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«Gli adolescenti di fronte alla paura», di Matilde Santini, classe 1 AL

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Academic year: 2021

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Noi adolescenti di fronte alla paura

Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all'avanzare delle fiamme, tutti gli animali scapparono terrorizzati (…). Il colibrì, però, non si perse d'animo e continuò a tuffarsi nelle acque del fiume per raccogliere ogni volta una piccola goccia d'acqua che lasciava cadere sulle fiamme (…). Il leone si mise a ridere (…) e assieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in giro, ma (…) tutti i cuccioli d'animale si prodigarono insieme per spegnere l'incendio che ormai aveva raggiunto le rive del fiume (…). A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono a dar manforte ai loro figli (…). Sporchi e stanchi, ma salvi, tutti gli animali si radunarono per festeggiare insieme la vittoria sul fuoco (Favola africana).

L’essere umano ha sempre dovuto affrontare momenti difficili ai quali sopravvivere. Basti pensare alle moltitudini di guerre combattute. Una la stiamo combattendo proprio ora, in questo momento. Stiamo combattendo una guerra particolare, contro un ignoto che ci fa paura perché al primo nostro passo falso può risucchiarci in un vortice infinito e creare un automatismo, che non finisce più: paura, rabbia, desiderio, speranza, paura, rabbia, desiderio, speranza. Stiamo combattendo una guerra con armi di carta contro chi ha armi di ferro, indistruttibili ma non per questo invincibili. Siamo passati dall’avere tutto, lamentandoci tuttavia di avere poco, a non avere quasi più nulla e a soffrire per la mancanza di quello che avevamo prima, che, piccolo o grande che fosse, ci faceva stare bene. Siamo in continuazione sotto pressione, combattendo una lotta infinita contro ciò che sembra inarrestabile. Sentiamo un vuoto nel petto pensando a tutte quelle persone a noi care che non possiamo vedere. Ci sentiamo ogni giorno sempre più sconfitti, umiliati da questo virus che si sta mangiando la nostra carne, Ma non per questo ci arrenderemo.

In questi giorni stiamo sviluppando nel nostro intelletto una consapevolezza. Siamo consapevoli che dobbiamo farci forza gli uni con gli altri perché, come il colibrì della favola africana che prova a spegnere il fuoco, dobbiamo lottare e seguire l'esempio di tutti gli altri cuccioli per aiutarci vicendevolmente. Il colibrì che inizia con le sue sole forze a fronteggiare il fuoco, se non fosse stato aiutato, non ce l’avrebbe fatta. Bene, noi dobbiamo essere tanti colibrì: insieme, con tante piccole spinte, riusciremo a uscire da questo labirinto. Questo virus non è un dio immortale, resterà tale solo finchè noi lo temeremo e non lo contrasteremo; le situazioni non sono eterne, ma lo restano solo finchè le riteniamo tali.

La nostra arma più potente al momento è quella di restare a casa, luogo forse non gradito a tutti, ma è tutto ciò che abbiamo. Dobbiamo andare avanti facendo il possibile: dobbiamo infondere forza e speranza in noi stessi, nei nostri cari e in chiunque ci circondi, dobbiamo continuare a rispettare le direttive dateci dal Governo. Pensando alla gioia del giorno in cui tutto ciò finirà, dobbiamo impedire all'ansia e allo sconforto di prendere il sopravvento. Pur essendo tutti distanti, ci sentiamo uniti perché soltanto così potremmo creare un filo invisibile di mani pronte a stringersi in uno

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sforzo comune. Tanti colibrì insieme formano uno stormo e noi saremo uno stormo così grande da incutere paura perfino a questo virus. E quando tutto sarà finito e tireremo un sospiro di sollievo, sorrideremo e usciremo gridando con gli occhi pieni di felicità.

Matilde Santini Classe 1 AL

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