L’equilibrio dell’impresa in economia
aziendale
1 Introduzione
2 La dinamica aziendale
3 L’equilibrio economico
4 L’equilibrio patrimoniale
Equilibrio soggettivo ed oggettivo I
L’economia aziendale enfatizza l’estrema variabilità dei comportamenti dei soggetti economici e adotta la logica dell’incerto.
1 ogni valutazione dipende dal luogo e dal momento in cui ci
si trova
2 ogni individuo puo’ fare valutazioni e prendere decisioni
molto diverse anche di fronte alle stesse informazioni
3 ogni decisione economica dipende anche da valutazioni su
Equilibrio soggettivo ed oggettivo II
il profitto economico esiste quando i ricavi superano i costi, ma è un concetto del tutto dinamico.
Equilibrio soggettivo ed oggettivo III
Occorre inoltre distinguere tra equilibrio soggettivo ed oggettivo:
l’equilibrio oggettivo richiede: la misurazione del profitto con riferimento ad uno specifico intervallo, la verifica che tale profitto sia positivo, la valutazione dei costi che comprendono anche la remunerazione del capitale proprio ed infine una valutazione sulle prospettive di ampliare il profitto stesso.
Equilibrio soggettivo ed oggettivo IV
Affinchè si verifichi una situazione di equilibrio oggettivo e
soggettivo il profitto α al periodo t1deve costituire una
evoluzione equa del profitto al tempo precedente.
Dinamica aziendale ed equilibrio economico I
L’equilibrio economico-aziendale va valutato da un punto di vista dinamico.
Fondamendale per l’analisi della dinamica dell’equilibrio è la situazione di partenza. Essa può essere di equilibrio,
disequilibrio o anche di incertezza.
equilibrio
L’impresa è in equilibrio quando gode di condizioni di economicità e di un costante stato di liquidità. Si va da un minimo ad un massimo livello di equilibrio.
Dinamica aziendale ed equilibrio economico II
disequilibrio
L’impresa è in disequilibrio quando non ci sono condizioni di economicità . Anche qui si va da un minimo ad un massimo livello di disequilibrio.
incertezza
Si ha una situazione di incertezza in tutte quelle situazioni intermedie.
Dinamica aziendale ed equilibrio economico III
La dinamica
Una volta stabilita la posizione di partenza gli spostamenti possono avvenire in piu’ direzioni (vedi fig. 6.2 pag. 102). Si è in una fase di evoluzione o involuzione a seconda se ci si sposta verso il massimo equilibrio o verso il massimo
disequilibrio da un qualsiasi punto di partenza.
L’evoluzione o l’involuzione puo’ essere piu’ o meno rapida e quindi intensa (vedi fig. 6.3 pag. 103).
L’equilibrio economico I
L’equilibrio economico si basa sul profitto economico definibile anche come equo. Esso è definito dal valore dei prodotti realizzati e venduti e dalle remunerazioni, spettanti ai fattori della produzione, tali per cui:
α = {q1P1+q2P2+ ... +qnPn} − {f1p1+f2p2+ ... +fnpn} (2)
dove:
αè il profitto economico
q indica la quantità prodotta e venduta P il prezzo dei prodotti
f indica i fattori della produzione p i prezzi di tali fattori
L’equilibrio economico II
La formulazione dell’equazione del profitto economico è diversa da quella che abbiamo visto finora, perchè in tal modo è
possibile considerare come incognita una qualsiasi delle variabili. L’incognita può essere α o, come abbiamo visto per la teoria economia dell’impresa, q.
Le quattro variabili (f , p , q e P) vengono considerate le leve economiche sulle quali poter agire per ottenere una situazione di equilibrio ritenuta equa dal soggetto economico.
L’equilibrio economico III
Nell’impostazione economico-aziendale l’impresa puo’ sempre agire su tutte e quattro le variabili in gioco. Per cui il concetto di massimizzazione è lontano. Piuttosto si va verso la
formalizzazione di un ventaglio di possibili soluzioni.
L’equlibrio economico è sempre un concetto di lungo termine. L’impresa deve garantire nel tempo la remunerazione dei costi, ma seppur cio’ non dovesse accadare la sua vita non ne è compromessa.
L’equilibrio economico IV
L’equilibrio in tale concezione è dunque dinamico e durevole.
dinamico perchè si giudica in riferimento alle prospettive evolutive e dunque alle prospettive di ripristino di equilibrio qualora dovesse venire a mancare.
durevole perchè si misura nel lungo termine, misurazioni negative nel breve termine non comportano problemi alla vita dell’impresa.
L’equilibrio patrimoniale I
Mentre un disequilibrio economico non compremette la vita aziendale, un disequilibrio finanziario si.
Il ciclo operativo aziendale, che va dall’acquisizione dei fattori fino al realizzo dei prodotti, deve far ricorso ad adeguate fonti di finanziamento per essere innescato.
