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CAMBIAMENTI CLIMATICI DEL BACINO GARDESANO E IL SUO COSTRUITO STORICO. ANNOTAZIONI E RIFLESSIONI PER NUOVE LINEE DI STUDIO E DI INTERVENTO.

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Academic year: 2021

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36° convegno internazionale Scienza e Beni Culturali

Collana Scienza e Beni Culturali

Volume.2020

ISSN 2039-9790

ISBN 978-88-95409-24-5

GLI EFFETTI DELL'ACQUA SUI BENI CULTURALI

VALUTAZIONI, CRITICHE E MODALITA' DI VERIFICA Venezia, 17-19 novembre 2020

In questo volume vengono pubblicati i contributi estesi che sono stati sottoposti a double blind peer review da parte di esperti dello stesso settore.

THE EFFECTS OF WATER ON CULTURAL HERITAGE

CRITICAL ASSESSMENTS AND VERIFICATION METHODS Venice, 17th-19th november 2020

This volume includes extensive contributions (Full-paper) that have been subject to double-blind peer review by qualified referees.

Tutti i diritti riservati,

EDIZIONE ARCADIA RICERCHE Srl Parco Scientifico Tecnologico di Venezia Via delle Industrie 25/11 – Marghera Venezia Tel.:041-5093048 E-mail: arcadia@vegapark.ve.it www.arcadiaricerche.eu

È vietata la riproduzione, anche parziale o ad uso interno o didattico, con qualsiasi mezzo, non autorizzata.

Le riproduzioni a uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata dall'editore.

Finito di stampare nel mese di novembre 2020 presso Imoco Industrie Grafiche – Treviso - Italy

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SCIENZA E BENI CULTURALI

GLI EFFETTI DELL'ACQUA

SUI BENI CULTURALI

VALUTAZIONI, CRITICHE

E MODALITA' DI VERIFICA

36° convegno di studi internazionale

Venezia 17 – 19 novembre 2020

(4)

Organizzazione:

Associazione Scienza e Beni Culturali

Università Ca’ Foscari Venezia

Università degli Studi di Padova, Dip. di Scienze Chimiche

Università degli Studi di Genova, Dip. Architettura e Design

Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio

Politecnico di Milano, Dip. di Scienza e Tecnologie dell’Ambiente Costruito

A.R.I., Südtirol

Enti Patrocinatori:

MiBACT Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo

(patrocinio richiesto)

Ordine dei Chimici e Fisici di Venezia

Università degli Studi di Padova

Università Ca’ Foscari Venezia

Con la collaborazione di:

Arcadia Ricerche S.r.l

Mapei S.p.a.

Colorificio San Marco S.p.a.

Con il contributo di:

"PATTO PER LO SVILUPPO PER LA CITTA' DI VENEZIA - Delibera

CIPE 56/2016 (17A02404) G.U. n.79 del 4.4.2017 - Fondo per lo Sviluppo e

la Coesione FSC 2014-2020"

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INDICE

VENEZIA 2021. PIANO DI ADATTAMENTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO E IMPLEMENTAZIONE DI STRATEGIE DI INTERVENTO PER LA SALVAGUARDIA DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICOEAMBIENTALE.PRIMIESISTIDIUNARICERCA INTERDISCIPLINARE.

A. Saetta, F. Antonelli, L. Fabian, P. Faccio, F. Peron, P. Romagnoni, M.C. Tosi, E. Zendri, L. Berto, G. Bruschi, M. De Maria, L. Falchi, E. Guolo, D.P. Lucero Gomez, L. Iuorio, R. Piovesan, D.A. Talledo, E.

Tesser, L. Velo, G. Zaccariello, I. Zamboni 1

RECENT EVOLUTION OF THE RISING DAMP PHENOMENON IN VENETIANMASONRIESBYVISUAL-BASEDAPPROACH

M. Corradini, L. Falchi, P. Lucero Gomez, E. Zendri 11

VENEZIA, TRA CAMBIAMENTI CLIMATICI E ACQUA ALTA. ANALISI DI VULNERABILITA’ DEL PIANO TERRA DI PALAZZO MALIPIEROASANSAMUELE.

G. Bruschi, P. Faccio, I. Zamboni, L. Berto, E. Lazzarini, A. Saetta 21

SISTEMI PASSIVI E ATTIVI PER LA DIFESA DEI PIANI TERRA DI VENEZIA DALLE "ACQUE ALTE". L’EVOLUZIONE DELLE TECNICHEDIINTERVENTOATTRAVERSOALCUNICASIDISTUDIO

C. Menichelli, R. Scarpa 31

UMIDITÀ DI RISALITA E SORACOMUN A VENEZIA: DEGRADO, OPERE DI CONTRASTO ED ESITI SULLA MATERIA E SULL’IMMAGINEDELLACITTÀ

A. Squassina 43

SISTEMA MULTIANALITICO INTEGRATO PER LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI DELL’ALTA MAREA SUI PARAMENTI LAPIDEI VENEZIANI

G. Zaccariello, E. Tesser, R. Piovesan, F. Antonelli 59

TREESEMPIDILAVAGGIODESALINIZZANTEAVENEZIA

L. Schubert 69

L’UTILIZZODIPROTETTIVISOL-GELSULAPIDEIESTUCCATURE. IL CASO DEL PAVIMENTO IN OPUS SECTILE E TESSELLATUM DELLAGALLERIAFRANCHETTIALLACA’D’ORODIVENEZIA

