SERVIZIO CIVILE ALL’ESTERO
Caschi Bianchi: ETIOPIA 2017
SCHEDA SINTETICA – Etiopia (CVM) Volontari richiesti: N.2 (2 Sede Debre Marcos) PAESE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: ETIOPIA
Area di intervento: Cooperazione allo Sviluppo ai sensi della Legge 125/2014.
INTRODUZIONE
FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.
FOCSIV realizza il presente Progetto attraverso la ONG CVM
Da quasi 40 anni CVM è impegnato in Etiopia in attività volte all’approvvigionamento idrico, promozione dell'igiene, alla lotta contro l’AIDS, supporto alle donne, cura degli orfani e ragazzi di strada. Le forme globali di ingiustizia e di emarginazione continuano ad esistere e ad opprimere interi popoli. Lo “sviluppo di tutto l’uomo e di tutti gli uomini” rimane il fine ultimo che CVM vuole perseguire. In Africa la fame, l’AIDS, la mancanza di beni essenziali quali il cibo, l’acqua pulita, un’abitazione dignitosa, l’istruzione ed altro, privano uomini e donne della possibilità di una vita normale e della loro dignità di persone. La scarsità di risorse essenziali (cibo/acqua) sono fonte di tensione di conflitti fra gruppi ed etnie. Per questa ragione tutti i progetti prevedono un ampio coinvolgimento della popolazione locale e delle comunità beneficiarie. Nella convinzione che la valorizzazione delle potenzialità locali sia la strada più giusta per la ricerca di un cambiamento, l’organico del CVM in loco è prevalentemente costituito da personale locale sia nei ruoli direttivi che operativi. Nel 1980 CVM avvia l’implementazione del primo progetto idrico nella zona del Wolayta. Nel corso del tempo CVM ha continuato a promuovere progetti nello stesso settore ed ha acquisito una profonda conoscenza del contesto territoriale e sociale e di collaborazione con gli uffici locali competenti. Alla fine degli anni ’90, progetti WASH hanno interessato altre zone della Regione Southern Nations Nationalities and Peoples e successivamente le Regioni dell’ Oromia e del Benishangul Gumuz. Dal 1994 CVM conduce progetti di prevenzione e controllo del virus dell’ HIV/AIDS nelle Regioni dell’Amhara.
Dal 2008 tutti i progetti hanno sviluppato un raggio specifico d’azione rivolto ai gruppi più vulnerabili della società, promuovendo quindi la difesa dei diritti dei bambini orfani, la formazione e la scolarizzazione delle ragazze, creazione di gruppi di auto-mutuo-aiuto di donne sieropositive e microcredito. Dal 2005 realizza progetti di impiego di servizio civile organizzando una stretta collaborazione tra volontari e personale locale su tutti i settori d’intervento.
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE O DELL’AREA GEOGRAFICA DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:
Contesto Etiopia:
La Repubblica Democratica Federale d'Etiopia è uno stato dell'Africa orientale che vanta un'identità plurimillenaria, tanto che è considerata il più antico stato del continente. Unica fra gli stati africani, la monarchia etiope conservò la sua indipendenza durante tutto il periodo coloniale, fatta eccezione per l'occupazione italiana (1936-1941). Il Paese, infatti, ha suscitato gli appetiti espansionistici dell’Italia, soprattutto dopo l’apertura del canale di Suez che ha reso strategico il controllo del Mar Rosso. Solo in
seguito alla dura sconfitta durante la battaglia di Adua, il governo italiano ha riconosciuto l’indipendenza dell’Etiopia. La politica estera etiope è stata dominata dalla tensione con la vicina Eritrea: il conflitto sul confine tra i due Paesi, terminato solo nel 2000 col trattato d'Algeri, ha provocato la morte di più di 70.000 persone e non può dirsi ancora superato, visto che permangono disaccordi sulla demarcazione del confine.
L’Etiopia tuttavia ha recentemente rifiutato l’arbitrato di una commissione indipendente che aveva assegnato alcuni territori contesi all’Eritrea, e attualmente il confine tra i due paesi è costantemente monitorato da una missione. Ulteriore testimonianza del conflitto è ancora la presenza sul territorio di un numero considerevole di vari tipi di ordigni non esplosi e mine antiuomo ed anticarro. Da non sottovalutare per l’equilibrio nazionale sono anche le rivendicazioni delle varie comunità che abitano il paese: la ribellione endemica nella regione di Gambella, al confine con il Sudan; i frequenti scontri armati nei pressi del confine somalo; e le rivendicazioni delle comunità Afar e Oromo. Nel biennio 1984-1985 il paese è stato colpito da una carestia di vastissime proporzioni che ha portato alla morte 1 milione di persone. Stremato da golpe sanguinosi, rivolte, siccità su larga scala, dal problema dei rifugiati ed infine dalla ritirata dei protettori sovietici, il regime venne deposto da una coalizione di forze ribelli, il FRDPE nel 1991. Nel 1993 venne proclamata l’indipendenza dell’Eritrea, mentre l’EPRDF (Ethiopian People’s Revolutionary Democratic Front) con a capo Meles Zenawi vara una nuova Costituzione e organizza una serie di elezioni da cui il partito esce vincitore. Zenawi viene eletto primo ministro nel 1995 e verrà confermato alla carica anche alle consultazioni del 2000. Le elezioni della primavera 2005 invece di consolidare il potere dell’EPRDF si sono rivelate un boomerang. I numerosi brogli che hanno caratterizzato le consultazioni e i successivi scontri di piazza, che hanno provocato centinaia di vittime, hanno mostrato come la questione dei diritti civili e politici nel Paese sia ancora preoccupante. Nel 2010 le elezioni politiche sono state nuovamente vinte dal partito del primo ministro Zenawi, nonostante le accuse di brogli e abusi mosse anche in questa occasione dalle opposizioni. Il 20 agosto 2012 Zenawi morì in seguito ad una grave infezione. Oggi il Presidente in carica è Mulatu Teshome Wirtu e il primo ministro è Haile Mariam Desalegn, in precedenza già vice primo ministro e Ministro degli Affari Esteri dal 2010 al 2012.
