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Recensione a: G. Bertolini, La simulazione del “bonum coniugum” alla luce della giurisprudenza rotale, Padova, Cedam, 2012

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28 July 2021

AperTO - Archivio Istituzionale Open Access dell'Università di Torino

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Recensione a: G. Bertolini, La simulazione del “bonum coniugum” alla luce della giurisprudenza rotale, Padova, Cedam, 2012

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G. BERTOLINI, La simulazione del «bonum coniugum» alla luce della giurisprudenza rotale, Cedam, Padova, 2012

Recensione di I. ZUANAZZI

Il volume di Giacomo Bertolini è un lavoro denso di riflessioni e ricco di documentazione, persino ulteriori rispetto all'oggetto indicato nel titolo, così da poter essere considerato una ricostruzione critica degli sviluppi della disciplina giuridica sul consenso matrimoniale, nella dottrina nella normativa e nella giurisprudenza, che prende avvio, ma non si esaurisce, dall'analisi della fattispecie della simulazione del bonum coniugum. Del resto, come sottolinea l'Autore, il bonum coniugum è un elemento centrale della nuova impostazione personalista della teoria del consenso matrimoniale elaborata sulla base dell'insegnamento del Concilio ecumenico Vaticano II e recepita nel codice, per cui il capo della simulazione del bonum coniugum «può essere utilizzato quale “cartina al tornasole” dello stato di assorbimento del personalismo contemporaneo nella interpretazione della teoria generale del consenso matrimoniale» (p. 3). Un assorbimento, peraltro, che, come emerge dall'ampio e preciso studio di Bertolini, stenta ancora ad affermarsi pienamente nell'ermeneutica dottrinale e giurisprudenziale, risentendo delle resistenze e degli strascichi che provengono dal retaggio culturale di precedenti orientamenti di stampo razionalista, contrattualista, istituzionalista, giuscorporalista e giuspersonalista. Tanto è vero che il capo della simulazione del bonum coniugum è stato riconosciuto solo di recente nella giurisprudenza rotale e l'impostazione data alla configurazione giuridica della fattispecie da parte dei diversi ponenti si ispira a presupposti concettuali pure differenti.

L'intento dell'opera, come dichiara l'Autore stesso (p.8), è di proporre una ricostruzione del capo della simulazione del bonum coniugum che si fondi su di una coerente applicazione dei principi di quell'autentico personalismo che fa riferimento a una visione realista della relazione coniugale. Richiamando il magistero del Concilio Vaticano II e quello più recente, Bertolini sottolinea come al centro del diritto matrimoniale canonico, e quindi del consenso nuziale, sia da porre la persona umana, secondo una visione antropologica integrale che considera l'unione coniugale la realizzazione di un'inclinazione naturale degli sposi a integrarsi e perfezionarsi vicendevolmente nella complementarità coniugale. Il consenso matrimoniale, pertanto, non è un mero atto di volontà diretto a scambiarsi diritti e doveri, secondo

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una lettura puramente contrattualistica, ma è un atto di donazione totale e reciproca, interpersonale e intrapersonale, che traduce in atto le potenzialità insite negli sposi e, nel costituire un rapporto di comunione, lo proietta dinamicamente verso il raggiungimento sempre più pieno del suo fine naturale, qual è il bene dei coniugi stessi. Sono questi i presupposti dell'interpretazione del bonum coniugum, che viene sviluppata e analizzata nel corso del volume secondo due direttive: la prima, guarda alla dimensione reciproca e totalizzante della deditio sponsale, ove il bonum è la comparte alla quale si dona e si riceve il proprio impegno di amore; la seconda, invece, attiene alla naturale proiezione del rapporto coniugale verso una progressione della complementarità della una caro, per cui il bonum è il perfezionamento dinamico dell'unione (pp. 51, 231, 278-279).

La difficoltà principale, non solo teorica ma anche pratica, nella configurazione giuridica della fattispecie di simulazione del bonum coniugum, come rileva Bertolini (p. 44), sta nella distinzione tra il fine del bene dei coniugi e l'essenza del matrimonio e, di conseguenza, tra la simulazione del bene dei coniugi, quale fattispecie autonoma di simulazione parziale, e la simulazione totale. L'analisi particolareggiata e puntuale della giurisprudenza rotale in materia, in maggioranza inedita, mostra una varietà di posizioni nel definire il contenuto del bonum coniugum, ma alcuni punti, come rileva l'Autore, possono essere considerati dei traguardi consolidati. Il primo è la configurazione autonoma del bonum coniugum e della sua esclusione; il secondo è che il riconoscimento della possibilità e della praticabilità di una simile ricostruzione autonoma del bonum coniugum si fonda sull'abbandono di letture onnicomprensive, giuscorporaliste o giuspersonaliste e sulla recezione di una impostazione autenticamente personalista: significativo, sotto questo profilo, risulta il fatto che le poche sentenze affermative siano appunto quelle che richiamano una lettura personalista (p. 182).

