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Castello di Albola e il posizionamento delle sue Grandi selezioni

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Academic year: 2021

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Sommario

1. Castello di Albola nel Chianti Classico...2

1.2 L’azienda dello stage...3

1.3 1 vini dell’azienda ...5

1.4 Il gruppo Zonin 1821 ...7

2.L’obiettivi del mio stage...8

2.1 L’importanza dell’enoturismo ...8

2.2 Albola Wine Club...9

3. Il posizionamento del vino italiano...12

3.1 Il posizionamento delle Grandi Selezioni di Castello di Albola... 13

4. Conclusioni, considerazioni personali e prospettive future...15

5. Bibliografia ...17

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1.Castello di Albola nel Chianti Classico:

L’azienda Castello di Albola sorge sulle splendide colline di Radda in Chianti, uno dei nove comuni in cui è ripartito il terroir di produzione del Chianti Classico, un’area situata tra le città di Siena e Firenze che si estende per circa 70.000 ettari. Il Chianti Classico viene prodotto con uve Sangiovese con una percentuale minima dell’80%; talvolta questo viene vinificato in purezza, come nel caso di Castello di Albola, oppure nel blend finale possono contribuire altri vitigni, esclusivamente a bacca rossa, a partire da quelli autoctoni, come Canaiolo Nero e Colorino, ma anche i principali vitigni internazionali, come Merlot e Cabernet Sauvignon.

La storia di questa denominazione è antichissima, questa risale all’epoca degli etruschi, a testimonianza di ciò sono stati ritrovati alcuni antichi vasi vinari nella zona di Castellina in Chianti.

La coltivazione della vite e la produzione di vino continuò anche durante il periodo dell’impero romano e delle invasioni barbariche grazie all’impegno dei monaci benedettini.

Durante il periodo medievale famiglie importanti, che diventeranno in seguito, le storiche del Chianti Classico decidono di investire su questo territorio. Si parla dei Ricasoli, famiglia che possiede il Castello di Brolio dal 1141 e degli Antinori viticoltori a partire dal 1385.

Il 1716 viene ritenuto un anno fondamentale per la storia della denominazione che porta il simbolo del gallo nero, Gianluca Cosimo III emanò un provvedimento che regolava la produzione, la vendita e il nome di questa zona. Inoltre vennero stabiliti anche i confini e le sanzioni in caso di traffici illeciti. Facendo un salto di quasi 200 anni nel 1924 nacque il consorzio per la difesa di vino tipico del Chianti e venne deciso il simbolo che tutti noi conosciamo. Successivamente, nel 1932, viene aggiunto il suffisso Classico per distinguere l’originaria zona di questa denominazione di cui erano stati tracciati i confini nel 1976.

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A partire dalla vendemmia 2006 non possono più essere utilizzate le due uve a bacca bianca, il Trebbiano toscano e la Malvasia Bianca, il cui impiego era precedentemente consentito fino a un massimo del 6%.

L’ultima data altrettanto significativa per i produttori di Chianti Classico è il 2010, in questo anno venne introdotto il divieto legislativo di produrre vino Chianti in questo territorio, vittoria importante per i produttori che nonostante quanto descrive questo divieto riscontrano grande difficoltà a far capire al consumatore la differenza tra le due denominazioni.

Infine, visto gli argomenti trattati in tale elaborato, è fondamentale citare che durante l’anno 2013 venne inserita la menzione Gran Selezione all’interno del Disciplinare.

In questo elaborato metterò a confronto il posizionamento delle grandi selezioni, di alcune aziende che possono vantare un contesto storico culturale come quello di Castello di Albola.

1.1 L’azienda dello stage

La tenuta si estende circa per 900 ettari di cui 125 vitati, mentre una parte è dedicata alla produzione di olio, con oltre 4000 piante di olivo.

I vigneti sono situati ad un’ altitudine compresa tra i 350 e i 700 metri sopra il livello del mare, il sottosuolo è formato da alberese e galestro, le due forme geologiche che caratterizzano i suoli del

Chianti Classico.

Figure 3 Castello di Albola

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Si tratta di una cantina dalle radici molto antiche, che, nel corso dei secoli, è stata di proprietà di alcune delle famiglie toscane più importanti.

I primi documenti riguardanti Albola risalgono al 1010, dove alcuni atti notarili parlano dei possedimenti di Carlo IV.

