• Non ci sono risultati.

IL PIÔ BEL CANTO D AMORE

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "IL PIÔ BEL CANTO D AMORE"

Copied!
22
0
0

Testo completo

(1)

IL PIÔ BEL CANTO D’AMORE

Letture e riscritture del Cantico dei cantici

Prefazione di Enzo Bianchi priore di Bose

EDIZIONI QIQAJON

COMUNITA` DI BOSE

(2)

Presso le nostre edizioni

J. Bastaire, Eros redento. Amore e ascesi M.-R. Bous, Imparare ad amare

L. Mazzinghi, Tobia: il cammino della coppia T. Radcliffe, Amare nella libertÜ. SessualitÜ e castitÜ

Invieremo gratuitamente il nostro Catalogo generale e i successivi aggiornamenti a quanti ce ne faranno richiesta.

www.qiqajon.it www.monasterodibose.it

TITOLO: Il piô bel canto d’amore

SOTTOTITOLO: Letture e riscritture del Cantico dei cantici

CURATORE: Lisa Cremaschi

COLLANA: Sequela oggi

FORMATO: 21 cm

PAGINE: 231

PREFAZIONE: Enzo Bianchi, priore di Bose

TRADUZIONE: dalle lingue originali a cura di Lisa Cremaschi, monaca di Bose

IN COPERTINA: Abel Pann, Giacobbe bacia Rachele, pastello su cartoncino (1949), collezione privata, Gerusalemme

ß 2013 EDIZIONI QIQAJON COMUNIT‘ DI BOSE

13887 MAGNANO (BI)

Tel. 015.679.264 - Fax 015.679.290 isbn978-88-8227-388-0

(3)

PREFAZIONE

In quella piccola biblioteca che è la Bibbia (tà biblía,

“i libri” per eccellenza) si trova un libro che porta come titolo Shir ha-shirim, Cantico dei cantici, locuzione che esprime un superlativo: il cantico più bello. È un libretto attribuito a Salomone, il grande re di Gerusalemme, poe- ta per eccellenza, uomo sapiente e magnanimo, uomo di pace, come è inscritto nel suo nome Shelomoh (da sha- lom, “pace, vita piena”).

Il Primo libro dei Re testimonia: Salomone amò mol- te donne straniere, oltre la figlia del faraone: moabite, ammonite, edomite, sidonie e ittite … Aveva settecen- to principesse per mogli e trecento concubine. A tut- te queste donne si legò per amore (1Re 11,1-3).

Dunque Salomone era un esperto maestro dell’amore erotico, ma il suo poema, il Cantico, canta un amore tra un giovane e una ragazza, una ragazza unica: tra i due l’a- more è una vampata di passione, di fuoco, una fiamma divina (Ct 8,6).

In questo canto gli amanti si cercano, si incontrano, ce- lebrano la loro bellezza, il loro corpo, il loro desiderio, poi sembrano perdersi per meglio ritrovarsi e cantare ancora.

Per dare un titolo a questo libretto potremmo prendere in prestito l’espressione di Roland Barthes: “Frammenti di un discorso amoroso”.

(4)

In realtà molti sono gli enigmi presenti nel Cantico e molte sono le domande che esso suscita nel lettore. Chi so- no i protagonisti? Un re e una principessa o semplicemen- te un pastore che definisce regina la sua amata ed è da lei descritto come un re? Perché nell’amore, nel gioco dell’a- more tutti, proprio tutti, possono essere re e regina, anche se non è facile. Questo amore è solo incontro, evento di grazia, o l’inizio di una storia d’amore? Libro misterioso quello del Cantico, cela misteri da svelare ma contiene an- che enigmi ai quali allude, come l’enigma della morte che forse – così il testo si chiude – può essere vinta dall’amore (cf. Ct 8,6).

