• Non ci sono risultati.

4. Il caso A.Am.P.S.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "4. Il caso A.Am.P.S."

Copied!
20
0
0

Testo completo

(1)

71

4. Il caso A.Am.P.S.

L’Azienda Ambientale Pubblici Servizi della città di Livorno, con sede in via dell’artigianato 39/B, è una società per azioni costituitasi in data 13/02/1995142. A.Am.P.S. opera in quello che viene definito settore regolamentato, di fatto è una “public utilities”143. Essa è affidataria “in house”144 del servizio pubblico di gestione del ciclo integrale dei rifiuti145, come da statuto, sino al 2030 in forza della delibera n. 35/2008 del

Consiglio Comunale di Livorno.A.Am.P.S può operare con il modello “in house” in

quanto sussistono tutti i presupposti richiesti dalla normativa nazionale (art. 113, D.Lgs n.267/2000 TUEL e successive modificazioni ed integrazioni) e dal diritto comunitario; ossia: capitale sociale interamente pubblico; “controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi” da parte dell’ente titolare del capitale sociale; realizzazione della parte più importante della propria attività con l’ente che la controlla. I rapporti tra la società ed il Comune di Livorno affidante, unico azionista, sono disciplinati da un contratto avente per oggetto il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti urbani e il servizio di spazzamento delle strade e piazze pubbliche. Relativamente al servizio pubblico di gestione dei rifiuti solidi urbani ed assimilati, la società svolge i servizi di spazzamento manuale e meccanizzato, la raccolta indifferenziata e quella differenziata, il trasporto, l’avvio al recupero, la preselezione, la termovalorizzazione e lo smaltimento dei rifiuti urbani ed assimilati. In virtù della deliberazione del Consiglio Comunale di Livorno n.

142 Il presente paragrafo è frutto dell’analisi dei bilanci disponibili di A.Am.P.S e del relativo sito internet. 143 Seguendo il pensiero di Baroni, i servzi di pubblica utilità, sono qui particolari servizi derivanti dalla

necessità di dover soddisfare i bisogni presenti in maniera estesa nella comunità di riferimento. Evidente è che lo smaltimento dei rifiuti rientra nella presente accezione. Rimandiamo all’opera dell’autore per la disamina delle peculiarità che vertono relativamente al rapporto che vi è tra gli enti locali e le aziende che devono offrire tali servizi, considerando che «un servizio è pubblico in un determinato istante perché considerato di pubblica utilità, può non esserlo più nell’istante successivo se cambia il contesto socio-economico» Baroni D., Enti locali e aziende di servizi pubblici. Assetti e processi di governance, op.cit, p.5

144 Il modello dell’affidamento “in house” per la gestione dei servizi pubblici locali è stato introdotto con

l’articolo 113 del Testo Unico degli Enti Locali (T.U.E.L), che stabilisce, al comma 5 lett.c, che l’erogazione del servizio pubblico locale può avvenire attraverso il conferimento della titolarità del servizio a società a capitale interamente pubblico, a condizione che l’ente o gli enti pubblici titolari del capitale sociale esercitino sulla società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi e che la società realizzi la parte più importante della propria attività con l’ente o gli enti pubblici che la controllano.

145 Nonostante sia un articolo non più recente visto l’argomento che “soffre” di una vivacità normativa

notevole, sullo smaltimento dei rifiuti un’utile indagine è stata da Bosoni, a cui rimandiamo per approfondimenti sul tema dell’economicità di questi particolari servizi. BOSONI E., Le condizioni di economicità nella gestione dei servizi pubblici: Il caso servizio smaltimento rifiuti dei comuni della provincia di Parma, in “Azienda Pubblica”, n.2-3, 2000.

(2)

72 207 dell’8 dicembre 2005, la Società è stata affidataria della gestione della Tariffa di Igiene Ambientale (TIA), istituita in sostituzione del tributo comunale TARSU a decorrere dal 01.01.2006 e fino al 31.12.2012.La suddetta tariffa viene sostituita poi per l’anno 2013 dalla TARES e per l’anno 2014 dalla TARI (art 1 comma639 L.n.147 del 27/12/2013). La società svolge inoltre servizi commerciali legati alla raccolta ed al trasporto di rifiuti speciali, ai servizi di disinfestazione e derattizzazione, di spazzamento e pulizia di piazzali ed aree private interne. L’azienda detiene partecipazioni, non di controllo, in società terze, che operano tutte direttamente od indirettamente nel settore ambientale, cosicché le partecipazioni sono da considerarsi di natura strategica e non di mero investimento patrimoniale. Nello specifico le aziende partecipate degne di nota sono: Piattaforma Biscottino spa, Ti Forma scrl e Revet spa. Piattaforma Biscottino spa è partecipata inoltre dal Comune di Collesalvetti al 37,4% e dalla società Ecoetrusca al 25%. Essa ha per oggetto la gestione di beni mobili ed immobili propri e di terzi. Ti Forma scrl è una società consortile che offre servizi di formazione e consulenza per lo sviluppo di competenze professionali, organizzative e di capacità personali, secondo standard verificati e qualificati come: la certificazione ISO 9001:2008; l’accreditamento per la formazione finanziata, i Fondi Interprofessionali e l'ECM. Essa è stata promossa da Cispel Toscana (che ne detiene una quota pari a € 290.000), insieme ad altre aziende della regione. Il suo scopo principale è appunto la formazione e la consulenza alle aziende di pubblica utilità. Revet spa è una società che opera in Toscana per il recupero degli imballaggi in multimateriale. La scelta può ritenersi strettamente funzionale al contratto commerciale sottoscritto con la Revet stessa per il servizio di stoccaggio, trasporto e selezione del multimateriale. Ci preme rilevare che nella compagine sociale sono presenti tutte le maggiori aziende pubbliche toscane del settore. A.Am.P.S. ha conseguito nel corso del 2014, per tutto il sistema aziendale, la certificazione del proprio sistema di gestione della qualità, secondo la norma UNI EN ISO 9001, a dimostrazione che i processi produttivi sono funzionali alla natura delle prestazioni richieste. Precedentemente la ISO 9001 era limitata ai settori aziendali laboratorio chimico e derattizzazione. Inoltre vi sono altre tre certificazioni del sistema produttivo: l’OHSAS 18001, la ISO 14001 e l’Eco-Management and Audit Scheme (EMAS). Come risulta dalla lettura del bilancio, i sistemi di gestione e le relative certificazioni che ne derivano si integrano con il servizio di protezione e prevenzione, formando all’interno dell’azienda un unico sistema di gestione integrato, con uno staff operativo dedicato. Nel proprio organico l’azienda ha (a tutto il 2014) 282 dipendenti, ad essa legati dalla contrattazione

