• Non ci sono risultati.

1 LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DI IMPRESA

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "1 LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DI IMPRESA"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

1 LA RESPONSABILITA’ SOCIALE DI IMPRESA

Il concetto di responsabilità sociale di impresa ha assunto sempre più un importanza centrale per le aziende.

Esistono più teorie sulla consistenza e il significato di responsabilità sociale9, dalla tesi “scettica” della responsabilità passiva cioè mera attenzione dei limiti minimi di accettabilità del livello di responsabilità, alla tesi “ottimistica” ove la responsabilità sociale è vista come contribuente al successo dell’impresa e alla creazione di ricchezza per gli azionisti.

Ciò che è importante rilevare è però che quando la responsabilità viene di fatto disattesa le conseguenze per l’impresa possono, oggi, essere gravi.

Questo deve portare a non sottovalutare il ruolo dell’ambiente sociale e politico, e l’impatto che esso può avere sull’economicità aziendale nel lungo periodo, poiché gli interessi degli azionisti e degli altri stakeholders tendono ad allinearsi solo grazie allo sforzo consapevole e responsabile del management.

La responsabilità sociale delle imprese o Corporate Social Responsability (CSR)10 è il concetto attraverso cui le imprese soddisfano discrezionalmente le aspettative dei propri stakeholders11 lungo tutte le attività aziendali. E’, di fatto, un nuovo modello di gestione e governo dell’impresa improntato sulla soddisfazione delle aspettative degli stakeholders.

La CSR spinge verso l’ottimizzazione di interessi diversi da quelli degli azionisti spostando l’ottica dal breve al medio-lungo periodo che dovrebbe trovare riscontro in una comunicazione trasparente che possa dimostrare la sostenibilità dei componenti di un’impresa a livello economico, ambientale e sociale.

9

Garriga E., Melè D. (2004), “Corporate Social Responsibility Theories: Mapping the Territory”, Journal of Business Ethics, n. 53, pp. 51- 71.

10

Kotler P., Lee N. (2005), Corporate Social Responsibility. Doing the Most Grond for Your Company and Your Cause, Wiley, New Jersey.

11

Quando si parla di stakeholder ci si riferisce letteralmente ha colui che ha un interesse e cioè gruppo o individuo che influenza o è influenzato dal comportamento e dal raggiungimento degli scopi di

(2)

Ciò ha portato negli anni anche ad una modifica del significato del concetto di creazione di valore portandolo ad una visione più evoluta comprendendo, oltre all’aspetto economico competitivo, anche la dimensione sociale e quella ambientale (Triple Bottom Line Approach). La bottom line è l’ultima riga del conto economico cioè il risultato netto di esercizio e divenendo la CSR il nuovo paradigma di gestione e governo dell’impresa, quest’ultima deve valutare le proprie prestazioni non solo dalla dimensione economica ma anche da quella sociale e ambientale

Inizialmente le imprese sono state mosse verso l’etica del libero arbitrio degli attori economici che vi operavano (management lavoratori) e in via residuale rispetto alla motivazione economica che imponeva loro di raggiungere un certo risultato economico. Questa prospettiva è cambiata con l’avvento della Business Ethics12 che vede l’etica come una risorsa dell’impresa in quanto i comportamenti eticamente corretti possono essere premiati e dunque se ne riconosce il contributo alla creazione di valore per tutti gli stakeholders.

Nel modello del contratto sociale è l’etica a legittimare l’esistenza dell’impresa, perché promuove uno scambio corretto tra i benefici che l’impresa riceve dal contesto ambientale e quelli che procura alla società. Agli albori la stessa economia era classificata come scienza morale da Marshall (1890) ed ancora prima da Smith (1776). L’etica non è un mero strumento ma un fine da affiancare al risultato economico riconoscendo l’ampliamento delle finalità dell’impresa e dell’obbligo per quest’ultima di produrre un valore allargato da poter distribuire tra tutti gli stakeholders.

Oggi la creazione di valore economico è sicuramente condizione necessaria ma non sufficiente a giustificare l’esercizio dell’impresa, ed allora le imprese stesse dovrebbero dichiarare a quali altri obiettivi mirano, condividendoli con gli stakeholders, che è ciò che oggi può costituire il fondamento della legittimazione sociale dell’impresa.

