FILOSOFIA POLITICA
Di cosa ci occupiamo questa settimana?
Introduzione all’utilitarismo Due attrattive dell’Utilitarismo Definizione di Utilità
Massimizzazione dell’Utilità
Due argomenti a favore della Massimizzazione dell’Utilità Utilitarismo: concezione dell’uguaglianza
L’UTILITARISMO
Perché iniziare dall’Utilitarismo?
Rawls, A Theory of Justice, 1971 (Paradigma)
R. ritiene che nella nostra società l’utilitarismo
rappresenti una sorta di sfondo tacitamente
riconosciuto in riferimento al quale le altre teorie
devono fermarsi e difendersi.
“… Ogni persona possiede un’inviolabilità fondata
sulla giustizia su cui neppure il benessere della
società nel suo complesso può prevalere”
Introduzione alla Filosofia Politica 41. Definizione di Utilitarismo (U)
«L’azione o la politica moralmente giusta è
quella che produce maggiore felicità per i
membri della società». Può essere visto come
una teoria morale generale o come una
moralità politica
Formulazione generale: agire in modo da
produrre la maggior utilità/benessere a livello
1. U: una dottrina morale attraente ?
È una dottrina laica: fa a meno di dipendere dall’esistenza
di Dio. In questo senso, è una teoria morale secolare e di
portata potenzialmente universale, incentrata sull’uomo e
sulla soddisfazione dei suoi bisogni.
È una dottrina consequenzialista, che si chiede quanto del
bene in oggetto (benessere, felicità, piacere...) l’azione
produca. Misurabilità/non-arbitrarietà, intuitività principio
massimizzazione e parsimonia teorica.
Consequenzialismo
Si provoca un effetto negativo se si taglia il filo: C’è un povero gattino sotto il peso che sarà schiacciato.U: Dottrina bipartita
Le attrattive dell’utilitarismo corrispondono a 2
fondamentali intuizioni, che corrispondono a due
aspetti cruciali della teoria :
1. Importanza del benessere umano
Definizione del benessere umano o “utilità”
2. L’idea che le regole morali vanno valutate in base
alle proprie conseguenze sul benessere umano
Struttura di U
Consequenzialismo: L’utilitarismo è per un’ etica
delle conseguenze come contrapposta ad un etica
delle intenzioni . Tuttavia, è difficile pensare ad una
teoria che non tenga conto delle conseguenze.
Welfarismo: L’utilitarismo considera solo le
informazioni basate sull’utilità.
Massimizzazione: è una teoria etica che massimizza
(somma algebrica di piaceri e dolori)
Simmetria: le preferenze di ognuno hanno lo stesso
valore. Teoria delle preferenze razionali.
Introduzione alla Filosofia Politica 92. Definire l’utilità
Come sensazione di piacere (edonismo).
Bentham: “il gioco dei birilli non è meno importante della poesia”(p. 23); Obiezione Nozick (Anarchia, Stato, Utopia): macchina dell’esperienza. Intuitivamente, molti di noi rifiuterebbero di esservi collegati. Esperienza del piacere non è misura ultima del bene.
Come un qualunque stato mentale apprezzabile (non solo piacere, ma estasi, pienezza, pace...).
L’obiezione può esser la stessa.
«non ci basta l’esperienza di scrivere poesie, vogliamo scriverle veramente; non ci basta l’esperienza dell’innamoramento, vogliamo innamorarci per davvero» (p. 24)
Come si spiega perché alcune persone si drogano? (p. 25)
Definizioni di utilità
Nozick: macchina
Come soddisfazione delle preferenze individuali. 1) e 2) escludono troppo. 3) è una posizione troppo inclusiva.
Obiezione: quali preferenze? Potremmo avere preferenze per cose che in realtà ci danneggiano (preferenze attuali ≠ bene). Es. Avvelenamento (caso della pizza, p.25), falsa coscienza Marx. Problema di informazione ed errori di calcolo. Le cose che desideriamo avere (preferenze) non sempre coincidono con le cose che vale la pena avere.
Dworkin: tra le cose che vale la pena avere e ciò che si preferisce fare ciò che conta sono le prime, non le seconde. (Auto vs vacanza al mare)
Come soddisfazione delle preferenze individuali informate.
Il 4 risponde al problema sbagliato: Problema di
indeterminatezza (commensurabilità tra preferenze e
inclusione nel pool delle preferenze rilevanti).
«come stabilire se valga la pena di promuovere
l’amore, la produzione poetica o il gioco infantile
dei birilli, ove non esista un unico valore superiore
che ci consenta di misurare tutte queste attività?»
Potremmo non avere un metodo oggettivamente plausibile
di misurazione delle preferenze.