(3)

73 collettiva nazionale del lavoro dei servizi ambientali Federambiente (Federazione Italiana Servizi Pubblici Igiene Ambientale). In data 22/01/16 il Consiglio di Amministrazione è stato interamente sostituito. Gli attuali membri sono: il dottor Castelnuovo, Presidente del Consiglio, la dottoressa Petrone ed il dottor Tolone146. Per il biennio 2014-2016, in funzione di un necessario riassetto dell’impiantisca del territorio ed in vista delle necessità sviluppate da ATO Costa, partendo dallo stato di fatto e dalle previsioni del Piano d’ambito, molte delle quali verranno ritarate, A.Am.P.S., con l’obiettivo della riduzione della produzione dei rifiuti, preparazione al riuso ed il trattamento finalizzato al recupero di materia dalle frazioni provenienti dalle raccolte differenziate sempre più di prossimità, prevedeva alcuni programmi di investimento che erano ritenuti in grado di contribuire in modo significativo a stabilire migliori condizioni di efficienza ed economicità aziendale, oltre che ad incrementare ulteriormente le prestazioni ambientali. Queste iniziative e progetti non risultano in contrasto con il percorso integrativo di A.Am.P.S. nella futura azienda di ambito (Reti Ambiente S.p.A.), ma sono al contrario finalizzati a stabilire condizioni di efficienza ed equilibrio economico attraverso una dotazione impiantistica e logistica che assuma una dimensione territoriale più ampia di quella attuale, così da consentire di produrre anche significative economie di scala e maggior competitività. Proseguono infatti, col massimo impegno e nonostante le gravi difficoltà esistenti, gli sforzi per migliorare la gestione societaria soprattutto dal punto di vista impiantistico, in modo da potenziare il complesso industriale di trattamento dei rifiuti già esistente, per sviluppare le attività di riuso, recupero di materia e di energia e ridurre al minimo il ricorso allo smaltimento in discarica, nel contesto del quadro normativo vigente. In aggiunta al seguente organigramma, l’assemblea societaria, solamente il 30 gennaio 2015, ha inserito l’area internal audit e fund management. Sotto riportiamo l’ultima macrostruttura disponibile147, ed un grafico rappresentante la composizione del personale da noi elaborato.

146 Tutti e tre nominati nel Gennaio 2016, ma subito indagati dall’inchiesta “città pulita”, inchiesta attivata

dalla Procura di Livorno per fare luce sulla gestione dell’azienda dal 2012 a ora.

(4)

74

Figura 7 Ultima macrostruttura approvata in bilancio

(5)

75

4.1 Manifestazione della crisi in A.Am.P.S

Per la scrittura del presente capitolo, che cerca di ricostruire l’excursus storico dell’azienda nell’ultimo periodo per portare alla luce quelle che in realtà sono le manifestazioni della crisi, ho cercato di ricostruire i fatti tramite quotidiani cartacei ed online, locali e non, che hanno trattato il tema, oltre ovviamente ai bilanci, che dovrebbero essere un “ottimo specchietto retrovisore”.148 La storia recente di A.Am.P.S può partire dal 2012, anno in cui l’azienda è già inesigibile verso i propri creditori, così la Giunta Comunale dell’allora sindaco del Partito Democratico, Alessandro Cosimi, decide di nominare come amministratore unico Angelo Rosi, nella speranza di poter risollevare la già allora critica situazione. Nel corso dell’anno Rosi riesce a far firmare a circa duecento creditori un piano di rientro della durata di quattro anni, di ventiquattro milioni di debiti che l’azienda aveva accumulato durante il corso della propria vita. Rosi, evitato il fallimento, fu molto critico nei confronti delle passate gestioni e dei sindacati, fino a definire l’azienda un vero e proprio cottolengo. Più recentemente a far discutere fu l’approvazione del bilancio 2013, avvenuto nel maggio dell’anno successivo, a pochi giorni dalle elezioni amministrative comunali, in quanto il bilancio presentava € 84000 di utile, nonostante vi fosse il parere contrario dei sindaci revisori di A.Am.P.S. Infatti, secondo loro, doveva essere implementato il fondo svalutazione crediti, portando invece il bilancio a chiudersi con € 800000 di perdite. Ovviamente da questo punto in poi inizia il rimbalzo politico a scaricare le colpe: Cosimi dichiara infatti che il bilancio non aveva problemi fino al giugno 2014. Nel corso dell’anno viene riscontrata la morosità da parte della cittadinanza di cifre intorno ai 15 milioni di euro fra TARES149 del 2013 e TARI del 2014. È proprio il bilancio di quest’ultimo anno che muove ancora più dubbi sulla gestione dell’azienda; infatti venne approvato solamente nell’ottobre dell’anno successivo a seguito del susseguirsi al vertice dell’azienda di vari soggetti e con, per l’ennesima volta, il parere contrario dei revisori di A.Am.P.S, che già durante il marzo

148 Il presente paragrafo cerca di ricostruire gli eventi che hanno portato al manifestare lo stato di crisi di

A.Am.P.S. e per farlo ho utilizzato molti articoli scritti da vari quotidiani, raccolti da me durante i mesi. Gli articoli sono stati riportati tutti in bibliografia.

149 Il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, venne introdotto dal decreto legge “Salva Italia” del 2011,

in sostituzione della tariffa di igiene ambientale e della tassa sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU). Quest’ultima ha avuto vita breve, in quanto nel 2013 venne sostituita anch’essa dall’attuale tassa sui rifiuti (TARI), che rientra, secondo le disposizioni della legge di stabilità del 2014, nell’Imposta Unica Comunale, insieme all’IMU e alla TASI.

(6)

76 2015 mettevano in guardia, dichiarando che vi erano all’incirca 20 milioni di euro di perdite, nonostante il previsionale presentasse un utile di 12000 euro, a concorrere a ciò fu anche la spesa, intorno ai 2 milioni, per la progettazione della terza linea dell’inceneritore. Quindi al 31/12/14 il bilancio presentava una perdita di esercizio pari ad € 21.398.590. A tale risultato ha concorso l’accantonamento al fondo svalutazione dei crediti inesigibili TIA relativi agli anni 2006-2012, resosi necessario in seguito alla delibera n.73 del 28 Aprile 2015 della Corte dei Conti della Regione Toscana, che non prevede la possibilità di inserire nell’odierno tributo TARI (la tassa sui rifiuti che sostituisce, a decorrere dal 1° gennaio 2014, i preesistenti tributi dovuti al Comune da cittadini, enti ed aziende, quale pagamento del servizio di spazzamento, raccolta e smaltimento dei rifiuti) le perdite su crediti della precedente Tariffa di Igiene Ambientale, cioè la suddetta TIA. Ma ad agosto scorso, la conversione del decreto legge 78, ha confermato alla Giunta Comunale la possibilità di spalmare sulla fiscalità generale del 2016 e del 2017 i crediti inesigibili della tariffa ambientale, quindi come avvenne per il 2015, nella città di Livorno ci sarà un aumento annuo della TARI di circa 4 milioni di euro. La scelta della proprietà fu drastica: a fronte di proteste e scioperi da parte dei sindacati, quindi dei dipendenti e anche delle ditte dell’indotto, che chiedevano a gran voce la ricapitalizzazione dell’azienda da parte del Comune, la Giunta del Movimento Cinque Stelle di Nogarin ha optato per una scelta coraggiosa nel panorama italiano, cioè quella di richiedere il concordato preventivo in continuità150 al Tribunale di Livorno. Dal