A causa della guerra prolungata con l’Eritrea, l’Etiopia si trova a dover dipendere quasi interamente dal porto di Gibuti per le esportazioni e le importazioni. Ciò nonostante i dati indicati dalla Banca Mondiale, indicano che il Paese ha mantenuto un tasso di crescita del PIL significativo dal 2009 al 2014, compreso tra l’8,7 e il 12,6%. Negli ultimi quattro anni, il Paese infatti ha registrato un tasso di crescita medio dell’11% annuo. Alla forte crescita del PIL ha fatto seguito quella dell’inflazione media annuale. Il tasso di inflazione registrato nel 2015 è dell’10,1% ancora altro, nonostante la notevole riduzione rispetto al 2012, stimato al 22,9%.
Ad ogni modo, il settore trainante dell’economia etiope è ancora l’agricoltura, che rappresenta il 41,4% del PIL e che è fortemente arretrata e dipendente dalle variabili precipitazioni, le quali possono dare un ottimo raccolto o, come molto spesso accade, provocare siccità e carestie spaventose. Nelle regioni meno elevate, a clima caldo e umido, si coltivano mais e cotone. Negli altopiani fra i 1800 e i 2400 m, che sono le zone più salubri e popolate, si coltivano cereali (orzo, sorgo e teff) e sesamo per uso alimentare interno e caffè per l’esportazione. È in crescita anche il fenomeno del land grabbing, strettamente legato agli sgomberi forzati e all’uso eccessivo della forza da parte di polizia e militari e che produce numerosi problemi ambientali (erosione del suolo, deforestazione, perdita di biodiversità, desertificazione). Il risultato è che quasi ogni anno il paese deve dipendere dagli aiuti internazionali per sfamare la popolazione (4,6 milioni di abitanti necessitano annualmente d’assistenza alimentare, cosa che rende il Paese uno dei più insicuri del mondo a livello alimentare). L’Etiopia infatti si colloca al 174o posto della classifica UNDP 2015 con un indice di sviluppo umano pari a 0.442 ed il 29,6% della popolazione vive infatti ancora sotto la soglia di povertà: la maggioranza della popolazione ha un ridottissimo introito economico e c’è una notevole scarsità di cibo.
Il livello educativo è basso, specialmente tra la popolazione femminile: il 51% della popolazione è analfabeta (tra cui il 59,9% delle donne). Si registra inoltre un notevole incremento demografico della popolazione.
Infatti, il tasso di fecondità è tra i più alti nella classifica mondiale: 5,1 è il numero medio di figli partoriti da una donna, con un indice di natalità pari al 37%.
Dal punto di vista sanitario l’Etiopia è scarsamente servita da ospedali, nonostante siano presenti molte malattie infettive, in occidente facilmente prevenibili e curabili. Il sistema sanitario del paese non è infatti ancora in grado di rispondere quantitativamente e qualitativamente al bisogno della popolazione. Indice di questo è l’elevata mortalità delle donne al momento del parto che si aggira alle 353 su 100.000 nascite. I servizi sanitari sono mal distribuiti, con una capacità di risposta insufficiente alla richiesta della popolazione e localizzati principalmente nelle città (solamente 6 letti ospedalieri disponibili per 1.000 abitanti). Inoltre l’accesso a queste strutture è proibito ai poveri provenienti da zone rurali del Paese, solo il 28% della popolazione ha accesso a servizi sanitari adeguati, e solamente o il 58% ha accesso all’acqua potabile. Una delle conseguenze riguarda la categoria più a rischio: i bambini. Il 24% è sottopeso con un tasso di mortalità infantile elevatissimo: 53,37 morti ogni 1,000 nascite (fonte: Central Intelligence Agency).
Inoltre sono ancora piuttosto frequenti le violazioni dei diritti umani. Le vittime sono spesso donne, che subiscono abusi, violenze, discriminazioni, mutilazioni genitali (quasi il 60%) e molto spesso non hanno la possibilità di agire le vie legali per vergogna o ignoranza. Anche i bambini sono una categoria a forte rischio.
Oltre agli abusi sessuali e accesso all’istruzione, un dato allarmante in Etiopia è il lavoro minorile che
coinvolge più di 10 milioni di bambini, ovvero più del 10% della popolazione (stimata, nel 2015, in circa 94 milioni).