2. Massimizzare l’utilità
Ammesso che vi sia condivisione riguardo la definizione di utilità, si può accettare il principio di massimizzazione dell’utilità come migliore interpretazione del consequenzialismo?
Consequenzialismo e massimizzazione:
«L’azione giusta è quella che massimizza l’utilità – ossia quella che soddisfa il maggior numero possibile di preferenze informate» (p. 31)
Problema principale: il “maggior numero possibile di preferenze informate” però non equivale a dire tutte le preferenze.
3. Massimizzare l’utilità
Massimizzazione dell’utilità e preferenze individuali: Quando
le preferenze di alcune persone contrastano con ciò che
massimizza l’utilità complessiva, queste preferenze devono
rimanere insoddisfatte.
Per l’utilitarismo quantità eguali di utilità contano
egualmente indipendentemente dall’identità delle persone
«Quando non è possibile soddisfare tutte le
preferenze, le nostre intuizioni non dicono che
quantità uguali di utilità devono avere lo
stesso peso» (p. 31)
2 forme di U
Esistono due tipi distinti di Utilitarismo:
U Morale comprensivo: l’obbligo di agire secondo i principi dell’U è valido per tutti e riguarda anche la condotta personale
U politico: l’obbligo di agire secondo i principi dell’U riguarda le principali istituzioni sociali
A queste due forme corrispondono 2 interpretazioni dell’espressione ‘agire secondo principi Utilitaristici’:
U diretto: l’agente deve decidere come agire facendo consapevolmente calcoli di utilità (procedura decisionale comprensiva) Utilitarismo morale U indiretto: l’idea di massimizzazione entra solo indirettamente nella
procedura decisionale (procedura decisionale politica). In questo caso gli agenti sono portati a seguire regole e consuetudini. Utilitarismo della regola
2 forme di U
Le 2 forme di U sono dunque nella forma e nella sostanza distinte e portano a risultati diversi. Tuttavia, tutte le versioni di U condividono lo stesso problema relativo all’idea di massimizzazione.
Tuttavia, Kymlicka farà particolare riferimento al primo tipo di U (K. Si riferisce all’agente U), inteso come “procedura decisionale
comprensiva” (p.33) per muovere le sue obiezioni.
Due obiezioni principali alla procedura decisionale utilitaristica:
a) non riconosce gli obblighi speciali,
b) tiene conto di preferenze che dovremmo non considerare
a) Rapporti speciali
L’agente U presuppone che “ogni persona abbia con l’agente U lo stesso rapporto morale” (p.33). Ma ciò esclude gli obblighi derivanti da rapporti speciali (amici, familiari, ecc.):
Esempio: prestito (p.34/5) e relative relazioni speciali che ci legano a chi ci ha prestato del denaro.
Se una persona mi ha prestato 10 dollari avrà diritto a riceverli indietro indipendente dal
calcolo di utilità (e.g., se un’altra persona sia in grado di far miglior uso di quel denaro). Caso della catastrofe nucleare : “scongiurare una disastrosa caduta del benessere della gente costituisce una buona ragione per usare il denaro diversamente che per estinguere il prestito; ma il fatto puro e semplice che l’estinzione del prestito non è l’azione che
massimizza il benessere non è una buona ragione a favore di quella scelta”
Ma ciò è contrario alle nostre intuizioni morali: le stesse relazioni non valgono per il resto degli individui che potrebbero beneficiare della nostra azione.
L’utilitarismo, tuttavia, risponde a questa obiezione con il calcolo utilitarista
“le promesse vanno onorato poiché ciò genererebbe disutilità a livello personale – la persona che non riceve indietro il suo denaro- e sociale”
a) Rapporti speciali
Caso dell’ Unicef ( Sartorius, p.36) e il ragazzo che ha lavorato per noi:
Secondo l’agente U nulla può porci in un rapporto morale speciale per il quale il mio obbligo nei confronti di un solo individuo (il ragazzo) sia più forte di quello che c’è verso gli altri.
Tentativo di internalizzazione della critica da parte di U: LA valutazione
sul dare il denaro all’Unicef o mantenere la promessa dipende
esclusivamente dagli effetti che l’eventuale pubblicità della mancata promessa ha sull’utilità.
U prende in considerazione la promessa e/o il contratto con il ragazzo come fattori di cui tener conto nel calcolo dell’utilità, ma non in maniera
indipendente.
U non riconosce adeguatamente i legami personali: «per agire come un agente
utilitarista, in ogni mia decisione i miei legami devono semplicemente venire valutati insieme a tutti i progetti degli altri» (p. 37)
a) Rapporti speciali
Ritorniamo al caso della catastrofe: ma scongiurare una disastrosa caduta del benessere della gente costituisce una buona ragione per usare il denaro
diversamente che per estinguere il prestito?
