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1. dubbio se con il DDL si voglia introdurre una nuova figura sanitaria oppure se trattasi di una specializzazione.

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Academic year: 2021

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Analisi

Sono proseguite oggi in ufficio di presidenza della Commissione Igiene e Sanità del Senato le audizioni sui disegni di legge sull’infermiere di famiglia (S. 1346 Marinello e S.1751 Boldrini). Nello specifico sono intervenuti i rappresentati sindacali di CGIL, CISL e UIL che presenteranno alla Commissione una memoria unitaria, come unitario è stato l’intervento odierno. I sindacati si sono riservati di far pervenire proposte di modifica anche qualora fosse decisa la stesura di un nuovo testo in considerazione del disegno di legge della Senatrice Boldrini (in quanto l’audizione si è incentrata prevalentemente sul testo del Sen. Marinello).

Le tematiche sollevate sono state principalmente tre:

1. dubbio se con il DDL si voglia introdurre una nuova figura sanitaria oppure se trattasi di una specializzazione.

2. tipologia di rapporto tra l’infermiere e il SSN.

3. ruolo del distretto.

Di seguito un riepilogo degli interventi.

Michele Vannini - FP CGIL Funzione Pubblica

Il dott. Vannini ha aperto il suo intervento rilevando come la proposta abbia messo in evidenza le scelte profondamente diverse sulla sanità territoriale nonché le diverse realtà dei SSR. Scendendo nel merito, ha stressato i seguenti punti:

Ruolo del distretto: l’aumento della cronicità comporta il bisogno del potenziamento della medicina di iniziativa per promuovere un forte impulso

sull’assistenza sanitaria e socio-sanitaria. I distretti devono quindi essere il centro di programmazione dei servizi (diagnostici, terapeutici, assistenziali e riabilitativi) e il centro integrato che governa le cure primarie coordinando le varie professionalità.

In questa visione l’IFEC tramite anche la presa in carico precoce può fare effettivamente prevenzione riducendo di conseguenza il carico ospedaliero.

Ruolo dell’IFEC: Vannini ha rilevato come L’IFEC tuttavia non sia una professione sanitaria, e, al contempo, come non sia chiaro come questo si inserirebbe

nell’attuale quadro normativo. Nello specifico il DDL (art. 2, comma 2) considera che il servizio è reso in alternativa all’ospedale: ci si chiede quindi quali siano le patologie che possono essere trattate nelle rispettive sedi (in particolare le acuzie).

La formulazione appare inoltre incoerente (art. 4) con le funzioni, cui si sovrappone, delegate all’assistenza domiciliare.

Inquadramento IFEC: un eventuale rapporto convenzionale con il SSN potrebbe paventare il rischio di una dismissione della gestione diretta dello Stato. Soluzione, questa, che appare in netto contrasto con la soluzione di continuità tra servizi ospedalieri e territoriali e in contrasto con il potenziamento del distretto. Il rapporto di dipendenza risulterebbe quindi la strada di gran lunga migliore per tutelare sia i lavoratori che i cittadini. Il convenzionamento, inoltre, rischia di decontestualizzare l’IFEC dal sistema delle cure primarie smentendo in parte le intenzioni della sua azione in un contesto multiprofessionale. La scelta del convenzionamento quindi è contraria alla riforma delle cure primarie, cioè ricondurre all’unità nella sua

complessità la presa in carico delle persone. Si deve infine creare una rete

assistenziale di presa in carico che coinvolga gli ostetrici e i TSRM.

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Maria Vittoria Gobbo – UIL-FPL

La dott.ssa Gobbo ha precisato che le tre federazioni sindacali rappresentano il 63% del personale sindacalizzato. Ha precisato inoltre che dopo la pandemia è evidente per tutti che una presenza territoriale degli infermieri è un bisogno della popolazione.

Maria Ferruzzi - CISL FP - Funzione pubblica

La dott.ssa si è occupata della fase conclusiva dell’audizione ovvero delle risposte alle domande sottoposte dai Senatori.

Q&A

Sen. Marinello (M5S): non ha rivolto una domanda agli intervenuti ma ha esposto le matrici fondanti il disegno di legge, tra cui la decongestione ospedaliera con conseguente risparmio di spesa, sottolineando che l’ospedale deve essere soltanto adibito alla gestione dei casi non gestibili al domicilio; la funzione formativa e di supporto dell’IFEC alla famiglia.

Sen. Boldrini (PD): si è interrogata sul significato di governance, che trova risposta nel distretto. Ha rilevato che i MMG hanno il “timore” di dover aver un ruolo diverso, ma ha negato tale ipotesi e affermato che è arrivato il momento di mettere in piedi una rete multiprofessionale anche grazie al ruolo della telemedicina. Si è detta favorevole all’ipotesi di assunzione nel SSN. Ha inoltre precisato che non si tratta di una nuova figura bensì di una specializzazione ulteriore post laurea. Ha concluso parlando della possibilità di una sintesi dei disegni di legge in un testo unificato.

Sen. Pisani (M5S): ha ribadito che il rapporto a cui pensa la Commissione è quello di dipendenza con il SSN accogliendo con favore il coinvolgimento di altre

professioni sanitarie.

Sen. Cantù (Lega): rivolgendosi agli intervenuti gli ha invitati a immaginare un progetto che possa essere accettabile dalle istituzioni e che sappia ridurre gli accessi al PS.

Sen. Marin (Lega): ha rilevato che il nome corretto sarebbe Infermiere di comunità, per analogia al MMG. Ha poi citato la figura dell’IFEC in Friuli Venezia Giulia (dove si chiama per l’appunto infermiere di comunità) e che è già parte integrante della comunità stessa garantendo la presenza continua. La figura, inoltre, non sostituisce il MMG perché la integra e la coadiuva. Ai sindacati ha chiesto di garantire un adeguato livello retributivo per far “decollare” la figura.

Risposte date dalla dott.ssa Ferruzzi

La dott.ssa ha risposto con una sintesi delle varie domande dichiarandosi innanzitutto soddisfatta in merito alla scelta del rapporto di dipendenza (in luogo di quello di

convenzionamento). Ha auspicato una revisione clinica territoriale interrogandosi su quale modello il SSN vuole dare. Ha poi sottolineato come la presa in carico territoriale vada oltre all’assistenza domiciliare e che la governance debba esprimersi solamente all’interno del distretto. Ha poi dichiarato che nei contratti attuali sono già previsti percorsi di

valorizzazione delle competenze (ricordando però che il contratto è scaduto dal 2018).

Altra questione aperta è la definizione di un numero congruo di IFEC: i numeri del DL

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rilancio possono essere rivisti al fine di definire le risorse necessarie. Sul distretto si pensa

a un modello che vede l’autonomia dei professionisti all’interno del SSN.

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