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Sopravvivere alla frammentazione dell'habitat: l'ecologia alimentare di Alouatta palliata presso la stazione biologica " La Suerte ", Costa Rica

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Academic year: 2021

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Occhibove Flavia

UNIVERSITA’ DI PISA

Corso di Laurea Magistrale in Medicina Veterinaria

Sopravvivere alla frammentazione dell’habitat: l’ecologia alimentare di Alouatta

palliata presso la stazione biologica “La Suerte”, Costa Rica

Riassunto

Parole chiave: Alouatta palliata, frammentazione, ecologia nutrizionale, uso dell'habitat, Costa Rica

La frammentazione di habitat intatti è un processo dinamico su larga scala che implica la perdita di habitat e la suddivisione dello stesso in isolati, di numero, dimensione e caratteristiche variabili. Le aree integre si ritrovano disperse in una matrice di habitat modificato, spesso destinate alle attività umane (coltivazioni, pascoli, strade, etc.). Tra i primati, Alouatta palliata (scimmia urlatrice dal mantello) dimostra un'ampia flessibilità eco-etologica come risposta alla degradazione dell'habitat e spesso si ritrova in frammenti nei quali altre specie non riescono a sopravvivere. I limiti minimi ecologici che permettono a questi animali di sopravvivere però non sono stati ancora chiariti. La scimmia urlatrice ha una dieta essenzialmente foglivora, caratteristica che aiuta la sopravvivenza in aree ad estensione limitata, ma non possiede una specializzazione anatomica del tratto gastro-enterico per la digestione della cellulosa. Il presente studio è volto a mettere in evidenza gli effetti della frammentazione dell'habitat sull'eco-etologia di una popolazione di Alouatta palliata presso “La Suerte Biological Field Station”, situata nel nord-est del Costa Rica. Abbiamo studiato quattro gruppi di A. palliata occupanti due frammenti di foresta pluviale diversi per dimensioni, struttura e composizione botanica. Il primo caratterizzato da vegetazione primaria, l'altro da vegetazione secondaria. Il frammento di foresta primaria è di estensione minore rispetto all'altro (rispettivamente 20 ettari e 200 ettari). La densità di A. palliata rilevata nel primo frammento è tra le più alte mai registrate per questa specie. Ipotizziamo che se l’alta densità è determinata dalla qualità delle risorse la vegetazione primaria fornirà risorse qualitativamente migliori. Se questo è vero, i gruppi del frammento primario, coprendo prima i loro fabbisogni nutrizionali, investiranno meno tempo in spostamenti e in attività di foraggiamento rispetto a quelli della foresta secondaria (ipotesi ecologica). L’ipotesi alternativa è che l'elevata densità induca gli animali della foresta primaria a limitare gli spostamenti per evitare interazioni aggressive con i gruppi limitrofi e quindi ad avere una dieta qualitativamente inferiore rispetto ai gruppi della foresta secondaria (ipotesi demografica). Allo scopo di testare le due ipotesi sono stati raccolti dati tramite un Focal Animal Sampling ogni 5 minuti sia sull'attività degli animali, che sull’uso dell’habitat e sulle specie botaniche presenti nella dieta. Sono anche stati raccolti campioni di cibo di ogni gruppo di Alouatta ed eseguite su di essi analisi volte ad evidenziarne la composizione nutrizionale. Inoltre è stato stimato

l'home-range e la distanza media percorsa da ogni gruppo mediante la raccolta di coordinate geografiche opportunamente elaborate. Gli animali

sono rimasti prevalentemente inattivi, ma i gruppi della foresta secondaria hanno avuto una maggiore percentuale di movimento. È risultata altamente significativa anche la differenza tra distanza media percorsa dagli animali (più elevata nella foresta secondaria) (p<0,001). Gli alberi utilizzati dalle scimmie sono stati di taglia maggiore rispetto alla dimensione media degli alberi nel rispettivo frammento. I campioni raccolti rappresentano il 36 % della dieta degli animali calcolata tramite il tempo di foraggiamento. Gli alimenti della foresta secondaria presentano una maggiore quantità di fibra (NDF e ADF) (p<0.05) e un rapporto proteina grezza/ADF inferiore (p<0,05). Tenendo conto del tempo di foraggiamento dedicato ad ogni specie campionata, la dieta delle scimmie nella foresta secondaria ha presentato una più alta concentrazione di fibre, in tutte le sue frazioni, ma anche di proteina. In conclusione, pur dovendo interpretare i risultati con cautela per la brevità delle osservazioni, questi sembrano supportare fortemente l'ipotesi ecologica. La foresta primaria sembra avere risorse migliori della foresta secondaria, di conseguenza gli animali presenti in quest'ultima debbono spostarsi maggiormente ed effettuare una più accurata selezione delle risorse per assolvere il fabbisogno nutrizionale.

Abstract

Keywords: Alouatta palliata, fragmentation, nutritional ecology, habitat use, Costa Rica

.

Habitat fragmentation is a dynamic process that implies habitat loss and its subdivision into a variable number of patches di spersed in a matrix of modified habitat (e.g. cattle pasture, cultivations, roads). Among primates, the mantled howler monkey, Alouatta palliata, shows a very flexible behavioural ecology in response to habitat fragmentation. As a matter of fact, this plathirrine inhabits forest patches where other primate species cannot persist. However, the minimum threshold of habitat quality which allows the subsistence of A. palliata in forest fragments is not clear yet. In fact, although howlers monkeys are folivorous, a trait which helps to survive in tiny fragments, their gastrointestinal system lacks anatomical specializations to digest cellulose. The aim of this work is to investigate the link among habitat use, diet quality, and density in A. palliata. For this, we studied four howlers monkey groups living in two different forest fragments at La Suerte Biological Station, north-eastern Costa Rica. One fragment was represented by a 20ha primary forest, the other fragment was a 200ha mature secondary forest. Howler monkey density measured in the first forest fragment is among the highest ever recorded for the species. We hypothesize that, if density is determined by ecological factors, primary vegetation should provide higher quality resources. If this is true, howlers monkeys living in primary forest should meet their nutritional requirements sooner and spend less time moving and feeding than the secondary forest groups (ecological hypothesis). Alternatively, if density is due to crowding effect and determine behavioural ecology, groups living in the primary forest should avoid moving to limit interactions. This would lower the quality of t heir diet compared to groups in secondary forest (demographic hypothesis). We collected both behavioural data via a 5-min Focal Animal Sampling to estimate time budget, habitat use and diet. Food samples were also collected and then analyzed to estimate nutritional contents. Moreover, we registered GPS coordinates and we estimated the home-range of each groups and their mean location interval. The time budget showed that resting was the main activity but secondary forest groups moved more than primary forest groups. The difference between location intervals was highly significant (p<0,001), with secondary forest groups showing larger values. Howler monkey fed on big trees and at both sites trees used by monkeys have larger size than the average tree size of each fragment. Collected food samples include plant species which represent 36% of howlers monkeys diet (in terms of feeding time). Secondary forest food samples contained significantly more fiber (NDF and ADF) (p<0.05) and a lower crude protein/ADF ratio (p<0,05). The howler monkey diet in the secondary forest (in terms of feeding time) also contained more fiber, but also more proteins, compared to the diet in the primary forest. In conclusion, our results support the ecological hypothesis. The primary forest provides higher quality resources than secondary habitats and, as a likely consequence, howler monkeys living in the latter have to move more to meet their energy requirements.

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