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PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

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Academic year: 2022

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ISTITUTO COMPRENSIVO “RENATO GUTTUSO”

Via Ischia n. 2, 90044 Villagrazia di Carini (PA) Email:[email protected]

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

ISTITUTO COMPRENSIVO “RENATO GUTTUSO”

Via Ischia n. 2, 90044 Villagrazia di Carini (PA) Telefono 091/8674901-Fax.091/8676907

[email protected]@pec.istruzione.it www.icguttuso.edu.it

A.S. 2020/21

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI

CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

ISTITUTO COMPRENSIVO “RENATO GUTTUSO”

Via Ischia n. 2, 90044 Villagrazia di Carini (PA)

[email protected]

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA

CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

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INDICE

1. Premessa p. 4

2. Destinatari p. 5

3. Finalità p. 6

4. Definizioni essenziali p. 6

4.1 Profilo sintetico delle diverse tipologie di BES

5. Quadro normativo di riferimento p. 9

6. Procedura di accoglienza p. 13

6.1 Orientamento in ingresso 6.2 Iscrizione

6.3 Incontro informativo con i genitori 6.4 Criteri di inserimento nelle classi

6.4.1 Iscrizione alla classe prima

6.4.2 Iscrizioni a classi successive alla prima

7. Presentazione al consiglio di classe p. 15

8. Predisposizione percorsi personalizzati p. 16

9. Monitoraggio del PDP p. 17

10. Screening per alunni con DSA p. 17

10.1 Osservazione sistematica

11. Verifiche e valutazione p. 18

11.1 Indicazioni per le prove invalsi 11.2 Indicazioni per gli esami di stato

12 Altre azioni p. 20

13. Figure di riferimento per l’inclusione scolastica: ruoli e funzioni p. 21 13.1 Il dirigente scolastico

13.2 Il referente DSA/BES 13.3 La funzione strumentale1 13.4 L’ufficio di segreteria 13.5 Il gli

13.6 Il coordinatore del consiglio di classe 13.7 Il consiglio di classe

13.8 La famiglia

Elenco allegati

Sezione A

1. Scansione temporale degli adempimenti per alunni con disabilità

nell’anno scolastico p. 25

2. Elenco allegati documenti alunni con disabilità p. 26

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SEZIONE B - PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI STRANIERI

1. Premessa p. 27

2. Finalità p. 27

3. Quadro normativo p. 27

4. Chi sono gli alunni stranieri p. 30

5. Procedura di accoglienza p. 31

5.1 Incontro informativo con i genitori

5.2 La commissione per l’accoglienza e l’inclusione degli alunni immigrati

6. Iscrizione p. 32

6.1 Iscrizione ad inizio anno 6.2 Iscrizione in corso d’anno

6.3 Criteri di assegnazione alla classe

7. Presentazione al cdi, cdi e al cdc p. 34

8. Accoglienza dell’alunno in istituto p. 34

9. Predisposizione percorsi personalizzati p. 35

9.1 Piano educativo personalizzato

10. Criteri di valutazione degli alunni stranieri p. 37 10.1 Esami di stato compimento primo ciclo

11. Educazione interculturale e attività alternativa all’I.R.C. p. 39 12 Collaborazione con le associazioni del territorio p. 39

Elenco allegati documenti per alunni stranieri p. 40

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1. PREMESSA

La Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” pubblicata a seguito dalla Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013 (indicazioni operative), estende il campo d’intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES) ossia estende a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, richiamando i principi enunciati dalla Legge 53/2003 (Riforma Moratti).

La classificazione OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) individua tre categorie di BES:

A) Alunni con disabilità: alunni con disabilità o deficit definibili in termini medico-sanitari, che derivano da carenze organico-funzionali attribuibili a menomazioni e/o patologie organiche (deficit sensoriali, motori e neurologici). In Italia le certificazioni (Legge n. 104/92) riguardano tale categoria;

B) Alunni con disturbi evolutivi specifici: alunni che possono manifestare, oltre ai disturbi specifici dell’apprendimento (DSAp), iperattività, deficit del linguaggio e dell’attenzione, ritardi mentali lievi, ritardi maturativi, o ancora, altre tipologie di deficit o disturbo. In Italia le diagnosi funzionali fanno riferimento alla Legge n.170/2010;

C) Alunni con svantaggi: alunni che manifestano problemi dovuti al loro ambiente socio- economico, linguistico e culturale di provenienza. Per questa categoria l’inserimento nei BES può essere temporaneo. La direttiva sottolinea che “...è compito doveroso dei C.d.C. o dei team di Docenti delle scuole primarie indicare in quali altri casi, oltre alle certificazioni di disabilità e alle diagnosi DSA, sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative e/o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni”.

L'orientamento italiano dell'inclusione scolastica è considerato un modello di riferimento tra i più avanzati al mondo. Il nostro Paese, infatti, è stato tra i primi a livello internazionale a operare una scelta di integrazione degli studenti con disabilità nelle scuole e nelle classi regolari (Legge n. 517 del 1977); questo mette in evidenza l'intento della scuola italiana di essere comunità accogliente nella quale tutti gli alunni, a prescindere dalle loro diversità funzionali, possano realizzare esperienze di crescita individuale e sociale.

Il protocollo di accoglienza per alunni con B.E.S. esplicita, dunque, l’attenzione della scuola nei confronti degli alunni con disabilità, Disturbi Specificidi Apprendimento o altri disturbi, nonché problematiche e disagio scolastico determinatoda fattori ambientali, culturali o linguistici, ed è finalizzato a favorirne l’integrazione e l’inclusione oltre che ad assicurarne il diritto allo studio ed il successo scolastico.

Con tale documento la scuola si impegna, quindi, a mettere in atto tutte le procedure e le azioni finalizzate a promuovere un’efficace formazione di tali alunni attraverso l’adozione di strategie didattiche che esplicitino una progettazione didattica ed educativa personalizzata, sia negli obiettivi che nei percorsi formativi.

Il Protocollo di accoglienza va inteso come strumento di inclusione all’interno di ogni istituzione scolastica; esso definisce e chiarisce sia le azioni che gli agenti coinvolti dei quali precisa i ruoli e le funzioni.

Il protocollo, al contempo, formalizza le procedure da attuare: a partire dall’ingresso in istituto di un alunno con BES e dalla consegna della diagnosi, fino alla redazione del PDP/PEI e, attraverso il monitoraggio dello stesso, alla valutazione finale delle azioni intraprese.

Il documento deve essere condiviso all’interno dell’istituto e costituisce un atto di rilevanza gestionale e organizzativa che, insieme al PTOF ed al PI, esplicita l’operato della scuola dal punto di vista pedagogico e formativo.

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Il Protocollo di Accoglienza si prefigge di delineare prassi condivise di carattere:

•amministrativo-burocratiche (acquisizione della documentazione necessaria everifica della completezza del fascicolo personale degli alunni);

•comunicativo-relazionali(prima conoscenza dell’alunno e accoglienza all’interno dellanuova scuola);

•educativo–didattiche (assegnazione alla classe, accoglienza, coinvolgimento dell’equipe pedagogica e didattica);

•sociali (rapporti e collaborazione della scuola con la famiglia e il territorio).

2. DESTINATARI

Il protocollo di accoglienza costituisce una guida di informazione ed azioni per i diversi attori della comunità educante e per le famiglie degli alunni che si relazionano con la comunità stessa a partire dal momento dell’iscrizione e, successivamente, nel prosieguo del percorso scolastico.

Il documento rappresenta pertanto un importante elemento di realizzazione dell’inclusione di tali alunni e di dialogo tra scuola e famiglia. Destinatari, dunque, del protocollo di accoglienza sono tutti gli agenti dell’Istituzionescolastica, nello specifico: lafamiglia, il personale di segreteria e tecnico, i docenti, i collaboratori scolastici, il Dirigente Scolastico. Sono altresì destinatari tutti isoggetti cheoperano nel percorso formativo dell’alunno anche all’esterno dell’Istituzione Scolastica: rappresentanti dell’ASP, educatori, rappresentanti dei Servizi Sociali, insegnanti di supporto neldoposcuola, terapisti.

