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Il deperimento del frassino

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Academic year: 2021

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teCnICa, rICerCa e sPerImentazIone

54

tt

04

set-ott2012 | anno lvii

Tra i nuovi problemi fitopatologici comparsi ne-gli ultimi anni, uno dei più preoccupanti sembra essere la diffusione del fungo Chalara fraxinea

Kowalski. Questo ascomicete è stato

iden-tificato solo recentemente (Kowalski, 2006) come responsabile del deperimento di

Fraxi-nux excelsior: il fenomeno è stato osservato

fin da metà degli anni ‘90 in Polonia per poi comparire in numerose altre nazioni dell’eu-ropa centrale e settentrionale. solo nel 2009 la sintomatologia è stata riscontrata in italia al confine con la Slovenia (Ogris et al., 2010), ma nel giro dei due anni successivi la fitopatia si è diffusa rapidamente in tutto il friuli e nel ve-neto. temendone la diffusione anche in tren-tino, nello scorso giugno è stato organizzato dal gruppo foreste e verde urbano dell’unita protezione delle piante e Biodiversità agro fo-restale (ctt – fem - iAsmA) un apposito so-pralluogo nei principali popolamenti di frassino maggiore presenti in provincia.

i sintomi iniziali del deperimento sono stati effet-tivamente riscontrati nel primiero ed in val va-noi, nonché nella bassa Valsugana (Grigno). La presenza della malattia è stata inoltre osservata anche in Alto Adige, in val pusteria. Dai campio-ni raccolti nei diversi siti è stato possibile isolare il patogeno, facilmente riconoscibile in base alle caratteristiche morfologiche delle colture. l’attacco sulle piante si manifesta con sintomi caratteristici: inizialmente si ha l’avvizzimen-to e la morte rapida dei nuovi getti erbacei e dei rametti di un anno (foto 1); le foglie riman-gono a lungo sulla pianta, acquistando un ca-ratteristico colore bruno scuro (foto 2) che permette l’individuazione della malattia anche a distanza. sezionando il ramo o rametto in-fetto è visibile una colorazione bruno-rossa-stra dei tessuti legnosi e del midollo (foto 3) che può estendersi anche nelle porzioni anco-ra apparentemente sane. sui anco-rami di maggiori dimensioni si possono formare cancri corticali allungati o fusiformi (foto 4), talvolta delimitati da tessuti cicatriziali. infezioni reiterate sullo stesso soggetto provocano il progressivo dis-seccamento della ramificazione secondaria e terziaria, facendo assumere un aspetto rado

e sofferente alla chioma, indice dell’inizio del deperimento dell’intera pianta.

Al momento si ritiene che le infezioni del fungo avvengano a carico della nuova vegetazione tramite le ascospore prodotte dai corpi fruttiferi della forma ascofora di C. fraxinea,

Hymeno-scyphus pseudoalbidus, che si formano sui

piccioli delle foglie dei rami infetti cadute a terra in autunno (foto 5). non sono però ancora del tutto chiare le modalità di inoculo e diffusione, anche se sicuramente il vento dovrebbe gio-care un ruolo fondamentale, considerando la rapidità con cui questo agente si è diffuso in europa (timmerman et al., 2011). finora la malattia sembra avanzare in trentino da nord est, interessando solo il frassino maggiore, sia in ambito urbano che in bosco.

i frassini pur non essendo tra le principali spe-cie dei boschi trentini, hanno un ruolo ecologi-co importante e sono molto diffusi nei sopras-suoli di neoformazione, otre che come piante ornamentali. la presenza di questa patologia genera quindi forte preoccupazione anche perché non esistono al momento metodi di lotta efficaci. Si provvederà quindi, con la col-laborazione del servizio foreste e fauna della pAt, a monitorare anche questo nuovo proble-ma seguendone l’evoluzione nel tempo.

Il deperimento

DeL FRASSINo

Gabriella Frigimelica*, Giorgio Maresi** *Dottore forestale libero professionista

** FEM - IASMA

Il fungo chalara fraxinea anche in trentino

foto 5. Apoteci della forma ascofora di chalara fraxinea, prodotti in gran numero in estate sui piccioli delle foglie cadute in autunno.

foto 3. imbrunimento dei tessuti legnosi e del midollo. foto 2. ramo di frassino maggiore ormai

completamente disseccato da chalara fraxinea

foto 1. cancro corticale allungato

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