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CAPITOLO 1 - Introduzione -

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 1

Introduzione

-Il rapido sviluppo del settore informatico e delle telecomunicazioni, ha indotto un notevole incremento di produzione di materiale elettronico ed in particolare di circuiti stampati, componente comune a tutte queste apparecchiature. I rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE o WEEE, Wastes Electrical and Electronic Equipment), crescono ad un ritmo compreso tra il 3 ed il 6%, rendendo palese il problema della loro gestione ed indirizzandola verso una massimizzazione del loro riutilizzo a fine ciclo vita. La Direttiva 2002/96/EC del parlamento europeo norma questo aspetto, limitando la quantità di rifiuto proveniente da apparecchiature elettroniche da dismettere in discarica, con l’obbiettivo di riciclare il 65% in peso del rifiuto entro il 2007. In particolare, il riutilizzo delle schede elettroniche consiste nel recupero dei metalli in esse contenute, mentre il supporto è in genere soggetto a termodistruzione. La necessità di smaltimento a fine vita si è spinta anche a considerare processi di smaltimento ad alta temperatura, per il recupero di acidi alogenidrici. Studi riguardanti la fattibilità tecnica ed economica del recupero di acido bromidrico, proveniente da processi termici su rifiuti di materiale elettronico, sono stati condotti in impianti pilota in Germania ed Olanda [1].

Lo smaltimento ad alta temperatura di WEEE comporta la produzione di sostanze altamente pericolose, la cui presenza, effettiva o potenziale, è regolata dalla direttiva “Seveso II” (96/82/EC) del parlamento europeo, recepita dalla legge italiana con D.Lgs.344/99. I criteri di applicazione della direttiva sono basati sull’inventario di impianto nel quale siano cumulate le quantità di sostanze pericolose presenti, rapportate al valore limite imposto. La dicitura “presenza”, è esplicitata dall’articolo 2 della direttiva, il quale specifica che per presenza di sostanze pericolose debba intendersi sia la loro effettiva presenza, sia che tali sostanze “…si reputa possano essere generate in caso di perdita di controllo di un processo chimico industriale…”.

Alla luce di quanto appena asserito, risulta evidente la necessità di una completa caratterizzazione delle sostanze emesse durante la perdita di controllo di un processo, dovuto ad un “runaway” o ad un incidente. L’oggetto di studio di questo lavoro di tesi è in particolare rivolto all’approfondimento delle problematiche della produzione ed allo

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CAPITOLO 1: Introduzione

1-2 smaltimento di resine epossidiche, largamente usate nella produzione di supporti per circuiti stampati, in ragione delle caratteristiche termiche, meccaniche e di resistenza alla corrosione che le contraddistinguono. I ritardanti di fiamma più diffusi per questi materiali, in particolare per l’utilizzo come supporto a circuiti stampati, sono quelli bromurati. Di questi, alcuni quali i polibromurati bifenilici e i polibromurati di difeniletere, sono stati del tutto vietati con la direttiva 2002/95/EC del parlamento europeo. L’allegato II della Direttiva 2002/96/EC dispone che le componenti delle apparecchiature che contengono ritardanti di fiamma bromurati, siano comunque trattate separatamente. È evidente quindi la potenziale pericolosità associata ai processi di produzione e smaltimento di questi materiali.

Gli sviluppi normativi appena citati, hanno indotto la ricerca e l’industria verso nuovi ritardanti di fiamma non bromurati (halogen-free), in grado di soddisfare le esigenze di sicurezza, legate alla protezione dal fuoco e alla salvaguardia della salute dai rischi derivanti dai prodotti di emissione dovuti alla degradazione termica. Tra i composti che riscuotono un certo interesse in questa prospettiva sono quelli a base di fosforo. Alcuni di essi sono stati esaminati in questa tesi al fine di caratterizzarne la stabilità termica ed i prodotti di emissione potenzialmente pericolosi.

Lo scopo che si prefigge questo lavoro di tesi è quello di fornire un’ampia visione sulla stabilità e sui prodotti di degradazione termica di queste sostanze, attraverso un indagine sia qualitativa che quantitativa.

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