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IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI IN CRESCITA E SVILUPPO

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IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI IN CRESCITA E SVILUPPO

Corso di Economia delle Istituzioni – Professoressa G. Autiero Anno Accademico 2014/2015

Schettini Miriam

Avallone Filomena Maria

Pisacreta Michele

(2)

Perché alcuni Paesi sono più poveri di altri?

Perché vi è crescita economica in alcuni Paesi e stagnazione in altri?

Cosa può essere fatto per stimolare la crescita economica e

migliorare le condizioni di vita?

(3)

Il presente lavoro ha l’obiettivo di fornire una risposta, seppur

parziale, a tali quesiti attraverso lo sviluppo dello schema analitico di seguito illustrato.

1. Causa fondamentale della differenza tra Paesi : Istituzioni.

2. Definizione e caratteristiche peculiari delle Istituzioni.

3. Impatto delle istituzioni sulla vita economica e politica delle società.

• Casi esemplificativi:

4. Individuazione del processo di formazione delle istituzioni attraverso l’analisi dell’interazione tra:

• Istituzioni economiche

• Potere politico

• Istituzioni politiche

colonialismo europeo

Repubblica democratica di Corea – Repubblica di Corea

Determinano gli incentivi dei principali attori economici nella società e la distribuzione delle risorse nel futuro

Ruolo cruciale nella determinazione delle Istituzioni economiche.

Si distingue in due componenti: Potere politico de jure – potere politico de facto

Determinano i limiti e gli incentivi cui vanno soggetti gli attori principali, stavolta, però, nella sfera politica.

(4)

5. Tranelli delle Riforme

1. Persistenza di potere e incentivi: effetto ad altalena Casi di studio:

Riforma e nuovo clientelismo in America Latina

Politiche di regolazione delle strutture in Africa Lezione generale

2. Persistenza del potere De Facto Casi di studio:

persistenza dell’equilibrio sistemico nel Sud America dopo la guerra civile.

La reinvenzione del Partito Popolare di Cambogia Lezione generale

3. La legge di ferro dell’Oligarchia

Casi di studio:

La rivoluzione boliviana e la legge di ferro dell’Oligarchia Lezione generale

Africa sub-Sahariana: combattere il fuoco col fuoco

Lezione generale

(5)

6. Riforme riuscite

Caso esemplificativo: Botswana

7. Conclusioni generali

(6)

1. CAUSA FONDAMENTALE DELLA DIFFERENZA TRA SVILUPPO ECONOMICO E CRESCITA ECONOMICA TRA PAESI

Differenze tra capitale umano, capitale fisico e tecnologie

Cause prossime

Causa

fondamentale

ISTITUZIONI

(7)

2. COSA SONO LE ISTITUZIONI?

Douglass North : <<Le istituzioni sono le regole del gioco in una società o, in modo più formale, sono i limiti concepiti dall’uomo per delineare le interazioni umane>>.

Implicazioni chiave

Stabilite a livello sociale (non

influenzate da

fattori esterni, fuori dal controllo umano)

Sono le

“regole del gioco”:

presiedono ai comportament i

Effetti attraverso

incentivi

(8)

Le istituzioni si differenziano tra le società a causa di:

Metodi di decisione

(democrazia vs dittatura)

Istituzioni economiche (diritti di proprietà, barriere all’entrata…)

Possono, altresì, differire all’interno di società democratiche perché il potere politico è detenuto da gruppi sociali differenti o

perché la democrazia è

sull’orlo del collasso

(9)

IMPATTO DELLE ISTITUZIONI

Presenza di enormi differenze nel modo in cui la vita economica e politica dei Paesi è organizzata.

Sono le Istituzioni l’unico fattore discriminante di

determinazione di tali differenze? Se si, quale tipo di Istituzioni?

L’evidenza empirica non è in grado di stabilire con certezza quale la tipologia di istituzioni capace di garantire la

crescita e standard elevati.

(10)

Un valido approccio per lo studio comparato di casi di assetti

istituzionali, al fine di identificare quelli che hanno avuto risultato positivo, può essere quello di isolare un caso in cui un medesimo

fattore esogeno di determinazione istituzionale ha avuto esiti diversi.

