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“Palast der Musen-Bollwerk der Religion”

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Academic year: 2021

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Alfredo Serrai

“Palast der Musen-Bollwerk der Religion”

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uesto il motto impresso su una parete della biblioteca monastica della Abbazia benedettina di Ottobeuren, dei primi decenni del Set-tecento. Al centro della sala, nessun altro simbolo che una splendida figura in bianco e oro di Pallas Athena, intagliata nel 1725 da Anton Sturm.

Nella prima metà del secolo XVIII, soprattutto in Baviera ed in Austria, l’Ordine benedettino aveva goduto di una sorprendente rinascita culturale, e molte delle abbazie, trasformate in autentiche accademie od università, si erano dotate di grandi biblioteche, collocate in eleganti e riccamente af-frescati vasi librari, oltre che di orti botanici, di musei di storia naturale, di gabinetti di fisica, e di specole astronomiche.

Rifacendosi alla antica tradizione monastica, ma in realtà perseguendo uno sviluppo della scienza che continuava ed incrementava la rinascita di quella cultura europea che era sbocciata sulla tradizione medievale in seguito agli innesti della riscoperta compiuta dall’Umanesimo e dal Rinascimento della letteratura, della filosofia, della storiografia, e della scienza dell’anti-chità classica, nelle abbazie benedettine, ma anche nei monasteri dei cano-nici agostiniani e dei premostratensi, dell’area germanica meridionale, che si erano mantenuti nel solco della tradizione religiosa e teologica cattolica, per quasi tutto il Settecento si assiste ad una sorprendente fioritura intellettuale praticamente autonoma rispetto a quella francese che, ispirandosi all’empi-rismo ed allo scientismo inglese, avrebbe generato ed improntato la grande svolta dell’Illuminismo.

Non è comune assistere allo sviluppo di due correnti di civiltà che paral-lelamente ed autonomamente gareggiano per accaparrarsi il dominio della ribalta mondiale: quella francese, erede a sua volta dell’empirismo inglese ma generatrice dell’ondata illuministica, scettica, teistica e massonica, che anche col sussidio delle baionette napoleoniche contribuì a plasmare il corso delle eventi e della cultura europea per i secoli a venire, e dall’altra parte gli studi, le speculazioni, e le ricerche, non solo librarie ed erudite ma anche sperimentali, tassonomiche, e di osservazione che ebbero luogo nelle biblio-teche, negli orti e nelle specole dei suddetti monasteri.

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Atena, quale simbolo della conoscenza, riunendo le prerogative delle Muse, stava per tutte le forme di elevazione e di cultura della intelligenza e dello spirito, era certamente degna di testimoniare e di rappresentare l’in-sieme dei documenti scritti, ossia del contenuto di una grande biblioteca; contemporaneamente i libri, ossia la biblioteca, contenevano anche le prove della rivelazione e i testi sacri della religione cattolica, incluse le concomitan-ti elaborazioni teologiche. La Biblioteca, allora, era degnamente sia il palazzo delle Muse che il baluardo della Religione.

Il certame fu vinto dalla prima delle due correnti, ma i germi dell’altra cultura covarono, non invano, nel movimento romantico, nella filosofia tede-sca, e nell’attuale ripensamento dei limiti della odierna sbornia tecnologica ed informatica. Il caso, sommariamente, mostra come non sia il mero accu-mulo delle esperienze e delle conoscenze a tracciare la strada maestra, e ad indicare le tappe, del progresso scientifico e concettuale, bensì la presenza di quello scatto mentale, ossia di quella rivoluzione scientifica, che si dimostra-va come la più idonea ad incarnare le esigenze di un nuovo e più produttivo stato civile, economico, e sociale.

I “cul de sac” della storia non sono pochi, e comunque oltremodo istrut-tivi per valutare i percorsi alternaistrut-tivi della civiltà.

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