Infine, anche la libertà di stampa è limitata tanto che il Freedom of the press rankings (Rapporto 2015) colloca il Paese al 142° posto su scala mondiale, in una classifica di 180 Paesi. Solo nel 2016 sono 6 i giornalisti arrestati e tutt’ora in carcere. Membri e leader del partito d’opposizione e manifestanti sono vittime di esecuzioni extragiudiziali. Vengono usate spesso misure repressive nei confronti della società civile, dei mezzi d’informazione e dell’opposizione politica, facendo tra l’altro uso eccessivo della forza contro manifestanti pacifici, disturbando le campagne dell’opposizione politica e i loro osservatori incaricati di seguire le operazioni di voto. La polizia e l’esercito eseguono arresti di massa di manifestanti, giornalisti e membri di partiti dell’opposizione
Di seguito si riportano le esperienze maturate dalle singole organizzazioni che opereranno nel Paese con il presente progetto e una breve presentazione dei rispettivi partner (nella parentesi l’ente che avrà la diretta responsabilità delle attività della sede e l’indicazione del codice Helios della sede).
DESCRIZIONE DEL PROGETTO PER SEDE
DEBRE MARCOS- zona East Gojjam (CVM 61257)
La zona dell’East Gojjam è una delle 11 Zone Amministrative della Regione Amhara. E’ composta da 20 province (16 Woreda e 4 città indipendenti) e 435 Kebele/municipalità (di cui 395 urbane e 40 rurali) con una popolazione totale di 2.496.325 abitanti (pop. maschile: 1.221.255, pop. femminile: 1.257.070). L’86% della popolazione vive in aree rurali ed è impegnata in attività agricole tradizionali: si tratta di agricoltura di sussistenza che subisce le conseguenze del degrado ambientale e della scarsità delle risorse idriche.
L’accesso all’acqua potabile resta uno dei più grandi problemi della Zona. In base a dati del 2007 solo la metà dei 2.168.317 abitanti delle zone rurali ha accesso ad acqua potabile. Nelle aree urbane solo 196.335 persone su 296.525 beneficia dell’acqua potabile. La regolare erogazione dell’elettricità è garantita all’8%
della popolazione. La Zona è fornita di 2 strutture ospedaliere (Debre Marcos e Motta) e 3 in costruzione, 100 centri sanitari e 406 Health Post (piccoli centri per le emergenze a livello di comunità). Le malattie maggiormente diffuse fra la popolazione sono: parassiti intestinali, diarrea, malaria, problemi respiratori, gastriti, febbri acute. Il 51,34% degli abitanti ha un’età compresa tra 0 e 14 anni. Debre Marcos è il capoluogo distrettuale e conta una popolazione pari a 85.597 persone. Situata a circa 300 km a nord ovest di Addis Abeba, sulla strada che collega la capitale con il capoluogo regionale Bahir Dar, Debre Marcos rappresenta uno snodo importante che accoglie numerosi viaggiatori ogni giorno. Nonostante il ruolo istituzionale e la presenza dell’Università, la città conserva tutte le caratteristiche di un piccolo paese rurale in cui la metà della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà.
Nel territorio di Debre Marcos - East Gojam CVM interviene nel settore Tutela Infanzia Adolescenza.
Settore di intervento del progetto Tutela Infanzia Adolescenza.
La Regione Amhara è la regione con la maggiore incidenza del virus dell’HIV/AIDS di tutta l’Etiopia: circa 331.718 sono le persone sieropositive, di cui 195.720 sono donne. Nell’Amhara vivono circa 1,54 milioni di orfani (di cui 1,34 milioni in zone rurali) di questi, 356.539 sono orfani a causa dell’AIDS. Il più alto tasso di infezione è registrato tra i 15 ed i 24 anni di età con il 58% delle nuove infezioni che si verificano tra donne.
Fattori demografici, occupazionali, comportamentali e sociali mettono le persone a rischio. L’AIDS è profondamente radicato alle questioni di povertà, genere e pratiche culturali. La disuguaglianza di genere, le tradizioni, gli squilibri di potere e la proprietà economica, la carenza generale dei diritti di base restano al centro del legame tra povertà ed AIDS. Pertanto è importante considerare e cercare di rafforzare il ruolo dei gruppi più vulnerabili come: bambini orfani, donne e ragazze per far fronte anche al diffondersi dell’epidemia.
Grande peso ce l’hanno inoltre le pratiche tradizionali nocive come la mutilazione genitale, il matrimonio precoce, le tradizionali cure legate al parto che sono praticate comunemente soprattutto nelle comunità rurali del paese. Circa il 75% della popolazione femminile della Regione Amhara ha celebrato il matrimonio prima del compimento del 18° anno di età, di cui circa il 10% ha contratto il primo matrimonio all’età di soli 10 anni.