M. Cecchin, C. Bortolussi, G. Pellizzari, E. Basso 81

PROGETTO DI RESTAURO CONSERVATIVO DELLA FACCIATA DELLA CHIESA DI SANTA MARIA DI NAZARETH (VULGO DEGLI SCALZI)-VENEZIA: CRITERIDIANALISI,RILIEVO,DIAGNOSTICA ESPERIMENTAZIONENELCANTIEREDIRESTAURO

(6)

CONSERVAZIONE IN SITU DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO SOMMERSO:TECNICHEDIRESTAUROEMATERIALIINNOVATIVI

R. Mancinelli, A. Bonaccini 103

PATRIMONIO SOMMERSO. LICEITÀ TECNICA ED ETICA DELL’AZIONEDISPOSTAMENTODEIMONUMENTIEDELLECITTÀ PEREFFETTODELL’ACQUA

C. Mariotti 113

L'EGEMONIADELL'ACQUA:ILPARCOARCHEOLOGICODISIBARI. "ILSITOSOMMERSO"

A. Disabato 125

GLI EFFETTI DELL'ACQUA NELL'INTERRAMENTO E NEL DISVELAMENTO DELLE AREE ARCHEOLOGICHE. POMPEI, POZZUOLIENOLA:CASIACONFRONTO.

M. Fumo, V. Calvanese, G. D’Angelo, G. Trinchese 135

AREEARCHEOLOGICHEEFALDEAFFIORANTI:PROBLEMATICHE DICONSERVAZIONEESTRATEGIEDIINTERVENTO

A. Donatelli, M.G. Ercolino 151

MANAGING WATER RISKS IN ARCHAEOLOGICAL SITES: THE FLOODINGOFTHECOMPLEXOFSANTACROCEINRAVENNA.

A. Ugolini, E. Melandri, E.R. Agostinelli, M. Sericola, M. Vandini, S.

Fiorentino 163

L’INTERAZIONE DELL’ACQUA CON IL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO MONUMENTALE DELLA SARDEGNA: CAUSE, EFFETTI,MATERIALIEMETODIPERPOSSIBILISOLUZIONI

P. Meloni, G. Carcangiu, G. Pia, R. Licheri, G.Iiriti, L. Lecca, M. Arca,

S. Columbu, A. Boninu 175

LA GESTIONE DELLE ACQUE METEORICHE E I PROBLEMI DI CONSERVAZIONENELPARCOARCHEOLOGICODIPOMPEI

A. Mauro, M. Previti 185

THEWATER MANAGEMENTINROMAN THEATERS.THECASEOF SESSAAURUNCA

A. Vaccariello 193

QUANDOL'AZIONEDELL'ACQUASITRASFORMADAPERICOLOSO FATTORE DI DEGRADO A STRUMENTO DI DISTRUZIONE: LO TSUNAMI DEL MARZO 2011 E I DANNI AL PATRIMONIO CULTURALEDELGIAPPONE

(7)

BEST PRACTICE E PROTEZIONE DELLE SUPERFICI LAPIDEE: IL CASO DELLA TORRE DI PISA E DEL PROTETTIVO USATO PER LIMITAREIDANNICAUSATIDALL’ACQUA.

S. Chirico, A. Rovazzani, A. Sutter 215

VULNERABILITÀ ED ESPOSIZIONE DEL PATRIMONIO ARTISTICO E ARCHITETTONICO AL RISCHIO DI INONDAZIONE: IL CASO DI VERONA

M. Balistrocchi, R. Ranzi, B. Scala 225

LACURADELDETTAGLIOPERLADIFESADALL’ACQUA.ILCASO DIFARNSWORTHHOUSE

G. Danesi, V. Peron 235

WATER MANAGEMENT AND PROTECTION OF HISTORIC GARDENS:THEGIARDINODELLECAMELIEINBOBOLI.

P. Ruggieri, M. Mazzoleni 247

LA CONSERVAZIONE DELL’ARCHITETTURA NEL TEMPO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI: L’ANALISI COME STRUMENTO DI PROGETTO.

G. Bruschi 259

GLI EFFETTI DELL’ACQUA IN AMBIENTE COSTIERO. IL CASO DELLEPISCINASDASMARÉSDIÁLVAROSIZAAPORTO.

T. Cunha Ferreira, E. Fantini, F. Barbosa 269

LACHIESARUPESTREDIS.NICOLAALL’ANNUNZIATAAMATERA: VERSOUNACONSERVAZIONEPREVENTIVA

C. Crova, E. Maddalena, F. Castiello 279

I TRACCIATI ACQUEI DELLA CITTÀ DI VICENZA. ANALISI, VALUTAZIONE E CONSERVAZIONE NELLE STRATEGIE DI VALORIZZAZIONEDELTESSUTOURBANO

R. Gianello, A. Moro, E. Sorbo 291

CAMBIAMENTI CLIMATICI DEL BACINO GARDESANO E IL SUO COSTRUITO STORICO.ANNOTAZIONI ERIFLESSIONI PERNUOVE LINEEDISTUDIOEDIINTERVENTO.

B. Scala 301

IL PROGETTO DI FRANCO MINISSI PER LA PROTEZIONE DALL’UMIDITÀDELTEMPIO MAYADI BONAMPAK(MESSICO) EI PARADOSSIDELLA CONSERVAZIONEDELLE RELATIVE PITTURE MURALI

(8)

IL RUOLO DELL'ACQUA NEL DEGRADO MATERICO E STRUTTURALEDELL'ANFITEATROROMANODIDURAZZO

E. Coïsson, Andrea Ghiretti, F. Ottoni 323

LAREGGIADICOLORNO(PR).INVASIONE,DANNIDAALLUVIONE EPROVVEDIMENTIADOTTATI

C. Prati, G. Signani, B. Zilocchi 333

NATURAMORTADAGINOSEVERINI.ILRESTAURODELMOSAICO PARIETALEDIGIBELLINA.

