Introduzione alla filosofia
politica
Che cosa è la filosofia politica e perché conta?
La giustizia e la sfida del pluralismo
Testi
Letture obbligatorie:
Sebastiano Maffettone (2014), Filosofia politica. Una piccola introduzione, Roma: Luiss University Press.
Peraltro abbiamo preparato delle DISPENSE che raccolgono tutti i testi sulle varie teorie politiche che discutiamo durante questo corso. Le trovate alla copisteria delle LUISS in Viale Pola.
Letture consigliate:
Sebastiano Maffettone (2010), Introduzione a Rawls, Roma-Bari: Laterza.
11 settembre 2001
https://www.youtube.com/watch?v=egwQcscJ5_Y https://www.youtube.com/watch?v=Vz8C-vqxvH4
9/11 e filosofia politica
La filosofia politica è caratterizzata da due grandi paradigmi:
quello della redistribuzione e quello del riconoscimento.
L’11 settembre ha portato nel cuore della vita pubblica la
questione del riconoscimento religioso e culturale.
9/11 e questioni politiche legati al riconoscimento
Quale è il posto della religione e cultura nella vita pubblica? Che modello d'integrazione: liberalismo o multiculturalismo? Quale è il valore della nazione?
L’Islam è compatibile con la democrazia?
Quale deve essere la separazione tra chiesa e stato? Frontiere aperte o chiuse?
Il ruolo centrale della giustizia
Questo corso cerca innanzitutto di introdurre e discutere criticamente le maggiori teorie politiche normative contemporanee (egualitarismo liberale, utilitarismo, Repubblicanesimo) benché vanno presentate anche le teorie cosiddette critiche (teoria critica, femminismo, Marxismo, Foucault, postcolonialismo).
Il corso affronta le teorie di una società giusta o libera o buona ed esamina le nozioni di giustizia, libertà e communità in quanto costituiscono il criteria contro il quale le istituzioni politiche vanno valutate.
Questioni di giustizia, libertà e comunità vanno discussi in modo comparato, vuol dire che concezione occidentali vanno confrontati soprattutto con nozioni arabi-islamici e indiani.
Il punto di partenza: Rawls
Il punto di vista privilegiato sotto il quale vanno discusse le questioni di giustizia è quello del liberalismo di Rawls. Il liberalismo rawlsiano ha dominato la scena della filosofia politica internazionale dal 1971 a oggi (il 1971 è l’anno di uscita di A
Theory of Justice di John Rawls). Una conseguenza di questa scelta è che le altre
posizioni filosofico-politiche discusse sono esaminate soprattutto come alternative e/o critiche al liberalismo rawlsiano.
Uno degli ambizioni è quello di superare le tradizionali categorie in cui vengono discusse le teorie politiche ed elaborare un terreno comune tra le diverse teorie che è quello dell’uguaglianza liberale.
La sinistra e la destra in politica
Secondo Will Kymlicka il punto di vista tradizionale è il seguente: La sinistra crede nell'uguaglianza e preferisce una qualche forma di socialismo.
La destra invece crede nella libertà e sceglie il capitalismo del libero mercato. Nel centro sono i liberali (riformisti) che combinano gli ideali di uguaglianza e libertà e prediligono un capitalismo ancorato nello stato sociale.
Il nuovo terreno comune (1): l’uguaglianza
Secondo Ronald Dworkin, il valore ultimo di tutte le teorie politiche ragionevoli è l'uguaglianza, cioè trattare le persone 'alla pari'.
Questo significa che gli interessi delle persone contano allo stesso modo e tutti i cittadini devono essere rispettato in modo uguale. Trattare le persone come
uguale significa per la sinistra l'uguaglianza delle risorse e per la destra diritti uguali. Di conseguenza, rimane un dibattito tra le diverse teorie in che cosa esattamente le persone dovrebbero essere uguali.
Mentre le teorie tradizionali discutono su che cosa è l’uguaglianza, le nuove teorie cercano piuttosto ad interpretare uno standard d’uguaglianza chi esiste
independente di noi. E la speranza è di trovare una più teoria completa della giustizia.
Il nuovo terreno comune (2): la democrazia liberale
L'utilitarismo, l'uguaglianza liberale e il libertarianismo sono i tre principali approcci che difendono diritti, libertà, pari opportunità.
Il marxismo, comunitarismo, il femminismo, il repubblicanesimo civico e il
multiculturalismo criticano le democrazie liberali per non prendere abbastanza in considerazione lo sfruttamento e l'alienazione degli operai salariati, l’atomismo sociale, la subordinazione delle donne, l’emarginazione e assimilazione culturali e l’apatia politica.
D'altra parte, queste teorie suggeriscono spesso che il problema non sono tanto i principi della democrazia liberale, ma piuttosto la loro attuazione imperfetta o la mancanza di precondizioni adeguate per la loro attuazione.
Il nuovo terreno comune (3): responsabilità
Le teorie non mettono in questione la centralità della responsabilità per sé, ma discutono domande più specifiche circa la responsabilità personale e la
responsabilità collettiva.
Siamo responsabili delle nostre scelte? Siamo responsabili per rimediare svantaggi involontari negli quali gli altri rincorrano?
La responsabilità per il sé e la responsabilità per gli altri sono essenziali per tutte le teorie.