150 Il concordato preventivo è una procedura concorsuale regolamentata dal terzo capo della legge

fallimentare, agli articoli 160-182, il quale consente al debitore di evitare una più gravosa e dannosa procedura fallimentare. Pertanto al concordato preventivo si può ricorrere solo prima della dichiarazione di fallimento ed esso consiste in un accordo fra debitore e creditori per stabilire le modalità con le quali dovranno essere estinte tutte le obbligazioni. I caratteri comuni al fallimento, al concordato preventivo, alla liquidazione coatta amministrativa, all'amministrazione straordinaria e all’amministrazione straordinaria speciale, sono: l’universalità, la concorsualità e la par condicio creditorium. La prima sta ad indicare che le procedure, tendenzialmente, vanno ad intaccare l’insieme dei beni preposti dall’imprenditore per l’attività di impresa; la seconda caratteristica in comune indica il coinvolgimento nella procedura di tutti i creditori dell’imprenditore che risulta insolvente; il terzo principio, è espresso dal legislatore italiano all’articolo 2741 del codice civile, che recita: «I creditori hanno eguale diritto di essere soddisfatti sui beni del debitore, salve le cause legittime di prelazione. Sono cause legittime di prelazione i privilegi, il pegno e le ipoteche», in quanto le procedure concorsuali cercano di garantire una parità di trattamento a tutti i creditori dell’imprenditore che versa in uno stato di dissesto finanziario. La domanda di ammissione al concordato preventivo da parte del debitore, può essere accettata dal Tribunale se vi sono i presupposti soggettivi ed oggettivi per l’ammissione; il primo presupposto è la qualità di imprenditore commerciale, quindi soggetto fallibile, il secondo requisito è l’effettivo stato di crisi e di insolvenza dell’impresa, crisi comunque da considerare reversibile. L’imprenditore deve elaborare un piano di risanamento da presentare ai creditori, che preveda la ristrutturazione dei debiti e la soddisfazione dei crediti attraverso qualsiasi forma (es. cessione di beni, dilazione dei pagamenti). Il Tribunale va quindi ad emettere il decreto di accoglimento al concordato preventivo ed a seguito i creditori sono chiamati a votare sulla proposta presentata dal piano di risanamento. Importante è notare che questa particolare procedura non va ad intaccare l’esercizio dell’impresa, che procede comunque sotto il controllo di un commissario giudiziale, il quale ha appunto il

(7)

77 gennaio dell’anno in corso, molte sono state le ingiunzioni di pagamento e addirittura un’istanza di fallimento presentate al tribunale, ma, con la decisone presa a fine novembre, l’obiettivo dell’Amministrazione Comunale è stato quello di congelare le richieste dei vari creditori, dato che la semplice presentazione della richiesta del concordato blocca qualsiasi istanza cautelare da parte dei creditori. Il 27 gennaio sono stati assunti a tempo indeterminato 33 precari da parte dell’ormai passato Consiglio di Amministrazione guidato da Castelnuovo, nonostante la presenza di una domanda di concordato e anche di molti pareri ovviamente negativi sulla possibilità della stabilizzazione, visto quello che stava avvenendo in A.Am.P.S. Uno dei pareri negativi più significativi è stato dato dall’avvocato Altavilla, in quanto la stessa A.Am.P.S si è rivolta ad esso per una consulenza esterna sulla scelta del concordato e della stabilizzazione dei precari. Nella consulenza, Altavilla scrive: «La natura pubblicistica delle società in house deve, o dovrebbe, escludere approcci opportunistici o speculativi da parte del management, tesi a sottrarsi alle obbligazioni societarie, utilizzando gli strumenti concorsuali per “risparmiare” quote di debito, per poi ritenere salvata l’azienda e ristabilita la sua solidità. La conservazione dell’azienda deve perseguirsi attraverso il suo finanziamento e non tramite una falcidia dei suoi creditori». Ponendo dubbi sulla fallibilità di A.Am.P.S., l’avvocato Altavilla cita la Cassazione, che nel 2013 pone le società in house in uno stretto legame giuridico-funzionale con l’ente di riferimento, a cui l’azienda è assoggettata dall’istituto del controllo analogo151, in quanto le società in house

dovere di controllare e vigilare sull’attività dell’imprenditore. Per ulteriori approfondimenti sulla legge fallimentare italiana, si rimanda al seguente testo, utilizzato anche per scrivere la presente nota: CAMPOBASSO G., CAMPOBASSO M., (a cura di) Diritto commerciale vol.3 Contratti. Titoli di credito. Procedure. Concorsuali, V edizione, UTET, Torino, 2014

151 «La Quinta Sezione del Consiglio di Stato nella sentenza attenzionata, richiamando propri precedenti

giurisprudenziali, ha chiarito come il controllo analogo è un controllo non di matrice civilistica, assimilabile al controllo esercitato da un maggioranza assembleare, bensì è un controllo di tipo amministrativo, paragonabile ad un controllo di tipo gerarchico. Infatti, la società in house, lungi dall’essere qualificabile nella sostanza come ente di diritto privato è, in realtà, come recentemente affermato dalla Corte di Cassazione, assimilabile ad un ente pubblico (cfr. le pronunce citate della Corte di Cassazione, ordinanze 5 aprile 2013, n. 8352, 3 maggio 2013, n. 10299 e sentenza SS.UU. 25 novembre 2013, n. 26283); dunque, i rapporti con l’ente pubblico non possono che essere qualificabili come rapporti pubblicistici, come appena evidenziato, risolvendosi quindi il controllo analogo come controllo di tipo amministrativo, e, in specifico, un controllo di tipo gerarchico. Pertanto, deve essere posto l’accento sulla particolare intensità del controllo: i controlli in presenza dei quali si verifica il fenomeno dell’in house possono essere analizzati prendendo in prestito le coordinate previste per gli analoghi controlli effettuati sugli organi tradizionali dalle pubbliche amministrazioni. I controlli devono essere al tempo stesso sugli organi, e quindi strutturali, e sugli atti, ovvero sulle azioni e sui comportamenti (cfr. già la sentenza del Consiglio di Stato, sez. V, 6 maggio 2002, n. 2418): sugli organi nel senso che l’ente locale deve avere il potere di nomina e revoca quanto meno della maggioranza dei componenti degli organi di gestione, di amministrazione e di controllo; sulla gestione nella misura in cui l’ente affidante, oltre al potere di direttiva e di indirizzo, deve avere anche il potere di autorizzare o di annullare quantomeno tutti gli atti più significativi della società, come il bilancio, i contratti che superino una certa soglia ed in generale gli atti più qualificanti della gestione che non si risolvano in