L. Mensi, D. Bonelli, S. Pizzi, E. Isella 345

GLIAFFRESCHIDELLACRIPTADELSANTUARIODIS.MARIADEL PIANO IN AUSONIA (FR). PROBLEMI CONSERVATIVI E VERIFICA DEI RISULTATI DEGLI INTERVENTI STORICI DI DEUMIDIFICAZIONE

C. Cacace, F. Fabbri, B. Provinciali, C. Udina 357

LAFORMADELL’ACQUA–ACQUACOSTITUTIVA EDISTRUTTIVA DELL’ARCHITETTURAINCALCESTRUZZOARMATO

C. Piccione 375

ACQUA DA INVASIONE NELLA CHIESA DELL’ANNUNZIATA A SESSA AURUNCA (CE). LA DIAGNOSTICA PROPEDEUTICA ALL’APPROCCIOSUIBENICULTURALI.

G. Ausiello, M. Compagnone, F. Sommese, G. Albano, A. Basile, E.

Bugli, R. Di Girolamo 385

SALT RELATED PHENOMENA IN THE MEDIEVAL CHURCH OF ȘMIG

B. Szentirmai 395

LAFACCIATADISANTAPUDENZIANA:STUDIODIAGNOSTICOPER LA CARATTERIZZAZIONE DEI FENOMENI DI DEGRADO, SMALTIMENTO DELLE ACQUE E SPERIMENTAZIONE DI CONSOLIDANTIEPROTETTIVINANOMETRICI.

M. Bassi, L. Mangiapelo, L. Festa, C. Giovannone 407

A DIFFICULT CHALLENGE: THE CONSERVATION OF EARTHEN ARCHITECTURE

S. Rescic, M. Mattone, F. Fratini 419

DOMUSAUREANERONIS,ILRESTAURODEGLIAFFRESCHIDELLA SALA DELLE MASCHERE E DEL CORRIDOIO N. 131: UN INTERVENTOSPERIMENTALE DICONSERVAZIONE INAMBIENTE IPOGEO

(9)

SUPERFICI AD INTONACO IDROREPELLENTI: VERIFICHE, RECUPERO E AGGIORNAMENTO DELLE TECNICHE TRADIZIONALI

L. Scappin 443

LA SALVAGUARDIA DEGLI AFFRESCHI DEL CAMPOSANTO MONUMENTALE DI PISA DA EVENTI DI CONDENSA: L’UTILIZZO DEITELISCALDANTI.

S. Lupo 455

USE OF SALT CRYSTALLISATION MODIFIERS TO MITIGATE THE DAMAGE BY SOLUBLE SALT TRANSPORTED BY CAPILLARY RISINGWATER

M. Casti, P. Meloni, M. Carboni, G. Carcangiu, G. Pia, M. Palomba, M.

Cappai 465

ACQUAESUPERFICIDIPINTEINTERRACRUDA:ILDEGRADODAL SITOALLABORATORIO.

M. Cappai, G. Carcangiu, G. Pia, L. Casnedi, M. Casti, P. Meloni 475

INTERNAL BUILDING INSULATION SYSTEMS FOR HISTORIC BUILDINGS:HYGROTHERMALPERFORMANCEANALYSIS

M. Calzolari, P. Davoli, L. Dias Pereira 485

IL DEGRADO CHIMICO-MECCANICO NEGLI IPOGEI SALENTINIE L'ACQUA"DAINVASIONE":CASIDISTUDIO

I. Pecoraro, E. Rosina 497

LE DIVERSE CONSISTENZE DELL’ACQUA. DOTAZIONI IMPIANTISTICHE E CONTROLLO DEL MICROCLIMA A VILLA TUGENDHATABRNO

A. Bonora, K. Fabbri, G. Favaretto, M. Pretelli 513

IL MICROCLIMA DELLE SALE ESPOSITIVE DEL MUSEO ARCHEOLOGICO DI SANTA SCOLASTICA IN BARI THE MICROCLIMATE OF THE EXHIBITION ROOMS OF THE ARCHAEOLOGICALMUSEUMOFSANTASCOLASTICAINBARI

V.G. Pellegrino 525

L’IPOGEO DELL’AULA DI SAN PIER SCHERAGGIO: UN PRIMO MONITORAGGIO MICROCLIMATICO PER LA CONOSCENZA E LA CONSERVAZIONE DEI RESTI ARCHEOLOGICI SOTTO L’ALA LEVANTEDEGLIUFFIZI.

(10)

CONTROLLO DEL MICROCLIMA NELLA GALLERIA DEGLI SPECCHI DI PALAZZO REALE A GENOVA. STUDI PREVENTIVI AL RESTAURO

MICROCLIMATE CONTROL IN THE ROYAL PALACE OF GENOA. PREVENTIVESTUDIESFORRESTORATION

A. Magrini, S.F. Musso, G. Franco 547

DEPOSITI MUSEALI ALL’INTERNO DI EDIFICI STORICI E MICROCLIMA INDOOR. LA EX-CHIESA DELLA CROCE ALLA GIUDECCA.