Il presente Protocollo d’Accoglienza, che si attua e concretizza nell’elaborazione del PI (Piano di inclusione), pertanto:

- è rivolto agli alunni che necessitano di una speciale attenzione;

- definisce i compiti ed i ruoli delle figure operanti all’interno dell’istituzione scolastica;

- traccia le linee delle possibili fasi di accoglienza e delle attività di facilitazione per l’apprendimento;

- costituisce uno strumento di lavoro e pertanto viene integrato e rivisto periodicamente, sulla base delle esperienze realizzate.

Si propone di:

1) definire pratiche condivise da tutto il personale all’interno del nostro Istituto;

2) facilitare l’ingresso a scuola degli studenti e sostenerli nella fase di adattamento al nuovo ambiente;

3) promuovere qualsiasi iniziativa di comunicazione e di collaborazione tra scuola, famiglia ed Enti (Comune di Carini, ASL, Provincia Regionale di Palermo, cooperative sociali, Enti di formazione, centri autorizzati).

L’adozione del Protocollo di Inclusione consente di attuare in modo operativo quanto stabilito dalle norme in materia di DISABILITA’ e DSA, ora estese alle categorie dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale, dei Disturbi Evolutivi Specifici e del Funzionamento intellettivo limite (FIL).

In sintesi:

a) garantire il diritto all’istruzione e i necessari supporti agli alunni con BES;

b) favorire il successo scolastico e prevenire blocchi nell’apprendimento degli alunni con BES, agevolando la piena integrazione sociale e culturale;

c) ridurre i disagi formativi ed emozionali per i soggetti con BES;

d) assicurare una formazione e lo sviluppo delle potenzialità degli alunni con BES;

e) adottare forme di verifica e valutazione adeguate alla necessità degli alunni con BES;

f) sensibilizzare e preparare gli insegnanti e i genitori alle problematiche relative legate ai BES;

g) assicurare adeguate possibilità di abilitazione per i soggetti con BES;

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h) incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi durante tutto l’arco dell’istruzione scolastica.

3. FINALITÀ

Il nostro Istituto comprensivo di tre segmenti di scuola, attraverso il Protocollo di Accoglienza, intende raggiungere le seguenti finalità:

• creare un ambiente accogliente e un clima che favoriscano l’integrazione, la collaborazione, la solidarietà tra pari;

• definire, promuovere ed adottare pratiche condivise tra tutto il personale dell’Istituto;

• favorire l’accoglienza e l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali attraverso percorsi individualizzati o personalizzati che coniughino socializzazione ed apprendimento;

• mettere in atto e integrare gli aspetti determinanti del processo di formazione: accoglienza, integrazione, orientamento;

• informare e formare adeguatamente il personale coinvolto;

• ridurre le barriere che limitano l’apprendimento e la partecipazione attraverso l’analisi dei fattori contestuali, sia ambientali sia personali, e l’adozione di interventi ad hoc;

• condividere e rendere visibile, individuabile ed accessibile la modulistica essenziale di riferimento;

• incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari, durante il percorso di istruzione e di formazione;

• adottare forme di verifica e valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti.

4 DEFINIZIONIESSENZIALI:COSA SI INTENDE PER ALUNNI CON B.E.S.

L’espressione “BisogniEducativi Speciali” (BES)è entrata in uso dopo l’emanazione della Direttivaministeriale del 27 dicembre 2012 “Strumentidi intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”.

Il Bisogno Educativo Speciale rappresenta qualsiasi difficoltà evolutiva di funzionamento in ambito educativo e/o apprenditivo che necessita di educazione speciale individualizzata finalizzata all’inclusione.

Possiamo distinguere tre grandi categorie:

1. Disabilità (L. 104/1992);

2. Disturbi Evolutivi Specifici (da distinguere in DSA/deficit del linguaggio, delle abilità non verbali della coordinazione motoria, disturbo dell’attenzione e dell’iperattività), ai sensi della L.170/2010;

3. Svantaggio Socio-Economico, Linguistico e Culturale come da Direttiva MIUR 27/12/2012 e C.M. n.8/2013.

La Costituzione Italiana precisa che “La scuola è aperta a tutti” (art. 34).

La Direttiva MIUR (27 Dicembre 2012) si occupa degli “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”.

La C.M. n. 8 (6 marzo 2013) fornisce indicazioni operative a riguardo. In particolare, la Direttiva MIUR (27 Dicembre 2012) precisa quanto segue: “Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Va quindi potenziata la cultura dell’inclusione, e ciò anche mediante un approfondimento delle relative competenze degli insegnanti curricolari, finalizzata ad una più stretta interazione tra tutte le componenti della comunità educante”.

La Direttiva del 27 dicembre 2012, dunque, ridefinisce e completa il tradizionale approccio all’integrazione scolastica, basato sulla certificazione della disabilità, estendendo il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all’intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES), comprendente:

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• svantaggio sociale e culturale;

• disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse.

La C.M. n.8 del 6 marzo 2013, a sua volta, prefigura quanto segue:

• L’attivazione del Gruppo di lavoro e di studio d’Istituto (GLHI) che assume la denominazione di Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI), con il preciso compito di elaborare una proposta di Piano Annuale per l’Inclusione (PAI) riferito a tutti gli alunni con BES;

• L’inserimento nel PTOF della scuola di un concreto impegno programmatico per l’inclusione;

• L’istituzione del GLI (gruppo di lavoro per l’inclusione), gruppo allargato che non comprenderà solo i docenti di sostegno, ma anche funzioni strumentali, docenti disciplinari, assistenti educativi – culturali e genitori.

4.1 Profilo sintetico delle diverse tipologie di BES A seguire i profili sintetico delle diverse tipologie di BES:

ALUNNI DISABILI (L. 104/1992)

Per gli alunni che fanno parte di questa categoria il GLHO, sulla scorta del PDF, elabora il PEI, documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati, predisposti per l’alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all’educazione e all’istruzione, di cui ai primi quattro commi dell’art, 12 della legge suddetta.

ALUNNI IN SITUAZIONE DI SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E CULTURALE

Per questi alunni, e in particolare per coloro che sperimentano difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana- per esempio alunni di origine straniera di recente immigrazione e, in specie, coloro che sono entrati nel nostro sistema scolastico nell’ultimo anno - è parimenti possibile attivare percorsi individualizzati e personalizzati, oltre che adottare strumenti compensativi e misure dispensative, secondo le modalità indicate nel presente Protocollo e strutturate sulla base della normativa vigente. Per gli alunni che fanno parte di questa categoria di BES la scuola:

- avrà cura di monitorare l’efficacia degli interventi affinché siano messi in atto per il tempo strettamente necessario;

- applicherà in forma transitoria strumenti compensativi e misure dispensative (a differenza delle situazioni di disturbo documentate da diagnosi), in modo attinente gli aspetti didattici ritenuti necessari, privilegiando in forma maggiormente continuativa strategie educative e didattiche personalizzate;

- applicherà in modo stabile la dispensa dalle prove scritte di lingua straniera solo se in presenza di uno specifico disturbo clinicamente diagnosticato, secondo quanto previsto dall’art.

6 del DM n. 5669 del 12 luglio 2011 e dalle allegate Linee guida;

- terrà conto delle disposizioni in merito allo svolgimento degli esami di Stato o delle rilevazioni annuali degli apprendimenti che, in base alla C.M. n.8 del 6.03.2013, verranno eventualmente fornite dal MIUR.

ALUNNI CON DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA)

Alunni con DSA, ovvero disturbi funzionali di origine neurobiologica che, pertanto, non possono essere risolti, ma solamente ridotti (compensazione del disturbo).

Tra questi si possono distinguere:

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- la dislessia: disturbo settoriale dell’abilità di lettura che consiste nella mancata o erronea traduzione del codice scritto e conseguente non comprensione del testo;

- la disortografia: disturbo settoriale delle abilità ortografiche che consiste nel non riuscire a rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto;

- la disgrafia: disturbo settoriale della scrittura che consiste nel non riuscire a produrre una grafia decifrabile;

- la discalculia: disturbo settoriale del sistema di elaborazione dei numeri e/o del calcolo.