(8)

78 possono essere considerate elementi costitutivi dell’apparato amministrativo, anche se presentano una fisionomia giuridica privata, soprattutto per la natura di determinati servizi pubblici essenziali che l’azienda svolge per la collettività. Se la via delle procedure concorsuali è preclusa, un’alternativa, secondo molte interpretazioni giurisprudenziali, sarebbe la semplice ricapitalizzazione della società da parte del Comune, anche per una presa di responsabilità dell’ente nei confronti dei creditori sociali, ai sensi dell’articolo 2497 del Codice Civile152, e del funzionamento ottimale del controllo analogo. Relativamente all’assunzione dei precari, oltre ad Altavilla, il parere negativo è arrivato anche dai revisori dei conti del Comune di Livorno, che invitarono ad attuare al meglio il controllo analogo. Di fatto il rischio che chi ha firmato la delibera di stabilizzazione si è assunto è stato quello di incorrere nella bancarotta fraudolenta, in quanto l’assunzione di lavoratori va ad intaccare la massa creditizia, di conseguenza questi ultimi, a seguito dell’assunzione, divengono a tutti gli effetti creditori prededucibili, condizione ancora più grave in quanto è prevista la continuità dell’attività aziendale153. Intorno alla fine di febbraio, il collegio dei revisori dei conti del Comune di Livorno, con una lettera, ha fatto

meri atti ordinari e burocratici (cfr. Consiglio di Stato, sez. VI, 11 febbraio 2013, n. 762). In linea di principio, come è noto, il regime civilistico dei poteri del socio non soddisfa quel parametro di intensità e di cogenza che è invece necessario perché vi sia una vera e propria mortificazione dell’autonomia manageriale, che sola giustifica l’affidamento in house: si pensi al periodo che intercorre tra la revoca di un amministratore e la nomina di uno nuovo, ove il controllo societario non garantisce la sindacabilità di atti medio tempore adottati e potenzialmente lesivi. A questi fini è allora necessario che accanto alle prerogative sociali, e quindi ai poteri che l’ente locale esercita come socio secondo le regole civilistiche, vi siano anche intensi e significativi poteri pubblicistici concernenti gli atti più significativi che contrastino con le direttive e con gli indirizzi impartiti dallo stesso ente locale (Consiglio di Stato, sez. V, 8 gennaio 2007, n. 5; sez. VI, 3 marzo 2007, n. 1514). Anche la Corte di Giustizia con la citata sentenza Parking Brixen del 13 novembre 2005, n. 458, si è espressa in merito al rapporto tra il controllo analogo e la totalità del pacchetto sociale (sulla cui necessità si era già espressa con le pronunce del 11 gennaio 2005, C-26/03 e del 21 luglio 2005, C-231/03). In questa pronuncia si chiarisce come nel caso in cui il c.d.a. conservi una autonomia di spesa (fino a 5.000.000 € nel caso di specie) anche a fronte della totalità dell’azionariato pubblico, resta ferma la possibilità di effettuare operazioni aventi grande importanza economica ed amministrativa, senza convocare l’assemblea e senza l’approvazione o l’autorizzazione preventiva; ciò rende evidente che residua un’autonomia manageriale non contrastata sufficientemente dalla totalità del pacchetto azionario. Quindi, occorre chiarire che è necessario che il consiglio di amministrazione della Società affidataria “in house” non abbia rilevanti poteri gestionali e che l’ente pubblico affidante (nella specie la totalità dei soci pubblici), eserciti, pur se con moduli societari su base statutaria, poteri di ingerenza e di condizionamento superiori a quelli tipici del diritto societario, che sono invece caratterizzati da un margine di rilevante autonomia della governance rispetto alla maggioranza azionaria (cfr. la fondamentale sentenza del Consiglio di Stato, sez. V, 26 agosto 2009, n. 5082). Risulta, quindi, indispensabile che tutte le decisioni più importanti siano sempre sottoposte al vaglio preventivo dell’ente affidante.» Segnalazione del Prof. Avv. Enrico Michetti della sentenza del Consiglio di Stato Sez. V, sentenza 13.3.2014, fatta su:

http://www.gazzettaamministrativa.it/

152 Il riferimento all’articolo 2497 del Codice Civile è abbastanza chiaro in quanto il Comune, tramite il

controllo analogo, è responsabile verso i creditori sociali e verso il coordinamento dell’attività di impresa.

153 La bancarotta fraudolenta è un particolare reato legiferato all’articolo 216 della legge fallimentare, nel

quale un imprenditore, dichiarato fallito, prima o durante la procedura fallimentare, a scopo di favorire o danneggiare alcuni creditori, esegue pagamenti o simula titoli di prelazione.

(9)

