Sardegna – Pag. 8 03 marzo 2007
«Guardiamo subito al futuro»
CAGLIARI. L’università che fu di Pacinotti e Brotzu agli occhi degli specialisti del Civr sta peggio di Sassari. Almeno in quest’occasione. I suoi pochi punti di forza sono legati ai finanziamenti dei progetti di ricerca per fisica e scienze della terra. La gran parte delle altre variabili prese in considerazione per le valutazioni è però negativa. O molto negativa. Di più: in tantissimi casi vira pericolosamente verso il basso, attestandosi addirittura sullo zero. Circostanza che nelle tabelle riferite alle diverse aree può giustificarsi solamente con un problema di acquisizione dei dati inviati a Roma. Un fatto altrimenti incomprensibile per un ateneo in buona posizione tra le università italiane di medie dimensioni. Un ateneo che vanta numeri di tutto rispetto: quasi 40mila studenti, più di 1200 professori, un «giro d’affari» che ogni anno oltrepassa i 250 milioni. Il rettore, Pasquale Mistretta, comunque, non si scompone. E pensa al futuro. La congiuntura sfavorevole rappresentata dai giudizi del Centro gli offre anzi lo spunto per un messaggio. «È necessario che i nostri ricercatori si rendano conto di un fatto - sostiene con fermezza -. Soprattutto di questi tempi, si chiede di agire con formule di squadra». «Per quanto ci riguarda è in ogni caso preferibile partire dal concreto - prosegue -. Stiamo mettendo a disposizione dei ricercatori varie voci di bilancio, nonostante le grandi difficoltà economiche dell’ateneo. Penso all’internalizzazione dei docenti. E a progetti finanziati dall’Europa con l’avvio di un’ottica della premialità: un percorso che in definitiva fa riferimento proprio ai piani Prin e alle valutazioni del Civr.
D’altro canto, nel biotech, nella comunicazione e nelle nanotecnologie i nostri risultati si confermano di estremo interesse. Il rafforzamento dell’intesa università-Polaris sta poi facendo partire il progetto Sardegna-Ricerche in sinergia». Resta lo sconforto per le valutazioni del Centro nazionale. La mobilità dei docenti è al di sotto delle possibilità o addirittura nulla in tutte le aree. Nell’alta formazione Cagliari non supera mai le medie nazionali e precipita in 7 aree, per 4 delle quali non si apprezza alcuna attività. Va male, in generale, anche nell’accesso ai programmi di ricerca banditi dal ministero. Così come nella «capacità di attrarre» fondi privati. Nessun brevetto nel triennio 2001-2003. «Forse perché non sono stati inviati prodotti da valutare», fanno rilevare gli esperti chiarendo che la partecipazione all’indagine del Civr avveniva su basi volontaristiche. Positive, e a volte ingenti, sono invece le partnership con laboratori e aziende, per esempio quelle biofarmaceutiche con società Usa e Ue. Favorevole, infine, il giudizio sul piano per il
Sardegna – Pag. 8 03 marzo 2007
«rientro dei cervelli» passati ad altri atenei. In media, come si è rilevato anche per Sassari, la valutazione del Centro nazionale sulla radiografia delle risorse umane e finanziarie. «In generale ci sarebbe molto da discutere - afferma in definitiva il rettore -.
Ma va in qualsiasi modo sfatata l’opinione politica e imprenditoriale che vede l’università come un bacino di grosse menti ma di scarsa organizzazione. La presenza del nostro ateneo in Sardegna produce infatti autorevolezza, credibilità, effetti concreti. E sicuramente, prescindendo dalle notizie degli ultimi giorni, lavoreremo per rendere sempre più tangibili questi risultati».
(pgp)