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CONOSCERE LA CACCIA, CONOSCERE I CACCIATORI: UN PROGETTO DI COMUNICAZIONE

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Academic year: 2021

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CONOSCERE LA CACCIA, CONOSCERE I CACCIATORI:

UN PROGETTO DI COMUNICAZIONE

L’Associazione Cacciatori Trentini ha voluto aprirsi al dialogo con la Società trentina, promuovendo una serie di iniziative di comunicazione che facciano capire alla gente il vero ruolo del moderno cacciatore di montagna.

Parole chiave: comunicazione; gestione venatoria; cacciatori.

Key words: communication; hunting management; hunters.

INTRODUZIONE

Con il progetto «Conoscere la caccia – conoscere i cacciatori» l’Associa- zione Cacciatori Trentini ha voluto aprirsi al dialogo con la Società trentina, promuovendo una serie di iniziative di comunicazione che facciano capire alla gente il vero ruolo del moderno cacciatore di montagna. L’obiettivo dichiarato è far sì che i Trentini acquisiscano più conoscenza sulla fauna, sulla sua gestione e sul suo utilizzo venatorio, per poi farsi un’opinione personale basata sulla realtà, senza distorsioni e senza pregiudizi.

Anche la gente della montagna, non solo chi vive in contesti urbanizzati non conosce i cacciatori e spesso ha di essi una visione distorta, frutto delle informazioni e di una cultura creata solo dai media, che predilige, anche in questo campo, l’emergenza del fatto negativo. Buona parte dei cittadini italia- ni che non ha contatti diretti con il mondo venatorio vede infatti il cacciatore come un’immagine negativa.

Il cacciatore al giorno d’oggi è invece una persona estremamente consa- pevole del proprio ruolo che esercita un’attività così delicata come la caccia solo dopo il superamento di rigorosi esami teorici e pratici, inserito in un con- testo dove i componenti scorretti sono ora, rispetto al passato, solo delle ecce- zioni.

(*) Presidente Associazione Cacciatori Trentini, via Guardini 41, 38100 Trento.

– L’Italia Forestale e Montana / Italian Journal of Forest and Mountain Environments 64 (2): 109 -113, 2009

© 2009 Accademia Italiana di Scienze Forestali doi: 10.4129/ifm.2009.2.05

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La caccia ha avuto un ruolo importante, anche in un recente passato soprattutto nelle zone di montagna, come fondamentale integratore alimen- tare. Con il diffuso benessere attuale questo ruolo è venuto chiaramente meno, per assumere invece una funzione, soprattutto per le specie degli ungulati, di strumento di gestione delle zoocenosi. Il cacciatore pertanto è chiamato dalla Società ad essere nel contempo, operatore di gestione faunisti- ca e garante di un corretto sviluppo dei contingenti. Un lavoro importante inquadrato dalle leggi in vigore in rigorose pianificazioni e che non ha alterna- tive a fonte dell’attuale diffusione di alcune specie.

La mancanza di conoscenze da parte della gente nei confronti del mondo dei cacciatori nella nostra società contemporanea ha però radici più profonde che non la semplice rispettabilissima scelta etica di rifiuto della pra- tica venatoria. Alla base di questo vuoto cognitivo sta la perdita dei valori pro- pri del mondo rurale e della montagna da parte di una società ormai governa- ta da modelli metropolitani. Fra questi una diffusa mancanza di contatti e di conoscenze del mondo della fauna selvatica che arricchisce le montagne e le campagne italiane e dei processi che regolano la vita selvatica da parte dei gio- vani che vivono nelle città. Nozioni che non hanno albergo nei libri di testo scolastici; che fino ad alcuni decenni fa erano, come tutti gli altri valori del mondo rurale, elementi di conoscenza e di crescita che donava la vita stessa attraverso il contatto con la natura.