Nel sottoporre poi a verifica la coerenza delle fattispecie concrete di simulazione del bonum coniugum indicate dalla giurisprudenza con i principi del personalismo, l'Autore distingue tra la dimensione della concettualizzazione sostanziale e quella della risultanza probatoria. Sotto il primo aspetto, Bertolini evidenzia come le diverse ipotesi, attinenti a comportamenti potenzialmente contrari agli impegni coniugali (assenza di coabitazione, privazione del mutuo aiuto, mancata integrazione sessuale, perseguimento esclusivo di un fine estrinseco a quelli coniugali, difetto di amore sponsale), possono essere ritenute rilevanti in ordine al rifiuto del bonum coniugum solo se corrispondono a due criteri. L'uno, oggettivo, considera la contrarietà non tanto con i doveri istituzionali, quanto con ciò che è naturalmente essenziale alla

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donazione totale e reciproca, nel contesto della singola relazione (p. 189). La seconda, soggettiva, valuta la disponibilità personale a donarsi, da valutarsi caso per caso in relazione alla capacità naturale degli sposi di integrarsi vicendevolmente (p. 219). La combinata applicazione dei due criteri, contestualizzati in rapporto al singolo e reale matrimonio, consente di evitare letture parziali che fanno svanire la pregnanza del bonum coniugum, confondendolo o con lo stato coniugale tout court, ovvero, in direzione opposta, con la sua consumazione esistenziale.

Sotto il profilo della prova, L'Autore rileva come in tutte le cause esaminate dalla Rota non si riscontri mai la confessione né giudiziale né stragiudiziale del simulante (p. 243) e questo potrebbe essere sintomatico della difficoltà a concepire la simulazione del bonum coniugum, quanto meno secondo l'impostazione soggettiva tradizionale che richiede un atto positivo di volontà escludente un elemento essenziale del matrimonio. Con autorevoli richiami alla dottrina e alla giurisprudenza, Bertolini illustra l'evoluzione avvenuta nel modo di intendere l'atto simulatorio in rapporto al consenso matrimoniale, non più come due atti contrapposti, ma come un atto unitario di volontà matrimoniale, il cui contenuto diverge obiettivamente dalla struttura ontologica del coniugio o dei suoi elementi essenziali. Da qui la possibilità di far emergere una volontà simulatoria implicita, ossia non espressa direttamente dal simulante, ma dedotta dagli indizi di fatto del suo modo di comportarsi e dalla qualità delle relazioni tra i nubendi, in base al metodo del ragionamento per presunzioni.

Il volume di Bertolini è certamente un lavoro pregevole: accurato e ampio nelle citazioni e nell'esegesi delle teoriche giuridiche; preciso e puntuale nella concettualizzazione giuridica; acuto nelle riflessioni critiche; denso di annotazioni che stimolano a un rinnovamento nella ricostruzione giuridica del consenso matrimoniale (si vedano, a titolo esemplificativo, gli interessanti appunti sulla rilevanza giuridica dell'amore coniugale, sul valore della mutua integrazione sul piano sessuale, sul consenso leviter initum).

L'unica osservazione che può essere mossa a questo studio è che non risulta del tutto convincente nel tentativo di interpretare la nozione di bonum coniugum come elemento autonomo del matrimonio, uno dei fini essenziali distinto dall'essenza del matrimonio stesso. Proprio la visione realista della deditio coniugale alla stregua di una donazione totale e reciproca tra gli sposi implica una inevitabile sovrapposizione con il concetto di bene dei coniugi, quale definito da Bertolini. Invero, come si è argomentato in altra sede1, occorre sottolineare la natura 1 Sia consentito il rinvio a un contributo non citato nell'opera di Bertolini: I. ZUANAZZI, Il bonum coniugum tra ordinatio essendi e ratio agendi del

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complessa del bonum coniugum quale bene perfettivo del matrimonio, in quanto consiste non solo in un obiettivo dinamico del cammino coniugale, ma configura anche una realtà esistente fin dal momento della costituzione dell'unione matrimoniale. Se il consorzio realizza una relazione autenticamente coniugale, infatti, possiede in se stesso una bontà intrinseca e una valenza positiva sotto il profilo del perfezionamento e della gratificazione degli sposi. È vero che il bene dei coniugi è suscettibile di progressivo miglioramento nel corso della vita coniugale, ma è altrettanto vero che l'arricchimento interpersonale e intrapersonale degli sposi si compie già nel fatto stesso di essere coppia.

Quest'ultima annotazione non intende certamente sminuire i meriti del volume di Bertolini, sopra illustrati, ma si propone come uno spunto per una riflessione ulteriore su di una materia, come il bene dei coniugi e l'impostazione personalista del consenso materiale, che si sta significativamente evolvendo sulla scorta di una lettura antropologica rinnovata del matrimonio, anche e soprattutto grazie agli apporti preziosi della dottrina, qual è quello del volume qui recensito.

matrimonio canonico, in AA.VV. Aequitas sive Deus. Studi in onore di Rinaldo Bertolino, a cura di R. Mazzola e I. Zuanazzi, Giappichelli, Torino, 2011, 517-538.

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