COLONIALISMO EUROPEO

NAZIONI ESTRATTIVE

(Africa, America Centrale, Caraibi, Sud Asia)

• Poca protezione per la proprietà privata

• Mancanza di un sistema pesi e contrappesi politici

• Creazione di un forte apparato centrale che facilitasse l’estrazione delle risorse in breve

tempo

NAZIONI INCLUSIVE

(Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda)

• ampie fasce di popolazione di

accedono alla ricchezza o al potere. 

• possibilità di

partecipazione politica a una quota

relativamente estesa di cittadini

• Equa ripartizione delle

risorse

(11)

Ulteriore caso esemplificativo è costituito da:

REPUBBLICA

DEMOCRATICA DI COREA (Kim II Sung)

•Gestione centralizzata dell’economia

•Ruolo marginale della proprietà privata

REPUBBLICA DI COREA

•Organizzazione

capitalista dell’economia

•Proprietà privata dei mezzi di produzione Esiti: Minima crescita dal

1950 sotto le istituzioni e le politiche comuniste

Esiti: Rapida crescita

sotto le istituzioni e le

politiche capitaliste

(12)

4. DIFFERENZE TRA MODELLI ISTITUZIONALI

Consideriamo la relazione tra tre caratteristiche istituzionali:

1. ISTITUZIONI ECONOMICHE

Le istituzioni economiche sono importanti per la crescita, giacché

determinano gli incentivi dei principali attori economici nella società; in

particolare, esse influenzano gli investimenti nel capitale fisico e umano e

nella tecnologia, oltre all’organizzazione della produzione.

Esse determinano il potenziale di crescita economica a livello aggregato e la distribuzione delle risorse nel futuro.

Possiamo sintetizzare schematicamente quest’idea come (dove la t si riferisce al periodo corrente e t+1 al futuro):

 

Distribuzione delle

risorse

t+1

(13)

2. POTERE POLITICO

Le istituzioni economiche sono endogene. Vengono determinate come scelte collettive della società. Non esiste, tuttavia, alcuna garanzia che tutti i singoli e i gruppi preferiscano lo stesso insieme di

istituzioni economiche giacché, come evidenziato sopra, diverse istituzioni economiche conducono a diverse distribuzioni delle

risorse. Di conseguenza, ci sarà un tipico conflitto di interessi tra i vari gruppi ed individui sulla scelta in questione. Come vengono dunque determinate le istituzioni economiche in equilibrio?

È assai probabile che il gruppo che ne ha di più sarà quello che

anche si assicurerà il complesso di istituzioni che preferisce

(14)

Anche la ripartizione del potere politico nella società è un fattore endogeno.

Due componenti del potere politico

De jure Nasce dalle

istituzioni politiche della

società.

De facto Deriva dalla capacità di un gruppo di usare la

coercizione nei

confronti degli altri

(15)

3. ISTITUZIONI POLITICHE

Similmente a quelle economiche, determinano i limiti e gli incentivi cui vanno soggetti gli attori principali, stavolta, però, nella sfera politica.

Esempi di istituzioni politiche includono la forma di governo (democrazia vs dittatura o autocrazia)

potere politico de jure

t

istituzioni politiche

t

(16)

Il potere politico ha, tuttavia, più possibilità rispetto alle istituzioni. Un gruppo di individui, anche se le istituzioni politiche non gli accorda il potere può ciò nondimeno

possederlo, nel senso che può ribellarsi, usare armi, prendere mercenari, cooptare l’esercito o innescare proteste

economicamente costose ma essenzialmente pacifiche al fine di imporre i propri desiderata alla società.

potere politico de facto

t

distribuzione delle risorse

t

(17)

Se mettiamo assieme tutti i pezzi, ecco una rappresentazione schematica (e semplicistica) del quadro:

Istituzioni politiche

Potere

politico de jure

Istituzioni economiche

Performanc e

economica Distribuzio ne delle risorse Distribuzio

ne di risorse

Potere politico de

facto

Istituzio ni

politich

e

(18)

5. Tranelli delle Riforme

Non è possibile delineare con precisione quali siano le circostanze nella quali un equilibrio politico

disfunzionale si innesti, né tantomeno quali siano le cause della sua persistenza. Ai fini dell’analisi può essere, pertanto, utile soffermarsi su di uno

specifico assetto istituzionale, come quello democratico, per tentare di ravvisarne luci ed ombre.