Il recente dilagare di una cultura globalizzata in una logica di consumi- smo esasperato e di un modernismo imperante (detta progresso!) ha portato si negli ultimi decenni ricchezza economica anche nelle più sperdute valli, ma ha anche favorito l’insediarsi di forme culturali non appartenenti al mondo rurale. Con l’avanzare di una cultura standardizzata a livello ormai mondiale spesso scompaiono quelle connotazioni peculiari che fanno parte della storia e della cultura delle genti di montagna. Una cultura che, anche nel campo del prelievo venatorio, è sempre stata caratterizzata da un singolare e complesso rapporto di rigore e rispetto che i montanari hanno da sempre saputo intesse- re con il proprio territorio e con le sue componenti biotiche.

È necessario recuperare un’immagine corretta del cacciatore moderno verso l’opinione pubblica per avere diritto ad essere presenza condivisa nella società. Bisogna far rivivere i valori che il mondo venatorio ha sempre saputo trasmettere e far conoscere il nuovo ruolo di gestore del patrimonio faunisti- co che il cacciatore attuale impersona, ovviando, con i moderni strumenti della comunicazione, ad una diffusa mal informazione sull’attività venatoria.

Il mondo dell’associazionismo venatorio deve farsi carico di colmare un vuoto istituzionale, facendo conoscere al grande pubblico la realtà del mondo selvatico delle nostre montagne, la necessità di una sua gestione ai fini della

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conservazione e del compito fondamentale che, per questo scopo, è chiamato a svolgere il prelievo venatorio. La natura è bella ma richiede anche approcci schietti e non artefatti a compiacimenti dei media; non si può far finta di vive- re nei cartoni animati. La caccia è necessaria e l’alternativa non è la tranquilla vita degli animali dei boschi.

Il cacciatore deve riuscire ancora a suscitare emozioni nella gente come in passato. Ciò si fa perseguendo in primo luogo comportamenti sempre cor- retti, approfondendo continuamente le proprie conoscenze scientifiche, ma soprattutto promuovendo il dialogo con i non-cacciatori, anche attraverso progetti mirati di comunicazione.

Su questa strada l’Associazione Cacciatori Trentini, Ente Gestore dell’at- tività venatoria su delega della Provincia Autonoma di Trento (L.P. 24/91), si è spesa da tempo con specifiche iniziative.

PROGETTORUDY

Ormai giunta al suo decimo anno di attività l’iniziativa dal titolo «Impa- riamo a conoscere gli animali selvatici del Trentino» promossa dall’Associa- zione Cacciatori Trentini e rivolta agli alunni delle scuole elementari.

L’iniziativa è nata con l’intento di colmare un vuoto lasciato dalle Istitu- zioni scolastiche nei programmi di insegnamento delle scuole elementari, che non prevedono momenti didattici volti alla conoscenza del particolare patri- monio faunistico che popola il territorio della nostra provincia.

Il progetto si attua attraverso lezioni in classe, tenute da Guardiacaccia dell’Associazione, che illustrano e fanno conoscere agli scolari, attraverso un linguaggio di semplice apprendimento, i principali aspetti biologici, etologici e di interazione con l’ambiente, della fauna selvatica del Trentino. L’intento principale, oltre a quello di avvicinare i giovani alla conoscenza del sempre fantastico mondo della natura, è soprattutto di fornire a questo delicato pub- blico, informazioni concrete proprio da chi vive in prima persona i problemi legati alla gestione di questo importante valore della Comunità Trentina.

Le lezioni in classe sono supportate da materiale didattico composto da proiezioni commentante dal Guardiacaccia e da piccoli libretti in cui vengo- no descritti ed illustrati gli animali oggetto della trattazione ed il loro ambien- te di vita, che l’alunno terrà con se a ricordo della particolare giornata trascor- sa a scuola. Ad ogni scolaro, al termine della lezione, è poi distribuito un pic- colo regalo: una maglietta o un cappellino sui quali è raffigurato il cagnolino

«Rudy», mascotte dell’iniziativa.

È da sottolineare la tenacia con cui i Guardiacaccia sanno affrontare l’i-

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nizio di ogni anno scolastico, diventando, prima che docenti, alunni loro stes- si, sottoponendosi ad un corso preparatorio sulle «tecniche di comunicazio- ne», tenuto da una società specializzata.