Alla fine del Isecolo d.C., quando i maestri ebrei vol- lero distinguere i libri santi, cioè contenenti parole di Dio, dagli altri, il Cantico dei cantici fu oggetto di vivace di- scussione. Era un libro che aveva qualcosa da dire su Dio e sull’uomo, oppure un canto d’amore da taverna e ban- chetti nuziali? Il dotto rabbi Aqiva disse: “Il mondo intero non vale il giorno in cui il Cantico dei cantici è stato do- nato a Israele, perché tutte le Scritture sono sante, ma il Cantico dei cantici è il Santo dei santi”. Così il Cantico entrò a far parte dei libri santi e da allora fino ai nostri gior- ni ha conosciuto e conosce senza soste interpretazioni e reinterpretazioni, letture e riletture.

Nel Cantico gli ebrei trovarono la celebrazione dell’a- more tra Dio e il suo popolo Israele. I cristiani, a partire da Origene, il grande maestro dell’esegesi, percorsero una via analoga: nel Cantico vi è un parabola dell’amore, un amore che rinvia all’amore tra Cristo e la chiesa. È una lettura tipologica, a volte allegorica, che ha attraversato i secoli: da Origene, ad Ambrogio, a Gregorio Magno, a Ber- nardo, agli altri padri cistercensi, a Giovanni della Cro- ce… Soprattutto nel mondo monastico il Cantico era let-

Prefazione

(5)

to, meditato, pregato e contemplato come scambio di pa- role amorose con Cristo, come preghiera ricca di sentimen- ti nella quale poter dire “tu” al Signore. Tuttavia a metà del xvi secolo un autore della riforma protestante, Seba- stiano Castellion, giunse a leggere nel Cantico un elogio dell’amore terreno: il Cantico era dunque un libretto pro- fano e, come tale, andava tolto dal canone biblico. Ma la perla rimase fortunatamente nello scrigno…

All’inizio del secolo scorso l’interpretazione storico-cri- tica ripropose il dilemma: amore spirituale tra Dio e l’a- nima o amore umano, sessuale ed erotico tra uomo e don- na? Segno di questa svolta è una lettera scritta dal carcere nel 1944 dal grande teologo luterano Dietrich Bonhoef- fer: “Vorrei leggere il Cantico dei cantici come un cantico d’amore terreno. Probabilmente questa è la migliore inter- pretazione ‘cristologica’”.

Sì, si è operato un capovolgimento: se tutta la tradizio- ne ebraica e cristiana aveva letto il Cantico in modo “spi- rituale”, nell’ultimo secolo appare vincente nella maggior parte degli esegeti una sua interpretazione umana, erotica, mentre sono rarissimi i commenti coerenti con la tradizio- ne. E poi la Bibbia è diventata “il grande codice” e tutti possono interpretarla… Giovanni Paolo II nel suo magi- stero più volte è andato al Cantico per leggere in esso la bellezza creaturale, voluta da Dio, del corpo, della diffe- renza sessuale, dell’amore e del piacere. L’apice di questa interpretazione è ottenuto da Christos Yannaras, teologo or- todosso greco, in un commento straordinario in cui l’amo- re umano è esaltato nella sua corporeità capace di fare se- gno all’amore di Dio.

Abbiamo raccolto in questa antologia letture di padri della chiesa, teologi, filosofi, scrittori, credenti ebrei e cri- stiani, non credenti contemporanei, per offrire un saggio

Prefazione

(6)

delle diverse interpretazioni di questo canto sempre attua- le, che diventa linguaggio spirituale o erotico in quanti lo assumono nelle loro storie personali. Sì, questo libro vuo- le essere una celebrazione dell’amore che può ispirare quanti vivono vicende o storie d’amore.

Enzo Bianchi priore di Bose

Bose, 31 marzo 2013 Pasqua di resurrezione

Prefazione

(7)

LITURGIA ETIOPICA

Riportiamo alcune strofe di un Malkee (“Ritratto”), com- posizione contenente elogi di ogni membro del corpo del san- to che si vuole celebrare; ogni strofa dell’inno si apre con il saluto, “salam”. Qui si celebra Maria, con toni che riecheg- giano il Cantico dei cantici, e il Patto di misericordia, patto che secondo la tradizione etiopica fu concluso tra Gesù e sua madre per la salvezza dei peccatori.