Da tale lavoro analitico emergono tre possibili

trappole della politica riformatrice che nonostante

il cambiamento in alcune variabili economiche ed

istituzionali, lasciano nel concreto invariata la

situazione di partenza.

(19)

I. Persistenza di potere e incentivi:

effetto ad altalena

Riformare le istituzioni economiche può essere inefficace la distribuzione del potere rimane immutata e può indurre

non ad un cambiamento, ma ad una semplice transizione di

potere.

(20)

Casi di studio

• Riforme e nuovo clientelismo in America Latina

Il partito Peronista tradizionale, per ottenere la conferma del proprio potere, predispose la redistribuzione delle entrate e delle rendite. Nonostante ciò, però, i cambiamenti nella distribuzione del potere nella società e nei modi attraverso i quali le dinamiche clientelistiche erano attuate, non furono tali da indurre ad un vero e proprio cambiamento. Difatti il potenziamento economico fu quasi irrilevante.

•L'adeguamento strutturale della politica in Africa

Il tentativo di abolire il patronaggio in Africa attraverso l’impiego nel settore

pubblico ebbe il solo effetto negativo di indurre ad un nuovo stato repressivo delle regioni africane.

Lezione generale

Imporre specifiche riforme istituzionali può avere un impatto minimo sulla struttura generale delle istituzioni e delle performance

economiche se l’equilibrio politico di partenza resta invariato.

(21)

II. Persistenza del potere De Facto

Riformare il potere politico de jure o introdurre la democrazia può non essere sufficiente per indurre ad un cambiamento

istituzionale, poiché il potere politico de facto può persistere

invariato e ricreare un sistema simile a quello precedente, che

conserva le stesse inefficienze.

(22)

Casi di studio

• persistenza dell’equilibrio meridionale

•La reinvenzione del Partito popolare cambogiano

LEZIONE GENERALE

Cambiamenti nelle istituzioni che interessano il potere politico de jure, per essere efficaci, necessitano di essere implementati da mutamenti

nelle fonti del potere politico de facto delle elite.

(23)

3. La legge di ferro dell’Oligarchia

Una riforma simultanea del potere politico de facto e del potere politico de jure, potrebbe non essere sufficiente ad instaurare un equilibrio politico efficiente poiché coloro che acquisiscono il potere nel nuovo assetto potrebbero non avere i giusti incentivi. Potrebbero, pertanto,

restaurare lo status quo lasciando immutata la situazione precedente.

Tale situazione rimanda concettualmente alla Legge

ferrea dell’Oligarchia.

(24)

Casi di studio

•La rivoluzione Boliviana e la legge di ferro.

•Combattere il fuoco col fuoco: insurrezioni nell’Africa sub- sahariana

Lezione generale

Alle riforme istituzionali devono affiancarsi riforme degli incentivi delle nuove elites e differenziare le loro scelte

da quelle delle precedenti elites.

(25)

6. RIFORME RIUSCITE

Casi esemplificativi

• Cambiamento istituzionale britannico nel diciassettesimo e nel diciannovesimo secolo

•Successo delle riforme istituzionali in Botswana

LEZIONE GENERALE

È un’ipotesi attendibile che le riforme istituzionali abbiano successo laddove gli interessi delle elites politiche

convergano con quelli collettivamente desiderabili.

(26)

7. CONCLUSIONI

•Principale determinante delle differenze economiche tra Paesi:

differenze nelle istituzioni economiche.

•Le differenze nelle istituzioni tra i Paesi riflettono diverse scelte collettive.

•Per indurre lo sviluppo economico è necessario comprendere quali strumenti possono essere impiegati per favorire la

transizione da un equilibrio politico negativo ad uno positivo.

•Esistono, nell’attuazione di riforme, dei possibili fallimenti che possono lasciare immutata la situazione precedente o avere un effetto peggiorativo.

•L’assetto democratico non è conditio sine qua non di equilibrio

politico.

Riferimenti

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