Tali disturbi sono spesso accompagnati da:

1. disnomia: disturbo specifico del linguaggio, che consiste nella difficoltà a richiamare alla memoria la parola corretta quando è necessaria, che può incidere sulle abilità del discorso, della scrittura o di entrambe, ed è presente anche nella comunicazione sociale;

2. disprassia: disordine funzionale qualitativo nella esecuzione coordinata di azioni volontarie nel tempo e nello spazio in assenza di impedimenti organici o di deficit sensoriali. Si accompagna a lentezza, difficoltà negli automatismi motori rapidi, nell’integrazione sensoriale e nella grafo-motricità. La presenza di uno o più disturbi si evince dalla diagnosi redatta dallo specialista.

I Codici di riferimento presenti nella diagnosi sono riferiti alla Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati, Decima Revisione (ICD-10), sotto la categoria generale F.81 – Disturbi Evolutivi Specifici delle Abilità scolastiche.

La scuola attiverà il Protocollo previsto per alunni con DSA ogniqualvolta entrerà in possesso della suddetta diagnosi.

In particolare, perseguirà le seguenti finalità:

- garantire il diritto all’istruzione e i necessari supporti;

- favorire il successo scolastico e prevenire blocchi nell’apprendimento agevolando la piena integrazione sociale culturale;

- ridurre i disagi formativi ed emozionali.

ALUNNI CON DEFICIT DA DISTURBO DELL’ATTENZIONE E DELL’IPERATTIVITA’

Alunni con problemi di controllo attentivo e/o dell’attività, (spesso definiti con l’acronimo A.D.H.D. (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), Deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività, presentano tale disturbo in comorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva:

disturbo oppositivo provocatorio; disturbo della condotta in adolescenza; disturbi specifici dell'apprendimento; disturbi d'ansia; disturbi dell'umore, etc. Nell’ICD10 l’ADHD è definito come Disturbo dell'attività e dell'attenzione - codice: F90.0 – definizione - Gruppo di disturbi caratterizzato da un esordio precoce (di solito nei primi cinque anni di vita), una mancanza di perseveranza nelle attività che richiedono un impegno cognitivo ed una tendenza a passare da un'attività all'altra senza completarne alcuna, insieme ad una attività disorganizzata, mal regolata ed eccessiva. Possono associarsi diverse altre anomalie. I soggetti ipercinetici sono spesso imprudenti e impulsivi, inclini agli incidenti e vanno incontro a problemi disciplinari per infrazioni dovute a mancanza di riflessioni piuttosto che a deliberata disobbedienza. I loro rapporto con gli adulti sono spesso socialmente disinibiti, con assenza della normale cautela e riservatezza. Essi sono impopolari presso gli altri e possono tendere ad isolarsi. È comune una compromissione cognitiva, e ritardi specifici dello sviluppo motorio e del linguaggio sono sproporzionalmente frequenti. Complicazioni secondarie includono il comportamento antisociale e la scarsa autostima. Include: Disturbo del deficit dell'attenzione con iperattività, Disturbo di iperattività con deficit dell'attenzione, Sindrome di deficit dell'attenzione con iperattività. Esclude:

disturbo ipercinetico associato a disturbo di condotta (F90.1)

L’ADHD si può riscontrare spesso associato ad un DSA o ad altre problematiche, ha una causa neurobiologica e genera difficoltà di pianificazione, di apprendimento e di socializzazione con i coetanei. In alcuni casi il quadro clinico particolarmente grave – anche per la comorbilità con

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altre patologie – richiede l’assegnazione dell’insegnante di sostegno, come previsto dalla legge 104/92. Tuttavia, vi sono moltissimi ragazzi con ADHD che, in ragione della minor gravità del disturbo, non ottengono la certificazione di disabilità, ma hanno pari diritto a veder tutelato il loro successo formativo.

ALUNNI CON FUNZIONAMENTO INTELLETTIVO LIMITE (FIL)

Alunni con potenziali intellettivi non ottimali, descritti generalmente con le espressioni di funzionamento cognitivo (intellettivo) limite (o borderline), ma anche con altre espressioni (per es. disturbo evolutivo specifico misto, codice F83) e specifiche differenziazioni - qualora non rientrino nelle previsioni delle leggi 104 o 170 - richiedono particolare considerazione. Si tratta di ragazzi il cui QI globale (quoziente intellettivo) risponde a una misura che va dai 70 agli 80 punti. Per alcuni di loro il ritardo è legato a fattori neurobiologici ed è frequentemente in comorbilità con altri disturbi. Per altri, si tratta soltanto di una forma lieve di difficoltà tale per cui, se adeguatamente sostenuti e indirizzati verso i percorsi scolastici più consoni alle loro caratteristiche, gli interessati potranno avere una vita normale. Gli interventi educativi e didattici hanno come sempre ed anche in questi casi un’importanza fondamentale.

L'adozione diun ProtocollodiAccoglienza consente di attuare in modo operativo le indicazioni stabilite dalla legislazione vigente e di avviare, sviluppare, monitorare ed, eventualmente, modificare il principio della personalizzazione dell’insegnamento (L. 53/2003) in ogni momento del percorso scolastico dell’alunno.

5. QUADRONORMATIVO DI RIFERIMENTO PrincipioFondatore(dalDPR275/99art.4)

Le istituzioni scolastichericonoscono e valorizzano le diversità, promuovendo le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento delsuccesso formativo.

Le istituzioni scolastiche regolano i tempi dell’insegnamento e dello sviluppo delle singole discipline e attività nel modo più adeguato al tipo di studi e ai ritmi di apprendimento.

Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità – MIUR 2009

Rappresentano il documento con il quale il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca fornisce indicazioni in materia di integrazione degli alunni disabili nella scuola.

Le direttive mirano ad innalzare il livello qualitativo degli interventi formativi ed educativi sugli alunni portatori di disabilità fisiche, psichiche e sensoriali; confermano il principio della piena integrazionenelle classi ordinarie e ripercorrono le tappe degli interventirealizzati in questi anni nella pratica operativa al fine di valutarne la reale corrispondenza ai principi e alle norme che disciplinano la materia.

Leggen.170dell’8ottobre2010

Riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come“Disturbi Specifici Di Apprendimento”assegnando al sistema nazionaled'istruzione il compito di individuare forme didattiche e modalità divalutazione adeguate affinché studenti con DSApossano raggiungere il successo scolastico. Garantisce, dunque, agli alunni con segnalazione diagnostica di DSA l’adozione di una didatticapersonalizzata e la possibilità di fruire di appositiprovvedimentidispensativiecompensativi anche in sede di verifica e di valutazione e nel corso di tutti i cicli dell’istruzione, compresi gli studi universitari e gli Esami di Stato.

LineeGuidaperildirittoallostudiodeglialunniedeglistudenticonDSA(D.M.12luglio2011)

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Presentano alcune indicazioni, elaborate sulla base delle piùrecenti conoscenzescientifiche, per realizzareinterventi didattici individualizzati e personalizzati, nonché per utilizzare gli strumenti compensativi e per applicare le misure dispensative. Esse indicano il livello essenziale delle prestazioni richieste alleistituzioni scolastiche pergarantire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA. Propongono una riflessioneaccurata sul ruolo della scuola dell’infanzia nell’identificazione precoce delle difficoltàdi apprendimento. Chiariscono compitie azionidi ogni agentecoinvolto nel percorso formativo dello studente.

DirettivaMinisteriale27dicembre2012

“Strumentid’interventoperalunniconbisognieducativispecialieorganizzazioneterritorialepe

rl’inclusionescolastica”esuccessivaC.M.n.8del6 marzo

2013contenente“indicazionioperative”

Introducono la necessitàdi riconoscere agli alunni con bisogni educativi speciali (BES) il diritto ad una personalizzazione del percorso formativo. Talibisogni possono essere non certificati, non ancoradiagnosticati e non patologici. Essi comprendono l’area dello svantaggio scolastico che “èmoltopiùampiadiquellariferibile esplicitamente allapresenzadideficit”, includendo svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici e disturbi evolutivi specifici, difficoltàderivanti dalla non conoscenza della culturae della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse ed estendendo a queste categorie le stesse misure dellaLegge n.170/2010.

Forniscono indicazioni alle istituzioni scolastiche sulle azionistrategiche da intraprendere per perseguire una “politicadi inclusione”: costituzione del GLI(Gruppo di lavoro per l’inclusione), elaborazione del PAI (Piano Annuale per l’Inclusività).

Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri - febbraio 2014

Con tale documento si aggiornano alcune disposizioni per gli alunni stranieri del 2006, secondo le disposizioni di legge, in modo da chiarire per gli addetti ai lavori della scuola i margini di

"manovra" delle azioni educative e didattiche.Le linee propongono una lettura sotto la lente del concetto dell'inclusione, andando oltre l'obiettivo del primo "step" dell'integrazione degli stranieri, sia con o senza cittadinanza italiana.Nelle indicazioni operative si fa riferimento alle norme di base per l'accoglienza da parte delle scuole e si affrontano le problematiche per la gestione di questa realtà nella quotidianità delle situazioni, soprattutto mettendo al centro dell'attenzione la comprensione della lingua e gli scambi comunicativi in lingua italiana tra questi alunni e il contesto scolastico.

Legge13luglio 2015 n.107.Riformadellascuola“LaBuonascuola”

Infine, laLegge n.107/2015 già negli intenti e finalità esplicitati nel comma 1 auspica unascuola che possagarantire il successo formativo di tutti, contrastando le disuguaglianze e rispettando tempi e stilidi apprendimento propri di ciascun alunno.

D Lsg. 66/2017 Norme per la promozione dell'inclusione scolasticadegli studenti con disabilità

Nel Decreto si dispone la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità e il riconoscimento delle differenti modalità di comunicazione attraverso:

1) la ridefinizione del ruolo del personale docente di sostegno per favorire l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità;

2) la revisione dei criteri di inserimento nei ruoli per il sostegno didattico, al fine di garantire la continuità del diritto allo studio degli alunni con disabilità, per poter fruire dello stesso insegnante di sostegno per l’intero ordine o grado di istruzione;

3) l’individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni scolastiche, sanitarie e sociali, tenuto conto dei diversi livelli di competenza istituzionale;

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4) la previsione di indicatori per l’autovalutazione e la valutazione dell’inclusione scolastica;

5) la revisione delle modalità e dei criteri relativi alla certificazione, che deve essere volta a individuare le abilità residue al fine di poterle sviluppare attraverso percorsi individuati di concerto con tutti gli specialisti di strutture pubbliche, private o convenzionate che seguono gli alunni riconosciuti disabili ai sensi degli articoli 3 e 4 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e della legge 8 ottobre 2010, n. 170, che partecipano ai gruppi di lavoro per l’integrazione e l’inclusione o agli incontri informali;

6) la revisione e la razionalizzazione degli organismi operanti a livello territoriale per il supporto all’inclusione;

7) la previsione dell’obbligo di formazione iniziale e in servizio per i dirigenti scolastici e per i docenti sugli aspetti pedagogico didattici e organizzativi dell’integrazione scolastica;

8) la previsione dell’obbligo di formazione in servizio per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario, rispetto alle specifiche competenze, sull’assistenza di base e sugli aspetti organizzativi ed educativo-relazionali relativi al processo di integrazione scolastica;

9) la previsione della garanzia dell’istruzione domiciliare per gli alunni che si trovano nelle condizioni di cui all’articolo 12, comma 9, della legge 5febbraio 1992, n. 104.

E, più in generale e a completamento:

Art. 3 della Costituzione Italiana

L’art. 3 della Costituzione italiana sancisce che “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.

Art. 34 della Costituzione Italiana

L’art. 34 della Costituzione italiana sancisce che “La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.

Nota N. 1041 del 15 giugno 2020

Nota relativa ai PEI (Piani Educativi Individualizzati) e all’inclusione. La nota fa riferimento alla

‘stesura del PEI ‘provvisorio‘ previsto dal Decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66 (Decreto inclusione) in ordine alla richiesta di conferma o modificazione delle ore di sostegno (articolo 7, comma 2, lettera g), richiesta che, nelle more dell’attuazione degli strumenti previsti dal Decreto inclusione, tiene conto “delle risorse didattiche, strumentali, strutturali presenti nella scuola, nonché della presenza di altre misure di sostegno”’.

Nella nota si legge “La stessa attenzione – pur senza la previsione dell’insegnante di sostegno – andrà rivolta a tutti gli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento o con altri bisogni educativi speciali in possesso di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che andranno monitorati anche al fine di completare la progettazione educativo-didattica e la verifica degli apprendimenti, nella prospettiva della pianificazione dei tempi di svolgimento delle strategie didattiche e organizzative per il prossimo anno scolastico, sempre in raccordo con gli strumenti didattici previsti dall’OM 11/2020”.

Decreto Legislativo n. 96/2019

Il Decreto Legislativo viene denominato “Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, recante: «Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera c), della legge 13 luglio 015, n. 107». IL Decreto Legislativo introduce, prioritariamente, al di là dell’aggiustamento della nomenclatura: l’utilizzo dei criteri dell’ICF; l’entrata in funzione del Gruppo per l’Inclusione Territoriale in riferimento all’assegnazione delle risorse per il sostegno; la definizione delle misure di accompagnamento per la formazione in servizio del personale scolastico

O.M. n. 37 del 19 maggio 2014

(12)

Esami di Stato 2013/2014: art.7, 13, 18 «candidati con BES»

Nota prot. n. 3587 del 3 giugno 2014

Svolgimento dell’Esame di Stato conclusivo del I ciclo di istruzione per alunni con BES

Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati, prot. 7443 del 18 dicembre 2014

Circolare 22 novembre 2013, Prot. n. 2563

Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali. A.S. 2013/2014. Chiarimenti.

Nota prot. n. 2563 del 22 novembre 2013 Chiarimenti

Nota USR Sicilia prot.13588 del 21 agosto 2013 Esplicativa ai Bisogni Educativi Speciali.

Nota prot.1551 del 27 giugno 2013, il PAI e le modalità di richiesta delle risorse di sostegno OM n. 13 del 24 aprile 2013, Esami di Stato 2012/2013: art. 18. c.4 «alunni con difficoltà di apprendimento di varia natura»

Circolare ministeriale n.8 del 6 marzo 2013

Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica – Indicazioni operative

Direttiva 27 dicembre 2012

“Strumenti d'intervento per alunni con bisogni educativi speciali; organizzazione territoriale per l'inclusione scolastica”.

DM n. 5669 del 12 luglio 2011

“Linee guida per il diritto degli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento”

Legge Quadro 170/2010

“Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”

Nota dell’USR Sicilia esplicativa alla legge 170/2010

Linee guida MIUR sull’integrazione degli alunni con disabilità, prot. 4274/2009 L. 18/2009

Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità DPR 89/2009

Utilizzo 2 ore di seconda lingua comunitaria per insegnare italiano L2 DPR 122/2009

Regolamento sulla valutazione degli alunni L. 53/2003

La legge riconosce il diritto di tutti gli alunni alla personalizzazione dell’apprendimento D.lgs 59/2004

O. M. 90/2001

Nota MIUR prot. 3390 del 30 novembre 2001 Mansioni di cura in carico al personale ATA DPR 394/99

Normativa riguardante il processo di accoglienza ai sensi dell’Art. 45.

DPR. 275/99

Norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'art. 21 della legge 15 marzo 1997, n.59

D.lgs 297/94 T.U.

Testo unico in materia di istruzione (capo IV artt. 312-318) Legge 104/92

Coinvolgimento delle varie professionalità educative, sanitarie, sociali in un progetto formativo individualizzato, redazione di diagnosi funzionale (ASL) e profilo dinamico funzionale (equipe multidisciplinare), istituzione del piano educativo individualizzato (PEI)

Sentenza Corte costituzionale n. 215/1987

(13)

Legge 517/77

Abolizione delle classi differenziali, garanzia al diritto di istruzione dell'alunno con handicap, istituzione dell'insegnante di sostegno, modalità di raccordo tra scuola e servizi sanitari;

modifica dei sistemi di valutazione e articolazione flessibile delle classi.

6. PROCEDURA di ACCOGLIENZA 6.1 ORIENTAMENTOININGRESSO

Gli interventi rientrano nell’ambito delle attività di orientamento in entrata programmate annualmente dalla scuola. In particolare, la realizzazione di iniziative e incontri con i docenti della scuola secondaria di primo grado, consentono di mettere a fuoco immediatamente eventuali situazioni di alunni con BES nonché di prevedere la necessità di adozione di specifiche misure e procedure.

