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La famiglia come sistema educativo. Analisi e messa a punto del setting di educativa familiare a valenza pedagogica.

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Academic year: 2021

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MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 8(1) 2018, 272-275 ISSN: 2240-9580

RECENSIONE - REVIEW

D’Antone A. (2018). La famiglia come sistema educativo. Analisi e messa a punto del setting di educativa familiare a valenza pedagogica. Bari: Mario Adda Editore.

di Alessandra Altamura

La peculiarità e complessità della società contemporanea ha in-dotto, specie negli ultimi anni, esperti di vari settori e ricercatori a interrogarsi sulla tipicità e specificità dei sistemi sociali, tra cui rien-tra a pieno titolo la famiglia, definita da sempre quale “cellula prima-ria della società”, nonché primo, fondamentale sistema educativo.

Tra questi vi è Alessandro D’Antone, dottore di ricerca in Scienze Umanistiche ed educatore domiciliare e di spazio neutro presso la Cooperativa Sociale Pangea di Reggio Emilia.

D’Antone, partendo dalla constatazione di fondo secondo cui la famiglia non è un «nucleo chiuso e apodittico», offre una riflessio-ne interessante e dettagliata sulla famiglia come «sistema educativo complesso e reticolare» (p. 7) e si sofferma, in modo particolare, sul profilo dell’educatore professionale socio-pedagogico implicato nei processi e nelle pratiche di educazione familiare. Un contribu-to, quescontribu-to, di notevole rilevanza se si considera l’«incertezza identi-taria» (p. 27), cui troppo spesso si imbatte l’educatore, e l’attuale dibattito pedagogico che ha segnato il lungo e complesso iter legi-slativo che ha portato all’approvazione della “Disciplina delle pro-fessioni di educatore professionale socio-pedagogico, educatore professionale socio-sanitario e pedagogista”.

Il volume si compone di tre capitoli principali – La famiglia in prospettiva pedagogica; L’Educativa Domiciliare e lo Spazio Neutro; L’analisi di caso: l’educativa familiare nella Cooperativa Sociale Pangea di Scandiano – attraverso i quali l’autore, nell’ottica della ricerca azione, sottolinea la continua compenetrazione tra teoria e prassi, tra for-mazione e pratica professionale, tra accademia e mondo del lavoro, ingrediente essenziale per permettere all’agire educativo un’adeguata aderenza al reale e la possibilità di ripensare

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mente il proprio statuto e «risignificare i vissuti problematici alla luce dell’elaborazione teorica» (p. 145).

Il primo capitolo, in simile prospettiva, introduce il tema del rapporto tra Pedagogia generale e sociale e Pedagogia della famiglia ed educazione familiare. La pedagogia – scrive D’Antone –

si fa scienza nel rapporto costante con la realtà da cui deriva le pro-prie […] astrazioni scientifiche e […] entra in costante ricorsività con le diverse scienze dell’educazione garantendosi, al contempo, una propria specificità sia nei termini della riflessione teoretica […] che della proget-tazione e del coordinamento […] delle scienze dell’educazione […] e de-gli interventi educativi (pp. 21-22).

Alla luce di simili considerazioni, la Pedagogia della famiglia non può che palesarsi come una specificazione della più ampia Pe-dagogia generale e sociale, volta a occuparsi, prevalentemente, dei processi educativi realizzati all’interno della famiglia nei confronti dei figli e delle figlie, e dell’intervento educativo di professionisti del settore verso i genitori per una pluralità di ragioni: per soste-nerli, formarli e, addirittura, sostituirli quando si rivelano “incapa-ci” di adempiere alla propria funzione.