Il livello di istruzione superiore delle ragazze è molto basso: il 40% della popolazione femminile non ha accesso alla formazione scolastica, mentre il resto ha ricevuto una preparazione elementare. La vulnerabilità delle donne è causata principalmente da vincoli economici, che le porta ad essere esposte a sfruttamento sessuale. Tale condizione è causa a sua volta di discriminazione e violenza di genere, dipendenza economica dai partner, basso livello educativo, insufficiente conoscenza del virus e conseguente mancanza di prevenzione. All’interno della popolazione femminile dell’area esistono dei sottogruppi maggiormente a rischio: le studentesse, le domestiche e le bariste/cameriere. I bambini orfani sono una delle gravi conseguenze dell’epidemia. Nella Zona dell'East Gojjam i bambini sotto i 18 anni sono circa 797.739 di cui almeno il 10% ha preso un genitore o entrambe. La morte di uno o entrambi i genitori e i conseguenti problemi economici, costringono i bambini a lasciare la propria casa e la scuola per vivere in strada e
cercare un modo qualsiasi per sopravvivere. La disgregazione familiare comporta inevitabilmente la perdita di un posto dove vivere e povertà. I bambini si trovano, così, a dover vivere in strada e a dover affrontare le situazioni più difficili: fame, freddo, malattie, abusi e violenze, solitudine. I piccoli guadagni ottenuti con lavori improvvisati per strada non garantiscono loro una vita dignitosa e li privano della possibilità di soddisfare i bisogni primari: casa, cibo, acqua non sono beni a cui possono accedere normalmente. Parenti o amici della famiglia di origine dell’orfano, decidono spesso di prendersi cura dei bambini rimasti soli, ma non hanno una condizione economica tale da poter garantire l’aiuto adeguato al nuovo arrivato. La povertà può compromettere l’equilibrio familiare aggravato dalla presenza di una persona in più di cui prendersi cura, generando nuovamente alcune delle cause che potrebbero spingere i bambini a tornare a vivere in strada.
La maggior parte di questi bambini, dopo aver abbandonato gli studi in età prematura per vivere in strada, non riesce a trovare un’occupazione regolare e deve pertanto vivere di piccoli espedienti quotidiani, incorrendo così spesso in altre problematiche: criminalità, alcolismo e uso di droghe. Molti fra loro, in particolare le ragazze, cadono nella rete della prostituzione e dello sfruttamento lavorativo. Prostituzione e violenze espongono i bambini al rischio di contrarre l’HIV/AIDS. Anche le studentesse sono un gruppo a rischio in quanto vittime di violenze all’interno del contesto educativo o costrette a prostituirsi per pagarsi gli studi o le spese per spostarsi e mantenersi nella città della scuola. Tra i bambini di strada il tasso di abbandono scolastico è molto alto a causa di problemi famigliari e la mancanza di interventi da parte del governo e delle autorità scolastiche locali per favorire il proseguimento degli studi dei meno fortunati. I bambini con genitori sieropositivi allo stadio finale della malattia decidono spesso di lasciare la scuola per assisterli. Dopo la loro morte non hanno la possibilità di tornare a studiare a causa della mancanza di risorse economiche a disposizione di parenti e amici che hanno deciso di occuparsi di loro. Il limite principale è quindi la mancata possibilità di sostenere le spese per l’educazione, in quanto non sono previsti percorsi alternativi per bambini poveri e orfani. L’accesso all’istruzione obbligatoria è gratuito, ma occorre sostenere le spese per libri, quaderni e tutto il materiale didattico necessario, oltre a provvedere all’acquisto dell’uniforme.
I partner: per la realizzazione del presente progetto CVM collaborerà con i seguenti partner:
¾ Ufficio di prevenzione e controllo del virus dell’HIV/AIDS Regionale (HAPCO)
Si tratta dell’l'Ente Regionale preposto al coordinamento di attività di prevenzione dell'HIV/AIDS ed al controllo delle attività di ONG locali e non, CBO (Community Based Organization - Organizzazione a base comunitaria), associazioni di persone sieropositive nel costruire le loro capacità, e facilitare la mobilitazione di risorse da vaie fonti di finanziamento, favorire reti di partenariato, sviluppare un sistema di monitoraggio e di valutazione per rafforzare ed intensificar la prevenzione dell'HIV/AIDS attuando un approccio multi- settoriale per poter dare una risposta concreta alla prevenzione dell'HIV/AIDS. L'obiettivo principale dell'HAPCO è quello di sostenere le istituzioni per promuovere sforzi concertati e migliorare la condivisione di esperienze, promuovere la creazione di associazioni di PLWHA e costruire le loro capacità in risposta al virus/malattia, promuovere la sensibilizzazione a tutti i livelli degli uffici amministrativi di Stato e realizzare un sistema per mobilitare le comunità nel partecipare in risposta specialmente in temi di cura e supporto.
HAPCO interviene su due grandi aree strategiche, vale a dir la creazione di un ambiente favorevole, rafforzando le capacità delle comunità, mobilizzandole, coordinando i vari gruppi e sviluppando il networking e la creazione di partenariati; e dare priorità a delle aree programmatiche come intensificare e rafforzamento dell'assistenza ed il supporto ai sieropositivi. HAPCO opera con uffici a livello regionale, di zona e woreda.
Ogni struttura ha una comunicazione periodica, di monitoraggio e programmatica relazione tecnica. Infine HAPCO collabora trasversalmente con i Ministeri in diversi settori, con i propri uffici governativi settoriali dell'amministrazione della Zona con i quali CVM coordina gli interventi che ricadono nelle rispettive sfere d'influenza. La collaborazione non si limita a comunicazioni di routine ma consiste anche nella condivisione di mezzi logistici, personale, cogestione di azione, ecc.