6.2 ISCRIZIONE

Soggetti coinvolti: le pratiche d’iscrizione sono seguite dal personale amministrativo dell’Istituto Comprensivo “Renato Guttuso” di Carini, che verifica la presenza del modulo d’iscrizione e dellacertificazione diagnostica dello specialista (edeventuale convalidadalle strutture sanitarie pubbliche nel casola diagnosisia redatta da specialisti privati) che sarà cura della famiglia consegnare allascuola.

Tale consegna sarà protocollata e può esser accompagnatadal Verbalediconsegna (Allegato 1). L’assistente amministrativo, dopo aver verificato la presenza dieventuali altre segnalazioni provenienti da ordini di scuola inferiori o di parigrado (nel caso di trasferimenti), comunica alDirigente Scolastico e al Referente d’Istituto la presenza della documentazioneed essi accertano che nella certificazione specialistica siano presenti tutte le informazioni necessariealla successiva stesura del PDP.Per gli alunni di recente immigrazione e che non abbiano la cittadinanza italiana sarà cura del personale di segreteria acquisire i dati e comunicare al Dirigente e al Referente BES la presenza del caso. Il personale amministrativo acquisiscealtresì, se presenti, eventuali allegati con osservazioni didattico -educative della scuoladi provenienza o eventualmente, se presente, il documentodipassaggiodiinformazioni tradiversi ordini di scuola (specialmente nel caso l’alunno sia un trasferito). La comunicazione tra lasegreteria e il Dirigentee il Referente BES sarà tempestiva e in forma ufficiale al fine di permettere un proficuo inserimento dell’alunno nelcontesto classe a lui più idoneo. (da Cristina Fabbri, a cura di,Protocollo di accoglienza: documento per una scuola inclusiva. Competenze gestionali e organizzative).

6.3 INCONTRO INFORMATIVO CON I GENITORI

Segue alla fase di acquisizione della documentazione. Viene organizzato dal Dirigente Scolastico e dal referente BES che convocano la famiglia dell’alunno, e, eventualmente, l’alunno stesso nel caso fosse maggiorenne, per illustrare le procedure che saranno messe in atto dalla scuola, nonché per acquisire informazioni sullo studente, anche mediante l’utilizzo di questionari e griglie osservative. La documentazione e le informazioni acquisite vengono inserite nel fascicolo personale dell’alunno

6.4 CRITERIDIINSERIMENTONELLECLASSI

La Commissione per la formazione dei gruppi classe opera sulla base delleindicazioni fornite dal Referente BES e dalla Funzione Strumentaleper l’area di pertinenza,nonché dalle segnalazioni emerse durante i colloqui e gli incontri in fase di orientamento in ingresso.

6.4.1 Iscrizione alla classe prima

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Nel caso di iscrizione alla classe prima (sia Primaria che Secondaria di Primo grado) la determinazione della classe in cui inserire l’alunno con BES, avviene sulla base delle indicazioni fornite dalla Funzione Strumentale dell’area di pertinenza e/o del Referente d’Istituto per gli alunni con BES, tenendo conto dei criteri di formazione delle classi deliberati in sede di collegio docenti, considerate le osservazioni emerse in sede di colloquio con la famiglia e, se necessario, sentito il parere degli specialisti che seguono l’alunno.

6.4.2 Iscrizioni in classi successive alla prima

In questo caso, anche nell’eventualità di iscrizione in corso d’anno, la scelta della sezione è di competenza del Dirigente Scolastico, tenuto conto dei criteri deliberati dal collegio, considerate le osservazioni emerse in sede di colloquio con la famiglia e sentito il parere della Funzione Strumentaledell’area di pertinenza e/o del Referente d’Istituto per gli alunni con BES.

Quest’ultimo avrà il compito di informare il Consiglio di Classe o l’Equipe Pedagogico, per la scuola Primaria, che accoglie l’alunno per trasmettere le informazioni indispensabili sulla storia personale e scolastica dello studente (acquisite in fase di colloquio con la famiglia) e per fornire supporto alla redazione del PDP.

6.4.3 Inserimento in classe

L’inserimento in classe viene accompagnato dall’individuazione dei percorsi di facilitazione che potranno essere attuati sulla base delle risorse disponibili.

Nel protocollo vengono indicate le tipologie d’intervento che la scuola annualmente è in grado di attivare attingendo a risorse professionali ed economiche interne ed esterne.

La normativa prevede inoltre attività aggiuntive a carico del fondo di istituto incrementato per le scuole collocate in aree a forte processo immigratorio (ex art.29 C.C.N.I. 1998-2001), la sperimentazione dell’autonomia didattica e organizzativa.

I docenti della classe programmano i percorsi di facilitazione che potranno essere attuati in base alle reali possibilità:

- il monte ore e il percorso previsto dal laboratorio di italiano;

- i progetti di utilizzo delle ore di contemporaneità dei docenti e di completamento;

- eventuali progetti di corsi di recupero in orario aggiuntivo dei docenti o con docenti che prestano un servizio di volontariato alla scuola;

- insegnamento individualizzato e delle classi aperte (ex art.2, Legge 517/77) come momenti specifici di rinforzo linguistico o formativo;

- sportelli;

- corsi di recupero.

Il Team dei docenti, composto dagli insegnanti della classe

- favorisce l’integrazione promuovendo attività di piccoli gruppi/laboratori;

- rileva i bisogni specifici dell’apprendimento;

- nel caso di alunni stranieri, individua modalità di semplificazione o facilitazione per ogni disciplina… “definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento dei programmi di insegnamento, allo scopo possono essere, adottati specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni, per facilitare l'apprendimento della lingua italiana, utilizzando, ove possibile, le risorse professionali della scuola.

Il consolidamento della conoscenza e della pratica della lingua italiana può essere realizzato, altresì, mediante l'attivazione di corsi intensivi di lingua italiana sulla base di specifici progetti, anche nell'ambito delle attività aggiuntive di insegnamento per l'arricchimento dell'offerta formativa.” (art.45 comma 4 del D.P.R. N°394 DEL 31/8/99).

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Per ogni problema legato alla comunicazione con la famiglia (avvisi di sciopero, sospensione delle lezioni, pagamento dell’assicurazione integrativa, comunicazione di gite scolastiche, ecc.) possono rivolgersi al docente referente o al Dirigente Scolastico.

Sarebbe opportuno non dare eccessiva enfasi alla prima accoglienza mediante attività straordinarie che potrebbero imbarazzare l’alunno ed ottenere l’effetto paradossale di farlo sentire maggiormente estraneo e “osservato”.

Il programma della giornata può venire modificato per fare spazio ad alcuni momenti dedicati alla prima conoscenza dei nomi dei compagni e all’esercitazione dei “comandi” più frequenti nel linguaggio della classe.

6.4.4 I docenti della classe Cosa fanno i docenti della classe:

favoriscono l’integrazione nella classe promovendo attività di piccolo gruppo, continuano l’osservazione e rilevano i bisogni specifici d’apprendimento dell’alunno neoarrivato, italiano (eventuali recuperi) o straniero;

attivano metodologie flessibili che coinvolgano a più livelli tutti i ragazzi rivedono la progettazione di classe;

individuano, in ogni ambito, esperienze che favoriscano la conoscenza di sé, il confronto e lo scambio di esperienze;

se l’alunno è straniero, definiscono il necessario adattamento dei programmi di inserimento in relazione al livello di competenza adottando specifici interventi, individualizzati o per gruppi, per facilitare il processo di insegnamento / apprendimento della lingua italiana (art.45, comma 4 D.P.R. 394/99);

individuano modalità di semplificazione o di facilitazione linguistica per ogni disciplina;

affiancano all’alunno neoarrivato un compagno (italiano e/o immigrato di vecchia data o nato in Italia da genitori stranieri) che svolga la funzione di tutor, di “compagno di viaggio”, soprattutto nella prima fase di inserimento;

nel caso in cui l’alunno lasci l’istituto prima del termine dell’anno scolastico, prevedono un momento di “saluto” e commiato dai compagni di classe;

compilano il modello per trasmettere alle altre scuole le attività svolte e le valutazioni conseguite nelle singole discipline.