La vera espansione di Castello di Albola si ha nel 1400, con l’arrivo della famiglia fiorentina degli Acciaiuoli, che ristrutturarono il possedimento di Pian d’Albola come lo conosciamo oggi.

Nel 1600 i Samminiati entrano in possesso del castello, grazie alle nozze tra Caterina Acciaiuoli e Ascanio Samminiati. A metà del '700, sarà un altro Ascanio Samminati a fare di Pian d'Albola una sfarzosa residenza e a portare impulso alla viticoltura dando per la prima volta un progetto compiuto alla tenuta anche con notevoli opere irrigue.

Alla morte del Samminiati, la proprietà venne ereditata dai Pazzi, una delle più nobili e potenti famiglie fiorentine che la tennero di fatto fino a metà dell'800. Per il secolo successivo Pian d'Albola, che nel censimento generale del Chianti del 1832 era dichiarato come uno dei pochissimi fondi autosufficienti di tutta la zona, conobbe diversi proprietari finché nel 1940 fu acquistata dal Principe Giovanni Ginori Conti.

Nel 1979 il Principe decise di vendere la proprietà alla famiglia Zonin.

Il primo impegno di Gianni Zonin fu rivolto ai vigneti, cercando di portare ad un livello qualitativo superiore le vigne già esistenti; successivamente si dedicò al restauro dei diversi casolari e dei ruderi presenti all’interno della proprietà, per dedicarsi infine alla costruzione della nuova cantina di vinificazione, realizzata in armonia con il paesaggio circostante.

Tra i filari il vitigno predominante è il Sangiovese, che occupa il 90% dei vigneti della tenuta, nel restante 10% sono impiantati altri vitigni, come Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca, quest’ultimi due utilizzati solo ed esclusivamente per la produzione di Vin Santo.

In vigna, come sistema di allevamento predomina il cordone speronato, con alcuni ettari dedicati a guyot. I portainnesti maggiormente utilizzati sono il 110 Richter e il 1103 Paulsen, che si sposano alla perfezione con i suoli di queste zone. La densità di piantagione è di 5000 ceppi per ettaro, con rese mediamente basse che passano da un minimo di 40 quintali ad ettaro fino a un massimo di 70. La sperimentazione agronomica è in continuo divenire, in un progetto che vede affiancato Castello di Albola al Consorzio del Chianti Classico.

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1.2 I Vini dell’azienda

La produzione si attesta sulle 800.000 bottiglie annue, suddivise in otto tipologie differenti di vino. Più del 90% della produzione è dedicata al Chianti Classico DOCG, vino simbolo dell’azienda e del territorio. Le cinque tipologie di Chianti Classico vengono prodotte in purezza (100% Sangiovese), nonostante i vini siano completamenti diversi tra loro.

Una delle particolarità di Castello di Albola sono le sue Grandi selezioni, dove le uve provengono da vigneti completamente diversi , per suolo, esposizione e altitudine.

Sono dei Cru di pochi ettari, situati attorno al Castello:

● Il vigneto Santa Caterina si trova ai piedi del borgo medievale, intorno ai 550 metri di altitudine ed è esposto completamente a Sud. Il terreno è molto ricco di galestro e quindi con buon drenaggio interno dovuto alla presenza di scheletro ghiaioso. Si estende per circa 5 ettari, con una densità di piantagione di 5000 piante per ettaro. Fermentato in vasche di acciaio a temperatura controllata dove rimane in macerazione per circa 3 settimane. Dopo la fermentazione malolattica, il 50% del vino è posto a maturare in barriques e l’altra metà in botti grandi di rovere di Slavonia per 14 mesi ai quali fa seguito circa un anno e mezzo di affinamento in bottiglia.

● Il vigneto Marangole si estende per circa cinque ettari, ad un altitudine di 500 metri sopra il livello del mare. In mezzo ai filari sorge la settecentesca Villa Marangole che accoglie numerosi turisti durante il periodo estivo. Da questi vigneti viene prodotto il Chianti Classico Gran selezione Marangole, uno dei vini più particolari dell’azienda se non il più particolare. La produzione è molto bassa, si attesta sulle 2500-3000 bottiglie annue, il mosto è ottenuto da sole uve di Sangiovese che vengono affinate per 14 mesi in legni pregiati e anfore di terracotta, che conferisce al vino una notevole freschezza e bevibilità.

