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Benedetto Conforti

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Academic year: 2021

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Iura & Legal Systems - ISSN 2385-2445 2016, H(1):1-2

Università degli Studi di Salerno

1 BENEDETTO CONFORTI

Massimo Panebianco*

Se la storia della dottrina del diritto internazionale è segnata da quella dei suoi Manuali, ora a distanza esatta di un secolo da Pasquale Fiore, padre fondatore della scuola “napoletana” di diritto internazionale, è appena scomparso il venerato Maestro juris gentium, guida riconosciuta di tale scuola lungo l’arco dell’ultimo mezzo secolo. Egli ha onorato il “legato Fiore” conchiuso con la quarta edizione del “Diritto internazionale codificato”, grazie alla trasmissione alle nuove generazioni di accademici, diplomatici e giuristi professionali di un proprio “lascito Conforti”. Lo stesso è documentato dalle dieci edizioni del Manuale, che ha scandito le varie fasi dell’internazionalismo italiano ed europeo degli ultimi quattro decenni.

Erede di una famiglia di illuministi meridionali del ‘7-800, Egli ha portato la sua testimonianza ben oltre le mura dell’Ateneo fredericiano di Napoli. All’obbligo della memoria e del ricordo sono tenute le altre università italiane dove Egli tenne cattedra, in decenni di grande operosità sia scientifica che didattica e culturale in senso lato. Nel suo primo periodo senese, dove lasciò una larga scuola di allievi più direttamente vicini, realizzò una vera “reformatio studiorum”, ben oltre le antiche tradizioni locali del diritto del commercio internazionale e della storia dei trattati, che ivi avevano imperato nella prima metà del secolo scorso. E’ in tale periodo che compare la sua opera più profondamente innovatrice, dedicata al “Ruolo dell’accordo nel sistema delle Nazioni Unite”, opera dedicata non a caso a Bacchisio Motzo, come omaggio alla sua famiglia accademica di via del Marzano, segno di un indissolubile legame tra Napoli e Siena.

Nel successivo periodo di sua presenza tra le mura gloriose dell’antico Ateneo patavino, Egli maturò nella semplicità e nel silenzio, la sintesi concettuale delle tre grandi tendenze dell’internazionalismo italiano, tra giusnaturalismo, realismo e positivismo. Invero, a Padova nell’ambiente della “Venetorum respublica”, Egli si avvicina al grande giusnaturalismo-normativistico della scuola “viennese” di Alfred Verdross, coniugata al neo-realismo delle lezioni padovane di Rolando Quadri (1945-1946), nonché ben radicato nel rigoroso positivismo giuridico dell’istituto di diritto pubblico patavino nel periodo donatiano del “Entre deux guèrres”.

Infine, nel terzo periodo della sua carriera accademica nell’Ateneo romano della “Sapienza” Egli sarebbe poi approdato, memore di quelle grandi tradizioni della “Scuola italiana di diritto internazionale”, fedele a quel dualismo istituzionistico fondamentale, da lui rintracciato nelle opere manualistiche e nei corsi di lezioni universitarie di Dionisio Anzilotti e di Santi Romano. Fedele a tale “legato”, circolò come chiericus vagans oltre le mura dell’Ateneo romano, lasciando i segni della sua operosa presenza in altri enti accademici, sia europei (L’Aja, Londra, Parigi), sia nord e sud americani (New York, Buenos Aires). Ma soprattutto coltivò sempre i suoi antichi amori mediterranei presso le Università africane e medio orientali, da Mogadiscio ad Alessandria d’Egitto (in tale sede universitaria fu onorato di un volume di scritti accademici a lui dedicati).

Studioso di fama internazionale riconosciuta nelle Università di quattro continenti, Egli ci ha lasciato il “Manuale Conforti”, senza enfasi definito nell’imminenza della sua scomparsa e sotto l’impatto emotivo del vuoto culturale da lui lasciato, come la “Bibbia laica del diritto internazionale”. Vista in chiaro scuro, questa opera esemplare è una testimonianza di gratitudine e di riconoscenza ai “tre grandi” internazionalisti italiani del secolo XX, che lo ebbero allievo e

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Università degli Studi di Salerno

2 collega e che lo condussero per mano nelle varie fasi della sua matura affermazione (G. Morelli, R. Quadri e R. Ago).

In tali autori classici Egli vide una sintesi tutta italiana, tra l’antica tradizione del jus civile e le nuove direzioni del common law anglo-americano, dal primo derivato e sviluppato. Fedele a tale tradizione, Egli ha potuto allineare la dottrina italiana alla nuova “Europa dei diritti dell’uomo”, in una singolare forma di coerenza etica fra lo studioso, il Giudice europeo della Corte Cedu di Strasburgo ed il cittadino, mai dimentico delle sue origini è divenuto un grande Maestro Peritus juris gentium.

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