7. PRESENTAZIONEALCONSIGLIODICLASSE

Nella classe (prescindendo il segmento) ove sia inserito uno studente con BES, il Referente informa il Coordinatore sulla specificità del caso (alunno con DSA, alunno con svantaggiosocio- culturale, alunnodi recente immigrazione, alunno con problematiche familiari o personali…):

-fornendo adeguate informazionisui DisturbiSpecifici dell’Apprendimento e/o la patologia specifica o eventualmente la tipologia di BES;

- fornendo ai docenti materialedidattico formativo adeguato;

- presentando le eventuali strategie didattiche, misure dispensative e strumenti compensativi.

8. PREDISPOSIZIONEPERCORSIPERSONALIZZATI

Il Coordinatore in sede del primo consiglio di classe (settembre/ottobre) mette a conoscenza del caso l’intero Consiglio di Classe, raccoglie le eventuali osservazioni di tutti i componenti al fine

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di stilare (eventualmente con l’aiuto del Referente BES) una bozza diPIANODIDATTICOPERSONALIZZATO(PDP) (Allegato 2).

Il consiglio di classe o l’equipe pedagogica, valutata la documentazione presente nel fascicolo personale dell’alunno, sulla base delle esigenze dell’alunno rilevate dalle osservazioni in classe e tenendo conto delle informazioni rilevate in sede di colloquio con la famiglia, redige la bozza del documento. Il PDP viene redatto su apposito modello (Allegato 2), comune atutto l’istituto, sulla base delle osservazioni desunte dalla certificazione (ove esse sia presente) e delle esigenze dell’alunno, rilevate dalle osservazioni in classe e dai colloqui con la famiglia.

Qualora non sia presente una certificazione da ente pubblicoo privato, il PDPverrà corredato da apposita Relazione del consiglio di classe. Nel caso in cui il genitore, avvertito tempestivamente della presenza di comportamenti e prestazioni scolastici atipici, non proceda a verificare, con opportuno iter diagnostico, la natura delle problematiche evidenziate, il Consiglio di classe procede alla predisposizione di un PDPe contestualmente procedea far firmare alla famigliala scheda di rilevazione del comportamento e prestazioni scolastiche atipiche dell’alunno in questione (Allegato 4).

Per gli alunni di recente immigrazione e caratterizzati da una non conoscenza della lingua e della cultura italiana si attiva il PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA STRANIERI(sezione B del presente documento) con attuazionedegliappositi laboratori di ITALIANO L2.

In tal caso, per la stesuradel PDP, il consiglio di classe terrà conto delle indicazioni della Commissione per l’accoglienza.

Il PDP deve essere predisposto non oltre il primo trimestre dell’anno scolastico (DM 5669 del 12 luglio 2011) e, nel caso di ingresso tardivo dell’alunno nell’istituto, non oltre il 15 marzo dell’anno scolastico di riferimento. Il documento deve essere condiviso con l’équipe socio- sanitaria (se presente), quindi viene sottoscritto dal consiglio di classe, dalla famiglia, dall’alunno (se maggiorenne), dagli operatori del servizio sanitario che hanno redatto la certificazione diagnostica, dal Dirigente Scolastico la cui firma sancisce l’applicazione della normativa.

La sottoscrizione del documento dagli attori di cui sopra comporta la corresponsabilità educativa relativamente al percorso formativo dell’alunno nonché la condivisione di strategie didattiche inclusive. Essa è inoltre l’esplicitazione di una presa in carico della situazione dell’alunno in compartecipazione con la famiglia che, a sua volta, si impegna nella collaborazione con la istituzione scolastica.

La famiglia è invitata amanifestare il proprio consenso alla predisposizione del PDP firmando l’apposito modello (Allegato 3-Modello A e Modello B) che le verrà sottoposto al primo incontro a cura del coordinatore di classe.

Nel caso in cui non si trovi un accordo con la famiglia e che quest’ultima si rifiuti di firmare il documento, la scuola chiederà esplicita motivazione scritta del diniego che verrà protocollata ed inserita nel fascicolo personale dell’alunno.

Per gli alunni che fanno parte della categoria di BES relativa allo svantaggio socio-economico, linguistico e culturale, la scuola:

- avrà cura di monitorare l’efficacia degli interventi affinché siano messi in atto per il tempo strettamente necessario;

- applicherà in forma transitoria strumenti compensativi e misure dispensative, in modo attinente agli aspetti didattici ritenuti necessari, privilegiando in forma maggiormente continuativa strategie educative e didattiche personalizzate;

- terrà conto delle disposizioni in merito allo svolgimento degli esami di stato o delle rilevazioni annuali degli apprendimenti che, in base alla C.M. n.8 del 6.03.2013, verranno eventualmente fornite dal MIUR.

9.MONITORAGGIODELPDP

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Il monitoraggio del PDP verrà effettuato al termine del primo quadrimestre e, comunque, ogni qualvolta se ne ravvisi la necessità in modo da prevedere eventuali aggiustamenti. Il documento verrà verificato in ogni caso alla fine dell’anno scolastico per valutare i risultati ottenuti e per prevedere eventuali aggiustamenti per il successivo anno scolastico.

In caso di integrazionial PDP verrà riproposta all’attenzionedella famiglia la nuova ipotesid’intervento e verrà fatto firmare il nuovo PDP corredato dall’apposito modello di richiesta di consenso (Allegato 5).

10.SCREENINGPERGLI ALUNNI CON DSA

L’Istituto prevede, in assenza di certificazione, l’effettuazione di screening per la prevenzione dei disturbi dell’apprendimento. Icasiemersi in fase di screening vengono sottoposti all’attenzione del Coordinatore del Consiglio di Classe o dell’Equipe Pedagogica a cura del Referente per i DSA.

10.1 OSSERVAZIONESISTEMATICA

Vengono attuate dai docenti sistematiche osservazioni sull’alunno che presenti disagio o prestazioni scolastiche atipiche attraverso apposito questionario di rilevazione (Allegato 4). Su richiesta formalizzata della famiglia il teamdocente può produrre apposita Relazione sull’andamento didattico-relazionale e sulle difficoltà evidenziate nel percorso scolastico dal proprio figlioal fine di sottoporreil caso alpersonale ASP o a chi didovere (Allegato 6).

Azione Come/cosa? Chi la mette in atto? Quando?

Iscrizione

Iscrizione Effettuatadaigenitori Assistenteamministrativo Al

momentodell’iscrizione Consegnacertificazio

ne

diagnostica

Effettuatadaigenitori Assistenteamministrativo Al

momentodell’iscrizione Appena in possesso Comunicazioneiscrizio

ne

Assistenteamministrativo AlDirigenteScolasticoea l

Referented’Istitutop eri DSA

Controllodelladocumen tazione

DirigenteScolastico Referented’Istitutoper I DSA

Colloquio Incontropreliminarec

oni Genitori

DirigenteScolastico Referented’Istitutoper I DSA

Dopo aver acquisito la documentazione Incontropreliminare

con

lo student (se maggiorenne)

Raccoltainformazioni DirigenteScolastico Referented’Istitutoper I DSA

Dopo aver acquisito la documentazione

Determinazionedellaclasse

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Attribuzionedellaclas se

CriteristabilitiPare respecialistiIndice di complessità delleclassi

DirigenteScolastico Referented’Istituto per i DSA Commissione composizioneclassi Incontropreliminare Passaggio di

informazioniPredispo sizioneaccoglienza Osservazione

DirigenteScolastico Referented’Istituto per i DSA Team

docenti/consiglio di classe

Dopo

l’attribuzionedellaclasse

Tabella tratta da Cristina Fabbri, a cura di, Protocollo di accoglienza: documento per una scuola inclusiva. Competenze gestionali e organizzative.

11. VERIFICHEEVALUTAZIONE

La verifica delle azioni intraprese, attraverso un monitoraggio costante dell’efficacia degli interventi e dei progressi registrati rispetto al percorso educativo-didattico dell’alunno, costituisce una fase cruciale del processo attivato.

Per gli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento (DSA) adeguatamente certificate o altre condizioni per cui venga predisposto un PDP, la valutazionee la verifica degliapprendimenti, compresequelle effettuate in sede di esame conclusivo del ciclo, tengono conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni;a tali fini, nello svolgimento dell’attività didattica e delle prove di esame, sono adottati gli strumenti compensativie le misure dispensative ritenuti più idonei.