Dunque le imprese guidate da CSR raggiungono i propri obiettivi integrando opportunità di crescita economica, ambientale e sociale ed una performance non

12

Lanza S., Calcaterra M., Perrini F. (a cura di) (2001), Etica, finanza e valore d’impresa, Milano, Egea, 2001.

(3)

soddisfacente in una delle tre dimensioni, comporta distruzione di valore per l’impresa nel suo complesso.

Numerosi casi oggi dimostrano come la sola dimensione del valore di mercato non sia più sufficiente per fornire un quadro veritiero e corretto della qualità della gestione aziendale, in grado di rispondere alle esigenze conoscitive dei differenti stakeholders, essere socialmente responsabili infatti vuol dire per l’impresa rispettare oltre la dimensione economica anche quella sociale e ambientale coinvolgendo tutti gli stakeholders.

L’immagine, la reputazione sono dunque fattori strategici per lo sviluppo di un’impresa soprattutto oggi in cui la civil society ha assunto il ruolo di uno dei principali regolatori in grado di influenzare pesantemente il grado di legittimazione sociale e di consenso di cui godono le imprese.

Con il paradigma di gestione aziendale CSR la sostenibilità diviene obiettivo strategico di un’organizzazione, intendendosi la capacità di continuare indefinitamente le sue attività avendo tenuto debitamente in considerazione il loro impatto sul capitale naturale, sociale ed umano.

Considerando alcuni dei principali fattori di pressione che oggi agiscono verso le imprese per essere responsabili, è possibile stilare un breve elenco13:

GLOBALIZZAZIONE; fonte importante di crescita e cambiamento per le imprese ma anche potenziale causa di conflitto tra i vari stakeholders. La rapida diffusione delle tecnologie di comunicazione e informazione ha eliminato le barriere geografiche e ridotto le distanze, ponendo l’attività delle imprese sotto l’esame continuo dell’opinione pubblica, dei mezzi di informazione e delle istituzioni. La globalizzazione, un fenomeno che si può ritenere di per sé politico, in anni recenti si è tramutato in un problema di grande interesse politico: i sentimenti contro la globalizzazione si sono via via trasformati in una più generale protesta che contesta la stessa diffusione ai paesi in via di sviluppo del modello economico occidentale. La globalizzazione ha aperto alle imprese nuove prospettive, ma ha anche contribuito a rendere più complessa la loro

13

(4)

organizzazione; la crescente estensione delle attività commerciali genera nuove responsabilità su scala planetaria, in particolare nei paesi in via di sviluppo.

IPERCOMPETIZIONE; oggi sempre più si assistono a massicci cambiamenti nella dinamica dei mercati, le posizioni di vantaggio che le imprese possono costruirsi hanno, difatti, una velocità di erosione fino ad ora sconosciuta che porta anche ad una convergenza dei settori. Questa economia più competitiva e veloce è di per sé un ulteriore fattore di globalizzazione poiché le imprese cercano di sfruttare i minori costi del lavoro delle economie in via di sviluppo; vi è peraltro anche la tendenza a portare le produzioni con maggiore valore aggiunto nei paesi che hanno già conseguito un certo progresso rischiando perciò di creare poco sviluppo dove ce ne sarebbe più bisogno e determinare ulteriori motivi di risentimento.

AMBIENTE; è un tema delicato su cui tutte le imprese sono chiamate a scelte difficili, il problema delle fonti energetiche e della conservazione dell’ambiente è certamente uno dei più urgenti e preoccupanti. La dimostrazione sulle difficoltà nella coordinazione di politiche nazionali si possono avere anche da esempi macroscopici come gli evidenti problemi nell’attuare il protocollo di Kyoto del 1997. Ciò evidenzia che le differenze di interessi tra paesi sviluppati e non, ed anche all’interno degli stessi gruppi, sono profonde e non è ancora chiara la strada da seguire per armonizzarle. La questione ambientale e la sempre maggiore sensibilità del pubblico verso i temi dell’ecologia ha fatto si che venissero introdotte negli ultimi anni numerose normative pubbliche di tutela ambientale che, dopo una resistenza iniziale, ha trovato, soprattutto nelle imprese più avanzate sul piano gestionale, una risposta positiva poiché esse sono state in grado di vedere in questo fenomeno opportunità di progresso tecnologico e di lancio di prodotti compatibili con l’ambiente. In una fase storica in cui molti conflitti fra imprese e sostenitori dell’ambiente sembrano appianarsi, nuove frontiere di scontro si stanno aprendo sulle biotecnologie. La responsabilità ambientale necessita di tutelare il patrimonio naturale come valore in sé e soprattutto come elemento di interesse pubblico, funzionale al benessere della collettività, oggi e in futuro.