Questa Gran selezione è possibile degustarla e acquistarla solo ed esclusivamente all’interno del Wine Shop dell’azienda, un ‘esclusiva per i tanti ospiti che decidono di visitare Castello di Albola.

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● Il vigneto Solatio si estende per meno di un ettaro dell’età di circa 20 anni. Il pendio scosceso e roccioso, chiamato Solatio per la sua esposizione a sud-est ad una altitudine 550-580 m, è caratterizzato da un terreno quasi esclusivamente costituito da frammenti di roccia di Alberese particolarmente permeabile e a bassa fertilità. La densità di piantagione è di 5000 piante per ettaro con rese molto basse. Il mosto ottenuto da uve Sangiovese in purezza è sottoposto ad una vinificazione in rosso semplice e tradizionale che prevede una macerazione di circa 3 settimane. Completata la macerazione e la fermentazione malolattica il vino è posto a maturare in barrique di rovere francese per 14 mesi, segue un affinamento in bottiglia di circa 15 mesi.

Alle tre grandi selezioni di Castello di Albola si affiancano altre cinque tipologie di vino, che vanno a testimoniare le innumerevoli qualità dei poderi dell’azienda.

● Chianti Classico DOCG, la produzione più importante dell’azienda con circa 450.000 bottiglie annue, l’altitudine dei vigneti è compresa tra 350 e 650 metri. Le uve di Sangiovese, raccolte parte a macchina, parte a mano vengono vinificate in tini di acciaio con una macerazione sulle bucce di circa 14 giorni. Dopo la fermentazione malolattica viene affinato in botti di rovere di Slavonia per 12 mesi, seguita da un periodo in bottiglia.

● Chianti Classico Riserva DOCG, ottenuto dalla selezioni dei migliori otto vigneti di Castello D’Albola, le uve vengono raccolte manualmente e vinificate in acciaio. Dopo una macerazione di circa tre settimane, il vino matura in botti di rovere per 14 mesi: 60% botti di rovere Slavonia, 40% barrique di rovere francese. Segue un affinamento in bottiglia di circa 12 mesi. ● Poggio alle fate, Toscana IGT, unico vino bianco dell’azienda ottenuto da sole uve di Chardonnay, il vigneto si estende per 3,2 ettari ed è situato a 700 metri sopra il livello del mare, il più alto della tenuta. Dopo la fermentazione alcolica in acciaio segue la malolattica e sei mesi di affinamento, 80% acciaio 20% barrique di rovere francese di secondo passaggio.

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● Acciaiolo, Toscana IGT, modello Supertuscan prodotto dal 1979, data dell’insediamento della famiglia Zonin nel castello. Ottenuto da uve di Cabernet Sauvignon e Sangiovese, raccolte manualmente nella prima decade di Ottobre; il mosto fermenta per 10 giorni ai quali seguono 15 giorni di macerazione. L’affinamento in barriques di primo e secondo passaggio dura 14 mesi, seguiti da ulteriori 12 mesi in bottiglia.

Dulcis in fundo, l’ultimo vino prodotto dall’azienda non poteva che essere il Vinsanto, ottenuto da uve di Trebbiano Toscano e Malvasia Bianca. La vinificazione avviene in caratelli di castagno toscano, dalla capacità variabile tra i 100 e i 200 litri; la fermentazione è intermittente regolata dalle differenze di temperatura che ci sono nell’arco dell’anno, innescata dalla madre, colonie di lieviti derivanti da precedenti vinificazioni. L’affinamento si protrae per otto anni nei Caratelli.

1.4 Il gruppo Zonin 1821

Castello di Albola fa parte di un gruppo molto più ampio che prende il nome dalla famiglia stessa che lo possiede, Zonin.

La famiglia possiede una storia lunga secoli, questa si tramanda da ben sette generazioni, affonda le sue radici nel cuore del Veneto , precisamente a Gambellara. Sono i tre fratelli che attualmente rappresentano tutta la società, Domenico Zonin Presidente, Francesco Zonin e Michele Zonin Vice Presidenti di ZONIN1821.

Il gruppo si estende in maniera abbastanza omogena su tutto il territorio italiano e non solo.

