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Città e (memoria dell')antico nel Mezzogiorno medievale

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Academic year: 2021

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Workshop

Martedì, 01.12.2015

h. 16:00-19:00

Bibliotheca Hertziana

Villino Stroganoff

Via Gregoriana 22

HistAntArtSI

Historical Memory, Antiquarian Culture, Artistic Patronage: Social Identities in

the Centres of Southern Italy between the Medieval and Early Modern Period

FP7/2007-2013/ ERC Grant agreement n° 263549, Università degli Studi di Napoli Federico II In collaborazione con: CENSUS of Antique Works of Art and Architecture Known in the Renaissance; The Warburg Institute, School of Advanced Studies, University of London

A cura di TANJA MICHALSKY-ELISABETTA SCIROCCO

16:00 Saluto e introduzione

16:15 B

IANCA DE

D

IVITIIS

: Nuove ricerche sulla cultura antiquaria e la committenza artistica nei

centri dell’Italia meridionale tra Medioevo e prima età moderna: il progetto

HistAntArtSI

16:30 L

ORENZO

M

ILETTI

: Antonio Galateo e le antichità di Lecce

16:45 S

TEFANIA

T

UCCINARDI

: Conoscenza e ricezione dell’antico tra XV e XVI secolo nelle città

dell’Italia meridionale

17:00 A

NTONIO

M

ILONE

: Città e (memoria dell’) antico nel Mezzogiorno medievale

17:15 Pausa

17:30 F

ULVIO

L

ENZO

: I seggi dell’Italia meridionale

17:45 P

AOLA

C

ONIGLIO

: Un caso esemplare d’importazione artistica nella Calabria del

Cinquecento: la Tomba Arnone a Cosenza

18:00 M

ICHELA

T

ARALLO

: Tombe in forma di sedile: funzione e diffusione nel Regno di Napoli

(2)

Abstracts

Bianca de Divitiis (Principal Investigator), Nuove ricerche sulla cultura antiquaria e la

committenza artistica nei centri dell’Italia meridionale tra Medioevo e prima età moderna: il progetto HistAntArtSI

Attraverso un metodo comparativo e interdisciplinare, il progetto HistAntArtSI lavora da oltre quattro anni per costruire un’immagine bilanciata del “Rinascimento” in Italia meridionale, cercando di superare quella tradizionale di un Mezzogiorno in ritardo rispetto al resto dell’Italia e incapace di rispondere alle nuove istanze della nuova cultura all’antica, tra Roma e Firenze. Attraverso alcuni siti selezionati della Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Molise ed Abruzzo, l’intervento illustrerà come la cospicua quantità di antichità nel territorio meridionale è all’origine di una forte cultura antiquaria e conoscenza del passato locale, partendo dalle quali l’élite locale costruì la propria identità contemporanea, commissionando opere di letteratura, arte e architettura.

Lorenzo Miletti, Antonio Galateo e le antichità di Lecce

L’intervento si concentrerà su un caso specifico di come, nel Rinascimento, molti umanisti attivi nel Regno di Napoli indagavano il passato classico delle proprie città incrociando lo studio delle fonti letterarie con l’osservazione diretta delle rovine visibili sul luogo. Il caso di studio prescelto riguarda l’umanista e medico salentino Antonio de Ferrariis, detto Galateo dal nome della sua città di nascita, Galàtone, il quale, in una delle sue opere di maggior fama, il De situ Iapygiae, tratta, tra l’altro, delle antichità di Lecce, fornendone una descrizione che mira a enfatizzare la presenza del sostrato greco e pre-greco, e allo stesso tempo a minimizzare l’importanza della fase romana della città.

Stefania Tuccinardi, Conoscenza e ricezione dell’antico tra XV e XVI secolo nelle città

dell’Italia meridionale

Le fonti di età umanistica e tardo rinascimentale (in particolare le descrizioni di città della fine del XVI secolo) offrono numerose testimonianze della presenza dell’antico nella città contemporanea. Lo scopo della comunicazione è ricomporre il rapporto tra città rinascimentale e paesaggio antico, attraverso la presentazione delle antichità note e della percezione che ne avevano gli osservatori dell’epoca. Una chiave di lettura privilegiata saranno le evidenze monumentali che per l’imponenza stessa della forma si impongono come veri e propri marcatori territoriali, spesso trasformati in simbolo identitario delle nuove strutture cittadine, attraverso operazioni che vanno dal recupero “filologico” a svelate falsificazioni.

Antonio Milone, Città e (memoria dell’) antico nel Mezzogiorno medievale

L’intervento, partendo dal tema generale del cambiamento del quadro insediativo delle città del Mezzogiorno tra età antica e Medioevo, vuole illustrare le dinamiche di continuità/trasformazione nel passaggio città romane-sedi vescovili-città medievali, accentrando l’attenzione su alcuni casi particolarmente significativi di sopravvivenza o ricostruzione/invenzione della memoria dell’antico, attraverso soprattutto le testimonianze monumentali.

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Fulvio Lenzo, I seggi dell’Italia meridionale

Piccole logge quadrangolari aperte su più lati, destinate in origine a ospitare consessi delle famiglie appartenenti al ceto dirigente cittadino, i seggi diventano precocemente, in Italia meridionale, anche le sedi privilegiate per dispiegare le prime piccole collezioni pubbliche di antichità. Luogo della memoria condivisa, della storia locale e, di conseguenza, dell’identità civica.

Paola Coniglio, Un caso esemplare d’importazione artistica nella Calabria del Cinquecento:

la Tomba Arnone a Cosenza

Nel corso del XVI secolo la città di Cosenza fu centro di un significativo episodio di committenza artistica. Per volere di Ascanio Arnone, nel 1554 fu eretto, nella chiesa di San Francesco d’Assisi, il monumentale sepolcro marmoreo del fratello Bartolo, regio tesoriere di Calabria Citra. La tomba, smembrata e ricomposta, nel tempo ha perso alcuni pezzi. Alla luce di nuovi ritrovamenti, si tenta di ricostruire le vicende della commissione di un’opera tanto prestigiosa, al fine di comprendere, attraverso la vicenda Arnone, il gusto dell’élite cosentina nel Cinquecento.

Michela Tarallo, Tombe in forma di sedile: funzione e diffusione nel Regno di Napoli

Tra gli anni ottanta-novanta del Quattrocento e gli anni sessanta-settanta del Cinquecento i sedili (o bancali, o sediali) furono una vera e propria costante nell’arredo delle cappelle gentilizie di Napoli. Alcuni casi individuati al di fuori della capitale del Regno confermano la fortuna di questi manufatti. Attraverso spunti critici precedenti, e nuove riflessioni, l’intervento intende riconsiderare il tema dei sedili, valutandone la funzione e la diffusione sul territorio meridionale.

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