Prendimi in dono

Dio Padre, illuminatore, Uno in tre Persone, Onni- potente nella divinità e nella potenza, illumini l’occhio del mio intendimento con il lume della sapienza e lo splendore della sua bellezza, che possa capire come sia dolce la parola del tuo patto, o Maria, signora di tutti gli esseri celesti e terrestri.

Salam alla menzione del tuo nome, o astro che il po- polo vede anche quando cupe nubi nascondono la sua luce. O Maria, patto di Dio, speranza di salvezza, non fu in te che il primogenito trovò consolazione allorquan- do fu cacciato dal paradiso? ...

(8)

Salam ai tuoi denti simili a un gregge di pecore tosate che risalgono dal bagno (Ct 4,2) bianche e immacolate.

O Maria, prendimi in dono quale decima del tuo pat- to. Possano le braccia della tua preghiera controbatte- re il mio avversario egiziano, che desidera il male, e sep- pelliscilo come fece Mosè nel deserto (cf. Es 2,12)! ...

Salam al tuo collo, che somiglia al trono di David e le cui fondamenta sono state poste su un luogo eleva- to (cf. Ct 4,4). O Maria, tu pronunci nell’orecchio del- l’anima mia parole di conforto: “Perché l’anima di Mar- ta si affanna tanto?” (cf. Lc 10,41). Essa difatti non po- trà che trovare poco da molto ...

Salam al tuo petto e al tuo seno e alle tue mammel- le gemelle. Ti scongiuro, o Maria, per il sangue cadu- to goccia a goccia sul Golgota, fa’ che la mia anima sia degna, assieme alla tua, di una porzione, e fa’ che la pol- vere del mio corpo terrestre ne sia protetta ...

Salam alle tue braccia e ai tuoi avambracci, e al tuo seno, sul quale hai abbracciato Cristo, la divina perla, l’essenza nascosta. O Maria, eletta madre di angeli e di uomini, fa’ che il peccatore che celebra con fede salda la tua memoria regni con te nel regno dei cieli ...

Salam al tuo ombelico simile a coppa rotonda (cf. Ct 7,3) in mezzo al tuo corpo. Salam al tuo ventre e ai tuoi lombi benedetti. O Maria, donna santa, genitrice di Cristo Dio, metti una guardia alla mia anima fino al terzo cielo, laddove volteggia nell’aria l’angelo ostile che lì si tiene in agguato.

Malkee in onore di Maria e del Patto di misericordia 1-2; 13; 18; 21-22; 29 Il più bel canto d’amore

(9)

GREGORIO MAGNO

Gregorio (540 ca-604), formato negli studi classici, rico- prì a partire dal 573 la più alta carica civile allora esistente a Roma, quella di praefectus urbis, che lasciò nel 578, anno in cui abbracciò la vita monastica. Papa Pelagio II lo inviò co- me suo apocrisario a Costantinopoli e al suo ritorno lo no- minò suo segretario. Nel 590 fu eletto vescovo di Roma.

Signore, padre, sposo

Si noti che il Signore nella sacra Scrittura chiama se stesso a volte Signore, a volte padre, a volte sposo.