La prima azienda acquistata da Gianni Zonin fu Ca’Bolani nel 1970, in Friuli Venezia Giulia. Successivamente nel 1979 il pacchetto di aziende si arricchisce con l’acquisizione di Castello di Albola a Radda in Chianti e l’Abbazia di Monte Oliveto a San Gimignano. I poderi della famiglia si estendono fino al Piemonte con l’acquisto di Castello del Poggio nel 1985, fino ad espandersi nell’OltrePo Pavese in Lombardia con la tenuta Il Bosco nel 1987.

Negli anni Novanta Gianni Zonin individua il Sud Italia come terra ideale per produzione di vini di qualità, acquistando Feudo Principi di Butera in Sicilia e Masseria Altemura in Puglia.

Infine nel 1999 torna per la terza volta in Toscana, più precisamente in Maremma, per acquisire la tenuta Rocca di Montemassi.

I possedimenti della famiglia vanno anche oltre Oceano, con Barbounsville vineyards in Virginia e Dos Almas una joint venture cilena.

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2.Gli obiettivi del mio stage

Durante il mio stage presso l’azienda Castello di Albola mi sono principalmente occupato di Hospitality e gestione del cliente, che nel corso del 2019 ha visto un notevole incremento rispetto alle passate stagioni. L’affluenza di turisti che visita ogni anno la tenuta della famiglia Zonin è molto elevata , la struttura accoglie più di 25.000 persone provenienti da tutto il mondo, la percentuale maggiore dei nostri ospiti, provengono dagli Stati Uniti, non a caso uno dei mercati più rilevanti anche in termini di esportazione.

All’interno dell’azienda è anche presente un’attività di ristorazione, dove i nostri visitatori hanno la possibilità di degustare i vini in abbinamento alla tradizionale cucina chiantigiana.

2.1 L’importanza dell’Enoturismo

Il giro d’affari dell’enoturismo in Italia vale oggi complessivamente 2,5 miliardi, per un totale di circa 14 milioni di enoturisti all’anno. L’enoturista spende in media 85 euro visitando il territorio in giornata senza pernottamento, e 160 euro quando pernotta anche sul territorio. Per le aziende vinicole gli enoturisti sono una fonte sempre più importante di introiti e incidono oggi in media per il 26,9% sul fatturato.

Gli enoturisti sono un segmento in crescita, soprattutto nelle regioni d’Italia, con un’importante storia vitivinicola alle spalle, come Toscana e Piemonte, in cui l’offerta è più strutturata e la qualità dei servizi elevata.

Nelle cantine predisposte all’accoglienza, il turista ha la possibilità di effettuare attività legate al vino, quali visite in cantina, conoscere e acquistare i prodotti direttamente sul luogo di produzione, immergersi totalmente nella realtà agricola e imprenditoriale e fare esperienza diretta del territorio e della sua cultura.

L’enoturista rappresenta un target specifico, caratterizzato da connotati propri: ha una discreta conoscenza del prodotto vino, un’età media di quaranta anni circa, titolo di studio e reddito medio-alti, è un viaggiatore indipendente (prenota soprattutto sul web) e viaggia per lo più in compagnia ; ha, di contro, alte aspettative su servizi e standard di qualità. Viaggia soprattutto in primavera e in autunno (per la vendemmia), ma in buona parte anche in estate nelle località di mare, favorendo una buona destagionalizzazione; la durata media del suo soggiorno è 2,5 giorni.

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Nel 2019 la Toscana compie un passo storico deliberando una legge quadro sull’enoturismo, che sarà in grado di promuovere e valorizzare un mercato dal potenziale enorme, ma che deve essere strutturato nella maniera adeguata.

È la prima regione italiana a dotarsi di uno strumento simile e per questo il Movimento Turismo del Vino Toscana ha accolto con grande entusiasmo questo provvedimento che ancora una volta va a rimarcare l’importanza del settore vitivinicolo per questa terra.

2.2 Albola Wine Club

Il termine ‘wine club’ viene utilizzato per definire un qualsiasi tipo di programma di fidelizzazione messo in atto da un’azienda vitivinicola, diffuso soprattutto nel Nuovo Mondo, è lo strumento più redditizio per le vendite dirette al consumatore, dopo la sala degustazione. Affonda le sue radici, negli anni Settanta in California, grazie ad un farmacologo Armeno, grande appassionato di vino.