SVILUPPO SOSTENIBILE; il paradigma emerge dal sovvertimento delle certezze relative alla possibilità di promuovere una crescita globale illimitata, trascurando qualsiasi impatto sull’ambiente e sugli ecosistemi. La fondatezza del paradigma dello

(5)

sviluppo sostenibile e la sua triplice natura ecologica, sociale ed economica ricondotte a tre differenti ordini di valutazioni:

1. necessità di porsi vincoli per permettere al sistema Terra di riprodursi e permanere nel tempo;

2. l’assunzione di responsabilità verso le generazioni future;

3. la ricerca di tassi di crescita economica non più quantitativi ma qualitativamente migliori.

La definizione di sviluppo sostenibile deve ricercarsi nel mantenimento degli essenziali processi ecologici e di supporto vitali, nella preservazione della diversità genetica e l’utilizzo sostenibile di specie ed ecosistemi ricercata solo attraverso un appropriato bilanciamento e una corretta integrazione tra elementi economici, sociali ed ambientali da parte delle imprese. Oggi vi è una situazione in cui il vettore dello sviluppo (qualità della vita) aumenta monotonicamente nel tempo, perciò il concetto di sviluppo è molto più ampio di quello di crescita intesa come aumento quantitativo del PIL o del reddito reale pro capite.

LAVORATORI E DIRITTI UMANI; sempre una maggiore importanza viene attribuita ai diritti umani e a quelli del lavoratore spingendo l’impresa a prendersi cura dei problemi definiti e le aziende della UE debbono dimostrare e pubblicizzare la loro adesione, in ambito globale, alle linee guida dell’OCSE per le multinazionali. Lo sviluppo del capitale umano, la diffusione di valori condivisi e la coesione tra il personale costituiscano risorse fondamentali in vista di ottenere e sostenere il vantaggio competitivo, di qui l’importanza di tutte quelle attività e pratiche che mettono al centro la persona e il suo sviluppo. Le imprese orientate alla responsabilità sociale sono sempre più consapevoli della necessità di gestire adeguatamente le relazioni con un categoria fondamentale di stakeholders quali i dipendenti. La gestione delle risorse umane è dunque la consapevolezza delle imprese di andare oltre gli obblighi normativi per creare condizioni adeguate al lavoro.

CONSUMATORI; è l’ennesima fonte di pressione derivante dalla profonda evoluzione nei valori, negli atteggiamenti e nei comportamenti dei consumatori con il proliferare delle associazioni a difesa del consumo per orientare la società verso forme più giuste ed efficienti di produzione ed acquisto. I consumatori si dimostrano sempre più sensibili verso il tema della responsabilità sociale ed esiste un crescente numero di essi disposto

(6)

a pagare un premium price per acquistare prodotti e/o servizi d’imprese attive in ambito sociale, nasce e si afferma la figura del consumatore “critico”.

MERCATI FINANZIARI E TRASPARENZA; i mercati finanziari sono caratterizzati, più di ogni altro segmento dell’economia, dal fenomeno della globalizzazione che ha portato a diffusione di attese di trasparenza, dei modelli di governance, delle politiche e di comunicazione. Anche gli investitori adottano atteggiamenti di fuga o boicottaggio nei confronti di quelle imprese che si dichiarano insensibili. Nascono così interessanti esperienze come la finanza etica o SRI cioè la costruzione di fondi, indici e prodotti destinati agli operatori che desiderano investire in imprese ad elevati standard etici.

1.1 DECISIONI D'IMPRESA E RESPONSABILITA' SOCIALE

Uno dei principali ostacoli alla formazione di una strategia di responsabilità sociale è il fatto che spesso, all'atto pratico i costi o i benefici economici connessi alle scelte possibili sono poco chiari.

Di fatto l'impresa si trova di volta in volta di fronte a situazioni diverse in cui i rapporti fra gli interessi degli azionisti e degli altri stakeholders variano.