Quando infatti vuole essere temuto, si attribuisce il no- me di Signore; quando vuole essere onorato, quello di padre; quando vuole essere amato, quello di sposo. Egli stesso dice per bocca del profeta: Se io sono Signore, do- ve è il timore che mi è dovuto? Se sono padre, dove è l’o- nore che mi è dovuto? (Ml 1,6). Dice anche: Ti ho fatta mia sposa nella giustizia e nella fedeltà (Os 2,21-22). E ancora: Mi sono ricordato del giorno delle nozze con te nel deserto (Ger 2,2). Certamente presso Dio non c’è diversità di tempi, ma poiché prima vuole essere temu- to per essere onorato, e prima essere onorato perché

(10)

si giunga ad amarlo, si attribuisce il nome di Signore per essere temuto, di padre per essere onorato, di sposo per essere amato così che, attraverso il timore, si giunga al- l’onore e, attraverso l’onore, si giunga all’amore. Quan- to è più degno dunque l’onore del timore, tanto più Dio gode di essere chiamato padre piuttosto che Signore, e quanto più è gradito l’amore rispetto all’onore, tanto più Dio gioisce a essere chiamato sposo piuttosto che pa- dre. In questo libro dunque il Signore e la chiesa non sono chiamati “Signore” e “serva”, ma “sposo” e “spo- sa” perché si serva non solo con il timore, non solo con l’onore, ma anche con l’amore e mediante questi ter- mini esteriori venga stimolato il sentimento interiore.

Quando Dio si attribuisce il nome di Signore, mostra che siamo creature; quando si attribuisce il nome di pa- dre mostra che siamo figli adottivi (cf. Rm 8,15); quan- do si attribuisce il nome di sposo, mostra che siamo uniti a lui. Essere uniti a Dio è più che essere creati e adottati. Pertanto in questo libro, in cui egli è chiama- to sposo, si suggerisce qualcosa di più sublime poiché si mostra un vincolo di unione. Questi nomi sono ri- petuti frequentemente anche nel Nuovo Testamento, poiché vi si celebra come già avvenuta l’unione del Ver- bo con la carne, di Cristo con la chiesa. Per questo al- la venuta del Signore Giovanni dice: Chi ha la sposa è lo sposo (Gv 3,29), e lo stesso Signore afferma: “I fi- gli dello sposo non digiuneranno finché lo sposo è con loro (Mt 9,15)”. E per questo vien detto alla chiesa: Vi ho promessi a un unico sposo per presentarvi a Cristo co- me vergine casta (2Cor 11,2). E ancora: Al fine di far comparire la sua chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga (Ef 5,27). E ancora nell’Apocalisse di Giovanni:

Beati coloro che sono stati invitati al banchetto delle noz-

Il più bel canto d’amore

(11)

ze dell’Agnello! (Ap 19,9). E ancora nell’Apocalisse: “E vidi la sposa scendere dal cielo come una giovane sposa”

(cf. Ap 21,2).

Commento al Cantico dei cantici 8

Attirami!

Attirami! (Ct 1,4). Chiunque è attratto è condotto contro il suo volere o perché non è in grado o perché non vuole farlo da solo. Ma chi dice: Attirami! ha in parte la volontà e in parte non è in grado. La natura umana vuole seguire Dio, ma vinta dalla sua abituale debolezza, non riesce a seguirlo. Vede da un lato che vi è dentro di lei ciò cui tende e dall’altro che è in lei an- che l’impedimento e giustamente dice: Attirami! Pao- lo aveva visto che voleva e non poteva, quando diceva:

Con la mente servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato (Rm 7,25); e: Vedo nelle mie membra un’altra legge che muove guerra alla legge della mia men- te (Rm 7,23). Poiché dunque c’è in noi qualcosa che ci stimola, qualcosa che ci trattiene, diciamo: Attirami!

Commento al Cantico dei cantici 24 Gregorio Magno

(12)

TARGUM

Il termine Targum, che significa “traduzione” o “inter- pretazione”, indica in senso più specifico le antiche versio- ni-parafrasi della Scrittura composte in lingua aramaica.

Queste traduzioni, tutte anonime e inizialmente orali (cf. Ne 8,2-3.7-8), furono in seguito fissate per iscritto. La datazio- ne e l’origine del Targum del Cantico dei cantici sono di- scusse; alcuni autori ipotizzano che sia stato redatto tra il vii e l’viii secolo.