In altre parole, è giustificabile sacrificare il diritto di una persona per il benessere di due tre o molte altre ?
Per U, la risposta è si! Il caso in cui la promozione dei progetti degli altri prometta
maggiore utilità generale dovrà esser privilegiato anche alla promozione dei miei stessi progetti (qualora essi siano in conflitto).
Problemi:
1.Si assume che tutti siano d’accordo con questa visione
2.propone una psicologia impossibile che contrasta con le intuizioni morali di fondo riguardo al nostro rapporto con i nostri fini e dunque con i nostri progetti (p. 38)
Ancora una volta il problema non è il consequenzialismo ma la nozione di massimizzazione ad esso collegata!
Conseguenze e rapporti speciali
E se il “fat man on the bridge” fosse nostro fratello?
b) Preferenze Illegittime
Il secondo problema riguarda la difficoltà di discernere tra le preferenze ( U tratta in modo uguale tutte le preferenze):
Esempio: discriminazione razziale Se teniamo in considerazione
preferenze di tipo razzista o omofobo, le decisioni utilitaristiche possono essere fortemente discriminatorie
Caso delle preferenze informate (o razionali): non tutte le preferenze
razionali sono “ragionevoli” dal punto di vista della giustizia (Rawls). [ e.g., il Nazismo è una visione politica irragionevole]
Esempio: limitazione alla circolazione di alcuni gruppi etnici o razziali per
ragioni economiche. Si tratta di una preferenza illegittima anche se non fondata su presupposti di discriminazione razziale
b) Preferenze Illegittime
U non accetta nessun criterio di legittimità (ragionevolezza) delle preferenze
Questo problema è più evidente per gli utilitaristi diretti (che vogliono applicare il test della massimizzazione a ogni atto).
Ma cosa accade per gli utilitaristi della regola (U indiretto)?
Sostengono che il test d’utilità vada applicato alla regola e non direttamente all’atto, così da identificare la regola migliore. Il problema è quindi quello di favorire l’insieme di regole che massimizza l’utilità
b) Preferenze Illegittime e Utilitarismo della Regola
Per U della regola: Bisogna capire se dia maggiore utilità seguire la
regola (mantenere la promessa, proteggere i diritti) o seguire il calcolo di utilità. Per gli U della regola seguire le regole è più efficace in termini di utilità
Ma, in questo modo, l’U della regola confluisce di fatto in U dell’atto in quanto: il ragionamento a monte corrisponde alla maggiore o minore utilità, dunque il problema persiste:
Caso discriminazione: “Secondo l’utilitarista della regola il male o il torto che si fa quando si discrimina un gruppo minoritario è costituito
dall’aumento della paura prodotta negli altri dall’esistenza di una regola che ammette la discriminazione (P. 41)” Non come pretesa illegittima in sé!
b) Preferenze Illegittime
Dunque non esiste un modo per distinguere tra preferenze
legittime o illegittime. Secondo l’U le preferenze “ingiuste” (se razionali e informate) non sono meno legittime di altre, solo che “secondo il criterio utilitaristico di giustizia” noi agiamo
meglio nelle nostre procedure decisionali se le trattiamo come illegittime.
Il fatto che esistano alcune preferenze “illegittime” porta l’utilitarismo ad adottare due spiegazioni contrastanti: 1. Per un verso l’U. si trova a far ricorso a procedure non
utilitaristiche
2. Per altro sostiene che si adottano tali procedure per garantire la massimizzazione dell’utilità
Questo problema scaturisce dal criterio utilitaristico di correttezza morale
4. Due Argomenti a favore della
massimizzazione
Argomenti a sostegno della tesi che fa della
massimizzazione dell’utilità il criterio di correttezza morale:
i. Uguale considerazione di interessi
ii. Utilitarismo teleologico
Questi argomenti conducono in realtà a due diverse
interpretazioni dell’utilitarismo
i. Uguale considerazione degli interessi
“gli individui hanno preferenze distinte e potenzialmente conflittuali […]. Tuttavia dal punto di vista morale la vita delle diverse persone ha la stessa importanza e quindi ai loro interessi si deve riservare eguale considerazione” (p.45)
Bentham: tutti contano per uno e nessuno per più di uno
Ma come tradurre l’eguale considerazione in criterio di correttezza morale?