+ VALORE PER GLI AZIONISTI - NO SCELTE STRATEGICHE SCELTE ALTRUISTICHE PRESENZA DI NORME SI OSSERVANZA VOLONTARIA OSSERVANZA OBBLIGATORIA

Didascalia a fondo pagina14

14

Questa matrice classifica le scelte d'impresa sulla base di due variabili:

- (prima colonna)la presenza di norme che regolino il comportamento dell’azienda, che si tratti di norme di legge in quanto tali inviolabili o di norme sociali,

- (Prima riga)il fatto che un dato comportamento, nel breve o nel medio periodo crei o distrugga valore per gli azionisti.

Lanza S., Calcaterra M., Perrini F. (a cura di) (2001), Etica, finanza e valore d’impresa, Milano, Egea, 2001.

(7)

Nella realtà aziendale, ci sono comportamenti che di per sè distruggono valore per gli azionisti ma che le imprese intraprendano per osservanza obbligatoria di leggi imposte dall’ordinamento.

In altri campi, le norme sono sociali e non imposte dalla legge e le imprese sono libere di aderirvi o meno. Dove non ci siano norme, nè legali, nè sociali un impresa può intraprendere attività a favore della collettività per ragioni strumentali, questo è l'ambito delle SCELTE STRATEGICHE ( es.per imprese che si distinguono grazie a prodotti con qualità ecologiche eccellenti, ad es quelli biologici.) oppure può intraprendere SCELTE ALTRUISTICHE compiute su base volontaria, con cui le imprese sacrificano una parte del valore per gli azionisti in nome di finalità esterne.

I due quadranti in basso indicano i COMPORTAMENTI OBBLIGATORI, che le imprese adottano in risposta a specifiche richieste da parte della collettività; essi formano i fondamenti sociali ossia i principi che un'impresa deve rispettare per inserirsi ed operare in modo costruttivo nell'ambiente socioeconomico.

I due quadranti in alto rappresentano invece, la frontiera sociale , dove le imprese si muovono in modo libero a volte in risposta a sollecitazioni della società, altre volte per sperimentazione propria.

Per evidenziare maggiormente l’importanza che al giorno d’oggi ricopre la responsabilità sociale d’impresa è opportuno analizzare il caso della Nike, uno dei più importanti player nel settore mondiale

IL CASO NIKE

La responsabilità sociale d'impresa sta via via assumendo sempre più importanza nelle strategie aziendali.

Nike rappresenta uno dei più importanti player nel settore mondiale delle calzature e dell'abbigliamento sportivo.

Essa è stata considerata una delle imprese più innovatrici in termini di strategia e di comunicazione attraverso campagne pubblicitarie imponenti e di forte impatto emotivo sul pubblico.

Tuttavia l'organizzazione operativa dei settori produttivi di Nike è finita nell'occhio del ciclone perché accusata d'uso disinvolte della manodopera e di delocalizzazioni produttive non responsabili.

(8)

Gli accusatori di Nike sostenevano che l'azienda non corrispondesse salari equi e dignitosi ai lavoratori che operavano negli stabilimenti istallati proprio nei paesi del terzo mondo dove la manodopera potesse avere un costo inferiore.

Esempio: nel 1996 un servizio su "Life Megazine" dove si rendeva noto che i palloni venduti dalle più importanti imprese di prodotti sportivi, compresa Nike, provenivano dal Pakistan e più precisamente dal distretto industriale di Sialkot dove lavoravano come cucitori 10000 bambini.

Nel 1998 è stato avviato inoltre un procedimento giudiziario contro Nike per pubblicità ingannevole e falsa informazione ai consumatori per quanto riguardava i salari, l'orario di lavoro la sicurezza, e i diritti sindacabili dei propri dipendenti.

La Nike ha più volte ammesso l'attendibilità di tali violazioni attuando strategie di risposta mirati a difendere la propria immagine.

L'intento di gestire efficacemente e sistematicamente le richieste e i bisogni espressi dagli stakeholders ("società civile") ha trovato concreta attuazione nell'istituzione della Global Citizenship aziendale il cui scopo è per Nike quello di rispondere alle critiche e mostrare i progetti e gli impegni nell'ambito della responsabilità sociale.

I punti cardine su cui si fonda la Global Citizenship sono il codice di condotta e un Audit formato da entità indipendenti in rappresentanza di diversi stakeholders.