Che cosa è la filosofia politica? (1)
Secondo Will Kymlicka c'è una continuità fondamentale tra filosofia morale e politica, in almeno due aspetti:
- Nozick: La filosofia morale crea la base e imposta i confini della filosofia politica. La filosofia politica si concentra su quegli obblighi che giustificano il ricorso a
istituzioni pubbliche.
- Le responsabilità pubbliche non devono essere in contraddizione con i nostri obblighi privati (questo è ad esempio il problema dell'utilitarismo e dell’ etica della cura).
Che cosa è la filosofia politica? (2)
Secondo l’intuizionismo la prova definitiva di una teoria della giustizia è che essa è coerente con le nostre convinzioni ponderate di giustizia. Abbiamo un senso
intuitivo di giusto e sbagliato. Diverse teorie fanno appello alle nostre intuizioni in modi diversi.
Sempre secondo l’intuizionismo la filosofia politica è una questione di argomento morale, e l'argomento morale è una questione di appello ai nostri convinzioni ponderate.
Un obiettivo centrale della filosofia politica, quindi, è quello di valutare teorie
concorrenti della giustizia rispetto alla forza e alla coerenza dei loro argomenti e di fornire la migliore teoria possibile della giustizia.
Obbiezioni
Obiezioni a questa tesi sulla filosofia politica:
1. I valori morali non esistono e valori sono solo dichiarazioni di preferenze personali.
2. I valori morali coincidono con i valori culturali e la giustizia è una questione di interpretazione culturale.
Critica di un pluralismo radicale dei valori
Uno degli obiettivi tradizionali della filosofia politica è stato quello di trovare le regole coerenti e comprensive per decidere tra i valori politici contrastanti.
Un pluralismo dei valori radicale non consente di sviluppare una cultura politica comune con gli standard di giustizia che ci permettono di valutare le istituzioni politiche sotto le quale siamo costretti a vivere.
Senza un valore comune più profondo e dei criteri globali che ci permettono a giudicare i valori in conflitto, ci potrebbe essere solo dei risoluzioni dei conflitti ad hoc e localizzati e la società rischia di essere il risultato di compromessi (modus vivendi).
Comunque la sfida del pluralismo è reale
I conflitti che risultano dalle differenze culturali, etniche, linguistiche o religiose continuano, forse più che mai, a dominare la politica dal livello locale a quello globale. La storia non ha messo fine a queste differenze e, di conseguenza, il pluralismo sembra ad essere inerente alla condizione umana e di essere il fondamento della politica.
Le domande in riguardo è come si può evitare che il pluralismo è semplicemente una forma di relativismo.
Giustizia e legittimazione
Come abbiamo visto il concetto di giustizia è centrale per discutere la filosofia politica contemporanea nel suo complesso. Giustizia vuol dire qui in primis giustificazione, cioè capacità di giustificare agli altri la propria posizione etico-politica con argomenti validi.
Ma in una società aperta è davvero difficile, e forse impossibile, trovare un consenso unanime su di una sola concezione della giustizia.
Perciò il liberalismo deve dare il giusto peso anche ai processi di legittimazione. Il che vuol dire che non conta solo la capacità di giustificare una concezione politica ma anche chi agisce politicamente e con quali procedure. Questo è il motivo per cui i liberali ritengono la democrazia fondamentale.
I due aspetti complementari della giustizia
Dato la sfida del pluralismo il concetto di giustizia deve essere suddiviso in due aspetti complementari.
(1) Giustizia è qui innanzitutto giustizia distributiva. La giustizia distributiva
focalizza sugli aspetti economici e sociali di una società. Da questo punto di vista, il liberalismo rawlsiano è un liberalismo progressista e socialdemocratico, e perciò favorevole all’intervento pubblico, al welfare e alla redistribuzione del reddito.
(2) Giustizia è, però, in secondo luogo riconoscimento. Il riconoscimento considera le questioni che vertono sulla differenza culturale, il pluralismo religioso e
metafisico. Nell’ambito del riconoscimento conta il trattamento equo delle persone nella prospettiva della inclusione e della tolleranza.
Programma del corso (1)
Il link al programma è il seguente:
http://docenti.luiss.it/maffettone/didattica/filosofia-politica-20172018-2/programma/
John Rawls: teoria della giustizia – liberalismo politico – diritto dei popoli Jürgen Habermas: teoria critica – democrazia
Repubblicanesimo: volontà generale – libertà come non-dominazione Utilitarismo: utilità e edonismo – conseguenzialismo
Femminismo e studi di genere: uguaglianza e differenza – LGBTQ+ – intersezionalità
Programma del corso (2)
Marxismo: sfruttamento – alienazione – disuguaglianze Multiculturalismo: minoranze culturali – riconoscimento Foucault: biopolitica – governmentalità – governo di sé
Pensiero politico indiano: pluralismo religioso e culturale – postcolonialismo – caste – Gandhi
Modalità di verifica
Presenza/partecipazione/gruppo di discussione: 25% Prova scritta intermedia: 25%
Esame finale: 50% Gruppi di discussione:
Ogni studente farà parte di un gruppo di discussione (vedi programma per la
suddivisione dei gruppi di discussione). Ogni gruppo di discussione sarà composto da 6 studenti. Hanno il compito di fare (1) delle domande di comprensione sul