¾ Uffici Zonali dell'East Gojjam: Ufficio Sanitario, Dipartimento per la Promozione delle Donne, Ufficio per l’Educazione, il Ministero del lavoro ed Affari sociali.
Si tratta di uffici settoriali dell’Amministrazione della Zona con i quali CVM coordina gli interventi che ricadono nelle rispettive sfere d’influenza. La collaborazione non si limita a comunicazioni di routine ma consiste anche nella condivisione di mezzi logistici, personale, cogestione di azioni, ecc.
La missione di questi Uffici di zona è quella di monitorare e promuovere l'attuazione della convenzione internazionale e delle leggi nazionali pertinenti le donne, i bambini, i giovani, nonché il loro coinvolgimento e partecipazione nel mondo dell'educazione e del lavoro. Lo scopo è quello di eguagliare la partecipazione di donne e giovani alla vita sociale e di beneficiarne in campo economico, sociale e politico e di proteggere i diritti e la sicurezza dei bambini. Gli Uffici Zonali dell'East Gojjam: Ufficio Sanitario, Dipartimento per la Promozione delle Donne, Ufficio per l’Educazione, il Ministero del lavoro ed Affari sociali; hanno il potere e dovere di creare consapevolezza sulle questioni riguardanti donne, bambini e giovani; raccogliere, compilare e diffondere tutte le informazioni i soggetti interessati sulle realtà oggettive riguardanti queste figure;
Garantire o creare le opportunità per le donne e i giovani; Incoraggiare e sostenere le donne e i giovani in base alla loro libera volontà ed esigenza, al fine di difendere i loro diritti e risolvere i loro problemi. Il tutto coordinando tutte le parti interessate per proiettare i diritti e il benessere di donne, bambini e giovani.
Nel settore Tutela Infanzia e Adolescenza CVM interviene nel territorio della Zona di East Gojjam a Debre Marcos con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.
Destinatari diretti
¾ n. 973 Bambini/giovani (orfani, ragazzi di strada);
¾ n. 30 Ragazzi/e;
¾ n. 40 Studentesse;
¾ n. 40 membri di famiglie Affidatarie.
Beneficiari indiretti
¾ I ragazzi formati organizzeranno incontri di sensibilizzazione coinvolgendo in un anno rispettivamente 20 coetanei per un totale di 480 ragazzi.
¾ Le famiglie affidatarie con le attività generatrici di reddito porteranno beneficio all'interno delle loro famiglie per un totale di 240 persone;
¾ Le famiglie delle 40 ragazze supportate in educazione superiore ed universitaria e dei 30 ragazzi/e in formazione professionale, per un totale di 350 persone, avranno benefici dall'elevato livello di istruzione delle ragazze che potrà garantire un entrata maggiore e non si dovranno far carico delle spese;
¾ Il supporto alle famiglie affidatarie potrà garantire benefici anche agli altri componenti della famiglia, circa 240 persone.
¾ Le famiglie, circa 3.000 persone, beneficeranno della formazione dei bambini/giovani.
OBIETTIVI DEL PROGETTO
¾ Garantire il riconoscimento del diritto alla famiglia, all’istruzione, alla salute e al lavoro a 60 orfani e ragazzi di strada
¾ Migliorare le condizioni economiche di 60 famiglie affidatarie.
¾ Formare professionalmente 30 ragazzi/e che potranno provvedere al proprio sostentamento ed a quello familiare.
¾ Supportare la formazione scolastica di 40 studentesse di Debre Marcos, riducendo del 2% la percentuale della popolazione femminile che non ha accesso alla formazione scolastica superiore/universitaria.
COMPLESSO DELLE ATTIVITA’ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI
Per ogni sede di realizzazione del progetto si riportano di seguito il dettaglio delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi precedentemente identificati.
Azione 1 - Assistenza psicologica, riunificazione familiare e capacity building a 60 bambini di strada 1. Indagine valutativa per l’individuazione di 60 bambini di strada e di 60 famiglie affidatarie.
2. Formazione ed assistenza psicologia di 3 mesi per 60 bambini di strada da riunificare.
3. Organizzazione di incontri per 24 bambini riunificati sull’educazione alla pari.
4. Corso di formazione in Capacity building e supporto per le associazioni di bambini vulnerabili per n.
39 bambini/ragazzi di strada.
