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Filosofia-Politica_Settimana-2-L’utilitarismo

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Academic year: 2021

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(1)

FILOSOFIA POLITICA

(2)

Di cosa ci occupiamo questa settimana?

 Introduzione all’utilitarismo  Due attrattive dell’Utilitarismo  Definizione di Utilità

 Massimizzazione dell’Utilità

 Due argomenti a favore della Massimizzazione dell’Utilità  Utilitarismo: concezione dell’uguaglianza

(3)

L’UTILITARISMO

(4)

Perché iniziare dall’Utilitarismo?

Rawls, A Theory of Justice, 1971 (Paradigma)

R. ritiene che nella nostra società l’utilitarismo

rappresenti una sorta di sfondo tacitamente

riconosciuto in riferimento al quale le altre teorie

devono fermarsi e difendersi.

“… Ogni persona possiede un’inviolabilità fondata

sulla giustizia su cui neppure il benessere della

società nel suo complesso può prevalere”

Introduzione alla Filosofia Politica 4

(5)

1. Definizione di Utilitarismo (U)

«L’azione o la politica moralmente giusta è

quella che produce maggiore felicità per i

membri della società». Può essere visto come

una teoria morale generale o come una

moralità politica

Formulazione generale: agire in modo da

produrre la maggior utilità/benessere a livello

(6)

1. U: una dottrina morale attraente ?

È una dottrina laica: fa a meno di dipendere dall’esistenza

di Dio. In questo senso, è una teoria morale secolare e di

portata potenzialmente universale, incentrata sull’uomo e

sulla soddisfazione dei suoi bisogni.

È una dottrina consequenzialista, che si chiede quanto del

bene in oggetto (benessere, felicità, piacere...) l’azione

produca. Misurabilità/non-arbitrarietà, intuitività principio

massimizzazione e parsimonia teorica.

(7)

Consequenzialismo

Si provoca un effetto negativo se si taglia il filo: C’è un povero gattino sotto il peso che sarà schiacciato.

(8)

U: Dottrina bipartita

Le attrattive dell’utilitarismo corrispondono a 2

fondamentali intuizioni, che corrispondono a due

aspetti cruciali della teoria :

1. Importanza del benessere umano

Definizione del benessere umano o “utilità”

2. L’idea che le regole morali vanno valutate in base

alle proprie conseguenze sul benessere umano

(9)

Struttura di U

Consequenzialismo: L’utilitarismo è per un’ etica

delle conseguenze come contrapposta ad un etica

delle intenzioni . Tuttavia, è difficile pensare ad una

teoria che non tenga conto delle conseguenze.

Welfarismo: L’utilitarismo considera solo le

informazioni basate sull’utilità.

Massimizzazione: è una teoria etica che massimizza

(somma algebrica di piaceri e dolori)

Simmetria: le preferenze di ognuno hanno lo stesso

valore. Teoria delle preferenze razionali.

Introduzione alla Filosofia Politica 9

(10)
(11)

2. Definire l’utilità

Come sensazione di piacere (edonismo).

Bentham: “il gioco dei birilli non è meno importante della poesia”(p. 23); Obiezione Nozick (Anarchia, Stato, Utopia): macchina dell’esperienza. Intuitivamente, molti di noi rifiuterebbero di esservi collegati. Esperienza del piacere non è misura ultima del bene.

Come un qualunque stato mentale apprezzabile (non solo piacere, ma estasi, pienezza, pace...).

L’obiezione può esser la stessa.

«non ci basta l’esperienza di scrivere poesie, vogliamo scriverle veramente; non ci basta l’esperienza dell’innamoramento, vogliamo innamorarci per davvero» (p. 24)

Come si spiega perché alcune persone si drogano? (p. 25)

(12)

Definizioni di utilità

Nozick: macchina

(13)

 Come soddisfazione delle preferenze individuali. 1) e 2) escludono troppo. 3) è una posizione troppo inclusiva.

Obiezione: quali preferenze? Potremmo avere preferenze per cose che in realtà ci danneggiano (preferenze attuali ≠ bene). Es. Avvelenamento (caso della pizza, p.25), falsa coscienza Marx. Problema di informazione ed errori di calcolo. Le cose che desideriamo avere (preferenze) non sempre coincidono con le cose che vale la pena avere.

Dworkin: tra le cose che vale la pena avere e ciò che si preferisce fare ciò che conta sono le prime, non le seconde. (Auto vs vacanza al mare)

(14)

 Come soddisfazione delle preferenze individuali informate.

Il 4 risponde al problema sbagliato: Problema di

indeterminatezza (commensurabilità tra preferenze e

inclusione nel pool delle preferenze rilevanti).

«come stabilire se valga la pena di promuovere

l’amore, la produzione poetica o il gioco infantile

dei birilli, ove non esista un unico valore superiore

che ci consenta di misurare tutte queste attività?»