M.A. De Vivo, L. Signorelli 559

PAVIMENTAZIONI DRENANTI PER LE STRADE E LE PIAZZE IN PIETRA. COSÌ L’ACQUA RITORNA ALLA TERRA.... MA PROGETTAZIONEEPOSABASTANO?ALCUNICASIDISTUDIO

(11)

SCIENZA E BENI CULTURALI.2020

CAMBIAMENTI CLIMATICI DEL BACINO

GARDESA-NO E IL SUO COSTRUITO STORICO. ANGARDESA-NOTAZIONI E

RIFLESSIONI PER NUOVE LINEE DI STUDIO E DI

IN-TERVENTO.

B

ARBARA

S

CALA

Università degli studi di Brescia DICATAM E-mail: barbara.scala@unibs.it

Abstract.

The report proposes some considerations regarding the repercussions that climate change may have in the near future in the Garda area. In particular, it has been not-ed that knowlnot-edge about the effects on the lake water, climate, flora and fauna is already very advanced; on the contrary, there is still no reflection on the impact that could have on the historical building.

Within the decision tables on the management of the water level of the lake, for ex-ample, the technical members of the cultural heritage are not involved, so the pre-sent and future criticalities at the expense of historical buildings are not shared. The first effects of climate change have manifested themselves though violent weather events, which have also created damage to historical property. We were observed that the proposed repair techniques are not aimed at improving protection from a possible future event, but simply repair the damage and replace damaged materials.

Given the predictability of severe weather events, it would be advisable to start studying guidelines that share protection criteria that would ensure greater protec-tion of historic buildings.

Keywords: Climate change, lake Garda, downburst,

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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020

Relazione

Introduzione

Il Garda è il lago più vasto d’Italia (Fig.1), con una superficie di circa 370 kmq. si-tuato a circa 65 m sopra il livello del mare ed è il terzo per profondità massima do-po il lago di Como e lago Maggiore. Conosciuto sin dall’antichità con il nome Be-naco, questo lago rappresenta la cerniera naturale fra le regioni Veneto, Lombardia e Trentino-Alto Adige le cui rispettive province Verona, Brescia e Trento si affac-ciano sullo specchio lacustre.

L’imponenza della massa d’acqua in esso contenuta determina una notevole in-fluenza sul clima e sul territorio circostante. Da anni studiosi di climatologia, della

fauna e flora locale, hanno iniziato a monitorare gli effetti riconosciuti negli specifici campi, a seguito dei mutamenti del clima e dell’aumento della pressione turistica.

Alcuni dati di inquadramento aiutano a capire meglio la morfologia del lago: esso è caratterizzato da una lunghezza massima di 52 km ed una larghezza di 16 Km., mentre la massima profondità è attualmente considerata ed accertata è pari a 346 m. Nonostante le dimensioni, questo bacino lacustre ha un unico emissario, il fiume Mincio, in corri-spondenza di Peschiera del Garda. L’immissario principale, nell’estremità nord-est del lago, è il fiume Sarca, se-guito da fiumi minori che si immettono lungo le altre coste. I rilievi maggiori

presenti all’interno del bacino

idrografi-co (2.290 kmq.) sono la cima Presanel-la, il monte Adamello ed il monte Bal-do. La parte settentrionale del lago, alli-neata NE-SW, è caratterizzata da coste alte e rocciose differentemente da quella meridionale che, con lievi acclività do-vute a colline moreniche, rappresenta una porzione dell’alta Pianura Padana. Lungo questo perimetro, a seguito dell’attività commerciale, industriale e turistica, le costruzioni hanno stabilito uno stretto rapporto con l’acqua, godendo della

mi-Fig. 1 Vista aerea del lago

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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020

tezza del clima, rarissimamente sotto lo zero, della generale buona esposizione al sole e della controllata virulenza degli eventi meteorici.

Lo stato della conoscenza degli effetti dei cambiamenti climatici sul lago di Garda.

Da alcuni anni sono in corso studi riguardanti gli effetti dei cambiamenti climatici nel bacino del Garda. In particolare, sono stati promossi progetti con partners euro-pei quali EULAKES (European Lakes under Environmental Stressors supporting lake governace to mitigate the impact of climate change) finanziato dal Programma Central Europe (2010-2013); il progetto Campagna PERLA-G_2010 e il progetto SISGarda (2019) ancora in corso.

I dati raccolti hanno permesso di proiettare degli scenari di evoluzione del clima, elaborando delle proiezioni relativamente alle temperature e alle precipitazioni, con previsioni di due tipi: prudenziale e ottimistico. I dati qui riportati si riferiscono al primo caso considerato realistico se non si attivano azioni strategiche di inversione delle tendenze in corso.

Dai grafici emerge chiaramente:

l’incremento delle temperature (fig. 2);

la diversa distribuzione delle precipitazioni (piogge) (fig. 3) durante l’anno, con

un incremento del picco nel mese di novembre e una radicale riduzione in luglio e agosto, oltre la diminuzione delle precipitazioni nevose;

l’incremento delle giornate con “piogge pesanti (fig. 4);

 la variazione dei giorni di gelo (fig. 5);

 l’aumento del numero di giornate “secche” (fig.6);

 le giornate con “ondate di calore” (Cantoni, Gallinaro, 2013).

Meno signi-ficativi sono i dati riguar-danti la cir-colazione dei venti che non pare appare essere modi-ficata se non per un valore inferiore al 3%.

Per quanto non strettamente legato al clima, significativo nella elaborazione del monitoraggio è l’andamento della popolazione che, ai 430.000 abitanti residenti, vede aggiungersi le 30.000.000 presenze stagionali, determinanti una pressione tu-ristica importante anche sul patrimonio architettonico.