79 presente al sindaco che sussisteva un problema di “corrispondenza” fra il Comune e la partecipata: di fatto, visto il controllo analogo, A.Am.P.S dovrebbe obbligatoriamente comunicare in tempo reale ogni atto al Comune, cosa che in realtà avveniva con ritardi o in modo incompleto. In preparazione del piano per il concordato, è stato sostituito il Consiglio di Amministrazione di A.Am.P.S. ed il Consiglio Comunale si è espresso negativamente su un atto di indirizzo proposto dalla capogruppo di Forza Italia, Elisa Amato, che aveva l’obiettivo di evitare qualunque taglio di personale e decurtazione dei salari per rientrare nel piano di risanamento. Questo ha riportato all’accendersi delle proteste dei lavoratori, che hanno scioperato l’8 e il 9 marzo. Di fatto la decisione presa dalla maggioranza del Comune è funzionale al non limitare le scelte per trovare la via del risanamento e lo stesso nuovo presidente del CdA, Castelnuovo, si espresse seguendo questa linea: «La garanzia dei posti non c’è, se si paga a un creditore solo una parte del dovuto senza fare nulla dal punto di vista dei sacrifici, potrebbe essere difficile il concordato». La linea è chiara: i posti sono a rischio se ritenuto strettamente necessario. Questa linea però è in controtendenza alle stabilizzazioni attuate dal CdA passato. Il 7 marzo la sezione fallimentare del Tribunale di Livorno si esprime con parere favorevole al concordato, nominando il professor Fabio Serini come commissario giudiziale, dichiarando così che essi pongono la società come un imprenditore commerciale, fallibile e quindi, ancora, non spetta al Comune risanare, con aumenti di capitale, le perdite dell’azienda. Da marzo al 25 giugno, data in cui verrà presento il piano, le indagini da parte della Procura, con l’inchiesta “Città Pulita”, si sono intensificate e a seguito di alcuni perquisizioni nella sede di A.Am.P.S e del Comune, il numero di indagati è arrivato a 17. Tra i quali vi è compreso l’attuale sindaco. Questo fatto ha creato uno scalpore politico in tutta Italia. Attualmente sono 7 i capi d’accusa che vengono contestati nell’inchiesta che indaga sulla gestione dell’azienda dal 2012 ad ora. Essi sono: malversazione ai danni dello Stato, omissione d’atti d’ufficio, false comunicazioni sociali, abuso d’ufficio sulla TIA, falso in bilancio e bancarotta, abuso d’ufficio sulla revoca del precedente CdA ed induzione a ricevere utilità. Sempre in questo periodo altri due eventi sono degni di nota: la nascita del Comitato Lavoratori A.Am.P.S., di stampo dichiaratamente apartitico, dimostrazione che molti dipendenti dell’azienda sono pronti a fare qualcosa di concreto per risolvere la situazione. L’altro fatto degno di nota è la bocciatura del Comune di Livorno da parte del TAR, in quanto l’ente non ha aderito all’ATO154, che gestirà i rifiuti.

154 Per ATO si intende l’Ambito Territoriale Ottimale in cui autorità poste dalla Regione delineano ed

(10)

80 La sentenza farà sì che, non appena RetiAmbiente diventerà operativa, forse già alla fine del 2016, A.Am.P.S. non avrà più titolo per gestire il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti a Livorno, che passerà invece proprio alla nuova maxi-partecipata della spazzatura. La domanda che dobbiamo porci è quindi relativa all’utilità del piano di concordato e quindi dell’accettazione dello stesso da parte dei creditori e del Tribunale. Dai primi giorni di giugno, negli uffici comunali, i dirigenti stanno lavorando ad un atto che dia il via libera ad un sostegno finanziario del Comune al piano di concordato di A.A.m.P.S. di un valore pari a 13.3 milioni di euro, 2.5 in più rispetto a quanto l’ex presidente Iacomelli e il presidente dei revisori Carpano chiedevano lo scorso dicembre per la ricapitalizzazione della società. Tutto ciò è dovuto al fatto che a detta degli amministratori, il piano stesso si basa sul ribaltamento di tutti i crediti TIA sulla tassa rifiuti, lasciando la tassa come è oggi, cioè aumentata del 14% rispetto al 2014, per far sì che l’azienda abbia liquidità per soddisfare al massimo i propri creditori. Nei piani del Comune c’è anche allo stesso tempo, l’intenzione di escludere, almeno per il momento, un ulteriore aumento della tassa sui rifiuti per il quadrienno ‘18-‘21. In contropartita l’amministrazione della partecipata promette di riuscire, attraverso un efficientamento aziendale, attualmente sotto ipotesi, di avere minori costi per 13 milioni, a partire da questo esercizio. E, come previsto, la riduzione dei costi parte dall’intaccare gli stipendi dei lavoratori. Nella mattina dell’8 giugno è arrivata la notizia ai dipendenti, facendo sì che già nel pomeriggio stesso i sindacati hanno avuto un lungo incontro con l’azienda, confermando comunque che la quattordicesima dell’anno in corso verrà pagata solo per un terzo, in pratica, cioè per la parte maturata dal momento del concordato in poi. L’evento, era sì prevedibile, ma comunque di una gravità considerevole in quanto è la prima volta nella storia dell’azienda che non viene pagata una parte di stipendio. I sindacati contestano all’amministrazione, dato che l’informazione del taglio degli stipendi è arrivata senza preavvisi, una non competenza nella preparazione di un piano industriale non propriamente condivisibile. Infatti, questo evento fa pensare a quanto distacco, da un punto di vista di commitment vi è tra i lavoratori e l’azienda, o meglio fra il governo della stessa e i dipendenti, andando ad intaccare ancora di più la realizzazione del piano. Il taglio alla quattordicesima, ha portato, come prevedibile, i dipendenti a scioperare. Relativamente alla scarsa partecipazione che l’azienda ha dimostrato con i

dimensioni gestionali che travalicano i confini comunali per raggiungere "adeguate dimensioni gestionali" (D.Lgs 152/2006 art. 200 comma 1), di fatto interprovinciali. L’ATO di riferimento per il Comune di Livorno è ATO Toscana- Costa.

(11)

81 dipendenti relativamente alla redazione del piano, il tribunale del lavoro ha condannato A.Am.P.S per comportamento antisindacale, dando ragione ai lavoratori e alla Cgil (principale sindacato attivo nell’organizzazione) e autorizzando lo svolgimento dell'assemblea che era stata indetta dal sindacato per la giornata di giovedì 16 giugno e che invece l'azienda aveva vietato definendola illegittima. L’assemblea è servita ai lavoratori per confrontarsi in attesa che l'azienda presenti loro e apra un confronto sul piano industriale e soprattutto per rivendicare il diritto a conoscere il piano industriale prima che sia depositato in tribunale. Davvero le prospettive di vita di A.Am.P.S. sono praticamente segnate come sostengono Regione e ATO? Il futuro dell’azienda verrà deciso quindi successivamente al 25 giugno, data ultima disponibile per la presentazione del piano155, anche se il commissario Serini ha già avuto comunicazione, dalla Regione e dall’autorità, di voler assimilare A.Am.P.S, all’interno della nascitura RetiAmbiente. A quest’ultimo riguardo, un’importante puntualizzazione è da fare sulle immobilizzazioni in corso. Relativamente a questa voce risultavano, infatti, iscritti, fra gli altri, i costi a vario titolo sostenuti, negli anni, per la progettazione della cosiddetta “terza linea” dell’impianto di termovalorizzazione, di cui già A.Am.P.S. dispone. Tuttavia, l’autorità di Ambito per la gestione integrata dei rifiuti urbani, con delibera dell’Assemblea n. 13 del primo Dicembre 2014, ha adottato il nuovo piano straordinario di ambito, nel quale si stabilisce che la realizzazione della suddetta terza linea non è più necessaria ed è, pertanto, esclusa dallo stesso piano. Inoltre è scaduta anche la valutazione di impatto ambientale per la realizzazione di detta linea. Poiché l’ampliamento dell’impianto di proprietà di A.Am.P.S. è stato escluso dalla programmazione dell’Autorità di Ambito, gli amministratori hanno ritenuto che non sussistessero più, a questo punto, le condizioni legittimanti il mantenimento tra le “immobilizzazioni in corso” dei costi finora sostenuti e che, in conformità anche al congiunto disposto dell’OIC 16 – Immobilizzazioni materiali e dell’OIC 9 – Svalutazioni per perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali, l’intero importo di tale posta dovesse essere svalutato attraverso imputazione integrale a conto economico, senza che fosse possibile, evidentemente, alcuna forma di capitalizzazione o di imputazione graduale a conto economico, nel tempo, di tali costi.