Potremmo non avere un metodo oggettivamente plausibile

di misurazione delle preferenze.

(15)
(16)

2. Massimizzare l’utilità

 Ammesso che vi sia condivisione riguardo la definizione di utilità, si può accettare il principio di massimizzazione dell’utilità come migliore interpretazione del consequenzialismo?

Consequenzialismo e massimizzazione:

«L’azione giusta è quella che massimizza l’utilità – ossia quella che soddisfa il maggior numero possibile di preferenze informate» (p. 31)

Problema principale: il “maggior numero possibile di preferenze informate” però non equivale a dire tutte le preferenze.

(17)

3. Massimizzare l’utilità

Massimizzazione dell’utilità e preferenze individuali: Quando

le preferenze di alcune persone contrastano con ciò che

massimizza l’utilità complessiva, queste preferenze devono

rimanere insoddisfatte.

Per l’utilitarismo quantità eguali di utilità contano

egualmente indipendentemente dall’identità delle persone

«Quando non è possibile soddisfare tutte le

preferenze, le nostre intuizioni non dicono che

quantità uguali di utilità devono avere lo

stesso peso» (p. 31)

(18)

2 forme di U

Esistono due tipi distinti di Utilitarismo:

U Morale comprensivo: l’obbligo di agire secondo i principi dell’U è valido per tutti e riguarda anche la condotta personale

 U politico: l’obbligo di agire secondo i principi dell’U riguarda le principali istituzioni sociali

A queste due forme corrispondono 2 interpretazioni dell’espressione ‘agire secondo principi Utilitaristici’:

U diretto: l’agente deve decidere come agire facendo consapevolmente calcoli di utilità (procedura decisionale comprensiva) Utilitarismo morale U indiretto: l’idea di massimizzazione entra solo indirettamente nella

procedura decisionale (procedura decisionale politica). In questo caso gli agenti sono portati a seguire regole e consuetudini. Utilitarismo della regola

(19)

2 forme di U

Le 2 forme di U sono dunque nella forma e nella sostanza distinte e portano a risultati diversi. Tuttavia, tutte le versioni di U condividono lo stesso problema relativo all’idea di massimizzazione.

Tuttavia, Kymlicka farà particolare riferimento al primo tipo di U (K. Si riferisce all’agente U), inteso come “procedura decisionale

comprensiva” (p.33) per muovere le sue obiezioni.

Due obiezioni principali alla procedura decisionale utilitaristica:

a) non riconosce gli obblighi speciali,

b) tiene conto di preferenze che dovremmo non considerare

(20)

a) Rapporti speciali

L’agente U presuppone che “ogni persona abbia con l’agente U lo stesso rapporto morale” (p.33). Ma ciò esclude gli obblighi derivanti da rapporti speciali (amici, familiari, ecc.):

Esempio: prestito (p.34/5) e relative relazioni speciali che ci legano a chi ci ha prestato del denaro.

Se una persona mi ha prestato 10 dollari avrà diritto a riceverli indietro indipendente dal

calcolo di utilità (e.g., se un’altra persona sia in grado di far miglior uso di quel denaro). Caso della catastrofe nucleare : “scongiurare una disastrosa caduta del benessere della gente costituisce una buona ragione per usare il denaro diversamente che per estinguere il prestito; ma il fatto puro e semplice che l’estinzione del prestito non è l’azione che

massimizza il benessere non è una buona ragione a favore di quella scelta”

Ma ciò è contrario alle nostre intuizioni morali: le stesse relazioni non valgono per il resto degli individui che potrebbero beneficiare della nostra azione.

L’utilitarismo, tuttavia, risponde a questa obiezione con il calcolo utilitarista

“le promesse vanno onorato poiché ciò genererebbe disutilità a livello personale – la persona che non riceve indietro il suo denaro- e sociale”

(21)

a) Rapporti speciali

Caso dell’ Unicef ( Sartorius, p.36) e il ragazzo che ha lavorato per noi:

Secondo l’agente U nulla può porci in un rapporto morale speciale per il quale il mio obbligo nei confronti di un solo individuo (il ragazzo) sia più forte di quello che c’è verso gli altri.

Tentativo di internalizzazione della critica da parte di U: LA valutazione

sul dare il denaro all’Unicef o mantenere la promessa dipende

esclusivamente dagli effetti che l’eventuale pubblicità della mancata promessa ha sull’utilità.

U prende in considerazione la promessa e/o il contratto con il ragazzo come fattori di cui tener conto nel calcolo dell’utilità, ma non in maniera

indipendente.