Attiraci dietro a te

Attirami: dietro a te correremo! Mi ha guidata il re nel- le sue stanze: esulteremo e gioiremo in te, ricorderemo i tuoi amori più del vino. A ragione ti amano! (Ct 1,4).

Quando il popolo della casa di Israele uscì dall’Egitto, la dimora del Signore del mondo li guidava, andando davanti a loro nella colonna di fumo di giorno e nella colonna di fuoco di notte (cf. Es 13,21). E i giusti di quella generazione dicevano al sovrano di tutto il mon- do: “Attiraci dietro a te, e correremo per la tua buona strada; facci accostare ai piedi del monte Sinai, e dona- ci la tua Legge dalla stanza del tesoro del firmamento;

(13)

esulteremo e gioiremo delle ventidue lettere con cui es- sa è scritta, ce ne ricorderemo, ameremo la tua divini- tà e staremo lontani dagli idoli delle nazioni”. E tutti i giusti, che compiono quello che è retto davanti a te, ti temeranno e ameranno i tuoi precetti.

Targum del Cantico dei cantici 1,4

Come un uomo addormentato

Io dormivo, ma il mio cuore vegliava. La voce del mio amato che bussa: Aprimi, sorella mia, compagna mia, co- lomba mia, perfetta mia! Poiché il mio capo è pieno di ru- giada, i miei riccioli delle gocce della notte (Ct 5,2).

Dopo tutti questi fatti, il popolo della casa di Israele peccò e il Signore li consegnò nelle mani di Nabuco- donosor, re di Babilonia, che li condusse in esilio (cf.

2Re 24,10-25,21). Ora essi, nell’esilio, erano come un uomo addormentato che non può svegliarsi dal sonno;

ma la voce dello Spirito santo li ammoniva per mezzo dei profeti e voleva svegliarli dal sonno del loro cuore (cf. Is 51,17; 52,1-2). Prese dunque la parola il sovra- no di tutto il mondo, e disse così: “Pentiti e converti- ti (cf. Ger 3,12-13)! Apri la tua bocca, grida (cf. Lam 2,18-19) e lodami, sorella mia, amata mia, assemblea di Israele, che sei come una colomba per la perfezione del- le tue opere! Perché i capelli del mio capo sono pieni delle tue lacrime, come un uomo che abbia i capelli del suo capo intrisi della rugiada del cielo; e il ricciolo del mio nazireato è pieno delle gocce dei tuoi occhi (cf.

Lam 1,2), come un uomo che abbia il ricciolo del suo

Il più bel canto d’amore

(14)

nazireato ¹ pieno delle gocce di pioggia che cadono nel- la notte”.

Targum del Cantico dei cantici 5,2

Ritorna ad ascoltare la parola dei profeti

Ritorna, ritorna, o Sulammita! Ritorna, ritorna, e ti con- templeremo! Cosa contempleremo nella Sulammita, nel- la danza a due schiere? (Ct 7,1). Ritorna a me, assemblea di Israele! Ritorna a Gerusalemme, ritorna alla scuola della Legge, ritorna ad ascoltare la profezia dei profe- ti che profetizzano in nome della parola del Signore (cf.

Is 55,6-7)! E qual vantaggio avete, o profeti di menzo- gna, a traviare il popolo di Gerusalemme con le vostre profezie, che esprimono rivolta contro la parola del Si- gnore e profanazione del duplice campo di Gerusalem- me e di Giuda (cf. Ger 23,9-40)?

Targum del Cantico dei cantici 7,1 Targum

¹ Colui che pronunciava un voto diventava nazir; fra le altre cose cui era tenu- to, non doveva tagliarsi i capelli (cf. Nm 6).

(15)

GIOVANNI PAOLO II

Karol Wojtyła, nato in Polonia nel 1920, fu eletto papa nel 1978 con il nome di Giovanni Paolo II. Nel suo lungo pontificato fu molto apprezzato in particolare per il suo im- pegno a favore della giustizia sociale e per il suo farsi pros- simo agli uomini di tutto il mondo. Morì nel 2005.

