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Signs of Early atheroscleorsis in patients with coeliac disease.

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Academic year: 2021

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SEGNI PRECOCI DI ATEROSCLEROSI IN PAZENTI AFFETTI DA MORBO CELIACO

Sergio De Marchi, Sara Zecchetto, Giuseppe Chiarioni1, Anna Rigoni, Manlio

Prior , Fanny Rulfo, Enrico Arosio.

UO di Riabilitazione Vascolare, 1UO di Gastroenterologia e Riabilitazione

Gastrointestinale, Policlinico di Verona, Università di Verona.

Introduzione: in letteratura è stato ampiamente documentata una alterazione di indicatori di aterosclerosi precoce in pazienti affetti da patologie reumatologiche, pochi sono i dati riguardo le enteropatie a genesi autoimmune ed in particolare per i pazienti celiaci. Il rischio cardiovascolare dei pazienti con morbo celiaco è mal quantificato ed i dati sono pochi e controversi. I questa classe di pazienti si riscontrano generalmente basse concentrazioni di HDL colesterolo ed un profilo lipidico sfavorevole; non sono presenti in letteratura dati riguardanti la valutazione di indici strumentali di disfunzione endotaliale. Abbiamo pertanto voluto valutare la vasodilatazione endotelio-mediata, lo spessore intima-media carotideo , il profilo lipidico, lo stato infiammatorio ed i livelli di omocisteina in pazienti affetti da morbo celiaco prima e dopo dieta priva di glutine.

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Materiali e metodi: 12 pazienti celiaci (7 femmine, età 23-41 anni), prima e dopo documentato periodo di dieta priva di glutine, sono stati sottoposti a prelievi per il dosaggio di colesterolo totale, HDL, LDL, trigliceridi, omocisteina, PCR, folati e vitamina B12 e sono stati esaminati mediante metodica ultrasonografica per la valutazione dello spessore intima-media alla carotide commune (IMT) e la vasodilataizone endotelio-mediata all’arteria omerale (EDD). Queste stesse valutazioni sono state effettuate anche a 22 volontari sani bilanciati per sesso ed età.

Risultati: il colesterolo HDL ed il colesterolo totale sono incrementati dopo periodo di dieta (p<0,03 and <p<0.001 rispettivamente) con miglioramento conseguente del rapporto colesterolo totale/HDL (p<0,02). Omocisteina era elevato nei pazienti celiaci (18.94±7,35 umol/l vn<15), e non è stata modificata dal trattamento dietetico. Proteina C reattiva è stata significativamente ridotta dal trattamento dietetico (p<0,05). IMT era incrementato nei pazienti celiaci rispetto ai controlli sani (0,082±0.011 vs 0.058±0.012 cm p<0,001) e la dieta libera da glutine ha consentito di documentare un suo significativo decremento (0.067±0.010 vs 0.082±0.011 cm; p<0.03). La EDD era ridotta nei pazienti celiaci rispetto ai controlli (9.3±1.3 vs 11.2±1.2%; p<0,05) e ha mostrato un recupero dopo intervento dietetico (11,2±1,2% celiaci vs 12,7±2,1 sani ; p=0,78 ns).

Discussione: in questo studio pilota documentiamo l’alterazione di alcuni indici di rischio cardiovascolare, tali parametri ci possono far considerare la celiachia una condizione potenziale di aterosclerosi accelerata. La normalizzazione della istologia a livello della mucosa del tenue si associa ad una normalizzazione di parametri bioumorali e strumentali di rischio cardiovascolare. Questo studio aggiunge dati per una più ampia conoscenza del rischio vascolare nelle malattia celiaca e può costituire un modello sperimentale interessante da implementare in quanto mediante approccio dietetico riusciamo a correggere una condizione di disfunzione endoteliale indotta da meccanismi autoimmuni.

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