Fig. 2 Media trentennale del ciclo annuale delle temperature

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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020 I dati raccolti in questi studi sono stati utilizzati per ela-borare un modello di ge-stione del bacino gardesano, assecondando soprattutto un aspetto prioritaro per il ter-ritorio cioè la salvaguardia della flora e fauna lacustre. In seconda battuta sono sta-te svolsta-te proiezioni rispetto le ripercussioni economiche a seguito di eventuali varia-zioni dei flussi turistici, suggerendo alcune best practices per contenere nel tempo gli impatti negativi nei settori citati.

Da alcune verifiche tra gli enti coinvolti nelle ricerche qui brevemente riassunte, di cui il referente territoriale locale per la gestione delle ricerche è la Comunità del

Garda1, non sono emerse

valutazioni e studi signifi-cativi riguardanti le riper-cussioni che si potrebbero riscontrare, nel prossimo futuro, sul numeroso patri-monio architettonico storico

lacustre, a seguito

dell’evoluzione del clima. Questo settore di studio non è stato indagato con modali-tà comunitarie e condivise, come al contrario gli ambiti citati, nonostante siano già numerosi gli episodi regi-strati con danni contabiliz-zabili sul patrimonio co-struito.

Fig. 3 Ciclo annuale delle piogge

Fig. 4 Variazioni nelle giornate con “piogge pesanti”

Fig

Fig. 6 Variazione stagionale della lunghezza massima dei periodi siccitosi

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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020

I dati da cui partire

Al fine di elaborare una modello o meglio una idea delle possibili ripercussioni a cui si potrebbe andare incontro nel prossimo futuro, risulta utile analizzare i dati già disponibili elaborati per altri obiettivi conoscitivi (Tabella 1).

Un primo aspetto di approfondimento riguarda la variazione dei livelli delle acque. Il bacino gardesano tra il 1930 e il 1960 fu interessato in modo diretto da scelte amministrative che hanno portato a trasformare l’invaso naturale in un serbatoio artificiale regolato dall’uomo. Ciò fu dovuto alla costruzione, a monte, degli im-pianti idroelettrici, ma soprattutto la realizzazione dello sbarramento di Salionze sul fiume Mincio a valle e, in parte, anche dalla costruzione della galleria, cosiddet-ta scolmatrice, Mori-Torbole (apercosiddet-ta nell’ottobre 2019 in occasione di alcuni forti eventi meteorologici che hanno causato il necessario riversamento di 17 milioni di metri cubi di acqua fredda e fango), che mise il fiume Adige in comunicazione con il Garda.

In modo artificioso sono stati quindi fissati dei limiti di minimo e massimo (da +70 a +140 slm.cm. con possibilità di raggiungere i +170 slm.cm) da rispettare così da evitare forti variazioni (evitando allagamenti alle banchine dei porti, con la conse-guente impossibilità di attracco, o abbassamenti vertiginosi con la conseconse-guente emersione di scogli e l’impossibilità della navigazione in costa).

Questi livelli assecondano principalmente le necessità agricole del mantovano e la tutela della città di Mantova, i cui laghi sono più lenti nel deflusso e smaltimento delle acque. In caso di piogge copiose o scioglimento veloce delle nevi aumente-rebbe la probabilità di inondazione della città di Mantova ed in primo luogo di Pa-lazzo Ducale che la carta del Rischio della Lombardia individua essere uno dei primi edifici inondabili. La protezione di Mantova porta ad aumentare i livelli delle acque del lago di Garda durante i periodi di pioggia. Durante i periodi di secca la quota dell’acqua si riduce vertiginosamente, perché utilizzata per l’irrigazione delle campagne.

Parametri Periodo di riferimento Scenario

1971/2000 2071/2100

Temperature medie Inverno -1.0 °C Inverno 3.0 °C

Primavera 7.5 °C Primavera 10.0 °C

Estate 19.0 °C Estate 24.0 °C

Autunno 8.5 °C Autunno 12.5 °C

Precipitazioni Inverno 330 mm/anno Inverno +8,5 %

Primavera 340 m/anno Primavera - 6,0 %

Estate 245 m/anno Estate - 45 %

Autunno 390 m/anno Autunno - 10 %

Ondate di calore 40 giorni/anno 70 giorni/anno

Giornate estive25 °C 70 giorni/anno 105 giorni/anno

Giornate ghiacciate 0°C 110 giorni/anno 60 giorni/anno

Precipitazioni pesanti20 mm 14 giorni/anno 14 giorni/anno

Tabella 1 Confronto dei valori di alcuni parametri climatici tra il periodo di riferimento e lo scena-rio