Linguaggio del corpo ed esperienza del bello

Già i primi versetti del Cantico ci introducono im- mediatamente nell’atmosfera di tutto il poema, in cui lo sposo e la sposa sembrano muoversi nel cerchio trac- ciato dall’irradiazione dell’amore. Le parole degli spo- si, i loro movimenti, i loro gesti, corrispondono all’in- teriore mozione dei cuori. Soltanto attraverso il prisma di tale mozione è possibile comprendere il linguaggio del corpo, nel quale si attua quella scoperta a cui diede espressione il primo uomo di fronte a colei che era sta- ta creata come un aiuto che gli fosse simile (Gen 2,20.23), e che era stata tratta, come riporta il testo biblico, da una delle sue costole (la costola sembra anche indicare il cuore).

(16)

Questa scoperta nel Cantico si riveste di tutta la ric- chezza del linguaggio dell’amore umano. Ciò che nel capitolo secondo della Genesi è stato espresso appena in poche parole, semplici ed essenziali (cf. Gen 2,23-25), qui si sviluppa come in un ampio dialogo o piuttosto un duetto, in cui le parole dello sposo si intrecciano con quelle della sposa e si completano a vicenda. Nella Ge- nesi le prime parole dell’uomo alla vista della donna creata da Dio esprimono lo stupore e l’ammirazione, an- zi il senso di fascino (cf. Gen 2,23). E un simile fascino – che è stupore e ammirazione – scorre in una forma più ampia attraverso i versetti del Cantico. Scorre in onda placida e omogenea dall’inizio sino alla fine del poema.

Perfino un’analisi sommaria del testo del Cantico permette di sentire esprimersi in quel fascino recipro- co il linguaggio del corpo. Tanto il punto di partenza quanto il punto d’arrivo di questo fascino – reciproco stupore e ammirazione – sono infatti la femminilità del- la sposa e la mascolinità dello sposo nell’esperienza di- retta della loro visibilità. Le parole d’amore, pronuncia- te da entrambi, si concentrano dunque sul corpo, non solo perché esso costituisce per se stesso la sorgente di reciproco fascino, ma anche e soprattutto perché su di esso si sofferma direttamente e immediatamente quel- l’attrazione verso l’altra persona, verso l’altro “io” – fem- minile o maschile – che nell’interiore impulso del cuo- re genera l’amore.

L’amore inoltre sprigiona una particolare esperienza del bello, che si accentra su ciò che è visibile, ma coin- volge contemporaneamente la persona intera. L’espe- rienza del bello genera il compiacimento, che è reci- proco. O bellissima tra le donne (Ct 1,8), dice lo sposo, e gli echeggiano le parole della sposa: Bruna sono ma

Il più bel canto d’amore

(17)

bella, o figlie di Gerusalemme (Ct 1,5). Le parole del- l’incanto maschile si ripetono continuamente, ritornano in tutti e cinque i canti del poema ... A esse fanno eco espressioni simili della sposa.

