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5. Conclusioni
Il mondo della televisione sta attraversando un periodo di mutazione tale da rendere difficile percepire quali siano i confini di questa lunga serie di innovazione e di sviluppo; è certo che, in breve tempo, la televisione per come la si conosce oggi non sarà più la stessa, poiché muterà l’offerta di contenuti, caratterizzata dalla multicanalità, cambieranno le modalità di fruizione, sempre più personalizzate, e si moltiplicheranno le esperienze di creazione di contenuti “dal basso”, soprattutto in riferimento al Web.
La tecnologia digitale terrestre ha attraversato, e continua tuttora, un lungo percorso per approdare in Europa, in Italia (dove sono ancora in corso i processi di switch off e switch over in diverse regioni) e nel resto del mondo. È stato illustrato che sono molteplici le difficoltà da affrontare sia dal punto di vista orografico (ricezione del segnale e sintonizzazione dei canali), con notevoli disagi per il superamento “fisico” del digital divide, sia per quanto riguarda l’acquisizione delle nuove abitudini di fruizione da parte dell’utenza meno propensa al cambiamento tecnologico, ma soprattutto a livello di adeguamento tecnologico degli impianti. Nonostante ciò, i vantaggi offerti dalla DTT appaiono immediatamente tangibili: migliore qualità delle immagini, multicanalità, reti tematiche specializzate free e pay e disponibilità di servizi interattivi, il tutto contestualizzato alle possibilità di convergenza con gli altri media digitali. Dunque, il digitale terrestre risulta in grado di modificare i modi di consumo televisivo, così come i modelli economici e, quindi, l’intero assetto della televisione tradizionale. Ma c’è di più:
basti pensare alle opportunità offerte dai servizi di T-government che le Pubbliche Amministrazioni potrebbero utilizzare a scopi sociali, per snellire gli iter burocratici o semplicemente per fornire informazioni alla cittadinanza, notizie altrimenti reperibili soltanto negli uffici amministrativi. Enormi vantaggi a beneficio non solo della pluralità dell’informazione e dei contenuti di intrattenimento, ma anche della fornitura di servizi utili agli utenti, che, attualmente, il sistema televisivo digitale del nostro Paese è ancora troppo acerbo per accogliere, ma che caratterizzeranno sicuramente il prossimo futuro.
Sull’altro versante, si prospetta un quadro ancora più dinamico quanto interessante: il
mondo di Internet e del Web 2.0 apre un ventaglio di possibilità infinite, non solo per la
disponibilità illimitata dei contenuti già trasmessi dalla tv tradizionale, ma anche e
soprattutto per la produzione e la fruizione dei contenuti della Net TV. L’utente è libero di
visualizzare i contenuti comodamente dal proprio PC nei tempi e nei modi che preferisce,
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interrompendo la visione del contenuto per poi riprenderla quando desidera, con l’opportunità di personalizzare a piacimento il proprio palinsesto, scegliendo i contenuti che gli interessano maggiormente. Per farlo, l’utente ha a disposizione una vasta gamma di strumenti che gli consentono di effettuare diverse operazioni tra le quali la ricerca sulla rete dei materiali audiovisivi e la possibilità di tenersi aggiornato sui contenuti più recenti senza preoccuparsi di reperirli personalmente (feed RSS) e di scaricarli sul proprio desktop per fruirli in autonomia (podcasting). Queste e molte altre opportunità offerte dal Web hanno portato a riflettere sul modello di business finora adottato dal mercato dell’intrattenimento, che in base alla teoria della “lunga coda” esposta da Chris Anderson, non può più perseguire solamente la “politica delle hit”, ma necessita di aprirsi anche ai prodotti di nicchia che, nonostante vendano pochissime copie, costituiscono la lunga coda di distribuzione delle vendite sulla rete. Secondo Anderson, prendere in considerazione i
“micro-gradimenti”, porterebbe a vendere solo poche copie al mese di migliaia di titoli, ma con un vantaggio maggiore rispetto alla vendita di migliaia di copie di pochi titoli. In alcuni mercati, come quello dell’intrattenimento, l’applicazione di questa teoria ha portato al raggiungimento di risultati molto positivi. Ma la caratteristica più affascinante della Net TV è rappresentata, senza dubbio, dai contenuti generati dagli utenti, uno degli esempi più significativi di democratizzazione della rete per la sua caratteristica di rendere qualunque utente non solo uno spettatore, ma anche un autore. Amatore o professionista che sia, l’utente può finalmente esprimersi e comunicare con il suo pubblico e questo non solo grazie agli strumenti tecnologici a sua disposizione, ma anche alla possibilità di utilizzare piattaforme per la condivisione dei contenuti, sostenibili a costi ridotti. Tali opportunità hanno costituito i presupposti fondamentali per la diffusione del fenomeno delle “micro Web TV” in Italia, piccole realtà che sono in grado di promuovere i territori anche più nascosti e di far emergere significative micro realtà.
“La rete delle Web TV non diventerà una grande rete televisiva: diventerà un ecosistema, tanto più sano ed equilibrato quanto più dotato di ‘infodiversità’”. Questo concetto, espresso da Luca De Biase
97nella Prefazione del libro di Giampaolo Colletti
98, riassume esattamente ciò che bisogna aspettarsi dalla rete. De Biase lascia intendere che Internet non sostituirà mai la televisione tradizionale, o perlomeno non a breve, tantomeno
97 Giornalista e scrittore, è direttore di Nòva 24 del Sole24ore ed insegna giornalismo allo IULM di Milano.
98 Colletti Giampaolo (2010), TV fai-da-WEB, Milano, Il Sole 24 ORE S.p.A., Prefazione, p. XIII
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