Negli ultimi anni l’idea del Wine Club sta prendendo piede anche nelle aziende italiane più affermate, anche se in percentuale minore rispetto agli Stati uniti. Parlando della zona dall’altra parte dell’oceano possiamo affermare che questo risulta più che redditizio; nelle zone di Napa e Sonoma Valley si è registrato un 10-11% di rapporto tra i visitatori delle cantine e iscritti ai rispettivi wine club.

Wine Business Monthly in collaborazione con la Silicon Valley Bank ha svolto un indagine secondo la quale, nel 2015 il volume di vendite è arrivato a pesare il 33% del totale delle vendite dirette. Si tratta quindi di uno strumento molto potente, che può avere un effetto moltiplicatore sulle vendite che nel nostro paese non ha ancora assistito ad uno sviluppo paragonabile a quello americano. I principali canali da cui provengono le iscrizioni effettuate per i wine club provengono da degustazioni, eventi, campagne pubblicitarie oppure vi sono anche casi in cui queste si verificano attraverso iscrizioni online dirette.

Nel caso in cui l’azienda interessata possegga un settore di ospitalità molto efficiente e sviluppato allora quest’ultimo risulterà sicuramente il modo più efficace, alla fine si tratta solamente di convertire i visitatori a membri del wine club facendogli capire che in questo modo riceveranno un trattamento unico ed esclusivo.

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Quest’ultimo caso è il caso di Castello di Albola , l’hospitality in questa azienda rimane uno dei suoi punti di forza più saldi, grazie a questo durante questa stagione il numero degli iscritti è aumentato in maniera sostanziale.

Una degli obiettivi più importanti durante lo stage è stato promuovere il Wine Club, cercando di incrementare il numero di membri dell’Albola Wine Club, novità assoluta anche per l’azienda stessa, in quanto attivo da Agosto 2019.

Il wine Club è disponibile per Europa, Usa e Canada, anche se quest’ultimo ha riscontrato alcuni problemi per questioni di dazi elevati e difficilmente calcolabili.

In questa azienda è possibile iscriversi scegliendo tra due diverse opzioni riportate nelle tabelle che seguono.

Tabella 1. Pacchetti di Albola wine club

Nella prima tabella sono riportate le condizioni per i clienti provenienti da Stati Uniti e Canada, questi possono scegliere due pacchetti che differiscono tra loro per numero di bottiglie e tipologie di vino. Nella seconda tabella di colore verde sono indicate le condizioni per i clienti provenienti dall’Europa, che differisce dalla prima solo nel listino.

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Come in tutti i wine club anche ai soci del questo sono riservati alcuni benefici esclusivi:

•Iscrizione e cancellazione gratuita, dopo due spedizioni • 10% di sconto su tutta la selezione di vini

• Note di degustazione per ogni tipologia di vino • Tour e degustazioni in omaggio fino a 4 persone • Inviti esclusivi per eventi organizzati dall’azienda • Possibilità di scegliere il mese di spedizione tra : Febbraio, Maggio, Settembre, Novembre

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3.0 Il Posizionamento del Vino italiano

Il processo di posizionamento di un prodotto sul mercato guida tutte le strategie di marketing riunendole in un quadro uniforme.

Questo processo risulta sicuramente uno dei più efficaci per un corretto inserimento di un qualsiasi prodotto sul mercato. Per far si che questa strategia sia efficace è necessaria una lunga analisi di dati e un approccio dal punto di vista della clientela piuttosto che del venditore. Perché un’azienda abbia successo sotto questo punto di vista deve saper individuare la mentalità del cliente con quella del prodotto o della marca.

Un punto focale è sicuramente quello di considerare un prodotto per quello che i clienti si aspettano di ricevere piuttosto che considerare un prodotto per quanto questo sia in grado di offrire.

“Per posizionamento si intende la creazione di un’immagine del prodotto nella mente dei clienti a cui ci si rivolge”.

Una delle prime domande che un’azienda vitivinicola dovrebbe porsi è: dove si posiziona il mio vino rispetto ai vini della concorrenza?

