Olio e vino nell’alto Medioevo, Centro Italiano di Studi sull’alto Medioevo, liv Settimana di Studi, Spoleto, 20-26 aprile 2006
Come già accaduto in passato, il Centro Italiano di Studi sull’alto Medioevo di Spoleto, dedica la propria Settimana di Studi a un argomento legato alla storia dell’agricoltura. Olio e vino nell’alto Medioevo, come consuetudine del Centro spoletino, sono affrontati sotto una molteplice angolatura, come risulta dalla Pre-sentazione del Convegno e dall’elenco delle relazioni.
Presentazione del Convegno
Olio e vino sono i protagonisti della cinquantaquattresima Settimana di stu-dio della Fondazione Centro italiano di studi sull’alto Mestu-dioevo di Spoleto. Molto più di due prodotti della terra: due “indicatori culturali”, come li de-finisce Massimo Montanari nella relazione introduttiva, vale a dire due pre-senze che bastano da sole a definire un contesto di civiltà.
Se nell’età antica olio e vino erano stati, assieme al pane, gli elementi di identità del mondo mediterraneo, nel Medioevo il loro spazio – uno spazio fisico e mentale al tempo stesso – si allarga all’intera Europa, grazie alla me-diazione del cristianesimo che in qualche modo “trasporta” con sé, reinter-pretandoli e rivitalizzandoli, i principali valori del mondo romano. Mentre le sponde meridionali del Mediterraneo si islamizzano, olio e vino si cristianiz-zano, assumono, nei simboli e nella liturgia cristiana, un valore che accresce la già forte portata simbolica che li caratterizzava anticamente. In questo mo-do l’olio, e ancor più il vino, escluso (con qualche ambiguità) dalla tavola isla-mica, diventano essenziali elementi di definizione dell’Europa cristiana.
La Settimana di studio spoletina affronta il tema a tutto campo, inizian-do dalle radici, ossia dalle piante che permettono il diffondersi di queste due presenze: alla vite e all’ulivo sono dedicate le relazioni iniziali, che ci parlano di paesaggi, di tecniche colturali, di forme gestionali, seguendo nelle varie aree la specificità del fenomeno, dal Mediterraneo all’Europa, dal mondo la-tino al mondo greco, dalle aree in cui si afferma il cristianesimo al mondo ebraico e a quello musulmano. Ma subito si arriva al vino e all’olio, conside-rati sotto il duplice profilo materiale e simbolico. Si illustrano tecniche di produzione, modalità di trasporto e di commercializzazione, modi di conser-vazione, forme di utilizzo e di consumo, per l’alimentazione, la medicina, la cura del corpo. Si illustrano i simboli che tali realtà trasportano con sé, prin-cipalmente nelle pratiche religiose (la liturgia, il culto dei santi, il trattamen-to delle reliquie) e nella prassi politica (l’unzione regia come forma suprema
di sacralizzazione del potere). Tutto ciò analizzando documenti scritti, mate-riali archeologici, rappresentazioni iconografiche: parole, cose e immagini per ricostruire una storia affascinante, un tassello decisivo nel mosaico storico del Medioevo e della nostra tradizione culturale.
Relazioni
Montanari, Olio e vino, due indicatori culturali; Bresc, Mer morte et oliviers perdus. Repli et survie de l’olivaie méditerranéenne (IVe-XIIesiècle); Brugnoli,
Dal Mediterraneo all’Europa: l’olivicoltura di frontiera nell’alto Medioevo; Ka-plan, La viticulture byzantine du VIeau XIesiècle; Cortonesi, La vite e il vino
nell’Europa mediterranea; Matheus, Continuità e nuovi sviluppi: la viticoltura nell’Europa continentale; Andreolli, Paesaggi della vite e paesaggi dell’olivo nel-l’Italia dell’alto Medioevo; Varanini, Ulivi e viti nei grandi patrimoni monasti-ci; Pasquali, Tecniche ed impianti di lavorazione dell’olio e del vino; Devroey, Huile et vin. Consommation domestique, prélèvement seigneurial et spécialisa-tion pour le marché; Bordone, Olio e vino nell’alimentazione italiana dell’alto Medioevo; Ermini Pani-Stasolla, Le strade del vino e dell’olio: commercio, tra-sporto e conservazione; Greci, I circuiti del vino e dell’olio: persistenze, innova-zioni; Kislinger, Graecorum vinum nel millennio bizantino; Branca, «... e fa crescer per voi... l’ olivo e... le viti e ogni specie di frutti». Vino e olio nella civiltà arabo-musulmana; Tombeur, La symbolique de l’huile et du vin dans la tradi-tion occidentale; Perani, «Il vino che rallegra il cudell’uomo e l’olio che fa brilla-re il suo volto» (Sal. 104,15). Vino e olio nel mondo ebraico; Bisconti, Rappbrilla-re- Rappre-sentare la vite e l’olivo: da simbolo a ornamento nell’Occidente tardoantico e al-tomedievale; Scortecci, Rappresentare la vite e l’olivo: da simbolo a ornamento nell’Oriente altomedievale; Jacquart, L’huile et le vin dans les soins du corps en Orient musulman et en Occident chrétien: une comparaison; Anagnostakis, Pa-roinia en pourpre: pouvoir du vin et l’ivresse du pouvoir à Byzance; Azzara, Il vino e l’olio nella legislazione civile; Picasso, Il vino e l’olio nella legislazione ec-clesiastica; Mastrelli, Le parole dell’olio e del vino nella tradizione linguistica al-tomedievale; Cremascoli, Olio e vino nelle Sacre Scritture (l’eredità altomedie-vale); Filoramo, “Buoni da pensare”. Rappresentazioni e simboli del vino e del-l’olio nei primi secoli del cristianesimo (II-IV sec.); Archetti, Vino e olio nella tradizione monastica; Palazzo, Les usages pratiques et symboliques du vin et de l’huile dans la liturgie occidentale au Moyen Age; Parenti, Olio e vino nelle tra-dizioni liturgiche “bizantine”; Cantarella, Le sacre unzioni regie; Canetti, Olea sanctorum: reliquie e miracoli fra tardoantico e alto Medioevo; Hannick, Hui-le et vin dans Hui-les recits hagiographiques.
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