(12)

82

4.2 analisi di alcuni indici di bilancio

In apertura del paragrafo facciamo una breve premessa relativa al fatto che il bilancio 2015, durante la stesura della tesi, non era ancora pubblicato. Per questo paragrafo, quindi faranno fede, anche se, tacciati di falso, i bilanci degli anni precedenti. Analizzando lo stato patrimoniale emerge la difficoltà finanziaria dell’impresa. Infatti il capitale d’esercizio netto assume valore negativo, a testimonianza che gli impegni con scadenza a breve termine sono superiori agli incassi previsti a termine, comportando uno squilibrio finanziario pari a € 10,424 milioni. Quanto evidenziato genera una tensione finanziaria, esponendo la società a gravi rischi, primo fra tutti il mancato proseguimento dell’attività aziendale. Il combinato disposto della conversione in legge del D.L. 19 giugno 2015 n. 78, delle decisioni di Giunta di proposta di modifica del contratto di servizio e della proposta di modifica del regolamento dell’imposta unica comunale, della sottoscrizione del contratto di “cessione dei crediti con condizione sospensiva” con il quale si ha garanzia da parte del Comune del pagamento dei crediti TIA per € 7.640.000, fa pensare, anche in virtù del rapporto fiduciario e dello strumento di controllo analogo che vincola la società all’Amministrazione Comunale, di avere una buona probabilità dell’incasso, anno per anno, dei crediti pregressi TIA dichiarati inesigibili, come sancito dalla Legge e rafforzato dall’impegno assunto dal Comune con atti specifici. È opportuno osservare che è stato fatto un accantonamento al fondo svalutazione solo per i crediti commerciali in sofferenza, mentre per i crediti TIA non è stato effettuato alcun accantonamento, per i motivi indicati e per i concreti impegni assunti dal Comune. I crediti degli utenti TIA, al 31.12.2014, sono pari ad € 12.660.851. Il Socio Unico è quindi chiamato ad adottare con urgenza i provvedimenti correttivi previsti dall’art. 2446 del Codice Civile. A conferma di quanto esposto, portiamo ad evidenza nella tabella sottostante alcuni indici di bilancio attinenti sia alle modalità di finanziamento degli impieghi a medio/lungo termine, sia alla composizione delle fonti di finanziamento, confrontati con gli stessi indici relativi ai bilanci degli esercizi precedenti.

(13)

83

Tabella 2 Indici di solidità/solvibilità

I margini ed i quozienti primari e secondari sono gli indicatori principali della solidità di un’azienda. «L’analisi della solidità patrimoniale mira a comprendere se la configurazione del patrimonio aziendale conferisce all’azienda la capacità di tenere in equilibrio entrate ed uscite monetarie nel medio-lungo termine»156. Nel caso preso in analisi possiamo osservare, negli esercizi ’14-’13 gli indici sia primari che secondari, i quali mostrano una situazione alquanto negativa. Di fatto i margini sono molto negativi (ed i quozienti molto al di sotto del valore di 1), a dimostrazione che il passivo a lungo termine non riesce a finanziare l’attivo fisso e che è il passivo corrente a finanziare, oltre all’attivo circolante, in somme considerevoli, le immobilizzazioni dell’azienda. Ciò mostra come di fatto l’azienda sia insolvibile. Le aziende dovrebbero infatti far sì che, tramite la gestione finanziaria, che il tempo di scadenza delle fonti di finanziamento sia sincronizzato il più possibile con il tempo di recupero degli impieghi. Quindi l’attivo fisso dovrebbe essere finanziato con il passivo permanente, che è composto dai mezzi propri e dai debiti di medio-lungo termine; l’attivo circolante dovrebbe essere finanziato con il passivo corrente, cioè gli impieghi d’esercizio dovrebbero essere ricoperti da fonti di finanziamento a breve termine. Volendo invece brevemente osservare «la capacità dell’azienda di adempiere agli impegni finanziari di breve periodo»157, quindi la solvibilità della stessa, possiamo notare come l’attivo circolante non sia in grado di essere convertito in una liquidità tale da estinguere il passivo corrente. Infatti i quozienti di liquidità (detti anche di tesoreria) nell’esercizio 2014 sono inferiori a 1, dimostrando che la liquidità a breve e quella differita di A.Am.P.S non sono in grado di ripagare i finanziamenti a breve. Inoltre possiamo notare, osservando il tasso di indebitamento, come l’azienda si finanzi principalmente con il capitale di terzi, in quanto il capitale

156 CARAMIELLO C.,DI LAZZARO F.,FIORI G., Indici di bilancio. Strumenti per l’analisi della gestione

aziendale. Seconda edizione, Giuffrè, Milano, 2003, p.131

157 CARAMIELLO C.,DI LAZZARO F.,FIORI G., Indici di bilancio. Strumenti per l’analisi della gestione

aziendale. Op. cit., p. 180

Indici di solidità/solvibilità 31/12/2014 31/12/2013 31/12/2012

Margine primario di struttura -€ 38.548.530,00 -€ 23.792.236,00 -€ 27.618.630,00 Margine secondario di struttura -€ 23.454.243,00 -€ 1.267.443,00 € 1.397.172,00

Quoziente primario di struttura 0,09 0,39 0,36

Quoziente secondario di struttura 0,45 0,97 1,03

Quoziente di liquidità primaria 0,52 1,04 1,12

Quoziente di liquidità secondaria 0,54 1,08 1,16

Tasso di indebitamento 15,25 2,68 3,42

(14)

84 investito è molto maggiore dei mezzi propri, dimostrazione ulteriore dell’elevato rischio di insolvenza. Per concludere sulla solidità e solvibilità di A.Am.P.S., possiamo osservare come il tasso di copertura delle immobilizzazioni inferiore ad 1 conferma uno scorretto utilizzo delle fonti di finanziamento, con conseguenti problemi di squilibrio finanziario in tutti gli anni presi in analisi. L’analisi della redditività mostra la crisi chiaramente se si pone l’attenzione al dato della redditività dell’equity nel 2014, dovuto alle perdite dell’esercizio e alla riduzione nel tempo del capitale sociale per effetto proprio di quest’ultime. La distruzione di valore è facilmente manifesta.