In particolare all'interno del Codice sono specificati alcuni standard di condotta che le imprese di produzione appaltatrici di Nike devono rispettare (es. non devono usare nessuna forma di lavoro forzato e lavoro minorile).

Nel caso in cui non venga rispettato, Nike si impegna ad applicare multe e sanzioni compreso l'esaurimento della collaborazione.

I benefici derivanti da comportamenti socialmente responsabili , ripagano le imprese degli sforzi sostenuti creando un vantaggio competitivo duraturo e dove l’attenzione alle istanze degli stakeholders consente di qualificare in maniera distinta l’offerta di un’impresa nei mercati di riferimento.

(9)

Un’impresa che adotta un comportamento socialmente responsabile15, gode anche di alcuni vantaggi16, sia dal punto di vista organizzativo, infatti la CSR contribuisce alla costruzione di un'organizzazione ben funzionante in cui sia incoraggiata la cooperazione, sia in termini di posizionamento sul mercato, contribuisce infatti alla costruzione di un'identità e di una reputazione aziendale.

Altri vantaggi possono essere ricondotti al posizionamento civico, la CRS contribuisce al miglioramento delle relazioni con le istituzioni e la comunità, e alla gestione dei rischi, infatti contribuisce e consente di gestire e al limite eliminare alcuni rischi connessi alla cattiva gestione.

I maggiori effetti positivi determinati dalla responsabilità sociale d’impresa possono essere individuati nell’incremento delle vendite e della quota di mercato, infatti la CSR ha effetto in termini di miglioramento delle performance di mercato in quanto contribuisce all'incremento del valore del marchio attraverso lo sviluppo di relazioni stabili e di lungo periodo con i consumatori; nel rafforzamento della competitività e del posizionamento di marca che conduce ad un miglioramento dell’immagine aziendale e nella gestione delle risorse umane.

Inoltre si avverte una riduzione dei costi operativi inerenti all’efficienza e tutto ciò contribuisce ad un incremento dell’attrattività del mercato finanziario, infatti un beneficio ulteriore connesso a un comportamento socialmente responsabile riguarda il rapporto con le istituzioni finanziarie, in termini di miglioramento dell'accesso al finanziamento quale conseguenza di una percepita riduzione del rischio associato alle attività aziendali

In alcune circostanze l'attenzione alla CSR può essere essenziale per il successo economico, in altre ignorare l'etica d'impresa può essere ancora più profittevole; in tal senso responsabilità sociale e interessi economici sono compatibili in alcune situazioni ma in conflitto in altre.

15

Commissione delle Comunità Europee (2001), “Libro Verde” Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese, COM (2001) 366 definitivo, Bruxelles

16

(10)

Le imprese che combinano criteri finanziari e sociali raggiungendo risultati superiori sono anche quelle eccellenti lungo tutte le dimensioni enunciate precedentemente. Un impresa che segue un comportamento socialmente responsabile si caratterizza per una gestione attiva dei valori e dell'identità aziendale, improntata al monitoraggio, alla valutazione, alla correzione di comportamento, per un adeguamento dell'attività ai principi morali e etici, il tutto correlato integrando i principi di responsabilità sociale e morale all'interno dell’attività di pianificazione e ricercando costantemente le opportunità per contribuire attivamente alla comunità in cui l'impresa opera.

Gli ostacoli alla CSR17 e all'impatto delle attività socialmente responsabili sulla creazione di valore e del miglioramento delle performance finanziarie potrebbero essere rappresentati dal fallimento nella creazione di una cultura che tolleri il dissenso, dall'utilizzo esclusivo di indicatori di performance finanziarie.

E’ necessario inoltre, non limitare il coinvolgimento dell'impresa nel suo complesso a un particolare prodotto processo, perdendo una visione dell'insieme e non considerare le questioni etiche e sociali come qualcosa d'altro rispetto alla gestione dell'impresa;

Tutto questo ha un forte impatto sul management in quanto i sistemi aziendali dovranno essere improntati verso una duplice ottica ovvero accanto al profilo economico in ogni sistema o aspetto aziendale entra anche quello etico.

L'esercizio della responsabilità sociale d'impresa va oltre semplici dichiarazioni degli utenti, qualificandoli non tanto come l'elencazione di tutta una serie di attività di valenza astrattamente sociale , ma come concetto di gestione di governance, integrato in strategie, piani e programmi sulla base della specificità di ciascuna impresa.