Molte aziende vitivinicole italiane pensano che la cosa più importante sia produrre il vino, trascurando così il lato delle vendite. Spesso la qualità del vino stesso e il prezzo non vanno di pari passo. Quello che conta molto nel vino è la percezione che il consumatore si crea dietro una determinata etichetta. In generale c’è spesso una idea poco chiara di valore, e quindi l’unica leva commerciale rimane il prezzo: ovvero ad un alto prezzo, è più facile associare un alto valore.

La dimostrazione che si tratti di un problema riguardante il vino italiano viene proprio dai dati dell’export italiano paragonati a quelli francesi: i nostri volumi di vendita sono spesso più alti, i prezzi invece sono di gran lunga più bassi, anche per prodotti la cui qualità supererebbe alcune bottiglie francesi, che invece finiscono sullo scaffale di un’enoteca con prezzi superiori rispetto a quelli italiani.

Secondo l’Istituto grandi marchi italiano, l’Italia dovrebbe puntare di più sulle etichette di valore per valorizzare le eccellenze ed innalzare il posizionamento dei nostri vini.

Quindi, non puntare sul premium potrebbe farci rischiare di rimanere sempre, a livello di percezione, un paese il cui vino è buono, a basso costo, mentre gli altri paesi, anche quelli meno comuni e meno legati tradizionalmente all’ambito vitivinicolo, fanno salire di prezzo e valore i propri prodotti, anche se la qualità (oggettiva) può non rispecchiare davvero i loro prezzi.

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Ciò che risulta particolarmente efficace nelle moderne strategie di Wine Marketing è la costruzione di una Brand Identity fortemente ancorata ai valori del brand; dalla progettazione di nome aziendale e logo alla valorizzazione di ogni punto di forza, attraverso un comunicazione coerente nel contenuto e nello stile. Il consumatore è generalmente affascinato dai brand che presentano una storia, oltre che un prodotto. Il racconto di sé e la creazione di un universo all’interno del quale il brand sia riconoscibile e il cliente possa immaginarsi sono una leva molto potente per il posizionamento del brand.

"Il signore del Chianti classico" è stata una campagna di comunicazione che ha riscosso un successo significativo e quindi è necessario ricordala. Questa è stata ideata dal gruppo Armando testa, il gallo nero, simbolo del Chianti Classico, viene raffigurato come personaggio leggendario, il tempo passa, così come gli usi e i costumi ma le colline chiantigiane permangono come contesto di sfondo

3.1 Il Posizionamento delle Grandi selezioni di Castello di Albola

In un mercato confuso e frammentato come quello del vino, riuscire a posizionarsi in modo ben distinto dagli altri, diventa essenziale per differenziarsi.

Nell’ultima parte di questo elaborato andrò ad analizzare il posizionamento delle Grandi Selezioni di Castello di Albola comparandole con le altre di aziende molto affermate nel panorama del Chianti Classico.

I prezzi sono indicativi, presi da un’unica fonte, la guida Vitae.

I vini presi in considerazione, sono tutte gran selezioni della vendemmia 2016, onde evitare differenze di prezzo dovute ad annate differenti.

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Nel grafico 1, troviamo il posizionamento delle grandi selezioni, delle seguenti aziende con i relativi prezzi:

Gran selezione Castello di Brolio: 40€

Castello di Ama Gran selezione Vigneto San Lorenzo: 42€ Castello di Ama Gran selezione Vigneto La Casuccia: 220€ Rocca delle Macie, Gran selezione Riserva di Fizzano: 32€ Marchesi Mazzei, Gran selezione Castello di Fonterutoli: 42€ Castello di Albola, Gran selezione Santa Caterina 28€

Castello di Albola, Gran selezione Il Solatio 50€ Castello di Albola, Gran selezione Marangole 35€

Marchesi Antinori, Gran selezione Badia a Passignano 30€

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5. Conclusioni, considerazioni personali e prospettive future

Escludo dalle mie conclusioni la Gran Selezione Vigneto La Casuccia di Castello di Ama perché esce sicuramente dagli standard di tutto il resto, ho deciso di inserirlo all’interno del grafico per mostrare che vi sono vini di questa categoria che possono uscire completamente dagli schemi. Andando a calcolare il prezzo medio (37.37€) dei prodotti presi in esame possiamo notare che il posizionamento di Castello di Albola risulta molto positivo, in particolare per il Santa Caterina e Solatio due dei vini più significativi per l’azienda.