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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020 Dal un punto di vista della conservazione dell’architettura, la conseguenza della va-riazione del livello dell’acqua si può osservare sui legnami utilizzati come fonda-zione delle abitazioni o delle darsene a lago. Esemplificativo è il caso di Salò che conserva ancora delle costruzioni affacciate a lago, le cui fondazioni sono costituite da palificate lignee soggette ad un progressivo deterioramento per marcescenza, così come le numerose darsene o terrazze delle ville storiche (Palazzo Terzi Marti-nengo a Barbarano, Torre San Marco a Gardone Riviera) e degli alberghi di inizio Novecento (Grand Hotel a Gardone Riviera). Non da meno, fenomeni di erosione si verificano sulle murature di fondazione, come, ad esempio, al castello di Sirmio-ne del Garda, al castello di Lazise o a Punta San Vigilio le cui fondazioni scendono sotto l’acqua e appoggiano sulla roccia del fondale. In caso di acqua bassa emergo-no patine biologiche, alghe, resti di microrganismi che seccandosi sotto il sole macchiano le pietre; i giunti di malta con l’alternanza dei livelli sono sottoposti ad erosione e gli idrocarburi presenti nell’acqua vanno a coprire una maggiore super-ficie esposta. A tale riguardo utile risulta essere un secondo dato disponibile dagli studi climatologici effettuati, e riguarda il deterioramento della qualità dell’acqua. Attività agricole, reflui derivanti da insediamenti civili e industriali, condotti fogna-ri e impianti di trattamento fogna-riversano reflui che favofogna-riscono lo sviluppo di micror-ganismi - alghe e molluschi - che risalgono dall’acqua e diventano progressivamen-te più virulenti nella crescita. Ad assecondare l’aumento degli esemplari contribui-sce il riscaldamento dell’acqua che se nella media annuale è di 12°, raggiunge an-che i 27 gradi nei mesi più caldi. Complesso è lo smaltimento delle sostanze im-messe e di cui sono costantemente raccolte le tipologie e le concentrazioni (attività necessaria per autorizzare la balneazione) perché il lago impiega 26,8 anni per il ricambio dell’acqua (Cantoni F., Gallinaro N. 2013). Questo non significa che tutta l’acqua sia ricambiata, ma che un volume di acqua pari alla capacità di conteni-mento del bacino impiega questi anni per fuoriuscire, ma può essere ancora presen-te dell’acqua entrata decenni o centinaia di anni fa non ancora defluita.

Un terzo dato utile e già disponibile riguarda il prolungarsi dei giorni di siccità fino ad un 45% in più nei mesi estivi e una riduzione dal 10 al 20% nei mesi invernali. Questo dato è da mettere in relazione anche al fatto che un maggiore irraggiamento

solare influenza l’evaporazione dell’acqua, poiché un aumento dei tempi produce

una quantità maggiore di vapore, mentre un aumento delle temperature può anche tradursi in un aumento della velocità del fenomeno. Questi fattori tendono a in-fluenzare ulteriormente e in modo sinergico la riduzione del livello delle acque con la possibilità di portare al "sole" parti sempre maggiori dei supporti lignei o murari, anche di quelle zone che non avevano, fino a oggi, sofferto del problema, con con-seguente aumento dello stress da parte dei materiali e delle fondazioni.

Se l'aumento di temperatura influenza il livello del lago, altrettanto si può dire per la conservazione delle strutture. Infatti, gli effetti di questi excursus di temperature e umidità sono già percepibili in cantieri di conservazione eseguiti all’aperto.

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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020

trariamente alle abitudini consolidate, nella pratica quotidiana ora le malte di calce hanno tempi di carbonatazione alterati, troppo celeri o troppo lenti, tanto che l’esecuzione di certe operazioni viene sovente rimandata (Sánchez-Moral, García-Guinea, Luque, González-Martín; López-Arce).

L’estremizzazione delle alterazioni di temperatura e umidità interessano anche le strutture lignee più facilmente soggette ed attacchi di microrganismi soprattutto perchè in altri momenti dell'anno esse sono più asciutte (Blades; Cassar; and Bid-dulph 2008; Kent D. 2006). Anche alcuni elementi di acciaio – in particolare le bandelle metalliche trasversali avvitate agli assiti utilizzati per le coperture scatola-ri antisismiche in edifici di cui non si è realizzata la coibentazione - mostrano segni di allungamenti e movimenti di ritiro non previsti, sollevando teli o guaine, defor-mandosi, facendo perdere l’efficacia alla loro funzione.

Le prime registrazione dei danni: riflessioni sulle cronache recenti dopo i do-wnburst

I primi effetti dei cambiamenti climatici sono stati riscontrati nel 2019, anno in cui si sono verificati numerosi eventi meteorologici di notevole intensità sull’area gar-desana. Gli effetti registrati sul Garda hanno interessato anche altre zone, indicando che il fenomeno non è solo collegabile a condizioni tipiche di un bacino lacustre. Gli eventi meteorologici si sono manifestati sia attraverso raffiche di vento, grandi-nate con chicchi di notevole dimensione, copiose, massicce ed improvvise precipi-tazioni. Le “lagheggiate” hanno acuito gli effetti di vento e pioggia, con onde di notevole altezza. Questo fenomeno ha cancellato spiagge e, invadendo le strade, ha raggiunto gli edifici occupando i piani terra con acqua, fanghi, detriti, ecc.

Altre conseguenze degli eventi meteorologici, che hanno danneggiato direttamente il patrimonio architettonico, sono state: la caduta di numerosi alberi sugli edifici, il lancio di rami e arredi urbani scagliati contro il costruito come proiettili, ma anche lo spostamento di barche di piccole e medie dimensioni e/o automobili lanciate con violenza fino all’interno del piano terra di edifici costieri.

In più occasioni si è proceduto alla conta dei danni.

Le tre Regioni che si affacciano sul lago hanno emanato delle delibere per l’indennizzo dei danneggiamenti subiti ai beni di proprietà pubbliche e private, considerando il termine “beni” nel senso più generale del termine, ovvero beni mo-bili e immomo-bili di diversa natura.

Allo stesso tempo sono state presentate numerose richieste di risarcimento alle as-sicurazioni: infatti negli ultimi anni sono aumentate in numero e impegno econo-mico le polizze assicurative legate agli eventi calamitosi violenti (inizialmente sug-gerite per la tutela da eventi sismici).

Tra le domande di risarcimento presentate in sede pubblica sono contenute anche numerose richieste presentate da proprietari di beni vincolati pubblici e privati. Da una prima verifica è emerso come non vi sia stata l’attivazione di ordinanze e

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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020 tive specifiche per beni vincolati, analogamente a quelle prodotte negli ultimi anni in occasioni di eventi sismici, riguardo l’assegnazione di contributi esclusivi per la riparazione e il ripristino con miglioramento di edifici storici danneggiati dagli eventi meteorologici, nonostante questi siano avvenuti in più occasioni durante il solo 2019.