Si tratta di metafore che possono oggi sorprender- ci. Molte di esse sono state prese dalla vita dei pasto- ri; e altre sembrano indicare lo stato regale dello spo- so. L’analisi di quel linguaggio poetico va lasciata agli esperti. Il fatto stesso di adoperare la metafora dimo- stra quanto, nel nostro caso, il linguaggio del corpo cer- chi appoggio e conferma in tutto il mondo visibile. Que- sto è senza dubbio un linguaggio che viene riletto con- temporaneamente con il cuore e con gli occhi dello sposo, nell’atto di speciale concentrazione su tutto l’io fem- minile della sposa. Questo io parla a lui attraverso ogni tratto femmineo, suscitando quello stato d’animo che può essere definito fascino, incanto. Questo io femmi- nile si esprime quasi senza parole; tuttavia il linguag- gio del corpo espresso senza parole trova ricca eco nel- le parole dello sposo, nel suo parlare pieno di trasporto poetico e di metafore, che testimoniano l’esperienza del bello, un amore di compiacimento. Se le metafore del Cantico cercano per questo bello una analogia nelle di- verse cose del mondo visibile (in questo mondo, che è il mondo proprio dello sposo), nello stesso tempo sembra- no indicare l’insufficienza di ognuna di esse in parti- colare. Tutta bella sei tu, amica mia, in te nessuna mac- chia (Ct 4,7): con questa locuzione lo sposo termina il suo canto, lasciando tutte le metafore, per volgersi a quell’unica, attraverso cui il linguaggio del corpo sem- bra esprimere ciò che è più proprio della femminilità e il tutto della persona.

Catechesi del mercoledì, 23 maggio 1984 Giovanni Paolo II

(18)

PREFAZIONE

CANTICO DEI CANTICI ORIGENE

Ben più beato chi canta il Cantico dei cantici Brucio dal desiderio di toccare le sue labbra Finché non lo potrò possedere veramente Come sei bella, tu che mi sei vicina La sposa, la chiesa, l’anima Conosci te stessa

Ha ricevuto in dono il profumo dello sposo Sono ferita d’amore

GREGORIO DI ELVIRA

Questo è il bacio, il Verbo del Padre Alla sua ombra

AMBROGIO DI MILANO Cristo imprima in me un bacio Cristo ha posto su di te il suo sigillo Sono bruna e bella

Lo sto ancora cercando ed egli già viene Vieni, amica mia!

Non un solo bacio Trascinaci!

GREGORIO DI NISSA Con i baci della sua bocca Sorgi! Vieni!

Gocce della notte

L’ho cercato ma non l’ho trovato L’anima specchio della divina bellezza 5

9 27 27 29 30 30 31 32 33 35 37 37 38 41 41 42 42 45 45 46 47 49 49 50 51 52 53

INDICE

(19)

GIROLAMO

La voce dell’amato che bussa APPONIO

Letto fiorito è il sepolcro del Signore Ha abbattuto il muro

Nelle fenditure della roccia Nel suo giardino

Verso di me si è rivolto NILO DI ANCIRA

Vi scongiuro di svegliare l’amore Non lo lascerò

LITURGIA ETIOPICA Prendimi in dono GREGORIO MAGNO Signore, padre, sposo Attirami!

La mia vigna non l’ho custodita TARGUM

Attiraci dietro a te

Come un uomo addormentato

Ritorna ad ascoltare la parola dei profeti RASHI DI TROYES

Al di sopra di tutti i cantici Come le cortine di Salomone Ma il mio cuore veglia RUPERTO DI DEUTZ Ecco la serva del Signore I misteri delle sante Scritture Finse di non conoscere me, sua madre GUGLIELMO DI SAINT-THIERRY Dio è diventato uomo e l’uomo Dio Un abbraccio portato a compimento altrove Amica mia, mia colomba, mia bella Dappertutto una traccia dello sposo 55

55 59 59 60 61 63 64 65 65 67 69 69 71 71 73 73 75 75 76 77 79 79 80 81 83 83 84 85 87 87 88 90 91

(20)

BERNARDO DI CLAIRVAUX Per chi è pronto alle nozze con lo sposo Sia lui stesso a baciarmi

L’anima che ama

Che fanno costoro se non aspirare a un bacio?

Ho bisogno di essere attirata a te GILBERTO D’HOYLAND Sul letto e lungo le notti

Sii tu stessa un monte della mirra

Uno sguardo provoca in risposta un altro sguardo Voce dell’amato

GIOVANNI DI FORD Finché lo sposo tarda Come l’aurora

GERTRUDE D’HELFTA

Se non sarò unita a te, non potrò mai essere felice Che tu non possa più guarire

TERESA D’AVILA

Il mio diletto a me e io al mio diletto Dolce è il suo frutto

GIOVANNI DELLA CROCE

Ti vedano i miei occhi perché ne sei la luce Dove ti nascondesti?