1.2 IL BILANCIO SOCIALE E LA CONTABILITA’ SOCIALE

A partire dagli anni cinquanta, negli Usa e poi in Europa emergono nel sistema sociale nuovi bisogni immateriali, che impongono alle imprese di contribuire al perseguimento di una migliore qualità della vita. Il ruolo dell’impresa si amplia e va a comprendere anche finalità extraeconomiche ad esempio l’aumento dell’ occupazione, la sicurezza

17

(11)

dei lavoratori, la tutela e promozione della comunità locale in cui l’azienda è inserita e la protezione dell’ambiente.

Si comincia a delineare un quadro di responsabilità sociale d’impresa che modifica i vincoli e opportunità in cui l’azienda opera. Questa si concretizzata alla fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta, prima negli USA e poi in Europa, con i primi sistemi di contabilità sociale18.

La molteplicità di approcci ed il fatto di essere uno strumento prettamente volontario hanno condotto, fino ad oggi, alla realizzazione di vari modelli di bilancio sociale19; che divergono rispetto ai contenuti, alle finalità e alle forme di realizzazione. Tuttavia è possibile, oggi, arrivare ad una definizione di bilancio sociale che accomuni le diverse esperienze fin qui maturate .

In sintesi, il bilancio sociale20 può essere considerato come il controllo, in un dato momento, dell’ impatto delle attività di un sistema organizzativo (l’impresa) sul benessere degli individui che sviluppano forme d’interazione con esso.

Per comprendere meglio come si è evoluta l’attenzione ai risultati sociali nei diversi Paesi dalla fine degli anni sessanta ad oggi, può essere interessante analizzare quali sono state le principali linee guida seguite in America ed in Europa.

Nel 1978 negli USA la maggior parte delle 500 principali imprese classificati dalla rivista Fortune, include nel rapporto annuale agli azionisti anche informazioni sociali su temi come l’occupazione, il risparmio energetico, le relazioni commerciali internazionali, le relazioni ambientali, i rapporti con le comunità locali e i consumatori. Negli anni ottanta questo interesse sembra diminuire per poi ritornare con maggiore interesse fino ad oggi.

18

Chiesi A.M., Martinelli A., Pellegatta M. (2000), Il bilancio sociale. Stakeholder e responsabilità sociale d’impresa, Milano, Il Sole 24 Ore.

19

ABI (2001b), Banca e responsabilità sociale, ambientale ed etica. Il bilancio sociale nel settore creditizio: obiettivi ed esperienze, Roma, Bancaria Editrice.

ABI (2001a), Modello di redazione del bilancio sociale per il settore del credito, Roma, Bancaria Editrice.

20

Ambiente Italia, Fondazione Eni Enrico Mattei (2001), Dal Bilancio Sociale al Bilancio di sostenibilità, http://www.feem.it.

(12)

In Germania nel Luglio 1973 viene pubblicato il primo bilancio sociale da parte della Steag di Essen.

Dopo una serie di iniziative isolate, nel 1977 il gruppo Sozialbilanz-Praxis, costituito nel 1976 e formato da alcune grandi imprese, tra cui BASF, Deutsche Shell, Bayer e Mannesmann, definisce un modello di base per il bilancio sociale, costituito da tre elementi:

• Il rapporto sociale

• Il calcolo del valore aggiunto • La contabilità sociale.

Oggi la quasi totalità delle imprese divulga informazioni sulle loro attività sociali e sulle relazioni con l’ambiente e le comunità su cui hanno impatto.

La Francia è l’unico paese ad aver approvato una legge che regolamenta il tema del bilancio sociale. La legge del 12 luglio del 1977 ne sancisce l’obbligatorietà per tutte le imprese con più di 750 dipendenti. A partire dal 1981 questo obbligo è stato esteso a tutte le aziende con più di 300 dipendenti. Lo schema del bilancio si basa su indicatori sociali ed è prevalentemente rivolto a soddisfare le esigenze informative dei lavoratori.

In Italia21, a seguito dell’interesse dimostrato da Confindustria nel 1975, si cominciano a muovere i primi passi in questa direzione, ma solo Merloni rende pubblici i propri risultati.