In simile scenario, riconoscendo e avvalorando la natura critica, progettuale e, dunque, trasformativa della Pedagogia tout court, la Pedagogia della famiglia non può non «immergersi nella contrad-dittorietà degli interventi educativi […] soprattutto per trasformare le condizioni date e lavorare», in un’ottica promozionale, «al benes-sere individuale e sociale» (p. 24). L’agire educativo sarà così orien-tato – sottolinea D’Antone – alla ricostruzione dei legami, al sostegno genitoriale, all’autodeterminazione del soggetto e al ripensamento di determinate prassi pedagogico-educative. A partire da questi presupposti, l’autore reggiano, nel secondo capitolo, introduce i servizi di Educativa Domiciliare e di Spazio Neutro definendoli come «i principali interventi inerenti alla famiglia come sistema e-ducativo in cui un educatore sociale può spendere la propria pro-fessionalità in prospettiva co-evolutiva e trasformativa» (p. 27).

Entrambi gli interventi sono mediati dal servizio sociale e, sebbe-ne passino attraverso la sicurezza e la cura educativa del minore, sono

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orientati altresì al sostegno alla genitorialità «inteso come dimensione essenziale di risoluzione delle problematiche familiari attraverso un rafforzamento […] delle risorse che già vi si esprimono» (p. 28).

Su questo sfondo e nell’ottica della progettualità – elemento ca-ratterizzante la pratica e l’agire educativo – D’Antone conduce una breve analisi ragionata su alcuni servizi educativi – presenti in Italia – rivolti alla famiglia e, in maniera puntuale e sostenuto da altri au-tori (Cambi, Tramma, ecc.), definisce il corredo dell’educatore socia-le implicato nei processi educativi familiari.

In particolare, la Rassegna dei servizi di settore, effettuata nel Mag-gio del 2015, prende in esame 43 organizzazioni, a valenza preva-lentemente pedagogica, e permette di mettere in evidenza – grazie alla scheda sintetica di “accompagnamento” di ciascun servizio – in un primo momento l’esistenza di servizi territoriali specifici e, successivamente, di rilevarne somiglianze e differenze, contraddi-zioni e punti di forza, nonché i principali nuclei concettuali.

Nel terzo e ultimo capitolo, che può essere definito il nucleo es-senziale di tutto il lavoro, l’autore illustra il lavoro di ricerca svolto in collaborazione con la Cooperativa Sociale Pangea e con l’équipe dei servizi di Educativa Domiciliare e di Spazio Neutro. Si tratta di un’analisi di caso meritevole di attenzione, non solo perché attra-verso di essa è possibile rilevare «elementi significativi per la messa a punto di materiali, processi e pratiche che possano fornire chiavi interpretative e progettuali feconde nell’ambito di uno specifico contesto educativo [quale] la famiglia […]» (p. 51), ma soprattutto perché, attraverso le parole degli stessi educatori – appartenenti all’équipe di Educativa Domiciliare e di Spazio Neutro della Coo-perativa suddetta –, e dei testimoni privilegiati, permette di far luce, in un momento delicato come quello attuale, sulla figura dell’educatore sociale, sul suo profilo socio-anagrafico, formativo e professionale, e sulle difficoltà che, in quanto tale, è chiamato a fronteggiare. Sugge-stiva e degna di nota in tal senso, l’immagine dell’educatore come figura ponte (p. 99), ad esempio, tra minore e genitore, una figura professionale chiamata a creare equilibrio, raccordo, armonia.

Sono proprio i racconti di questi testimoni privilegiati, incorni-ciati dal discorso scientificamente fondato di D’Antone, a offrire

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innumerevoli spunti di riflessione, nonché nuove linee di evoluzio-ne evoluzio-nella ricerca di settore. Spunti e lievoluzio-nee di evoluzioevoluzio-ne che consen-tono di ripensare criticamente e problematicamente, in un’ottica sistemica, gli attuali modelli di servizio, il curricolo dell’educatore sociale implicato in simili processi e, ancora, l’implementazione, ricorsiva e necessaria, tra accademia e mondo del lavoro, fra teoria e prassi nella prospettiva della progettualità condivisa.

Un lavoro di grande interesse che dimostra uno sguardo impgnato e attento ai temi che riguardano la famiglia come sistema e-ducativo e agli interventi di supporto e di sostegno alla genitorialità come prerogativa irrinunciabile per il prossimo futuro.

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