In particolare:

1.le verifiche hanno come oggetto obiettivi e contenuti benspecificati;

2.è opportuno compensare/integrarei compiti scritti ritenutinon adeguati con prove orali;

3.all’alunnoè concesso l’uso di mediatori didattici (calcolatrice, vari ausili,tavole compensative, schemi e mappe concettuali) durante le prove scrittee orali (se alunno con DSA);

4.per le materie in cui non sono obbligatorie prove scritte, èopportuno utilizzareverifiche orali programmate;

6. ove possibilefornireprove informatizzate;

7. è funzionaleche i tempi e lemodalità delle verifiche sianopianificati dal coordinatoredi classe o dal coordinatore dell’Equipe Pedagogica (evitare di cumulare più verifiche nello stesso giorno ed evitare più di due/tre verifiche alla settimana, concedere tempi più lunghi o/e verifiche piùbrevi);

8. valutazione dei progressi in itinere.

11.1INDICAZIONIPERLOSVOLGIMENTODELLEPROVEINVALSI

Le prove INVALSI, che si svolgono in ottemperanza alla Direttiva MIUR 85/2012 e al DPR 80/2013 (che ha istituito il Servizio Nazionale di Valutazione (SNV) di cui esse sono un elemento importante), rispondono ad una ben precisa responsabilità che il DPR 275 (Regolamento dell’Autonomia) ha fissato già nel 1999 per ogni istituzione scolastica:

raggiungere gli obiettivi di apprendimento stabiliti a livello nazionale (art.8), attraverso il proprio curricolo di scuola (e non più i programmi), prevedendo anche “rilevazioni periodiche ministeriali” dei risultati (art.10) a garanzia di un buon funzionamento della scuola autonoma.

Le prove INVALSI di rilevazione non sono finalizzate alla valutazione individuale degli alunni, ma a monitorare i livelli di apprendimento conseguiti dal sistema scolastico.

Pertanto, i risultati di tali prove non verranno, in alcun modo, presi in considerazione nella scheda di valutazione e non faranno media con le altre prove di verifica effettuate nel corso del secondo quadrimestre da ciascun alunno. Potremmo considerarle come un’indagine conoscitiva che, periodicamente, un ente esterno realizza a livello nazionale per rilevare lo stato di salute del sistema scuola.

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Questa azione dell’INVALSI può essere considerata, in chiave pedagogica, come un’opportunità di riflessione sull’operato e una modalità per migliorare l’insegnamento e quindi l’apprendimento dei nostri bambini e ragazzi, anche attraverso un utilizzo critico degli esiti delle stesse prove.

Nonostante i limiti insiti nelle prove standardizzate, soltanto queste possono garantire la comparabilità dei risultati conseguiti dagli alunni e dalle scuole e, se giustamente usate come feed back di ciò che la scuola sta facendo nelle due aree considerate, possono essere molto utili per conferme o predisposizione di piani di miglioramento.

Si ricorda che le prove INVALSI sono di due tipi:

di RILEVAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI, prove di indagine conoscitiva - statistica che riguardano gli Istituti Scolastici e vengono effettuate nelle classi seconde e quinte della Scuola Primaria;

di VALUTAZIONE FINALE (esame di fine primo ciclo di istruzione = ex terza media), conclusiva del Primo Ciclo, il cui risultato entra a far parte della valutazione finale dello studente negli esami.Le prove INVALSI di rilevazione non sono finalizzate alla valutazione individuale degli alunni, ma costituiscono valutazione di sistema finalizzata, appunto, a monitorare i livelli di apprendimento conseguiti dal sistema scolastico.

Annualmente, circa lo svolgimento delle prove INVALSI, il MIUR fornisce indicazioni operative per gli alunni con BES, specificatamente per gli alunni con disabilità e per gli alunni con DSA.

È compito delReferente BES/DSA, di concerto con l’incaricato per lo svolgimento delle prove INVALSI, informare isomministratori sulle prassi da adottare in riferimento alle indicazioni ministeriali emesse in riferimento all’anno in corso.

11.2 INDICAZIONI PER LO SVOLGIMENTO DEGLI ESAMI DI STATO

Con O.M. annuale il MIUR fornisce indicazioni per lo svolgimento degli esami anche nelle scuole secondarie di I grado anche relativamente ai candidati con DSA o BES

Il consiglio di classe allegherà al Documento del Consiglio di classe predisposto per gli esami, il PDP o altra documentazione con lo scopo di fornire alla commissione d’esame tutti gli elementi necessari per un’adeguata modalità di svolgimento dell’esame, ai sensi dell’articolo 5 del decreto ministeriale n. 5669 del 12 luglio 2011. La Commissione d’esame – sulla base di quanto previsto dall’articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n.122 e dal relativo decreto ministeriale n.5669 del 12 luglio 2011 di attuazione della legge 8 ottobre 2010, n. 170, recante Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico – nonché dalle Linee Guida allegate al citato decreto ministeriale n. 5669 del 2011 – considerati gli elementi forniti dal Consiglio di classe, terrà in debita considerazione le specifiche situazioni soggettive, adeguatamente certificate, relative ai candidati con disturbi specifici di apprendimento (DSA), in particolare, le modalitàdidattiche e le forme di valutazione individuate nell’ambito dei percorsi didattici individualizzati e personalizzati.

Nello svolgimento delle prove scritte, i candidati possono utilizzare gli strumenti compensativi previsti dal Piano Didattico Personalizzato o da altra documentazioneredatta ai sensi dell’articolo 5 del decreto ministeriale 12 luglio 2011.

Per le prove scritte, i candidati con DSA possono usufruire di dispositivi per l’ascolto dei testi della prova registrati in formati “mp3”; in alternativa la Commissione può prevedere, in conformità con quanto indicato dal capitolo 4.3.1 delle Linee guida citate, di individuare un proprio componente che possa leggere i testi delle prove scritte. Per i candidati con DSA possono essere previsti tempi più lunghi di quelli ordinari per lo svolgimento delle prove scritte;

inoltre è necessario che venga curata con particolare attenzione la predisposizione della terza prova scritta, soprattutto per quanto concerne l’accertamento delle competenze nella lingua straniera. A tal proposito, andrà considerato il caso di alunni che risultino esonerati dalla lingua straniera o che siano stati dispensati dalle prove scritte ordinarie di lingua/e straniera/e e per

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cui, la Commissione, nel caso in cui la lingua straniera sia oggetto di seconda prova scritta e/o faccia parte della terza prova, dovrà prevedere prova orale sostitutiva della prova scritta.

Al candidato potrà essere consentita la utilizzazione di apparecchiature e strumenti informatici nel caso in cui siano stati impiegati per le verifiche in corso d’anno o comunque siano ritenuti funzionali allo svolgimento dell’esame, senza che venga pregiudicata la validità delle prove.

Per altre situazioni di alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES), formalmente individuati dal Consiglio di classe, devono essere fornite dal medesimo il PDP oltre ad informazioni ed indicazioni utili e opportune per consentire a tali alunni di sostenere adeguatamente l’esame di, formalizzati in apposito allegato al documento del Consiglio di Classe.

12.ALTREAZIONI

L’Istituto è chiamato, oltre che al suo ruolo educativo, anche all’accoglienza e alla presa in carico degli alunni e del loro percorso scolastico, cercando di metterli nelle condizioni di raggiungere il successo formativo e un livello di crescita adeguato al contesto sociale spendibile sia nel lavoro sia nella vita.

La scuola può mettere in campo risorse sia umane sia strutturali, per cercare di conseguire tale obiettivo.

Le risorse umane sono le seguenti.

 Docenti curricolari: essi sono i primi attori e in assoluto i primi attuatori di ogni progetto, i docenti sono gli osservatori, sono coloro che possono, proprio in funzione delle loro peculiarità, diversa umanità, specifiche capacità, osservare tutte le sfaccettature di ogni singolo ragazzo. Sono il primo metro di misura, la prima possibile soluzione al problema.

 Docenti di sostegno: il docente specializzato ha un ruolo di supporto al lavoro dei docenti e con essi mette in campo la propria esperienza e competenza per individuare la strategia più efficace per tentare di risolvere il problema. Egli ha il ruolo fondamentale di mediare tra scuola, famiglia e studenti.