Attualmente, in Italia i bilanci sociali pubblicati sono oltre centocinquanta. Le esperienze più significative sono quelle di Coop Italia, Unipol, Ferrovie dello stato, Telecom Italia, Società Autostrade, Acea di Roma, Granarolo, Monte dei Paschi di Siena. Negli ultimi anni alcune novità legislative introducono, per due categorie di soggetti, l’obbligo di approntare forme di rendicontazione sociale:

• Il D.Lgs 460/97, che ha istituito le ONLUS e fornito una nuova definizione di enti non commerciali, all’art 8 stabilisce che “indipendentemente dalla redazione

21

ABI (2001b), Banca e responsabilità sociale, ambientale ed etica. Il bilancio sociale nel settore creditizio: obiettivi ed esperienze, Roma, Bancaria Editrice.

(13)

del rendiconto annuale economico e finanziario, gli enti non commerciali che effettuano raccolte pubbliche di fondi devono redigere, entro 4 mesi dalla chiusura dell’esercizio, un apposito e separato rendiconto tenuto e conservato dal quale devono risultare le spese relative a ciascuna delle celebrazioni, ricorrenze e campagne di sensibilizzazione indicate nell’art 108 comma 2 del Testo Unico delle imposte sui redditi.

• Il D.Lgs 153/99 che regola la disciplina civilistica e fiscale delle fondazioni di origine bancaria, prevede all’art 9 che la relazione sulla gestione illustri, in un’apposita sezione, gli obiettivi sociali perseguiti dalla fondazione e gli interventi realizzati, evidenziando i risultati ottenuti nei confronti delle diverse categorie di destinatari. Inoltre, il 19 aprile 2001 il Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica emana l’Atto di indirizzo recante le indicazioni per la redazione, da parte delle fondazioni bancarie, del bilancio relativo all’esercizio chiuso il 31 dicembre 2000. Al paragrafo 12.1 si legge che il bilancio è corredato da una relazione sulla gestione redatta dagli amministratori.

La redazione sulla gestione è divisa in due sezioni: a) Relazione economica e finanziaria

b) Bilancio di emissione

In particolare, secondo il paragrafo 12.3, nel bilancio di missione sono illustrati:

a) Il rendiconto delle erogazioni deliberate e delle erogazioni effettuate nel corso dell’esercizio, la composizione e i movimenti dei fonti per le attività d’istituto. b) Gli obiettivi sociali perseguiti dalla fondazione nei settori d’intervento e i

risultati ottenuti;

c) L’attività di raccolta fondi. Gli interventi realizzati direttamente dalla fondazione;

d) L’elenco degli enti strumentali a cui la fondazione partecipa;

e) L’attività delle imprese strumentali direttamente esercitate dalla fondazione; f) I criteri generali di individuazione e valutazione dei progetti e delle iniziative

per ciascun settore d’intervento;

(14)

h) I progetti e le iniziative pluriennali finanziati e l’impegno previsto; i) I programmi di sviluppo dell’attività sociale della fondazione.

Da questa breve analisi sui paesi occidentali appare evidente che esistono dei limiti alla diffusione del bilancio sociale, che risiedono nella complessità dello strumento, nella mancanza di standardizzazione e nella aleatorietà dei risultati.

In ogni caso anche se esistono delle resistenze all’adozione di una contabilità generalizzata d’impresa, le esigenze informative degli stakeholders hanno portato le imprese ad inserire informazioni di natura sociale nelle relazioni sulla gestione che accompagnano i bilanci di esercizio.

1.2.1 IL BILANCIO SOCIALE NELL’ IMPOSTAZIONE DI SPACE

In Italia negli anni 90, sono stati proposti diversi modelli che possono essere ricondotti ai due approcci del bilancio sociale orientato agli stakeholders e del bilancio sociale riclassificato22.

Il modello avanzato da SPACE23 introduce alcuni significativi elementi di contabilità sociale, cioè tutte le metodologie volte a rilevare, organizzare e comunicare i dati relativi all’impatto di un’organizzazione sul sistema sociale in cui è inserita. L’accezione ristretta qui adottata, invece, va intesa come determinazione dei costi e dei benefici economici legati alle attività sociali di un’organizzazione. Il bilancio sociale ha una duplice valenza: esso consente da un lato, di supportare le attività di gestione e controllo relative alla dimensione sociale dei processi aziendali, dall’altro di integrare la comunicazione d’impresa, al fine di instaurare rapporti chiari e trasparenti con gli stakeholders.