Tabella 3 Indici di redditività

Volendo analizzare la dinamica aziendale utile prospetto da osservare è anche il rendiconto finanziario; esso è «un prospetto che pone in rilievo un aspetto dinamico della gestione aziendale avendo riguardo ai processi di formazione ed impiego delle risorse finanziarie»158. L’utilità del prospetto è molteplice, in quanto va ad evidenziare le aree della gestione che generano o assorbono cassa, dà una sintesi valoriale dei processi che sono funzionali ad un risanamento e fa porre l’attenzione sulle varie modalità di finanziamento in termini di costi, scadenze e rischiosità. A.Am.P.S mostra, nel rendiconto finanziario elaborato nella nota integrativa del bilancio, un incremento delle disponibilità liquide pari a € 534.756. Questo dato è risultante dalla differenza tra i flussi finanziari derivanti della gestione operativa, dagli investimenti e disinvestimenti e dal netto della gestione finanziaria. Il dato può sembrare positivo, ma è frutto esclusivamente di un incremento dei debiti a breve verso le banche, pari a € 8.390.112, che aggrava ulteriormente la solvibilità aziendale.

158 QUAGLI A. Bilancio di esercizio e principi contabili. Settima edizione, Giappichelli, Torino, 2015, p. 84

Indici di redditività 31/12/2014 31/12/2013 31/12/2012

EBIDTDA/Vendite 10,07 13,79 17,46

ROS% -7,48 2,21 1,78

ROA % -4,48 1,49 1,06

ROE % -313,92 0,54 0,05

Rotazione del capitale investito 0,58 0,65 0,58

(15)

85

4.3 Interviste

Per meglio approfondire le problematiche presenti in A.Am.P.S, avrei voluto, in un primo momento, avere un contatto umano, un colloquio, con alcuni soggetti che sicuramente avrebbero dovuto dare spunti interessanti alla tesi. Queste persone dovevano rappresentare al meglio le parti in gioco. La mia intenzione sarebbe stata quella di poter dialogare con uno o più membri del Consiglio di Amministrazione, in quanto essi rappresentano il vertice amministrativo. Avrei voluto parlare con un sindacalista, (figura degna di essere presa in considerazione come rappresentante dei lavoratori); un consigliere comunale di maggioranza ed uno di minoranza per rappresentare la “proprietà” cioè l’unico azionista di A.Am.P.S, il Comune di Livorno; il commissario del concordato preventivo, il Professor Serini. Durante l’elaborazione della presente, purtroppo, l’inasprirsi del clima intorno all’argomento, soprattutto a seguito dell’aumento del numero degli indagati e della gravità dei capi di imputazione, ha precluso la possibilità del dialogo con molti di questi soggetti. Purtroppo questo paragrafo è nettamente ridotto rispetto a quanto avrei voluto, ma ho preferito non tagliarlo e scrivere ciò che sono riuscito ad estrapolare da questa bella esperienza di vita, in quanto ritengo che il dialogo tra persone sia una grande fonte di acculturamento per le stesse ed io sicuramente uscitoci impreziosito, approfitto di questa introduzione per ringraziare chi ha dedicato il suo tempo per poter permettere di scrivere queste parole.

(16)

86

4.3.1 Il commissario del concordato preventivo in continuità:

il Professor Fabio Serini

A seguito della decisione della Giunta Comunale di presentare al Tribunale Fallimentare di Livorno la domanda di concordato preventivo con continuità, è stato individuato, nella persona del Professor Fabio Serini, il Commissario giudiziale della procedura concorsuale. Il commissario giudiziale ha una funzione sia di "vigilanza", ossia di verifica sul comportamento dell'imprenditore in crisi, sia di “consultazione”, in quanto per il compimento di determinati atti eccedenti l’ordinaria amministrazione, è necessaria l’autorizzazione del giudice delegato, previo parere reso dallo stesso Commissario giudiziale. Esso però non può intervenire mai nel merito delle scelte gestionali dell'imprenditore in crisi e non può fornire mai consulenza allo stesso per l'elaborazione del piano concordatario. Inoltre, relativamente a quest’ultimo, il commissario (e poi il giudice) devono verificarne la sostenibilità e la coerenza e dare o meno il via libera alla convocazione dei creditori per la votazione. Ho incontrato il professor Serini il 14 maggio, periodo in cui l’azienda verteva in uno stato di cosìdetto “pre-concordato”. La mia intenzione era quella di porre delle domande al commissario in modo da capire il suo parere su due punti fondamentali della vicenda A.A.m.P.S. cosa comportasse per la procedura concorsuale il fatto che l’azienda sia una “in house” ed in generale come la risorsa umana possa avere un ruolo di possibile potenzialità inespressa da sfruttare per risanare l’azienda. Serini sul primo tema ritiene corretta la decisione del Tribunale di Livorno, in quanto, nonostante la maggior parte della giurisprudenza ritenga le “in house” come delle semplici estensioni operative di enti pubblici, ci sono casi, come quello di A.Am.P.S., in cui la società è privata e svolge un’attività commerciale anche in concorrenza con altre aziende. Partendo dalla legittimità dell’ammissione al concordato, Serini si riteneva fiducioso sulla buona riuscita dello stesso, per due motivi principali. Il primo era il fatto che, avendo sentito i ceditori dell’azienda, la maggior parte di loro, a suo avviso, vede di buon occhio le possibilità di recupero dei crediti che dovrebbe presentare il piano. L’altro punto era relativo alle problematiche gestionali di A.Am.P.S. stessa perché, secondo lui, trovata una soluzione ai crediti inesigibili della TIA, l’azienda è in grado facilmente di creare valore, economico e sociale, vista la buona natura operativa e gestionale che gli impianti ed i processi per lo svolgimento delle attività di smaltimento dei rifiuti garantiscono alla continuazione della vita aziendale. Sul tema delle

(17)

87 risorse umane, invece, Serini è rimasto più criptico, facendo intuire che una qualche forma di dialogo fra i sindacati e gli amministratori vi è stata, ma oltre a questo non si è espresso. In conclusione della breve chiacchierata Serini torna sulla decisione di Nogarin relativa al prendere la via del concordato, dicendo che solo il tempo potrà dire se la scelta è stata corretta oppure no. Infatti, solamente con il fallimento del concordato o con la sua completa realizzazione, potremmo sapere se la scelta fatta dalla giunta è stata vincente oppure no. Serini, fiducioso, mi saluta dicendo che solamente dopo il 25 giugno sapremo la verità sul futuro di A.Am.P.S.