 U non riconosce adeguatamente i legami personali: «per agire come un agente

utilitarista, in ogni mia decisione i miei legami devono semplicemente venire valutati insieme a tutti i progetti degli altri» (p. 37)

(22)

a) Rapporti speciali

Ritorniamo al caso della catastrofe: ma scongiurare una disastrosa caduta del benessere della gente costituisce una buona ragione per usare il denaro

diversamente che per estinguere il prestito?

In altre parole, è giustificabile sacrificare il diritto di una persona per il benessere di due tre o molte altre ?

Per U, la risposta è si! Il caso in cui la promozione dei progetti degli altri prometta

maggiore utilità generale dovrà esser privilegiato anche alla promozione dei miei stessi progetti (qualora essi siano in conflitto).

Problemi:

1.Si assume che tutti siano d’accordo con questa visione

2.propone una psicologia impossibile che contrasta con le intuizioni morali di fondo riguardo al nostro rapporto con i nostri fini e dunque con i nostri progetti (p. 38)

Ancora una volta il problema non è il consequenzialismo ma la nozione di massimizzazione ad esso collegata!

(23)

Conseguenze e rapporti speciali

E se il “fat man on the bridge” fosse nostro fratello?

(24)

b) Preferenze Illegittime

Il secondo problema riguarda la difficoltà di discernere tra le preferenze ( U tratta in modo uguale tutte le preferenze):

Esempio: discriminazione razziale Se teniamo in considerazione

preferenze di tipo razzista o omofobo, le decisioni utilitaristiche possono essere fortemente discriminatorie

Caso delle preferenze informate (o razionali): non tutte le preferenze

razionali sono “ragionevoli” dal punto di vista della giustizia (Rawls). [ e.g., il Nazismo è una visione politica irragionevole]

Esempio: limitazione alla circolazione di alcuni gruppi etnici o razziali per

ragioni economiche. Si tratta di una preferenza illegittima anche se non fondata su presupposti di discriminazione razziale

(25)

b) Preferenze Illegittime

 U non accetta nessun criterio di legittimità (ragionevolezza) delle preferenze

Questo problema è più evidente per gli utilitaristi diretti (che vogliono applicare il test della massimizzazione a ogni atto).

 Ma cosa accade per gli utilitaristi della regola (U indiretto)?

Sostengono che il test d’utilità vada applicato alla regola e non direttamente all’atto, così da identificare la regola migliore. Il problema è quindi quello di favorire l’insieme di regole che massimizza l’utilità

(26)

b) Preferenze Illegittime e Utilitarismo della Regola

Per U della regola: Bisogna capire se dia maggiore utilità seguire la

regola (mantenere la promessa, proteggere i diritti) o seguire il calcolo di utilità. Per gli U della regola seguire le regole è più efficace in termini di utilità

Ma, in questo modo, l’U della regola confluisce di fatto in U dell’atto in quanto: il ragionamento a monte corrisponde alla maggiore o minore utilità, dunque il problema persiste:

Caso discriminazione: “Secondo l’utilitarista della regola il male o il torto che si fa quando si discrimina un gruppo minoritario è costituito

dall’aumento della paura prodotta negli altri dall’esistenza di una regola che ammette la discriminazione (P. 41)” Non come pretesa illegittima in sé!

(27)

b) Preferenze Illegittime

 Dunque non esiste un modo per distinguere tra preferenze

legittime o illegittime. Secondo l’U le preferenze “ingiuste” (se razionali e informate) non sono meno legittime di altre, solo che “secondo il criterio utilitaristico di giustizia” noi agiamo

meglio nelle nostre procedure decisionali se le trattiamo come illegittime.

Il fatto che esistano alcune preferenze “illegittime” porta l’utilitarismo ad adottare due spiegazioni contrastanti: 1. Per un verso l’U. si trova a far ricorso a procedure non

utilitaristiche

2. Per altro sostiene che si adottano tali procedure per garantire la massimizzazione dell’utilità

Questo problema scaturisce dal criterio utilitaristico di correttezza morale

(28)

4. Due Argomenti a favore della

massimizzazione

Argomenti a sostegno della tesi che fa della

massimizzazione dell’utilità il criterio di correttezza morale:

i. Uguale considerazione di interessi

ii. Utilitarismo teleologico

Questi argomenti conducono in realtà a due diverse

interpretazioni dell’utilitarismo

(29)

i. Uguale considerazione degli interessi

“gli individui hanno preferenze distinte e potenzialmente conflittuali […]. Tuttavia dal punto di vista morale la vita delle diverse persone ha la stessa importanza e quindi ai loro interessi si deve riservare eguale considerazione” (p.45)

Bentham: tutti contano per uno e nessuno per più di uno

Ma come tradurre l’eguale considerazione in criterio di correttezza morale?