 Operatori A.T.A. assumono un ruolo importante nella gestione e nell’espletamento delle pratiche burocratiche (trasmissione delle documentazioni, comunicazioni ai docenti e alle famiglie, ecc.). I tecnici possono intervenire efficacemente nella gestione di attività laboratoriali e pratiche. I collaboratori scolastici rappresentano anch’essi una risorsa utile sia per i docenti sia per gli studenti con disagio. Essi possono fornire supporto fuori dal contesto prettamente didattico e nelle attività extracurricolari.

 G.L.I. (Gruppo di Lavoro per l’Inclusione) o referenti d’area: il gruppo è formato da docenti provenienti da diverse aree disciplinari, dai docenti di sostegno e dal Dirigente Scolastico. Il ruolo del GLI risulta quanto mai fondamentale sia per il ruolo di coordinamento delle attività e dei progetti sia per la consulenza offerta ai docenti. Inoltre, redige il PAI, esamina i casi con certificazione di disabilità e diagnosi DSA, organizza il piano orario per l’anno successivo, con la conseguente richiesta delle ore di sostegno, e monitora il percorso degli alunni con BES. Il GLI infine raccoglie tutti i dati relativi ai BES presenti nell’Istituto (organizza eventualmente una breve relazione che a fine anno viene presentata durante l’ultimo Collegio dei Docenti).

 Collegio docenti: il collegio docenti ha il compito di discutere e approvare il PI, le proposte e i progetti del GLI.

 Consiglio di classe: ha il compito di individuare le strategie più idonee al contesto classe, inoltre discute ed approva il PDP e il PEI.

 Coordinatori: ha il compito di raccogliere tutte le osservazioni di ogni singolo docente ed è il docente referente in caso di alunni con BES;

 la Funzione Strumentale dell'Area di riferimento (alunni con BES, dispersione scolastica)

 il Referente BES/DSA;

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 il GLHI d’Istituto, Gruppo di Lavoro per l’handicap di Istituto;

 il GOSP, Gruppo Operativo di Supporto Psicopedagogico e losportello diascolto;

 la Commissione perl’Accoglienza degli stranieri.

Vengono, inoltre, attivati progetti finalizzati allaprevenzione del disagio scolastico edella dispersione.

13. FIGUREDIRIFERIMENTOPERL’INCLUSIONESCOLASTICA:RUOLIEFUNZIONI 13.1IL DIRIGENTE SCOLASTICO:

 accerta, conil Referente d’Istituto per gli alunni con BES/DSA, che nella certificazione specialistica siano presenti tutte le informazioninecessarie alla successiva stesura del PDP;

 controllache la documentazione acquisita sia condivisa dal consiglio di classe;

garantisce che il PDP sia condivisocon i docenti, la famiglia, lo studente;

 verifica, conil Referented’Istituto, i tempi di compilazione del PDP e ne controlla l’attuazione;

 è garante delmonitoraggio costantedell’apprendimento deglialunni con BES/DSA presenti a scuola;

 favorisce, sensibilizzando i docenti, l’adozione di testi che abbiano anche la versione digitale o che siano comunque disponibili presso la biblioteca digitale;

 promuove azioni di formazione e aggiornamento perinsegnanti;

 promuove, con ilReferente d’Istituto per iBES/DSA, azioni disensibilizzazioneper i genitori e per gli studenti;

 attiva con il Referente d’Istituto BES/DSA, su delibera del collegio deidocenti, azionidi individuazione dei soggetti a rischio e predispone la trasmissione dei risultati alle famiglie.

13.2ILREFERENTEBES/DSA:

 fa parte del Gruppo di Lavoro per l’inclusione (GLI) ene coordina le azioni; collabora con il Dirigente Scolastico con compitidi informazione, consulenza e coordinamento di attività di formazione pergenitori ed insegnanti;

 predispone nel PTOF gli interventi finalizzati all’accoglienzadegli studenti e le azioniper supportare il personale docente;

 sollecita la famiglia all’aggiornamento della diagnosi nel passaggio di ordine;

programma azionidi osservazione sistematica e di rilevazione precoce;

 fornisce indicazioni in merito alle misure compensative e dispensative, in vista dell’individualizzazionee personalizzazione della didattica;

 collabora all’individuazione di strategie inclusive;

 offre supporto aicolleghi riguardo agli strumenti perla didattica e per la valutazione degliapprendimenti;

 cura la dotazione di ausili e di materiale bibliografico all’interno dell’Istituto;

 fornisce informazioni riguardo a strumenti web per la condivisione di buone pratiche;

 media ilrapporto tra famiglia, studente e strutture del territorio; coordina il lavoro con gli insegnanti in vista delle prove INVALSI;

 monitora l’applicazione del protocollo d’accoglienza, allo scopo di una maggiore consapevolezza dell’argomento.

13.3LAFUNZIONESTRUMENTALE

 prende in carico le problematiche degli alunni con BES (alunni con disabilità, DSA, ...);

 monitora ecoordina le attività per il contrasto alla dispersione scolastica;

 coordina i rapporti con le famiglie, con il territorio e con Enti/Amministrazioni per attività proprie dell’area;

(22)

 coordina leattività di compensazione, integrazione e recupero per gli alunni con bisognieducativi speciali;

 partecipa ad eventuali seminari/incontri propri dell’Area di riferimento, con o in sostituzione del DS.

13.4 L’UFFICIODISEGRETERIA

 protocolla il documentoconsegnato dal genitore;

 fa compilare ai genitori il modello perla consegna della certificazione della diagnosi;

 restituisceuna copiaprotocollata algenitore;

 archivia l’originale deldocumento nelfascicolopersonale dell’alunno;

 accoglie e protocolla altra eventualedocumentazionee ne inserisce una copia nel fascicolo personale dell’alunno (periodicamente aggiornato);

 ha curadi avvertire tempestivamente e in forma scritta il Dirigente e il Referente d’Istituto per i DSA dell’arrivo di nuova documentazione.

13.5ILGLI

 rileva gli alunni con BES presenti nell’Istituto;

 offre azioni di consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie e metodologie di gestione delle classi;

 elabora modelli, griglie di rilevazione dati ecc. utilinella procedura di segnalazione di alunni con BES/DSA;

 elabora proposte progettualifinalizzate sia al recupero di abilità carentiin alunni con BES/DSA sia alpotenziamento delle competenze negli stessi,valorizzandone i punti di forza;

 raccoglie e documenta interventi didattici-educativi attuati; redige il Piano Annuale perl’inclusività;

 attua il monitoraggio dei livellidi inclusività nella scuola.

13.6ILCOORDINATOREDELCONSIGLIODICLASSE, DI SEZIONE, DI EQUIPE PEDAGOGICA

 convoca igenitori deli alunni con BES/DSAe propone la predisposizionedi un PDP (richiesta di consenso alla predisposizione del PDP);

 convoca i genitori per informarli su eventuali problematiche scolastiche (prestazioni atipiche, problematiche di tipo relazionale e comportamentale, sospetto DSA, caso emerso in fase di screening…) e su ogni situazionedi disagio palesata dall’alunno;

 si assicura che tutti i docenti, anche di nuova nomina, prendano visionedella documentazione relativaagli alunni con BES/DSA presentinella classe;

 fornisce econdivide il materiale didattico formativo adeguato;

 partecipa a incontri di continuità con i colleghi del precedenteordine o grado discuola al fine di condividerei percorsi educativi e didattici effettuati dagli alunni;

 collabora con i colleghi e ilReferente d’Istituto BES/DSA perla messa in atto delle strategie compensative e degli strumentiprevisti dalle indicazioni ministeriali per alunnicon disturbo specifico di apprendimento;

 valuta, con la famiglia e l’alunno, l’opportunità e le modalità per affrontare il lavoro quotidiano in classe;

 organizza ecoordina la stesura del PDP;

 concordacon i genitori (ed eventualmente con il Referented’Istituto per i BES/DSA) incontri periodici per un aggiornamento reciproco circa l’andamento delpercorso, la predisposizione del PDP.

13.7ILCONSIGLIODICLASSE / SEZIONE / INTERCLASSE

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