risultato più aderente possibile all’originale. La sfida rispetto a una normale stampa è stata l’impossibilità di confrontarsi con l’originale per leggere con gli strumenti a disposizione il colore effettivo da andare a riprodurre. In questo ha aiutato l’esperienza dei tecnologi ed esperti di stampa dell’azienda e la loro profonda sensibilità al colore e alla sua riproduzione in digitale. Il macchinario utilizzato è denominato TERRA Gold che insieme all’omonimo processo di stampa a pigmento elimina la necessità di vaporizzo, lavaggio e post trattamento del tessuto. Essendo un processo corto, consente di ridurre sensibilmente i consumi di acqua, energia e prodotti chimici, facendone anche una soluzione all’insegna della sostenibilità ambientale.

LA SACRA SINDONE

La Sindone è il tessuto più studiato al mondo, almeno dal 1898, con la celeberrima fotografia scattata da Secondo Pia, che notò nel negativo l’immagine impressa nel Sacro Lino. E’ un lenzuolo molto antico, che ha sicuramente avvolto un cadavere con una serie di ferite che nessuno può non collegare al racconto

evangelico della crocifissione di Gesù di Nazareth. Le probabilità che si tratti di lui sono ragionevolmente alte. La Sindone era di proprietà dei Savoia, che la portarono in Piemonte, nel 1576, da Chambéry. Una scelta di cui fu “complice” il pellegrinaggio votivo voluto da San Carlo Borromeo dopo l’epidemia di peste che aveva colpito Milano, Bergamo e Brescia. E’ tuttora conservata nel Duomo di Torino, lasciata in eredità da Umberto II di Savoia al Papa, con l’obbligo di tenerla nel capoluogo piemontese”. Quest’ultimo

elemento, così come le ragguardevoli dimensioni di mt. 4,41 x 1,13, rende quasi una necessità il progetto di creazione delle repliche autenticate. La Sindone è un’immagine riconosciuta dai cattolici, dagli ortodossi e anche dal mondo musulmano. Le ostensioni a Torino sono poche, onde evitare di esporre la tela a fattori che potrebbero compromettere la sua integrità. Ecco allora che la possibilità di fare copie autenticate su un supporto adeguato permette di soddisfare le aspirazioni di tanti fedeli.

Linificio e Canapificio Nazionale S.r.l.

Ufficio Stampa e Relazioni pubbliche:

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Tel. +39 026575103

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