Questi due vini sono i preferiti dalla nostra clientela, guardando il registro delle nostre vendite quasi tutti i nostri visitatori scelgono di acquistare uno dei vini che possiedono un rapporto qualità -prezzo veramente ottimo.

Osservando il grafico viene spontaneo notare che anche aziende come Brolio e Antinori possiedono un posizionamento davvero ottimo, sicuramente questo è dovuto alla conoscenza del loro brand e dalla loro lunga storia. Sono state tra le prime aziende di questo territorio e quindi hanno avuto il tempo di affermarsi e posizionarsi nel modo più idoneo sul mercato. Mettendo in relazione la mia azienda con quest’ultime osserviamo che questa, ha un posizionamento molto simile alle altre due.

Albola vanta al suo interno di persone molto competenti dal punto di vista del marketing e di un team in cantina molto preparato, sono riusciti a creare grandi vini sapendo sfruttare il terroir e le nuove tecnologie in campo enologico.

Ciò che è scritto sopra vale per le Gran selezioni quali Solatio e Santa Caterina ,prendendo in considerazione la Grande Selezione Marangole è necessario fare una considerazione esclusiva. Questo vino non viene distribuito in nessuna tipologia di mercato, è possibile acquistarlo e degustarlo solo al Wine Shop di Castello di Albola. Risulta quindi molto difficile dedurne un posizionamento sul mercato. È anche vero che la tipologia di vino in questione, può suscitare l’interesse di consumatori più esperti, che vanno alla ricerca delle nicchie di mercato e delle piccole produzioni. E’ necessario ricordare che negli ultimi mesi del 2019, il consorzio del vino Chianti DOCG ha deciso di inserire all’interno del suo disciplinare la menzione Gran Selezione, già presente dal 2013 nel disciplinare Chianti Classico. Con la speranza che questa operazione non porti ancora più confusione tra le due denominazioni e che il consumatore finale riesca a percepire la differenza qualitativa tra le due tipologie di vino completamente differenti.

Il mio stage presso questa prestigiosa cantina del Chianti Classico è risultato per me molto positivo, ho potuto conoscere più a fondo gli aspetti di accoglienza e vendita diretta ed ho approfondito il

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processo di fidelizzazione del cliente attraverso le nuove iscrizioni al wine club. Ho potuto lavorare in una azienda che possiede dei prodotti con qualità elevata e un buon prezzo, proprio per questo ho deciso di analizzare la parte del posizionamento, argomento significativo per i vini di Castello di Albola.

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5. Bibliografia:

https://www.chianticlassico.com/territorio/caratteristiche/

https://www.zonin1821.it/chi-siamo/famiglia-zonin/

https://gramho.com/explore-hashtag/albola

https://www.albola.it/?

http://www.winemeridian.com/news_it/Wineclub

https://www.chianti.it/pianetavino/storia/

https://www.cru.agency/blog/guida-completa-marketing-del-vino

http://www.eqmc.it/posizionamento-strategico-marketing/

Slawka G. Scarso Marketing del vino

Associazione italiana sommelier, Guida Vitae 2019

https://www.statista.com/

https://winenews.it/it/presenze enoturismo/

Alessandro Torcoli, Civiltà del bere

Wine Business

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6. Ringraziamenti

Un ringraziamento speciale al Direttore Alessandro Gallo, che mi ha dato la possibilità di fare questa bellissima esperienza, in un’azienda come Castello di Albola.

Un ringraziamento a tutto il team di Albola per aver condiviso con loro tanti bei momenti, in questi mesi di intenso lavoro.

Ringrazio il Prof. Balducci, per la disponibilità e passione mostrata durante tutto il Master. Ringrazio Silvia Innocenti per la pazienza e disponibilità avuta nel corso di questi mesi.

I miei colleghi con il quale abbiamo condiviso questo percorso e degustazioni che duravano dalle 9 del mattino alle 2 di notte.

Infine un ringraziamento a tutta la mia famiglia e i miei amici per il loro supporto. Se avete voglia di leggere i ringraziamenti, aprite pagina 50 della prima tesi. Tanto, per fortuna siete sempre gli stessi.

Figura

Figure 1 Confini Chianti Classico
Figure 2 Piramide qualitativa Chianti Classico
Figure 4 Villa Marangole
Figure 5 Chianti Classico
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Riferimenti

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