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L’era del digitale per la Biblioteca Vaticana

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Academic year: 2021

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L’era del digitale per la Biblioteca Vaticana

I Giapponesi di NTT e gli Italiani di DEDAGROUP hanno avviato l’opera di archiviazione elettro- nica dell’ingente patrimonio che diventa consultabile da ogni parte del mondo

Catia Barone

La Biblioteca Apostolica Vaticana alla portata di un click. Fra tre anni gli studiosi di tutto il mondo potranno sfogliare il prezioso Virgilio Vaticano, un manoscritto miniato contenente frammenti dell'Eneide e delle Georgiche scritto a Roma intorno all'anno 400, o il manoscritto ebraico del Mishneh Torah di Maimonide. Il tutto utilizzando iPad, pc o smartphone in qualsiasi momento. Il gruppo giapponese Ntt Data, colosso del-l’It con 15 miliardi di fatturato, ha inve- stito 18 milioni attraverso la sua branchitaliana, per digitalizzare 3mila manoscritti sugli 82mila custoditi nella Biblioteca. Il principale partner operativo è Dedagroup, società informatica to- talmente italiana basata a Trento con 1500 dipendenti e 200 milioni di fatturato, che vanta più di 1300 clienti nella Pa locale e centrale. «Finora – spiega Walter Ruffinoni amministratore de- legato di Ntt Data Italia – abbiamo archiviato 538 opere per un totale di oltre 180.000 imma- gini e prevediamo di superare il migliaio entro l’anno. Ma siamo solo all’inizio perché abbiamo attivato da settembre un sito di crowdfunding con l’obiettivo di raccogliere finanziamenti per completare la digitalizzazione dopo i tre anni previsti, e conservare negli scaffali digitali tutti i testi residui». La digitalizzazione «è un bell’esempio - aggiunge Gianni Camisa, amministratore delegato di Dedagroup - di un progetto realizzato a costo zero utilizzando una collaborazione fra pubblico e privato. È totalmente in sintonia con quanto tutti sostengono sui modi per facili- tare ed incentivare gli investimenti privati nel nostro patrimonio culturale». Il software utilizza- to per l’operazione si chiama Amlad, un sistema che permette di gestire e registrare metadati con una grande flessibilità. In questo caso non bastava il classico processo di archiviazione do- cumentale, ma serviva una tecnologia molto sofisticata che assicurasse l’archiviazione di lungo termine salvando le immagini in formato Fits (Flexible Image Transport System), utilizzato an- che in campo astronomico. La qualità è così elevata che è possibile zoomare la singola pagina riuscendo a vedere la filigrana della carta e tutte le venature. È come avere il manoscritto in mano. Gli scanner utilizzati da Dedagroup ed Ntt sono estremamente delicati e permettono ad- dirittura di memorizzare ventagli con iscrizioni in tibetano e foglie di palma senza rovinarli. Il personale (50 addetti tra italiani e giapponesi) è stato formato ad hoc tramite corsi di specia- lizzazione proprio per la delicatezza dell’operazione e il livello della tecnologia. «Si tratta di un progetto ad elevato livello di complessità e di una splendida sfida che, grazie alle importanti competenze del nostro gruppo in tema di dematerializzazione premia la capacità di valorizzare l’esperienza facendo rete con i partner tecnologici per essere sempre in prima linea insieme ai nostri clienti sul fronte dell’innovazione», aggiunge Camisa. Quanto alla Ntt, con il progetto ha battezzato Shared Canvas, il progetto di una biblioteca virtuale in cui sia possibile visualizzare su uno stesso foglio pagine di manoscritti diversi per consentire il confronto e migliorarne lo studio, a cui sta lavorando con le università di Yale, Stanford, Harvard, Oxford e Cambridge.

1 2 Walter Ruffinoni (1), ad di Ntt Data Italia; Gianni Camisa (2), numero uno di Dedagroup:

stanno digitalizzando insieme la Biblioteca Vaticana (foto a destra)

23 febbraio 2015

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