Questo fatto fa emergere un primo dato: gli edifici vincolati nel percorso di risar-cimento dei danni non hanno un indirizzo preferenziale o di riconoscibilità diversi-ficato rispetto l’edilizia intesa in senso generale. Inoltre, allo stato attuale non pare siano state elaborate linee guida o di indirizzo per la riparazione e il miglioramento a “resistere” nel caso del ripetersi di eventi metereologici violenti.

Attraverso alcune interviste effettuate ad assicuratori e periti che hanno gestito le pratiche di rimborso dei danni in edifici monumentali, è emerso che i risarcimenti assicurativi sono stati rilasciati nella percentuale prevista dalla polizza, con presen-tazione di un computo metrico estimativo e una ricca documenpresen-tazione fotografica, firmati da una ditta edile o, al più, da un tecnico.

Nell’accettazione del preventivo è stata riconosciuta una quota in denaro alla pro-prietà danneggiata senza entrare nel merito della tipologia di operazioni o di ripara-zione da svolgere, affidando questa fase di verifica agli enti autorizzativi compe-tenti. È da aggiungere che le assicurazioni considerano positivamente opere di mi-glioramento che se preventivate nel computo metrico estimativo possono essere fi-nanziate.

La tipologia di danni emersi nelle pratiche di edifici vincolati, hanno riguardato le coperture, con scivolamenti e cadute di coppi, infiltrazioni di acque con danneg-giamenti agli apparati decorativi esterni ed interni, rottura di vetrate di finestre, ca-dute di porzioni di muratura, distacco di canali di gronda e scossaline. Nel caso di ingresso dell’acqua nell’edificio per inondazione i danni sono stati di due tipi: ov-vero legati all’immersione nell’acqua dei beni, solitamente mobili, oppure dovuti ai fanghi e detriti trasportati.

Meno semplice è riconoscere le modalità operative strategiche attivate per risolvere i problemi descritti. Infatti, nonostante la possibilità di leggere una serie di computi metrici allegati alle pratiche di domanda di contributo non sono emerse strategie operative di particolare significato.

Le operazioni elencate riguardano attività di riparazione tradizionale integrate da soluzioni dettate dal buon senso più che dalla consapevole prevenzione di futuri danni. Per esempio, in copertura, oltre la ripassatura dei coppi, sostituzione di quel-li caduti, rimozione dei depositi di terriccio, si è aggiunto l’inserimento di ganci per tutti i coppi posizionati “a coppo” e il fissaggio con schiuma o malta di quelli pros-simi alla gronda. L’operazione è stata solitamente completata con la posa della li-nea vita. Nel caso di distacco dei canali di gronda sono stati previsti un numero maggiore di ganci cicogna; mentre per la rottura delle vetrate decorate è stato pre-ventivato l’incapsulamento del vetro decorato in lastre antisfondamento.

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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020

La linearità della procedura fa ben sperare i proprietari nei risarcimenti.

Tuttavia, all’interno delle polizze si sono riscontrate clausole che prevedono la pos-sibilità di risarcimento dello stesso danno una sola volta ogni quinquennio. Visto il trend negativo illustrato dai grafici precedenti, la possibilità della ripetitività di eventi meteorici violenti è inferiore ai cinque anni, perciò è probabile che le risorse economiche ora a disposizione non lo siano per un successivo evento.

Alcune riflessioni e spunti operativi

I punti di riflessione derivanti dai dati raccolti sono numerosi ma si ritiene oppor-tuno soffermarsi su due di questi.

Un primo punto riguarda la necessità di individuare misure preventive al fine di contenere i danni in relazione al tipo di fattore scatenante, non guardando al singo-lo caso ma a grande scala. Rispetto agli effetti a lungo termine non è possibile indi-viduare una strategia solo restando nell’ambito della conservazione ma è opportuno aprirsi ad una visione di lungo periodo come richiesto da questo tipo di eventi: vuol dire prepararsi ad affrontare progettazioni in cui il fattore tempo può andare oltre la vita di una generazione e necessariamente essere esteso ad ambiti territoriali vasti. Nelle analisi svolte è apparso come numerose siano le probabilità di rischio cui possono essere soggette le singole architetture affacciate sul lago, ma come poco emerga una visione strategica per affrontare in maniera globale detti rischi, sia in termini di gestione amministrativa che operativa, rendendo privi di contenuti piani di investimento a grande scala. Ad esempio, essendo prevedibile l’innalzamento delle quote del lago, il mettere a confronto quali siano i tempi di possibile inonda-zione degli edifici a lago, delle strade costiere e conseguentemente degli immobili aderenti a queste, aiuterebbe alla istituzione di squadre formate per operare su beni di valore agendo preventivamente al verificarsi dell’evento, in relazione alle speci-fiche vulnerabilità individuate. Questo dovrebbe avvenire nell’ambito di un tavolo di confronto tra le Soprintendenze competenti nelle diverse zone del lago anche al fine di risolvere in maniera congiunta i problemi di cui si è accennato all’inizio del testo, ovvero quelli riguardanti le strutture di fondazione e la loro erosione, gli ef-fetti dell’umidità e secchezza dell’aria sulle murature e gli apparati decorativi ecc. Infatti, le coste del lago, politicamente divise, pur con le specifiche peculiarità han-no in comune i materiali utilizzati, che il lago permetteva di trasportare da costa a costa, con soluzioni e tecniche costruttive condivise nei secoli tra le maestranze. Quanto il tema della conservazione del costruito a lago non entra nel dibattito ri-guardo la gestione delle quote altimetriche delle acque, nello stesso tempo, le scelte progettuali non prendono in considerazione i dati derivanti dagli studi sulla qualità dell’acqua e del clima, come se le architetture storiche presenti sul lago non abbia-no interrelazioni con il luogo.