5. Organizzazione di 6 attività socio-educative sotto forma di attività ludico-ricreative.
6. Formazione di educazione alla pari per 20 bambini/ragazzi di strada.
7. Incontro annuale per scambio di esperienze e buone pratiche per i 20 bambini/ragazzi educatori alla pari.
8. Supporto scolastico per 250 bambini.
9. Costituzione di 2 associazioni per bambini vulnerabili (bambini di strada ed orfani).
10. Corso di formazione in abilità di vita e leadership per 20 ragazzi di strada.
Azione 2 – Sostegno per 60 famiglie affidatarie
1. n. 12 Incontri tra bambini di strada e famiglie riunificate
2. Corso di formazione per 60 famiglie affidatarie su vita familiare, istruzione, igiene e sanità.
3. Corso su piccole attività commerciali per n. 60 famiglie affidatarie.
4. Seminario di follow up per n. 20 bambini di strada riunificati con n. 40 componenti familiari.
Azione 3 – Supporto educativo e formazione professionale per giovani
1. Formazione professionale e di apprendistato per 30 ragazzi/e di strada.
2. Supporto educativo per n. 20 studenti della scuola primaria.
3. Supporto educativo per n. 20 ragazze universitarie.
4. Fornitura di n. 80 libri accademici per studentesse.
5. Follow up, monitoraggio e n. 2 incontri per valutazione prestazione scolastica delle studentesse supportate.
Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:
Il volontario/a in servizio civile n°1 sarà di supporto nelle seguenti attività:
¾ Collaborazione nell' indagine valutativa per l’individuazione di 60 bambini di strada e di 60 famiglie affidatarie.
¾ Affiancamento alla formazione ed assistenza psicologia di 3 mesi per 60 bambini di strada da riunificare
¾ Supporto all'organizzazione di incontri per 24 bambini riunificati sull’educazione alla pari
¾ Supporto all'organizzazione del corso di formazione in Capacity building e supporto per le associazioni per n. 39 bambini/ragazzi di strada.
¾ Collaborazione all'organizzazione di 6 attività socio-educativi sotto forma di attività ludico-ricreative.
¾ Affiancamento nell'organizzazione di formazione di educazione alla pari per 20 bambini/ragazzi di strada.
¾ Supporto all'organizzazione dell'incontro annuale per scambio di esperienze e buone pratiche per i 20 bambini/ragazzi educatori alla pari.
¾ Affiancamento selezione e concessione del supporto scolastico per 250 bambini.
¾ Supporto alla costituzione di 2 associazioni per bambini di strada.
¾ Affiancamento all'organizzazione del corso di formazione in abilità di vita e leadership per 20 ragazzi di strada.
Il volontario/a in servizio civile n°2 sarà di supporto nelle seguenti attività:
¾ Affiancamento all'organizzazione di n. 12 Incontri tra bambini di strada e famiglie riunificate
¾ Affiancamento alla realizzazione del corso di formazione per 60 famiglie affidatarie su vita familiare, istruzione, igiene e sanità.
¾ Affiancamento all'organizzazione del corso su piccole attività commerciali per n. 60 famiglie affidatarie.
¾ Collaborazione alla preparazione del seminario di follow up per n. 20 bambini di strada riunificati con n. 40 componenti familiari.
¾ Affiancamento alla selezione ed organizzazione di corsi di formazione professionale e di apprendistato per 30 ragazzi/e di strada.
¾ Collaborazione nella selezione e concessione di supporto educativo per n. 20 studenti della scuola primaria.
¾ Collaborazione nella selezione e concessione di supporto educativo per n. 20 ragazze universitarie.
¾ Supporto nella selezione, distribuzione e fornitura di n. 80 libri accademici per studentesse.
¾ Organizzazione e pianificazione di follow up, monitoraggio e n. 2 incontri per valutazione prestazione scolastica delle studentesse supportate.
REQUISITI RICHIESTI AI CANDIDATI PER LA PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA
Si ritiene di suddividere i requisiti che preferibilmente i candidati devono possedere tra generici, che tutti devono possedere, e specifici, inerenti gli aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare.
Generici:
¾ Esperienza nel mondo del volontariato;
¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;
¾ Competenze informatiche di base e di Internet;
Specifici:
DEBRE MARCOS – ZONA EAST GOJJAM (CVM 61257) Volontario/a n 1
¾ Laurea in ambito socio-educativo come scienze della formazione, educazione, comunicazione, psicologia o equipollenti con esclusione di Scienze Politiche in quanto tale titolo di studio non accettato dal Governo Etiope. Qualsiasi laurea non attinente al progetto non è ammessa
¾ Buona conoscenza della lingua inglese Volontario/a n 2
¾ Laurea in ambito socio-economico economia, sociologia o equipollenti con esclusione di Scienze Politiche in quanto tale titolo di studio non accettato dal Governo Etiope. Qualsiasi laurea non attinente al progetto non è ammessa
¾ Buona conoscenza della lingua inglese
ULTERIORI INFORMAZIONI ORGANIZZATIVE
NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5
MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO: I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.
EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:
Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:
¾ elevato spirito di adattabilità;
¾ flessibilità oraria;
¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;
¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;
¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la di quelli già programmati e previsti dal progetto;
¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;
¾ I volontari sono tenuti ad abitare nelle strutture indicate dall’Ente;
¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;
¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;
¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;
¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.
¾ partecipare alla valutazione finale progettuale.
PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
DEBRE MARCOS – ZONA EAST GOJJAM (CVM 61257)
¾ Disagio causato dalla difficoltà di reperire strutture abitative adeguate agli standard di vita europei
¾ Disagio causato dalla presenza di irregolarità nelle forniture di energia elettrica e di acqua
¾ Disagio causato dalla carenza di mezzi logistici e la necessità di spostarsi, per lavoro e per motivi personali, con mezzi pubblici
¾ Disagio causato dalla carenza della disponibilità e recettività di strumenti informatici e di comunicazione
¾ Disagio causato dalla difficoltà di comunicazione dovuta alla scarsa conoscenza dell’inglese da parte della popolazione locale
PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati nel progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio:
Rischi politici e di ordine pubblico TERRORISMO
L’Etiopia è un Paese relativamente stabile. E’ tuttavia opportuno mantenere un’elevata soglia di attenzione e adottare misure di cautela poiché il Paese risulta esposto alla minaccia dell’estremismo islamico (Al Shabaab). Dalla fine del 2012, infatti, l’Etiopia dispiega in Somalia un contingente militare che ha l’obiettivo di liberare il Paese dalla presenza del movimento terroristico Al-Shabaab. Tale esposizione ha elevato il livello di rischio terroristico nei confronti dell’Etiopia e in particolare della capitale Addis Abeba. Il Governo etiopico ha pertanto segnalato in varie circostanze la minaccia di possibili attentati e i controlli nella capitale Addis Abeba sono stati resi più rigorosi, grazie anche al massiccio impiego di forze dell’ordine e servizi di intelligence. Nonostante ciò, si consiglia comunque di astenersi dall’uso di mezzi pubblici e di prestare la massima cautela nei locali di intrattenimento, scegliendo il più possibile hotel, ristoranti e locali dotati di sistemi di controllo all’ingresso.
CRIMINALITA’
Fatta salva la minaccia terroristica di matrice islamica, la capitale Addis Abeba risulta essere sicura. Si registrano tuttavia episodi di criminalità comune (scippi, rapine), anche nelle ore diurne, soprattutto nei quartieri centrali e nella zona di Merkato. Si consiglia pertanto di non allontanarsi dalle vie principali, di prestare attenzione negli spostamenti a piedi (non consigliato l’uso di borse/borselli) e di evitare trasferimenti a piedi nelle ore notturne. Inoltre, a causa dei recenti scontri avvenuti all’esterno delle moschee situate nella zona di Merkato, si suggerisce di evitare predette zone, in particolare il venerdì (giorno di massimo
assembramento dei fedeli). In generale, dunque, è consigliato evitare luoghi di manifestazioni pubbliche e assembramenti, prestando particolare attenzione ai mezzi di trasporto pubblici. E’ buona norma altresì monitorare costantemente la situazione di sicurezza tramite fonti di stampa, emittenti radio-televisive ed internet. Si raccomanda inoltre di mantenere comportamenti consoni alla sensibilità del luogo. Al di fuori della capitale, invece, si sono registrati alcuni furti a danno di turisti nella località di Shashamane. E’ quindi opportuno prestare particolare attenzione ai propri oggetti personali.
ALTRE ATTIVITA’ CRIMINALI
Nella zona di Dolo Ado, al confine con la Somalia, è stato ripetutamente segnalato il rischio di sequestri a danni di cittadini occidentali. La zona al confine con l’Eritrea (Afar/Dancalia e zone confinarie del Tigrai) è considerata a tutt’oggi ad alto rischio, ed i viaggi in tale area sono fortemente sconsigliati. Nella regione della Dancalia/Afar attualmente la situazione sul terreno appare tranquilla ma resta pericolosa per le tensioni tribali, l’attrito tra Etiopia ed Eritrea ed il rischio di mine. Si sconsigliano inoltre viaggi nella regione di Gambella inclusa l’area urbana della città omonima e nell’area rurale ed urbana di Jimma. La zona è peraltro interessata al momento da un flusso crescente di rifugiati sud-sudanesi in fuga dalla guerra civile.
Va infine evidenziato come in alcune aree, in particolare nella regione di Amhara (città di Wollo, Degan, Dessie, Gojam, Gerba), si siano verificati in passato episodi di tensione tra la comunità musulmana e le forze governative etiopi. Inoltre, in altre regioni, quali Gambela, Afar, Ogaden, si registra la presenza di gruppi armati antigovernativi con finalità separatiste. Si consiglia inoltre di evitare escursioni solitarie alla Valle dell’Omo, in particolare nella zona ad ovest del fiume Omo, abitata da gruppi tribali spesso in lotta fra loro.
Rischi sanitari:
STRUTTURE SANITARIE
il livello dell’assistenza sanitaria nel Paese è molto carente. Ad Addis Abeba ed in alcune città principali si trovano strutture pubbliche e private dotate di attrezzature moderne, ma non sempre perfettamente funzionanti. Le condizioni igieniche non sono sempre soddisfacenti ed il personale medico e paramedico è spesso scarsamente preparato ad affrontare le emergenze.
MALATTIE PRESENTI
non si sono registrati casi di ebola nel Paese. La compagnia aerea nazionale, Ethiopian Airlines, non effettua voli diretti nei Paesi recentemente colpiti dal virus in Africa occidentale (Liberia, Sierra Leone e Guinea), pur assicurando collegamenti regolari con Nigeria e Senegal. Le malattie più diffuse sono: le malattie parassitarie quali salmonella, ameba, giardiasi, ecc.; le malattie infettive quali colera, epatite A, meningite, tifo, febbre gialla, TBC; l’AIDS.La malaria, che non è diffusa nelle regioni più elevate dell'altopiano (tra cui la capitale Addis Abeba), è endemica nel resto del Paese. E’ suggerita la profilassi anti-malarica qualora ci si rechi in zone fuori della capitale e al di sotto dei 2000 metri.
