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Progetto Murales Oceathlon

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Academic year: 2022

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La grave situazione in cui si trovano gli oceani e le barriere coralline di tutto il mondo è ormai risaputa. La battaglia contro la produzione, il consumo e lo smaltimento sbagliato della plastica ha preso piede su larga

scala da qualche anno, ma non basta.

Il pericolo che la plastica rappresenta per gli ambienti marini e le creature che vi vivono è ancora più che reale, e ha fatto danni a cui ora è difficile e dispendioso porre rimedio.

Prima ancora di questo, è essenziale che passi il messaggio, attraverso la rete globale e gli interventi artistici, che il tempo è finito, non si può rimandare, il problema non può e non deve aggravarsi ulteriormente. La situazione è sempre più grave, perché tutto quello che noi, uomini, abbiamo buttato nell'oceano, sta tornando a

riva, portato nel grembo dei pesci, attorno al collo di povere creature che restano impigliate in queste trappole che non si decompongono.

La plastica non deve più entrare nel mare, ce n'è già troppa, e il tempo è poco.

Quelle che seguono sono le nostre due proposte

Progetto Murales “Oceathlon”

Aurora Battaglia e Miriam Righini

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Mangiatela tu 'sta plastica

Per portare all'attenzione di chi osserverà il murales questa tematica abbiamo utilizzato due temi: Il primo è l'incidente del 1992 che ha portato alla dispersione di 28.000 paperelle di gomma gialle nel mare di Hong Kong.

Queste hanno viaggiato sulla superficie del mare fino alla metà degli anni 2000, raggiungendo anche gli Stati Uniti. Tantissimo tempo in mare, tantissimi chilometri percorsi. Poteva sembrare anche divertente, vedere qualche paperella di gomma galleggiare in mezzo all'oceano, o arrivare fino alle rive di Manhattan. Tanto divertente che l'idea è stata replicata a Chicago, con 60.000 paperelle gettate nel fiume (utilizzate però per una raccolta fondi e poi prontamente ripescate con reti apposite).

Così, sfruttando questo avvenimento, vogliamo dare alla parte superiore del nostro murales una sorta di denuncia ironica. Se infatti una distesa di paperelle potrebbe far sorridere, il nostro intento è quello di farle vedere per quello che sono, un'uniforme e fitta crosta gialla, che blocca ai gabbiani l'accesso al mare, che confonde i pesci sotto la superficie e scherma la luce.

La parte inferiore del murales rappresenta il fondale marino. Qui viene affrontato il secondo tema, la pericolosità che la presenza di borse di plastica e altri oggetti dispersi nel mare rappresentano per gli animali in cerca di cibo, come per le tartarughe marine, che si nutrono di meduse e le confondono facilmente con le borse di plastica, rimanendone vittime.

Abbiamo inoltre inserito dei riferimenti al lavoro artistico della fondatrice dell'associazione One Planet One Future, Anne de Carbuccia, riportando delle scritte e dei simboli utilizzati da lei nei suoi lavori artistici: le scritte “ONE PLANET ONE FUTURE” sul fianco della paperella e “ACT NOW” sul dorso della tartaruga, oltre a una clessidra affondata nella sabbia.

Il significato del titolo che abbiamo dato al murale è chiaro: “Mangiatela tu 'sta plastica”, è quello che gli abitanti dell'oceano ci direbbero, se potessero parlare.

Palette colore:

Reference:

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Mi casa es tu casa

Per questo murale abbiamo voluto rappresentare un abitante dell'oceano, un polpo. La creatura è su una pozza nera, un liquame che rappresenta il petrolio, di cui l'animale è sporco anche sulla testa e sui tentacoli. In essi stringe oggetti comunemente dispersi in mare a causa di uno smaltimento dei rifiuti scorretto, o anche a causa della superficialità con cui tutti i giorni le persone abbandonano oggetti sulla spiaggia, col risultato che questi finiscono in mare, come le mascherine.

L'intento di questo murale è quello di rappresentare ciò che le azioni dell'uomo comportano nella vita di questi animali, riempiendo le loro case di spazzatura e sostanze tossiche, mortali per loro.

All'interno del murale abbiamo rappresentato una clessidra, simbolo che sottolinea quanto sia scarso il tempo rimasto per agire e rimediare ai danni fatti all'oceano, e la scritta ONE PLANET ONE FUTURE, che sottolinea la nostra unione con il pianeta e tutto ciò che accade su di esso, e che il destino dell'oceano e degli ecosistemi che si stanno sgretolando, presto, sarà anche il nostro. Sia la clessidra che la scritta sono citazioni al lavoro dell'artista e fondatrice dell'associazione “One Planet One Future”, Anne de Carbuccia, che li utilizza nelle sue opere per sensibilizzare gli osservatori verso queste importanti tematiche, che vendono troppo trascurate.

Il senso del titolo che abbiamo dato al murale è proprio questo: “Mi casa es tu casa”, abbiamo un'unica casa, ed è questo pianeta. Finché continueremo a gettare i nostri rifiuti nell'oceano, a casa delle creature marine che lo abitano, non possiamo aspettarci un futuro diverso dal loro.

Reference:

Palette colore:

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Siamo Aurora Battaglia e Miriam Righini, due studentesse dell’Accademia di belle arti di Brera e queste sono le nostre proposte per il Progetto Murales “Oceathlon”, alle quali intendiamo

collaborare nell’eventuale scelta di una delle due.

Speriamo vivamente di poterci unire a voi e partecipare attivamente alla lotta contro l’inquinamento degli oceani.

Grazie per l'attenzione.

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