Il secondo punto, più legato ai singoli manufatti, riguarda l’opportunità di indivi-duare soluzioni operative per l’aumento della protezione da eventi calamitosi e

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SCIENZA E BENI CULTURALI.2020 giungere alla redazione di linee guida, analogamente alle modalità adottate nelle procedure di miglioramento dal rischio sismico. La disponibilità di indicazioni progettuali aiuterebbe i tecnici nel proporre scelte di riparazione e miglioramento, prospettando anche soluzioni di protezione temporanea. Da un punto di vista con-servativo questo eviterebbe la procedura classica ed ora comunemente attuata di sostituzione del materiale danneggiato.

Rispetto all’evento sismico non prevedibile, l’evento meteorologico ha possibilità di previsione e di quantificazione della potenza attesa, offrendo opportunità di ri-duzione del rischio e, conseguentemente, predisporre adeguate e innovative tecni-che di difesa e protezione di cui oggi c’è necessità di approfondimento diventando così un nuovo ambito di studio e ricerca.

Bibliografia

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1 www.comunitàdelgarda.it. Si ringrazia il Segretario Generale Pier Lucio Ceresa e Bruno Frazzini per i dati e i materiali forniti.

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TESTIDI Agostinelli E.R. 163 Albano G. 385 Antonelli F. 1, 59 Arca M. 175 Ausiello G. 385 Baldan M. 91 Balistrocchi M. 225 Barbosa F. 269 Basile A. 385 Bassi M. 407 Basso E. 81 Berto L. 1, 21 Bonaccini A. 103 Bonelli D. 345 Boninu A. 175 Bonora A. 513 Bortolussi C. 81 Bruschi G. 1, 21, 259 Bugli E. 385 Cacace C. 357, 431 Calvanese V. 135 Calzolari M. 485 Camaiti M. 91 Cappai M. 465, 475 Carboni M. 465 Carcangiu G. 175, 465, 475 Casnedi L. 475 Casti M. 465, 475 Castiello F. 279 Cavezzali D. 431 Cecchin M. 81 Chirico S. 215 Coïsson E. 323 Columbu S. 175 Compagnone M. 385 Corradini M. 11 Crova C. 279 Cunha Ferreira T. 269 Danesi G. 235 D'Angelo G. 135 Davoli P. 485 De Maria M. 1 De Vivo M.A. 559 Di Girolamo R. 385 Di Sabato A. 125 Dias Pereira L. 485 Donatelli A. 151 Endrizzi M. 91 Ercolino M.G. 151 Fabbri F. 357 Fabbri K. 513 Fabian L. 1 Faccio P. 1, 21 Falchi L. 1, 11 Fantini E. 269 Favaretto G. 513 Festa L. 407 Fiorentino S. 163 Forti G. 91 Forti I. 91 Franco G. 547 Fratini F. 419 Fumo M. 135 Ghiretti A. 323 Gianello R. 291 Giani E. 431 Giovagnoli A. 431 Giovannone C. 407 Gizzi S. 311 Gotta F. 203 Guolo E. 1 Iiritti G. 175

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Isella E. 345 Iuorio L. 1 Lazzarini E. 21 Lecca L. 175 Licheri R. 175 Lucero Gomez D.P. 1, 11 Lupo S. 455 Maddalena E. 279 Magrini A. 547 Mancinelli R. 103 Mangiapelo L. 407 Mariotti C. 113 Mattone M. 419 Mauro A. 185 Mazzoleni M. 247 Mazzone B. 431 Melandri E. 163 Meloni P. 175, 465, 475 Menichelli C. 31 Mensi L. 345 Mori A. 291 Musso S.F. 547 Ottoni F. 323 Palomba M. 465 Pecoraro I. 497 Pellegrino V.G. 525 Pellizzari G. 81 Peron F. 1 Peron V. 235 Pia G. 175, 465, 475 Piccione C. 375 Piovesan R. 1, 59 Pizzi S. 345 Prati C. 333 Pretelli M. 513 Previti M. 185 Provinciali B. 357 Ranzi R. 225 Rescic S. 419 Romagnoni P. 1 Rosina E. 497 Rovazzani A. 215 Ruggieri P. 247 Saetta A. 1, 21 Scala B. 225, 301 Scappin L. 443 Scarpa R. 31 Schubert L. 69 Sericola M. 163 Signani G. 333 Signorelli L. 559 Signori G. 569 Sommese F. 385 Sorbo E. 291 Squassina A. 43 Sutter A. 215 Szentirmai B. 395 Talledo D.A. 1 Tesser E. 1, 59 Tosi M.C. 1 Trinchese G. 135 Udina C. 357 Ugolini A. 163 Urso A. 537 Vaccariello A. 193 Vandini M. 163 Velo L. 1 Zaccariello G. 1, 59 Zamboni I. 1, 21 Zendri E. 1, 11 Zilocchi B. 333

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Figura

Fig. 1 Vista aerea del lago
Fig. 2 Media trentennale del ciclo annuale delle temperature
Fig. 3 Ciclo annuale delle piogge
Tabella 1 Confronto dei valori di alcuni parametri climatici tra il periodo di riferimento e lo scena- scena-rio

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