22

Chiesi A.M., Martinelli A., Pellegatta M. (2000), Il bilancio sociale. Stakeholder e responsabilità sociale d’impresa, Milano, Il Sole 24 Ore.

23

Ambiente Italia, Fondazione Eni Enrico Mattei (2001), Dal Bilancio Sociale al Bilancio di sostenibilità, http://www.feem.it.

(15)

In particolare, l’impiego del bilancio sociale permette di conseguire alcuni vantaggi in termini di:

• Definizione puntuale del ruolo dell’impresa nella collettività;

• Controllo e valutazione dei processi di creazione e distribuzione del valore; • Supporto ai processi decisionali e di pianificazione;

• Rafforzamento dell’immagine aziendale presso gli interlocutori sociali; • Miglioramento dei rapporti con le diverse categorie di stakeholders; • Aumento del grado di consenso e legittimazione sociale.

La metodologia di bilancio sociale proposta da SPACE affianca all’analisi dei processi di creazione e distribuzione del valore una forte attenzione alla dimensione relazionale dell’attività d’impresa, tramite l’esame, qualitativo e quantitativo, delle interazioni con i principali stakeholders.

Esistono altri interlocutori sociali in grado di influenzare le scelte dell’impresa e condizionare il successo tra i quali le imprese concorrenti, i distributori, le associazioni di tutela di interessi specifici e i media.

I vari stakeholders hanno tutti interessi ed esigenze diversificati, non è spesso possibile rispondere a tutti.

È necessario definire delle priorità: ciò significa identificare i portatori di interessi rilevanti e selezionare i temi fondamentali.

Il modello di bilancio sociale predisposto da SPACE è uno strumento flessibile che consente diversi livelli di aggregazione in relazione alle caratteristiche e alle esigenze di controllo e comunicazione dell’organizzazione.

Operativamente in un’impresa il processo di predisposizione di un bilancio sociale si può articolare nelle seguenti fasi:

• Costituzione del gruppo di lavoro. L’obiettivo di questa fase è coinvolgere e ottenere il supporto delle unità organizzative in grado di fornire le informazioni rilevanti per il processo di elaborazione del bilancio sociale;

(16)

• Elaborazione della politica etica e sua validazione da parte della Direzione; • Analisi dei processi e delle attività;

• Elaborazione del piano dei conti; • Confronto con gli stakeholders; • Raccolta di informazioni; • Stesura del bilancio sociale.

Si procede all’elaborazione, organizzazione e presentazione delle informazioni raccolte. Trasversali a tutte le fasi sono un’attenta opera di benchmarking sulle migliori esperienze italiane e straniere e il rispetto dei principi di qualità per l’attività di SEAAR stabiliti dallo standard internazionale AccountAbility 100024.

24

ABI (2001a), Modello di redazione del bilancio sociale per il settore del credito, Roma, Bancaria Editrice.

Riferimenti

Documenti correlati

z Tivoli for Managed Application Services, per l'amministrazione dei servizi applicativi attraverso i Service Level Agreement, la visione globale della topologia della rete e dei

Se la dimensione economica dell’impresa è vista condizione per il raggiungimento di obiettivi “non solo economici, ma anche sociali e morali”, ne consegue che

Una prassi cristiana con i giovani, impegnata « nel compito di umanizzazione a servizio della giustizia, a servizio dei più poveri e insieme con loro», 107 è «in grado di portare

11,12 In medicina veterinaria tali supporti informatici sono ancora scarsamente diffusi; l’Università di Cornell (USA), dal 2011, ha reso disponibile online uno strumento di

Esistono però contrasti tra sicurezza sociale e sicurezza pubblica insiti nella legislazione, quali il passaggio dagli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) alle Residenze

T Conferimenti di aziende o rami aziendali a Società per Azioni, in Accomandita per Azioni, a Responsabilità Limitata. ¤ la valutazione è imposta a garanzia della

La BEI ricorda che nel 2016 il 45% degli investimenti in innovazione da parte delle imprese italiane sono stati destinati a macchine e impianti meno impattanti.. LE IMPRESE DI TUTTO

Solidità aziendale, qualità e rigido controllo dei farmaci, compliance del paziente sono i pilastri di Mylan, un’azienda con cinquant’anni di storia. Qualità e valore sociale