Massimizzazione dell’Utilità: lo scopo della massimizzazione dell’utilità

(funzione del criterio di correttezza morale) è quello di soddisfare un

principio di eguaglianza tra le persone e loro interessi:

(30)

L’argomento può essere così schematizzato:

1. le persone contano e contano egualmente; perciò

2. si deve dare egual peso agli interessi di tutti; perciò

3. gli atti moralmente corretti sono quelli che

massimizzano l’utilità

Principio di derivazione Milliana.

 Tuttavia, in questa versione l’idea della massimizzazione del bene è priva di fondamento autonomo (p.49)

(31)

ii. Utilitarismo teleologico

La massimizzazione del bene è l’obiettivo primario.

Le persone sono contenitori di utilità (B. Williams)

R. definisce U come una teoria

“teleologica”,

cioè che «definisce l’atto moralmente corretto

in termini di massimizzazione del bene

anziché in termini di eguale considerazione

degli individui» (p. 46)

(32)

ii. Utilitarismo teleologico

Ma se lo scopo è come dice Rawls quello di

massimizzare l’utilità, non siamo più di fronte

ad un ideale morale, ma qualcosa di simile ad

un ideale estetico

Confronto con Nietzsche

p. 48.

secondo Kymlicka, l’utilitarismo

teleologico cessa di essere una teoria

morale “lo scopo non è di rispettare le

persone, ma di rispettare il bene”

(33)

Confronto tra i due argomenti

Interpretazione Egualitaria

Il giusto è definito in termini di eguale trattamento degli individui; in

questo modo si realizza

l’aggregazione utilitaristica e questa di fatto massimizza il bene. (p. 47)

Interpretazione teleologica

La seconda definisce il giusto in termini di massimizzazione del bene: dunque l’eguaglianza di trattamento deriva dalla

massimizzazione ma non la presuppone

 L’idea stessa di massimizzazione del

bene a caratterizzare e definisce

ciò che è giusto.

(34)

5. Una concezione inadeguata dell’eguaglianza

U assume che a tutte le fonti di felicità, a tutti i tipi di

preferenze, se producono uguale utilità, si deve

attribuire lo stesso peso

Per Kymlicka “l’utilitarismo ha male interpretato l’ideale

dell’uguale considerazione degli esseri umani e che di

conseguenza permette ad alcuni di esser trattati

come meno che eguali, come mezzi per i fini degli

altri”(p. 50)

(35)

a) Preferenze esterne

Dworkin (1977) distingue tra:

i. Preferenze personali (interne):quelle che concernono beni, risorse, opportunità di cui desideriamo disporre

ii. Preferenze esterne: quelle che concernono beni, risorse, opportunità di cui desideriamo dispongano gli altri

Possibili pregiudizi e discriminazioni: le preferenze

esterne possono essere antiegualitarie

Se le preferenze esterne contano, ciò che avrò dipende da ciò che gli

altri pensano di me. Se gli altri ritengono che io non meriti uguale considerazione e rispetto, nell’aggregazione utilitarista le cose

andranno male per me.

(36)

b) Preferenze egoistiche

A volte la soddisfazione di queste preferenze, benché spesso irrazionali e disinformate, produce utilità.

Cosa fare di queste preferenze? Due visioni: Hare and Mackie

1)Hare: nel calcolo dell’utilità occorre contare tutte le

preferenze razionali anche quelle che sembrano non eque e questo sarebbe il modo migliore per interpretare

l’eguaglianza

Per Hare: “il principio di è eguaglianza può esser rappresentato dal test mentale di mettersi nei panni negli altri e di immaginare le conseguenze che avrebbero su di loro le nostre azioni”

(37)

b) Preferenze egoistiche

2) Mackie: Le preferenze egoistiche dovrebbero essere escluse dal calcolo dell’utilità. Anziché massimizzare la soddisfazione di tutte le

preferenze attribuendo ad esse lo stesso peso, si dovremmo assicurare un livello adeguato di risorse e libertà a ciascuno

Per Mackie, data la condizione di equità iniziale, le risorse inizialmente in mio possesso sono mie e nessuno può avanzare verso esse pretese legittime

Esempio del giardino (p55). Obiezione ad Hare:

Trattare una persona da eguale implica necessariamente tener conto del fatto che non dobbiamo aspettarci che gli altri promuovano i nostri interessi a

spese dei propri Expensive tastes (gusti costosi, p.55)

(38)

Limite dell’U

 «a questo punto siamo in grado di comprendere perché

l’utilitarismo non riconosca legami speciali tra le persone e non escluda le preferenze illegittime. In entrambi i casi, esso

interpreta l’uguale considerazione in termini di aggregazione delle preferenze preesistenti qualche che ne sia l’oggetto,

anche delle preferenze che invadessero i diritti degli altri o incrinassero i loro legami personali» (p. 57)

 In U l’eguaglianza non entra nella formazione delle preferenze e ciò non consente che esistano legami speciali (p.59)

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