(18)

88

4.3.2 Un rappresentante del Consiglio comunale:

Elisa Amato

Elisa Amato è Capogruppo Consiliare di Forza Italia nel Comune di Livorno. Incontrare un membro di opposizione è stato utile per poter approfondire quella che di fatto è stata la governance di A.Am.P.S, durante l’ultima legislatura comunale, tramite gli occhi di chi, per dovere istituzionale e politico, ha tentato di fare luce sulle scelte intraprese dalla maggioranza, quindi dalla proprietà. Elisa Amato è presidente della Commissione Bilancio del Comune ed è sempre stata molto attiva sul tema A.Am.P.S. Ho incontrato Amato il 23 giugno, dopo tre giorni dal deposito in Tribunale del piano concordato, e sui contenuti dello stesso essa si dichiara all’oscuro della maggior parte di essi, come praticamente quasi tutto il Consiglio Comunale. Ciò effettivamente è un fatto grave, in quanto è la completezza del Consiglio a rappresentare l’interezza della cittadinanza, vera proprietaria, tramite il Comune, di A.Am.P.S. Purtroppo Amato racconta di come la maggioranza 5 Stelle tenesse nei Consigli una linea molto autoritaria relativamente alle decisioni da prendere sull’azienda. Amato dalla sua ha sempre pensato che la via migliore da intraprendere per il futuro di A.Am.P.S, fosse quella della ricapitalizzazione, o al massimo di una ristrutturazione del debito. Infatti fu dura la sua opposizione in Consiglio Comunale alla decisione presa nel novembre scorso, di intraprendere la via del concordato preventivo, soprattutto perché riteneva importante che, in primis, non venisse intaccato alcun diritto al personale dell’azienda. Inoltre, seguendo la condotta di Consigliere di opposizione, essa tiene a precisare come, da un punto di vista squisitamente politico, il Sindaco Nogarin abbia tenuto una linea non incline ai principi di fondo del movimento di cui fa parte.

(19)

89

4.3.3 Il segretario della funzione pubblica CGIL

Giovanni Golino

L’interesse nell’aver incontrato Golino sta nel fatto che egli rappresenta la maggior parte dei lavoratori di A.Am.P.S., in quanto la Cgil è il sindacato con maggiori aderenze all’interno dell’azienda. In primis abbiamo discusso della frattura tra vertici aziendali e lavoratori ormai chiara. Anche lo stesso Golino ritiene che le altre vie prese in considerazione per risanare l’Azienda fossero più ragionevoli, in quanto la fallibilità di A.Am.P.S., ormai accertata, mette a rischio molti posti di lavoro. Parlando invece delle condizioni della crisi dell’azienda, Golino ritiene che si possa parlare tranquillamente di miopia politica, sia negli anni della precedente Amministrazione Comunale che in questa. Dal dialogo che ho avuto sul comportamento del vertice aziendale sulla stesura del piano la posizione dei lavoratori è risultata molto critica, infatti, consci che una qualche forma di sacrificio da parte loro avrebbe dovuto esserci per raggiungere dei margini adeguati di efficientamento, essi avrebbero preferito poter dialogare di più con l’amministrazione. Discutendo delle problematiche che vi erano in azienda nel 2012, vado a chiedere se vi era un fondo di verità sulle famose dichiarazioni di Rosi. Partendo da ciò, Golino fa notare che un ulteriore servizio sociale che un’azienda di questo tipo dà è quello relativo alle possibilità di lavoro per persone che hanno bisogno di qualche forma di reinserimento sociale, ed è ovvio che un lavoro è alla base di qualsiasi dignità nella nostra società. Quindi in sintesi la conclusione di Golino è che, se dare un umile lavoro come quello di spazzare le strade a persone disagiate è considerato come trasformare l’azienda in un cottolengo, allora essa lo è. Un altro tema affrontato è stato quello della problematica ATO; Golino non vede di buon occhio il fatto che la società che si deve costituire per svolgere il servizio (Retiambiente spa) sia a carattere misto, cioè con una percentuale di partecipazione del capitale sociale da parte di privati, in quanto ritiene che la gestione integrata dei rifiuti sia uno dei classici servizi per cui avviene un fallimento del mercato e quindi vi è monopolio naturale e non ci dovrebbe essere nessun interesse privato. Alla fine della chiacchierata, dove cercavo di dimostrare quali potessero essere i vantaggi di un socio privato in aziende che offrono servizi pubblici, siamo arrivati alla conclusione comune che, purtroppo, dove effettivamente sarebbe efficace ed efficiente che il soggetto che gestisce il servizio sia pubblico, queste aziende hanno un soggetto economico che, come anche nel caso di nostro interesse, nel suo lato dell’imprenditorialità, cioè nel chi

(20)

90 immette i capitali, pecca di lungimiranza. Questa lacuna, oltre a ricondursi alla già citata miopia politica, che in alcuni casi può intaccare anche la managerialità, è legata spesso anche alla carenza della maggiore fonte di successo che deriva dall’imprenditorialità, cioè la creatività.

Riferimenti

Documenti correlati

• il genitore per ottenere il contributo deve inoltrare domanda presso il Servizio Politiche Giovanili e IISS del Comune, dichiarando il possesso dei requisiti richiesti e allegando

1) Di prendere atto, condividendone i contenuti, dello schema del bando relativo all’affidamento della gestione del corridoio di lancio per imbarcazioni da

Precisato che la condivisione dell’Amministrazione Comunale è da intendersi in ordine alla messa a disposizione di luoghi pubblici, materiali e attrezzature, specificando sin d’ora

regolamento CE n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 sull'igiene dei prodotti alimentari e del regolamento CE n.. che stabilisce norme specifiche

d) per le sezioni specializzate lavoro, esecuzioni, fallimentari 2 , societarie, della famiglia, dell’immigrazione, della materia di impresa e delle sezioni Gip/Gup,

Con deliberazione del 25 luglio 2016 n.453, è stato approvato lo Schema di Accordo di Programma per lo sviluppo della Banda Ultra Larga nella regione Lazio (BUL

Nella stesura del bando pubblico per l’attivazione degli interventi previsti dalla sottomisura “5.2 - Sostegno a investimenti per il ripristino dei terreni agricoli e

2443 e 2420 ter del codice civile, scadenti il 30 giugno 2005 di cui al comma 2 della vecchia formulazione, per la parte non ancora eseguita, 7 (obbliga- zioni) di nuova introduzione,