Nell’anima sta nascosto Dio FRANCESCO DI SALES Si è disciolta per amore Sul cuore, sul braccio

JACQUES BÉNIGNE BOSSUET Elevarsi al di sopra dei sensi

Mi restituirà la vita con un solo bacio Lo vede da vicino

JEANNE-MARIE GUYON Nel riposo interiore dell’anima Il sonno dell’amata

JEAN-PIERRE DE CAUSSADE Egli è ovunque

93 93 94 96 97 98 101 101 102 104 105 107 107 108 109 109 111 113 113 115 119 119 122 123 125 125 126 127 127 128 129 131 131 133 135 135

(21)

SHOLEM ALEYKHEM Guardo Buzi e ricordo il Cantico ALTER KACYZNE

Un cuore ardente FRANZ ROSENZWEIG Un autentico canto “spirituale”

ZALMAN SHNEUR L’universo dipende dal bacio JEAN GUITTON

Amore divino e amore umano DIETRICH BONHOEFFER La polifonia della vita DIVO BARSOTTI Colui che viene

E non rimane che il profumo Il primato dell’amore ANDRÉ NEHER

Della preghiera e dell’amore hanno fatto un canto DAVID MARIA TUROLDO

La sublime allegoria ANDRÉ CHOURAQUI Una sinfonia in tre movimenti Va’ verso te stessa

GIOVANNI PAOLO II

Linguaggio del corpo ed esperienza del bello LUIS ALONSO SCHÖKEL

La bellezza non si dimostra, si mostra Nel corpo si rivela lo spirito

GUIDO CERONETTI Il vuoto del Cantico

Attraverso quei trasparenti amori UMBERTO ECO

Vi è differenza tra le delizie?

137 137 143 143 155 155 157 157 159 159 161 161 163 163 165 167 171 171 175 175 181 181 185 189 189 193 193 195 199 199 201 203 203

(22)

CHRISTOS YANNARAS Esisti perché ami

Quando nasce l’eros, nasce la vita Conosciamo Dio coltivando una relazione JULIA KRISTEVA

Sensualità e incarnazione

Donna sovrana davanti al suo amato GIANFRANCO RAVASI

Fiamma divina BIBLIOGRAFIA 207

207 209 211 213 213 214 217 217 223

Riferimenti

Documenti correlati

Si evidenzia, infine, che non è interessato dalla sospensione in argomento il termine (previsto dall’articolo 8 del d.lgs n. 7 Il comma 1 dell’articolo 5 dispone, con

Tutto il loro pensare, i loro sentimenti sono espressi dalla dignitosa commo- zione di un pastore, che si emoziona alla notizia del salvataggio della statua della Madonna

trasformazione, vi sono meno costi occupazionali, più tempo per ristrutturare il sistema, ma più costi ambientali (e sociali, ad esempio sulla salute, per la collettività); se si

□b) Per essere cittadino italiano occorre avere almeno un genitore italiano ed essere nato nel territorio italiano. □c) chi è nato nel territorio della Repubblica anche da

Ci ritroviamo insieme nella nostra casa, in questo primo giorno che ci ricorda la Pasqua di Gesù, per fare memoria della sera nella quale il Signore consegnò

La riunione del 26 novembre del Consiglio Pastorale, pur vissuta online per l’aggravarsi della pandemia, è stata molto proficua, affrontando in par- ticolare la problematica delle

Sempre secondo il report IOF gli uomini che hanno subito una frattu- ra a seguito di una caduta da un’al- tezza ≥ alla propria statura, dall’età di 50 anni dovrebbero

Reputa, infatti, il Collegio che il provvedimento di revoca dell’affidamento di gestione delle entrate tributarie costituisce una legittima esplicazione del potere discrezionale