L’equilibrio patrimoniale II
Fin dalla costituzione, e per tutta la durata di vita dell’impresa, una condizione di equilibrio fondamentale riguarda la
quadratura tra fonti e impieghi.
Tale quadratura è resa dall’equazione di finanziamento che esprime il capitale iniziale e il capitale di ciascun esercizio di vita dell’impresa stessa.
L’equilibrio patrimoniale III
il capitale iniziale
Il capitale iniziale dipende dal costo della produzione del primo esercizio (il prodotto cioè tra i fattori impiegati f e il prezzo degli stessi, p) e la velocità di rotazione dei fattori produttivi v (cioè il numero di volte che i ricavi di vendita permettono di rinnovare l’investimento). Se i fattori produttivi hanno una velocità di rotazione superiore ad 1 significa che i ricavi permettono di rinnovare l’investimento piu’ volte nel corso dell’esercizio.
L’equilibrio patrimoniale IV
il capitale incrementale
Il capitale incrementale è il capitale necessario per:
1 l’acquisto di nuovi impianti
2 la continuazione di produzioni pluriennali
3 l’avvio di nuove produzioni o l’ampliamento di quelle
esistenti
4 gli incrementi di prezzi dei fattori produttivi
L’equilibrio patrimoniale V
equazione del capitale incrementale
Supponendo constante v fapa va + ... + f1(p1a − p1) v1 =ca+ ... +c1a (4)
L’equilibrio patrimoniale VI
equazione del finanziamento
E’ la somma delle due equazioni sopra enunciate f1p1 v1 + ... +fapa va + ... +f1(p1a − p1) v1 = (c1+ca+ ... +c1a) (5)
Essa indica una misurazione dell’equilibrio patrimonale dell’impresa andando a verificare la quadratura tra impieghi e fonti.
L’equilibrio patrimoniale VII
L’equilibrio patrimonalie è durevole e immediato:
durevole perchè deve consentire l’avvicendarsi di fonti e impieghi
immediato perchè l’utilizzo delle risorse finanziarie è una decisione che va presa ogni istante
Equilibrio economico e aziendale I
Per esaminare il legame che c’è tra l’equilibrio e la funzione obiettivo dell’impresa occorre analizzare la differenza, vista in precedenza, tra equilibrio soggettivo ed oggettivo.
Nel concetto di Goodwill avevamo espresso una condizione necessaria all’avviamento che risultava dalla capitalizzazione dei profitti economici attesi.
L’esistenza del profitto economico è condizione necessaria ma non sufficiente in quanto abbiamo visto che occorre anche che i
Equilibrio economico e aziendale II
La condizione di equilibrio va quindi modificata considerando: la sommatoria attualizzata delle variazioni del profitto
economico (∆αt)
la valutazione di tale sommatoria rispetto ad un valore complessivo (V ) che risulta essere equo per il capitalista. Queste ci conducono ad analizzare due equazioni per
esprimere l’equilibrio aziendale.
Accanto alla capitalizzazione dei profitti attesi che è data da:
G =X PE
Equilibrio economico e aziendale III
C’è una nuova espressione data dalle due condizioni precedenti:
X ∆αt
(1 + i)t ≥ V (7)
Queste due condizioni sono sufficienti (e non solo necessarie) al raggiungimento dell’equilibrio economico anche in termini soggettivi. Il finalismo aziendale converge con l’equilibrio economico.
Equilibrio economico e aziendale IV
Sono numerose le teorie del valore. Generalmente il valore aziendale viene misurato attraverso il valore economico del capitale ovvero del capitale economico.
Il valore del capitale economico (Ce) è dato dall’attualizzazione dei flussi di reddito:
Ce =X Rt
(1 + i)t (8)
dove:
Rt è il reddito per ciuscun periodo t
i è il tasso di attualizzazione t è il periodo di tempo considerato.
Equilibrio economico e aziendale V
Il capitale economico a differenza del capitale aziendale è una misura del complesso di condizioni di produzione sulla base dei redditi futuri, quindi esprime una misura di potenzialità
reddituale dell’azienda.
Il valore di avviamento G è una componente del capitale economico dell’impresa, infatti nel valore dell’avviamento misuriamo il reddito prospettivo al netto del capitale proprio (cioè il profitto atteso).
Equilibrio economico e aziendale VI
Dalla relazione tra PE , G ed R si evince che: l’esistenza di un profitto economico è necessaria per avere un valore
dell’avviamento positivo; un valore dell’avviamento è
condizione necessaria affinchè il capitale economico presenti un surplus di valore; da cui si deriva che il valore dell’azienda è una sintesi di una serie di successivi stati di equilibrio, ovvero che l’equilibrio economico è il presupposto della creazione di valore.