Dal 1999 al 2007 sono stati interessati dal progetto più di 20.000 alunni.

Per le scuole che ne hanno la possibilità la lezione può proseguire con una gita in natura o con la visita al Parco della Fauna Alpina» dell’Associazione Cac- ciatori Trentini, appositamente allestito per le visite didattiche.

CONOSCERE LA CACCIA, CONOSCERE I CACCIATORI

Un dato che si conferma ogni giorno è il fatto che il ruolo del cacciatore, soprattutto in Trentino, è diventato attivo e costruttivo nel contesto del rap- porto tra uomo e ambiente. È però vero che questo ruolo di gestore del patri- monio faunistico trentino non è conosciuto e riconosciuto da tutti, ma esisto- no in provincia ancora ampie sacche di pregiudizio.

Se non si può negare che vi siano sporadici episodi che non fanno onore al mondo venatorio, è altrettanto innegabile che il cacciatore trentino ha saputo nel tempo ristudiare il proprio spazio di azione che è oggi quello del controllo e del mantenimento ottimale dei livelli di presenza della fauna.

L’Associazione Cacciatori Trentini ha voluto affrontare in maniera deci- sa questo problema di scarsa conoscenza e condivisione dell’operato dei cac- ciatori promuovendo uno specifico progetto di comunicazione intitolato

«Conoscere la caccia, conoscere i cacciatori». Una volontà precisa di impe- gnarsi affinché il cacciatore non appaia come un crudele persecutore di ani-

Figura 1 – Il cagnolino «Rudy».

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mali, ma come un corretto ed affidabile gestore, capace di prendersi cura del patrimonio faunistico a vantaggio di tutti. Non si tratta di mistificare la realtà e smerciare l’immagine di un cacciatore «buonista» adatta ai cartoni animati di Walt Disney, ma di spiegare la caccia, spiegare gli animali e spiegare i cac- ciatori stessi come sono in realtà e con quello che fanno lungo tutto l’arco del- l’anno. Perché l’etica diffusa nella stragrande maggioranza dei cacciatori, il loro livello di competenza, nonché la validità tecnica della gestione venatoria trentina sono dati di fatto incontestabili, comprovati dallo stesso patrimonio faunistico provinciale.

Il progetto ha avuto diverse articolazioni nel corso degli anni. Partito con la pubblicazione di un opuscolo informativo rivolto ai non-cacciatori intitolato «Gli animali, l’uomo, il territorio» che presenta una serie di infor- mazioni essenziali sulla situazione faunistica e l’attività venatoria in Trentino.

Ad esso è seguita la produzione di un filmato dal titolo «Oltre la caccia» che illustra l’impegno che coinvolge i cacciatori lungo tutto l’arco dell’anno, con- nesso con le varie operazioni legate alla gestione faunistico-venatoria delle popolazioni selvatiche. L’intento è quello di fornire informazioni corrette sul- l’attività di gestione faunistico-venatoria in provincia di Trento, rappresen- tandola nei suoi articolati risvolti. Il filmato da una panoramica il più possibi- le completa sul patrimonio faunistico trentino e sulle sue modalità di gestio- ne, facendo conoscere in modo efficace i principi su cui si basa l’attività vena- toria, ma soprattutto il grosso lavoro che sta alla base della programmazione dei prelievi, dai censimenti alla cura del territorio, dalla ricerca scientifica all’aggiornamento tecnico.

STAGE PER GIORNALISTI

Ultimo intervento programmato nell’ambito del progetto di comunica- zione è stata la promozione di «stage per giornalisti»: incontri residenziali promossi dall’Associazione per far conoscere agli addetti della comunicazio- ne il lavoro di volontariato che occupa i cacciatori trentini nel loro ruolo di gestori del patrimonio faunistico e con l’intento di poter aprire un canale di dialogo costante fra cacciatori e non-cacciatori.

SUMMARY

Knowing hunting, knowing hunters: a communication project

The Trentine Hunters Association has established a dialogue with the Trentine Society, promoting a series of communication initiatives aimed at awakening people to the real role of modern mountain hunter.

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