COMPETENZE ACQUISIBILI
Conseguentemente a quanto esposto e precisato nei precedenti punti, i giovani coinvolti nel presente progetto, avranno l’opportunità di acquisire sia specifiche conoscenze, utili alla propria crescita professionale, a seconda della sede di attuazione del progetto, sia di maturare una capacità di vivere la propria cittadinanza, nazionale ed internazionale, in termini attivi e solidali, con una crescita della consapevolezza dei problemi legati allo sviluppo dei sud del mondo.
Di seguito gli ambiti nei quali si prevede una acquisizione di specifiche conoscenze:
¾ Accrescimento della consapevolezza della possibilità di esercitare in maniera efficace il proprio diritto di cittadinanza attiva anche a livello internazionale;
¾ Approfondimento delle conoscenze di politica internazionale e di cooperazione allo sviluppo interpretate alla luce di una cultura politica fondata sulla solidarietà;
¾ Accrescimento del panorama delle informazioni utili per una efficace relazione interculturale;
¾ Acquisizione di conoscenze tecniche relative alla progettualità;
¾ Acquisizione della conoscenza dei modelli e delle tecniche necessarie per l’intervento sul territorio;
¾ Rafforzamento delle conoscenze relative al dialogo sociale;
¾ Acquisizione della conoscenza dei modelli e delle tecniche necessarie per l’analisi, la sintesi e l’orientamento all’obiettivo
¾ Accrescimento della comprensione dei modelli di problem solving;
¾ Approfondimento delle tecniche di animazione e\o educazione;
¾ Accrescimento della comprensione dei modelli di lavoro in equipe;
¾ Accrescimento della comprensione dei modelli di lavoro associativo e di rete (centro – periferia e viceversa);
¾ Acquisizione delle conoscenze tecniche relative al proprio settore di formazione.
Verrà anche rilasciata, da parte FOCSIV, una certificazione delle conoscenze acquisite nella realizzazione delle specifiche attività previste dal presente progetto.
FORMAZIONE GENERALE DEI VOLONTARI
La formazione generale verrà erogata come evidenziato nel sistema di formazione accreditato. E sarà realizzata all’inizio dell’anno di servizio in un corso residenziale. La durata della formazione generale sarà nel suo complesso di ore 50 e sarà erogata entro e non oltre il 180° giorno dall’avvio del progetto
FORMAZIONE SPECIFICA (RELATIVA AL SINGOLO PROGETTO) DEI VOLONTARI
La formazione specifica sarà realizzata in parte Italia e in parte in loco, nei Paesi di realizzazione del progetto. La durata complessiva della formazione specifica sarà di 80 ore, una parte delle quali sarà realizzata nelle sedi di appoggio in Italia e per la restante parte realizzata nelle sedi all’estero di attuazione del progetto, entro e non oltre 90 giorni dall’avvio dello stesso.
Per la sede: DEBRE MARCOS (CVM - 61257)
Tematiche di formazione
Accoglienza dei volontari, presentazione settori e staff, quadro generale e presentazione di CVM
Presentazione della cultura, della storia e della situazione socio-economica dell'Etiopia e della sede di servizio Presentazione del progetto
Presentazione dell’ente di invio e della sua esperienza nel territorio di realizzazione del progetto Conoscenza dei partner locali di progetto
Conoscenza di usi e costumi locali
Presentazione nel dettaglio delle attività di impiego e del ruolo specifico dei volontari
Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nel progetto di servizio civile sulla sede (presentazione dei rischi presenti e indicazione delle misure di prevenzione ed emergenza adottate)
Informazioni di tipo logistico
Modalità di comunicazione e relazione con la sede in Italia Monitoraggio dell’esperienza e gestione dei momenti di crisi
Presentazione delle questioni di genere, diritto alle donne/ragazze (educazione)
Metodologia di sensibilizzazione della comunità locale nei confronti dei gruppi vulnerabili Nozioni di base per la selezione e monitoraggio del programma di supporto scolastico Nozioni di base per la realizzazione e la produzione del materiale informativo
Metodologia per la gestione, organizzazione e amministrazione di associazioni ed organizzazioni locali
Metodologia per la realizzazione di seminari rivolti a funzionari, amministratori locali e attori chiave della società civile sulle problematiche socio-sanitarie dell’area di intervento
Riepilogo sui rischi connessi all’impiego dei volontari sulla sede (rischi e misure di prevenzione adottate)
Riepilogo degli strumenti di monitoraggio dell’esperienza, predisposizione del piano di lavoro personale e gestione dei momenti di crisi
DOVE INVIARE LA CANDIDATURA
¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)
ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO
CVM PORTO SAN
GIORGIO (FM)
VIALE DELLE
REGIONI, 6 - 63822 0734-674832 www.cvm.an.it
¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a [email protected] e avendo cura di specificare nell'oggetto il titolo del progetto “CASCHI BIANCHI: ETIOPIA 2017”
Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC
• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),
• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.