Massimizzazione dell’Utilità: lo scopo della massimizzazione dell’utilità
(funzione del criterio di correttezza morale) è quello di soddisfare un
principio di eguaglianza tra le persone e loro interessi:
L’argomento può essere così schematizzato:
1. le persone contano e contano egualmente; perciò
2. si deve dare egual peso agli interessi di tutti; perciò
3. gli atti moralmente corretti sono quelli che
massimizzano l’utilità
Principio di derivazione Milliana.
Tuttavia, in questa versione l’idea della massimizzazione del bene è priva di fondamento autonomo (p.49)
ii. Utilitarismo teleologico
La massimizzazione del bene è l’obiettivo primario.
Le persone sono contenitori di utilità (B. Williams)
R. definisce U come una teoria
“teleologica”,
cioè che «definisce l’atto moralmente corretto
in termini di massimizzazione del bene
anziché in termini di eguale considerazione
degli individui» (p. 46)
ii. Utilitarismo teleologico
Ma se lo scopo è come dice Rawls quello di
massimizzare l’utilità, non siamo più di fronte
ad un ideale morale, ma qualcosa di simile ad
un ideale estetico
Confronto con Nietzsche
p. 48.
secondo Kymlicka, l’utilitarismo
teleologico cessa di essere una teoria
morale “lo scopo non è di rispettare le
persone, ma di rispettare il bene”
Confronto tra i due argomenti
Interpretazione Egualitaria
Il giusto è definito in termini di eguale trattamento degli individui; in
questo modo si realizza
l’aggregazione utilitaristica e questa di fatto massimizza il bene. (p. 47)
Interpretazione teleologica
La seconda definisce il giusto in termini di massimizzazione del bene: dunque l’eguaglianza di trattamento deriva dalla
massimizzazione ma non la presuppone
L’idea stessa di massimizzazione del
bene a caratterizzare e definisce
ciò che è giusto.
5. Una concezione inadeguata dell’eguaglianza
U assume che a tutte le fonti di felicità, a tutti i tipi di
preferenze, se producono uguale utilità, si deve
attribuire lo stesso peso
Per Kymlicka “l’utilitarismo ha male interpretato l’ideale
dell’uguale considerazione degli esseri umani e che di
conseguenza permette ad alcuni di esser trattati
come meno che eguali, come mezzi per i fini degli
altri”(p. 50)
a) Preferenze esterne
Dworkin (1977) distingue tra:
i. Preferenze personali (interne):quelle che concernono beni, risorse, opportunità di cui desideriamo disporre
ii. Preferenze esterne: quelle che concernono beni, risorse, opportunità di cui desideriamo dispongano gli altri
Possibili pregiudizi e discriminazioni: le preferenze
esterne possono essere antiegualitarie
Se le preferenze esterne contano, ciò che avrò dipende da ciò che gli
altri pensano di me. Se gli altri ritengono che io non meriti uguale considerazione e rispetto, nell’aggregazione utilitarista le cose
andranno male per me.
b) Preferenze egoistiche
A volte la soddisfazione di queste preferenze, benché spesso irrazionali e disinformate, produce utilità.
Cosa fare di queste preferenze? Due visioni: Hare and Mackie
1)Hare: nel calcolo dell’utilità occorre contare tutte le
preferenze razionali anche quelle che sembrano non eque e questo sarebbe il modo migliore per interpretare
l’eguaglianza
Per Hare: “il principio di è eguaglianza può esser rappresentato dal test mentale di mettersi nei panni negli altri e di immaginare le conseguenze che avrebbero su di loro le nostre azioni”
b) Preferenze egoistiche
2) Mackie: Le preferenze egoistiche dovrebbero essere escluse dal calcolo dell’utilità. Anziché massimizzare la soddisfazione di tutte le
preferenze attribuendo ad esse lo stesso peso, si dovremmo assicurare un livello adeguato di risorse e libertà a ciascuno
Per Mackie, data la condizione di equità iniziale, le risorse inizialmente in mio possesso sono mie e nessuno può avanzare verso esse pretese legittime
Esempio del giardino (p55). Obiezione ad Hare:
Trattare una persona da eguale implica necessariamente tener conto del fatto che non dobbiamo aspettarci che gli altri promuovano i nostri interessi a
spese dei propri Expensive tastes (gusti costosi, p.55)
Limite dell’U
«a questo punto siamo in grado di comprendere perché
l’utilitarismo non riconosca legami speciali tra le persone e non escluda le preferenze illegittime. In entrambi i casi, esso
interpreta l’uguale considerazione in termini di aggregazione delle preferenze preesistenti qualche che ne sia l’oggetto,
anche delle preferenze che invadessero i diritti degli altri o incrinassero i loro legami personali» (p. 57)
In U l’eguaglianza non entra nella formazione delle preferenze e ciò non consente che esistano legami speciali (p.59)